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Autore: Malanova    05/09/2015    1 recensioni
Come non detto ... QUESTA STORIA E' IN FASE DI MODIFICA!
Anno 1992. Un gruppo di otto ragazzi, provenienti da diverse parti del mondo, verranno catapultati a Digiworld per salvarlo dai Hacker e riportare la pace nel mondo digitale ... Ci riusciranno oppure il Mondo Digitale è destinato a soccombere? Detto questo; vi auguro buona lettura e scusatemi ancora ... Alla prossima!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gennai era inginocchiato sulla sabbia, resa fangosa dalle onde oceaniche che si infrangevano sulla costa a intervalli regolari. I suoi occhi fissarono un punto qualsiasi davanti a loro ma la mente era da tutt’altra parte. Era accaduto tutto così … non sapeva neanche spiegarselo. Il tempo si era fermato, egli stesso ne fu vittima, per un lungo minuto. Poi un lampo gli aveva balenato gli occhi e lo avevano reso temporaneamente cieco. Quando riprese la vista e si accorse di cosa era successo aveva gridato dalla rabbia fino a che la sua voce divenne un rantolo e infine si spense. Aveva fallito e … aveva mentito a sé stesso e a quei poveri ragazzi. Il suo compito era quello di guidare e proteggere i Bambini prescelti fino a quando non sarebbero stati pronti ad affrontare il crescente potere dei Hacker ma la scoperta di alcuni piani di quest’ultimi offuscò i loro occhi e sia lui che Piximon decisero di accelerare i tempi. Si era detto che non potevano fallire, che erano i ragazzi della Profezia quindi … quanto era stato ipocrita. Il silenzio regnava assoluto, solo rotto dalle onde che imperterrite si ritiravano dalla spiaggia per poi infrangersi di nuovo sulla sabbia. I Bambini Prescelti erano scomparsi.

Un’ora prima …

“SCARICA ELETTRICA!”. Dalla bocca aguzza di Betamon fuoriuscì una sfera di fulmini, che colpì alla gamba uno dei Digimon Infettati, Greymon. Il Dinosauro ruggì, più per l’irritazione che per il dolore, ma lo fece ugualmente cadere su un ginocchio. Palmon approfittò di quel momento per prendergli le corna con le sue “LIANE AVVOLGENTI” in modo che poi Goblimon potesse finirlo con un colpo alla nuca con un colpo di clava. Però il Digimon di livello Campione si rivelò troppo forte: non solo lui riuscì a liberarsi del Digimon Pianta con una scrollata della testa; ma diede un poderoso colpo di coda ai altri due, scagliandoli all’indietro per mezzo metro.

Luisa, vedendo Palmon accasciato a terra, lanciò un urlo “Palmon!” “Attenta!” gridò Vladimir. L’italiana si voltò e … una raffica di proiettili sparati da uno dei Gargomon formò una scia puntellata sulla sabbia per poi colpirla alla spalla. Ella si piegò da un lato, soffocando un gemito di dolore mentre il sangue le scorreva lungo la manica per poi sgocciolare dalle dita. Guardò il Digimon Coniglio avanzare verso di lei, con l’arma puntata contro e un sorriso malefico sulle labbra pelose. Il dodicenne russo voleva correre a salvarla ma fu placcato da un Garurumon, che gli artigliò la schiena con una feroce zampata e con la stessa lo bloccò a terra, facendo sempre più pressione. Neanche gli altri se la stavano passando bene: Kwaku cercava di tener testa ad un Apemon e riuscì a bloccargli le braccia ma non aveva fatto i conti con i potenti piedi prensili, che gli sferrarono violenti pugni contro lo stomaco. Hu cercava di evitare un altro Garurumon di azzannargli il collo tenendogli con difficoltà le fauci semi aperte con le mani, anche se si stava ferendo le dita con i denti del Digimon Lupo. Jean e Ania cercavano di difendere Midori da tre Ankylomon. James era tra le grinfie di un Peckmon, che gli teneva la testa in una zampa e stringeva con forza.

