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Autore: Mahoney    07/02/2009    2 recensioni
Una ragazza orfana di madre decide di seguire il padre medico nella guerra d'indipendenza americana. Entrerà in contatto con un mondo nuovo, ostile e completamente lontano da ciò che aveva conosciuto finora. In mezzo a battaglie, coloni e rapimenti il suo destino cambierà, ma non sarà il solo.
Dal quarto capitolo:
Entrarono nella casa e un calore accogliente li avvolse. Abigail si tolse il mantello e rivelò alla luce il collo grazioso segnato da strisce rosse. Gli occhi ghiacciati e eterei di Tavington si soffermarono su quelle deturpazioni, rapito allungò una mano e dolcemente l'accarezzò. Abigail voleva ritrarsi, voleva seguire l'istinto che prima l'aveva fatta allontanare da ogni contatto con lui, ma allo stesso tempo ne sembrava incapace. Questa volta lo lasciò fare. “Spariranno in un paio di giorni.” disse il Colonnello interrompendo ancora una volta per primo il silenzio.
[...]
La sua mano era ancora ferma sul collo della ragazza e bruciava, bruciava come il ghiaccio sulla pelle calda e bollente e pesava, pesava come un macigno. Tavington sembrava non aver alcuna intenzione di toglierla, Abigail alzò la sua e la poggiò su quella del Colonnello. Sentì che lui si irrigidiva al contatto. “Ancora grazie.” disse con un sussurro. Tavington annuì e interruppe il contatto, cominciando a salire le scale.
Genere: Drammatico, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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1) L'arrivo

Innocent Exile



by Mahoney



Capitolo primo - L'arrivo






Sud Carolina – 1775


America. Ribelle, libera, selvaggia America. Dalle grandi praterie, dagli infiniti cieli, dagli oceani più grandi. Distillato di sogni.

Poggiò lo stivale a terra, assaggiando dopo tanto tempo l'aria americana.

Una leggera brezza sferzava sul suo viso, rischiando quasi di scompigliare la coda di cavallo che imprigionava i suoi capelli. Una divisa sul petto, un vuoto nel cuore.

Era qui per dominarla, per dominare quella possente ribellione che stava dividendo la sua madrepatria dai suoi possedimenti.

Benvenuto, Colonnello Tavington.”



* * *




Johnathan siete sicuro che non si possa fare altrimenti?” chiese il vecchio Gary aiutando il dottore a caricare le valigie.

No.” rispose quello secco, abbastanza teso per i fatti suoi senza che Gary si mettesse di mezzo.

Ma la signorina è così giovane, potremmo occuparci noi di lei, io e MaryJane...” tentò di dire il vecchio pastore.

Ho fatto una promessa Gary e ho intenzione di mantenerla.” replicò Johnathan Fox poggiandosi le mani sui fianchi e incontrando con lo sguardo gli occhi piccoli, ma teneri del suo vicino di casa.

Non sarà al sicuro con voi.” Obbiettò quello cercando di farlo desistere.

Quando un paese è in guerra, amico mio, non c'è alcun posto dove essere sicuri.” ribatté il dottore con un tono di amarezza nella voce.

Non mi ascolterete mai, non è vero?” chiese infine Gary guardando il volto deciso e determinato di quell'uomo in procinto di partire.

No.” rispose risoluto.

I due uomini si scrutarono ancora per un po'. Johnathan si sentiva sicuro sovrastando di poco il piccolo Gary, era deciso, forse per la prima volta nella sua vita. Abigail sarebbe venuta con lui, niente li avrebbe separati mai. Il pastore dal canto suo sapeva che Johnathan non stava affatto facendo la scelta giusta. Abigail sarebbe stata in continuo pericolo e se gli fosse successo qualcosa non ci sarebbe stato nessuno a proteggerla, né ad offrirle un posto dove vivere. Tentò di farlo ragionare un'ultima volta, ma prima che potesse parlare la sua attenzione fu distolta da una ragazza che a passo veloce, quasi trotterellato scendeva i gradini d'entrata dell'umile casa Fox.

