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Autore: Yechan    08/09/2015    13 recensioni
[Storia ad OC] [Iscrizioni chiuse] 
Ciao a tutti io sono Yechan! E non sono brava con le presentazioni ma neanche con le introduzioni... Ma ci provo lo stesso dai dai!
Siamo in un’epoca evoluta, dove il sovrannaturale e il normale sono un’unica cosa. Gli esseri umani non sono più gli stessi di centinaia di anni fa, sono più evoluti. Ci troviamo in un mondo in cui il bene e il male non contano ciò che importa davvero è la fama e la ricchezza. L'uomo combatte solo per il proprio interesse.
Ecco a voi signori e signore, io ve l'avevo detto.
[Avvertenze]
Questa storia contiene yaoi e un linguaggio al quanto volgare (in alcune parti eh)! :D Ah.. si.. anche qualche scena pucciosa(?)
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Ehi minna! Ed eccomi qui! Scusate sul serio il ritardo ma con tutti i compiti che mi ritrovo a fare, non ho manco tempo per me stessa D:

Coscienza: Brava! Riduciti al ultimo momento come sempre!

Yechan: Intanto sono passata eh! Minna! Sono in quarta! Yeaah
Coscienza: Lo vedi?
Yechan: Cosa?
Coscienza: Che non importa proprio a nessuno. 
Yechan: Gentile come sempre eh!

Ragazzi a fine capitolo troverete la lista delle comparse e dei protagonisti! 
In questo capitolo ho fatto apparire tutte le OC hehehe amatemi! ok no ._.

Buona lettura!

||SECONDO CAPITOLO||


[15 Dicembre, 2695]
 
Era pieno inverno e nella città di Moorshine, capitale dell’impero UAN o per meglio dire dell’Unione dell’Asia nordica, regnava il caos.
Un’orda di riceventi si era ribellata al sistema rigido attuato da Lores Uzbega .
Si decise, quindi, di convocare un’assemblea durante la quale i rappresentati di tutte le città dell’impero si riunirono nella capitale per mettere fine alle ribellioni, stavolta, in maniera pacifica.
La riunione durò circa tre settimane ma nel contempo le ribellioni non cessarono.
Le autorità, almeno inizialmente, furono poste dinnanzi a molti dubbi e siccome non era in alcun modo possibile percorrere a ritroso la strada precedentemente tracciata non poterono privare i riceventi dei propri poteri considerando che in passato, una volta attuato un simile sistema, il tutto finì nei peggiori dei modi.
 
-Possiamo comunque ridurre i loro poteri!- disse il Garante della Protezione Civile all’assemblea facendo rianimare anche negli altri membri quella che fu una briciola di speranza.
-I miei collaboratori ed io abbiamo ideato questo bracciale.- continuò mostrando un bracciale di metallo e lasciando agli altri il tempo di visionarlo.
-Esso sarà in grado di detenere il loro potere del 80% in pratica i riceventi saranno sotto il nostro controllo.- Concluse l’uomo per poi ricevere una marea di applausi.
Infine quel bracciale divenne una delle più grandi invenzioni mai create e dopo qualche tempo riuscì a riportare la pace nell’impero UAN che oramai era già stato considerato condannato al fallimento.
 
[28 Gennaio, 2728 - Moorshine]
 
Era una tranquilla mattinata di sole ed una ragazza era stesa sul letto nel tentativo di leggere l’ultimo paragrafo di storia.
Osservandola non si poteva fare a meno di pensare che, oggettivamente, fosse una bella ragazza i capelli color verde-acqua erano sparsi a ventaglio su di un letto e contornavano una carnagione rosea* facilmente paragonabile a quella di un bambino in fasce. Mentre gli occhi violacei presentavano delle leggere occhiaie dovute, probabilmente, al fatto che quella stessa notte fin troppo presa dai suoi pensieri e dai suoi studi non fosse riuscita a dormire.
-Sono pronta!- esclamò con enfasi chiudendo il libro, dopodiché si accinse a guardare l’ora sul proprio cellulare e sospirò pensando d’aver fatto appena in tempo.
Liliana Criston, figlia adottiva di Urabe Rika e Ichinose Kazuya, una ragazza come tutte le altre fatta eccezione che lei era dotata di quei poteri propri ai riceventi.
Il suo dono era la capacità di controllare l’acqua ed anche se quel tipo di potere era sempre stato considerato innocuo, per prudenza, i medici al momento della sua nascita decisero di collocarle il bracciale fondendolo con la sua pelle, dopotutto il materiale di cui era fatto quell’arnese era in grado di adattarsi alla pelle umana.
-Mamma, questo bracciale è davvero fastidioso!- si lamentò Liliana guardando quel congegno sul suo polso.
-Lili, non pensare a quel bracciale. Sbrigati a far colazione che poi perdi il pullman.- la rimproverò suo padre facendo così sospirare la giovane.
-Ichinose devi sbrigarti pure tu!- Lo riprese a sua volta Rika.
Quando entrambi ebbero finito salutarono la turchese ed uscirono di casa.
-Mi raccomando Lili non fare tardi come l’ultima volta!- l’avvertì il padre salendo nella macchina.
-Certo pa ci vediamo sta sera!- disse scoccandogli un bacio sulla guancia ed allontanandosi di corsa.
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La puntualità non era mai stata uno dei suoi pregi e di conseguenza alzarsi alle sei e mezza del mattino era una vera e propria tortura per lui, ma lo era ancora di più andare in quel carcere minorile, comunemente chiamato scuola.
Appena la sua sveglia suonò, il corvino dischiuse piano gli occhi color ambra e mugugnando qualcosa con aria visibilmente contrariata la spense, infilando la testa sotto il cuscino.
Poco dopo qualcuno bussò alla porta del giovane.
–Jun sveglia che poi facciamo tardi!- lo avvertì una voce maschile, proveniente dall’esterno la quale, però, non ricevette mai risposta alcuna e consequenzialmente decise d’entrare, tuttavia non potette conseguire il proprio obbiettivo poiché la porta era chiusa a chiave. -L’hai voluto tu!- esclamò ancora una volta avvicinando la sua mano alla maniglia.
‘Andiamo Andy è solo una maniglia!’ Si incoraggiò mentalmente il ragazzo.
Andy prese un respiro profondo dopodiché chiuse gli occhi e portò due dita sulle tempie e col il suo potere riuscì ad aprire il la porta.
-Uh, devo solo concentrarmi in fondo.- disse compiacendosi del fatto che fosse riuscito a controllare il proprio potere nel modo giusto.
-Sveglia, bell’ addormentato!- urlò il ragazzo per poi buttarsi sul letto di Jun, ma invece di cadere sul morbido materasso, atterrò sul pavimento.
–Ahia! Jun ma sei stronzo!- esclamò Andy con voce che faceva trasudare una lieve intonazione di rabbia.
-Hai cominciato prima tu! Maledetti te e la tua telecinesi.- sbraitò il corvino contro il suo amico.
-Si ma non c’era bisogno di far apparire un finto letto!- si lamentò.
-Mica son un mago che so far apparire le cose! Io sono un’illusionista.- disse muovendo le mani per enfatizzare il tutto dopodiché scoppiò a ridere.
-È la stessa cosa.- affermò il giovane scompigliandosi leggermente i lunghi capelli castani e puntando gli occhi azzurri lungo il corpo longilineo del giovane.
-Nah! Dai vai a far la colazione che devo ancora vestirmi.- ordinò il corvino cacciando via l’amico dalla stanza.
-Ma io sono il tuo ospite!- protestò il castano, ricevendo come risposta una portata in pieno viso.
 
