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Autore: Idiomatique    07/09/2015    4 recensioni
Io ti amo ma amo più me stesso, Louis.
Io resisto ed io combatto. Però da solo. E allora?
E allora un saluto al tuo corpo minuscolo, da te tanto odiato, che non sapeva trattenere il mio.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo vedi il rumore di favole spente?
 
Ciao.
Oggi ho incontrato la signora Roycewood, te la ricordi? Quella che abbiamo sempre preso in giro perché ricorda un po' zia Petunia di Harry Potter. Mi ha fatto vedere il nuovo gattino che ha preso, mi ha invitato a prendere un tè da lei ma ho rifiutato, ricordi quanto cattivo lo facesse? Te lo ricordi?
Infine mi ha chiesto di te. Mi ha domandato come stai, non ti vede più da queste parti e si era preoccupata tu potessi stare male. Le ho sorriso e l'ho rassicurata, dicendole che stai bene. 
In fin dei conti, non ho mentito. Tu stai bene. Sei contento così, ti senti finalmente libero.
Il che è molto buffo, a dire il vero. Ti senti libero di smettere di stare con me per poter senza rimorsi fingere di essere etero? 
Ad esser sinceri, la signora Roycewood non è l'unica a chiedermi di te. Tutti mi chiedevano di te, visto che di te ho parlato a tutti. No, non a tutti. Solo agli amici più intimi. Non potevo, non posso, parlarne a tutti perché tu ti vergogni.
Adesso siamo in pausa e non parlo più di te con nessuno e finalmente nessuno mi parla più di te; sembra essere arrivato quel momento in cui tutti pensano che non valga più la pena affrontare l'argomento con me. Nessuno mi chiede più se ti ho sentito, perché tutti danno per scontato che non sia così e forse è meglio, perché forse sarebbe imbarazzante dimostrare a tutti che a volte ti amo ancora. A volte, dico, solo a volte.
Però mi dispiace, anche se mi piace la sensazione che si prova a obbligarmi a non pronunciare il tuo nome. Mi dispiace che tu abbia deciso che non sia più il mio momento di piangere per te. Io di lacrime da sprecare ne avevo ancora un po' e di parole da dedicarti ne avevo parecchie, non tutte gentili, certo, ma tutte per te.
Un mese fa ti eri lasciato sfuggire di invidiarmi, invidiare il mio coraggio (coraggio?), la mia forza, visto che ti sei sempre ritenuto una persona debole.
A dirla tutta, non ho mai imparato ad esser forte, mi sono svegliato e lo ero già. Essere forti, coraggiosi, equivale ad essere felici, o quantomeno ad essere in pace con sé stessi. Il mondo è già abbastanza pieno di persone cattive, non puoi peggiorare il tutto se diventi il primo nemico di te stesso, no?
Uno riesce ad essere forte solo se si accetta. 
Bisogna aver imparato ad amarsi, dopo essersi rimproverati mille volte di aver sbagliato direzione, dopo essersi odiati a lungo per qualche imperfezione del proprio fisico o carattere. Bisogna essersi accettati, dopo essersi plasmati per diventare la persona che si desiderava essere.
Accettazione.
Se qualcuno inizia a ridere della camicia che sto indossando, non mi fa a pezzi. Se qualcuno mi volta le spalle dopo avermi chiamato frocio, io distolgo lo sguardo perché c'è di meglio da vedere rispetto a una schiena. Non voglio subire la mortificazione di non essere accettato.
Mi vesto come mi pare. Porto i capelli come mi pare. Amo chi mi pare.
Si tratta di accettazione.
Ho sempre pensato che saresti tornato, che non ti saresti più vergognato. Ci illudono che tutti tornano, ma non è mica vero. Qualcuno non è abbastanza coraggioso e a qualcun altro non basterà una vita intera per imparare a chiedere scusa. Qualcuno non si pente di aver rinunciato alla nostra presenza e alle nostre manie. E tu sei tra questi.
Non vuoi più le mie camicie che hai sempre guardato con occhio critico e che Oli considerava da frocio, non vuoi più la mia ossessione per il cibo sano, non vuoi più sentirti dire quanto male ti faccia fumare e peggio cannarti. 
Ci insegnano che bisogna andare avanti mentre si aspetta chi non c'è, ma non so se sia giusto. 
Sarebbe stato giusto istituire una giornata della memoria per commemorare i tuoi picchi di buonumore e le tue catastrofiche crisi d'identità che ti portavano a scrivere che eri etero su Twitter denigrando la comunità omosessuale. Di cui fai parte, solo che sei troppo codardo per ammetterlo.
