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Autore: OutInColdAir    08/09/2015    0 recensioni
Ognuno su questo pianeta ha almeno un segreto, da custodire e proteggere, e Shay lo sa bene.
Per amore ha mantenuto i segreti di Aron, ed ora a distanza di anni continua a farlo, neanche
Maggie l'unica a conoscere per davvero Shay, sa tutta la verità.
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James ed Oliver fratelli inseparabili, sono arrivati in città, in cerca di risposte. Sia Shay che
James non lo sanno, ma saranno proprio i loro segreti ad unirli, ed ad allontanarli. Le loro
vite si ritroveranno intrecciate l'una nell'altra, e solo quando i loro segreti saranno svelati,
scopriranno cos'è che lega le loro vite, quasi come fossero destinate a incrociarsi.
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Trailer:https://www.youtube.com/watch?v=lzk930_E_rU&feature=youtu.be
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Forza, scendi.» James non aveva parlato per tutto il tempo, e sentire la sua voce mi fece sobbalzare. Lo seguii fuori dall'auto, e mi guardai intorno cercando di capire dove mi avesse portato, ma non ero mai stata qui. Di sicuro eravamo fuori città, grattaceli e palazzi non si vedevano neanche in lontananza. «Dove siamo?» Le probabilità che mi rispondesse erano praticamente nulle, ma ci provai comunque. «Sei una persona molto impaziente, lo sai?» Era divertito del mio nervosismo, ma per quanto volessi stare calma, semplicemente non ci riuscivo. «Andiamo.» Mi fece segno di seguirlo, e se in questi casi normalmente non lo avrei fatto, l'idea di rimane da sola in un luogo sconosciuto, non mi ispirava affatto, così lo seguii. Restai tutto il tempo in silenzio, avevo lo sguardo basso la maggior parte del tempo, a volte lo alzavo per assicurarmi che ci fosse, e il mio sguardo ogni volta si scontrava con la sua schiena. Aveva fermato l’auto su una vecchia strada sterrata, e ci eravamo incamminati per una vecchia strada di campagna. Senza che me ne accorgessi, ci eravamo inoltrati nella fitta vegetazione, e il mio timore più grande, era che ci fossimo persi. Sorprendentemente dopo una decina di minuti, raggiungemmo un lago immerso nella fitta natura. «Cosa ci facciamo qui?» gli domandai ancora più confusa. James finalmente si girò verso di me, probabilmente ricordandosi che c'ero anch'io. «Da piccolo era il mio posto preferito, col tempo è un po' cambiato, ma per me rimane un posto tranquillo.» Si andò a sedere sul pontile, così lo seguii. «Non hai risposto alla mia domanda.» mi misi a sedere anche io mentre James fissava l'acqua quasi assente. «Te l'ho detto dall'inizio, voglio solo che tu capisca che non sono pericoloso, sono solo complicato.» che fosse complicato, non c'era bisogno che me lo dicesse. «Forse dovresti lasciar valutare agli altri, se sei pericoloso o no.» risposi acidamente. Forse sarei potuta essere un po' più dolce, ma visto che mi aveva sequestra non mi sembrava il caso. «Sembra che tu la tua idea te la sia già fatta, ma perché ne sei tanto convinta?» la sua domanda non mi sorprese affatto, anzi me l'aspettavo. Di certo le nostre idee su giusto e sbagliato, e tutto quello che ne deriva erano diverse, altrimenti adesso non mi sarei ritrovata qui con lui, ma a casa mia, a gustare il dolce che io Maggie avevamo cucinato. «Ci sono delle persone a me vicine, che hanno avuto modo di conoscerti.» Il suo volto mostrava tutto il suo disappunto e la sua confusione, probabilmente pensando a chi fra le tante persone di sua conoscenza potesse essere. «Non so a chi, e a che cosa tu ti stia riferendo.» il suo sguardo ormai era fisso su di me, aspettava solamente una mia risposta. Per un attimo,ma solo per un attimo, ebbi l’impressione che lui stese per valutare la mia risposta, come se ce ne fosse una giusta, ed una sbagliata. «La cugina di Maggie ti conosceva molto bene, tu le hai spezzato il cuore. Le voci corrono, e non sei un modello di perfezione.» Non volevo essere troppo dura con lui, non ero il tipo che attaccava le persone nel personale, ma non c'erano altre parole che avrei potuto usare con lui. Sembrò deluso della mia risposta, ma poi il suo comportamento mi sorprese, mai avrei creduto che qualcuno, sentendosi