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Autore: 5sofstvles    07/09/2015    0 recensioni
"Questa non è una storia d'amore ma una storia sull'amore"
Un giovane artista decide di abbandonare la sua quotidianità per riuscire a trovare il suo posto nel mondo: per riuscire a trovare quel luogo in cui può esprimere al massimo se stesso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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4.
Il ragazzo dagli occhi color ghiaccio strinse tra le braccia quello che sarebbe stato l’ultimo scatolone da trasportare dal magazzino, in cui la ragazza dai capelli rosa gli aveva spiegato il lavoro, alla grande sala in cui si era sentito nel suo mondo. Percorse quel corridoio con un passo deciso stando sempre molto attento a non far sbattere i dischi di vinile fra loro o a non inciampare durante il tragitto: la ragazza dai capelli rosa l’aveva già ripreso diverse volte comunicandogli che se avesse rotto qualcosa, quella cosa sarebbe stata addebitata al suo stipendio anche perché non potevano permettersi ancora di rompere dei vinili. Louis odiava essere ripreso per ogni cosa e forse è anche questo il motivo per cui mise il doppio nell’attenzione ai pacchi che trasportava dopo i vari rimproveri della donna; una volta raggiunta la grande sala fece qualche passo verso uno scaffale ancora vuoto e posizionò lo scatolone ancora pieno vicino ai piedi di questo facendo attenzione a non sbatterlo. Il ragazzo dai capelli castani si guardò intorno e dopo essersi assicurato che la ragazza dai capelli rosa non fosse in quella stanza, prese un grande sospiro e si posizionò ai piedi dello scaffale vicino allo scatole; posizionò le spalle contro il mobiletto nero e avvicino le gambe al proprio petto in modo tale da non far cadere il suo compagno di lavoro che come lui aveva trasportato scatoloni tutto il tempo. Quando Louis aveva deciso di proporsi come commesso in quel negozio non avrebbe mai immaginato che quel lavoro avrebbe portato tutta quella fatica: Louis aveva immaginato di camminare tra i vari reparti, l’unica cosa che si avvicinava alla realtà, mentre il negozio era pieno di qualche canzone antica ma incoraggiante e controllare se la situazione andasse bene; poi aveva anche immaginato di sistemare i dischi fuori posto e aiutare i clienti consigliando degli artisti o aiutandoli a trovare un genere musicale che si avvicinasse alle loro esigenze. Esigenze, esatto: Louis considerava la musica come un qualcosa, non sapeva dare una definizione accurata, che potesse far sentire meglio l’individuo che in quel momento aveva deciso di adoperarla; lui non credeva che qualcuno potesse avere uno stile preferito visto, che a suo parere, questi dipendevano dal sentimento che l’individuo provava nel momento in cui decideva di adoperare la musica e anche i cantanti dipendevano dal sentimento che l’individuo prova nel momento in cui sceglie di dedicarsi alla musica. Louis, per esempio, adorava ascoltare Madonna o Beyoncé o altri artisti di questo genere quando era felice; adorava ascoltare i Nirvana ogni volta che era giù di morale; i Coldplay o i Maroon 5 quando era malinconico o quando aveva bisogno di ispirazione per scrivere qualcosa per la scuola; i Queen o i Beatles quando aveva bisogno di incoraggiamento. Questo, a parere di Louis, voleva dire ascoltare un po’ di tutto e lui era felice di riuscire ad apprendere fino in fondo quello che quelle parole, scritte anni prima, significassero.
Al contrario dei suoi sogni, la giornata di Louis fu molto più faticosa e anche meno elettrizzante: percorse il grande corridoio, dove la ragazza dai capelli rosa l’aveva trasportato per parlare del lavoro, più di cinquanta volte e non diceva questo tanto per dirlo, aveva seriamente contato tutte le volte che aveva fatto avanti e indietro. Fu richiamato dalla ragazza dai capelli rosa, non solo per chiedergli di fare attenzione, ma anche per il modo in cui aveva posizionato i dischi: Louis aveva subito compreso che la ragazza doveva essere una persona molta attenta ai dettagli e pensò che fu questo il motivo per cui lo richiamò più volte anche se, prima che lei iniziasse a richiamare anche il famoso Liam, Louis aveva pensato che questa provasse una certa antipatia nei suoi confronti. Liam era stato molto gentile con Louis cercando di difenderlo quando Gemma lo riprendeva e coprendolo le varie volte che Louis era uscito da quel negozio esasperato per andare a fumare una sigaretta; i due ragazzi scambiarono due chiacchiere e Louis fu felice di trovare nella figura di Liam una persona a cui poter ricorrere in qualsiasi momento e quando Louis gli raccontò di essere arrivato in quella città da sole poche ore, Liam si complimentò con lui per essersi già messo in gioco e gli promise che il giorno dopo gli avrebbe mostrato un po’ la città. Una cosa che colpì Louis fu la disponibilità di quei ragazzi che aveva incontrato da poco tempo: Harry, il ragazzo del bar, gli offrì la colazione e salvò anche il suo zaino, Gemma gli aveva offerto non solo un lavoro e un posto in cui stare ma al tempo stesso gli aveva promesso di fargli da cicerone quella sera e infine Liam l’aveva aiutato più volte durante il suo turno e anche lui si era proposto come cicerone. Una piccola risata isterica uscì dalla bocca di Louis al pensiero che tutta quella gentilezza e disponibilità che aveva riscontrato in quei ragazzi non l’aveva mai trovato in nessuno dei suoi amici se non in Hannah.