Abigail, sei sempre più bella ogni giorno che passa.” Commentò con un sorriso Gary osservando com'era cresciuto quel piccolo fagotto in fasce arrivato lì piangente tanti anni prima.

Grazie signor Gary.” rispose lei arrossendo lievemente.

E' venuto il momento di dirci addio.” disse suonando quasi impaziente il dottore stringendosi la figlia al fianco.

Johnathan, datemi ascolto. Un accampamento non è un posto dove far crescere una giovane e educata fanciulla come Abigail.” protestò un'ultima volta Gary stringendo la mano vigorosa del dottore.

Sull'educata avrei qualcosa da ridire Gary, ma basta ora. Abbiamo deciso insieme, Abigail vuole venire con me. Non litighiamo nel momento in cui dobbiamo salutarci.”

Abigail sorrise sostenendo le parole del padre. Incontrò lo sguardo preoccupato di Gary, ma mostrò tanta maturità e determinazione in quegli occhi che il signorotto rimase in silenzio abbassando per un momento lo sguardo.

Allora arrivederci, Johnathan.” disse con decisione.

Arrivederci Gary.” replicò lui con un sorriso.

Arrivederci, signore. Non dimenticherò mai i pomeriggi passati in compagnia sua e di sua moglie.” disse Abigail provando un moto di tristezza all'idea di doversene andare per un tempo indefinito, com'è il tempo della guerra. Eppure si sentiva orgogliosa a poter seguire il padre.

E io non dimenticherò mai quanto ci rallegravi con la tua presenza.” contraccambiò lui facendosi sfuggire una lacrima da quegli occhi così teneri. “Addio allora!” esclamò allontanandosi dai due per paura di lasciarsi andare troppo alle smancerie.

Addio.” esclamarono contemporaneamente salendo in carrozza.



Padre e figlia si strinsero in un abbraccio nel momento in cui il cocchiere spronò i cavalli alla partenza. Poggiando la testa sulla spalla del padre Abigail sentì dentro di lei un sentimento che le fece stringere lo stomaco. La sua vita per quella che conosceva stava finendo in quegli ultimi momenti. Non ci sarebbe stato più il signor Gray a salutarla alla mattina, né il cane Lucky a farle le feste, la mattina non sarebbe passato Frank, il garzone che portava il pane, niente più bagni al ruscello. Suo padre era stato estremamente chiaro su quello che la stava aspettando e allo stesso modo lei non si voleva fare illusioni. “Il nostro paese sta per entrare in guerra. Hanno bisogno della mia presenza come medico e non posso rifiutarmi. Non posso nemmeno lasciarti qui, in nome della promessa che ho fatto a tua madre, ma non posso portarti via contro la tua volontà. Abigail, ascoltami bene; se mai vorrai venire con me sappi che conoscerai una parte dell'uomo totalmente estranea alla vita di tutti i giorni. La guerra non ha leggi. In guerra non c'è distinzione fra uomo e bestia... Ricordatelo bene, un giorno ti potrà essere utile...”

Scostò la tendina della tenda, il sole era già basso all'orizzonte, l'inverno era nella sua pienezza e il freddo pungeva di notte. Si rannicchiò contro la figura del padre e chiuse gli occhi, il viaggio sarebbe durato altre cinque ore.

Lentamente non appena Johnathan sentì che il respiro di Abigail si era stabilizzato, le passò un braccio attorno alla spalla e la strinse a sé. Sorrise guardandola, il signor Gary aveva ragione: ogni giorno che passava stava diventando sempre più bella e sempre più simile a Isabell, sua madre.