Patamon, sconfitto dallo stesso Digimon Pennuto, aprì l’occhio sano e guardò il suo Master con dolore “James …” mormorò “Io … Devo salvare …”. Si mise faticosamente a svolazzare e gridò “BOMBA D’ARIA!”. La sfera lo mancò di pochi centimetri ma fece infuriare Peckmon lo stesso. Lasciò in pace il Digi Prescelto e si scagliò contro Patamon. “BADABOOM!” urlò Impmon mentre Hagurumon stava alle sue spalle e lanciava i suoi “Ingranaggi”. Erano da soli contro dieci Wendigomon e stavano esaurendo le loro forze. Anche perché, il Digimon Folletto teneva stretta a sé Salamon, svenuta, e doveva combattere con un braccio solo. L’aveva tratta in salvo da un Togemon particolarmente aggressivo dandogli fuoco, l’unico Digimon di livello Campione che era stato sconfitto. Hagurumon era preoccupato per la sua Prescelta e voleva correre da lei immediatamente ma la logica gli diceva che se avesse lasciato da soli i suoi compagni; Impmon sarebbe stato spacciato. E non poteva far niente l’ID, preso a combattere contro l’Hacker senza esclusioni di colpi, attento alla sua magia ma cercando di colpirlo con qualche mossa di Kong fu Si voltò verso Midori e … La bambina era stata infine raggiunta da un Ankylomon e stava per infierirle un micidiale colpo dalla coda simile a una gigantesca mazza ferrata. La piccola nipponica strillò e Hagurumon fece lo stesso “Midori-san!”.

Una luce intensissima provenne dai Digivice dei ragazzi e dai corpi dei loro Digimon. Era un’energia molto potente, che se ben assimilata avrebbe raso al suolo i loro nemici ma … “E’ troppo forte … Non riesco a contenerla …” gemé Impmon, mettendosi su un ginocchio. Anche gli altri si ritrovarono a lottare. La luce gli stava facendo sgretolare i loro corpi, provocando un intenso dolore anche ai otto ragazzi. Poi essa si intensificò ancora di più, ricoprì il campo di battaglia e … scagliò i Digi Prescelti e i loro compagni in direzioni diverse.

Presente.


Savana Meccanica:

James e Jean si guardarono in giro, cercando di ragionare con calma. Si ricordavano perfettamente che stavano avendo la peggio all’imboscata dell’Hacker al Capo Del Vagabondo; ma c’era anche una luce intensa che sprigionava dai loro Digivice e … si erano svegliati nel bel mezzo del posto più isolato del Mondo Digitale, solo loro due e i loro partner. Le ferite erano guarite quasi del tutto ma si sentivano ancora spossati. I pali del telefono, sparsi qui e là, sembravano tanti crocefissi ed il terreno era così duro da sembrare fuso con una immensa lastra di ferro. Non avevano con sé né cibo né acqua. Lo dovevano ammettere: erano finiti nella merda fino al collo.

Impmon si arrampicò fino alla cima di uno dei pali e scrutò l’orizzonte. Nonostante i suoi occhi potessero vedere diverse miglia di distanza; non riuscì a vedere niente che potesse essere utile così tornò giù dal suo Master “Mi dispiace Jean ma qui intorno non c’è niente … Consiglierei di accamparci qui fino a che non …” “Non ho intenzione di dormire all’agghiaccio!” protestò James “Ci sarà da qualche parte un albergo oppure mi accontento anche di una misera trattoria …” “Ehi, che idea! Aspetta che prendo dalla fessura delle mie chiappe una bacchetta magica ed esprimo il tuo desiderio …” ironizzò il francese facendo la voce femminile. Poi tornò serio e urlò “Ma ti sei bevuto il cervello?!? Con tutto quello che abbiamo passato; tu stai a pensare a un letto? Dovresti baciare ogni centimetro di questa landa ed essere grato di poterlo fare! Stavamo morendo laggiù e tu hai il coraggio di fare lo schizzinoso?!?”.

Patamon guardò il suo Master e poi guardò Jean gonfiando le guance. Quel ragazzino odioso … Come si permetteva di trattare James in quella maniera? Sarebbe andato lui lassù a vedere ed, sicuramente, avrebbe trovato un edificio che facesse a caso suo. Fece per innalzarsi quando un crampo lo fece cadere subito a terra. Gemette dal dolore mentre un ala si contorceva e tremava. Il suo Master lo guardò perplesso “Patamon, cosa ti succede?” “Non … riesco più … a volare …” “Bravo cretino … Non abbiamo recuperato del tutto le forze e volevi arrivare fin lassù …” borbottò il Digimon Folletto pestando un piede per terra e incrociando le braccia “Perfino io ho fatto una faticaccia …”. Il Digimon Volante si sentì morire di vergogna. James lo fissò a lungo, senza muovere un muscolo, poi fece un sospiro esasperato, si sedette a terra, lo prese e lo poggiò sulle sue gambe. Con una mano andò a massaggiargli la base dell’orecchie, prima con rudezza ma poi i suoi gesti si fecero più gentili “E’ il sinistro quello che ti fa male?”. Patamon annuì e i massaggi del suo Master si fecero ancora più delicati sull’orecchio in questione. Era così raro che James lo riempisse di attenzioni … Si stese su un fianco e chiuse gli occhi, godendosi quel raro gesto di affetto.