*flahsback*
“Boo, non piangere e guardami negli occhi” mormorò la ragazza bionda prendendo il viso del migliore amico tra le mani e accarezzando questo con un dito cercando di strappare un sorriso al ragazzo che continuava a stare rannicchiato su se stesso e piangere in un angolino. Hannah Walker era la migliore amica di Louis: i due si erano incontrati al corso di recitazione offerto dal loro college e anche se inizialmente i due non si trovarono molto d’accordo per via del carattere infantile del ragazzo, conoscendosi meglio i due iniziarono a legare fino a diventare migliori amici; lei avrebbe voluto essere qualcosa di più per il ragazzo di Doncaster ma quando questo le confessò di essere attratto dai ragazzi, lei non lo abbandonò così come avevano fatto quelli che Louis credeva fossero i suoi migliori amici. Louis aprì lentamente quegli occhi azzurri che in quel momento erano diventati rossi per via delle lacrime che continuavano a scendere dei suoi occhi e che tracciavano il contorno delle sue guancie: davanti a lui notò la ragazza con i capelli biondi che le cadevano sulle spalle e con indosso un vestitino azzurro a fiori che cercava qualsiasi cosa per strappargli un sorriso. Guardandola negli occhi rivide la scena che era accaduta pochi istanti prima: erano alla festa data da Calvin, quello che Louis pensava fosse uno dei suoi migliori amici, per festeggiare il fatto che ormai avevano terminato il college e che quindi adesso avrebbero iniziato la loro vita da adulti; Louis passò il tempo con la ragazza e con Oli, altro ragazzo che credeva fosse suo migliore amico. La festa era stata abbastanza tranquilla: come al solito si era bevuto, qualcuno si era buttato in piscina e molti altri avevano trovato qualcuno con cui passare quella notte ma questa tranquillità non durò per molto;  la musica era abbastanza alta e mentre i vari invitati, che non erano impegnati in una camera della grande casa di Calvin, stavano ballando o come preferiva dire Louis strusciarsi fra loro, Calvin richiamò la loro attenzione dicendo di girarsi verso il maxi schermo che aveva fatto montare vicino alla piscina. Una volta ottenuta l’attenzione da tutti, Calvin fece partire un video che mostrava Louis che faceva coming out; gli sguardi di tutti si posizionarono sul giovane ragazzo che in quel momento non solo era diventato rosso ma voleva anche scappare. Iniziò a sentire gli insulti che i suoi compagni  continuavano ad urlargli contro, trattenne le lacrime che cercavano di scendere lungo il suo viso e iniziò a correre verso il bagno più vicino: una volta trovata la porta giusta, entrò in quella stanza, chiuse a chiave il bagno e poggiò la schiena contro la porta. Circondò le gambe con le proprie braccia per poi poggiare la testa sulle ginocchia e piangere in silenzio ma quel silenzio fu distrutto dopo una decina di minuti dalla finestra del bagno aperta e la figura della ragazza bionda che entrava dentro questa per andare dal suo amico. Hannah accarezzò nuovamente i capelli del ragazzo, cosa che sapeva facesse molto piacere al ragazzo,  e dopo poco iniziò a canticchiare sottovoce “Creep” dei RadioHead.

