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Autore: Jailer    08/09/2015    6 recensioni
"La vita è un’onda, il Cancro lo sa perché è un segno che viene dal mare.
La vita è acqua che si schianta, acqua che può distruggere e tornare al mare o rimanere sulla roccia ed evaporare via. Un fluido che sale e scende, senza certezze e senza requie.
Come può saperlo il Fuoco, che brucia come se non ci fosse un domani, per poi spegnersi senza rumore?
Manigoldo guardò allora il mare e chiuse gli occhi, il suo mantello oscillava lieve ad una brezza leggera e intristita.
Che lui lo avesse voluto o no, la vita lo aveva condotto fin lassù.
Davvero è un’onda, pensò.
"
Storia di certezze che vanno e vengono.
[Sisifo x Manigoldo]
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Cancer Manigoldo, Nuovo Personaggio, Sisifo di Sagitter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10

 

Erano sui gradini della Tredicesima Casa, il sole brillava intenso come il giorno in cui erano partiti.
Sotto di loro si stendeva tutto il Santuario, a partire dalla superba scalinata delle Dodici Case.
“E adesso?”, chiese Manigoldo, guardando annoiato verso la sua Casa, “si torna alla vita di tutti i giorni?”
Sisifo sorrise: “Prima ti offro una birra.”
Cancer fece un sorriso tutto denti, il suo viso era abbronzato e i capelli ondeggiavano superbi al vento, “Ecco, questo mi piace di più!”.

 “Se va sempre a finire così, chiedo di andare più spesso in missione con te!”, continuò, mettendo una mano sulla spalla di Sisifo.
L’altro gli passò un braccio sulle spalle e lo guardò con occhi complici.
“Se non ci sono più prostitute di mezzo, se ne può parlare”, e finalmente Sisifo rise forte – una risata forte come il fuoco, da vita che divampa.


 
“Ma rispondi a questa domanda, Sisifo: a che cosa brinderesti, ora, se questo fosse l’ultima pinta della tua vita?”
 Sisifo guardò il fondo del bicchiere e sorrise al doppio malto, senza pensare a nulla. Era troppo stanco.
“Alla vita, Manigoldo. Che mi concedesse un’altra birra di queste.”
 “Risposta esatta.”
“Ho imparato dal migliore.”
I boccali cozzarono, più leggeri dell’ultima volta.

 

***

 Al momento del concedo si strinsero in un abbraccio da camerata. Così si usava.
Una stretta brusca, qualche pacca sulla spalla, qualche complimento.
Puzzavano di alcool e sudore, e malgrado tutto era qualcosa di piacevole, perché sapeva di vita vera.

 
Manigoldo trattenne Sisifo stretto a sé per un tempo un poco più lungo del normale: “La prossima volta probabilmente la guerra sarà scoppiata e saremo già sul campo di battaglia”.

 “Ne usciremo vivi”, rispose, senza convinzione.
“Oppure non ne usciremo, ma va bene uguale. Tanto nessuno esce vivo dalla vita!” sdrammatizzò il moro. I ciuffi paglierini di Sisifo gli solleticavano le guance e lo facevano sentire stupido.

 
Sisifo sciolse l’abbraccio in fretta e si volse subito verso le Dodici Case.
“Ci vediamo in guerra, Manigoldo.”
“Ci vediamo all’inferno, mi sa.”
Sagittarius si girò nuovamente verso Manigoldo: “All’inferno.”, ripeté.
Esitò per un istante, fissando intensamente il suo interlocutore.
“Allora devo darti questo”, sussurrò. Manigoldo lo udì appena.

 
Letteralmente, Sisifo gli diede una testata.
Con il senno di dopo, Cancer pensò che fosse stato per tramortirlo e renderlo meno cosciente.

Tempo non ce n’era.
Le labbra di Sisifo si poggiarono su quelle del compagno d’improvviso, quasi con violenza e disperazione.
Erano alle soglie di una guerra.
Manigoldo non attese ulteriormente ad aprire la bocca e cercare la lingua della controparte.
Ci vediamo all’inferno.
Sisifo, mentre baciava, era completamente diverso dalla rigidezza che mostrava in altre occasioni: sapeva assecondare e prendere l’iniziativa al contempo. A Manigoldo piaceva da impazzire.

