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Autore: Zaynsvoiceej    04/09/2015    0 recensioni
Jessica Watson, vissuta in un enorme bugia, tutta la sua vita, dall'inizio.
Presa in giro da tutti.
Ma in un modo diverso.
"Mi sarei presa una pallottola per loro, ma furono loro i primi a spararmi."
Z.M.
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Hai preso tutto?-
-Si, mamma.-
-Tutto tutto?-
-Si..-
-Il kit di sopravvivenza non l'hai preso, Jessica!!- Esclamò mia madre, proprio nel momento in cui le mie mani stessero per sfiorare la maniglia della porta.
No, ma davvero, faceva sul serio?
-Mamma, senti.- Presi un grosso sospiro, buttando momentaneamente la borsa sul parquet e andandole in contro. -Non sto andando in guerra. Sto andando a casa di Safaa.- Precisai, per la milionesima volta.
Ma perché le madri dovevano essere così ansiose e pesanti? 
Non capivo cosa la preoccupasse, non era la prima volta.
Eppure glielo avevo fatto capire chiaro e tondo: Safaa mi aveva invitata (supplicata) a dormire a casa sua per una notte; il motivo era abbastanza ovvio. I suoi genitori dovevano andare ad una cena di lavoro e sarebbero ritornati tardi quella sera... non voleva stare da sola con suo fratello, non aveva le forze per sopportare le sue prediche dopo quello che era successo a scuola. 
Anche per questo motivo l'avevo accompagnata a casa sua finite le lezioni, solitamente ritornava con la macchina di Zayn. 
-Non ho bisogno di nessun kit di sopravvivenza, quindi.- Continuai. -Voglio dire... non sono terroristi..- 
Beh, però a pensarci bene.. il fratello non ci avrebbe impiegato tanto tempo a diventarlo.. 
-Va bene, okay! Divertiti!- Mi abbracciò, dandomi un bacio sulla fronte. -Conosco la famiglia Malik.. sono brave persone.-
-Certo..- 
Non le avevo detto che i genitori sarebbero ritornati tardi... non ci trovavo un motivo per dirglielo.
Mi avrebbe assillato con le domande.
-Soprattutto il figlio, è molto carino.- Commentò poi, ridendo.
Cosa?
-E anche uno stronzo senza cervello.- Aggiunsi a bassa voce, irritata dal fatto che avesse appena fatto un complimento a quel cretino.
Da quando mia madre lo conosceva?
Oh, beh... penso per le numerose volte in cui sia stata chiamata da scuola insieme alla madre di Zayn. Eravamo sempre dal preside, ognuno dava sempre la colpa all'altro e lo facevamo esasperare in una maniera incredibile.
Ovviamente la colpa era sempre e solo sua: non ero io quella che tentasse di buttare acqua ghiacciata nel corridoio o che facesse scomparire il telefono delle persone.
Zayn mi aveva fatto questo e molto altro... ma già ci pensai io a ripagarlo con scherzi altrettanto soddisfacenti.
Come tirarli una pallonata sulle palle nell'ora di ginnastica, non me lo sarei mai scordata... solo che non l'avevo fatto a posta, stranamente.
Ma fui fiera di me quando lo vidi per terra a lamentarsi per il dolore che li avevo provocato.
Bei momenti...
-Che hai detto?- Chiese, corrugando la fronte.
-E anche un fratello perfetto, ho detto.- Mi corressi.
Si, come no.
Un fratello così perfetto da mettere in ridicolo la sorella davanti a tutta la scuola e impedirle di stare insieme al ragazzo di cui è innamorata, pensai.
Mia madre fece per aggiungere qualcos'altro ma venne interrotta dallo squillo del mio cellulare. Lo presi in mano ed accettai la chiamata, riconoscendo subito il contatto: -Jessica, muovi il culo. È da un'ora che stiamo qui ad aspettarti, non ho tempo da perdere!-
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando. -Sei sempre delicato e gentile, mi dicono.-
-Ti dicono male. Muoviti!!- Chiuse la chiamata e infilai nuovamente il cellulare nella tasca dei jeans, salutando mia madre.
Mi portai la borsa in spalla, aprendo la porta, pensando a quanto quel ragazzo fosse maledettamente arrogante anche da un telefono.
-Mi raccomando, Jessica! Non combinare guai come al tuo solito!-
Se nessuno mi avrebbe istigata, non avrei combinato niente. 
Io ero calma e carina con tutti ma dal momento in cui le persone ti infastidiscono e ti fanno saltare il sistema nervoso, la questione cambia. 
-Lo farò!- Risposi retorica, chiudendo la porta dietro di me; il freddo mi gelò immediatamente ogni parte del corpo, era inverno, non si poteva stare fuori.
 