dire quelle che potrebbero anche essere viste come offese, invece di infuriarsi, si sarebbe rilassato come lui. «Sarò anche stato con la cugina di Maggie, ma tutte le ragazze con cui sono stato sapevano com'ero. L'ho sempre detto che non cerco relazioni. Magari hai ragione, non frequento le migliori compagnie, non sono timido, sono molto estroverso, decisamente molto orgoglioso, sono sicuro di me, e magari sfrutto anche il fatto di avere un bel aspetto, ma è questo che mi rende pericoloso?» Aveva le idee chiare su chi era, ed il suo tono era di sfida. Quell'arroganza che mi sembrava per un secondo avesse perso, in un lampo era tornata a farsi presente. Non potevo dire che lui non fosse quella persona, che avesse un altro carattere, che si comportasse in un altro modo, perché io non lo sapevo, ma neanche mi interessava scoprirlo. Lui per quanto mi sforzassi di dimenticare, era troppo simile ad una persona che avevo conosciuto. Con James che lo volessi o no, stavano tornando a galla troppi ricordi, alcuni fin troppo dolorosi. «Ai miei occhi lo sei, per me sei pericoloso. Ho conosciuto persone troppo simili a te, e non è finita bene.» Rimase colpito dalle mie parole, lo notai, ma non si arrese. «Sono una minaccia solo per questo? Cosa ti fa credere che sia come gli altri?» Questa volta fui io a rimanere colpita dalle sue parole, perché in effetti, la certezza che fosse come gli altri non l’avevo. «No, non è solo questo. Io non so più la persona di qualche anno fa, e tu me l’hai fatta ricordare.» Non so perché, ma il modo in cui mi guardava, era come se James sapesse già qualcosa su di me. «Tu credi davvero che io ti potrei cambiare?» Mi guardava interdetto, sorpreso dal mio pensiero. «Si, io sono così debole che alla fine cambierei.» Un sorriso amaro si dipinse sul suo viso. «È già capitato, vero?» annuii in segno di risposta. Mi guardò dispiaciuto, per un istante mi sembrò quasi che lui sapesse, che conoscesse i demoni del mio passato. «Andiamo.» James si alzò, pronto ad andarsene. Il tragitto fino all'auto fu silenzioso, come lo stesso viaggio di ritorno. Una volta fuori casa, scesi dall'auto senza che ci salutassimo, e corsi alla porta, non feci neanche caso, se James fosse ancora lì o se se ne fosse già andato. Maggie mi aveva lasciato le chiavi dietro uno dei vasi di fiori all'entrata, così fortunatamente non sarei dovuta rimanere fuori, ed aspettare che i miei genitori tornassero. Entrai in casa, e dopo essermi chiusa la porta alle spalle, presi il telefonino mentre andavo a sedermi su uno sgabello in cucina. Chiamai Maggie, che rispose dopo qualche squillo. “Shay, cos'è successo?” mi domandò. Sorrisi sentendo il suo tono leggermente preoccupato, mi faceva sentire protetta. “Sono appena tornata, sto bene...” tirai finalmente un sospiro di sollievo. “Pensi che James ti rapirà nuovamente?” rise della sua stessa domanda, ma sapevo che era un pensiero che l’assaliva. “No, penso che mi lascerà in pace.” la sentii tirare un lungo sospiro di sollievo, e mi venne quasi da ridere. “Ero preoccupata per te.” annuii alle sue parole, quasi come se in qualche modo mi avrebbe potuto vedere. “Lo so, ed Oliver?” l'idea che fosse rimasta da sola col fratello di James, non mi faceva impazzire, ma Oliver mi sembrava comunque abbastanza responsabile. “Mi ha solo riaccompagnato a casa. Era parecchio incazzato col fratello.” dubitavo che ce l'avesse con James, dall'inizio era stato chiaro, ero io a dover stare lontana da James, non il contrario. “ Almeno non dovremo provare la sua rabbia furiosa, non ci sarà una prossima volta. Te lo prometto.” in realtà non ero in grado di darle questa certezza, ma almeno da parte mia c'era l'intenzione di non averci nulla a che fare. “Bene, allora ci vediamo domani, Baci.” annuii distrattamente, poi ricordandomi che non poteva vedermi mi affrettai a rispondere “Ciao.” e riattaccai. La voglia che avevo di studiare era pari a zero, ciò nonostante era tardi e non avevo fatto nulla, così mi trascinai fino alla mia stanza. Feci quello che mi riuscii, che non fu poi molto, ma la mia testa era altrove. James per un attimo mi aveva fatto tornare indietro nel tempo, e non sempre ricordare è piacevole, anche quando è passato ormai molto tempo.