I capelli avevano le stesse sfumature bionde sebbene quelli di Abigail fossero meno ricci rispetto a quelli della madre, i lineamenti del viso erano gli stessi, anche se aveva ereditato da lui il naso all'insù di derivazione francese. Ma la parte più rassomigliante a lei, quella che ogni tanto per brevi momenti lo faceva tornare indietro a quando Isabell era ancora in vita, erano gli occhi. Di un colore verde bosco, attraversato da bagliori marrone scuro e da punte d'azzurro celeste che si fondevano di rado, sotto particolari luci ed espressioni con scaglie d'oro.

Isabell Swain in Fox era morta di parto a Londra, lasciandolo a crescere quella figlia tutto da solo. Più e più volte si era accusato della sua morte, dicendo che avrebbe potuto fare di più, che avrebbe dovuto fare di più, ma piano piano aveva superato la morte della moglie.

Per lasciarsi alle spalle il duro colpo si era trasferito in America dato le numerose possibilità che quella terra offriva, erano troppi i ricordi in madrepatria perché lui potesse ancora vivere lì. Abigail all'epoca aveva per lo più due anni e sinceramente, guardandola ora, sapeva di aver fatto una buona scelta a farla crescere in quest'ambiente. Era uno spirito libero, una ragazza che aveva bisogno dei suoi spazi, era quasi selvaggia e irrispettosa come questa sua terra, eppure arrossiva ancora, e non lo sopportava ovviamente. Sorrise, appoggiando la testa sulla sua e lasciandosi andare.





* * *




Colonnello Tavington, buongiorno.” disse il generale Cornwallis alzandosi quando il soldato entrò nella stanza.

Buongiorno, Generale.” rispose William Tavington unendo le mani dietro la schiena.

Benvenuto in America.” disse scrutandone l'espressione dura e superba.

Un paese alquanto rozzo e arretrato,” commentò schiettamente il Colonnello fissando dritto negli occhi il generale.

Mi avevano avvertito dei suoi modi di fare, Colonnello.” disse quasi con rimprovero Cornwallis. “Mi aspetto un maggior rispetto.”

Signore,” replicò immediatamente il soldato assumendo un'espressione più che mai determinata ed imperscrutabile, “Stavo solo descrivendo questa landa di barbari.”

Charles Cornwallis rimase in silenzio, limitandosi a fissare l'uomo dai lineamenti nobili, ma allo stesso tempo temprati da battaglie, dall'aspetto deciso, sicuro e perché no, narcisistico anche. Non rispose alla provocazione, so spirò cambiando discorso.

Ci aspettiamo grandi cose da lei, Colonnello.” specificò senza vie di mezzo. “Abbiamo bisogno di persone come lei in questa guerra, abbiamo bisogno del meglio.”

Non ne deve dubitare, generale.” replicò Tavington.

Non mi interrompa”

Una vena si gonfiò sulla tempia del Colonnello. “mentre parlo. Le abbiamo assegnato il comando di una squadriglia di quaranta cavalieri, naturalmente oltre alla presenza in battaglia, ho bisogno che voi andiate a ispezionare case di sospetti ribelli e i giovani, dopo aver scoperto quanto più potete, portarli qui in qualità di soldati, le donne e i bambini lasciarli alle loro case o farli prigionieri se i ribelli stentassero a collaborare. Per il resto, vi affido al Capitano Bordon che vi darà indicazioni sulle regole del campo e su ogni cosa abbia bisogno. Potete andare.” Concluse brevemente chinando leggermente il capo mentre Tavington salutava e gli voltava le spalle camminando a grandi passi verso l'uscita.

Cornwallis lo osservò attentamente, sentendo uno strano presentimento dentro di lui. Scosse la testa, aveva ricevuto delle lettere di raccomandazione per quanto riguardava la bravura di Tavington nelle strategie di battaglia. Era questo ciò che contava. Sorseggiò un po' di brandy per tornare poi ad esaminare le carte della battaglia.

Con un potente colpo di mano Tavington spostò la tenda che lo separava dall'esterno deciso a raggiungere i suoi alloggi. Stringeva l'elmo sotto l'ascella, ripensando alle parole del Generale.

