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Autore: Classicboy    05/09/2015    2 recensioni
Storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Pottertalia!AU, molti pairing
Un anno scolastico uguale a tutti gli altri può essere sconvolto da un giorno all'altro e portare a problemi a cui non si ha mai pensato. E così Ludwig, Arthur, Feliciano, Francis e tutti i loro amici si ritroveranno coinvolti in un'avventura più grande di loro con uno sfondo epico: il torneo Tremaghi!
Dal 1° capitolo:
“Ludwig Beilschmidt, nato a Berlino, trasferito in Inghilterra- disse porgendo la mano -Sono al primo anno”
“Ve, io sono Feliciano Vargas, sono italiano, piacere. Anch'io sono al primo anno” e prima che l'altro potesse rendersene conto lo abbracciò.
“M-ma che diavolo fai?!”
“Come cosa? Siamo amici, gli amici si abbracciano”
...
“Venduto? A chi?’’
“A me” rispose un ragazzino dalla zazzera bionda e occhi verdi che sembravano due specchi. Era così mingherlino, che Francis stentava a credere che fossero coetanei.
“Ehi, piccoletto…”
“Ho undici anni, rana!’’
“Rana a chi, scusa? Per tua informazione, sono al secondo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!’’
“I loro standard si devono essere proprio abbassati, se adesso ammetto anche delle rane”
“Ma sentitelo… e da quando accettano i bruchi?’’
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PRIME LEZIONI

 

 

I giorni passarono e ben presto tutti rientrarono nelle loro solite vecchie routine di Hogwarts, primo fra tutti Ludwig.

Ben presto si ritrovò a comportarsi come al solito: sveglia alle 6 per poi dirigersi in Sala Comune a fare esercizi di stretching per il fisico, poi come al solito si metteva seduto su di una poltrona a ripassare per le lezioni di quel giorno e ad aspettare i suoi amici. Verso le 7 la sala man mano si riempiva e il biondo veniva raggiunto da due assonnati Arthur e Berwald, raggiunti poco dopo da Kiku che si scusava per il ritardo e diceva che non era riuscito a svegliare Feliciano. A quel punto l'orientale domandava al tedesco se poteva pensarci lui, e allora Ludwig andava in camera e, in un modo o nell'altro che variava a seconda dei giorni, riusciva finalmente a svegliare l'italiano.

A quel punto ritornava dagli altri e tutti e cinque assieme andavano a fare colazione.

“Ve, sono così stanco” protestò a mezza voce Feliciano con la testa appoggiata sul tavolo da pranzo.

“Alza la testa, non si sta stravaccati in tavola!” lo rimproverò Ludwig mentre mangiava una robusta colazione alla tedesca con Kiku che lo guardava e si tratteneva dal vomitare a vedere che l'altro riusciva a ingurgitare a quell'ora pietanze che a lui davano la nausea anche la sera tardi.

In quel momento ci fu lo stridire che annunciava l'arrivo della posta. All'istante milioni di gufi volarono per la Sala Grande e un barbagianni lasciò cadere un giornale di fronte a Ludwig.

“Grazie” disse placidamente il tedesco incominciando a sfogliare “L'eco del Quidditch”, il più famoso giornale sportivo dell'intero mondo magico.

“Ehi Lud! - lo chiamò Feliciano indicando una foto in prima pagina - Chi è quella?”

“Cosa? Oh, si tratta della battitrice della nazionale ungherese, una delle più giovani promesse del Quidditch del decennio: Elizabeta Hedervary” e mostrò l'immagine in bianco e nero di una giovane ragazza dai lunghi capelli scuri raccolti in una disordinata coda che colpiva con violenza e precisione un bolide che stava per venirle addosso mentre sorrideva con aria di sfida all'obbiettivo.

“È molto carina” disse sorridendo l'italiano.

Ludwig provò una strana sensazione di gelosia salirgli nel petto a sentire quelle parole: “Ja, forse hai ragione...”

“Ed è brava?”

“A mio parere sì. Sono andato a vederla un paio di anni fa alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch in Germania e devo dire che non ho mai visto nessuno volare così. Per Gilbert invece è tutto fumo e niente arrosto, ma sospetto che lo dica solo perché in realtà è geloso”

In quel momento vennero raggiunti da un sorridente Tino: “Moi moi ragazzi”

“Ciao Tino” fu la risposta dei Corvonero del quinto anno, mentre Berwald arrossiva leggermente.

“Sono venuto solo a salutare e a parlare con te Ber”

A sentire quelle parole l'omone arrossì vistosamente prima di annuire.

“Ecco, volevo chiederti se avevi da fare dopo domani. Il fatto è che pensavo che io, te, Mat e Lukas potessimo vederci. Sarà anche una buona occasione per conoscere il fratello minore di Lukas, Emil. Che ne dici?”

Lo svedese, con aria leggermente abbattuta nel sapere che l'altro voleva organizzare un incontro di gruppo e non un appuntamento di coppia, annuì.

Il finlandese sorrise raggiante: “Fantastico! Ora però devo andare, che la prima ora ho pozioni con Lumacorno. Spero che quei due non creino altri problemi. Ciao!”

“Perché dovrebbero avere problemi?” domandò dubbioso Kiku dopo che il biondo si fu allontanato.