Quando si addormentò con un piccolo sorriso sulle labbra; il ragazzino inglese smise di massaggiargli l’orecchio. Li sentiva, Jean e Impmon, parlottare tra loro ed era consapevole che stavano ridendo di lui. “Siete due grandissimi …” “Dai, James, non te la devi prendere!” ribatté il francese con un sorriso “Ora posso dire ai altri che in fondo un’anima ce l’hai!” “… Stronzi!”. I due si misero a ridere sguaiatamente ma si fermarono quando … “Lo sentite anche voi?” domandò Impmon ai altri. I ragazzi tesero l’orecchio e dissero all’unisono “Sembra un …”. WROOOON.


File City:

Nel bel mezzo della piazza illuminata dalle luci al neon dai colori sgargianti; Midori e Kwaku si erano seduti ai piedi di un gigantesco obelisco di marmo pieno di scritte e graffiti. La bambina cincischiava con il suo Digivice, cercando di far attivare la ricetrasmittente che l’avrebbe fatta contattare con loro compagni perduti mentre Kwaku fissava con rabbia e sconcerto la folla di Digimon che se ne andavano in giro per i vari locali, ridendo ubriachi oppure flirtando con Digimon femmine dalle forme provocanti. Lui ed Hagurumon avevano tentato fino a qualche momento fa di chiedere qualche informazione a dei gruppetti di passaggio ma ognuno di loro li avevano scacciati in malo modo oppure avevano tentato di toccare la giapponese in modo lascivo, tanto che l’indiano era arrivato a storcere un braccio ad uno ed erano stati costretti a scappare. Come era possibile essere sbucati nel mezzo di una città così tecnologica? Che cosa era successo alle loro ferite? Cos’era quella luce? “Credo che siamo finiti nella zona della città dedita ai casinò e ai locali notturni … Il Dynasmon che l’ha fondata a fatto si che la notte fosse eterna, in modo che i locali siano sempre aperti …” aveva supposto Midori, dopo una fugace occhiata alla città. Il ragazzino annuì, intimorito che sapesse tutte quelle cose. Rimase a guardare l’orlo della sua tunica, silenzioso.

Goblimon, invece, se ne stava sdraiato sul bordo dell’obelisco con aria molto annoiata e borbottando “Peccato che non abbiamo qualche Digi Credito … Ho sentito da un Aquilamon che questa parte di File City ha una gran vastità di locali strepitosi …” “Come ti possono venire in mente queste cose?!? Ti rendi conto in che situazione ci troviamo?”. Il Digimon Verde si pulì i denti con l’unghia e rispose “Certo! Altrimenti non avrei detto quelle cose …” “GRRR …”. Dopo aver guardato a lungo i gesti della sua Master; Hagurumon mormorò “Comunque sia non possiamo rimanere qui: attiriamo un po’ troppa attenzione con le vostre tuniche e nei dintorni potrebbero esserci degli Infettati oppure qualche Hacker …”. L’indiano annuì “Ben detto Hagurumon … Meno male che c’è qualcuno che la pensa come me e non con il suo Digi Steroide …”. Goblimon fece una smorfia stizzita e sputò a terra. Midori spalancò gli occhi ed esclamò, allegra “Ragazzi, forse ci siamo! Credo di aver capito come attivare i nostri Digivice in modo da diventare delle ricetrasmittenti …”. Mentre lo diceva aveva teso la mano verso il compagno.

