Mia
Mi
passai una mano tra i capelli mentre controllavo il cellulare, ancora mancavano
due ore alla fine del mio turno e il tempo passava troppo lentamente.
Il sole splendeva alto e il caldo di maggio si faceva sentire, sembrava di
essere già in estate inoltrata, quando mancava ancora una settimana a giugno e
questo significava anche che il compleanno di Emma si stava avvicinando.
In quei ultimi giorni era stato difficile parlare con lei, dopo la storia del
bambino e dopo che Harry si era comportato come un tale stronzo, come al solito
d’altronde; tuttavia oggi non avevo proprio voglia di pensare ai loro drammi di
coppia, oggi io e Niall saremmo usciti fuori a cena e aveva detto di avere una
sorpresa per me.
Non vedevo l’ora di passare una bella serata con lui, in questi giorni ero
stata occupata a badare alla mia migliore amica, non che mi dispiacesse, ma mi
mancava il mio biondo preferito.
Sbuffai sonoramente dopo aver archiviato l’ennesimo articolo corretto; non ce
la facevo più, inoltre l’aria condizionata era rotta e stavo morendo di caldo,
Zayn non c’era e mi stavo annoiando da morire.
Quando finalmente mi accorsi che potevo tirare un
sospiro di sollievo e uscire dall’ufficio, corsi all’ascensore e fuori
dall’edificio in poco tempo. Appena uscii, vidi la macchina di Niall e il
biondo appoggiato ad essa dall’altra parte della strada; il mio cuore perse un
battito e, senza esitazione, gli corsi incontro cercando di non farmi investire
«Hey, a cosa devo tutta questa felicità?» mi chiese quando lo strinsi a me in
un forte abbraccio «Non ce la facevo più, non vedevo l’ora di uscire» spiegai
senza sciogliere l’abbraccio.
Lo sentii ridere, un suono che non mi sarei mai stancata di sentire, mentre
ricambiava il mio gesto affettivo «Piccola, per quanto ami i tuoi sbalzi
d’umore che ti rendono così affettuosa, mi stai seriamente stritolando» disse
lasciandomi un bacio tra i capelli. Mi staccai di malavoglia e leggermente
imbronciata, si stava bene tra le sue braccia «Non fare quel finto broncio,
andiamo, ho preparato una sorpresa».
Il viaggio in macchina fu breve, parcheggiammo vicino a
Central Park. Ero leggermente confusa, pensavo che mi avrebbe portata fuori a
cena, almeno così aveva detto, ma lì di ristoranti non ne vedevo.
Niall, probabilmente, si accorse del mio stato di confusione e si affrettò a
parlare «Ho preparato un picnic, spero che non ti dispiaccia. Sai, fa caldo e
mi annoiava portarti nel solito ristorante» si grattava distrattamente la nuca
nervoso, come se a me importasse realmente in quale posto fossimo andati; a me
interessava solo che ci fosse lui, per il resto saremmo potuti anche essere
sotto un ponte insieme ad un barbone.
Gli sorrisi, sperando di rassicurarlo «Va benissimo, Niall» mi prese la mano,
prima di scendere dalla macchina, e mi bacio il dorso mandando una scarica
elettrica in tutto il corpo.
Mesi che stavo con Niall e ancora provavo le stesse sensazioni delle prime
volte, non mi sarei mai abituata.
Scendemmo dalla macchina, lui prese dal baule una borsa frigo e un telo e ci
avviammo all’interno del parco. Le giornate stavano finalmente allungando e,
nonostante fossero le 7.30, il cielo non era ancora del tutto scuro e il sole
non era tramontato completamente.
Il posto che aveva scelto Niall per posizionarci era spettacolare, il laghetto
era alla nostra destra e, tutt’intorno, gli alberi ci facevano da recinto: era
stupendo.
«Sai, è davvero meraviglioso, non ci ero mai stata di sera» mi sorrise, Dio,
quel sorriso mi avrebbe distrutta prima o poi, ne ero sicura «Solo il meglio
per la mia principessa!» esclamò facendomi ridacchiare.