-Vaffanculo.- imprecò Andy.
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-Mamma io vado. Ci vediamo stasera!- salutò una ragazza, probabilmente diciannovenne, chiudendosi la porta di casa alle spalle.
Amelye intraprese la strada che l’avrebbe condotta a scuola e nel farlo si perse, inevitabilmente, nei propri pensieri. A volte si pentiva d’aver scelto la strada di utilizzatrice poiché si era rivelata alquanto faticosa.
Non poteva neanche condurre una normale vita scolastica considerando che al fine delle lezioni doveva intrattenersi al solo scopo di imparare ad utilizzare al meglio le “arme demoniache”.
Ad ogni modo era abbastanza soddisfatta del tutto poiché le sue armi demoniache erano un paio di pugnali che non appena entravano in contatto con la pelle di qualunque essere vivente bruciavano quella determinata zona regalandogli così diversi tipi di sensazioni, causando addirittura la morte.
La giovane avente lunghi capelli biondo cenere accompagnati da delle ciocche color del carbone, continuò a camminare, completamente immersa nei propri pensieri, verso l’edificio scolastico, quando però la propria tranquillità venne interrotta dal suo migliore amico, Akio Fidou.
-Chiudi quella felpa, scostumata!- esclamò il castano guardando la canottiera dell’amica.
-Fuck the world?- domandò il ragazzo per quale motivo fosse stata scritta quella frase sull’indumento della bionda.
-Salutare no? Comunque vuole dire “fanculo al mondo” o almeno credo- rispose la giovane, con una nota lievemente sarcastica nella voce, chiudendosi la felpa.
-Ah! Ma quello è inglese!- strepitò il ragazzo.
-Maddai!- disse sarcasticamente la bionda per poi scoppiare a ridere.
-Scusa se non me ne intendo di lingue morte!- protestò il castano.
-Guarda, che qualcuno lo parla ancora- affermò con decisione Amelye. – Comunque, che ci fai qui?- domandò curiosa.
-Ho perso il pullman, quindi mi tocca venire a piedi con te.- spiegò il semplicemente giovane.
-Avrai l’onore di stare in mia compagnia!- esclamò divertita la biondina.
-Eh no mia cara, sei tu che devi esserne onorata!- replicò per poi tirarle qualche pacca sulla sua spalla.
 
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Eleonor era ancora stesa sul letto e la sua voglia di andare a scuola era pari a zero, aveva buttato al vento preziose ore di sonno solo per tentare di memorizzare qualche avvenimento di quella materia nella quale andava a costituirsi come una vera e propria frana: storia.
-Eleonor alzati di questo passo farai tardi!- urlò, con voce arguta, dal piano di inferiore sua nonna.
La giovane nel sentire la nonna chiamarla, aprì lentamente gli occhi e con lo sguardo assonato percorse la penombra della stanza osservando la scrivania sulla quale c’era appoggiato un libro, si alzò svogliatamente facendo ondeggiare i lunghi capelli corvini ed allora la giovane realizzò che, probabilmente, sarebbe stata l’ennesima mattinata grigia.
-Che pizza!- Sbuffò e portandosi le braccia in alto e stiracchiandosi.
Poi, con fare sconsolato, si diresse in bagno con l’intento di prepararsi e infine raggiunse la cucina dove sua nonna le preparò del caffè e pane tostato. Quando la ragazza terminò di far colazione, salutò la nonna e uscì di casa.
 