“Hannah tu non mi giudicherai per questo, vero? Ci sarai sempre per me?” chiese dopo poco il ragazzo poggiando la testa sulla spalla dalla ragazza che accennò un piccolo sorriso notando che il ragazzo aveva mormorato qualcosa.
“Ci sarò fino a quando tu sarai un vecchio che si lamenterà con i figli del vicino perché gli stanno rovinando il prato e non ti giudicherò mai, Louis” mormorò la ragazza bionda circondando le spalle del ragazzo con un braccio in modo da stringerlo a sé; il ragazzo moro accennò un piccolo sorriso sentendo le parole dell’amica e prese quelle come una promessa perché sapeva che lei ci sarebbe stata e che non sarebbe scappata così come avevano fatto gli altri perché lei era diversa, perché lei capiva veramente e non gliene fregava nulla del parere della gente.
*fine flashback*



Hannah era stata la sua unica vera amica e odiava ricordare il fatto che neanche lei aveva mantenuto la promessa perché costretta ad andare via troppo presto. I pensieri di Louis furono però interrotti da un bip emesso dal suo cellulare, guardò l’orologio che teneva al polso e appena si accorse che era passata una mezzoretta da quando si era seduto per rilassarsi capì che Liam l’aveva dovuto coprire di nuovo e che adesso era giunto il momento di lavorare. Con un piccolo sospiro causato dalla noia di dover tornare a svuotare uno scatolone, si alzò da quell’angolo del negozio e aprì poco dopo lo scatolone marrone che giaceva vicino a lui: su questo vi era scritto “Coldplay” e quindi non si impressionò quando tra le mani Viva la vida or Death and All his friends; lui non era mai stato un grande fan di quel gruppo ma sicuramente quello era, a parere del ragazzo moro, uno dei loro album migliori. Non ci volle molto tempo prima che il ragazzo finisse di svuotare la scatola e una volta vuota la mise dentro un sacchetto che ormai era pieno di cartoni; il ragazzo fece un segno con la mano a Liam che stava sistemando gli ultimi dischi e poco dopo notò che la ragazza dai capelli rosa stava sistemando altri dischi in altri scaffali: sicuramente la giornata non era stata pesante soltanto per lui ma anche per i suoi due compagni. Louis con la scusa di andare a buttare la busta che conteneva le varie scatole di cartone, rimase qualche minuto in più fuori dal grande negozio e prese il telefono a cui poco prima era arrivato un messaggio; notò che il mettete era sua madre che lo pregava di tornare ma Louis alzò semplicemente gli occhi al cielo per le continue preghiere che giungevano da parte della sua famiglia e subito dopo rispose al messaggio chiedendo alla madre di smetterla di pregarlo e che aveva già trovato un lavoro, l’assicurò sulla sua salute e le spiegò che in quel modo era felice e che aveva bisogno della sua libertà. Louis non ebbe neanche il tempo di rileggere il messaggio che aveva inviato alla madre che il suo telefono iniziò a squillare e non si meravigliò quando vide che il mettete era la madre; il ragazzo prese un grande respiro prima di accettare la chiamata in entrata e avvicinare il telefono al proprio orecchio in modo da sentire la voce della madre.
“Louis, tesoro, promettimi che se non ti trovi bene torni a casa. Ti prometto che parleremo di tutto ciò che vuoi e che non seguirai le impronte di Dan” mormorò la giovane donna dell’altro capo del telefono; Louis immaginò questa seduta sul suo letto e tra le mani una sua felpa. Ogni volta che quei due litigavano, Johannah reagiva in questo modo trovandosi poi a piangere tra le cose del figlio: amava i suoi bambini, per lei sarebbe stati sempre dei bambini, allo stesso modo ma il rapporto che aveva con Louis non lo aveva con nessun altro. Quell’idea uccideva Louis perché lui odiava sapere che sua madre stava in quelle condizioni a causa sua e quindi cercò subito di rassicurarla sul luogo, sul lavoro che aveva appena trovato e dell’appartamento in cui sarebbe stato; le raccontò dei ragazzi che aveva conosciuto oggi e di come questi fossero stati molto disponibili con lui e soltanto dopo vari “mamma non sono dei drogati” o dei “mamma non penso siano dei killer”, Louis promise alla madre che sarebbe tornato se non si fosse trovato bene e dopo poco chiuse la chiamata. Poteva capire la preoccupazione della madre ma Louis detestava quando questa cominciava a farle domande assurde sulle persone che frequentava; subito dopo la chiamata posò il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni e rientrò nuovamente nel negozio dove trovò Gemma e Liam che parlavano tra loro di qualcosa di buffo dato che la ragazza dai capelli rosa rideva come se non ci fosse un domani.
“Eccoti, Loueh. Il turno è finito quindi io pensavo di andare a comprare qualcosa da mettere stasera, andare un attimo a casa e poi vedermi con i miei amici; dato che vieni con me ti stavo aspettando, andiamo?” chiese la ragazza dai capelli rosa non appena vide Louis entrare nuovamente dentro il negozio; questo non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che la ragazza gli passò lo zaino che aveva lasciato la mattina dietro la cassa e dopo poco uscì dal negozio insieme agli altri due ragazzi. Gemma chiuse il negozio, e dopo aver messo le chiavi nella sua borsa, salutò Liam: Louis fu un po’ deluso quando capì che il ragazzo non sarebbe stato con loro perché doveva uscire con la sua ragazza ma quello chiese scusa e scambiò il numero con Louis in modo da mettersi d’accordo per il giorno dopo. Gemma posizionò le mani nelle tasche del giubbotto di jeans che indossava da quella mattina e subito dopo Louis fece lo stesso mettendo le mani nelle tasche della sua felpa e camminando vicino a lei, tenendo puntualmente la testa sui suoi piedi e alzandola ogni tanto per guardarsi intorno o per ascoltare quello che la ragazza diceva su quel posto.
“E tu di dove sei, Loueh? Sei figlio unico? Cosa ti ha portato qui? Come mai hai solo quello zaino come valigia? Quanti anni hai?” chiese la ragazza dai capelli rosa ponendo quelle domande una dietro l’altra. Louis spalancò appena gli occhi per poi ridere  non appena la ragazza cominciò a ridere per via della sua espressione; Louis odiava ricevere delle domande soprattutto quando queste riguardavano lui e la sua vita ma sicuramente avrebbe dovuto rispondere a quella ragazza altrimenti sarebbe stato preso per un maleducato o per uno scemo.
“Vengo da Doncaster, Inghilterra. Ho 23 anni e sono venuto qui per cercare il mio posto e spero di trovarlo. Ho cinque sorelle più piccole e un fratello più piccolo e ho portato questo zaino perché ho il necessario. Non era un viaggio programmato ma ho deciso tutto all’ultimo minuto e tu, Gemma? Cosa ti ha portato qui?” chiese il ragazzo tenendo lo sguardo basso mentre dava quelle poche informazioni di sé alla ragazza e appena completò di descriversi alzò lo sguardo verso questa che lo ascoltava quasi ammaliata. I due continuarono a camminare e Louis decise di estrarre una sigaretta dalla tasca della felpa: non appena aprì il pacchetto notò che questa era l’ultima e quindi avrebbe dovuto comprare al più presto un panchetto; come al solito uscì il suo clipper dal pacchetto e questa volta accartocciò il pacchetto per poi buttarlo in un cestino vicino. Portò la sigaretta alle proprie labbra e dopo averla poggiata, accesa il clipper in modo tale da accendere quel piccolo oggetto che teneva tra le labbra: aspirò e solo dopo pochi minuti buttò fuori il fumo posando l’accendino in una tasca e togliendo la sigaretta dalle labbra; piego la testa di lato quando notò il modo in cui la ragazza era affascinata davanti alla sigaretta e quindi Louis le chiese se volesse fare un tiro ma questa fece un cenno di no con la testa.

