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Autore: Arain    04/09/2015    0 recensioni
Raccolta di one-shot e drabble ambientate durante una vacanza al mare di Merlin ed Arthur. Ovvero io che passo una settimana al mare e i miei delirii Merthur scribacchiati in spiaggia.
Sarà tutto molto fluff e puccioso con possibile presenza di un po' di sano smut.
Ratings e lunghezza variabili, avvertirò prima di ogni storia.
Questa raccolta è dedicata ad una persona fantastica, Ury, che è la mia cinnamon roll preferita
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: Boat Trip
Rating: arancione/rosso


In realtà l'idea di noleggiare una barca era stata di Arthur. Anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura era un inguaribile romantico, e il pensiero di fare un giro al largo con la persona amata, magari al tramonto, era davvero allettante. Quindi quando erano passati per l'ennesima volta davanti all'insegna "noleggio barche" sul molo aveva buttato lì l'idea, quasi casualmente. L'entusiasmo con cui Merlin aveva accolto la proposta lo aveva fatto sorridere, e continuò a sorridere per tutto il tempo in cui parlarono con il proprietario, che chiese dieci volte (Arthur le aveva contate) se erano in grado di portare una barca. Il biondo rispose sempre di sì, sicuro che non sarebbe stato più difficile che guidare un tosaerba. Non avendo la patente nautica, però, tutto ciò che riuscirono ad ottenere fu una piccola barchetta a motore senza nemmeno la cabina, ma almeno coperta da un tendone e arredata con morbidi cuscini. L'unico problema era che la barca era molto... rosa, ecco, ma per il resto era perfetta. Si chiamava Nimhuen, nome che Arthur trovava alquanto curioso per una barca.
Il suo sorriso si incrinò un po' quando gli ci vollero più di venti tentativi per riuscire a capire come far partire il motore con avviamento a strappo, perché checché ne dicesse, in realtà lui non aveva mai usato un tosaerba. Stranamente Merlin lo stava ad osservare quieto, senza prenderlo in giro o riservargli commenti sarcastici sulla sua bravura come marinaio. Quando finalmente con un piccolo scoppiettio il motore si avviò, Arthur si girò a guardarlo, incuriosito da questo silenzio inusuale.
-Un gioco da ragazzi!- Esclamò iniziando a manovrare il timone, aspettandosi almeno qui una battuta sarcastica sul tempo impiegato.
Invece ancora una volta la quiete seguì le sue parole, e Arthur iniziò davvero a preoccuparsi.
-Ehi Merlin, tutto ok?-
L'altro lo guardò come se lo notasse per la prima volta, sorrise e rispose -Tutto perfetto- con un calore che lasciò Arthur senza fiato. Per stemperare l'atmosfera pesante che si era venuta a creare cominciò ad insultare la barca, e con suo grande sollievo Merlin si unì a lui, commentando il colore molto macho con cui era stata dipinta.
Ad un tratto il motore cominciò a fare uno strano rumore scoppiettante, ma prima che potessero allarmarsi riprese a funzionare normalmente. Allora, dato che ormai si era fatta ora di cena, Merlin scartò i panini che si erano portati dietro e ne passò uno all'altro, che si lamentò perché il pane era troppo duro e il prosciutto tagliato troppo spesso.
-Mi scusi vostra altezza, la prossima volta vedrò di farvi trovare un piatto più adatto al vostro palato da asino reale. Preferite anatra o caviale?-
Arthur bofonchiò un "idiota" e continuò a mangiare in silenzio.
Dopo aver riposto le cartacce in un apposito sacchetto per non inquinare, il biondo notò che erano completamente da soli, in mare aperto, e il sole che cominciava a tramontare tingeva la pelle del torace nudo di Merlin di un morbido color pesca. Gli venne voglia di assaggiarla, così si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro, cominciando a mordicchiare il suo collo, proprio sotto la linea del mento. Merlin gemmette e si inarcò contro di lui tendendo il collo all'indietro. Passò le mani all'indietro sui suoi capelli, tirandolo per cercare di stringerlo ancora di più a sé. Ad un tratto Arthur lo afferrò per i fianchi e lo fece girare in modo che le loro bocce si scontrassero. Merlin affondò le dita nella pelle delle sue spalle e socchiuse le labbra, permettendo ad Arthur di assaggiare il suo sapore con la lingua. L'altro cominciò a succhiargli piano il labbro, facendolo gemere piano. Si staccò un attimo per riprendere fiato, e Merlin ne approfittò per ricordargli che il motore della barca era ancora acceso, allora lui velocemente spense il motore e gettò la loro piccola ancora, in modo che la barca non andasse completamente alla deriva.
Poi tornò a baciare Merlin, che alla luce del tramonto sembrava un essere fatato. Lo fece sdraiare sul fondo della barca e iniziò a passare le sue mani sul suo torace, subito seguite dalla sua bocca. Ormai sentiva che il suo costume stava diventando stretto, e anche Merlin non sembrava in una situazione migliore. Mordicchiò la pelle dell'altro lungo l'orlo dell'elastico, e si beò di ogni gemito che riusciva a strappargli.
-Sappi che ho intenzione di finire ciò che avevo iniziato ieri in spiaggia- Mormorò malizioso, e vide un brivido scuotere la pelle del moro. Lentamente gli abbassò il costume lungo le cosce, liberando la sua erezione ormai evidente. Con la lingua passò poco sopra l'attaccatura, e Merlin emise un sospiro rotto, afferrandogli la testa per spingerlo a proseguire. Arthur leccò ancora una volta, solo per il gusto di farlo esasperare. Poi appoggiò le labbra sul suo membro, e lo avvolse con la sua bocca. Merlin si inarcò, spingendo il suo bacino contro di lui, implorandolo di iniziare a muoversi, e finalmente Arthur lo accontentò. La stretta di Merlin sui suoi capelli aumentò fin quasi a fargli male, mentre dalle sue labbra uscivano gemiti sempre più forti. Quando non riuscì più a resistere urlò un -Arthur- soffocato prima di venire nella sua bocca.
Il biondo ingoiò, gustando il sapore di Merlin, e tornò a posare le sue labbra sulle sue. Il moro gli circondò la schiena con le braccia, poi con un colpo di reni improvviso scambiò le loro posizioni. Si staccò dalla bocca di Arthur per posare la sua sul suo collo, prima di proseguire verso il petto. Scese sempre più giù, e quando arrivò al bordo del costume lo guardò e gli soffiò sulla pelle -Ora è il mio turno.- prima di proseguire con la sua dolce tortura.