“Semplice - rispose Arthur con fare disinteressato, mentre leggeva il suo libro di Aritmanzia - Ti ricordi chi fa parte del quarto anno di Tassorosso?''
''Oh... secondo te dovremo avvertire il preside di arginare l'area? L'ultima volta Alfred e Kim fecero esplodere tutto''
''Lumacorno li terrà d'occhio. Mi sa che oggi Tassorosso e Grifondoro perderanno molti punti''

“Sempre i soliti” mormorò Ludwig ritornando a leggere. In quel momento gli arrivò anche “La Gazzetta del Profeta”.

“Ve, ma a quanti giornali sei abbonato, tu?!” domandò sorpreso Feliciano.

“A quelli necessari” grugnì Ludwig leggermente rosso prima di mettersi a leggere.

Ad un certo punto sussultò.

“Che c'è? Succede qualcosa?” chiese preoccupato l'italiano.

“N-nein. È solo che... È incredibile: c'è un articolo sul futuro torneo Tremaghi”

“Davvero?! Che bello, voglio leggere!” e si sporse verso il tedesco, finendo per leggere l'articolo con la testa posata teneramente sulla spalla del teutonico mentre gli cingeva il braccio muscoloso come se fosse un peluche. Inutile dire che a quel contatto così dolce il biondo arrossì completamente.

“Torneo Tremaghi?” domandò curioso Kiku ad Arthur, sempre intento a leggere il proprio libro.

“Sì” rispose il ragazzo “Si tratta di una competizione che vede coinvolte tre scuole di magia: Beauxbatons in Francia, Durmstrang in Bulgaria o in Russia (nessuno sa di preciso dov'è) e Hogwarts. È molto famosa ed è incredibilmente prestigiosa. Si tratta di una sfida in cui i campioni di ciascuna delle tre scuole, scelti da un misterioso giudice non meglio specificato, si sfidano in gare diverse e sempre pericolosissime. Il vincitore può fregiarsi del titolo di campione del torneo e della coppa Tremaghi più una certa somma in galeoni sonanti. L'ultimo torneo, se non sbaglio, risale ai tempi del Prescelto, Harry Potter”

“E come andò a finire?”

“Potter vinse, ma avvenne un omicidio e il Signore Oscuro risorse”

“Che cosa?!”
“Tranquillo, solitamente non sono così drammatiche, anche se ho letto che non è raro che durante le prove ci scappi il morto - Kiku lo fissò shockato - Ad ogni modo avevo sentito che avevano intenzione di riproporlo, ma pensavo che fosse ancora solo un'idea. Che c'è scritto, Beilschmidt?”

Ludwig si riscosse dallo shock di avere Feliciano sulla spalla e, schiarendosi imbarazzato la voce, parlò: “Non molto. Parlano del fatto che il prossimo torneo dovrebbe tenersi, incredibilmente, a Durmstrang. Poi le solite cose da giornalisti: prove spettacolari, mai state così rischiose, che cosa pensano i ministri per permettere ai giovani di andare incontro a sfide mortali... Nulla di interessante insomma”

Nel frattempo Feliciano guardava sognante il soffitto: “Ve, il Tremaghi. Chissà come sarebbe parteciparci”

“Feliciano, stai scherzando spero. È pericoloso”

“Tranquillo, Lud lo so. I miei sono solo sogni. Non penserei neanche per un secondo di iscrivermi, inoltre mi classificherei certamente ultimo. Però...”

“Cosa?”

“Tu secondo me, Lud, avresti qualche possibilità”

Al tedesco per poco non andò di traverso il wurst.

“Come?” domandò tossendo “Io?! Partecipare al Tremaghi?! Vincerlo?! Feliciano, scusa se te lo dico, ma questo sinceramente, mi pare impossibile”

“Chissà, secondo me te la caveresti alla grande”

L'italiano si esibì in un sorriso luminoso e Ludwig non potè che borbottare un imbarazzato “grazie” e perdersi in quel bagliore quasi angelico.

“Ma che scenetta romantica” mormorò sarcastico Arthur riportandoli drasticamente al mondo reale “Ehi, piccioncini, sbrigatevi a finire la sessione di sguardi amorosi. Tra cinque minuti dobbiamo essere in classe” e si alzò mentre Kiku e Berwald lo guardavano male.

“J-ja, arrivo” Ludwig si alzò di scatto e si affrettò fuori dalla Sala Grande sotto lo sguardo triste di Feliciano.

Mentre usciva passò accanto ad un gruppetto di Tassorosso del quarto anno che andavano nelle segrete per Pozioni...

 

 

“Liet. Psst, ehi, Liet. Liet ci sei?”

Un ragazzo castano con gli occhi dello stesso colore di un bosco di montagna e i capelli lunghi alzò un attimo la testa dal calderone per vedere dove fosse il professore. Notando che era intento a dividere due litiganti Alfred e Kim, che discutevano a proposito del fatto che secondo l'americano la ragazza aveva appena urtato apposta il suo braccio mentre versavo infuso di pietra lunare nella pozione facendolo così sbagliare, e gli dava le spalle si rivolse verso il proprio compagno di postazione: “Che c'è Feliks?”

L'amico coi capelli biondi e gli occhi di un verde più chiaro dei suoi sorrise raggiante, mentre si sistemava la cravatta giallo-nera: “Toris, mi dai tipo una mano?”

“Cosa? Ma, Feliks, si tratta solo di un antidoto contro una pozione dell'insonnia. È una cosa semplicissima”

“Non per me. Andiamo, Toris, aiutami!”

