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Autore: _Rainy_    08/09/2015    4 recensioni
Vi è mai capitato di pensare, leggendo una storia su EFP: "Ehi, ma questa l'ho già sentita..."?
Già, perchè molte fanfiction romantiche si somigliano o contengono comunque dei cliché.
Cliché che mi sono presa la briga di analizzare qui sotto forma di una fanfiction (amo le cose complicate, si!) che spero vi possa almeno strappare un sorriso.
*DAL PRIMO CAPITOLO*
"Mi giro di scatto, trovandomelo a pochi centimetri dal viso (tipico comportamento da stupratore seriale, ma ehi: we dont’ care).
- Ehm… Si. – Rispondo, sicuramente rossa in faccia. – Tu sei Noah, giusto?
- Si, tesoro. – Dice lui, avvicinandosi ancora.
[...]
- Quindi questa è la parte della storia dove tu ti comporti da maniaco e poi io mi innamoro di te in perfetta coerenza con la Sindrome di Stoccolma?
- Direi di si. – Lui scrolla le spalle, probabilmente chiedendosi quanto sia pazza da 1 a 10."
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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10. Dove finalmente tutti possono vivere felici e contenti (forse)

 

Suona la sveg… Ah! E invece no, tiè! Perché no, chiederete voi? Semplice: perché sono le 4 di mattina e sono in macchina. La macchina di Noah per essere precisi.

Già.

Cosa stiamo facendo? No, piccoli sporcaccioni, non quello. Stiamo scappando, o meglio, sto scappando.

Si, avete capito perfettamente: sto scappando di casa. Non posso rinunciare a lui dopo che ci siamo riuniti: ho capito che lui è l’amore della mia vita e inoltre…

[… ROBA SENTIMENTALE CHE VI RISPARMIO ; nda]

Per cui eccomi qui. Non immaginavo avesse anche una macchina, ma mi ha spiegato che l’ha presa in prestito da un suo amico e che non ci sono problemi se non la vedrà mai più.

Indosso dei pantaloni della tuta e una felpa nera e devo decisamente avere un aspetto orribile: occhiaie scure, neanche un filo di trucco, coda disordinata… Già grazie che mi reggo in piedi dopo la levataccia di stamattina.

Quando ieri sera mi è arrivato il messaggio di Noah (“Passo a prenderti alle 4. Vieni via con me, ti prego.”) non ho saputo dirgli di no perché lui mi completa e…

[… ROBA SENTIMENTALE CHE VI RISPARMIO 2 ; nda]

Non sono niente senza di lui, insomma. Ho preparato una veloce borsa, che ora è buttata sui sedili posteriori, con lo stretto indispensabile e un po’ di soldi che ho rubato alla riserva nella credenza e mi vergogno profondamente di averlo fatto.

Però so che non appena avrò un momento di incertezza mi basterà guardare il volto di Noah per riscoprire l’amore e la sicurezza che mi hanno spinto a scappare con lui.

Persino adesso, alle 4 di notte, è bello da togliere il fiato e ogni volta che il mio sguardo si posa sulla sua mascella, sui suoi tratti affilati, sui capelli scarmigliati o incontra i suoi occhi color del cielo notturno non posso fare a meno di sentire un crampo allo stomaco e mille farfalle che svolazzano.

Ah, quanto lo amo. Lui è così…

[ … ROBA SENTIMENTALE CHE VI RISPARMIO 3. SA, ARRIVIAMO AL PUNTO?! ; nda]

- Fuffy, se continui a mangiarmi con gli occhi così non avrai più nessuno che guida per te. – Sghignazza lui girandosi a guardarmi.

La strada è pressoché deserta e l’A4 Torino-Milano… No, no, volevo dire la Statale 60…  

NON ESISTE NESSUNA STATALE 60, IDIOTA!

Ah, ehm… Boh, la strada, insomma, è scorrevole. In men che non si dica arriveremo a destinazione.