Casa sua era abbastanza lontana dalla fermata del pullman e quindi doveva fare in fretta, tuttavia con i jeans che le cadevano e lo zaino pesante, finì per perdere l’automezzo.
-Merda.- imprecò ad alta voce.
-Ele, quello non è il pullman che devi prendere!- esclamò una ragazza dai capelli biondi raccolti in una coda alta, lasciando cadere qualche ciocca sul suo viso incorniciati da occhi di un magnifico colore tendente all’ azzurro-grigio.
-Ehi Astrid! Dici sul serio? Non me n’ero accorta.- Le rispose nervosa la corvine facendo inarcare un sopracciglio alla bionda.
-Eleonor Ivanov! Volevi svignartela anche questa volta!- le urlò contro la biondina realizzando il tutto.
-Non so niente di storia! Se prendo un altro due, sono finita!- replicò lamentandosi la corvina.
-Studiare no?- Le chiese Astrid incrociando le braccia la petto.
-Niente, ho solamente buttato ore di sonno al vento!- spiegò velocemente Eleonor.
-Sei un caso perso- disse alzando gli occhi al cielo la bionda.
-Già, quindi se vuoi scusarmi io vado!- esclamò la corvina, la quale una volta sistematasi i pantaloni corse via.
-No Ele, aspetta!- urlò l’amica che ,sospirando, decise di seguirla.
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L’Amos era una delle scuole più prestigiose della capitale, considerata anche una delle più severe e questo Luthien lo sapeva bene.
Quella giornata si preannunciava davvero pessima per lei.
Innanzitutto perché la sveglia quella mattina aveva deciso di andare in ferie ed in seguito il pullman fece tardi e, come se non bastasse, alla prima ora aveva quella strega, così la chiamava, della sua prof. che non tollerava alcun tipo di ritardo.
 
Nel contempo nella sua classe, l’insegnate era intenta a fare l’appello come ogni lunedì mattina.
-Tsurugi Kyousuke?- chiamò il giovane con voce inviperita la donna.
-Presente.- si limitò a rispondere il blu.
-Tenma Matsukaze?- continuò con l’appello ma a quel richiamo nessuno rispose cosicché alcuni dei suoi compagni si girarono verso il suo posto per constatare che il giovane non stesse solo dormicchiando come suo solito ma fosse effettivamente assente.
E Tsurugi accertandosi di quella realtà non poté fare a meno di pensare che il tutto risultasse alquanto strano poiché Tenma non mancava mai o quasi.
E per quella mancata presenza, il giovane, sapeva già a chi fosse dovuta la principale colpa: Apollo Reed.
In fondo da quando i due si erano mesi assieme Tenma non faceva altro che passare tutto il tempo assieme a lui. Tsurgi ridacchiò ripensando alle parole dell’amico, quando al suo tempo l’aveva rassicurato del fatto che quello fosse un bravo ragazzo ed altre cose simili. Beh se quelli erano i risultati il blu non poteva fare a meno d’essere alquanto contrariato.
Che poi, la vita era davvero strana visto che quei due andassero incredibilmente d’accordo nonostante la differenza d’età e i caratteri, quanto meno, opposti.
 
