Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: Laly_94    03/09/2015    1 recensioni
I Pierce The Veil non sono più una band da cinque anni ormai, e Vic ogni giorno si fa strada nella sua vita con il peso del senso di colpa sulle sue spalle, la sua vita gli fa schifo e vorrebbe aver lottato ai tempi.
Lila è una ragazza normale, bassa e banale, arrabbiata e in cerca di vendetta, ha una forza e una potenza che superano ogni limite.
L'incontro può solo scatenare un uragano.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vic Fuentes
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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8 – Such A Perfect Day, You Just Keep Me Hanging On
 
-ci possiamo lavorare su!- disse Jaime Preciado osservando per la seconda volta gli oggetti esposti nella grande sala.
Quando Jaime aveva bussato alla sua porta era rimasta sbalordita, ovviamente si aspettava due amici di Vic, ma non si sarebbe mai aspettata che uno dei due fosse il grande Jaime.
Lui le era sempre stato simpatico, non perché prestasse molta attenzione a quello che dicesse eh, ma perché, con i suoi modi di fare, sembrava più il migliore amico di tutti piuttosto che un membro di una band Rock.
In più era simpatico, se si prestava attenzione a quello che diceva, e la simpatia nei ragazzi oggigiorno te la potevi scordare!
Jaime era una benedizione per il genere umano, se qualcuno avesse sentito i suoi pensieri probabilmente avrebbe pensato che era pazza, ma Jaime per lei era il fratello e il confidente che non aveva mai avuto, ora come ora però, con un po’ di complicità da parte di Vic poteva almeno provare a diventare sua amica.
-beh avete fatto qualche conto? Quanto sarebbe più o meno?- chiese Vic interrompendo il flusso dei pensieri di Lila.
-beh, sono circa duemila e cinquecento dollari, ma se è intenzionata a vendere anche il grande armadio in camera da letto possiamo arrivare anche a più di tremila dollari, però è lei che deve decidere…-  anche solo la prima cifra le fece mancare il fiato, la seconda poi!
Con quella somma di denaro avrebbe potuto pagare il debito con l’ospedale, dare un anticipo per l’affitto della nuova casa e tenersi qualcosa per lei, non aveva mai contrattato con somme così alte, sì, la casa era molto grande, e sì, lei pagava le bollette e comprava tutto quello che serviva, ma i pochi soldi che guadagnava col lavoro e i soldi della pensione di sua nonna bastavano anche per concedersi qualche vizietto di tanto in tanto, tipo concerti o libri o semplici CD.
Forse, grazie a Vic avrebbe potuto continuare a vivere quella vita, in una casa più piccola, certo! Però anche solo il pensiero di poter andare a un altro concerto la faceva sentire più viva.
Non si era mai sentita così, stava bene, e quella sensazione di benessere si era insinuata dentro di lei, tutto grazie a l’uomo che l’aveva abbandonata, tutto grazie all’uomo che, forse, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto chiamare suo marito.
Ci sperava così tanto!
-Lila?- la richiamò Vic.
-sì… ehm… l’armadio… l’armadio potete prenderlo…- disse schiarendosi la gola.
Era uno strazio liberarsi di tutte quelle cose, ma prima succedeva, prima sarebbe stata pronta a dare il benvenuto alla sua nuova vita.
-allora oggi iniziamo a portare via le cose che non ti servono urgenti ok?- chiese l’altro ragazzo del quale Lila non aveva afferrato il nome, ma le sembrava scortese richiederlo.
Lei annuì e basta, aspettando che andasse avanti a parlare.
-pian piano che ci hai fatto vedere le cose ho scritto una lista, potresti leggerla e segnare con una crocetta quello che puoi darci subito?- lei scosse la testa, non perché non fosse d’accordo, infatti fu subito pronta a spiegare.
-niente di questo mi serve, potete portare via tutto anche subito.- spiegò, malgrado la sua voce tremasse era convinta di quello che stava dicendo.
-okay, allora facciamo così, iniziamo a portare via le cose più grandi, nel pomeriggio passiamo a prendere le altre cose, va bene?- chiese Jaime, sentire la sua voce a pochi centimetri di distanza fu spettacolare, e sapeva che ogni volta sarebbe stato così.
Lei annuì senza dire niente, poi guardò Vic.
-tu gli dai una mano?- chiese.