- Noah, dove stiamo andando? – Non ho ancora avuto il coraggio di fargli questa domanda: siamo partiti nel silenzio più totale, carico delle nostre esitazioni e preoccupazioni.
- Da mia zia. – Risponde tranquillamente lui. – O meglio, nella sua casa. Mia zia è morta l’anno scorso.
- Mi dispiace.
- Ormai l’ho superato. – Scrolla le spalle, me è evidentemente una ferita aperta. – Comunque mi ha lasciato la casa in eredità, quindi è mia a tutti gli effetti e dato che sai anche qual è il mio lavoro ti dico che lì vicino c’è una grossa succursale, per cui per me non rappresenta un cambiamento così drastico. Per te, invece…
- Dove abita tua zia? – Deglutisco, esitante.
- A Orlando. – Sussurra lui.
- Cosa?! Ci attendono più di 20 ore d’auto? Come facciamo?! – Strillo esasperata.
- Se stai riconsiderando la tua scelta, io… - Si rabbuia lui.
- No, no, figurati, ma non puoi guidare per più di 20 ore filate.
- Infatti ci fermeremo in hotel a metà strada: non ti preoccupare, Joe è un mio amico e gestisce il miglior hotel sulla statale.
- Oh, wow, hai davvero costruito un ottimo piano.
- Perché ti amo. – Sussurra lui tutto d’un fiato.

L’ha detto senza esitare, senza pause e senza respiri tra quelle due maledette paroline così dannatamente potenti. Trattengo il fiato bruscamente e arrossisco.

- Anche io ti amo, Noah. – Ed è la pura verità. – Ma insisto per fare delle pause lungo il tragitto.

Noah sospira a sua volta con un ghigno diabolico dipinto in faccia e accosta a lato della strada deserta, poi si volta verso di me con un ghigno diabolico.

- Ah si? E cosa vorresti fare durante queste pause?
- Be’, non lo so… Mangiare qualcosa, fare rifornimento, dormire… Ehi!

Non ho finito di elencare tutte le ipotesi che mi sono venute in mente che mi ha sollevato e sistemato sulle sue ginocchia, nell’incavo tra il volante e il suo petto. Non è una posizione comodissima e lui lo capisce, per cui sposta il sedile più indietro per farmi stare meglio.

- Noah, cosa… - *Fuffy stupida e ingenua fino alla fine, già* Le sue labbra sono già sulle mie, appassionate e con una mano si insinua sotto la mia maglietta accarezzandomi il seno.

In poco tempo mi ha liberato di pantaloni e mutande (come abbia fatto visto il poco spazio a sua disposizione non è affar nostro: quello che conta è che scopino, giusto? Giusto.) e io gli slaccio sensualmente – o almeno ci provo – i jeans per poi accarezzarlo… lì. (Dio! C’è qualcosa che da più fastidio di “lì” al posto degli organi sessuali? Per me no. Cioè se lo devi dire dillo, tanto la fanfiction è gia arancione/rossa e non è così che dimostri la pudicizia della protagonista.)

Lui mugola in un’espressione di puro piacere, poi ghigna e riprende il controllo della situazione spingendosi dentro di me con spinte a tratti più lente a tratti più veloci.

(E bla bla bla descrizioni interminabili più o meno lunghe dell’atto sessuale con particolari più o meno disgustosi – alcuni lo sono, dovete ammetterlo – che vi risparmio, perché in fondo sappiamo tutti cosa succede.)

Mi rivesto e mi risiedo sul mio sedile provando un senso di pace e appagamento come mai prima d’ora.

- Oh, Noah, se hai in mente una cosa del genere ad ogni pausa, be’, fermiamoci ogni 30 minuti! – Ridacchio.
- Amo quando sei così disinibita. – Si china e mi bacia di nuovo, velocemente. – Comunque aspetta quando saremo in hotel, con un vero letto… - Ammicca in modo adorabilmente provocante.
- E io che pensavo di non poterti più regalare il pom**no (altra cosa odiosa: gli asterischi. Ma perché?! Perché?!) più spettacolare della tua vita…
- P-Prego? – Ha una faccia confusa e sbalordita, ma riesco a scorgere una scintilla di curiosità e apprezzamento dietro.
- Ma si, io sono un personaggio di una fanfiction scadente che pensa solo al sesso dalla prima volta che ti ha visto: non dovresti stupirti.
- In effetti… - Annuisce lui con una smorfia di comprensione disegnata sul volto. – Oh, be’, avremo tempo anche per quello in hotel. – Ammicca di nuovo. – Adesso dormiamo un po’: mi hai stancato, tigre.