La prof cominciò a spiegare, distraendo il ragazzo dai propri pensieri, ed ecco che improvvisamente in quella classe, che prima era invasa da vari rumori e persone intente a parlottare tra loro, calò il silenzio.
Tuttavia proprio nel bel mezzo della spiegazione qualcuno irruppe nell’aula con fare decisamente ansimante.
-E lei?- domanda la docente mantenendo un tono vocale inviperito.
-Doyle, Luthien Doyle.- disse la castana, appena entrata, cercando di riprendere fiato.
-È in ritardo signorina Doyle.- la rimproverò la donna con aria circospetta.
-Il pullman è arrivato tardi!- esclamò la castana cercando di giustificarsi.
-Vada, al suo posto. – ordinò la professoressa quasi come se stesse sputando veleno.
Luthien si sistemò i suoi occhiali e si diresse verso il suo posto.
La prof continuò con la lezione ed intanto la mia compagna poggiò il suo zaino sul banco e tirando fuori le sue cose cominciò a scarabocchiare il suo libro.
Passano vari minuti e repentinamente la prof smise di parlare, cominciando a guardarci con aria ammonitrice e vagamente divertita.
- Luthien Doyle alla lavagna.- dice col tono severo di chi non ammetteva repliche. A quell’affermazione la maggior parte delle persone presenti all’interno dell’aula impallidirono visto che probabilmente la professoressa aveva deciso di iniziare ad interrogare e mietere le proprie vittime.
-Considerando che Tenma è assente direi che al suo posto potrebbe tranquillamente venire Tsurugi- Continuò la professoressa con tono severo, il blu si alzò dalla propria postazione e stingendo i pugni si ripromise di farla pagare a Tenma.
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Atsuya aprì lentamente gli occhi e per un millesimo di secondo non capì dove si trovasse ma poi le cose divennero più chiare: era nella camera di Amelia.
Non sarebbe mai dovuto andare alla sua festa soprattutto considerando che non era neanche stato invitato, sospirò, ripensando che quella era tutta colpa di Endou e della sua mania di intrufolarsi nelle case altrui.
Non poteva assolutamente essere, pensò il rosa guardando la schiena nuda della giovane ancora assopita accanto a lui.
Come avevano fatto a finire in quello stato? Ma non fece neanche in tempo a chiederselo che i ricordi lo investirono come un uragano facendogli prendere atto di quella realtà che si presentava incredibilmente assurda e con sgomento si rese conto che erano andati a letto assieme.
-Merda- Imprecò sotto voce al fine di non far svegliare la giovane, una cosa del genere non era potuta succedere.
Ma certo Atsuya e vi siete infilati direttamente nudi al letto senza aver fatto niente!’ Pensò sarcastico il ragazzo passandosi una mano sulla fronte.
Ora come si sarebbe dovuto comportare, si chiese il ragazzo che guardando nuovamente la figura di Amelia addormentata quasi non sorrise a causa della tenerezza: mentre dormiva era incredibilmente simile ad una bambina.
Con orrore si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli oltre modo, lui a quel momento sarebbe dovuto stare con Robyn non di certo al letto con un'altra. Aveva tradito la sua ragazza con una che per giunta non amava, era proprio un coglione.
E sicuramente Hiroto lo avrebbe ammazzato.
Ponendo nuovamente lo sguardo sulla figura di Amalia, però, non poté fare a meno di fissarla e comandato da chissà quale remoto impulso le spostò alcune ribelli ciocche castane che le erano ricadute in volto.
-MA CHA CAZZO!- Urlò un Amalia che seppur appena sveglia non aveva minimamente faticato a rimettere in sesto i tasselli del puzzle.
-TU-continuò la ragazza saltando giù dal letto ma quando s’accorse di indossare solamente l’intimo tirò via la coperta al fine di coprirsi.
Improvvisamente, però, divenne paonazza poiché, solo compiendo quell’azione, si rese conto che Atsuya indossava solo i boxer.
-COPRITI!- urlò nuovamente con fare disperato e lui  solo in quel momento si accorse della situazione.
-FUBUKI CHE CAZZO CI FAI NEL MIO LETTO!?- Chiese la castana arrabbiatissima e probabilmente soggetta ad una prossima crisi isterica. Aveva assunto una colorazione vagamente simile a quella di un peperone mentre gli occhi color della pece provvisti di istinto omicida erano rivolti erano il ragazzo il quale li trovò incredibilmente inquietanti.
-Credo che abbiamo bevuto troppo.- In momenti come quelli, Atsuya lo sapeva bene, era un’ottima idea dare la colpa alcool.
Fu allora che Amelia si gettò disperatamente alla ricerca dei suoi vestiti e quando li ritrovò se lì infilò rapidamente ed in seguito cercò di sistemarsi i capelli che di solito teneva raccolti in una treccia laterale e a quel momento erano esageratamente mossi.
 
-Ti rendi conto della situazione?- disse un po’ più calma, lanciando al ragazzo i propri pantaloni.
-Fubuki guardami- disse poi con tono che non ammetteva repliche rivolgendosi al ragazzo il quale si voltò nella direzione della castana e quasi mosse le labbra disgustato. Odiava con tutto se stesso quella ragazza.
-Wilson, mi rendo conto di questa situazione- Si limitò a risponderle con tono serio.
 
-Bene, allora sai cosa fare- disse la castana lanciandogli la maglietta.
–Vattene e non rivolgermi mai più la parola, qui non è successo nulla.- continuò e proprio come gli era stato chiesto Atsuya se ne andò.
Una volta uscito continuò a ripersi che quello era stato un semplice errore, un ‘incidente di percorso’ se così poteva essere definito.
Lui amava Robyn e odiava quella vipera di Amelia.
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"La piccola Bubi,
ha bisogno che qualcuno l'aiuti!
E' caduta nel paese delle meraviglie
e ha bisogno dei poteri!
Pertanto chiede aiuto alla regina di cuori!"
 
Recitò una giovane dai lunghi e mossi color rubino aventi riflessi biondi e dagli occhi color dello smeraldo con delle contrastanti sfumature color lapislazzulo.
-Et voilà, sono pronti!- esclamò la rossa guardando i suoi dolcetti al gusto di cioccolato e crema pasticciera.
-Robyn, hai finito? Guarda che facciamo tardi- disse un ragazzo, avente una folta chiama rossa, appoggiandosi allo stipite della porta della cucina.
-Tanto oggi devo entrare alla seconda ora.- Replicò spiccata la rossa.
-Non dovevi andare a fare colazione assieme ad Atsuya?- domandò il ragazzo alzando un sopracciglio.
-Mi ha scritto poco fa dicendomi che non riusciva dato che si è svegliato tardi.- rispose sbadigliando.
-Hai fatto ancora quei sogni?- Le chiese preoccupato osservando la ragazza che aveva un aria evidentemente stanca.
-Sì, solo fiamme nere. Insomma era un sogno privo di ogni logica ma davvero strano - spiegò la giovane. –Hiroto io sono stanca di questo bracciale.- si lamentò poi mostrando il polso al fratello.
-Cosa puoi farci, hai ereditato praticamente tutto dalla nonna.- cercò invano di consolarla.
-Ma poter prevedere il futuro e vedere i morti non sono certamente poteri piuttosto le chiamerei maledizioni!- strillò Robyn con tono irrequieto.
-Ma se i morti non li vedi quasi mai!- esclamò il rosso. –Comunque, quel bracciale è davvero utile!- continuò beccandosi un’occhiataccia da parte della gemella.
 
Quei bracciali servivano esclusivamente per detenere l’ottanta per cento o meno dei poteri dell’individuo che li indossava.
Robyn possedeva un potere unico nel suo genere, casi come il suo erano davvero rari. Lei poteva preparare dei dolci magici con i quali, se dai un morso, acquisti una capacità a scelta.
L’impasto di cui erano fatti, era quello normale ma stranamente solo la giovane Kiyama riusciva a donargli quella caratteristica tanto importante.
 
