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Autore: lolasmiley    05/09/2015    1 recensioni
«Ma tu, chi cazzo merda sei?»
«Non ha importanza.»
Questa affermazione mi fa arrabbiare non poco.
«Senti, mi hanno sempre dato fastidio i figoni che se ne escono con queste frasi alla James Bond, anzi, ti dirò di più, mi sta abbastanza sulle palle pure lui» mi calmo per fare una breve osservazione a bassa voce «tranne in Casinò Royale, quel film mi piace.» poi riprendo il mio tono incazzato «Ha importanza eccome. Ho assistito ad un omicidio, mi hanno quasi rapita, sei arrivato tu, mi hai salvata e adesso mi porti non so dove e mi dici che non posso andare alla polizia. Ora, non si tratta di avvenimenti irrilevanti per cui chi sei potrebbe non avere importanza. Non sei sbucato dal nulla per comprarmi un gelato, cazzo. Quindi adesso pretendo delle spiegazioni perchè non ho capito assolutamente nulla di quello che è successo.»
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel posto sbagliato al momento sbagliato

(2)

 

 

 

Tiro le maniche del mio chiodo di pelle nera per cercare di coprirmi le mani, fredde come al solito. Non  una brutta giornata, non piove, non fa particolarmente caldo, infatti sopra la canottiera bianca ho indossato il giacchetto, ma non fa così freddo da avere le mani ghiacciate come le mie. Le strofino, poi le infilo nelle tasche dei jeans strappati. Inizio a rallentare notando la piccola folla che si sta formando davanti alle strisce pedonali, segno che il semaforo al momento segnala il verde alle auto. 

Abbasso lo sguardo su due bimbe di circa tre e sette anni, e un brivido mi attraversa la schiena. Mi torna in mente la ricerca di ieri sera, le ore passate ad aprire decide di casi su NamUs. Il numero di persone scomparse e di resti non identificati mi aveva sconvolta, ma la cosa che mi aveva fatta inorridire più di tutto è stata che tra i resti non identificati, avevo trovato il file del ritrovamento avvenuto nello stesso giorno e nello stesso luogo di due corpi di una bambina di tre e una di sei anni. Ho cercato a lungo tra le denunce di scomparsa, ma non avevo trovato nessun file di due bambine scomparse che combaciassero per età e razza ai due corpi ritrovati, in nessuno dei cinquanta stati. Qualcuno da qualche parte non aveva denunciato la scomparsa delle sue figlie.

Mi riscuoto dai miei pensieri quando le persone intorno a me attraversano la strada, e le seguo, puntando verso il bar dove ho appuntamento con Niamh tra tre ore, durante le quali cercherò di scrivere qualcosa e sfrutterò senza pietà il wifi dello Starsbuck, dato che la connessione nel mio condominio è lenta da fare schifo. Mi ritrovo a seguire il ragazzo davanti a me che sembra essere diretto nello stesso locale; apre entra nel Cafè e con la coda dell’occhio mi vede dietro di lui e così, sotto il mio sguardo stupito, mi tiene la porta aperta. Allora esistono ancora dei gentiluomini. Pensavo fossero in estinzione.

«Grazie!» gli sorrido, e lui ricambia timidamente.

Mi dirigo alla cassa, e mentre aspetto il mio turno osservo i vari tipi di caffè, meditando su quale prendere. Poi una specie di frullato al mango cattura la mia attenzione. Amo il mango.

Le due ragazze davanti a me finiscono di ordinare in fretta, permettendomi di chiedere uno di quei frullati. Sempre che sia un frullato. 

Lo ritiro poco dopo e salgo la breve scalinata che mi porta al soppalco all’interno del locale. Mi avvicino a uno di quei tavolini da due posti al massimo e lascio sul ripiano di legno il mio bicchiere mentre prendo il portatile dalla borsa e lo sistemo davanti a me. Mi siedo, accendo il computer e assaggio la bevanda, soddisfatta. Dopo che la rotellina ha finito di girare, inserisco la password accedendo al mio account e apro il file di word rimasto bianco da ieri.

Chiudo gli occhi un secondo e faccio un respiro profondo. Li riapro e prendo un sorso del mio frullato al mango. Mi scrocchio le dita. L’idea che ho avuto ieri notte dopo aver fatto diverse ricerche sulle persone scomparse non era affatto male. Ho già steso una bozza della trama, ma non ho bisogno di ricontrollarla perchè me la ricordo piuttosto bene. Le mie dita iniziano a scorrere veloci sulla tastiera, battendo i tasti senza guardare -sono fiera di questa mia capacità. Le righe di testo cominciano ad allinearsi una sotto l’altra mentre la mia storia prende finalmente forma.