“Come avrai capito io sono Gemma e ho 24 anni. Anche io vengo dall’Inghilterra e ho deciso di venire in questa città per stare vicino alla mia amica, Ellie. Dopo qualche mese che stavo qui si è trasferito qua anche mio fratello e se oggi sono ancora qua penso che sia per assicurarmi che quel bambino non si cacci nei guai! Ho deciso di aprire il negozio di musica perché io e mio fratello siamo sempre stati legati a questa e poi è stato un regalo di nostro padre per entrambi quindi non stupirti se a volte incontrerai quel rompicoglioni da noi. Non è tanto male anche se a volte è troppo curioso o ha strane manie.  Visto che non hai niente con te, adesso faremo shopping e ti regalo qualcosa di decente anche perché non puoi andare in giro sempre con quella felpa più grande di te e non voglio essere ringraziata. E comunque ti fa male fumare, non dovresti farlo” disse quella ragazza scandendo con attenzione ogni parola e continuando a tenere lo sguardo fisso sulla sigaretta che brillava e che il ragazzo più piccolo continuava ad avvicinare alle sue labbra per poi allontanarla. Louis ascoltò tutto ciò che la ragazza gli stava comunicando della sua vita e fu d’accordo quando disse che quel ragazzo aveva delle strane manie e ridacchiò spontaneamente ripensando a quel ragazzo richiamato dalla signora anziana perché faceva delle foto ai clienti.
“Immagino che una di queste manie sia quella di fare foto agli sconosciuti” mormorò il ragazzo moro tenendo, questa volta, lo sguardo azzurro puntato sulla ragazza: sicuramente adesso lei avrebbe avuto uno sguardo perplesso e lui non voleva perderselo. Louis aveva ragione e non appena la ragazza crucciò le sopracciglia, lui scoppiò a ridere e poco dopo diede tutte le spiegazioni alla ragazza spiegandole il motivo per cui oggi aveva chiesto se avesse un fratello o meno. Lei concordò col ragazzo quando questo le fece notare la somiglianza fra i due e i due ragazzi passarono il pomeriggio a raccontarsi qualcosa l’uno dell’altro mentre Gemma costringeva il più piccolo ad entrare in grandi boutique per comprare dei vestiti che valorizzassero Louis; quest’ultimo era felice di aver conosciuto meglio la ragazza dai capelli rosa ma nel frattempo odiava seguirla per negozi anche se questa stava facendo qualcosa di carino per lei. Louis aveva sempre odiato lo shopping e sicuramente non l’avrebbe iniziato ad apprezzare in quelle ore.
 