-io…- iniziò Vic, ma fu subito interrotto.
-no, lui non ci aiuta…- disse il ragazzo.
Poco dopo loro due erano seduti in sala mentre osservavano i due portare i mobili in giro per la casa.
La casa era sempre più spoglia, e lei si sentiva sempre più sola, le bastò avvicinarsi di più contro il corpo caldo di Vic per togliere di mezzo quella sensazione, sapeva di non essere più sola.
-che hai?- chiese lui stringendola contro il suo petto.
-niente, mi sento sollevata.- rispose lei alzando gli occhi su di lui, in risposta lui sorrise e le diede un dolce bacio sul naso che la fece sorridere.
Si voltò verso i ragazzi e vide Jaime che li osservava attento, con un sorriso comprensivo, chissà se aveva qualcuno nella sua vita da trattare come Vic trattava lei.
Quando ebbero finito, e lei Vic rimasero soli erano quasi le due del pomeriggio.
-ti va di mangiare?- chiese lui in un tono che non ammetteva un “no” come risposta.
Lei annuì e poco dopo erano in cucina a mangiare un panino ripieno di tutto quello che avevano trovato in frigorifero.
Ridevano e scherzavano tanto che quasi Lila sputò un pezzo del panino in faccia a Vic.
Lui continuava a non capire come lei facesse a trovarlo così divertente, non si era mai ritenuto una persona simpatica, soprattutto non ultimamente… che lei gli facesse un buon effetto?
Sicuramente doveva essere così, non si ricordava di essere mai stato così simpatico, in effetti era sempre col broncio quando era più giovane, e, se sul suo volto compariva un sorriso era un sorriso di sfida.
Qualcosa stava cambiando, Vic lo sentiva, e non stava cambiando solo il suo carattere, stava cambiando tutto di lui, non pensava più di essere fallito, solo un po’ sfigato, non pensava più a quanto odiasse il mondo e sé stesso, perché adesso aveva qualcuno da amare, e non era sé stesso, non era Mike, o chi altro, era quella ragazzina.
Perso nei suoi pensieri, osservava Lila e i suoi gesti fenetici, il suo sorriso, e i suoi occhi fissi su di lui.
-mi sto innamorando di te.- solo dopo essergli uscite dalla bocca quelle parole presero un senso nella sua testa, non avrebbe dovuto dirglielo.
Lei si bloccò immediatamente e prese a fissarlo come se avesse detto qualche stronzata, lui, dal canto suo, non sapeva come rimediare.
Rimasero per un po’ lì così, a fissarsi, in silenzio, finchè sul viso di lei non comparve un timido sorriso.
-io ti amo già Victor Fuentes, ti amo dal primo giorno che ti ho visto dietro quel maledetto schermo, ti ho amato anche dopo la tua sfuriata anche se non volevo ammetterlo a me stessa, amo il tuo sorriso che trovo fottutamente perfetto, so che non mi sono innamorata di Vic dei Pierce The Veil, ma mi sono innamorata di quel Victor che non mi ha cacciata dal negozio, di quel Victor che ho visto tanto debole, di quel  Victor che mi ha invitata a mangiare per farsi scusare quando quella da scusare ero io, parlo di quel Victor che vive al terzo piano in una palazzina sgangherata, e che ora si trova davanti a me.- quello che le uscì dalla bocca non era per niente stato programmato.
Sapeva che quella confessione era prematura, ma quello era quello che sentiva, quello che avrebbe sempre voluto dirgli, quello che lei non aveva capito fino alla sua confessione, fino al momento in cui lui si era messo a nudo confessando quello stava provando.
Lui non rispose, non avrebbe saputo cosa rispondere comunque, si avvicinò a lei e le prese il viso tra le mani, osservandola negli occhi disse: -spero di poterti amare anche la metà di quanto mi ami tu un giorno.-
E malgrado non fosse molto a lei bastò, lui in fondo la conosceva solo da un paio di settimane, anche se aveva già visto il meglio e il peggio di lei.
Lui fece congiungere le loro labbra in un bacio perfetto, quasi le scesero le lacrime talmente era felice.
Continuarono a baciarsi, finchè lui non decise che ne aveva abbastanza, la sollevò dalla sedia, portandola in braccio fino a sopra le scale e poi appoggiandola sul letto, lei gli fece spazio e lui si sdraiò accanto a lei, la abbracciò, e, magicamente, il tempo smise di correre.