Ridacchio e chiudo gli occhi appoggiando la testa sul poggiatesta (CAN YOU SEE THE GIOCO DI PAROLE THAT I HAVE MESSO QUI?) e prendendogli istintivamente la mano, sussurrando:
- Ti amo.
- Dio, Fuffy, ti amo anche io. – E dopo il bacio della buonanotte mi addormento, finalmente.

-

*DRIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIN* (firma anche tu la petizione per salvare le povere onomatopee sovrasfruttate…)

Vengo svegliata dalla fastidiosa suoneria del cellulare e guardo l’ora, con gli occhi socchiusi dal sonno. Noah è già sveglio accanto a me, ma non apre gli occhi e fa degli strani versi che suonano come un “Spegnilo e torna a dormire, ora.”

7.38

Chi diavolo può chiamare così presto?!

Appena afferro il telefono mi accorgo che le chiamate perse sono diverse, ma quella che è appena arrivata (e che ci ha svegliati) è di Lucy. Ah no, aspetta, la mia migliore amica si chiama Julie (che ci crediate o no ho assistito anche a episodi di autrici che si dimenticano i nomi dei loro personaggi. Disagio.). Si, volevo dire di Julie. Ovviamente.

Le mando subito un veloce messaggio: “Tesoro, non ti allarmare. Ti spiegherò tutto non appena arriveremo in hotel. Ti voglio bene, lo sai.”. Quattro ore fa le avevo mandato un messaggio in cui le spiegavo in poche righe che me ne stavo andando e perché e ovviamente doveva essersi svegliata ignorando bellamente il mio secco “Non preoccuparti e non chiamarmi”.

Il telefono blippa (??) e apro il suo messaggio: “’Sto cazzo. Tu ora mi chiami e mi spieghi tutto. Aspetterò per altre due ore senza avere tue notizie, poi comincerò a chiamarti a raffica fino a quando non mi risponderai, Cristo.” Una lacrima di commozione mi scivola lungo la guancia: le voglio troppo bene, quindi le rispondo con un tenero “Pazienta” e decine di cuoricini.

Non faccio in tempo a posare il telefono che si mette a squillare di nuovo con più insistenza di prima (???) e quando leggo il mittente della chiamata mi si gela il sangue nelle vene: Mamma.

Cazzo.

Noah ha un solo occhio aperto e mi scruta con intensità, ma deve aver capito chi mi sta chiamando perché in un nanosecondo ha afferrato il telefono e ha premuto il tasto di accettazione della chiamata ignorando tutti i miei segnali in aria di divieto. Ha anche messo il vivavoce, tanto per cambiare.

- Signora O’Fuffer.
- Noah… - La voce della mamma è come un pugno nello stomaco: è rotta dal pianto e disperata. - … Cristo, dov’è mia figlia? – Ora sta singhiozzando.
- E’ qui con me, signora O’Fuffer… Sana e salva. – Precisa in un sussurro.
- Passamela. – Noah non risponde e non si muove e mia madre singhiozza più forte. – Ti prego, Noah. Fammi parlare con mia figlia.
- Cosa vuole, signora? – Chiede, calmissimo, lui.
- Fammi parlare con mia figlia! – Mia madre è disperata e sta urlando.

Io sospiro e faccio cenno a Noah di darmi il telefono. Lui mi lancia un’occhiata come a chiedere se sono sicura e io annuisco: è pur sempre mia madre (forse è un po’ tardi perché il mio istinto di figlia si risvegli, non vi pare?).