Il pomeriggio passò abbastanza in fretta: Gemma aveva convinto Louis a comprare diversi vestiti che a suo parere gli stavano abbastanza bene mentre questo non le credeva affatto; quei due avevano passato il pomeriggio a scoprire varie cose che avevano in comune e anche a prendersi in giro per delle abitudini che magari erano diverse o che uno non approvava nell’altro.
“E qui è dove abiteremo” mormorò la ragazza dai capelli rosa attraversando la strada prima di Louis e aprendo le braccia in modo da mostrare a Louis il palazzo: questo era abbastanza alto e a vetri;  e da giù si vedeva un grande terrazzo e diverse abitazioni. Louis rimase sorpreso dal fatto che  lui avrebbe vissuto in quel palazzo così tanto lussuoso senza pagare niente e dovette realizzare la cosa per vari minuti prima di riuscire ad attraversare la strada per raggiungere la ragazza che lo stava aspettando ridendo per via dell’espressione del ragazzo. Quando questa comprese che il ragazzo non si sarebbe mosso, attraversò velocemente la strada e tirò per la manica della felpa, che tanto detestava, il ragazzo e lo fece entrare con sé dentro il palazzo di vetro: Louis non aveva mai visto niente del genere e quindi non è un caso che rimase sorpreso, atteggiamento che fece ridere ancora di più la ragazza. L’interno del palazzo era abbastanza grande ed era illuminato da varie lampade a led: in fondo alla stanza stava un bancone con dietro un giovane ragazzo che Louis pensò fosse il portiere, ai lati della stanza vi erano degli ascensori anche questi puntualmente fatti di vetro mentre nella parte destra della stanza vi erano dei divanetti di pelle dove delle ragazze parlavano passandosi i vari cataloghi di moda. Al centro del palazzo vi era una grande fontana, anche questa puntualmente di vetro, e Louis iniziò ad osservare quella per una manciata di minuti per via dei getti che cambiavano colore; Gemma immaginando che se fosse dipeso dal ragazzo sarebbe stati tutta la serata lì, tirò quest’ultimo nuovamente dalla felpa per farlo entrare con sé nell’ascensore e appena entrambi furono dentro, la ragazza posò il dito su una sorta di computer e poco dopo l’ascensore salì raggiungendo l’ultimo piano. Una volta usciti dall’ascensore, Louis rimase sorpreso notando le scale di vetro con cui avrebbero potuto raggiungere il pianerottolo e decise di seguire la ragazza senza fermarsi troppo a pensare anche perché detestava quando questa lo tirava dal cappuccio per farlo camminare: si sentiva un cane e non era piacevole come sensazione; il lato sinistro del pianerottolo era costeggiato da alcuni vetri dai quali si vedeva l’interno del loro loft e poco dopo Gemma raggiunse la porta di casa sua che era puntualmente di vetro. La ragazza bussò e una ragazza dai capelli viola chiaro si avvicinò a questa per poi aprire e permettere ai due ragazzi di accomodarsi: Louis notò i capelli della padrona di casa e capì perché loro dovessero andare tanto d’accordo. La ragazza dai capelli viola osservò Louis dalla testa ai piedi e dopo pochi secondi posò il suo sguardo scrutatore sulla ragazza dai capelli rosa per cercare di farsi dare una risposta: in effetti aveva tutto il diritto di fare una faccia del genere dal momento che Gemma aveva appena portato uno sconosciuto in casa sua.
“Ellie, tempo fa mi avevi detto che Harold poteva stare da noi se solo avesse voluto. Visto che lui ha un suo appartamento e tu hai ancora la stanza libera, ho pensato che Loueh potrebbe stare da noi. E’ molto simpatico e ti piacerà sicuro comunque stai benissimo vestita così e stasera lui viene con noi quindi mostragli la stanza mentre io vado a prepararmi” mormorò la ragazza dai capelli rosa piegando prima la testa di lato quando faceva riferimento al fratello, indicando subito dopo Louis quando questo fu menzionato nel discorso e alzando successivamente le braccia quando fece notare all’altra ragazza che il ragazzo non solo avrebbe dormito da loro ma sarebbe uscito anche con loro. Prima di allontanarsi fece un segno con un dito verso la propria camera e lasciò i due soli sparendo dietro un corridoio. Ellie alzò le spalle visto che, come al solito, Gemma non le aveva neanche dato il tempo di rispondere e iniziò a pensare in quale delle tante stanza Louis avrebbe dovuto dormire. Louis, invece, cominciò ad osservarsi intorno notando che la stanza principale era molto grande: al centro di questa vi era un camino nel quale era inserita una tv al plasma, di fronte a questo c’era un divano con la chaise lounge e dal lato opposto c’era un tavolo di vetro con sei siede. Alla fine della stanza c’era un gradino e sul piano rialzato c’era una cucina ad “L” con un bancone con delle sedie; la casa era tutta a vetri e dal lato destro c’era una sorta di corridoio. Ellie richiamò l’attenzione del ragazzo facendogli un cenno con la mano di seguirlo lungo quel corridoio: Louis la seguì e durante il viaggiò non poté fare a meno di notare le varie porte che vi erano in questo e solo dopo poco, Ellie ne aprì una comunicando al ragazzo che doveva essere pronto entro una decina di minuti e che quella sarebbe stata la sua stanza. Louis rimase a bocca aperta e non appena chiuse la porta alle sue spalle posò a terra il suo zaino e le buste che aveva ottenuto dopo lo shopping con Gemma: la stanza era molto più grande di quella che aveva in Inghilterra. Anche questa aveva una grande vetrata dalla quale si poteva vedere la città; al centro c’era un letto ad una piazza e mezzo e vicino a questo un comodino che era molto più grande di quello che aveva a casa. Il pavimento della stanza era quasi tutto coperto da un tappeto bianco; davanti al letto c’era una tv al plasma e collegata a questo vi era un console e Louis fu molto felice di aver ricevuto quella stanza non solo per i vari oggetti presenti in essa o perché questa era la camera più bella che ebbe in tutta la sua vita ma soprattutto perché aveva un bagno in camera e quindi non avrebbe mai più condiviso un bagno con una donna. Louis notò che davanti la vetrata vi erano dei divanetti bianchi e davanti a questi un tavolino; sicuramente quello sarebbe stato il suo nuovo luogo preferito e visto che doveva prepararsi in fretta decise che avrebbe posato gli oggetti che aveva portato con sé una volta tornati all’appartamento e che adesso si sarebbe dovuto preparare.
Gemma ed Ellie continuavano a discutere su quanto fosse avventata la scelta di Gemma di portare uno sconosciuto ma le loro liti furono, per il momento, messe da parte dall’arrivo di Louis. Gemma sorrise notando che il ragazzo aveva messo una felpa che lei gli aveva consigliato ed Ellie fece ai due segno di andare visto che erano già in ritardo. I tre ragazzi uscirono velocemente dal palazzo e dopo un silenzio imbarazzante che durò vari minuti, Gemma disse ad Ellie che Louis era arrivato quella mattina a Los Angeles e che avrebbe voluto vedere la città. Ellie mostrò, per la prima volta in quelle ore, un sorriso a trentadue denti nei confronti del ragazzo con cui doveva vivere e subito iniziò a nominare diversi posti che lui avrebbe dovuto vedere e non ebbe neanche il tempo di spiegare di cosa si trattasse che iniziò ad urlare di fare in fretta e trascinò entrambi i ragazzi dentro la metro.
I had a dream so big and loud
I jumped so high I touched the clouds
Wo-oah-oah-oah-oah-oh-oh
Wo-oah-oah-oah-oah-oh-oh;



