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Autore: Anna in books    07/09/2015    0 recensioni
E' tutto finito, ma Thomas pensa ancora a quello che aveva fatto, è divorato dal senso di colpa. Vorrebbe raccontarlo a Minho, ma ha paura del suo giudizio. Newt continua a comparire nei suoi pensieri, e lui non sa come liberarsi di quel peso, quell'immagine che lo tormenta la notte.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Thomas correva nella notte, senza una meta. Aveva iniziato a piovere, ma a lui non importava. Correva per sfogare il suo dolore. Correva per dimenticare la morte dei suoi amici. Correva per farsi del male, convinto di essere la causa del male di chi gli stava vicino. Correva perché se si fosse fermato i volti di Minho e Newt sarebbero ricomparsi nella sua mente.  Corse attraverso i boschi, fino ad arrivare ad uno strapiombo. In basso scorreva un torrente, le cui acque scure riflettevano le stelle.
“E se mi buttassi?” pensò Thomas fermandosi. “Nessuno morirà più a causa mia, metterò fine alle
sofferenze mie e degli altri.”
Questi pensieri gli offuscavano la mente.
Perché no? Tanto oramai erano fuggiti, quello che doveva fare era finito. Se ne sarebbe potuto andare, stare in un posto migliore senza il peso della morte di chi gli era stato vicino sulle spalle.
Fissava la lucente acqua del fiume, vedendoci la felicità, la fine della tristezza, la liberazione. Ora capiva come si sentivano Newt e Minho. Cosa vedevano nella morte.
Mentre faceva questi pensieri, si accorse che stava piangendo. Copiose lacrime gli scendevano sulle guance. Lacrime di dolore, che testimoniavano tristezza, morte, perdita.
Quei sentimenti lo travolgevano, dandogli la sensazione di annegare. Tra le tenebre, nella disperazione.
Ma in quel momento un altro sentimento sorse tra gli altri. Come una piccola luce tra le tenebre. Speranza. La speranza è sempre l’ultima a morire; finchè vita c’è speranza.
Due proverbi, saltati fuori dalla sua mente, senza ricordare dove li avesse sentiti.  Thomas sentì nelle vene una forza nuova, perché non aveva perso del tutto la speranza. Brenda c’era ancora, avrebbe continuato a sostenerlo. Aveva ancora delle persone da guidare, persone a cui dare una speranza.  Non poteva buttare via tutto, doveva resistere lui per i suoi amici. Nella mente gli comparvero i volti di Chuck, Newt, Alby, Minho, perfino quello di Teresa. Non in fin di vita, morti o distrutti dal dolore, ma sorridenti. Di loro poteva ancora conservare i bei ricordi, momenti felici. Non poteva vivere nell’ombra della morte.
Riprese a correre, verso le tettoia costruita il giorno prima. Arrivato lì trovò Brenda. Si rese conto che erano passate ore da quando aveva iniziato a correre. Era stato seduto a fissare lo strapiombo molto più tempo di quello che gli era sembrato. La scosse delicatamente. Lei aprì leggermente gli occhi, non ancora completamente sveglia. A quel punto lui le sorrise e sussurrò:
-Grazie di esserci.- La baciò; subito dopo lei si riaddormentò.
Thomas si stese a terra e chiuse gli occhi. Dopo pochi secondi già dormiva, esausto.
La mattina dopo splendeva il sole, ed il ragazzo si alzò con la sensazione di aver dormito solo pochi minuti, nonostante avesse recuperato le energie. Si guardò intorno. Alcune persone si erano già svegliate e si stavano alzando. Stava per ridistendersi per riposare, quando sentì una voce che lo chiamava:
-Thomas! Thomas!
Lui riconobbe subito la voce. Ma fu proprio la voce che aveva parlato a fargli pensare che quel sussurro non  potesse essere vero.
Eppure, quando si girò, Minho era davanti a lui. Stanco, sporco, ma inequivocabilmente vivo.
-Non ce l’ho fatta. Ho deciso di vivere.
Si abbracciarono a lungo, piangendo. Non lacrime pesanti e tristi come quelle di quella notte, ma di liberazione, sollievo, gioia. Dopodiché iniziarono la giornata come se non fosse successo nulla. Ma Thomas sapeva che qualcosa era cambiato: mentre lavorava, vedeva a volte Newt o Chuck fare capolino dagli alberi, sorridergli e salutarlo. Non erano morti, vivevano con lui.
 
 
Angolino autrice:
Ecco l’ultimo capitolo, scusate per l’attesa. Mi dispiaceva troppo aver ucciso Minho, quindi lo ho fatto tornare. Spero di non essere stata troppo tragica. Magari lasciate una recensione con un’ impressione. Grazie baci.
 
 
   
 
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