- Mamma… - Sussurro.
- Oh, Dio, Fuffy! Cos’hai fatto? Dove sei? Torna a casa, ti prego. Stai bene? – Mia madre sta delirando.
- Mamma, ti prego calmati: sto bene. – Noah mi prende la mano e mi sorride, incoraggiante. – Me ne sono andata.
- Cosa? – La voce di mia madre è ridotta ad un sussurro. – Perché? No, anzi, non dirmelo. Lo so. Senti, Fuffy, ho riflettuto tanto su quanto è successo e… Mi dispiace. – Sento le lacrime salirmi agli occhi e mi sforzo di ricacciarle indietro, ma sento che sarà inutile. – Ho sbagliato, ho esagerato e… Non ti ho capito. Non ti ho mai capito e mi sento terribilmente in colpa per averti portato a fare… Certe cose. – Le cicatrici sul braccio fremono. – Mi dispiace tanto, Fuffy, ti prego torna da me e ricominciamo. Ho capito il mio errore, sono tua madre e… Torna, ti prego.

Comincio a piangere senza riuscire a trattenermi. La voce della mamma era così disperata che ora lo scappare di casa mi sembra solo una grande cazzata. Come ho potuto essere così stupida?!

- Mamma… Io… Ti voglio bene. – Singhiozzo disperatamente a costo di sembrare patetica, ma non me ne importa niente.
- Anche io ti voglio bene, Fuffy. Torna da me, ti prego, e sistemeremo tutto.
- E Noah? – Noah, il mio Noah, ha la testa bassa, ma non mi ha mai lasciato la mano.
- Noah, mi senti? – Chiede mia madre e la sua voce risuona all’interno dell’abitacolo della macchina.
- Si… - Sussurra lui.
- Perdonami. – Mia madre non aggiunge altro, ma non serve. Anche dal telefono si capiscono i suoi sentimenti, mai così profondi e sento che ha davvero perdonato Noah ed è pronta ad accoglierlo in famiglia.
- Ci vediamo a casa, mamma. – Sussurro prima di chiudere la chiamata e potrei giurare di udire il suo sospiro di sollievo.

Scruto Noah a testa bassa: come reagirà? Magari lui ci teneva davvero a scappare via con me e ora l’ho immensamente deluso. Non dice nulla e se ne sta a testa bassa anche lui, le sue dita ancora allacciate alle mie.

- Noah, parlami, ti prego. – Sussurro, tesissima.
- Cosa vuoi che ti dica? – Sorride debolmente lui.
- Sei arrabbiato con me?
- Fuffy, ascoltami: io non sarò mai arrabbiato con te per una scelta del genere. E’ la tua famiglia e lo capisco perfettamente. Non avevo mai davvero pensato di scappare via con te e non penso ci credessi neanche tu. E’ tua madre ed è normale quello che hai fatto. – Sorride sinceramente e mi bacia sulla fronte mentre io scoppio di nuovo a singhiozzare senza ritegno, abbracciandolo. – Ti amo e ti amerò per sempre, Fuffy. Sei mia. *lettrici in un brodo di giuggiole*
- Ti amo anch’io. – Rispondo tra le lacrime di felicità.

Lui sorride e mi bacia tra i capelli, poi mi adagia delicatamente sul sedile e mi fa cenno di dormire un po’ mentre lui rimette in moto, fa inversione a U e torna da dove siamo venuti mentre le prime luci dell’alba illuminano la strada.

-

Arriviamo davanti a casa in qualche ora e l’ansia mi scorre nelle vene al posto del sangue, evidentemente, perché non riesco a calmarmi.

- Coraggio. – Noah mi abbraccia mentre parcheggia di fronte a casa mia e mi sorride prima di scendere dall’auto.

Mia madre spalanca improvvisamente la porta, evidentemente ha sentito la macchina arrivare, e ci corre incontro. Ha un aspetto orribile: gli occhi gonfi e rossi, i capelli in disordine e il trucco della sera prima colato.

- Oddio, Fuffy, non sai che paura ho avuto… - Urla prima di travolgermi con un abbraccio.

Io ricambio con forza, scoppiando a piangere, confortata dal calore materno.