In un primo momento Ellie decise di portare quei due alla Hollywood  Walk of Fame: per arrivarci presero varie taxi però sicuramente l’attesa valeva la pena. La ragazza dai capelli viola chiaro applaudiva eccitata all’idea di camminare in una delle vie più belle di Los Angeles e soprattutto felice di leggere i nomi di quelle grandi celebrità, la ragazza dai capelli rosa invece continuava a ridere per delle battute squallide che continuava a fare e continuava a ripetere al ragazzo che avrebbe adorato quella città e che sicuramente quello sarebbe stato il suo posto. Louis, invece di ascoltare quelle due, immaginava di avere una canzone come sottofondo anche perché tutta la sua vita è basata sulla musica e non stava nella pelle all’idea di poter camminare in quella via tanto desiderata e sognata fin da quando era un bambino. Il tragitto non fu poi così lungo, a parere di Louis, e non appena mise un piede fuori iniziò a guardare tutto ciò che lo circondava: dal cestino dei rifiuti alle prime stelle che trovava davanti ai suoi piedi; gli occhi del ragazzo brillavano a quella vista e dopo che i tre si scambiarono uno sguardo complice decisero di iniziare a camminare tra quelle stelle.
I stretched my hands out to the sky
We danced with monsters throught the night
Wo-oah-oah-oah-oah-oh-oh