Alzai immediatamente lo sguardo sulla strada, una macchina si era fermata davanti casa mia.
Zayn abbassò il finestrino, suonando più volte il clacson ed affrettai il passo, mi voleva far innervosire.
Sempre il solito.
Lo faceva a posta, erano le dieci di sera e sapeva che non fosse una mossa normale mettersi a fare casino e suonare a quell'ora.
-Smettila, svegli tutto il vicinato, cretino!- Lo rimbeccai, aprendo la portiera.
-Era ora, Watson!- 
La strada era buia, come al solito, le luci erano spente, regnava solo il silenzio nella mia via: davvero inquietante.
-Ma guarda te che mi tocca fare.- Brontolò, battendo le mani sul volante.
Lo ignorai e salutai Safaa con un bacio sulla guancia, mi sedetti accanto a lei e chiusi la portiera, sbuffando, ancora.
Per lo meno aveva acceso il riscaldamento.
-Tutto bene?- Le sussurrai mentre lui ingranava la marcia, la vettura stava iniziando ad avanzare.
Lei annuì solamente, alzando le spalle.
Non mi convinse ma decisi di non continuare a chiedere, sapevo non ne volesse parlare in quel momento, anche perché Zayn era presente.
Le avrei chiesto tutto dopo.
-Jessica, stai attenta a non sporcarmi i tappetini.- 
Ecco, qualcosa lo doveva dire.
-Non succederà niente ai tuoi tappetini, tranquillo.- Lo rassicurai, sforzando un sorriso falso, anche se lui non lo vide, era girato.
Stava iniziando..
-Lo spero.- Furono le ultime parole che disse, stranamente.
 
Dopo qualche minuto passato in silenzio, sentimmo qualcosa picchiettare sopra di noi e sul vetro dei finestrini; stava iniziando a piovere.
-Sta cazzo di pioggia.- Commentò l'unico ragazzo presente in macchina, attaccò immediatamente i tergicristalli e accese i fari. 
Si sentì subito dopo il rumore di un cellulare, era quello di Safaa.
-Chi è?- Domandò suo fratello, indagatore.
-Era una notifica.- Rispose la sorella, alzando gli occhi al cielo.
Non l'avrebbe lasciata in pace, neanche un minuto.
Ma perché non reagiva?
-Notifica.. notifica di cosa?- 
-Facebook. Smettila, Zayn.- Lo avvertì lei, innervosita.
-Safaa... non rispondermi così, lo sai che mi incazzo poi.- Brontolò ancora, battendo le mani sul volante.
Mi irritava anche se non stesse parlando con me, che potere magico aveva sul mio sistema nervoso... indescrivibile.
-Ti rispondo come voglio, okay?- Uscì gli artigli la sorella.
Sorrisi in silenzio, eccola la mia Safaa.
-Se ci tieni a farmi incazzare di quanto non sia già, fai pure.- Ribatté lui, fermando la macchina. -Adesso scendete.- 
-Siamo già arrivati?- Chiesi, sorpresa.
Non me ne accorsi neanche.
Per lo meno avrebbero finito di punzecchiarsi a vicenda, non avevo proprio voglia di assistere ad un'altra litigata.
Quel giorno era veramente arrabbiato, si vedeva, non faceva altro che sbuffare e sparare parolacce a vanvera solo solo per il fatto che la sorella li avesse risposto male. 
Era arrabbiato con lei per averle nascosto una relazione che aveva con il suo migliore amico, lo capivo in un certo senso.
Ma esisteva anche un motivo per cui loro glielo avessero nascosto: non lo avrebbe accettato comunque, era meglio non uscire allo scoperto così tutto d'un tratto, la reazione di Zayn sarebbe stata la stessa. 
Stava decisamente esagerando.
 
