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Autore: Sharon9395    03/09/2015    1 recensioni
La vita tra i Candidi non era male: tranquilla, dedita alla verità, all’onestà e alla giustizia.
Kat teneva sì alla giustizia e alla verità. Ma dentro di se sentiva la spinta verso una vita diversa. Una vita spericolata, una vita degna di essere vissuta.
Il test era stato chiaro. O meglio… inconcludente. Quindi doveva scegliere da sola. Magari tra i Candidi o tra gli Abneganti sarebbe stata al sicuro, la avrebbero aiutata. Ma quella, sapeva in cuor suo, non essere la sua strada.
Voleva sentirsi utile, completa e, soprattutto, libera. E tutto questo poteva trovarlo solo in una fazione: gli Intrepidi.
Afferrò con decisione il coltello, si procurò un piccolo taglio nella parte interna della mano e lasciò cadere il suo sangue sui carboni ardenti. Il suono prodotto, fece serpeggiare lungo la sua schiena un brivido freddo. Kat aveva scelto e, ormai, non poteva più tornare indietro.
“La fazione prima del sangue”.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti, Zeke
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Only Exception

 

Capitolo I

 

<< Svegliati, Kat! >> urlò Clarke, strattonando l’amica << Su, dai, muoviti! >>.

<< Ancora cinque minuti >> rispose, girandosi dall’altro lato e buttandosi il cuscino sulla testa per cercare di ripararsi dalle grida.

<< Ma quali cinque minuti! Svegliati! Oggi inizia l’addestramento! >> continuò Clarke e tolse di colpo le coperte dal letto, nella speranza che si svegliasse.

<< Quale addestramento? Ma di che cavolo parli?! Lasciami dormire! >> ribattè.

 

Kat e Clarke erano amiche da quando entrambe avevano scelto di unirsi agli Intrepidi. Kat era stata una Candida, mentre Clarke una Pacifica. La prima aveva dei lunghi capelli rossi con una frangetta che le ricadeva dritta sui suoi grandi occhi castani e leggermente a forma di mandorla ( ricordava vagamente gli indigeni d’America ) con dei grandi occhiali. Lavorava nella Sorveglianza agli Esclusi. Era magra, ma anche muscolosa, così anche Clarke: gli allenamenti le avevano rimodellate.

Quest'ultima, invece, era bassina, con capelli lunghi, ricci e castani. Gli occhi erano azzurri e grandi. Lei era un’addetta alla Guardia della Recinzione.

 

All’improvviso si udì il campanello suonare, così Clarke si precipitò alla porta e aprì.

<< Ah… Siete voi. Entrate. >> .

Erano i loro migliori amici, Quattro e Zeke, conosciuti quando avevano solo 16 anni durante l’iniziazione. Erano entrambi molto alti e muscolosi. Quattro era nato tra gli Abneganti, ma aveva scelto di andarsene da lì, poiché il padre usava violenza contro di lui. I capelli erano castani e corti, mentre gli occhi erano di un blu simile a quello delle acque profonde del mare.

Kat si prese una cotta per lui a 16 anni, ma tutto finì per diventare un passato sul quale, ormai, scherzavano. Zeke, invece, era nato tra gli Intrepidi e vi era rimasto. Altissimo e anche lui era molto muscoloso. Aveva i capelli e gli occhi neri come la pece, e la pelle scura.

Se Kat si era presa una cotta per Quattro, Zeke ne aveva avuta una per Clarke. D’altra parte Clarke era molto corteggiata, ma non diceva mai di si. Aveva altri progetti in mente, e se prima non li avesse realizzati, l’amore poteva andare a farsi benedire.

 

I due ragazzi si buttarono sul divano e accesero la Tv.

<< Kat? E’ pronta? Non possiamo fare tardi, anche oggi >> chiese Zeke.

<< No. Non si alza. >> .

Allora, Zeke, amante degli scherzi, fin quando era lui a farli agli altri, si avviò verso la cucina e riempì una grossa tazza con dell’acqua gelida.

<< Cosa hai intenzione di fare?!>> gli intimò Clarke.

<< La sveglio, ovviamente>> rispose ridendo.

Si avvicinò al letto di Kat di soppiatto, e… d’un tratto tutta l’acqua si era riversata sul viso della ragazza che sobbalzò iniziando a maledire l’amico << Sei un emerito idiota!>>

<< Su. Alzati, dobbiamo andare… l’addestramento… primo giorno nella Squadra Speciale… ricordi? >>.

<< Addestramento? Squadra Speciale? >> domandò a se stessa ad alta voce.

Smise per un momento di interrogarsi ed esclamò a gran voce facendo spaventare Clarke e Quattro. << Oddio! Che stupida! Clarke, perché non mi hai svegliata?! >>.

<< Che sei stupida già lo sapevamo >> la schernì Zeke, continuando a ridere di gusto.