La cena che aveva preparato non era niente di strano,
dei tramezzini e un po’ di macedonia, ma era perfetto. Tutto era perfetto con
Niall e la cosa mi spaventava da morire perché le cose sembravano andare troppo
bene, davvero troppo bene e, dopo aver visto ciò che era accaduto alla mia
migliore amica, ero spaventata.
«Vorrei davvero indicarti le costellazioni e fare tutte quelle cose romantiche
che fanno nei film, ma, anche se si vedessero le stelle, non ci capirei un fico
secco» disse divertito guardando il cielo, risi di gusto stendendomi poi sul
telo seguita da lui «Potresti dare il mio nome ad una stella» lo sentii
schioccare la lingua «Ma tu sei la mia stella, se dessi il tuo nome ad una
stella del cielo, tutti potrebbero ammirarti» alzai gli occhi al cielo, era
decisamente troppo mieloso «Se vuoi che mi venga il diabete, stai riuscendo nel
tuo intento» dissi prima di tornare a guardare le stelle.
C’era qualcosa, in quel momento, che rendeva il tutto assolutamente magico. Io
e lui, sdraiati a Central Park con gli scoiattoli che andavano a dormire e la
luna che rifletteva nel laghetto.
Pensavo che queste cose accadessero solo nei film o nei libri, credevo che le
sensazioni descritte e quegli sguardi scambiati fossero tutte delle cavolate e
che mai nella vita reale avrei provato qualcosa di simile; eppure eccomi qui,
con una marea di farfalle nello stomaco mentre la mano di Niall stretta alla
mia mandava calore in tutto il mio corpo.
Ne avevamo passate tante, io e lui, la nostra relazione
non era di certo una relazione che poteva definirsi felice visti i trascorsi,
ma ora sembrava essere perfetta e c’era qualcosa, in quella perfezione, che mi
rendeva inquieta e sapevo che lui se ne sarebbe andato, prima o poi.
Avevo tentato di scacciare via quel pensiero, mi ero sempre detta che le mie
paranoie erano stupide e che se avessi continuato a pensarlo, l’avrei mandato via
io per esasperazione; ma era più forte di me, pensare che prima o poi mi
avrebbe lasciato era un pensiero fisso.
«A che pensi?» mi chiese girandosi verso di me, gli occhi azzurri brillavano
sotto la luna piena, uno spettacolo che non avrei mai voluto finire di vedere «Penso
che le cose stiano andando estremamente bene per me, per noi» lui annuì,
evidentemente d’accordo con quello che avevo detto «Era anche ora, non credi?
Ci meritiamo un po’ di tranquillità» disse lasciandomi un bacio sul naso,
sorrisi, non volevo renderlo partecipe di tutti i brutti pensieri che mi ero
fatta in testa, in fondo erano solo stupidate senza valore a cui io davo fin
troppo peso.
«Hai mai fatto l’amore in un parco?» gli chiesi poi improvvisamente mettendomi
su un gomito ad osservarlo. Il biondo sgranò gli occhi e scoppiò a ridere «Mia
Roberts, stai per caso proponendo di farlo qui? Dove potrebbe venire chiunque?»
mi chiese alzando un sopracciglio.
Alzai le spalle e sorrisi maliziosa «Non è passato nessuno fino ad ora, ma tu non
hai risposto alla mia domanda, l’hai fatto?» scosse la testa «No, ma mi
piacerebbe avere questa prima volta con te» mi disse spostandomi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio.
Mi avvicinai a lui posando le mie labbra sulle sue, non mi sarei mai stancata
di baciarlo, anzi avrei potuto vivere solo di baci di Niall.
Le sue mani si posarono prontamente sotto la mia camicetta stringendomi i
fianchi mentre le mie vagavano sotto la sua camicia, avrei voluto far durare
quel momento il più a lungo possibile ma, allo stesso tempo, avrei voluto
arrivare subito al sodo.