-Evidentemente.- Mi rispose, ovvio, spegnendo il motore e aprendo la portiera.
La pioggia, o meglio il diluvio, che rivelò subito dopo gliela fece richiudere in un batter d'occhio. -Merda.- Commentò, guardandosi attorno. 
Non riusciva proprio a parlare come una persona normale, solo come un camionista. -E adesso? Non mi voglio bagnare..- 
Eh beh, perché lui era il re, non poteva permettersi di bagnarsi le scarpe firmate e sciuparsi i capelli.
-Eh dai, Malik, un po' di pioggia non fa mai male!- La buttai sul ridere, aprendo la portiera; la richiusi, gridando, appena sentii un tuono fracassarmi i timpani e un fulmine apparire sù nel cielo subito dopo. -Okay, scherzavo.- Sentenziai, terrorizzata.
Safaa iniziò a ridere, dandomi una pacca sulla spalla, divertita, mentre Zayn si passò le mani sulla fronte come se fossi una causa persa.. beh? Avevo paura dei fulmini.
-Ecco l'eroina che si caga addosso per un fulmine.- Mi prese in giro, nascondendo un sorriso. -Malik, un po' di pioggia non fa mai male!- Mi imitò, con una vocina a dir poco stridula.. simpatico, come sempre. 
-Ehi, io non parlo così!!- Ribattei, incrociando le braccia al petto.
Io non avevo una voce così... da gallina in calore.
-Invece è la tua voce, Watson.- Mentì, ridendo.
Se io avessi avuto una voce così ridicola avrei iniziato a preoccuparmi.
Ma sapevo stesse mentendo, voleva solo irritarmi.
-Non è vero!-
-Oh, si che è vero.- Si girò verso di me con un sorriso da emerito cretino stampato in faccia. -Belli i tuoi capelli.- Allungò una mano, prendendo una ciocca bagnata (ovviamente) della mia chioma. -Davvero belli.- Mi fece una faccia schifata e io li schiaffeggiai la mano, sbuffando.
-Aggressiva.- Mi fece l'occhiolino e distolsi lo sguardo, innervosita, mentre lui scoppiava a ridere.
-Non riempirmi di complimenti, sia chiaro.-
-Oh non ti preoccupare, non lo farò. Anche perché non saprei su cosa farteli... dopo averti detto che hai dei bei capelli..- Continuò a prendermi per il culo fino a quando fu Safaa ad intervenire nella conversazione, ironica. -Oh, non ti credere che tu sia l'unica a cui non faccia complimenti!-
-Pivella, senti, nessuno è carino quando c'è Zayn Malik di mezzo.- Chiarì lui, sarcastico. -Tu hai me come fratello. È ovvio che tu sia carina.. ma mai come me, mi spiace.- 
Si era sforzato tanto a dirle che fosse almeno carina.
-Convinto tu, convinti tutti.- Commentai.
-Giusta osservazione, Jessica.- Mi fece l'applauso. -Sai, sorellina. Se potessi darti solo un quarto della mia estrema bellezza giuro che lo farei... ma purtroppo madre natura è stata più brava con me.- 
Safaa si voltò verso di me, alzando gli occhi al cielo, divertita dall'egocentrismo del fratello. -Senti, uomo vissuto, potremmo anche scendere a questo punto, invece che continuare a sparare cagate.-
-Senti, bambina pivella, non mi mettere fretta, devo riuscire a trovare un metodo per non bagnarmi.- Rispose lui prontamente, iniziando a riflettere con due dita appoggiate sul mento.
Perché cambiava umore in questo modo?
-Zayn, è inevitabile non bagnarsi.- Gli feci notare.
Come poteva pretendere di non bagnarsi con il diluvio universale che stesse avvenendo là fuori? Non avevamo neanche un ombrello.
-Questa volta ti devo dare ragione.- Si arrese, girandosi un'altra volta verso di noi. -Siete pronte per una corsa macchina-casa?- 
Presi un bel respiro, approvando subito dopo, insieme alla mia migliore amica.
-Bene. Al mio tre scappiamo, okay?- Decise, fingendosi serio ed annuimmo.
Mi scappò da ridere, doveva veramente essere un enorme sacrificio per lui, venir tempestato di pioggia dalla testa ai piedi.
Mi portai la borsa in spalla, pronta per aprire la portiera e scattare.
-Tre.. due.. due e mezzo.. due e-
-Zayn!- 
-Okay! Uno!- Alzò la voce, uscendo dalla vettura alla velocità della luce. 
Ripetemmo lo stesso movimento noi due, rapidamente. 
La pioggia continuava a persistere ininterrottamente, il freddo mi stava entrando alla testa.
Safaa si mise il cappuccio in testa, stringendosi di più nel suo giubbotto: lei era più attrezzata di me, io mi stavo facendo la doccia, in pratica.
Almeno lei si sarebbe salvata i capelli.
Io ero l'unica sfigata a non avere il cappuccio attaccato al giubbotto.
-Watson.. vieni qui.- Zayn alzò il giubbotto in alto per permettermi di correre al suo fianco, almeno per non continuare a bagnarmi in quel modo.
Fui sorpresa di quel gesto, non pensavo l'avrebbe fatto, avevo sempre pensato che, per lui, ogni occasione fosse buona per lasciarmi nella merda... di certo non avrei mai pensato che mi avrebbe offerto una riparazione.
-Ti sei superato, Zayn.- Ironizzai, accettando l'offerta.
Lo affiancai durante il cammino e lui portò un braccio intorno alla mia vita per poi stringermi più a sé: sentii subito uno sbalzo di temperatura, perché era così caldo? Aveva il riscaldamento interno al giubbotto, per caso?
-Preferirei che non ti venisse la febbre, in realtà. Poi con chi litigo a scuola?- Mi fece, ridendo. -Sarebbe una noia.- 
-Hai ragione. La mia presenza è indispensabile per te, giusto?- Lo incastrai, mordendomi il labbro per non sorridere.
Perché stavo sorridendo?
Perché quelle parole mi stavano facendo sorridere?
-Certo, per litigare.- Confermò, sarcastico. -Non è questo quello che facciamo?-
-Ho provato ad avere una conversazione normale con te ma... è letteralmente impossibile.-
-Adesso stiamo parlando normalmente, come vedi.- Mi fece notare. -E poi non sono io quello che sputa veleno a destra e a manca.-
-Non sputo veleno.- Ribattei, tirandoli una gomitata negli stinchi.
-Guarda che ti butto per terra!- Mi minacciò, continuando a ridere.
-Non ci provare neanche!- 
 
