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Autore: Emy Potter    04/09/2015    2 recensioni
(Sequel de "New city, new Life") Hiro e i suoi amici sono partiti per le loro splendide vacanze con Rebecca e Noemi. Destinazione? Italia. Come le passeranno? E che succederà?
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: GoGo Tomago, Hiro Hamada, Honey Lemon, Nuovo personaggio, Wasabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'New city, new life'
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Capitolo 19: Two brothers and one robot
 
16 luglio 2015
 
Dopo una settimana di preparativi, il gruppo dei nerd era pronto a partire.
Da ciò che aveva detto Fred (il che fece preoccupare del fatto che si potesse sbagliare), la Casa Galleggiante si trovava sul Lago di Garda, il Lombardia. Ovviamente gli chiesero milioni di volte se ne era sicuro, ma l'amante dei fumetti sembrava davvero sicuro su questo, così non poterono fare altro che credergli, per quanto potessero.
I bagagli erano stati preparati con cura, cercando di non dimenticare nulla, e quella mattina erano pronti a partire. Avrebbero preso il treno e -parole di Fred- uno dei suoi maggiordomi sarebbe andato a prenderli in macchina appena arrivati.
Hiro era in camera, ancora intento a controllare se avesse preso tutto, quando suo fratello entrò.
"Sei pronto?" gli chiese sorridendogli.
"Credo di sì, anche se ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa..." rispose pensieroso il quindicenne.
"Spero tu non abbia dimenticato il buon senso" rise Tadashi scompigliandogli affettuosamente i capelli.
Hiro cercò ricomporsi (per quello che poteva). Faceva sempre così, sin da quando erano bambini, era un'abitudine che aveva sempre avuto e che lo irritava sempre.
Ma questa volta non era così.
Stavolta, Hiro non poté fare a meno di sentirsi a casa. Era davvero felice di riavere suo fratello. Non aveva mai accettato la sua morte, continuava a dirsi che non poteva essere, che non lo aveva mai perso e che, appena sarebbe sceso in cucina, lo avrebbe ritrovato lì, che aiutava zia Cass a sparecchiare come faceva sempre. Ed ora era davvero lì con lui, con i suoi soliti sorrisi e le sue effusioni da fantastico fratello maggiore che era.
"Ah-ah, molto divertente" rispose sarcastico Hiro. "Tu pensa alla tua ragazza, bro."
Bum! Colpito e affondato.
"Ma di che parli?" chiese Tadashi, ma solo poco dopo capì dove il suo fratellino stava andando a parare.
"Di Smile. O Noemi, come vuoi chiamarla"
Il maggiore non poté fare a meno di arrossire. Cominciò a grattarsi nervosamente la nuca, come faceva sempre quando era in imbarazzo. "Non è la mia ragazza" ribatté.
"Ceeerto, siete solo amici. Guarda che ho visto quando l'hai baciata due settimane fa, e anche di come vi state evitando in questo periodo, o meglio ti sta evitando." Hiro era tutto, fuorché stupido.
Era vero. Da quando Tadashi e Noemi avevano parlato qualche tempo prima, la ragazza aveva fatto tutto per evitarlo, cercando ogni scusa gli capitasse sotto mano.
"Per colpa dei vostri problemi, due giorni fa mi ha portato al negozio di intimo." gli ricordò il minore.
Sì, anche quella scusa.
Tadashi non poté fare a meno di ridere al ricordo. "Ti sei provato un reggiseno?"
"Ma quanto siamo simpatici oggi" disse seccato Hiro, facendo sfuggire una leggera risata da parte del maggiore.
“Scherzi a parte, preso tutto?”
“Beh, forse…” lo sguardo del quindicenne raggiunse una valigetta rossa fin troppo familiare ad entrambi.
“Lo hai portato con te?” chiese stupito Tadashi.
“Era come portare te.” rispose il ragazzino con lo sguardo lontano.
Calò il silenzio nella stanza. Non era tanto imbarazzante, più che altro amplificava l’atmosfera sempre più densa all’interno della stanza. Lontani ricordi riguardanti un incendio a loro fin troppo conosciuto attraversò le loro menti.
Era cambiato molto dopo quel giorno.