“No, così non imparerai mai”

“Ti preeeegoooo”

“A volte vorrei che tu ci sapessi fare con le pozioni”

“Andiamo Liet, so che tipo non lo pensi davvero. Del resto è merito della mia scarsa abilità come pozionista se ci siamo incontrati, no?”

A sentire quelle parole Toris non potè impedirsi di sorridere. Il loro primo vero incontro, il Piccolo chimico...

 

“Cioè, ma tipo che cos'è questa roba?!”

Toris alzò lo sguardo sul ragazzino che aveva affianco. Erano compagni di casa, primo anno di Tassorosso, ma non avevano mai avuto molte occasioni per parlare fino a quel momento.

“Bile di armadillo, signor Lukasiewicz”

“Ehm, e a cosa mi dovrebbe tipo servire?” domandò incerto mentre allontanava disgustato la fialetta. Toris lo trovò subito un personaggio molto curioso.

“Oh, ma è semplice - disse gioviale il professor Lumacorno apparentemente ignaro del disagio dell'altro - Dovrà prepararci la pozione che trova descritta sulla lavagna” e se ne andò.

“Certo, semplicissimo” borbottò stizzito il biondo.

“Dai, non è poi così difficile” provò a rincuorarlo il lituano.

“Mi sembra tipo di giocare al Piccolo chimico. Ed io odio il Piccolo chimico” rispose mentre annusava quella che era essenza di caprifoglio tritato. Sì, decisamente un tipo molto particolare.

“Il piccolo cosa?”

“Tipo non conosci il Piccolo chimico?”

Il castano scosse la testa: “Vengo da una famiglia di maghi, non mi intendo di cose babbane”

“Davvero? Che fortunato! Io invece sono tipo nato con entrambi i genitori babbani! Com'è vivere totalmente come un mago?”

Le iridi verdi si erano illuminate di una curiosità simile a quella di un bambino che scopriva qualcosa di straordinario. Toris era leggermente a disagio: si meravigliava che quello fosse lo stesso ragazzo che non riusciva quasi a parlargli in dormitorio.

“Beh, non molto diverso dal vivere come babbani, credo. Comunque io sono Toris Lorinaitis. La mia famiglia è originaria della Lituania” si affrettò a spiegare.

“Allora posso chiamarti tipo Liet? Piacere Liet, io sono Feliks” e porse allegro la mano.

Toris la strinse, prima un po' sorpreso poi felice.

In quel momento si sentì uno strano rumore e i due vennero sommersi da una nebbia rosa.

“Ma tipo cosa è successo?!” esclamò sorpreso Feliks.

“Coff, mi dispiace. Coff coff, mi sono dimenticato che la pozione stava bollendo” si scusò tossendo il lituano.

Ma l'altro stava sorridendo raggiante: “Ti stai scusando?! Ma tipo sei impazzito?! Questa nuvola è rosa!” e prese a ridere gioiosamente.

Il castano lo fissò interdetto prima di mettersi a ridere a sua volta. Era appena nata una splendida amicizia.

 

“Allora? Liet tipo alla fine mi aiuti?”

Toris ritornò in sé. Si guardò un attimo attorno per vedere se il professore fosse ancora impegnato con Kim e Alfred (la discussione era degenerata e ora i due si stavano accusando di una certa cosa riguardante l'esame di pozioni dell'anno scorso, infatti, a parere di Kim, Alfred aveva sicuramente imbrogliato, perché era impossibile che “un imbecille vanaglorioso come questo qui” avesse potuto prendere un voto più alto del suo) e che i suoi compagni fossero tutti concentrati su di loro (vide Kyle che se la rideva mentre Tino cercava di aiutare il professore), e in fretta scambiò i due paioli.

“Grazie Liet, sei tipo un angelo” gli sorrise il biondo.

“Prima o poi dovrai essere in grado di preparare una pozione da solo, lo sai vero?” grugnì in risposta Toris.

“Sì, ma non oggi - trillò allegro il polacco per poi allungare il collo - Ma, ehm, senti Toris... è normale che la mia pozione, che ora hai tu, si comporti tipo così?”

Il lituano non fece in tempo ad aprire bocca che la pozione (esattamente come quattro anni prima) gli esplose in faccia.

 

 

Mathias si grattò la testa, confuso. Quel giorno, aveva lezione di Difesa contro le arti oscure. Era tornato indietro in camera sua per recuperare la ricerca che il professore gli aveva chiesto, quella sui lupi mannari.
Ai suoi amici aveva detto: “Non preoccupatevi, vi raggiungerò in un attimo. Anzi, non vi accorgerete neppure della mia assenza”
Peccato che, nonostante la sua baldanza, c'era un fattore che andava irrimediabilmente a sfavore del giovane: la sua totale mancanza di senso dell'orientamento.
Non ci poteva fare niente, purtroppo Hogwarts era semplicemente immensa, e più volte si era perso per i corridoi del castello. Aveva provato pure a chiedere ai quadri di aiutarlo, peccato che ce l'avessero tutti con lui, da quando al terzo anno aveva pensato bene di ''abbellirli'' con il leone di Grifondoro.
''Mhm... ma io non sono già passato per di qua?'' si chiese, attraversando per l'ennesima volta il corridoio che portava alle segrete, in direzione dell'aula di pozioni. Era una sua impressione, o sembrava che ci fosse puzza di bruciato?
''E se prendessi questa strada? Male che vada, finisco alla Torre di astronomia''
''Tsk, a quanto pare sei sempre il solito idiota - fece una voce familiare alle sue spalle - Non dovresti essere a lezione di Difesa contro le arti oscure?''
Il viso del danese si illuminò.