-Questi bracciali, privano ogni ricevente della propria libertà! Non servono a un niente- sbraitò contro il fratello per poi andarsene in salotto e accendere la tv.
 
-E dai! Non fare il broncio!-
-Hiroto, essere una ricevente è davvero difficile. Soprattutto in questo mondo di arretrati.- gli rispose Robyn stringendo i pugni.
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Samantha Bell aprì di scatto gli occhi ritrovandosi stesa su una panchina di un parco. Si chiese come avesse fatto ad addormentarsi in un posto del genere.
Richiuse gli occhi e la testa le pulsava, era insopportabile.
Si ricordò di tutta la vodka che si era bevuta alla festa di Amelia e di come l’amica si divertiva a ballare con un rosa.
 
-Che merda di vita.- disse alzandosi e ritrovandosi con un precario equilibrio.
Allora decise di sedersi e con la testa tra le mani cominciò a ricordare cos’era successo alla festa dell’amica: era stato un disastro.
Aveva pianto e ballato, aveva riso e sclerato come non mai.
-Samantha?- la chiamò un ragazzo dai capelli castani lunghi fino le spalle e dagli occhi color cioccolato.
-Sam che ci fai qui?- parlò una ragazza alta e magra, dalla carnagione chiara e dai lunghi capelli rosa raccolti in una coda di cavallo bassa, legati da un fiocco di nastrino blu. I suoi grandi occhi celesti la fissavano incuriosita e preoccupata allo stesso tempo. Samantha alzò lo sguardo incrociando quelli di Shindou. Il suo sguardo la faceva sognare: quel ragazzo la faceva impazzire!
-Andatevene.- ordinò la giovane.
-Non è da te venire in questi luoghi- sentenziò il castano.
-Sam, eravamo solo preoccupati...- intervenne timidamente la rosa.
-Non voglio la vostra pietà. Quindi potete anche andare- disse con tono serio e disprezzante.
Hanako stava per replicare, ma il ragazzo le fece segno di fermarsi: era difficile trattare con Samantha.
-Siete ancora qui?- domandò retoricamente. –Bene, allora me ne vado io.- continuò per poi alzarsi dalla panchina.
-Sam hai bevuto, vero?- chiese la rosa guardando la corvino dagli occhi color nocciola, che si reggeva a malapena in piedi.
-Non sono affari tuoi e non mi chiamare così!- le urlò contro.
-Non parlare così ad Han!- intervenne Shindou difendendo, così, la sua amica.
-Oh scusa tante!- disse la corvino con aria strafottente.
-Che succede qui?- intervenne una giovane alta e formosa, con i capelli rossi scuro che le incorniciavano il viso dalla carnagione chiara e dai tratti delicati.
-Samantha?- la chiamò e la corvino la guardò.
-Ciao Talia.- borbottò e la rossa le saltò addosso, abbracciandola.
-Ero preoccupata! Dov’eri finita? - chiese disperata.
Talia Chase era la tutor di Samantha Bell.
-Da nessuna parte, possiamo andare?- disse la corvino, la rossa annuì con la testa e salutò i ragazzi.
 
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-Ti amo.- disse una castano dagli occhi verdi.
-Hera? Ma sei serio?- domandò stupita una turchese con ciocche blu dagli occhi, uno blu e uno azzurro ghiaccio.
-Ma cosa te le chiedo a fare, stai solo scherzando.- disse per poi prendere le sue cose e uscire dalla classe.
-No Giulia, dico sul serio.- la fermò e la guardò dritto negli occhi.
La ragazza era in silenzio e lo fissava: a lei piaceva tanto Hera, ma era sicura che a lui non gliene fregasse proprio niente di lei.
-Io ti amo.- disse ancora il castano e questa volta facendola sedere sulla sedia.
I due si trovavano in classe da soli già da un bel po’. Quel giorno dovevano entrare alla seconda ora, ma entrambi arrivarono prima.
-Non sei divertente.- sentenziò la turchese.
-Perché non mi credi?- chiese il ragazzo.
-Perché non è da te! Tu sei lo stronzo figaccione che si fotte di tutto e tutti!- esclamò.
-Allora mi consideri un bel ragazzo, eh!- disse divertito il castano e la ragazza distolse lo sguardo imbarazzata.
-Giulia, tu mi piaci! Mi fai impazzire!- strepitò il ragazzo.
-Ma smettila.- borbottò la giovane guardando da un’altra parte.
-Giulia, tanto lo so che ti piaccio.- le sussurrò sensualmente in un orecchio facendola sussultare.
-Ti amo, ti amo. Giulia, sono serio. Ti prego credimi.- disse e la ragazza si girò verso di lui per guardarlo meglio.
Giulia aveva le gote arrossate e gli occhi lucidi, intanto Hera la contemplava con lo sguardo.
–Hai degli occhi stupendi.- sussurrò avvicinandosi piano alla ragazza per poi stamparle un bacio sulle sue morbide labbra.
 
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-Apollo Reed! Potevi almeno svegliarmi no?!- sclerò un castano dagli occhi blu metallizzato appena si svegliò.
-Chi sono io per interrompere un sogno così beato?- ridacchiò il giovane passandosi una mano tra i capelli.
-Si dà il caso che io oggi dovessi andare a scuola, sai!- gli sbraitò contro.
-Tenma mettevi la sveglia e inoltre, sei stato tu a presentarti a casa mia ieri sera.- disse con un tono che infastidì il castano.
-E solo che volevo far pace con te.- borbottò il ragazzo.
 