Sotto di essa si aprì un tombino ed un gruppetto di dieci Numemon si scagliò sull’arto della bambina e le rubò l’apparecchio. La giapponese squittì di paura. I Digimon Mollusco sghignazzarono maligni e si stavano ritirando nelle fogne, veloci come erano apparsi e facendo gestacci contro di loro. “Rigurgiti di glich andati a male! Come osate insultare il Grande Goblimon?!?”. Il Digimon Verde fece un balzò brandendo minacciosamente la sua clava ma l’ultimo di quei Lumaconi richiuse il tombino ed egli andò a sbatterci la faccia contro “Bacia la scia della mia bava, SUCKER!”. Hagurumon domandò “Midori-san, stai bene?”. La nipponica annuì ma poi scoppiò a piangere “H- Hanno preso il n- nostro Digivice! Ora come farò a farti evolvere? Come farò a trovare g- gli altri? Mi sento così stupida …”. Singhiozzò, senza freni, finché non sentì qualcosa che le accarezzò la testa. Sollevò lo sguardo e vide Kwaku guardarla con dolcezza. Le sorrise e disse “Non devi darti della stupida mai più … Non è stata colpa tua ma di quei mostriciattoli che te lo hanno rubato …” “Se mi capitano sotto le mani giuro che userò la mia clava per spaccargli la testa!” si indicò il mento e piagnucolò “Guardate cosa hanno fatto al mio bellissimo viso! Passeranno le pene dell’inferno per questo!”. Kwaku e Hagurumon lo guardarono talmente male che si affrettò a dire “E poi rubare dalle mani di una bambina … Che atto da vigliacchi …”. Lo disse in tono poco convinto ma gli altri lasciarono correre. Il ragazzino le porse il suo Digivice e disse “Usa la tua sorprendente abilità nel far funzionare gli oggetti. Attiva la ricetrasmittente del mio ed usiamolo per trovare il tuo …”. La bambina lo guardò nei occhi e annuì, determinata.

Midori fu l’ultima a scendere dalla scaletta che conduceva alle fognature, aiutata dal fedele Hagurumon. Intanto Kwaku teneva d’occhio il suo Digivice, dove una freccetta rossa lampeggiava sullo schermo e indicava un tunnel buio e umido. Goblimon socchiuse gli occhi e sbraitò “Merda! Non dovremo infilarci davvero lì dentro?!?” “Il gruppo di Numemon si è diretto in quella direzione … Non abbiamo altra scelta …” rispose l’indiano guardandolo storto “Però la mia gola ne risentirà parecchio …” piagnucolò il Digimon Troll ma poi i suoi occhi si posarono sulla bambina e vedendola così abbattuta sbottò “Ah! Non posso sopportare la vista di una bimba così carina con quel faccino triste … Diamo una volta per tutte una lezione a quei bastardi!” ed si addentrò nella galleria. L’indiano alzò gli occhi al cielo e con un sospiro incitò la nipponica a seguirlo. Ma non avevano fatto neanche quattro passi che notarono due occhi gialli che li fissavano nell’oscurità. Kwaku si mise in posizione d’attacco, imitato dal suo Digimon “Chi sei? Fatti vedere!”.


Ristorante di Digitamamon:

Un piatto cadde a terra e si infranse in mille pezzi, facendo trasalire sia Vladimir che Hu. Entrambi i ragazzi si voltarono verso i loro Digimon e li guardarono male. Sia Betamon che Demidevimon avevano fatto cadere un piatto, ancora una volta “Guarda che cosa hai combinato, sottospecie di anfibio!” gridò il Digimon Pipistrello “Perché non afferri i piatti che ti porgo?” “Come faccio a prenderli se non ho le mani, cretino?!” tuonò l’altro “E poi ti vorrei far ricordare che io sto lavando il pavimento e non posso fermarmi ogni cinque minuti perché tu non riesci a fare il tuo lavoro”. I due Digimon si ringhiarono contro fino a che una voce esplose “Voi due! Piantatela di bisticciare e riprendete a lavorare!”. Un Digimon Uovo vestito da cuoco fece la sua comparsa e li colpì in testa con il mestolo “Vi ricordo che se non era per me vi sareste perduti nel labirinto del Canyon Dei Fossili e morti di stenti … Quindi chiudete la bocca e continuate a lavorare! Si voltò verso i ragazzi e ringhiò “Cosa avete da fissare? Tornate a pulire branco di fannulloni!”. Tutti e quattro ripresero il lavoro da dove si erano interrotti.