''Norge! Che bello vederti!''esclamò, correndo ad abbracciarlo. Peccato che il Serpeverde lo bloccò, mentre lui aveva ancora le braccia a mezz'aria.
''Sai che odio essere chiamato così. E tieni a posto le mani, odio essere toccato''

''E' sempre bello vederti. Perchè mi eviti?''
''Io non ti evito. Non è colpa mia se siamo di due case diverse''
''Però è una fortuna - ammise Mathias - Altrimenti al mio primo anno mi sarei ritrovato nei guai. Te lo ricordi, Norge?''
L'altro sbuffò.
''Certo che me lo ricordo. Già da allora eri un'impiastro'' commentò, incrociando le braccia sul petto. Fu lo scarso senso di orientamento del danese che li fece conoscere, cinque anni prima...


Mathias si era perso. Ed era il suo primo giorno di lezione. Non andò nel panico, non sarebbe stato da lui. Era un fiero ed orgoglioso Grifondoro (anche se ancora non aveva ben capito la faccenda dello smistamento, ma ehi, stare in quella casa sembrava una gran figata), e doveva controllarsi senza sembrare una ragazzina...
Ok, non ci stava riuscendo. Era la terza volta che si ritrovava nelle segrete, e non aveva idea di come raggiungere i suoi altri compagni per la prima lezione di Trasfigurazione.

Beh, almeno poteva fare quattro chiacchiere coi quadri. La prima volta che li aveva visti animarsi sotto i suoi occhi, gli stava per venire un mezzo infarto. Ma alla fine aveva scoperto che erano simpatici, come i fantasmi. Avrebbe voluto fare delle foto e mandarle a sua madre, giusto per farle vedere quello che si perdeva. E dire che lei non aveva mai creduto, a differenza dell'ex marito, in cose come la magia o il soprannaturale. Per ironia della sorte, si era ritrovata con un figlio mago. C'erano voluti due giorni per farla riprendere dallo shock, dopo che Hogwarts gli aveva fatto recapitare la sua lettera con allegato gufo e inviato del ministero. E a Diagon Alley stava per svenire. Semplicemente era troppo per la sua povera mente babbana.
''E se provassi a scendere?''
''Non te lo consiglio - lo fermò un ragazzino del primo anno , proprio come lui. Solo, sulla sua divisa c'erano dei colori diversi, al posto del rosso e dell'oro, c'erano il verde e l'argento - Lì finiresti nei dormitori di Serpeverde''
''E tu chi sei?''
''Mi chiamo Lukas. Tu, piuttosto, che ci fai qui?''
''Cercavo l'aula di Trasfigurazione''
Lukas rimase in silenzio per alcuni istanti, poi disse: ''Ti accompagno io''
''Davvero?''
''Si - rispose, chiudendo il libro che stava leggendo - Mi stavo annoiando''
''Ma tu non dovresti stare a lezione?''
''Dovrei, si... lezione di volo congiunta tra Tassorosso e Serpeverde. Purtroppo, la professoressa ha dovuto accompagnare un ragazzo in infermeria, per cui la lezione è stata annullata. Dunque, posso starmene un po' tranquillo prima della prossima lezione''
Lo sguardo di Mathias si illuminò: ''Ci sono anche le lezioni di volo, qui? Wow, è una figata pazzesca!''
''Da questo devo presumere che tu sia un nato babbano...''
''Beh, c'è qualche problema?''
''No, sei solo irritante come qualsiasi altro Grifondoro''
Lukas aiutandolo a trovare la strada per l'aula di trasfigurazione, quel giorno commise un grave errore. Non lo poteva sapere, ma il danese da quel giorno in poi gli sarebbe sempre ronzato attorno. Sempre.

 

''Ma noi abbiamo Difesa contro le arti oscure insieme!'' esclamò allegro Mathias, prendendo l'altro per un braccio. Lukas lo fulminò, e sembrava sul punto di prendere la sua bacchetta e schiantarlo. Poi ci avrebbe pensato a quale scusa avrebbe usato con i professori.
''Non.Toccarmi''
''Ci andiamo insieme?'' gli chiese il danese, incurante di quanto il Serpeverde gli aveva detto e del suo sguardo omicida.
Tutti i Grifondoro avevano un tale sprezzo della loro vita?
''Va bene - rispose, staccandosi da lui - Ti accompagno io. Ma prova a toccarmi un'altra volta, e ti giuro che ti faccio andare come ospite d'onore alla festa di complemorte di Nick quasi-senza testa''
''In realtà, ci sarei già andato durante il mio secondo anno - fece il Grifondoro - Meno male che Ber mi conservò un po' di cibo, altrimenti temo che sarei rimasto digiuno. No, le feste dei fantasmi è meglio evitarle''
''Forse non hai capito cosa intendevo... - ma guardando Mathias in faccia, capì che era inutile cercare di spiegargli la sua minaccia - Lascia perdere, è meglio. Andiamo, non so per quanto non si accorgeranno della nostra assenza''
 

 

La sala comune dei Tassorosso era, come suo solito, piuttosto tranquilla. C'era il solito via vai di gente che andava e veniva, dalle camere o dai corridoi del castello, ma niente di più. Tutti erano immersi nel quasi totale religioso silenzio. Ed era in questa pace che un ragazzo coi capelli biondi e lunghi e gli occhiali sugli occhi celesti cercava di concentrarsi per eseguire un incantesimo di appello.