Tenma e Apollo non erano la coppia perfetta, ma neanche pessima ed era più che normale avere i propri alti e bassi.
-E ci sei riuscito.- disse con un tono malizioso avvicinandosi al castano e stampandogli un bacio.
Dopo di che si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
–Vuoi qualcosa?- domandò il giovane appoggiandosi allo stipite della porta.
-Caffè, grazie.- rispose sorridendogli.
 
Apollo Reed ragazzo alto e dalla carnagione caffè latte dal fisico asciutto e muscoloso, capelli mossi e lunghi fino alle spalle color biondo platino e i suoi occhi color azzurro ghiaccio che diventano rossi quando attivava il suo potere, ovvero l’ipnosi.
 
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Dopo anni passati a spaccarsi la schiena sui libri e ritrovarsi a lavorare in un fast-food, non era il massimo ma era necessario, c’era troppa crisi.
-Alisa! I panini sono pronti?- chiese una ragazza alta, snella e formosa dai capelli mossi, lunghi fino al fondo schiena, castani e con le punte bionde.
-Eccoli!- esclamò Alisa portando in un sacchettino con dentro i panini.
-Grazie cara.- la ringraziò con uno dei suoi soliti sorrisi, proprio il contrario di Alisa che sorrideva a stento, lei era una ragazza dalla carnagione pallida, occhi color grigio azzurro e dai capelli bianchi con l’acconciatura a caschetto ed una frangia laterale che spesso le copriva l’occhio destro.
-Mamma mia, quel tizio viene ogni giorno qui.- disse la castana mettendo apposto le cannucce nel barattolo.
-Già.- rispose Alisa. –Akemi, stasera non ci sono.- continuò.
-Quindi c’è Eleonor?- domandò.
-Si, si. E con Hakuryuu come va?- chiese curiosa stranamente l’albino.
-Ali, siamo solo amici!- sclamò la giovane arrossendo.
-Nervosetta, eh!- intervenne dal nulla una bionda dai lunghi capelli che dalle spalle diventano di un blu elettrico, gli occhi erano neri e un po’ a mandorla. Era piccola e minuta, con la carnagione chiara.
-E tu ragazzina, ti balzi la scuola anche questo lunedì?- domandò Akemi divertita.
-Miku dovresti prendere più seriamente la scuola.- la rimproverò Alisa.
-Alisa, sei sempre la solita! Suvvia, impara a divertirti che la vita è solo una!- disse saggiamente la biondina.
-Ah, ragazze dimenticavo. Siete invitate alla mia festa questo fine settimana! Akemi tu ovviamente puoi portare il tuo Hakuryuu.- disse finendo con un tono malizioso facendo, così, arrossire l’amica.
-Ma voi non capite… Hakuryuu ed io siamo solo amici!- sclerò la castana facendo scoppiare dal ridere Miku.
 
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Ritornare alla Sun Garden non era uno dei suoi piani, ma purtroppo doveva finché non compiva la maggiore età non poteva fare ciò che le andava.
-Ben tornata Shjniu!- esclamò un rosso.
-Purtroppo, son tornata.- rispose una ragazza dai capelli biondo vivo, occhi color rosso fragola, carnagione rosea e dal viso paffuto, dolce e infantile
-Sempre la solita, nemmeno un ciao!- intervenne dal nulla un ragazzo dai capelli color pistacchio tenuti in una coda.
-E voi sempre a scassare i maroni!- replicò la ragazza portando la sua valigia dentro l’edificio.
-Vuoi un’aiutino?- domandò il pistacchio.
-No, grazie. Posso farcela da sola.- rispose con tono freddo e distaccato.
-Ma se a malapena riesci a sollevarla.- disse il ragazzo.
-Guarda, che ha le rotelle.- sentenziò la giovane schiacciando un bottone sul manico della valigia.
-Volevo essere solo gentile.- bofonchiò il pistacchio.
-Suvvia, sarà per una prossima volta.- ironizzò la ragazza. –Sai dirmi dov’è la mia camera?- domandò poi la Shjiniu.
-Si, seguimi.- rispose il ragazzo, mostrandole la strada.
 
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Il tempo sembrava non passare mai, erano appena alla prima ora ed erano passati solo venti minuti.
-Haruka, quel ragazzo sarà mio. Si o si.- sentenziò, una bionda dai capelli corti e occhi blu, osservando il nuovo arrivato, seduto due posti davanti a lei.
-Ma sei seria?- domandò divertita la sua vicina di banco, questa aveva la pelle chiara e dei lunghi capelli color lilla pastello, i suoi occhi erano verde acqua anche se quello bianco era quasi bianco per via di un incidente che le lasciò pure una cicatrice sull’iride.
-Mai stata così seria!- esclamò beccandosi un richiamo dalla professoressa.
-Mion dai, non c’hai nemmeno parlato.- disse Haruka.
-E allora? Non dirmi che a te non ha colpito.- replicò la bionda.
-Ti ricordo, che io ho il ragazzo.- sentenziò la compagna.
-Già, Kirino. Come fai a starci assieme? Ceh, io se avrei quelle due grandi doti che hai tu, andrei a cercarmi uno di quei fighi!- strepitò e ancora una volta l’insegnante la rimproverò e questa volta la minacciò di metterle la nota.
-Mion, ho capito di avere le tette grandi. Non c’è bisogno che me lo rinfacci ogni volta e inoltre, io sto benissimo col mio Ranmaru.- disse la ragazza.
-Oh amica mia, Mion è entrata in azione. Fey Rune sarà mio, ho deciso.- disse con tono serio.
-Mion, tu sei pazza.- sentenziò in fine l’amica.
 