Hiro era cresciuto, e non solo fisicamente. Aveva capito quanto la vita di qualcuno fosse dannatamente importante, assomigliando sempre di più a quel fratello che solo un anno fa considerava un nerd irrecuperabile e che, anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti a nessuno, aveva sempre ammirato e stimato silenziosamente.
Tadashi era la sua famiglia e non l’avrebbe lasciata andare mai più.
E poi, grazie a lui aveva avuto avventure fantastiche, aveva conosciuto il gruppo dei nerd, comprese Noemi e Rebecca. Se quella sera non fosse uscito non avrebbe mai incontrato quelle due ragazze, una bizzarra e lunatica, mentre l’altra…che dire, stava diventando il suo tutto.
Gli occhi del ragazzo si fecero inspiegabilmente lucidi, mentre altre emozioni si susseguivano dentro di lui, una dopo l’altra, fino a che il loro ammassarsi rese la pressione insostenibile. Una piccola lacrima scese dai suoi occhi, così leggera e fragile che poteva essere spazzata tranquillamente via da un colpo di vento. Ma non fu portata via da esso.
“Hey, non piangere, ora sono qui” disse dolcemente Tadashi asciugandogli la lacrima con un dito. Non sopportava vedere il suo fratellino piangere. Gli ricordava la morte dei suoi genitori, quando Hiro aveva solo 3 anni e piangeva tutto il tempo. Dopo circa una settimana era riuscito a far comparire un sorriso sul quel viso paffuto che adorava, e da quel giorno, promise a se stesso che avrebbe protetto quel sorriso, qualunque cosa fosse accaduta.
Hiro tirò su con il naso e aprì la bocca per parlare, ma non disse niente perché due grandi braccia bianche lo abbracciarono da dietro.
“Andrà tutto bene, su su” disse la voce robotica dietro di lui, dandogli delle leggere pacche sulla testa piena di capelli.
Quando si era attivato?
“B-Baymax? E tu da quando sei in funzione?” chiese Hiro arrossendo.
Tadashi, invece, era a bocca aperta. Rivedere il suo progetto di robotica dopo tutto questo tempo gli dava tante di quelle emozioni che non riusciva ad individuare, ne tanto meno a spiegare. Ma quella che più prevaleva su tutte era l’orgoglio, l’orgoglio di aver creato qualcosa di così umano anche se era un robot. Qualcosa che non credeva essere possibile.
Hiro, invece, non considerava Baymax come qualcosa di “umano”. Non per il fatto che era un robot, ma perché era ingenuo, ma intelligente, tremendamente gentile con tutti e pronto a sacrificarsi per chiunque. Ma gli umani non erano così. Il mondo era governato dall’egoismo, e se una persona si comportava in modo altruista veniva visto come una persona stupida e di cui approfittare. Non che ad Hiro interessasse ciò che dicessero di lui. Aveva i suoi amici e si comportava bene specialmente per rendere orgogliosi di lui zia Cass, ma soprattutto suo fratello.
“Tadashi è qui” disse all’improvviso Baymax, guardando il ragazzo più grande con la testa piegata di lato.
Hiro non poté fare a meno di sorridere nostalgicamente a se stesso mormorando: “Sì…Tadashi è qui.”
 
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NOTA AUTRICE: Salve a tutti! Scusate il terribile ritardo ed il capitolo corto. Non voglio inventare scuse come “ero impegnata” (anche se un po’ lo ero), ma non avevo molta voglia di scrivere (Perdonatemi T.T). Comunque ho voluto fare interagire di nuovo i due fratelli, che ne dite? E se ve lo state chiedendo, sì, Baymax ci sarà durante il periodo al lago (anche se non posso metterlo quando sono in viaggio: come reagireste se vi trovaste un robottone bianco in treno?).
Che ne pensate sui pensieri su l’ ”umanità” di Baymax? Cosa ne pensate al riguardo? Siete più d’accordo con Tadashi o con Hiro? Mi farebbe molto piacere saperlo.
Ringrazio Chia29, Ylenia Lilly e Rebianime per le recensioni.
Recensite in tanti e date anche un’occhiata alle altre storie (sempre se volete). Kisses, Emy.
 
   
 
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