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Autore: DarkBlue    04/09/2015    0 recensioni
se mi liberassi dai miei demoni perderei i miei angeli.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun libro/film
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2 ore di travaglio ed ero già ero nata, ma a mia madre a questo non importava, appena si riprese dal parto se ne andò, ritornando al mondo reale, per scelta sua. Io dovetti invece rimanere a Narnia, perché ero la futura erede al trono e non potevo abbandonare le mie terre, così mia madre se ne andò lasciando a me e Peter nelle mani di Aslan, che a sua volta ci affidò ad Alina, la moglie di Orelius. Orelius era il centauro cavaliere. Era la spalla di Aslan, era uno dei più anziani e il più importate dell’esercito. Alina, sua moglie, un centauro anche lei, era una delle donne che si occupava dell’ordine del castello e da quel momento sarebbe stata la nostra mamma surrogata. Mi avrebbe cresciuto e così fu per i mesi successivi anche se i miei ricordi sono pochi , lei mi accudì come se fossi stata figlia sua, si prese cura anche di Peter e degli altri due bambini che Aslan aveva salvato dal mondo reale: Edmund era più piccolo di me di due anni e Lucy, la piccola del gruppo. Passarono gli anni ed io mi feci sempre più grande. Iniziavo a comprendere il senso della vita, del mio esistere, di stare a Narnia, del mio governare. Ogni giorno avevo un ora di lezione al giorno di Alina, incentrata sulle buone maniere, sulle regole e sulla geografia di Narnia. Narnia era un posto pacifico fino a qualche tempo prima della mia nascita, ma il mio arrivò lì, ruppe gli equilibri e vide non più una nascita, ma una minaccia. Il mio sangue era il desiderio di ogni persona esistente a Narnia, solo una goccia poteva esaudire qualsiasi desiderio, a 6 anni Peter ed io scappavamo dalle bombe degli eserciti nemici e cercavamo di proteggere Edmund e Lucy, ma non capivamo che anche noi avevamo bisogno di qualcuno che ci proteggesse, perché a Narnia non c’era solo la bellezza dei prati, il Sole, gli animali parlanti e le fate che danzavano, dietro quella maschera si nascondeva un mondo orribile fatto di morte, dove le persone si uccidevano solo per interessi personali dove uccidere era la normalità. Io ero il premio più ambito, nata da una mezza Sirena, la primogenita femmina umana nata a Narnia, il mio sangue era raro e tutti i collazionatori di questa macabra collezione sognavano di avermi ed io a soli 7 anni, già sapevo tutto questo. La più terribile di tutti, era Jadis, regina delle nevi, del ghiaccio, di tutto ciò che era freddo e bagnato, non l’avevo mai incontrata di persona, ma avevo paura di lei solo a nominarla, non ci riuscivo. Immaginavo i suoi occhi gelidi nel cuore della notte, a volte ci raccontavano alcune leggende che narravano delle torture che infliggeva ai suoi prigionieri, cose di cui nessun bambino dovrebbe mai sentire parlarne. Alcuni dicevano che era figlia di un umana e di un gigante, altri dicevano che fosse figlia del diavolo in persona. L’unica cosa che accomunava tutti era che avesse un cuore così gelido che era capace di uccidere bambini e di rovinare villaggi interi solo per capriccio. Passarono gli anni e con i miei nove anni compiuti da poco, mi ritenevo già grande: era stata io, insieme a Peter, ad aver sostenuto Edmund, quando aveva mosso i primi passi, era stata io a consolare Lucy la notte scorsa, quando aveva fatto un brutto sogno.
  
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