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Lui non sapeva assolutamente niente di lei e viceversa, lui la incontrò per caso un mese fa in un bunker abbandonato in mezzo al bosco durante un’escursione con suo fratello e la sua ragazza.
Quella ragazza dai capelli neri lunghi e gli occhi azzurri come ghiaccio, aveva metà del suo volto ricoperto di rame come anche altre parti del suo corpo e il suo piede destro era di ferro.
 
-Shizuko, stai bene?- domandò un albino e la ragazza, seduta su un letto, annuì con la testa.
Si trovavano in un ospedale, avevano appena operato la corvino al viso per togliere quei pezzi di rame e sostituirlo con pelle.
-Shirou, dobbiamo andare.- disse un biondo poggiato allo stipite della porta di quella stanza bianca.
-Shizuko, io devo andare a scuola, mi spiace.- disse alzandosi dalla sedia l’albino. –Ma appena finisco, vengo qui da te a farti compagnia.- Esclamò.
-Grazie.- riuscì a pronunciare la ragazza, nonostante le bende.
L’albino infine la salutò e assieme all’amico se ne andarono, lasciando la ragazza con un’infermiera.
 
-Shirou, perché fai tutto questo per lei?- chiese il biondo all’amico.
-Perché mi dispiace.- rispose l’albino.
-Amico mio, non dirmi che ti sei innamorato!- esclamò il ragazzo.
-Ma che dici! Gouenji, io lo faccio perché ci tengo a lei, come amica.- spiegò Shirou.
-Certo, comunque hai sentito che Miku vuol dare una festa?- cambiò argomento l’amico.
-Si, tu ci vuoi andare?- domandò curioso l’albino.
-Se non ho niente da fare, credo che ci farò un salto.- ripose il biondo.
-Se c’è Astrid, vorrai dire!- strepitò il ragazzo.
-No, Shirou… no.- sentenziò Gouenji.
 
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[Ashwilt, 27 Gennaio 2728 – ore 22¬:O5]
 
-Ben fatto, Miriam! Di questo passo, il fuoco sarà sotto il tuo completo dominio.- si complimentò un giovane avente il viso pallido leggermente lentigginoso e i capelli rosso accesso.
-Tutto grazie a te, Lew!- esclamò una ragazzina dai capelli color lilla chiaro, lunghi fino metà schiena.
-Beh, modestamente.- scherzò il giovane dagli occhi verde smeraldo facendo, così, ridacchiare Miriam.
-Dai, mangia.- continuò il giovane porgendo un piatto di zuppa alla ragazza.
 
-Lew, tu pensi di ritornare a Moorshine?- chiese la giovane portandosi alla bocca una cucchiaiata di zuppa calda.
-No, non penso. Ashwilt mi piace di più, tu?- affermò il rosso.
-Mi piacerebbe, ma all’idea che mi installino sulla pelle quel bracciale, mi vengono i brividi!- esclamò la ragazza. –Io preferisco dominare il mio potere liberamente.- continuò guardando su, i suoi occhi color magenta riflettevano quel cielo stellano che raramente potevi ammirare i altri luoghi, dopotutto allenarsi in una foresta non era così male come pensava Miriam.
 
Pov. Lewis Alexandr Jareau
Abbiamo appena finito di allenarci, Miriam sta davvero migliorando e in questi mesi ho avuto la possibilità di conoscerla meglio.
E che dire: è difficile da gestire.
L’ho incontrata quando ero di passaggio nella la capitale dell’Impero UAN, lei viveva in uno orfanotrofio insieme a tanti bambini. Per quanto ho capito lei fu abbandonata a sei anni dai suoi genitori e da lì in poi è sempre vissuta al Sun Garden.
 
-Vado a fare un passeggiata!- mi fa alzandosi da terra.
-Va bene, ma non ti allontanare troppo.- l’avviso.
 
Quello che mi ha spinto a portarla qui, ad Ashwilt, vicino alla foresta amazzonica, fu perché lei non portava il bracciale e Miriam era una ricevente.
 
Era davvero curioso.
 
Lei mi disse che i suoi poteri incominciarono a svilupparsi quando aveva quindici anni, era così spaventata a quei tempi che decise addirittura di tenerlo nascosto persino al suo migliore amico, che se ricordo bene di nome faceva Nagumo Haruya.
 
Ma io appena la vidi, sentì qualcosa di strano, sentivo che quella ragazza aveva qualcosa di speciale.
 
Infatti quelli che possiedono il fuoco come lei e me, si riconoscono a vista d’occhio.
È difficile spiegare ma con un semplice sguardo riusciamo a capire se anche lui o lei possiedono il nostro stesso potere, se invece non sentiamo niente, vuol dire semplicemente che ne possiede un altro.
 
Fine pov.
 
Pov. Miriam Black.
Quando scoprì di possedere quei poteri, sentì come se il mondo mi stesse crollando addosso.
Nella mia città non erano ben visti i riceventi.
E inoltre, avevo paura che mi impiantassero quell’affare.
Purtroppo all’età di sedici anni il mio potere incominciò a sfuggirmi di mano, non riuscivo a controllarlo.
Una volta stavo per incenerire, addirittura, un cane per lo spavento preso quando esso saltò fuori da un cespuglio e incominciò ad abbaiare incontrollabilmente.
O quando starnutivo e dalle mie orecchie mi usciva del fumo, mi sentivo un drago!
 