E mi sa anche prima.

 Quando si allontanarono l’uno dall’altro si guardarono intensamente, prima che Sisifo si incamminasse verso la Nona Casa.
“Grazie di tutto”, sussurrò.
Manigoldò annuì lentamente con un bel sorriso sul viso.

 

***

 

 
Quando fu presso il proprio tempio, Sisifo guardò nuovamente verso il mare.
Il banco di nubi all’orizzonte si era fatto cupo, tirava aria di tempesta. Lo guardò con apprensione per un istante, poi si costrinse a stornare lo sguardo.
Più sotto, la Quarta Casa restava ancora vuota: Manigoldo aveva voglia di vagabondare e se n’era andato al Pireo.

 “Tu fuggi dalle tue ansie”, gli aveva detto Sisifo.
“Semplicemente non sto a guardare una guerra che ci viene incontro con le mani in mano.
Le vado incontro anche io.”, la piega della bocca di Cancer era una smorfia tesa, ma lui aveva ancora voglia di scherzare.
Quando era nervoso, aveva sempre voglia di scherzare.
“Conosci il mito di Sisifo, Sisifo? Lui ha fregato la morte: l’ha fatta ubriacare e l’ha incatenata.
Si è incazzato tutto l’Olimpo, scacco matto al Gran Re!”

 “Poi gli hanno messo un masso sulla schiena a fare su e giù per l’eternità, sai anche questo, Manigoldo? Non sfidare gli dei.”, rispose grave il Sagittario.
“Oh, io a quello non penso. E poi sono sicuro che il nostro eroe trascini il suo masso con gran piacere al gran pensiero delle sue gesta.”

 Un pesante silenzio grave cadde tra loro.
“Cosa hai intenzione di fare?”, l’armatura non gli era mai sembrata così pesante.
“Vivere, Sisifo. Vivere anche in guerra.

Non mi convinceranno a mangiare il pasticcio putrefatto di carne umana che ci offrono*.”

Manigoldo gli aveva sorriso e stretto la mano debolmente. Guardava un punto lontano per evitare gli occhi di Sisifo.

 Sagittarius non disse nulla. Chiuse gli occhi e imparò a vivere.
Nessun futuro, solo il presente.
La guerra non è nemmeno domani,
pensò, e anche domani è ancora lontano.

 Domani sarebbe scoppiata la guerra.
Sisifo sarebbe stato schiavo dei suoi demoni e Manigoldo avrebbe sigillato Thanatos.

Ironia della sorte,
avrebbe pensato Manigoldo.

 

 

*Hugo Ball, dadaista, sulla Prima Guerra Mondiale

 

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 Siamo alla fine della mia prima long (completa).
E, per me, è stata un’avventura meravigliosa, che mi ha costretto a riflettere e conoscere questi due personaggi – e, aggiungo, me stessa.
Ringrazio in particolare mughetto nella neve, la mia salvezza, e LOL_chan con le loro bellissime e gentilissime recensioni.
Ora, mi permetto di chiedere, a storia finita, delle recensioni, anche brevi per dirmi il vostro sincero parere e capire cosa migliorare e cosa va bene.
Perché, detta sinceramente, a me questa storia piace davvero molto, è un piccolo motivo di orgoglio, ma mi sembra che non sia stata ricevuta con entusiasmo, eccezione fatta per quello, graditissimo, di questi due fantastici recensori.
Non dico ciò come captatio benevolentiae, vorrei davvero capire.
Un po’ come Ofiuco, che si butta allo sbaraglio per amore di scienza.
Ad ogni modo vi ringrazio anche solo per la lettura. Vedo che le visualizzazioni rimangono costanti nel corso dei capitoli, e mi fa piacere di non perdere lettori (anche se questi magari arrivassero alla fine solo per lo schifo, mi piace pensarla differentemente).
Grazie di tutto.

   
 
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