Wo-oah-oah-oah-oah-oh-oh;
Gemma uscì il telefono dalla grande tracolla nera per poi iniziare a scattare foto ai due ragazzi che, come due bambini che per la prima volta visitano un parco giochi, correvano euforici tra le varie stelle indicandone prima una e subito dopo, andando dalla parte opposta, ne indicavano una appartenente ad una celebrità del tutto diversa.  Louis iniziò a ridere come un bambino mentre Gemma lo pregava di fare una foto seria ma lui continuava a fare delle facce buffe o si metteva sulle punte quando Gemma chiedeva di fare una foto insieme ad Ellie: quest’ultima rideva notando che il ragazzo doveva mettersi sulle punte per sembrare più alto e fu forse questo che fece cambiare idea alla ragazza su quel tizio che avrebbe ospitato o magari fu il fatto che Louis era venuto in quel posto senza niente con sé solo per riuscire a trovare un posto adatto a lui.
I’m never gonna look back, woah
I’m never gonna give it up, noo
Please don’t wake me now;

I tre ragazzi passarono la maggior parte della serata a correre tra le varie stelle che vi erano raffigurate sul quel pavimento e solo dopo varie ore passate in quel modo, Ellie rise e propose ai ragazzi di raggiungere Santa Monica e la spiaggia che si trovava lì. Gemma disse alla ragazza che era totalmente folle per via della distanza dei luoghi e dell’ora ma dopo poco le disse che se lei avesse pagato il taxi sarebbero potuti andare in capo al mondo. Non fu un caso che dopo un’oretta, all’incirca, i tre non erano più a correre tra le stelle ma si erano trovati nel grande parco giochi che si trovava in quella spiaggia. I tre pagarono subito l’ingresso e come tre bambini, non appena ricevettero il ticket, cominciarono a correre dentro quel parco che li avrebbe ospitati per varie ore.
Oo-o-o-o-o
This is gonna be the best day of my life
My li-i-i-i-i-i-fe.

Oo-o-o-o-o
This is gonna be the best day of my life
My li-i-i-i-i-i-i-fe;

I tre ragazzi passarono la serata facendo un po’ tutte le attrazioni presenti: prima fecero delle montagne russe anche se Ellie stette tutto il tempo con gli occhi chiusi e si lamentò dell’altezza, subito dopo decisero di provare i giochi che fornivano le bancarelle come un tiro con delle pistole per far cadere delle bottiglie o il colpire con delle torte un uomo che correva da una parte all’altra; passarono nella stanza degli specchi e dopo aver mangiato un hot dog preso in una bancarella presente all’interno del parco giochi, i tre salirono sulla ruota panoramica e da lì Gemma chiamò dei suoi amici per farsi venire a prendere e tornare a casa.

“Sono felice di averti incontrato, Loueh. Spero che ti troverai bene da noi” disse Gemma regalando nuovamente un sorriso che mostrava le fossette al ragazzo per poi voltarsi verso la amica sapendo che questa non era felice di avere uno sconosciuto in casa.

“Anche io sono felice che Gemma non abbia portato un drogato maniaco in casa” mormorò Ellie poggiando la chioma viola sulla spalla dell’amica per via della stanchezza e regalando, per la seconda volta, un sorriso al giovane ragazzo che le osservava.
 Louis ringraziò le ragazze per l’accoglienza e per avergli mostrato quei posti e subito dopo si voltò verso il vetro per godersi la spiaggia di Santa Monica e le luci della città che si notavano da lì sopra.
I hear it calling outside my window
I feel it in my soul
The stars were burning so bright
The sun was out ‘till midnight

I say we lose control;
Non appena scesi dalla giostra i tre ragazzi raggiunsero l’uscita del parco divertimenti quando Gemma notò il fratello poggiato allo sportello della macchina e un ragazzo che teneva il cofano aperto e che toccava le parti dentro questo con una chiave inglese. Gemma ed Ellie corsero verso la figura del ragazzo riccio e Louis fece la stessa cosa pur non sapendo dove e da chi stava andando.