Portare i giovani perché fossero arruolati? Lasciare donne e bambini nelle loro case? Questo era tutto da vedere. Si sarebbe fatto a modo suo e lui lo sapeva, perché gli inglesi avevano bisogno di lui e questo lo metteva in una posizione di vantaggio.

Colonnello Tavington!” esclamò una voce a cui non fece caso. “Colonnello Tavington!” continuò questa per qualche altra volta.

Il Colonnello incapace oramai di ignorare quella voce si voltò. “Che c'è?” chiese rudemente ad un soldato di media statura, dai capelli biondi e piuttosto corti.

Colonnello, buongiorno.” disse l'uomo recuperando il respiro. Sapeva di brandy. “Sono il Capitano Bordon incaricato di assisterla finché non si ambienta...” Non aveva ancora finito la frase che già Tavington aveva ripreso a camminare a grandi falcate.

Colonnello!”

Non sono qui per ascoltare inutili frottole. Dove sono i miei alloggi?” chiese indispettito con voce piatta, ma carica di ordine.

Se mi segue l'accompagno.” rispose Bordon affiancandolo.

Stammi bene a sentire,” replicò il Colonnello stringendolo per il colletto della camicia. “Non ho bisogno di un'ombra che mi segua per tutto il campo, ho chiesto dove sono i miei alloggi, me lo vuoi dire?”

Bordon rabbrividì per un momento sotto quello sguardo di ghiaccio e ferreo. Era così inumano e privo di emozione che sembrò svuotarlo a sua volta delle proprie sensazioni. C'era qualcosa in quel Colonnello che gli incuteva paura, un timore riverenziale che si era già conquistato dopo pochi secondi che si erano conosciuti. Non aveva idea cosa avrebbe significato rimanere con lui un giorno intero.

Il suo alloggiamento provvisorio è la terza tenda a sinistra lungo questa fila, da domani, invece, si trasferirà con la guarnigione e i Generali nella tenuta messa a disposizione da una vedova.” disse velocemente, preoccupato che il Colonnello potesse lamentarsi dell'accampamento provvisorio.

Spiegatemi,” disse Tavington ironico. “Voi fate le guerre nelle tenute?” chiese con un ghigno sul viso.

Bordon non rispose mordendosi il labbro.




* * *




Mh?”

Abigail svegliati, siamo arrivati.” disse la voce di suo padre quasi da un mondo lontano. La ragazza aprì gli occhi, stropicciandoli appena e sbadigliando in modo scostumato. Le sembrava che solo pochi attimi prima si fossero fermati per far abbeverare i cavalli, ma invece. Si stiracchiò allungando braccia e gambe prima che suo padre la vedesse, sapeva come avrebbe commentato i suoi movimenti. Quando ebbe rilassato i muscoli abbastanza, aprì la porticina della carrozza e non fu sorpresa del fatto che fosse già buio.

La prima cosa che notò fu la presenza di tantissimi rumori e tantissime voci. Avendo vissuto in campagna, era sempre stata abituata ai rumori naturali. Questo continuo susseguirsi di suoni le sembrava strano e per un momento le sembrò essere in città.

Uno fra i suoi primi ricordi era forse la visita a Greenville. Era rimasta spaventata da quell'andirivieni di persone e forse si era resa conto che altre persone oltre lei vivevano, senza che lei se ne accorgesse. E' facile pensare che le persone che ti vogliono bene abbiano una loro vita, ma provate a immaginare centinaia, migliaia di persone che vivono nel vostro stesso momento.

Sorrise ricordando le parole del vecchio Gray quando glielo aveva raccontato.

Avanti Abigail, vieni!” la chiamò a sé suo padre.

La ragazza si ridestò dai suoi pensieri, ma non per questo si mosse. Osservò il campo, occupate da numerose tende disposte parallelamente e notò con interesse una tenda più grande, scentrata rispetto alle altre e posta sopra una collinetta. Non era mai stata in una accampamento.