<< Come, scusa?! Io non ti ho svegliata?! E’ da un quarto d’ora che cerco in ogni modo di farti alzare, ma continui a rispondere “altri cinque minuti”! >> le urlò contro Clarke, indispettita.

Così, l’Intrepida, ancora mezza assonnata, si alzò dal letto, ormai bagnato fradicio, e si diresse verso il bagno.

 

<< Sapete quale Capofazione vi addestrerà o è una sorpresa?>> chiese Clarke.

<< Si sa… è… Eric…>> rispose Quattro, abbassando lo sguardo.

<< Eric? Ma Eric, Eric? >> continuò a chiedere Clarke non credendo alle parole dell’amico.

<< Si, proprio lui >> affermò Quattro.

 

 

Dopo 15 minuti, uscirono insieme da casa e si diressero verso la mensa per la colazione.

<< Sediamoci lì >> disse Kat indicando un tavolo infondo alla sala, isolato e tranquillo, proprio come piaceva a lei. Odiava essere osservata mentre mangiava.

Si accomodarono e cominciarono a gustare le loro colazioni.

<< Guardate chi sta venendo proprio qui >> disse Clarke. I tre si voltano e videro Eric con il suo “amico”, o meglio cagnolino da guardia, Luc.

Era un ragazzo, diciottenne come loro, con la differenza di essere stato nominato già Capofazione (il più giovane che fosse mai esistito). Aveva occhi grigi, glaciali e penetranti, come la sua voce fredda, profonda e distaccata, i capelli, invece, corti e biondi. Il collo e le braccia erano stati tatuati: delle righe di diverso spessore accompagnavano la forma del collo, mentre una sorta di labirinto si disegnava sugli avambracci. Era molto alto e muscoloso e…attraente; almeno per la maggior parte delle ragazze Intrepide che ci provavano, senza riuscirci.

Solo Kat non lo vedeva in quel modo. Per lei era un bastardo e nulla le avrebbe fatto cambiare opinione. E aveva le sue buone ragioni per considerarlo così.

<< Con tutti i tavoli che ci sono proprio vicino al nostro doveva venire?!>> bisbigliò Kat, pensando di non essere sentita.

<< Si, proprio qui >> disse il giovane Capofazione alle sue spalle.

<< Non credo sia un fastidio. Insomma… ora dovremo vederci tutti i giorni. Meglio che inizi a farci l’abitudine >> continuò Eric << a dopo >> sorrise maliziosamente, fissando la ragazza e allontanandosi.

Kat, infastidita, si alzò di scatto dal tavolo prendendo le sue cose. << Dove stai andando? >> le chiese Quattro afferandola per un braccio. << Ho finito e me ne vado >> rispose prontamente.

Si liberò dalla presa e uscì dalla mensa dirigendosi verso la palestra dove ci sarebbe stato l’addestramento.

Dopo qualche minuto Zeke e Quattro la raggiunsero ed entrarono tutti e tre insieme, impazienti di sapere chi fossero gli altri otto scelti per la Squadra Speciale.

Entrati, Kat esclamò a voce bassa << Wow. Sono l’unica ragazza, in mezzo ad un branco di bifolchi. Fantastico >>.

<< A volte dovresti ricordarti di tenere a freno la lingua. Ti sentono >> le ricordò Zeke, poiché tutti si erano voltati verso di loro, e lei, imbarazzata, si nascose dietro Quattro facendosi piccola piccola.

 

La porta si aprì ed entrò Max, il capofazione più anziano, seguito da Eric.

<< Buongiorno, intrepidi. E intrepide >> disse, rivolgendosi a Kat e sorridendole. Gli era sempre stata simpatica dal primo giorno in cui era arrivata. Nutriva per lei grandi speranze per un brillante futuro. Probabilmente era stato proprio lui ad insistere affinché proprio lei entrasse nella Squadra Speciale.

<< Siete stati convocati qui – cominciò l’anziano Capofazione - oggi, per iniziare un addestramento avanzato, poiché insieme costituirete la nuova Squadra Speciale, le cui finalità resteranno a voi sconosciute fino alla fine di questi 15 giorni. Lavorerete con Eric, giovane Capofazione, ma non per questo inesperto. Rendeteci fieri >>. Max salutò Eric e si allontanò dalla palestra.

 

Il giovane Capofazione ordinò immediatamente di fare 10 giri di corsa lungo il perimetro della città.

I ragazzi uscirono al suo seguito dalla stanza e Kat si fermò per legare i suoi lunghissimi capelli rossi.

<< Kat! >> urlò Eric, accorgendosi della sua assenza << Hai bisogno anche di uno specchio? Domani, quei capelli, voglio vederli corti. Se non li taglierai tu, lo farò io. Sei avvertita >>.

La ragazza osservò la sua coda e pensò fra sé che quei capelli non li avrebbe tagliati mai. E di certo non lo avrebbe fatto perché un presuntuoso gliel’avesse ordinato. Poi raggiunse il gruppo e si avvicinò all’amico Zeke.