Arrivammo davanti alla porta di casa sua e lui infilò bruscamente la chiave nella serratura. Non vedevamo l'ora di entrare, stavamo morendo di freddo ed eravamo bagnati fradici. Quando riuscì ad aprirla definitivamente, entrò per primo, non ci diede neanche il tempo di fare un passo.
Un vero gentil uomo.
Safaa chiuse la porta dietro di sé ed io sospirai, più rilassata: la casa era calda, come sempre, intravidi la solita scalinata che portava ai piani di sopra. 
Portai anche l'attenzione sul divano al centro del salotto e mi fermai di colpo appena vidi due figure sdraiate beatamente sul divano che ridevano e scherzavano, guardando la televisione a tutto volume.
Che ci facevano quei due a casa di Zayn alle dieci di sera?
 
ZAYN'S POV
 
-Ma chi vi ha aperto a voi?- Domandai, sconcertato, avvicinandomi a loro. 
-Alla buon'ora, Zayn!- Louis si alzò dal divano, seguito da Harry.
-Temevamo che non avreste più fatto ritorno con questa pioggia!- Esclamò l'altro.
Sempre positivi.
-Ma chi vi ha aperto?- Rifece la domanda mia sorella, più confusa di me.
I miei genitori erano andati ad una cena di lavoro, come avevano fatto ad entrare a casa mia?
-È stata colpa sua!- Gridarono in coro, indicandosi a vicenda.
-Che faccia tosta!- Esclamò Louis, guardando incredulo l'amico. 
-Louis sei tu il colpevole!!- Lo accusò il riccio, incrociando le braccia al petto.
-No, non è vero!-
-Si, che è vero!-
-Zitto, idiota!-
-Stai zitto tu, cervello di gallina!-
-Cervello di gallina a chi??- Lo istigò Louis, innervosito.
Ecco, ci mancavano loro.
-A te, cretino!-
-Stronzo!-
-Coglione!-
-Zayn!- Urlò Louis, portando l'attenzione su di me. -Secondo te chi è il vero coglione in questo salotto?- Mi chiese, irritato dall'insulto del riccio.
-Secondo me siete tutti e due delle grandissime teste di cazzo.- Risposi con molta naturalezza, sorpassandoli. 
Non ci avrei messo molto a spedirli fuori da casa mia se avessero continuato ad urlarsi contro.
-Allora.. mi volete spiegare? Come siete entrati?- Chiesi, per la seconda volta, prendendo il telecomando in mano ed abbassando il volume della televisione.
Pazzesco, oltre ad essere entrati a casa mia magicamente, si erano accesi anche la televisione come se fossero a casa loro.
-Ci ha fatto entrare tua madre, tutto qui.- Louis alzò le spalle, indifferente. -Quando siamo arrivati qui, i tuoi genitori stavano andando via.-
Si, in effetti, erano a casa quando stavo uscendo con mia sorella per andare a prendere l'amica.
-E allora perché state facendo tutto questo casino?- Si intromise Jessica, togliendosi la giacca. 
-Appunto, perché avete iniziato a darvi colpe?- L'appoggiai, corrugando la fronte.
-Beh... vedi, Zayn..- Blaterò Harry, lanciando un occhiatina a Louis, che abbassò lo sguardo. 
Quegli sguardi facevano capire che mi sarei dovuto preoccupare prima ancora che iniziasse a spiegare. -Mentre aspettavamo.. ci venne l'idea di mangiare qualcosa..- 
Ecco.
Che cosa avevano combinato?
 