Hu bisbigliò, asciugandosi con la manica la fronte sudata “Chi se lo sarebbe mai aspettato di capitare dentro a un ristorante dopo la nostra sconfitta?” “Chi se lo sarebbe mai aspettato che avremmo trovato qui l’anima gemella di Piximon?”. Si guardarono nei occhi e si misero a ridere. Poi il russo tornò serio e borbottò “Dobbiamo trovare il modo di contattarci con gli altri. Magari si troveranno ancora in pericolo …” “Ma come facciamo a sfuggire da Digitamamon e dal suo galoppino?”. Il cinese diede un’occhiata in tralice a Tapiromon, che li fissava con aria pacata senza muovere un muscolo “Quel Digimon mi mette una tale ansia … Il suo viso è talmente placido che non si riesce a capire se lo è perché è ritardato oppure uno psicopatico …” “Non lo so …” ammise infine il dodicenne. Sentirono un altro piatto rompersi per terra e le voci di Demidevimon e Betamon echeggiare irate nella cucina, seguiti dai colpi di mestolo del cuoco. Sospirarono, afflitti. Fuggire da qui sarebbe stato impossibile.


Villaggio dei Veggenti:

“Vieni qui, bella ragazzina, lascia che ti predica il tuo futuro sulla mano …”. Una Arukenimon stava per afferrare il braccio di Luisa quando Palmon usò le sue liane e frustò il braccio della Digimon Ragno e la fissò molto male. Non gli piaceva quel posto … non gli piacevano tutti quei Digimon che si avvicinavano alla sua Master e cercavano di toccarla … “Palmon! Non ci si comporta così!” lo sgridò l’italiana. Si chinò a mo si scusa e disse “La prego di scusarlo … Di solito Palmon è un Digimon molto gentile e …”. Ania venne al suo fianco e mormorò “Grazie ma non ci interessa …”. Si allontanarono con le grida e le imprecazioni della Digimon le lanciava contro. Però non potevano fare qualche altro passo in più che un Shurimon porse sotto ai loro nasi una serie di ciondoli e bisbigliò “Ho quello che fa per voi, belle signorine: i miei talismani vi faranno trovare il ragazzo dei vostri sogni …”. La greca spinse ancora una volta Luisa lontano dai venditori ambulanti e cercarono di farsi strada tra bancarelle, Digimon clienti e Digimon Veggenti. Ognuno di loro si offriva a vendere una visione del futuro, garantita al 100%, ma nessuno sapeva rispondere alla domanda che loro continuavano a fare ovvero come ritornare al Capo Del Vagabondo. In più sentivano una strana presenza seguirle ad ogni passo, in quel mercato che sembrava non finire mai.

Vedevano di sfuggita la sua figura quando esse si voltavano ed il suo riflesso sfocato tra gli orpelli di vetro e metallo. “Potrebbe essere un Hacker … magari quello che ci ha aggredito …” disse Salamon ma Ania ribatté “Non credo … Quello lo abbiamo lasciato alla spiaggia … e poi non indossa il suo stesso mantello …” “E se fosse un seguace oppure … Come li chiamava Gennai? Infettati …” aveva detto l’italiana con un brivido. Presto le ragazze e i loro Digimon furono stanchi di camminare così Ania e Luisa si fermarono ad ammirare dei bellissimi braccialetti che, a detta della Babamon artigiana, sarebbero stati capaci di allontanare il malocchio. Intanto tenevano d’occhio il loro inseguitore, grazie allo specchio che aveva l’ambulante per rimirare la merce indossata. L’inseguitore si stava avvicinando sempre di più.

La greca si mise a sussurrare qualcosa all’orecchio dell’amica, poi tutte e due si porsero alla Digimon e dissero “Vorremo prendere queste quattro collane ma i soldi ce li ha il nostro accompagnatore, quello che sta alle nostre spalle …”. Luisa le fece l’occhiolino e disse “LUI è così generoso … Ha un sacco di Digi Crediti e li vuole spendere solo per noi …”. Ania aggiunse “Magari i suoi colleghi hanno qualcosa di luccicante da vendergli … Ne fa una grande collezione e ne stava cercando uno VERAMENTE grande …”. Babamon fece un cenno d’intesa e urlò direttamente allo sconosciuto “Viaggiatore! Grazie per aver preso le mie gioie più belle!”. A quelle parole; l’inseguitore fu circondato da una folla di mercanti che gli butta addosso la loro mercanzia e strilla prezzi esorbitanti. Le ragazze e i loro Digimon si allontanano silenziosamente, per poi rifugiarsi in un vicolo poco lontano, buio e stretto. Si sporgono pochi minuti dopo, osservando la situazione. Gli ambulanti avevano ripreso il loro posto alle bancarelle. Lui era scomparso. Palmon domandò alla sua Master “Luisa … se ne andato?”. Non ricevendo risposta; il Digimon pianta si voltò e …

  
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