Punto la bacchetta e mormorò con la sua voce a malapena udibile: “Accio”

Un libro ad un tavolino a pochi metri di distanza traballò un po'. Uno dei bambini del primo anno aprì gli occhi sorpreso e il giovane lo vide mormorare: “Il libro si è mosso in quella direzione, ma lì non c'è seduto nessuno”

Matthew Williams sospirò esasperato. Non era insolito che gli altri lo trattassero come se non esistesse, succedeva già prima che incominciasse quella scuola assieme al gemello Alfred, e ormai ci aveva fatto il callo, ma continuava comunque a trovarla una cosa irritante.

Si buttò depresso sulla poltrona e mormorò tetro osservando la bacchetta: “Ma perché non vuoi collaborare?”

“Magari non sei abbastanza deciso”

Il canadese sobbalzò per poi vedere una ragazza con dei capelli biondi corti che gli sorrideva gentile. La spilla con la P di prefetto splendeva sul petto prosperoso.

“Enkaterina, ciao - disse arrossendo alla vista della ragazza - Come va?”

“Come al solito. Posso sedermi? - il ragazzo annuì - Grazie. Dicevo, come al solito, anzi peggio. Visto che quest'anno ho i MAGO, la tensione è alle stelle e i professori continuano a ripeterci che dobbiamo dare il massimo”

Pareva giù di corda, quindi il ragazzo si sporse in avanti: “Vedrai cha andranno bene. Tu sei una bravissima studentessa”

“Grazie - mormorò la giovane arrossendo appena a quel complimento - Ma non parliamo di me. Piuttosto ti serve un aiuto per Incantesimi?”

“Ehm, sì. Non mi riescono quelli di appello”

La ragazza sorrise materna prima di prendere il libro: “Dammi, che così ti spiego”

A sentire quelle parole Matthew non potè che sentirsi colpito, perché erano le stesse che usò in occasione del proprio primo incontro.

 

“Andiamo: diventa un fiammifero!”

Matthew guardò intensamente lo spillo, come se fissare male l'oggetto potesse avere lo stesso effetto che puntargli contro la bacchetta e imporgli l'ordine di cambiare forma.

Alla fine rinunciò, e, sempre guardandolo male, sfogò la sua rabbia: “Ti odio”

“Non dire così, poverino. Finirà per restarci male”

Il ragazzo sobbalzò. Si voltò e vide una ragazza con in mano dei libri che gli sorrideva. Il biondo si guardò intorno e, accertatosi che non ci fossero effettivamente altre persone a parte lui lì introno, si puntò il dito sul petto e chiese dubbioso: “S-stai parlando con me?”

“Beh, sì. Perché? Ho fatto qualcosa di male? Non dovevo? Oddio, mi dispiace scusa, non volevo!”

Il ragazzo la fissò perplesso mentre lei continuava a scusarsi prima di fermarla: “No no, scusami tu. Non intendevo nulla del genere, tranquilla. È solo che... ecco io non sono un tipo che ha molta visibilità, se così si può dire. Sono uno che gli altri notano di rado, per questo mi sono sorpreso”

La ragazza si asciugò delle lacrime ( << Però, è davvero ipersensibile >> pensò Matthew ) prima di tornare a sorridergli: “Ok, scusami per la scenata”

“Fa-fa niente. A proposito io sono Matthew Williams, primo anno”

“Enkaterina Cerneko, vado al quarto anno - si presentò lei per poi sedersi sulla poltrona di fronte a lui - Allora, avevi problemi con Trasfigurazione?”

“Beh, ecco... sì”

La ragazza allora gli prese gentilmente il libro dalle mani: “Dammi, che così ti spiego”

Nel afferrare il volume gli sfiorò le dita e Matthew sentì che aveva un tocco caldo e delicato.

La ragazza allora si mise a spiegargli i vari passaggi e alla fine il canadese riuscì con successo a trasformare il proprio spillo in un fiammifero.

“Uao, grazie! Finora non c'ero mai riuscito”

“Fa nulla”

Si sorrisero per poi distogliere imbarazzati gli sguardi l'uno dall'altra. Non se ne erano resi conto, ma quel occasionale incontro finì per diventare la base per una cosa più solida dell'amicizia.

 

“... e infine devi essere concentrato. Ma, ehi Matt? Matt, mi ascolti?”

Il biondo fu riportato alla realtà e vide la ragazza che lo osservava apprensiva. Leggermente rosso si portò una mano dietro la testa e fece un sorriso di scuse: “Perdonami, stavo pensando al nostro primo incontro”

La ragazza allora si rilassò: “Grazie al cielo, temevo di annoiarti”

“Figurati, sei molto brava a spiegare. Ora però, per favore, mi potresti ripetere come si fa?”

L'ucraina rise di fronte alla sua espressione: “Ma certo. Ricordati: se avrai bisogno di aiuto, io per te ci sarò sempre”

E rimasero lì, immersi in libri e ricordi ignari dell'esterno.

Poco distanti due ragazze li fissavano.