<< Ehi, è uno stronzo, lascia stare >> cercò di consolarla.

<< Si, lo è. >> .

<< Sai, potresti andare da Tori. Insomma, di solito si occupa di tatuaggi, ma è bravissima anche con i capelli>> continuò Zeke.

<< Non li taglierò. >> decretò Kat.

<< Sei matta? Vuoi mettertelo contro già da adesso? Ora è il nostro Capofazione. Non possiamo ignorarlo >>.

<< Io lo ignorerò >> affermò con fermezza la ragazza continuando a correre.

 

Al quinto giro Eric si fermò e annunciò << Da adesso, alziamo il livello di difficoltà. Continueremo a correre. Non qui, a terra, ma saltando dal tetto di un palazzo all’altro. Se qualcuno o qualcuna –disse, fissando la ragazza – ritiene di non farcela o rimane indietro, lascerà la Squadra >>.

 

Kat era nervosa e arrabbiata più che mai, non avevano neppure iniziato e lui già la prendeva di mira. Aveva la sensazione che quei 15 giorni sarebbero stati molto lunghi. Raggiunse la testa del gruppo con il Capofazione, mantenendo il suo stesso passo. Lui aveva osato sfidarla. Pensava che lei non ce la facesse. Ma gli avrebbe dimostrato esattamente il contrario. “Potrà essere diventato anche un Capofazione, ma è pur sempre il solito arrogante Eric con la sua faccia da schiaffi” pensò.

Facevano lunghi salti a metri e metri di distanza dal suolo senza avere la minima paura di cadere giù. Kat, in effetti, come Quattro, temeva le altezze, ma entrambi avevano imparato a non guardare in basso e a concentrarsi su ciò che stava loro di fronte.

 

Alla fine della corsa tornarono in palestra ed Eric, che la aveva notata accanto a se durante il riscaldamento, disse << Bene, vedo che ci siamo ancora tutti. Ora ognuno di voi dovrà iniziare a lavorare sui suoi punti deboli. Tu – indicò Kat – devi lavorare sulle braccia. Sono troppo… delicate>>.

Mostrò a tutti i loro punti deboli e come lavorarci su. Poi si diresse verso la ragazza, portando con se dei pesi << Questi, devi metterli alle braccia e alle gambe. Poi farai un’ora e mezza di corsa intorno al nostro isolato. >>

Kat prese i pesi e li indossò senza dire una parola, ma fissandolo di bieco.

<< Ti verrò a controllare, ora inizia >> . Lei annuì e uscì fuori dalla palestra.

 

La giornata continuò tranquillamente, se non fosse stato per Eric che le ricordò di dover tagliare i suoi capelli dicendole di non essere ad una sfilata di moda e prendendola in giro di fronte a tutti, cosa che la indispettì ancora di più, tanto da portarla a ritirare il pensiero che dopotutto non era così stronzo come ricordava.

Prese ad urlare contro il Capofazione che in quel momento era girato di spalle << Eric! Sei un grandissimo bastardo! Ma chi ti credi di essere, eh? Solo perché sei stato nominato Capofazione non significa che tu sia migliore di noi. Chiaro?! >>

Uscì dalla palestra sbattendo le porte e Zeke e Quattro la seguirono per evitare che lei facesse qualche altra stupidata, come presentarsi a casa di Eric e distruggergli le finestre a sassate o a colpi di pistola.

 

I due ragazzi accompagnarono l’amica a casa, sperando che Clarke fosse tornata già dal suo turno di guardia, ma non trovarono nessuno. Kat aprì la porta, entrò e si buttò, esausta, sul divano. I due ragazzi la imitarono e accesero la Tv.

Nessuno di loro aveva voglia di parlare o di ascoltare davvero la televisione così restarono a fissare il vuoto e a sonnecchiare.

 

<< Ciao, ragazzi! >> esclamò Clarke appena arrivata << Com’è andato questo primo giorno? >>

I tre non risposero. Rimasero in silenzio. Probabilmente stavano tutti pensando alle frecciatine tra Kat e Eric conclusesi con il gran finale.

<< Uno schifo >> rispose Kat.

<< Come uno schifo? Cosa è successo? >>.

Zeke iniziò a raccontare la giornata e Clarke commentò con << E’ davvero un grandissimo bastardo>>.


Angolo autrice:
Salve a tutti!
Pubblicare la mia storia è stata una scelta difficile, quasi come quando devi scegliere tra cornetto al cioccolato e cornetto bigusto o quando hai davanti il menù con 40 tipi di pizze tutte diverse e sembrano tutte allo stesso modo fantastiche.
Questa è la mia prima FF, ammetto che non è un granchè come inizio, ma nei prossimi capitoli le cose inizieranno a movimentarsi. E niente, spero che vi incuriosisca almeno un po' e accetto suggerimenti ( anzi, li pretendo u.u ). Grazie a chi leggerà o recensirà (nella speranza che qualcuno lo faccia xD) e ciaooo!

 

  
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