Fece una pausa per poi continuare:  -Insomma, la morale è che non avete più un microonde.- 
Sforzarono un sorriso a trentadue denti, facendomi il pollice all'insù.
La faccia che feci subito dopo, però, cambiò la loro espressione in un batter d'occhio. 
-Ma che avete fatto??- 
Non era possibile.
Non potevano entrare a casa mia, rompermi il microonde e poi accendersi la televisione al massimo volume come se niente fosse, buttati sul mio divano.
Insomma, cosa avevano al posto del cervello quei due?
-Grandioso.- Commentò mia sorella, andando in cucina.
La seguii a passo svelto, non dopo aver lanciato sguardi di fuoco a quelli che dovevano essere i miei migliori amici.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto di avere degli amici così cretini e combina guai... probabilmente perché si potevano considerare tali. 
Avrebbero potuto rompermi qualsiasi oggetto... ma mai mi avrebbero voltato le spalle, non si sarebbero mai permessi di portare a letto mia sorella.
E chissà per quante volte.
Ero schifato, disgustato, arrabbiato nel vero senso della parola.
Lei era piccola, diamine, non potevo accettare che uno dei miei migliori amici mi avesse nascosto una loro presunta relazione. Ma che dico relazione.
La stava prendendo in giro come qualsiasi altra ragazza, lo conoscevo.
E questo era davvero straziante, non doveva toccarla, non avrebbe dovuto fare quello che aveva fatto. Soprattutto sapendo chi fosse suo fratello... allora non ci teneva poi così tanto alla nostra amicizia per farmi una cosa del genere.
Sapevo che mia sorella avesse già diciotto anni, io avevo solo un anno in più rispetto a lei. Eravamo allo stesso anno solo perché i miei genitori le avevano fatto iniziare la scuola un anno prima... io avevo già un anno in più quando cominciai la prima elementare insieme a lei.
Era la mia sorellina, avrei dovuto vegliare su di lei molto di più, non avrei dovuto permetterli di uscire allo scoperto in quel modo.
Lei era così: si ribellava alla mie pretese, non mi avrebbe comunque ascoltato, non avrebbe mai pensato che io lo facessi solo per il suo bene, non volevo sgradevoli conseguenze, tanto meno farla soffrire per colpa di uno stronzo.
Mi preoccupavo tanto dei ragazzi che non conoscevo quando l'unico bastardo era Liam. Non riuscivo ancora a crederci, non avrei mai pensato che avesse tali intenzioni con lei.
Avevo sempre pensato che fosse un amico fidato.
Ma la delusione prevalse alla nostra amicizia, avrei chiuso i rapporti con lui e non le avrei permesso ancora di avvicinarsi a mia sorella.
Non lo volevo più rivedere, sentire, nominare. 
Non era facile, quel giorno non finivo un attimo di pensarci, nonostante continuassi a fare qualcos'altro.
Il pensiero mi tormentava la mente, non mi interessava se stessi esagerando, volevo solo che tutto quel casino non fosse mai successo; a quell'ora ci saremmo già organizzati per andare in discoteca a divertirci. Fino agli anni scorsi non finivamo un attimo di rimorchiare ragazze solo per un unico scopo, abbastanza ovvio. I risultati erano sempre eclatanti.
Ma sarebbe cambiato, non riuscivo più ad immaginarci scherzare e ridere come solo degli amici potevano fare.
Non riuscivo più a fidarmi di lui, ci sarebbe voluto qualcosa di veramente valido per farmi cambiare idea.
 