“Che dici, prima o poi se ne accorgeranno?” domandò Mei all'amica.

“Mah, forse. Spero solo che facciano in fretta - commentò Kim - Sono quattro anni che non fanno che rivolgersi sguardi languidi l'uno all'altra, e gradirei che Matthew la smettesse di esibirsi in teatrali sospiri e ogni volta che pensa a lei e siamo a lezione”

“Io trovo che siano teneri” mormorò Mei mentre si domandava sognante se prima o poi anche lei e Kiku si sarebbero comportati così.

 

 

Romano si sistemò un ultima volta la divisa da Cercatore. Avrebbe preferito starsene a dormire, ma purtroppo un certo spagnolo traditore l'aveva tirato giù dal letto urlandogli: ''Oggi inizia il campionato di Quidditch!''

A Romano non poteva fregar di meno del Quidditch o del campionato. Per lui, potevano tutti andarsene al diavolo. Purtroppo, il Cercatore dei Serpeverde si era diplomato l'anno scorso, e quell'ebete di Antonio, in qualità di capitano della squadra, si era ricordato di quella mancanza solo quel giorno. Tipico di lui, insomma.

''Che cazzata immane... ma perchè io?''

''Perchè sei veloce! - esclamò allegro Antonio, mettendogli una mano sulla spalla - Ti ho visto volare, sai? Saresti un perfetto Cercatore''

''Imbecille, non mi sono neppure mai allenato con voi!'' gli ricordò l'italiano, rosso per il complimento. Non era abituato a riceverli.

''Ma ce l'hai nel sangue, come Potter. Sei perfettamente in grado di affrontare una partita, con o senza allenamento''

''Che ne sai? Potrei anche farvi perdere''

Lo spagnolo ammiccò, e disse: ''Tu? Assolutamente no. Sarai la nostra carta vincente, mi amigo''

''Tu sei troppo positivo''

''E tu troppo negativo. Guarda che mi ricordo come recuperasti tuo fratello al secondo anno, sai? Fosti semplicemente grande''

Ecco come era iniziata la fissa di Carriedo per farlo entrare nella squadra di Quidditch dei Serpeverde: fu colpa di Feliciano e della sua paura delle altezze.

 

Romano sbuffò, alzando la testa verso l'alto: ''Minchione, ora tu mi dici come hai fatto!'' esclamò, adirato.

Va bene, erano maghi e certi incidenti strani potevano capitare. Poteva succedere che ti ritrovavi vestito da ragazza, quando in realtà avevi messo i tuoi soliti vestiti solo perchè avevi provato il desiderio di cambiare stile. Poteva anche succedere che diventavi improvvisamente più alto, solo perchè eri stanco che tutti si sorprendessero di sapere la tua età.... Ma come cazzo facevi a finire appeso per la divisa su uno dei rostroni del castello?

''Ve... non lo so, fratellone. Io ho solo provato ad usare la mia scopa nuova, prima della lezione di volo''

''Bella idea del cavolo, proprio''

''Ti prego, vienimi a prendere... non so per quanto resisterò appeso quassù''

''Tsk, ho capito... lascia fare a me...'' borbottò il maggiore, prendendo la sua scopa. Anche se non lo dimostrava, ci teneva a suo fratello e non avrebbe mai permesso che gli succedesse qualcosa di brutto.

''Aspetta ancora un po' Feli, arrivo io...''

''Fratello... aiuto!!!''

Alla fine il tessuto della divisa non aveva più resistito, e si era strappato. Feliciano rischiava di schiantarsi al suolo, ma suo fratello, vuoi la paura, vuoi per abilità, fu più veloce. Lo intercettò a mezz'aria e gli prese la mano, salvandolo. Tirarono insieme un sospiro di sollievo, per lo scampato pericolo.

''Ve, fratellone... e adesso come farai a scendere? Puoi usare solo una mano''

''Guarda e impara, pivello''

Con la stessa maestria con cui era riuscito a salvare il minore, Romano riuscì a planare dolcemente, facendo scendere a terra Feliciano.

''Wow! - esclamò Antonio, che aveva assistito a tutta la scena - Sei stato grande''

''Che cazz... e tu da dove sei uscito?''

''Uhm... scusa, passavo di qui e... ma non pensare a perchè mi trovassi qui! Piuttosto, sai che sei un fenomeno a volare?''

''Cazzate'' commentò l'italiano, scendendo dalla sua scopa e porgendola al fratello minore. Si stava avviando verso le segrete, venendo però tallonato dall'altro Serpeverde: ''Hai un talento unico per il volo!''

''Si, e tu hai un talento unico nel rompere le palle''

''Hai mai pensato di entrare a far parte della squadra di Quidditch dei Serpeverde? Ti vedrei bene come Cercatore!''

Non importava quante volte Romano rifiutasse, Antonio ogni anno gli faceva sempre la stessa proposta. Iniziò così la loro strana amicizia. E finalmente al sesto anno, l'italiano accettò. Ma solo perchè il bastardo spagnolo era a corto di giocatori, e non c'era il tempo materiale per trovare un altro Cercatore.