Nella mia vita non avrei mai pensato di essere così disinibita come lo ero con
Niall, né di sentirmi a mio agio a stare con un uomo eppure ora ero qui, in
mezzo ad un parco pubblico a fare l’amore insieme al mio ragazzo mentre gli
scoiattoli dormivano sugli alberi e i grilli frinivano intorno a noi.
«Oh Mia, che ne hai fatto di quella ragazza innocente
che arrossiva ai miei complimenti?» mi chiese Niall divertito mentre si
riabbottonava la camicia «Arrossisco ancora ai tuoi complimenti, ma non posso
negare che il sesso e una bella cosa, non vedo perché non dovrei farlo con il
mio fantastico ragazzo» lui rise e si avvicinò per lasciarmi un bacio a stampo «Ti
avevo già detto quanto sei bella stasera? – Scossi la testa divertita – Beh,
allora devo rimediare, sei bellissima! Ed ora mi aspetto che tu arrossisca» mi
lasciò un bacio sulla guancia e non ci volle molto prima che il mio viso si
tingesse di rosso facendolo ridacchiare.
Raccattammo tutte le nostre cose e ci dirigemmo verso la macchina, si era fatto
davvero tardi e mi sentivo leggermente in colpa per aver lasciato Emma da sola
a casa.
«Come sta Emma?» mi chiese Niall una volta entrato in macchina come se mi
avesse letto nel pensiero «Beh, male. È ferita, non si aspettava che Harry
dicesse quelle cose e sperava che si sarebbe comportato diversamente» lo vidi
con la coda dell’0cchio passarsi una mano tra i capelli biondi e spettinati a
causa delle nostre precedenti attività per poi sospirare «Mettiti nei panni di
Harry, però, è comprensibile! Avevano sempre usato protezioni, no? Inoltre
crescere un bambino è difficile, devi volerlo, è un impegno» le sue parole mi
fecero leggermente innervosire, stava forse difendendo Harry?
«Ha detto che preferiva pensare che Emma lo tradisse e lasciarla per quello,
piuttosto che abbandonarla con un bambino; Niall lo stai difendendo?» sbuffò e
si girò a guardarmi per qualche secondo prima di rimettere gli occhi sulla
strada «Quello che sto cercando di dire, è che ricevere una notizia così ti
lascia senza parole e di certo non pensi razionalmente. Io, ad esempio, per
quanto sia innamorato di te, non saprei cosa fare» sgranai gli occhi senza
riuscire a credere alle sue parole.
«Cosa
stai dicendo? Mi lasceresti forse con un pargolo in pancia?» il nervosismo
stava prendendo sopravvento «Mia, frena. Non ho detto che ti lascerei, ho detto
che non saprei cosa fare. Poi, perché ne discutiamo? Non siamo in questa
situazione» si fermò davanti al mio palazzo e spense la macchina guardandomi in
faccia.
«Voi, siete tutti uguali, cercate di scaricare le vostre responsabilità sugli
altri! Stiamo parlando di un figlio, Niall. Sai quanto le parole di Harry
l’hanno ferita? Insinuare un tradimento, dire che l’avrebbe lasciata … è
distrutta» corrucciò la fronte e un’espressione leggermente arrabbiata si
dipinse sul suo viso «Beh, anche Harry ci sta male, insomma non è incinta, non
vedo perché dovrebbe prendersela tanto, ha detto quelle cose perché era in
stato di shock» aprii la bocca stupita, non sapevo cosa dire «Smettila di difenderlo» dissi arrabbiata «Ma
è il mio migliore amico!» incredibile come potesse essere così ottuso «Buonanotte,
Niall» dissi scendendo dalla macchina ignorando la sua voce che mi chiamava.
Lo sapevo, le cose belle sono sempre destinate a finire.
Ecco il nuovo capitolo! Mia e Niall
litigano perché Niall, da bravo amico idiota, dice cose che non dovrebbe dire
perché è un idiota!
Non mi piace troppo questo capitolo, ma ho voluto concentrarmi sui sentimenti
di Mia per Niall, quindi spero che vi sia piaciuto più di quanto piace a me!
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Un bacio e alla prossima
Sil