Noah è in disparte, visibilmente imbarazzato e convinto di essere fuori posto: si gratta la testa distrattamente fissandosi le scarpe.

- Oh, Fuffy, Fuffy, Fuffy, Fuffy… – Mia madre ripete il mio nome come una preghiera.
- Ciao, mamma. – Singhiozzo.

Poi lei si stacca pazientemente e si avvicina a Noah, fissandolo prima per qualche secondo e poi sciogliendosi in un sorriso luminoso e abbracciando anche lui:
- Grazie per avermi riportato la mia bambina, Noah. Ti ho giudicato male, spero potrai mai perdonarmi. – Sussurra tra le lacrime.
- Tutto a posto, signora O’ Fuffer. – Sorride lui.
- Oh, ti prego, chiamami Lucy. – Sorride lei a sua volta. – Venite dentro, volete qualcosa da mangiare? Da bere? Avete sonno?

Ah, quanto è apprensiva.

- Veramente ci sarebbe ancora una cosa che vorrei fare… - Dice Noah guardandomi intensamente.
- Oh, vi lascio soli un attimo. – Sorride mia madre correndo dentro a preparare qualche prelibatezza per colazione.

Guardo Noah raggiante e lo bacio con passione. Lui mi insinua le mani tra i capelli attirandomi più vicino a sé.

- Fuffy, ti devo dire una cosa… - Inizia lui, sorridente.
- Cosa c’è?

*preparatevi psicologicamente a uno/a dei/delle peggiori clichè/cazzate di cui sono pieni/e le fanfiction*

- Ehm… Io ci ho pensato molto e… Non esattamente come dirtelo, ma… Penso sia la scelta più giusta. Abbiamo entrambi 18 anni, quindi possiamo farlo e io sento che… Si, insomma… Mi vuoi sposare? – Si inginocchia e in un lampo tira fuori dalla tasta un piccolo anello d’oro bianco.
- Cosa?! – Strillo incredula, sgranando gli occhi.
- Cristo… Non dovevo… Ho affrettato le cose? Non mi interessa, Fuffy. Dovevo chiedertelo, perché io ti amo e sento che non voglio passare la mia vita con nessun’altra persona che con te, quindi… Si, sono convinto della mia scelta. Sei l’unica per me e se tu non vuoi ti aspetterò, ma non spezzarmi il cuore perché io…
- Certo che ti voglio sposare, stupido! – Strillo felice e lo faccio alzare dopo avergli concesso di infilarmi l’anello al dito per poi baciarlo di nuovo con tenerezza. Si, lo amo davvero e anche lui per me sarà sempre l’unico e non mi pentirò mai di questa scelta, perché ne abbiamo passate e…

[… ROBA SENTIMENTALE CHE VI RISPARMIO 4; nda]

Entriamo in casa e diamo la felice notizia alla mamma che quasi fa cadere il piatto di pancakes per terra:
- Ma non avete soldi! Ma è presto! Ma siete giovani!
- Mamma… - Le appoggio le mani sulle spalle e si tranquillizza all’istante. - … E’ la scelta giusta.
- Ma come farete? Non potete permettervi un matrimonio e…
- Ehm, se permette ci avrei pensato io! – Inizia allegramente Noah guardando prima me e poi la mamma con il suo sorriso briccone (????????) – C’è una cappella già prenotata a Las Vegas per questo weekend e aspettano solo la conferma della prenotazione.

*re dei clichè. Matrimonio + Las Vegas.*

Io strillo di gioia, incredula, e mia madre impallidisce.

- Signora O’Fuffer, potrà non avere grande stima di me neanche ora, ma sua figlia è la cosa migliore che mi sia mai capitata. Io la amo tantissimo ed è e sarà sempre l’unica per me, quindi sono convinto della mia scelta. Le sto chiedendo la sua benedizione e la mano di sua figlia in veste ufficiale.