 

''Alla fine ci sei riuscito, bastardo - commentò Romano, mentre vedeva gli altri membri della squadra in fermento - Sei riuscito a farmi entrare in squadra''

''Sono molto persuasivo''

''No, sei solo molto rompicoglioni. Sia chiaro, questa sarà l'unica partita a cui gareggerò. Poi dovrai trovarti un altro Cercatore. Vedi cosa devi fare, idiota. Perchè sicuramente io non mi metto a rischiare l'osso del collo per ste cazzate''

''Uhm.. nemmeno nel caso tu riuscissi a soffiare la coppa a Corvonero?''

Ecco che veniva fuori il lato Serpeverde di Antonio. Nessuno, vedendolo sempre sorridente, l'avrebbe messo tra le serpi. Anzi, c'erano volte in cui l'italiano sospettava che quando l'aveva smistato, il cappello parlante fosse strafatto di burrobirra o di qualche altra diavoleria babbana che suo nonno aveva voluto provare. Ma c'erano tante altre volte in cui capiva che no, il cappello non si era affatto sbagliato. Antonio, quando voleva, era un dannato manipolatore. Ed era molto competitivo.

''Che cazzo me ne frega di Corvonero?''

''Non lo sai chi è uno dei membri della squadra, quest'anno? E' Ludwig.''

Voleva fare la parte dell'indifferente, davvero. Non voleva dare la soddisfazione all'altro di dire ''visto, io ti conosco molto bene.'' Ma non ci riuscì. Era più forte di lui. Odiava il crucco, specie quando lo vedeva con suo fratello.

''Io gli spacco la faccia...''

''Uhm... questo no, mi amigo. Però, pensa che potresti stracciarlo''

Era un'opzione troppo allettante.

''Oggi la partita è contro Corvonero?''

''Esatto''

Bene, non gli serviva sapere altro: ''Dammi la mia scopa. Farò vedere a quei secchioni chi è che comanda, qui''

''Ehm... mi spiace dirle, signor Vargas, che oggi non avrete occasione per poter dimostrare le vostre abilità in campo''

Il vicepreside, il professore Beilschmidt , entrò negli spogliatoi di Serpeverde con espressione seria.

''Cosa? Perchè?''

''La partita di oggi è stata cancellata - spiegò il tedesco - Dovete riunirvi tutti in Sala Grande. Subito''

''Cancellato? - chiese Antonio - Ma il Quidditch non può essere cancellato''

''Invece sì. Vi conviene sbrigarvi, prima che arrivino''

I due ragazzi si fissarono: ''Arrivino? Chi?''

''Lo saprete tra poco... adesso, muovetevi. Il preside vi sta aspettando''

Romano sospirò pesantemente. Ecco, per una volta che poteva prendersi una piccola vittoria sullo stupido crucco, e subito annullavano la partita. Poi dicevano che uno non si doveva incazzare. Antonio, invece, sembrava averla presa bene: ''Non è andata così male - commentò raggiante - Almeno finalmente ti ho visto con la divisa della squadra. Stai una favola, lo sai?''

''Eh? Idiota, ti sembrano cose da dire a un'altro ragazzo?''

L'altro fece spallucce: ''Non posso neppure più dire la verità?''

L'italiano voleva morire in quel momento. Ma non seppe dire se per l'imbarazzo o per la felicità.

 

 

La Sala Grande era in fermento. Interrompere una partita di Quidditch era un evento a dir poco epocale. L'ultima volta che era successo, fu ai tempi del Prescelto, Harry Potter. E la partita venne interrotta perchè era stato ritrovato uno studente pietrificato. Ora, il Basilisco era morto da un pezzo, nessuno degli studenti parlava serpentese e non c'erano diari posseduti in giro per la scuola. Dunque, doveva essere successo qualcosa di altrettanto grave per spingere il preside, Cesare Vargas, a radunarli tutti.

L'interruzione della partita di Qudditch aveva provocato varie reazioni: Romano era ancora irritato per la sfumata possibilità di umiliare in campo Ludwig, Feliciano era sollevato, dal momento che non aveva dovuto scegliere quale squadra tifare, dato che non voleva offendere nè il fratello nè il migliore amico, Arthur si mostrava indifferente, anche se doveva sopportare gli strepiti di Alfred e Kim, che discutevano su chi avrebbe potuto vincere e non ammettevano il pareggio nella loro sfida.

''Ragazzi - la voce del preside riportò l'ordine (relativo) nella sala - So che vi ho fatto convocare qui con così poco preavviso... ma anche noi ci siamo ritrovati di fronte a una gran bella sorpresa. Non eravamo preparati di fronte a un simile evento...''

<< Simile evento? >> pensò Ludwig, ancora con la divisa da Battitore di Corvonero.

<< Sorpresa? >> fu il pensiero di Mathias, con un occhio nero fattogli da Lukas dopo che il danese aveva avuto l'ardire di abbracciarlo un po' troppo a lungo.

<< Esagerato - pensò Yao - Sembra che stia per scoppiare una nuova guerra dei maghi >>

''Chi legge la Gazzetta del profeta, sicuramente saprà dell'evento che si sarebbe dovuto tenere nella prestigiosa scuola di Durmstrang... Il torneo Tremaghi''

Silenzio generale. Al preside era sempre piaciuto creare un po' di suspance. Cosa che risultava tutt'altro che gradita al resto del corpo docente, in primis il professore di Trasfigurazione.

“Sono lieto di informarvi - riprese l'italiano, sentendo lo sguardo ostile del tedesco - Che al Ministero c'è stato un piccolo cambio di programma. Ad ospitare il torneo, sarà Hogwarts''

La sala comune esplose in urla di gioia. Tutti, Serpeverde, Corvonero, Grifondoro e Tassorrosso erano emozioni all'idea di poter vedere dal vivo una competizione tanto prestigiosa come il Torneo Tremaghi.