Il silenzio in cui galleggiavano era rilassante, la bolla di sapone che li racchiudeva era una bolla di perfezione, lui per la prima volta in tutta la sua vita si sentì importante, davvero, e capì che era lei che voleva accanto per il resto della sua vita; e lei invece tra le sue braccia si sentiva protetta, e non solo, malgrado ci provasse non riusciva a ricordare di essere mai stata così felice.
Il mondo era sparito, i problemi erano spariti, la casa era sparita, c’erano solo loro, insieme, nella loro bolla di perfezione sospesi nell’aria e felici.
 
Un mese dopo già abitava nella nuova casa, lui andava a trovarla finito il lavoro e lei gli faceva sempre trovare qualcosa da mangiare, ogni tanto dormiva da lei, e quando lei era a lavoro e faceva tardi era lui che le faceva trovare il cibo pronto.
Lui e i suoi amici l’avevano aiutata molto con il trasloco, aveva stretto un legame molto forte con Jaime, al quale sapeva che avrebbe potuto raccontare tutto.
Quel pomeriggio si stava preparando per andare all’incontro del sabato sera con Vic e gli altri, le avevano detto di non mettersi in ghingheri, che tanto non avrebbero fatto molto, le avevano detto che ci sarebbe stata anche Alysha che le era stata molto utile anche lei per il trasloco.
Anche se per la maggior parte del tempo loro due stavano sedute a ridere e a prendere in giro i ragazzi.
Tony aveva provato a spiegarle il perché di quegli incontri, ma aveva solo capito che a Vic facevano bene, e quando l’avevano invitata non era riuscita a dire no.
Che poi perché avrebbe dovuto?
Prima di uscire si diede un’ultima occhiata allo specchio e, quando dichiarò di essere ufficialmente pronta uscì di casa, dirigendosi, a piedi, a casa del suo ragazzo.
Era stata così fortunata che aveva trovato la casa un paio di vie più avanti alla sua, così era più semplice raggiungersi.
Infatti pochi minuti dopo stava suonando al campanello.
Quando salì la prima persona che si trovò davanti fu Mike, che appena la vide la abbracciò stretta, poi salutò Alysha e si guardò intorno.
-Vic è appena uscito dalla doccia, puoi raggiungerlo in camera se vuoi.- le disse Mike abbracciando la sua ragazza come se le avesse letto nel pensiero.
Lei allora annuì e si diresse verso la camera, aprì la porta ed entrò, poi la richiuse alle sue spalle, lui ovviamente la sentì e quello che vide la fece diventare rossa in viso, improvvisamente la raggiunse una vampata di calore e si domandò se in quella stanza facesse così caldo.
-scusa, non… Mike… oddio… scusa!- disse lei non riuscendo a formare una frase i senso compiuto.
Si coprì gli occhi vergognandosi, malgrado fosse passato più di un mese non l’aveva ancora mai visto completamente nudo, e forse era un bene dato che le faceva quell’effetto, lo sentì ridere.
-mi chiedo che diavolo hai da ridere!- chiese con tono infuriato.
-sei così… vergine.- disse lui, consapevole che altrimenti non si sarebbe vergognata così.
Si avvicinò a lei e le prese il viso tra le mani, poi le diede un piccolo bacio, al che lei si tolse la mano dagli occhi e lo osservò, lui sorrise ancora vedendo le sue guance rosse.
-sei tenera, lo sai?- chiese lui.
-e tu sei completamente nudo.- rispose lei.
-che c’è? Non ti piaccio?- chiese allontanandosi.
E lei si accorse di quanto lui fosse sicuro del suo corpo, fu lì che si perse a osservare ogni singolo particolare di lui, non aveva mai visto un uomo nudo fuori dai film, e non pensava che le avrebbe fatto quell’effetto, quando i boxer coprirono la sua intimità lei quasi volle strapparglieli via per continuare a osservarlo.
Un’altra vampata di calore partì dal suo basso ventre raggiungendo ogni parte del suo corpo, quindi funzionava così l’eccitazione?
Lui si voltò e la vide, la vide che lo osservava avidamente, mordendosi il labbro.
Chiuse gli occhi per registrare quell’immagine, e poi si avvicinò a lei.