Mia madre esita, dubita, si guarda intorno facendo oscillare lo sguardo tra me e Noah e alla fine sospira:
- Se voi due siete convinti a me va bene. – Sussurra.
- Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Grazie mammaaaaaaaaa!!! (grr…) – Urlo di felicità.

Noah esulta e mi prende in braccio facendomi volteggiare per tutta la stanza:
- Si! Ci sposiamo!

Eh già: ci sposiamo *-*! (bandiamo anche le emoji o come le volete chiamare, ne)

-

- Vuoi tu, Noah Johnson, prendere la qui presente Fuffy O’Fuffer come tuo legittimo sposo?
- Certo che si, amico. – Ridacchia Noah.
- Vuoi tu, Fuffy O’Fuffer, prendere il qui presente Noah Johnson come tuo legittimo sposo?
- Lo voglio. – Sorrido dolcemente all’Elvis un po’ panciuto che sta celebrando la cerimonia in perfetto stile Las Vegas.
- Allora io vi dichiaro marito e moglie. – Il mio cuore perde un battito. – Puoi baciare la sposa e vai con il rock!

Mentre dalle casse ai lati della cappella parte una canzone rock a tutto volume Noah si gira verso di me, mi sorride e mi bacia con quanta più passione abbia mai fatto.

Scorgo mia madre nella panca in prima fila che si asciuga le lacrime con un fazzoletto: ha acconsentito con fatica a venire a questa pagliacc… Ehm… Grande esibizione di “Elvis”, ma alla fine eccola qua, da brava madre a guardare con occhioni adoranti sua figlia che si sposa. Indosso il vestito più irriverente che abbia mai visto: corto con una gonna di diecimila tulle vaporose, bianco splendente e con un corpetto di pizzo effetto vedo-non-vedo. Una meraviglia in perfetto stile Las Vegas, come tutto d’altronde.

Sorrido a Noah con complicità e faccio cenno a mia madre di avvicinarci: siamo solo noi tre, perché avevamo fretta di partire e andarcene per qualche mese, insieme.

- Ciao, mamma, ci vediamo tra qualche mese. – Le sorrido.
- Statemi bene. – Sorride anche lei consegnandomi la maxi-borsa con il cambio e tutto l’occorrente per il viaggio di nozze. Ci sono anche due biglietti di prima classe per l’Australia. – Allora, ci vediamo… - Sta per mettersi a piangere di nuovo, lo so. Se ne va lentamente girandosi una sola volta, poi sentiamo la macchina che si allontana dalla cappella.

Mi giro verso Noah che ammicca e mi sussurra, strofinando le labbra sull’orecchio:
- Allora, signora Johnson, dovremmo consumare il matrimonio, che dice?
- Dico che è un’idea fantastica. – Ammicco anche io ridacchiando mentre mi accompagna fuori nell’aria fresca e soleggiata del mattino dove una limousine ci sta già aspettando per accompagnarci in hotel.
- E ricordami che mi hai promesso il pom**no più spettacolare della mia vita.

*con questa nota di poesia, finalmente, chiudiamo lo show. Cala il sipario, signore e signori.*

 

- CIAMBELLANGOLO -
*ringrazia per gli applausi immaginari solo nella sua testa*
Grazie, grazie.
Questa storia è stata l’avventura più pazza, psicotica, divertente e non-sense della mia vita e vi sarò eternamente grata per tutto il supporto con cui mi avete accompagnato :3
Grazie di tutto, insomma *commozione*
Tecnicamente è finita qui, MA se per caso vi foste affezionati così tanto a questa storia così scema e voleste altri scleri dei nostri beneamati Fuffy & Noah, be’, non dovete fare altro che chiedere c: Io sarò ben contenta di scriverne altri perché mi diverto troppo eheh.
Quindi sta a voi c: (nel caso non vi interessasse minimamente non ci sono problemi: meno lavoro per me, yo!),
grazie ancora per il viaggio meraviglioso che è stata questa ficcy,
Una _Rainy_ molto poetica.
PS: http://raggywords.blogspot.it
Fan di HARRY POTTER? Se vi va leggete anche la mia ficcy :3 : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2625484&i=1

   
 
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