 
 





 
 






 
Dormire, era questa l'unica cosa a cui riuscivo a pensare. Avevo passato la notte in bianco, e adesso rischiavo seriamente di addormentarmi sul banco. Già m'immaginavo di essere cacciata da mrs. Blanchette e di finire dal preside. Maggie poi, non mi era d'aiuto. Mi guardava come fossi un alieno, e invece di mantenermi sveglia, passava il tempo a disegnare sul suo quaderno. «Adesso basta! È possibile avere la sua attenzione Shawn?! Vada vicino a Sloan, e lei Walsh vada al posto di Shawn. Vediamo se adesso è possibile fare lezione!» tuonò mrs. Blanchette, facendomi saltare dallo spavento, all’inizio credevo che stesse proprio parlando con me. Sbuffai contrariata, pensando a quale omone rincitrullito mi sarei trovata affianco, ma quando vidi James sedersi sorridente, rimpiansi l'omone rincitrullito. «La butto lì ad indovinare, non avevi idea che fossi io Shawn.» sorrise divertito. «Però, sei proprio perspicace!» risposi poco entusiasta. «Ho pensato a quello che mi hai detto ieri, e sai alla fine stai continuando a giudicarmi senza conoscermi.» Perfetto, ormai la mia rovina era segnata, James non mi avrebbe mai lasciato in pace. «Ora basta! Shawn e Sloan dal preside immediatamente!» urlò mrs. Blanchette. Sentii il suo sguardo trafiggermi, mentre lentamente mi alzavo e uscivo dalla classe seguita da James. Non mi era mai capitato di finire dal preside, e l'unica persona da incolpare era James. Ero infuriata con lui, non solo perché adesso come minimo sarei finita in detenzione, ma soprattutto perché oltre ad essere al settimo cielo, non mi aveva lasciato in pace come aveva detto. «Potresti anche smettere di essere compiaciuto.» sbottai infastidita, mentre svoltavamo l'angolo per l'ufficio del preside. «Suppongo sia la prima volta per te.» sorrise divertito. Inspirai un paio di volte, nel tentativo di calmarmi, poi senza neanche dargli retta, bussai alla porta del preside, e dopo essere stati invitati ad entrare, varcai la soglia. Il preside Thompson mi guardò incredulo ed ancora confuso ci invitò  sedere. «Sloan sono sorpreso, non avrei mai pensato di vederla qui, non in queste circostanze almeno.» non potei non trovarmi d'accordo col preside Thompson, perché neanche io avrei mai pensato che sarebbe successo. «Mi creda, è tutto un malinteso. Shawn è stato spostato perché disturbava la lezione, io sono una vittima!» cercai di giustificarmi, anche se ormai era tardi. James in tutto questo non aveva aperto bocca, ci pensavano gli sguardi omicidi che mi lanciava a parlare. «Sloan vorrei poter fare qualcosa, ma mrs. Blanchette l'ha mandata qui, non posso andare contro un'insegnante. Tuttavia un richiamo sul suo curriculum non sarebbe visto di buon occhio, perciò per questa volta lascerò correre, ma la detenzione vi tocca comunque.» al sentire le parole del preside, mi si levò un macigno dal petto. «Grazie, grazie mille! Non si preoccupi non capiterà mai più.» lo ringraziai felicissima, e dopo avergli stretto sorridente la mano, uscii tranquilla dalla presidenza. Purtroppo qualcuno non condivideva la mia stessa felicità, James mi afferrò per un braccio, impedendomi ogni movimento. «È tutta colpa di Shawn?! Davvero vuoi farmi passare per l'unico colpevole?»  sbottò innervosito. «No, non ti ci voglio far passare, perché è veramente colpa tua. Io ho solo detto la verità!» ribattei infuriata. «Sei una ragazzina, quando crescerai?» urlò di rimando. «Stammi lontano!» lo spinsi via con forza. «Non capisci niente, sei una bambina!» voltò le spalle, e infuriato andò via. Aspettai qualche minuto che mi calmassi, poi sicura di non incontrarlo uscii in cortile. Non potevo tornare in classe, ma non potevo neanche tornare a casa, avevo l'ora di detenzione. Il solo pensiero mi faceva ridere, io in detenzione? Non era mai capitato, e mai avrei pensato sarebbe successo. Maggie di sicuro me l'avrebbe rinfacciato per anni, persino lei non ci era mai finita, e che non ci fosse finita lei, era un miracolo. Non sapevo nemmeno se essere arrabbiata con James per questo, o con me stessa per averglielo permesso, ma alla fine saperlo, non avrebbe cambiato le cose. Che situazione! Da quando avevo incontrato James, le cose erano sempre andate