In quel periodo mi isolai completamente, anzi quasi. Nagumo rimase sempre vicino a me, infatti venne anche a sapere del mio potere.
Quando Lew venne nel nostro orfanotrofio e mi propose di viaggiare con lui, Nagumo insistette perché io accettassi, anche se ciò significasse stare lontani.
 
Nagumo sapeva benissimo che controllare da sola questo potere sarebbe stato difficile e quello che era in grado di aiutarmi era proprio lui, Lew.
Fine pov.
 
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.
 
-Arrivi tardi Charlotte.- la rimproverò il fratello.
-Ma sono appena le undici!- reclamò la giovane.
Charlotte era alta e snella, i suoi capelli color cobalto erano lunghi e legati in una cosa posata sulla spalla sinistra e i suoi occhi erano di un bellissimo color smeraldo.
-E avevi il coprifuoco alle dieci!- replicò il fratello.
-Davy, ho diciotto anni! Ficcatelo in quella testa!- esclamò la ragazza.
-Abbassa i toni con me!- strepitò Davy.
-Davy Jones, lei non è mio padre. Quindi se vuole scusarmi io mi ritirò in camera mia.- sentenziò correndo dritta in camera dove si buttò sul suo lettone e cominciò a pensare alla bellissima giornata che trascorse assieme al suo amico Ryugel.
 
Charlotte Jones era una ricevente a differenza del suo fratello che era solo un comune umano.
Lei possedeva il potere dell’elettricità, con il quale poteva generare blackout e sparare fulmini ma a causa di una nuova legge, entrata in vigore nella sua città, le fu impiantato un bracciale con la funzione di ridurre il suo potere.
Da fulmini e blackout, ora poteva semplicemente accendere una lampadina e creare scintille.
 
Purtroppo i riceventi erano visti ancora come una minaccia.


Angolo dell'autrice. 

Uoh! Avete letto tutto eh!
Ehi ancora minna! :3
Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto! 
Prima di passare alla lista, vorrei ringraziare di cuore le mie beta - reader! 

TimeStrangerRey
Cari Chan
Dark_Rose_98

Grazie di cuore ragazze, davvero! Grazie grazie!

Ed ora passiamo alla lista tanto attesa ahaha
Ma prima!

Vorrei ringrazie chi ha partecipato, avete creato dei bellissimi personaggi! 
Mi sono piaciuti tutti, dico sul serio. 
Però.. ce ne sono stati alcuni che mi hanno colpita in particolare.
Anche se non siete protagonisti, comparirete lo stesso nella storia anche se non molto... 

Ed ecco qui i protagonisti signori e signore
  1. -Animefans  con  Amelye Lavigne.
  2. -Black Dalia  con Apollo Reed
  3. -Bennachan con Luthien Doyle
  4. -TimeStrangerRey   con Robyn Kiyama 
  5. -White_Moon con Jun Shimizu.
  6. -Cody020701 con Andy Anderson
  7. -Dark_Rose98  con Shjniu Sonata
  8. -Samalex14  con Samantha Bell
  9. - _Ale_2001_  con Akemi Miyazaki  
  10. -Michy_66   – Shizuko 
  11. -Nananime – Astrid Moon
  12. -LolaKastle22   -  Amelia Wilson  
  13. -Cari chan – Miku Atoki 
  14. -Deby19 - Miriam Black 
  15. -Frosty Dark  con Lewis Jareau.   
16. KimishuShira - Liliana Criston


Ed ecco le comparse!

Schenider­_S­tephan   Giulia Yumiko 
Charlotte Drakul – Charlotte Jones.  
NIKITA 03 – Mion Takamine.
Waffe_Ivanov  con Haruka Watanabe 
Crona 78 – Alisa Bosconovitch 
Goldie36 – Hanako Kirino
Inazumiana01 – Talia Chase 



ED ECCO LE NOSTRE COMPARSE! Ricordate che comunque apparirete nella storia anche se non molto... 
Vi prego non odiatemi D:
Sapete quanto è stato difficile scegliere? D:


Un'ultima cosa, poi concludo ahaha
Cari partecipanti (mi riferisco soprattutto ai protagonisti), vi prego non sparite nel nulla! Davvero D:
Ok, non chiedo che recensiate ogni santo capitolo.. per carità no! Tutti noi abbiamo i nostri impegni ma gentilmente vi chiederei che almeno di non sparire e di lasciarmi così i vostri poveri OC D:
Ho bisogno comunque di sapere se lo sto interpretando bene o no... 
Ripeto: Non pretendo che recensiate ogni capitolo. No.
A me basterebbe anche  anche un messaggio privato! Solo sapere che siete ancora lì e che non abbiate abbandonato la vostra OC ahahaha


Coscienza: Se scomparite faccio diventare le comparse... protagonisti eh!
Yechan: Calma! calma! Anche se l'idea ci sta, però calma!

Ragazzi, sto collassando ahahaha quindi vi saluto! Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio di cuore chi ha letto questo capitolo e a chi recensirà. 
Spero di aver interpretato bene le vostre OC! In caso contrario, mi scuso in anticipo. 

Ah! un'ultimissima cosa! Come ve ne siete accorti con alcuni OC non rivelato se hanno un potere o meno ahahaha beh, lo dirò più avanti loool 

Coscienza: Dovevi dire solo questo?
Yechan: Si si.
Coscienza: Vai a dormire va. 


Buonanotte a tuttiii!


Baci, Yechan :3





 

   
 
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