La sua attenzione si risvegliò quando un gruppo di soldati le passò accanto. Indossavano delle divise rosse con mostreggiature verdi, slacciate lasciavano intravedere le camicie bianche e appena sotto fioca luce il petto.

Uno di loro, particolarmente ondeggiante la guardò intensamente e le fece l'occhiolino. Decisa ad ignorarlo Abigail si voltò e raggiunse il padre che stava dando ordini perché i suoi strumenti fossero sorvegliati mentre lui raggiungeva il Generale.

Buonasera” dissero i due giovanotti quando la ragazza li raggiunse.

Buonasera,” rispose lei con un sorriso.

Il dottore guardò per un momento la figlia, poi in modo sbadato le disse “Forza su è tardi! Venite dal Generale con me che poi ci coricheremo.”

Abigail osservò il padre, ma lo seguì senza protestare, lo conosceva a fondo e sapeva che quando qualcosa lo preoccupava tendenzialmente diventava nervoso e burbero.

C'è qualcosa che non va?” chiese affiancandolo.

Un paio di regole prima che cominci il mio lavoro qui. Giurami che obbedirai sempre a me, sempre senza discutere.”

Abigail alzò le sopracciglia. “Non posso giurartelo.” Rispose sincera.

Promettimelo, Abigail.” replicò il padre severo.

Scrutò i suoi occhi, c'era un velo esattamente lo stesso che aveva quando tentava di nasconderle qualcosa. O forse era solo preoccupato, l'aveva conosciuto sempre come un tipo insicuro in tutte le faccende, in particolare quelle sentimentali, tranne che in quelle mediche. Chissà com'era prima della morte di sua madre. Abigail soppesò la promessa che stava per fargli. Lei manteneva la sua parola, ma sapeva che non avrebbe mai potuto mantenere la sua promessa. Rifiutare quella richiesta significava instaurare una discussione che sarebbe andata avanti per ore dato che nessuno dei due facilmente cedeva.

Una promessa non è un giuramento, disse Abigail fra sé.

Lo prometto.”

Bene,” replicò il padre rincuorato. “Allora, innanzitutto durante il giorno quando non sarai con me non osare uscire dalla tua tenda se non accompagnata da qualcuno, mi raccomando.” spiegò in fretta cominciando nuovamente a camminare. “E in pubblico dammi del voi perché....”

Sì, padre” rispose lei calcando apposta la parola. “Lo so, non è conveniente.

Deciso ad evitare il tono sarcastico della figlia, Johnathan si presentò all'ufficiale che sorvegliava la tenda dei Generali.

Siete il dottore?” chiese il giovanotto cercando un'ulteriore conferma.

In persona.”

Detto ciò sparì dietro la tenda, ma tornò poco dopo.

Prego,” disse facendo loro strada.

Abigail gioì dentro di lei quando vide per la prima volta ciò che per tutta la vita aveva letto nei libri. L'alloggio di un Generale, ricolmo di piantine geografiche, lettere, schemi per battaglie future, strategie...

Buonasera!” disse cordialmente il Generale intento a studiare una di quelle famose cartine. “Sono il Generale O'Hara.”

Buonasera,” rispose educatamente suo padre, raddrizzando la schiena come era solito fare quando incontrava persone di rango a lui superiore. “Sono il dottor Johnathan Fox e questa è mia figlia Abigail.”

Molto piacere,” disse la ragazza con un piccolo inchino proprio come suo padre le aveva insegnato.

Abigail sentì gli occhi del Generale perforarla quasi e fu avvolta da una sensazione di sconforto mentre sosteneva il suo sguardo.

Immagino siate venuti per sapere quali sono i vostri alloggi.”

Esattamente.” rispose Johnathan. Abigail riprese a respirare normalmente, non le piaceva quell'uomo.