Quando anche Arthur fu soddisfatto si stesero sul fondo della barca, abbracciati, ad osservare il sole che calava lentamente lungo la costa.
-Arthur.-
-Mmh.-
-Arthur è quasi buio.-
-Mmmmh.-
-Arthur...-
-Va bene, va bene!-
Mugugnò Arthur, alzandosi per accedere di nuovo il motore. Si preparò ad una nuova sessione di Pendragon versus barca. Ciò per cui non era pronto, invece, fu la manopola della corda per l'accensione che gli rimase in mano, mentre il resto era rimasto ben infilato dentro il motore. Si girò verso Merlin, che guardò prima il suo viso, poi la sua mano che reggeva il pezzo di corda, e vide che sul suo viso si apriva un'espressione di orrore speculare a quella che doveva avere lui.
-Cazzo.- Mormorò. -E ora?-
Merlin fu la voce della ragione.
-Dobbiamo chiamare il noleggio.-
-No!-
-Come no?-
-Ce la possiamo cavare da soli!-
Merlin sospirò -E come, di grazia?-
Arthur ispezionò la barca con lo sguardo e individuò un remo. -Con questo!-
Merlin sospirò di nuovo, cercando di far ragionare il suo ragazzo.
-Siamo a chilometri di distanza dalla costa, e per di più ci servirebbero due remi.-
Arthur lo ignorò testardo.
-Tu remi, io scendo in acqua e spingo a nuoto.-
-Che cosa?-
Merlin gli appoggiò la mano sul braccio.
-Ascolta, lo so che sei un asino orgoglioso, ma questa volta abbiamo davvero bisogno di aiuto. Chiamo il tizio del noleggio.-
Arthur dovette arrendersi al buon senso dell'altro e lo ascoltò chiamare. Non sarebbero potuti arrivare prima di tre ore, ma per fortuna avevano la loro posizione ed erano ancorati, quindi non correvano alcun pericolo.
L'aria della seria scese gelida sul mare, e i due ragazzi si strinsero, coperti solo dal costume e da magliette a mezze maniche. Sentendo Merlin tremare Arthur mormorò -Mi dispiace. È tutta colpa mia. Non avrei mai dovuto proporre il giro dato che non so portare le barche. Ma... mi piaceva davvero tanto l'idea di noi due... sai... in mezzo all'oceano... soli...-
Merlin si girò a cercare il suo viso e lo baciò dolcemente. Si staccò e disse serio -Sono io che mi dovrei scusare, ti trascino sempre nelle mie esplorazioni quando magari tu preferiresti rilassarti. Il giro in barca è stata l'unica tua richiesta... e non mi sono ancora pentito di averti assecondato.-
Arthur lo fissò per un attimo, poi gli diede un colpetto giocoso alla testa ed esclamò -Idiota! Solo perché mi lamento non vuol dire che non mi diverto!-
Poi con un tono di voce talmente basso che qualcuno più lontano di Merlin non avrebbe sentito aggiunse -E... qualunque cosa mi va bene, se siamo insieme.-
Si sentì arrossire e l'altro fu abbastanza saggio da non commentare.
Stettero così accoccolati, in silenzio, aspettando i soccorsi. Ad un tratto sentì la mano di Merlin nella sua, e la sua voce che mormorava -Ti amo- ma non ebbe il tempo di replicare, perché finalmente erano arrivati a recuperarli. Quando finalmente tornarono in albergo, stanchi e infreddoliti, si buttarono sul letto senza nemmeno avere la forza di fare la doccia. Arthur si girò su un fianco e Merlin si accoccolò contro la sua schiena.
Un attimo prima di scivolare nel mondo dei sogni sussurrò -Ti amo anch'io- e avrebbe potuto giurare di aver sentito la bocca di Merlin piegarsi in un sorriso contro la sua schiena.

   
 
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