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Autore: ladygrandie    09/09/2015    2 recensioni
Chiedo scusa in anticipo, è la mia prima fanfiction cercate di capirmi, il primo capitolo è un po' corto ma oggi ho avuto
l'ispirazione e l'ho buttato giù, iniziare a pubblicarlo era l'unico modo per essere sicura di riuscire a continuarla, i
prossimi capitoli saranno più lunghi e mi farò perdonare promesso!!!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Non mi dilungherò troppo e non dirò altro se non
SCUSATE, MI DISPIACE!


Andrè si svegliò per primo e notò che le prime luci dell'alba illuminavano i capelli di Oscar e li trasformavano in oro, rimase incantato, quasi faticava ancora a crederci, ma lei era vera, era lì, gli dormiva accanto e aveva l'espressione più serena che le avesse mai visto.
Le baciò la fronte, era un bacio delicato, diverso da quelli che si erano scambiati per tutta la notte, voleva svegliarla dolcemente, salutarla, sapeva che anche se a malincuore sarebbe dovuto andar via, nessuno doveva trovarlo lì, neanche la nonna.
Oscar sentì la dolce carezza provocata dal bacio sulla sua fronte e aprì gli occhi, sorrise e lo baciò sulle labbra. "So cosa stai per dirmi, hai ragione ma non voglio sentirlo" disse Oscar con il volto imbronciato.
"Allora non dirò nulla, me ne andrò e basta mia cara Oscar".
"Provaci e ti uccido!" rispose lei ridendo.
"Oscar a parte scherzi devo proprio andare, mi spiace non sai quanto ma non posso fare altrimenti" e mentre lo diceva le carezzava il viso.
Lei fermò la mano di lui con la sua e baciò ogni suo singolo dito, poi guardandolo negli occhi disse "E' vero, è troppo rischioso aspettare ancora, vai Andrè, vai adesso o sarà troppo tardi" e lascio andare piano la sua mano, Andrè si alzò e uscì dalla stanza senza voltarsi, altrimenti sapeva che sarebbe tornato indietro.
A passi felpati si diresse verso la sua stanza, ma l'ombra della sera precedente era lì e lo vide nonostante le sue premure per non farsi scoprire, l'ombra si allontanò senza dire nulla e Andrè raggiunse indisturbato la sua stanza.
Nel frattempo Oscar non poteva credere a quanto già gli mancasse Andrè, era appena andato via e già gli mancava immensamente, decise di alzarsi, anche se era presto, iniziò a prepararsi sperando che Andrè facesse lo stesso, doveva vederlo il prima possibile.
Si vestì e scese in cucina, la nonna come sempre era già lì e quando la vide scoppiò a ridere "Ma che avete tutti stamattina, i chiodi nel letto? Non era mai successo che voi due dormiglioni foste già in piedi a quest'ora". Aveva sentito bene? Sperava proprio di sì, voi due, lei e chi? Andrè non poteva che essere lui, girò lo sguardo e lo vide, seduto al tavolo che l'aspettava, anche lui aveva fatto il suo stesso pensiero, erano proprio una cosa sola, intanto il suo visò si colorò di un leggero rossore, Andrè se ne accorse e per evitare che lo notasse la nonna richiamò la sua attenzione dicendo "Nonna è normale, siamo talmente abituati alle scomode brande della caserma che nei nostri comodi letti ci riposiamo nella metà del tempo, vero Oscar?" si girò verso di lei e le sorrise, a lei sembrò di vedere un angelo, non fece in tempo a rispondere che lui la invitò a sedersi al tavolo per fare colazione insieme, l'avevano sempre fatto in passato, non c'era nulla di strano, a parte che questa mattina si erano risvegliati nello stesso letto, dopo una meravigliosa notte d'amore.
Oscar accettò l'invito, si sedette accanto ad Andrè, ma sembrava proprio non riuscisse a nascondere la sua felicità, la nonna che la conosceva bene lo notò e le chiese: "Bambina cara stai bene? Non fraintendermi sei radiosa questa mattina, ma era da tempo che non ti vedevo così, non arrabbiarti, ma non è che tutto questo ha a che fare con un certo conte svedese che ieri sera è venuto a cercarti?" e terminando la frase fece l'occhiolino a Oscar.
In quel momento sembrava fosse sceso l'inverno in cucina, l'aria si ghiacciò e tutto sembrò fermarsi per Oscar, poteva percepire solo l'irrigidirsi della mano di Andrè intorno alla tazza che lui stava reggendo, tanto da notare, che le ferite che si era fatto alla mano la sera precedente si stavano riaprendo, ma prima di riprendere a sanguinare la tazza sembrò esplodere in mille pezzi, non resse la frustrazione che Andrè gli scaricò sopra. Andrè scatto in piedi, si scusò, cercò di porre rimedio come poteva al disastro appena combinato e abbandonò la stanza senza aggiungere altro.
L'avvenimento turbò la nonna, che si mise a piangere e Oscar subito l'abbracciò e le disse: "Nonna sta calma è stato solo un incidente, non piangere". "No piccina mia, sono stata una sciocca, ero così felice per te che non ho pensato ai sentimenti di mio nipote, so cosa prova e non avrei dovuto dire certe cose, ma ultimamente mi sembravi così triste e questa mattina invece...".
Oscar sospirò, avrebbe tanto voluto dire la verità all'amata nonna ma ancora non poteva, non era il momento, ma la rassicurò "Tranquilla nonna, è vero sono felice, ma ti assicuro che Fersen non c'entra nulla, per quanto riguarda Andrè capirà vedrai, anzi, io sono sicura di sapere dov'è, andrò subito a parlargli, vedrai si sistemerà tutto" così dicendo diede un bacio sulla rugosa guancia della nonna e approfittò della scusa per allontanarsi e raggiungerlo.
Era sicura che l'avrebbe trovato alle scuderie, ma rimase molto delusa quando le trovò vuote, stava per uscire ma notò che il cavallo di Andrè non c'era, così saltò in groppa a Cesar e uscì dalle scuderie veloce come il vento.

Continua......
  
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