male,e per la fine dell'anno sarei morta di stress ed ansia. «Allora, qual è il verdetto?» mi chiese Maggie, spuntando fuori dal nulla. «Un'ora di detenzione.» sospirai sconfitta. «Wow, chi l'avrebbe mai detto!» si sedette vicino a me sugli scalini, così appoggiai stanca la testa sulla sua spalla. «Lo sai qual è il colmo? James è incavolato, perché ho detto al preside che è stata colpa sua!» buttai fuori nervosa. Maggie non si trattenne, e le sue risate quasi mi perforarono un timpano. «Non so cosa fare, mi credi?» per un attimo mi guardò dispiaciuta, poi sembrò tornare serena. «Presto ti lascerà in pace, devi solo aspettare.» sospirai scocciata, per quanto avrei dovuto sopportarlo? E poi perché dovevo dargliela vinta? Non avevo fatto niente per attirare la sua attenzione, forse solo l'incidente in mensa, ma appunto era stato un incidente. Non c'erano validi motivi, James aveva solo bisogno di restare al centro dell'attenzione. Questo era soltanto il modo che aveva trovato per farlo. «Torno in classe a prendere lo zaino, fammi uno squillo quando esci.» la guardai alzarsi, mentre speravo in vano di non dover rimanere un'ora in detenzione. «È già ora?» chiesi, nonostante fosse ovvio. «Ce la puoi fare.» mi incoraggiò, prima di correre in classe. Riluttante mi alzai, e col passo di un bradipo addormentato, raggiunsi l'aula. Bussai esitante alla porta, e dopo aver ricevuto un freddo avanti, entrai. Come c'era d'aspettarsi James non c'era, e probabilmente non sarebbe neanche venuto. Meglio, non avrei dovuto sopportare la sua presenza. Andai a sedermi ad uno dei tanti banchi, sotto lo sguardo attento di mr O'Brien, un uomo che era meglio non far arrabbiare. «È stata una sorpresa, sapere di lei Sloan.» esclamò deluso. Non sapevo se rispondergli o no, così abbassai lo sguardo sui libri in imbarazzo. Era inutile che me lo ripetessero tutti, ne ero perfettamente consapevole anche io, che una situazione del genere non si sarebbe mai dovuta verificare! Ma adesso che necessità c'era di continuare a ripetermelo?! Decisi di approfittare dell'ora per portarmi avanti con lo studio. Gli altri nell'aula sembravano tutti annoiati, c'era chi ascoltava musica con le cuffiette, chi guardava l'orologio mentre giocherellava con un coltellino, che tra l'altro ero stupita mr O'Brien non avesse sequestrato, e chi invece mi guardava fra il divertito e lo schifato, probabilmente perché avevo deciso di studiare. L'aula, nonostante ci fossero i ragazzi più casinisti e disinteressati, era comunque silenziosa. A rompere questo silenzio, fu lo spalancarsi improvviso della porta. James sull'uscio sorrise divertito, dell'espressione sia infastidita sia infuriata di mr O'Brien. «Shawn vedo che ci ha degnati della sua presenza. Stia attento perché nonostante i suoi voti, un certo comportamento non verrà tollerato a lungo.» mr O'Brien lo rimproverò severo, ma James non fu toccato nemmeno da una singola parola. Si andò a sedere ad uno dei tanti banchi vuoti, col suo solito ghigno divertito ad accompagnarlo. «Mi dica allora prof, da chi dovrei prendere esempio? Sbaglio,o proprio una delle vostre alunne migliori si trova qui?!» esordì d'un tratto, richiamando l'attenzione di tutti. «Penso che Sloan, abbia già dimostrato di essere pentita, e al contrario suo non ha contestato, o tanto meno si è presentata in ritardo. Dovrebbe proprio prendere esempio da lei.» mr O'Brien non aveva paura di James, ma per quel poco che sapevo di lui, era meglio non farlo infuriare. «Prendere esempio da una persona che non si assume neanche le proprie responsabilità? No grazie, preferisco rimanere come sono.» questa volta però James non si stava rivolgendo a mr O'Brien, ma a me. Il suo sguardo glaciale era puntato su di me, ma non sapevo dire, se si aspettasse una risposta. Persino mr O'Brien e gli altri, sembravano d'un tratto intimiditi da lui. Sotto lo sguardo attento di tutti, tornai a rivolgere la mia attenzione ai libri, decidendo di ignorarlo. La risata fredda e calcolata di James allora invase l'aula, raggelandomi il sangue. «Adesso non sei neanche più in grado di rispondermi?» si alzò dalla sedia, e con lenta tranquillità venne davanti al mio banco. «Di cosa hai paura? Di me, o della