Ma fu lei a colmare la distanza, gli portò le braccia al collo e prese a baciarlo, e improvvisamente a lui i boxer gli andavano stretti.
La prese in braccio e la spinse contro al muro, facendo combaciare i loro corpi, più lui la sentiva contro di sé più il suo corpo desiderava altro.
Quando il suo bacino si scontrò con quello di lei sì lasciò sfuggire un gemito che soffocò immediatamente mordendole piano il labbro, ma lei non riuscì e un gemito riecheggiò nella piccola stanza, probabilmente chi era dall’altra parte della porta aveva sentito, ma chissenefrega!
-oh dio Victor!- disse lei stretta contro il suo corpo mentre lui le lasciava un marchio di possessione sulla pelle appena sotto l’orecchio sinistro.
Victor. Nessuno si sarebbe mai azzardato a chiamarlo così, ma lei, cazzo…
Il suo nome intero uscito da quelle labbra quasi lo fece impazzire.
-forse dovremmo raggiungere gli altri.- le sussurrò lui all’orecchio.
-sei tu che mi hai intrappolato alla porta.- rispose lei tirando giu le gambe dal suo bacino.
Lui la lasciò andare e prese a vestirsi, poi si voltò verso di lei e prima di uscire le diede un altro bacio e le sorrise.
Uscirono dalla stanza mano nella mano, Vic si fermò al bagno, lei poteva intuire il motivo, e solo il pensiero la faceva tornare rossa in viso, così preferì non pensarci e entrò in sala, trovando lì tutti.
Appena si accorsero della sua presenza si voltarono e la fissarono, in segno che tutti avevano sentito cos’era successo in camera, e se non era diventata rossa prima, lo diventò ora.
 
Malgrado tutto la serata passò velocemente, Vic insistette per far mangiare Lila in braccio a lui, finito di mangiare avevano giocato a un gioco di società e anche lì Vic non aveva voluto lasciarla, le teneva le braccia intorno alla vita come se avesse paura di perderla e ogni tanto le mordicchiava la spalla.
L’aveva lasciata solo quando Alysha l’aveva trascinata in bagno per darle qualche consiglio.
Se quella notte fosse successo qualcosa tra di loro avrebbe saputo come fare.
Ma quel momento durò poco, quando uscirono dal bagno insistettero per vedersi un film e anche lì Vic se la portò sulle gambe, il film era San Valentino di Sangue, nessuno l’aveva mai visto tranne Lila che venne ricoperta di domande per tutto il film.
Scoprì che Alysha era l’esatto contrario di lei, mentre lei osservava tutto nei minimi dettagli e ogni tanto commentava con “figo!”, Ali si copriva gli occhi e commentava con “che schifo!”.
Alla fine del film Jaime si alzò per accendere la luce e tutti la guardarono nuovamente.
-ma sei un mostro?- chiese Vic.
-perché?- domandò lei, come se fosse strano che questo tipo di film potessero piacerle.
-insomma… prima cosa, perché hai visto questo film così tante volte?- chiese Jaime.
-perché c’è Jensen Ackles, e andiamo! A chi non piace un Jensen pazzo e creativo? E poi… dio! Ma avete visto il momento in cui la lama entra nell’occhio a quel vecchio? È il pezzo migliore del film!- dissi tutta eccitata.
-Jensen Ackles, eh?- chiese Vic.
Lila sorrise.
-seconda cosa, qual’è il tuo problema?- continuò Vic.
-perché? Insomma… io amo questo tipo di film, mi fanno sentire… invincibile, in un certo senso.- continuò lei sorridendo.
Quella conversazione durò a lungo, infatti quando Vic e Lila riuscirono a toccare il letto erano le quattro del mattino, e dormirono così, per tutta la mattina, stretti, non lasciandosi mai, sentendosi invincibili.



*Note Autrice*
ehiiiiii!dove sieteee??? susu, fatevi anche sentire, non leggete e basta! soprattutto perchè manca davvero pocoal finale, quindi... dai recensite e fatemi sapere!! :3
anyway,oltre ai soliti ringraziamenti, volevo ringraziare anche Threeara_Alex che segue la mia storia! :*
detto questo vi saluto e ci vediamo lunedì! Goodam Bye! 
Laly :3
 
  
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