-Non toccate il filo.. si è bruciato..- Ci raccomandò Harry, seguendoci.
-Complimenti, bravi!- Gli fece l'applauso Safaa, appena vide il microonde rotto sul muretto, vicino al frigo. 
Mi avvicinai anche io all'aggeggio e quando vidi un piatto di plastica (che oramai piatto di plastica non era più) con una cotoletta all'interno, mi voltai verso di loro, esasperato.
-Voi lo sapete che nel microonde non bisogna metterci la plastica?- Chiesi, cercando di mantenere la calma, la tranquillità..
-No..- Rispose Louis, abbassando lo sguardo. 
-Io lo sapevo! Per questo ti dico che è stato Louis!- Harry continuava ad incolpare l'amico, questa volta non parlò.
-Io non cucino a casa mia..- 
Che lui fosse ricco e viziato, questo già lo sapevo.
I suoi genitori erano avvocati pieni di soldi, aveva avuto tutto dalla vita.
Quindi, mi voleva far credere che non avesse mai toccato un microonde in vita sua?
-Ma che avete al posto del cervello? La cotoletta dentro il microonde non si cuoce, idioti!!- Aprii i loro orizzonti.
E ora chi la sentiva mia madre.
-Scusa, non lo sapevamo!- Si giustificò Louis, dispiaciuto.
Ci volevano proprio due teste stupide come le loro per combinare certi casini.
Neanche io sapevo toccare una padella ma lo sapevo che non bisognava inserire plastica dentro il microonde, tanto meno sapevo che non avrebbe cotto una cotoletta.
-Non parlare al plurale, è tutta colpa tua!- Lo rimbeccò Harry, puntandoli il dito, irritato.
-Non riniziare, anche tu mi hai appoggiato!-
-Non mi importa di chi sia la colpa!- Mi intromisi. -Voi avete combinato il casino, punto e basta, tanto non è importante..- Continuai, portando una mano sulla fronte, sbuffando. -Secondo voi chi ci rimette?-
-Te?- Provò a rispondere il riccio.
-Esattamente, stronzi.- 
 
Loro continuarono a scusarsi ma io li sorpassai, ritornando in salotto e buttandomi sul divano, sfinito e bagnato.
Non poteva andare peggio di così.
Mi toccava assorbirmi le grida di mia madre l'indomani mattina per colpa loro.
Insomma, io non sapevo neanche che fossero a casa.
Che colpa ne avevo? 
-Noi andiamo sù.- Ci informò Jessica, iniziando a salire le scale, seguita da Safaa.
Nel frattempo, Harry e Louis si sedettero accanto a me, cercando di non avvicinarsi troppo, almeno per i primi minuti.
Qualche pugno se lo sarebbero meritato.
-Basta che non fate casino.- 
-Non fate casino voi!- Ribatté mia sorella.
 
-Hai saputo che hanno interrotto quella serie che ti piace tanto?- Le chiese Jessica, facendo rimanere di stucco mia sorella.
-Che??-
Non sapevo neanche come i miei occhi si fossero posati su di lei, era tutta bagnata.
Iniziò a ridere, raggiungendo la cima delle scale, prendendo il cellulare dalla borsa.
Però.. anche lei aveva un bel sedere, pensai, incrociando il mio sguardo al suo lato B.
Un momento.
Perché cazzo la sto guardando?
 
-Non mi dire. Ti piace la Watson?- 
Louis posò una mano sulla mia spalla.
Portai immediatamente l'attenzione su di loro, mi guardavano con un sopracciglio alzato, convinti che fosse la verità.
-Fai sul serio?- Chiesi, allibito.
Davvero pensavano che.. 
-Certo.- Rispose per lui Harry. -Continuavi a guardarla..-
-Quando ha iniziato a ridere, non ti dico che sorriso da emerito cretino tu abbia fatto!- Aggiunge l'altro, facendomi deglutire.
Okay, erano seri.
-Qui stiamo delirando!-
Ci volle un attimo per farmi scoppiare a ridere di gusto.
Andiamo, come potevano venirli in mente certe cose?
-Tu ci nascondi qualcosa..- 
Louis ridusse gli occhi a due fessure, sospettoso. 
-Anche secondo me.- Lo appoggiò l'altro, aggrottando la fronte, malizioso. -Non mi dire che te la sei..- 
-No!!- Lo precedetti, quasi isterico.
Si, decisamente, stavano delirando. 
-Non ho mai fatto niente con lei, andiamo.- Negai più volte con la testa, incredulo. -Come vi viene in mente?- 
-Sarà.- Louis alzò le spalle, incrociando le braccia al petto, portando l'attenzione alla televisione.
Sembrava avesse finito di continuare su questo discorso; sia lui che Harry.
Ed era meglio così.
Al solo pensiero... 
Era snervante sentirmi dire certe cose.
Mi irritava parecchio e non ne sapevo il motivo.
 