Per questa notte dovrete alloggiare nel campo, mentre domani, ma forse lo sapete già, ci sposteremo nella tenuta Brecht, una povera vedova non sa cosa farsene e ha deciso di darla a noi inglesi. I miei uomini l'hanno controllata oggi e tutto è in regola.” spiegò il Generale dando loro le spalle. “Essendo l'unico dottore avete una tenda tutta per voi, e per vostra figlia logicamente,” aggiunse voltandosi. “E' la terza sulla destra usciti da qui.” indicò loro consultando un foglio.

Infermieri ci sono nel campo?” chiese Johnathan.

No,” rispose secco il Generale. “Se volete gli aiutanti del cuoco la mattina non lavorano...”

Abigail trattenne a stento una risata. Quell'uomo doveva proprio essere un incapace se riteneva che un cuoco potesse fare il lavoro di medico, o forse non aveva a cuore la salute dei suoi uomini, il che era ancora più preoccupante.

Buon soggiorno qui, dottore e anche a lei signorina.” disse il Generale sorridendo e facendo chiaramente intendere il fatto di averli congedati.

Ci sono feriti nell'accampamento?” chiese Johnathan mentre Abigail era già uscita dalla tenda non volendo rimanere un momento di più alla sua presenza.

Vada a controllare, non ne ho idea sinceramente. Di queste cose non se ne occupa un Generale.” ribatté con un tono quasi scocciato.


Ma l'hai sentito con che tono si è rivolto a te? Ma io dico...” esclamò Abigail qualche metro più in là una volta usciti.

Non mi piace questo tono.” la rimproverò il dottore liquidando i due garzoni che avevano già portato i suoi strumenti nella tenda.

Oh, ma il suo sì, immagino, vero?” replicò la ragazza indispettita.

No, se vuoi saperlo no, non mi piaceva.” rispose il padre di colpo. “Soprattutto il suo commento finale. Chi si deve occupare della conta dei morti e dei feriti? L'ufficiale che probabilmente non è nemmeno istruito?”

Abigail rimase in silenzio precedendo il padre ed entrando nella tenda spoglia e fredda.

Mi dispiace, ma stanotte dormiremo qui nella stessa stanza, ora io vado a vedere se ci sono dei feriti, tu coricati e riposati, il viaggio è stato sicuramente lungo.” concluse nervoso brandendo una valigetta e uscendo in fretta dalla tenda.

Abigail si lasciò cadere sul letto, trovandolo più duro di quello a cui si era abituata in tutti questi anni. Sebbene avessero mangiato in viaggio le era tornata la fame, ma non avrebbe disturbato suo padre per queste stupide sciocchezze. L'idea di dormire nella stanza con lui l'aveva lasciata un po' interdetta e imbarazzata, ma era soltanto suo padre, non una qualsiasi persona che non conosceva.

Riconobbe la sua valigia appoggiata ad una sedia, la prese ed estrasse la sua camicia da notte. Lentamente e con grande fatica si slacciò il vestito stando bene attenta a non sgualcirlo e a poggiarlo delicatamente sulla sedia. Avrebbe avuto bisogno di vestiti più pratici, per fortuna che la sua amica Jane gliene aveva regalati alcuni prima della partenza diventati troppo stretti per lei.

Oh, quanto ti invidio Abigail! Tu vai in un posto pieno di uomini, forti, belli che combattono per noi, mentre io me ne sto qui, in mezzo a questi rozzi coloni.. Darei di tutto per essere al tuo posto.”

E io darei di tutto per essere al tuo...” mormorò Abigail ricordando le ultime parole dell'amica.

Bugiarda. Disse una voce dentro di lei.

Si rannicchiò sotto le coperte lasciando che gli occhi si chiudessero. Era vero, era eccitata all'idea di essere in mezzo ad un campo di battaglia, eccitata all'idea che lì ci fossero davvero un sacco di uomini forti, belli e coraggiosi.

Si addormentò pacificamente.

   
 
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