 

 

Il rumore di una risata mi fa aprire gli occhi. Batto le palpebre un paio di volte e mi gratto la nuca sbadigliando. Lancio un’occhiata all’orologio sulla parete. Cazzo. Manca solo mezz’ora all’appuntamento con Niamh.

Sposto lo sguardo sul mio tavolo e sgrano gli occhi.

«Cosa cazzo?! Dov’è il mio portatile?» frugo nella mia borsa in preda al panico, inutilmente. Non c’è. «Merda!» quasi urlo. Mi hanno rubato il portatile. Scuoto la testa, e così facendo noto per caso un uomo sui quaranta, brizzolato, in piedi mentre si guarda intorno e infila qualcosa di argentato nella borsa.

«Brutto stronzo» sibilo, afferrando la mia borsa e buttandola sulla spalla, noncurante di lasciare il frullato ancora non terminato sul tavolino. Il soggetto ignoto ormai ha oltrepassato la soglia e si dirige verso destra. Noto che fuori piove, mentre quando ero arrivata c’era il sole. Accelero il passo, preoccupata di perdere di vista il ladro, quando qualcuno mi si para davanti, bloccandomi la strada.

«E spostati» sbraito spintonando via la persona davanti a me, che non ne è molto felice.

Mi butto fuori dal locale e per fortuna intravedo ancora la figura dell’uomo che cammina sotto la pioggia senza un ombrello, come me. Inizio a correre, anche se non sono sicura di che cosa farò quando l’avrò raggiunto. Ma in quel computer ci sono tutti i miei lavori, le mie foto... Intanto l’uomo svolta a destra, prendendo una via secondaria e io continuo a seguirlo, ma mi sembra di non riuscire mai a raggiungerlo. Forse si è accorto che lo sto inseguendo e cerca di seminarmi. Continua a prendere diverse vie secondarie, che non conosco, fino ad imboccare ad un vicolo schiacciato tra due palazzi di mattoni. 

Sento dei colpi. Svolto l’angolo. Appena faccio ingresso nel vicolo, tre uomini si girano verso di me: l’uomo che stavo inseguendo, uno che non avevo mai visto prima, occhio e croce della stessa età ma senza capelli, vestito elegante; il terzo mi osserva mentre tiene stretto nella mano il manico di un pugnale conficcato nell’addome di un quarto uomo quasi accasciato a terra, contro il muro.

«Merda» sibilo. Non ho il tempo di pensare che già sto correndo nella direzione opposta, pentita di aver quasi sempre trovato una buona scusa per saltare le lezioni di educazione fisica. Pago cara la mia pigrizia, perchè dopo neanche dieci metri l’uomo del bar mi è addosso, afferrandomi per un polso. Improvvisamente mi ricordo della mossa per liberarsi da questo tipo di stretta e la metto in atto, appoggiando l’altra mano sopra la sua e piegando il braccio portando il gomito verso l’interno del suo avambraccio, con la vaga speranza di romperlo. Ma l’uomo d’acciaio non mi lascia completare la mia mossa, colpendomi in faccia con un pugno che mi colpisce sul labbro facendolo sanguinare. Cerco di darmi un contegno e provo a colpirlo anche io, ma senza riuscirci. Non ho idea di come si combatta, così quando vedo arrivare il secondo pugno mi abbasso e gli sferro un destro in mezzo alle gambe. Lui si piega in due, e approfitto per tirargli un calcio più forte che posso su un ginocchio. Non riesco a godermi a lungo la sensazione di aver azzeccato un paio di mosse perchè qualcuno dietro di me, di cui non avevo notato la presenza, mi afferra le braccia e il mio grido d’aiuto viene smorzato in fretta da una cravatta che mi viene messa tra i denti e legata dietro la nuca. Poi qualcosa mi colpisce in testa e vedo tutto nero.

 

 

 

 

 

EHILA’ 

come state?
mi commuove l’entusiasmo e il trasporto con cui seguite questa storia, grazie! *si soffoca con il sarcasmo*

vabbe’. se avete già letto l’anticipazione prima di aprire la storia probabilmente sapevate già del rapimento, ma vi assicuro che siamo solo all’inizio e che i “colpi di scena” che si leggono nell’anteprima non sono dei veri colpi di scena perchè... be continuate a leggere e lo saprete ahahha

mi scuso se il capitolo è un po’ corto ma non volevo dilungarmi troppo per non risultare pesante e noiosa per via dell’assenza di dialoghi *coro: sei noiosa in ogni caso, buuu*

grazie.

mi dispiace che ci siano pochi dialoghi per il momento ma visto che in questi capitoli c’era la nostra alice, non potevo certo farla parlare da sola. anyway, le cose cambieranno molto molto presto, soooo.

le zanzare mi stanno mangiando. mi dileguo.

grazie se avete letto! mi farebbe piacere sapere che ne pensate :)

  
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