-Però, dai, quella ragazza non è da buttare.- Aggiunse, dopo qualche minuto passato esclusivamente a fissare la pubblicità in tv.
Temevo l'avrebbe detto.
-E con questo, scusa?- Mi voltai verso di lui, perplesso. 
-Intendo. È una bella ragazza.- Mi sorrise, indifferente.
-Da quando ti interessi a quella sfigata?- Domandò Harry, interessato.
-Sfigata? Amico, con quella ragazza non si scherza.-
Qualcosa mi diceva che la sua espressione non fosse per niente tranquillizzante, non riuscivo a capire a cosa stesse pensando in quella sua testa.
Non me la raccontava giusta.
-Mi è venuta un'idea allettante..- Continuò a parlare. -Sarebbe davvero divertente..-
-Quale idea?- Chiesi, turbato. -Louis, non mi piace la tua espressione. Parla.-
Ma che aveva in mente?
Sapevo che non avrebbe portato nulla di buono.
-Tu non amavi i giochi difficili?- 
-Dipende dal tipo di gioco..- Risposi, incerto. -Stronzo, parla, smettila di fare il misterioso.- 
Mi stava irritando.
-Non ti scaldare..- Alzò gli occhi al cielo per poi domandarmi, esaltato: -Ti andrebbe di fare una scommessina?-
 
-Scommessina? Di cosa parli?-
Louis inclinò la testa, incatenando il suo sguardo al mio. Lo trovai estremamente serio. -Se riesci a portartela a letto, ti do trecento sterline.-
Eh?
Non poteva propormi una cosa del genere, mi aveva preso alla sprovvista.
A primo impatto, stavo esitando. -Non penso sia una buona idea, Lou..-
-Dai, accetta.- Lo appoggiò Harry, ridendo, dandomi una pacca sulla spalla.
-Andiamo, Zayn. Tu porti a termine i tuoi obbiettivi, no?-
Mi aveva lanciato una vera e propria sfida quello stronzo.
Sapevo come fosse quella ragazza: difficile, aggressiva, non si sarebbe fatta abbindolare così da me.
Sarebbe stato troppo pericoloso e difficoltoso portare a termine quello che volevo, era rischioso.
Ma io amavo il rischio.
Io ero un coglione, mi piacevano questo tipo di scommesse e lui lo sapeva.
Non ne capivo la gravità: quando realizzai quello che avrei dovuto fare, sorrisi.
Una come lei.
Portare a letto una come lei.
Era eccitante e interessante.
-Allora? Accetti o ti caghi addosso?- Mi fece la fatidica domanda Louis, porgendomi una mano che strinsi immediatamente, esaltato.
 
-Amico, tempo di qualche settimana e quelle banconote saranno già nelle mie tasche.-
 
 
/NOTA AUTRICE/
 
Salvee!
Allora, come vi sembra il capitolo?
Cosa ne pensate di questa scommessa?
Lasciatemi un commento qui sotto per vedere se vi piacciano i personaggi, eccetera... scrivete quello che volete, mi farebbe molto piacere.
Inoltre, se vorreste farmi qualsiasi domanda, rispondo sempre, soprattutto su Twitter (Zaynsvoiceej) , Ask (Zaynsvoiceeej).
E.. che dire, spero continuiate a seguire questa storia perché ci tengo molto.
Non vi preoccupate, nei prossimi capitoli compariranno anche nuovi personaggi che rappresenteranno un problema in gran parte della storia.
Forse non lo pensereste minimamente ma uno di questi problemi sarà proprio Harry e... no, non è come voi pensiate, non si innamorerà di lei. 
Succederà ben altro.
 
Ora vi saluto... al prossimo capitolo! (sarà molto interessante.)
 
Zaynsvoiceej xx.
   
 
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