CAPITOLO
SEI
All’inizio dell’ultima settimana di vacanza, mentre Ted e
Andromeda stavano facendo colazione, due gufi fecero la loro comparsa sul
davanzale della finestra iniziando a becchettare contro il vetro. Uno era un
piccolo gufo marrone, molto familiare ad Andromeda che l’estate precedente lo
aveva visto in casa sua almeno un centinaio di volte; il secondo, invece, più
grosso del primo e grigio gli era meno familiare ma non sconosciuto.
“Credo ci sia posta per te,” Andromeda si rivolse a Ted mentre apriva la finestra
per fare entrare i due rapaci che si posarono entrambi sulla tavola davanti al
ragazzo; dopo che Ted ebbe sfilato le due pergamene dalle zampe dei gufi,
questi andarono a riposarsi sul trespolo posto in un angolo della cucina dove
Andromeda aveva messo anche qualche biscotto e un po’ d’acqua.
“Sulla prima lettera non ti chiederò nulla…” Iniziò la donna,
“Ma almeno dimmi per che giorno dobbiamo aspettare Leo, informazione che si trova
sulla seconda pergamena.” Andromeda sapeva perfettamente che le due missive
erano da parte, rispettivamente, di Amelia e Leonard, un amico di Ted con il
quale condivideva la stanza nel dormitorio ad Hogwarts.
“Ice arriva dopo domani mattina con il Nottetempo.”
“Perfetto, così abbiamo tempo di sistemare un po’ la casa… ti
consiglio di iniziare adesso a mettere a posto la tua camera, se vuoi finire in
tempo per quando arriverà il tuo amico.”
Ted sbuffò, non capiva come mai, tutte le volte che dovevano arrivare ospiti,
la casa dovesse essere messa a soqquadro per poi farla ritornare esattamente
come prima: non era sporca, non era in disordine, arredata con gusto… eppure al
primo sentori di ospiti in arrivo dovevano per forza iniziare le grandi
manovre. Finite queste riflessioni notò
che sua nonna si era seduta davanti a lui.
“Amelia dice che il regalo le è piaciuto molto e che ha
tardato a scrivermi perché è da alcuni parenti e il suo gufo non si è fatto
vivo per giorni.” Andromeda aveva detto che non voleva sapere niente della
prima lettera, ma non era vero, e sedendosi davanti al nipote gliene aveva dato
la prova, riuscendo silenziosamente a farlo confessare. Soddisfatta, iniziò a
fare i lavori di casa.
Leonard arrivò puntuale con il Nottetempo la mattina
stabilita e fu accolto con tutto l’affetto possibile da parte di Andromeda.
“Vieni, entra,” disse la donna facendo levitare il baule del nuovo arrivato,
“Non fare caso al disordine.” Quando udì quella frase Ted alzò gli occhi verso
il soffitto e sospirò: disordine… nei giorni che avevano separato la lettera
dall’arrivo effettivo dell’amico lui e la nonna avevano pulito tutti i
pavimenti della casa per quattro volte con un detersivo miracoloso, a dire di
Andromeda, a lui era toccato spolverare tutti i mobili due volte al giorno,
tutta la sua roba per Hogwarts era già stata lavata, stirata e messa
ordinatamente nel baule; solo dieci minuti prima Andromeda aveva controllato
che tutto fosse assolutamente in ordine. Quella frase aveva del ridicolo.
Senza farsi notare troppo Andromeda aveva osservato bene il suo nuovo ospite,
incrociato di sfuggita alla stazione qualche volta.
Leonard Sallivan aveva la stessa età di Ted, più alto
e dai capelli biondo scuri e dal viso dai tratti delicati; era il portiere
della squadra di Tassorosso e dagli amici era
soprannominato Ice. Quel nomignolo era comparso non
appena si era saputo che la sua prima magia, avvenuta all’età di quattro anni,
era stata quella di congelare il gatto per impedirgli di dare la caccia al suo
canarino scappato dalla gabbia.
Accanto al letto di Ted ne era comparso un altro per
l’ospite.
“Fai come se fossi a casa tua Leonard,” gli disse Andromeda prima di chiudere
la porta della camera e lasciare soli i due amici.
Ice si accomodò sulla sua branda dopo essersi tolto
le scarpe e proprio in quel momento un gufo planò sul davanzale della finestra
iniziando a battere il becco, insistentemente, contro al vetro. Ted andò ad
aprire e prese la lettera dalla zampa dell’animale che si andò poi ad
accoccolare sopra all’armadio.
“Fammi indovinare… è Amy.” L’ultima parte della frase fu detta con un tono che
voleva imitare la voce di Ted. Il ragazzo non raccolse la provocazione e annuì
leggendo poi velocemente la pergamena e riponendola in tasca.
“Senti,” proseguì Ice, “Tua cugina è libera?”
Ignorando il piccolo drago che gli era appena nato nel petto
e che aveva precocemente iniziato a sputare fiamme rispose con un “No,”
dicendolo in tono più amichevole possibile.
“Morph, ma se non sai nemmeno
quale?”
Ted sorrise, quel soprannome era ridicolo, lo usava solo lui, ma riusciva a
farlo sorridere.
“Non ha importanza quale… sono impegnate entrambe.”
“Peccato, trovo che Victoire sia veramente carina. Con chi
stanno al momento?”
“Hai presente quei due bietoloni di Serpeverde
che fanno pozioni con noi?”