“Harold, cosa cazzo è successo? E Nick cosa sta facendo se non sa neanche da cosa è composta una macchina?!” sbraitò la ragazza dai capelli rosa alzando le mano verso il cielo e guardando prima il fratello e poi il ragazzo che aveva ancora la testa dentro il cofano e che continuava a toccare qualcosa con la chiave inglese. Louis cercò di non ridere per l’espressione di Gemma e poi fece un cenno con la mano ad Harry che lo guardava come qualcuno che ha appena visto un fantasma
“La vera domanda è: come fai a conoscere, Loueh?” mormorò il ragazzo riccio non preoccupandosi della domande della sorella, passandosi subito dopo una mano tra i capelli per cercare di trovare una risposta alla sua domanda e cercando anche di capire cosa volesse dire l’espressione che aveva il volto della sorella.

“Ragazzi è appena caduto questo dalla macchina, non penso sia importante” mormorò Nick mostrando un pezzo di carrozzeria ai quattro ragazzi che si voltarono verso di lui. Ellie scoppiò a ridere non tanto per la faccia del ragazzo ignaro del danno provocato ma soprattutto per la faccia di Gemma che alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa come “mio fratello e il suo amico sono due idioti”. Louis cercò di non ridere e focalizzò nuovamente la sua attenzione sul ragazzo riccio che in quel momento stava assordando la sagoma del ragazzo dagli occhi azzurri cercando di capire come potesse conoscere la sorella.

ANGOLO AUTRICE
Il capitolo è interamente dedicato alla mia carissima Nicki. Ti ringrazio per avermi detto che questa storia ti ha preso così tanto e che ti rilassa e come promesso ho scritto il capitolo prima del previsto!

Vorrei poi ringraziare tutte le ragazze che ieri mi hanno aiutato con la pubblicità e tutte quelle ragazze che hanno iniziato a leggerla o che l’hanno aggiunta tra le storie da leggere. Grazie anche per le varie stelline, per me significa molto!
Ma adesso ho da dire due cose sulla storia: ho voluto pubblicare velocemente senza aspettare i quattro giorni sia per ringraziarvi per il vostro supporto ma soprattutto perché, come ho già detto nel capitolo precedente, per via della scuola ci sarò molto di meno e quindi non so quando scriverò e quindi quando aggiornerò. Per adesso che ho tempo ho pensato di dedicarmi completamente a questa e quindi è solo un caso che aggiorno con frequenza lol
La seconda cosa che volevo dire è attinente al capitolo: questo è un capitolo di passaggio quindi è abbastanza banale. Mi serviva però un capitolo in cui Louis trovava l’appartamento e onestamente non sono molto contenta di questo capitolo, tranne per la prima parte di cui sono fiera, ma prometto che col prossimo mi riuscirò a far perdonare anche perché sarà molto più interessante. Per quanto riguarda Ellie, come Barbara nel capitolo precedente, non sarà un personaggio principale ma apparirà qualche volta mentre la figura di Hannah, che ho sempre amato, sarà un personaggio centrale così come Nick. Penso di aver presentato tutti i personaggi importanti della vicenda e quindi dal prossimo capitolo mi inizierò a concentrare su di loro cercando di creare bene quei personaggi; per adesso l’unico di cui abbiamo una visione quasi completa è Louis ma prometto che tutti i personaggi avranno il loro spazio.  Oh Gemma anche sarà un personaggio importante e ho deciso di far convivere lei con Louis perché ho sempre amato quei due insieme e adoro immaginare una Gemma che minaccia Louis per via del fratello, aaaw (y)


Un’ultima cosa prima di lasciarvi in pace: come avrete notato in ogni capitolo metto una canzone che poi si richiama al titolo del capitolo. Vi consiglio in quelle parti di ascoltare la canzone perché è più facile immedesimarvi nella parte; durante il flashback di questo capitolo vi consiglio di ascoltare “Creep” dei RadioHead anche se non ho messo il testo perché le parole non erano attinenti ma quando ho scritto quella parte ascoltavo questa canzone. La canzone invece scritta non è molto attinente a quello che sta succedendo però mi mette allegria quindi ho pensato che fosse un sottofondo perfetto lol
Detto questo spero che il capitolo non faccia così pena e che vi possa piacere! Grazie per i vari complimenti ricevuti e grazie per leggerla, il prossimo capitolo sarà di sicuro migliore!
Un bacio –C (y)



 
 
 
  
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