verità?» mi tirò in piedi per un braccio, aspettando una risposta. Mr O'Brien si alzò frettolosamente, spaventato dalla reazione di James. «Shawn, non facciamo stupidaggini.» esclamò, mentre si avvicinava a noi due. «Non si preoccupi, non voglio farle del male.» gli rispose, con lo sguardo puntato su di me. «Non è comunque un comportamento adeguato!» s'innervosii mr O'Brien, mentre nell'aula si alzava un leggero mormorio. Stavamo dando spettacolo, e a James sembrava non importare. «Sbaglio, o sono qui proprio per via del mio comportamento?!» si girò a rispondergli. «Shawn si fidi di me, la lasci andare.» gli consigliò mr O'Brien. James sorprendendomi gli diede ascolto, e mi lasciò andare. Ripresi a respirare normalmente, mentre lui dopo un'ultima occhiata se ne andò. Mr O'Brien mi fu subito accanto. «Rimetti a posto i libri, l'ora è finita.» mi disse, dandomi una leggera pacca sulla spalla, per incoraggiarmi a muovermi. In un attimo mi fu chiaro, perché James mi aveva lasciato andare. Avrebbe ripreso il discorso fuori da qui. Per quanto non volessi ammetterlo, James era davvero troppo simile ad Aron, mi sembrava di essere stata teletrasporta indietro, per rivivere tutto dall'inizio, e non l'avrei sopportato. Riposi tutti i libri in borsa, e quando suonò la campanella, mi precipitai fuori dall'aula, e corsi velocemente fuori scuola, ma James era già lì, con le mani in tasca ad aspettarmi, e quando mi vide, un sorriso gli si disegnò in faccia. Mi mancava il respiro, io non volevo vederlo, non volevo che tutto quanto riaffiorasse alla mia memoria. Per un istante avevo pensato, che dopo stamattina avrebbe finalmente smesso di infastidirmi, invece era tornato all'attacco, e non riuscivo a capire esattamente quello che stesse cercando. Cercai di ignorare la sua presenza, e continuai a camminare, sperando di superarlo, ma come da copione, mi prese per la vita, per non lasciarmi andare. Rimasi immobile, spaventata da quel contatto, mentre le labbra di James si accostavano al mio orecchio. «Non riesco ad accettare il modo in cui mi guardi, e mi giudichi.» mi sussurrò, mentre la sua presa diventava più forte, tanto da far aderire la mia schiena al suo petto. «Non stai di certo migliorando le cose così.» poggiai le mani sulle sue, nel vano tentativo di allontanarlo, lo sentii sussultare per un attimo ed allentare la presa, ma poi in un attimo tornò salda come prima. «Cosa dovrei fare allora? Io non sopporto chi mi giudica.» esclamò confuso. «Io non lo so, non ne ho idea.» risposi dispiaciuta. Sentii le sue mani lasciarmi andare, e la distanza farsi largo fra i nostri corpi. Mi voltai verso di lui, mi stava guardando, e per quanto non volessi ammetterlo, sembrava davvero combattuto. «D'accordo, ti darò una possibilità. Proviamo ad essere amici, ma bada bene, non farmene pentire.» stavo correndo un rischio, lo sapevo, ma alla fine andava bene così. Lui non era Aron, e non lo sarebbe mai stato. Nessuno poteva esserlo, e forse era di questo che dovevo convincermi. James sorrise felice alla mia proposta, e mi tirò a se per abbracciarmi. C'erano tante cose che non sapevo di lui, tante incertezze, mille dubbi, ma qualcosa mi spingeva a credere che magari avesse ragione, che lui non fosse realmente così, e che sarebbe riuscito a dimostrarmelo. Dargli questa possibilità, oltre tutto era anche un'opportunità, di dimostrare a me stessa, che ero in grado di correre dei rischi, di essere in grado di vivere la vita al 100%, e di poter lasciarmi il passato alle spalle. Perché che volessi ammetterlo o no, Aron non se ne era ancora andato.











Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo. Diciamo che è un po' movimentato, e cosa più importante è stato svelato un nuovo personaggio Aron.
Diciamo che anche lui sarà un personaggio importante della storia. Che altro posso dire, spero che il capitolo vi piaccia, che la storia in generale vi piaccia.
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, sono aperta alle critiche, perché sicuramente mi faranno crescere, anzi per esperienza so che lo faranno.
Niente al prossimo capitolo, che pubblicherò fra 2 settimane, baci!
OutInColdAir
   
 
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