“Ma chi, Digby e Conely?” Chiese Ice perplesso.
“Proprio loro.”
Ice sbuffò infastidito. “Peccato, dovrò concentrarmi
su quella deliziosa Corvonero, allora, non appena
torniamo ad Hogwarts.”
Ted scosse la testa, il suo amico non sarebbe cambiato molto facilmente: era un
Gigolò, non c’era niente da fare. Giusto poco prima di Natale aveva lasciato
l’ennesima ragazza: questa, però, a differenza delle altre non era scoppiata in
lacrime ma aveva giurato vendetta.
“Hai più avuto notizie da Melissa?” Gli chiese Ted.
“Della Whiler? Per Merlino, no!
Quella me l’ha giurata, spero che le vacanze e il torrone l’abbiano addolcita
un po’ e che si dimentichi presto di me.”
“Eppure vi vedevo bene insieme, lei ti sapeva tenere testa in
modo superbo.” Scherzò Ted.
I due ragazzi rimasero in camera di Ted ancora un paio d’ore
poi prima di pranzo uscirono a fare un giro per il quartiere: benché l’aria
fosse fredda il tempo era bello e ogni tanto, da dietro le nuvole, faceva
capolino qualche raggio di sole.
Andromeda aveva preparato un ricco pranzo e Ice gli
fece i suoi complimenti; mentre mangiavano la conversazione andò a finire su un
argomento spinoso, la scuola e i M.A.G.O.
“Cos’hai intenzione di fare dopo la scuola, Leo?” Chiese Andromeda.
“Il giocatore professionista di Quidditch.” Rispose sicuro.
“Ted, tu sei sempre di quell’idea?” Chiese poi l’amico.
“Sì, ma mi lascio comunque altre porte aperte.” Ted tornò a
concentrarsi sull’insalata che aveva davanti sperando che Ice
capisse di non chiedergli altro. Dopo tutto quello che aveva passato, Andromeda
non era molto contenta che suo nipote volesse intraprendere la carriera dell’Auror e su quell’argomento avevano anche discusso parecchio
quando lui l’aveva messa al corrente della sua idea.
Anche Andromeda non voleva finire sul quell’argomento, quindi cambiò
prontamente domanda.
“Senti, tu la conosci una certa Amelia?”
Ted si strozzò con l’insalata e fissò incredulo sua nonna:
quello era un colpo basso. Leonard inghiottì il boccone che aveva in bocca e poi
rispose:
“La ragazza di Ted? Certo!”
Ok, ora sua nonna avrebbe chiesto l’inimmaginabile al suo
amico, che però, in quanto tale non avrebbe detto nulla di compromettente su di
lui… o almeno così pensava Ted. Illuso.
“Raccontami qualcosa i questa ragazza… Ted non mi dice mai
nulla!” Si lamentò Andromeda.
“Ma non è vero!”
Replicò l’interpellato, senza però che nessuno dei due lo considerasse. Era
diventato improvvisamente invisibile.
“Oh, è una ragazza molto carina e giudiziosa,” era chiaro che
Leonard stava cercando di farsi amica Andromeda. “E deve vederli insieme, sono
così teneri.” A Ted non sfuggì l’occhiata che gli lanciò il suo amico di
sfuggita: se lo sentiva, il mondo stava per crollare.
“Spero che tu la tratti come si deve.” Improvvisamente era ritornato
visibile.
“Oh, lei non ci crederebbe, si trasforma Ted quando è con
lei,” a nulla valse il calcio che Ted rifilò all’amico da sotto al tavolo. “Sa,
nemmeno io lo facevo un tipo tanto romantico, e invece…”
“Ted, romantico?” Chiese Andromeda stupita, ma al contempo
divertita dalle reazioni che provocava in suo nipote quella conversazione.
“Sì, all’ultima uscita ad Hogsmeade
ha accompagnato Amelia da Madama Piediburro e hanno
bevuto un frullato in due.”
Ma come… il mondo non stava per crollare? Avrebbe avuto
sicuramente meno problemi se fosse successo, ma il pavimento rimaneva
saldamente incollato ai suoi piedi. Morgana! Andromeda fissava Ted incredula.
“Oh…” Non riuscì a dire altro. Suo nipote… da Madama Piediburro? Uao! Lei per tirarci
il suo Ted, all’epoca, aveva dovuto
stregarlo.
“Ma è successo una volta!”
“Due,” lo corresse l’amico. “Poi sono stati anche beccati da Vitious in corridoio mentre…” Ice muoveva le labbra ma dalla sua bocca non usciva alcun
suono.
“Basta, la conversazione si chiude qui.” Con un secondo
incantesimo Ted fece levitare Ice e lo trascinò al
piano superiore. “E ti ridarò la voce solo quando ti avrò torturato abbastanza
a lungo.”
I due sparirono di sopra e per quella sera Andromeda poteva passargli
il fatto che non l’aiutassero a sistemare la cucina. Lo avrebbe fatto lei… una
volta smesso di ridere.
Grazie a:
- ariel_potter: certo, ha un ritmo lento, ma visto
l’anno in cui sono partita non può essere altrimenti. Conesso
che ho una predilezione per quello che succede prima che i due si mettano
insieme. ^^ Ciao!
- Cucciola: ecco, non ballare sulla sedia che se cadi poi non ti
voglio sulla coscienza. XD Già, la gelosia è sempre più evidente. XD Ciao! ^^