Io ho un disperato bisogno d'amore Louis. Io amo l'amore, amo la vita, amo essere amato, amo vedere la vita scorrere nelle vene della gente, amo i bambini che dipendono dalle proprie madri e amo te.
Te lo dico da quasi cinque anni ormai. Di anni ne avevo 17 quando ti confessai per la prima volta di amarti e francamente, Louis, non ricordo di aver aggiunto ti prego fammi sfottere dai tuoi amici, fammi vivere nell'ombra, fammi felice senza esser visti. 
Ti chiedo scusa se non mi sono accorto che avevi bisogno di una parola di conforto, scusa se non ho indagato nei tuoi silenzi quando non mangiavi, scusa se non ho saputo accarezzarti i capelli e le guance nel momento del bisogno. Perdona i silenzi che non ho riempito, le mancanze che non ho saputo colmare, le parole che non sono riuscito a trovare per descrivere i colori di ognuna delle ali delle farfalle che abitavano nel mio stomaco ogni volta che mi sorridevi.
Una volta, quando eravamo a Parigi per la prima volta, mi hai detto ma che m'importa della Tour Eiffel, degli Champs- -Élysée e del giardino della Tuileries quando tutto ciò che vorrei visitare sono le fossette ai lati della tua bocca?
Te lo ricordi? Avevi ragione.
Le persone sono posti da visitare. Bisogna andarci ad abitare dentro, sotto pelle, disfare le valigie e posare ordinatamente i propri vestiti in ogni vertebra usata come mensola, esplorare la persona da cima a fondo.
Tu facevi parte del gruppo di persone che non hanno la minima idea di essere un rifugio per qualcuno, un porto sicuro dove leggere un buon libro seduti a gambe incrociate sul cuore mentre si pensa "Sì, è proprio un bel posto, è qui che vivrò, è qui che sono a casa".
Non ti sei mai reso conto di essere quella persona per me, troppo impegnato a perderti in uno specchio che ti rifletteva dei difetti che non hai.
Spero tu sia soddisfatto. Tu riesca a vivere bene la tua nuova vita da eterosessuale.
Secondo te il compromesso per essere felici è fingersi ciò che non siamo? 
Poco prima di cena mi sono levato un pezzettino di pelle cicatrizzata dovuto a un graffio di Dusty e non mi ha fatto male. Spero possa essere altrettanto indolore eliminare le tue, di cicatrici. Ma dubito, essendo queste su tutto il mio corpo. Fuori e dentro. Nel cuore, nei polmoni, nel fegato, nel ventricolo destro ed anche in quello sinistro, nei bicipiti, ovunque.
Soffro della sindrome dell'arto fantasma, hai presente? La sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione. 
Sarebbe facile, potrei fare come in Grey's Anatomy, chiamare un chirurgo qualsiasi, Preston Burke ad esempio, e farmelo amputare, così da non avere più problemi.
Sarebbe facile, sì, se non fosse che tutto il mio corpo sei tu e a questo punto non posso farmi amputare ogni cosa, no? 
Mi tocco e sento la tua pelle, non la mia. Passo il tempo a toccare i punti in cui mi manchi.
Ti auguro il meglio e quindi ti auguro te stesso, perché tu sei il meglio che possa esistere al mondo. 
Ti auguro di non vergognarti più per le battutine dei tuoi amici di cui ero sempre protagonista, il gay con il quale passavi più tempo rispetto a loro, ignari che gay lo eri (lo sei, Louis, lo sei) anche tu.
Sono orgoglioso di chi sono, delle mie cosce a volte troppo in carne, dei miei brufoli, del mio amore per i broccoli che tanto odi, della mia gentilezza, dei miei capelli lunghi che mi hanno fatto guadagnare il soprannome di principessa dal tuo amico Calvin.
Io ti amo ma amo più me stesso.
Io resisto ed io combatto. Però da solo. E allora?
E allora un saluto a te, un saluto alle tue incertezze, alla tua infantilità che voleva esser chiamata maturità, alle promesse che non potevi mantenere ma che ti piaceva tanto fare. Un saluto ai tuoi ti amo poco convinti.
Arriverà per me la solitudine e avrà l'aspetto delle tue attenzioni mancate. Arriverà la tristezza e sarà la personificazione di te che non mi difendevi dagli insulti a tema sessuale. Arriverà il gelo e sarà l'inverno farcito dalle tue promesse, dammi tempo, Harry, prima o poi lo dirò a tutti, di noi due.
Arriveranno tempi migliori e forse avrò da ringraziarti per questo male che mi ha reso grande.
Un saluto al tuo corpo minuscolo da te tanto odiato che non sapeva trattenere il mio.
Mi piace pensare che non sapesse farlo, piuttosto che non volesse.
Mi mancherai per tutta la vita.
 

Lo sai, che non siamo più niente?

  
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