''Il magnifico sarà il campione!''

''Te lo scordi, Gil. Sarò io''

''Rosso, tu non ti impicciare''

Arthur era piuttosto scettico. Il Ministero come poteva fare un errore tanto grossolano?

''Ve... Lud, te l'ho detto. Secondo me tu potresti essere un grande campione''

Il tedesco arrossì: ''Nein, Feliciano. L'ultima cosa che voglio è dover rischiare la vita per una competizione semi mortale''

''Attento, Bruder - gli disse Gilbert, avvicinandosi al tavolo dei Corvonero - Considerato che sei il fratello del magnifico, e nipote del vice preside, le possibilità che tu venga scelto sono altissime''

''Lo stesso discorso dovrebbe valere per me e Feliciano, idiota - intervenne Romano - Siamo i nipoti del preside, dunque il giudice potrebbe scegliere uno di noi due per fare un favore al vecchio''

''Oppure perchè vuole farvi fuori''

''Grazie Arthur, tu sì che sei sempre positivo''

L'inglese scrollò le spalle: ''Dico solo la verità. Vi ricordate di Cedric di Tassorosso?''

“Vabbè, lì fu per via di un intervento esterno - liquidò la cosa l'albino - Questa volta non morirà nessuno''

''Ma chissà chi è il giudice'' disse Feliciano, curioso.

Il biondo scosse la testa: ''Non lo voglio sapere. Io non parteciperò, poco ma sicuro. E' una sfida ad ogni buon senso''

''I giovani d'oggi - commentò Nick quasi-senza testa - Non amano più l'ebrezza della sfida''

'' Nick? Ma non dovresti essere con i Grifondoro?''

''Mhm... credo che sia venuto per me - intervenne Kiku - Venga, signor Nick. Ho delle foto che potrebbero interessarle''

'' Lud, tu sai...?''

''Lo vuoi veramente sapere?''

'' Ragazzi - li richiamò Cesare - So quanto siete emozionati, ma i nostri ospiti arriveranno domani. Per oggi, le lezioni sono annullate. Così come anche la partita. E se sento qualcuno lamentarsi, lo trasformerò in un bel furetto e lo darò a mastro Gazza per tutta la durata del torneo''

''Finalmente una punizione come ai bei vecchi tempi. Questo preside mi piace sempre di più''

Alla fine della giornata, furono dieci gli studenti trasformati e portati nell'ufficio del preside (Cesare non era poi tanto crudele da affidarli a Gazza), e tutti rientrarono nei propri dormitori, curiosi di sapere chi sarebbe stato il fortunato campione di Hogwarts.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore (solo uno ma qualunque complimento che farete sarà accettato di buon grado da entrambi):

Ehilà gente, ed eccoci qui con il secondo capitolo della nostra AU!

Vi avviso che la data degli aggiornamenti sarà ogni domenica, per questa settimana è saltato perché domani potrei avere un impegno e ho preferito aggiornare oggi.

Allora, che ne pensate? Il torneo Tremaghi: uno degli eventi più epocali della storia di Hogwarts. Immagino che sarete curiosi di sapere che cosa succederà, ma soprattutto vorrete sapere chi saranno i tre campioni e chi farà parte delle altre due scuole.

All'ultima domanda posso solo darvi un indizio: se leggete davvero con attenzione il capitolo e lavorate un po' di fantasia troverete subito la risposta.

Infine sappiate una cosa: i fantasmi sono shippers, e nei prossimi capitoli avrete modo di capire quanto lo sono.

Ora vi metto meglio anno e casa degli studenti che sono apparsi nel corso del capitolo e che affiancheranno i nostri cari protagonisti (alcuni li ripeterò dallo scorso capitolo):

 

Lituania – Tassorosso, 4 anno

Polonia – Tassorosso, 4 anno

Danimarca (Mathias) – Grifondoro, 5 anno

Norvegia (Lukas) – Serpverde, 5 anno

Canada – Tassorosso, 4 anno

Ucraina (Enkaterina) – Tassorosso, 7 anno

Sud Italia – Serpeverde, 6 anno

Spagna – Serpeverde, 6 anno

 

E credo di averli detti tutti. Ah, poi volevo fare una precisazione sull'elenco della volta scorsa: per sbaglio avevo scritto Grecia – Corvonero, 4 anno, ma Hercles non va al quarto bensì al 6 anno di Corvonero. Perdonate la svista.

Poi un'ultima cosa: per impedire che mi vengano attribuiti onori non miei vi scriverò chi tra me e la mia stimata collega ha scritto le varie parti in questo e nel capitolo precedente (le varie idea, ci tengo però a precisare, sono frutto di entrambi):

Capitolo 1: introduzione, momento FrUk, momento Sufin sono da attribuirsi a Lady White Witch

Momento GerIta, momento AmeViet, finale sono da attribuirsi al sottoscritto

Capitolo 2: introduzione, momento LietPol, momento CanUkr sono da attribuirsi a me

Momento DenNor, momento Spamano, finale sono da attribuirsi a Lady White Witch

Spero che abbiate letto con piacere il capitolo, ci vediamo alla prossima, bye!!!!!!

   
 
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