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Autore: Piumadoro    09/09/2015    1 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I giorni successi al ritrovo delle nuove lettere l’intera Hogwarts si deconcentrò completamente da ogni cosa, nessuno seguiva più le lezioni e nei club i presenti si riducevano a zero, persino nelle squadre di Quidditch cominciava a mancare qualche ragazzo. Quelli che sceglievano di ritornare a casa erano sempre di più e la paura cominciò a serpeggiare tra i banchi di scuola.
Forse per questi motivi il professor Silente, in accordo con gli altri professori e gli Auror, volendo dimostrare di non temere la sfida di questo essere sconosciuto decise di sospendere le lezioni in vista di San Valentino per poter permettere ai ragazzi di godersi un giorno libero in cui sarebbero state permesse le uscite nel parco cosa che si era evitata in tutti quei giorni anche per il fattore pioggia.
Il giorno prima del grande evento James e Sirius stavano ancora bisticciando per decretare chi dei due avesse effettivamente centrato Mocciosus in pieno naso il giorno dell’esplosione dei sotterranei, giorno grazie al quale erano ancora in punizione, come predetto da Remus.
“Oh, smettetela!” Sbottò Star ad un tratto ripiegandosi poi sul grosso librone tirato giù da uno scaffale della silenziosa biblioteca. “Come se ci volesse un genio della mira per beccare quel naso.”
I ragazzi risero, compreso Remus rischiando di incorrere nelle ire della temibile Madama Pince.
“Niente, non c’è assolutamente nessuna pozione che possa aver fatto entrare qualcuno ad Hogwarts senza l’utilizzo della magia.” Sbuffò James chiudendo il libro che stava leggendo. “E in più ora odio pozioni peggio di prima.”
“E qui non dice nulla di attacchi simili nel corso della storia.” Aggiunse Sirius chiudendo “Storia della Magia di Hogwarts”.
“Neanche mezzo incantesimo che si sia scoperto non lasciare tracce magiche.” Annunciò sconsolato Remus.
“E nessun serpente che abbia chissà quali assurde proprietà magiche e nemmeno qualche Animagus serpente registrato.” Concluse Star.
“Va, beh. Che facciamo domani?” Chiese James.
“Io esco con una ragazza.” Rispose Sirius mezzo sdraiato sulla sedia con tono annoiato.
“Allora dici che posso uscire con una anche io?” Fece James pensieroso.
“Vuoi il mio permesso, tesoro?” Gli domandò l’amico in falsetto e i Malandrini ridacchiarono cercando di non fare troppo rumore. “Comunque la Evans ti darà buca di nuovo, dopo quello che le hai fatto il giorno prima della partita.”
“Non parlavo della Evans. Comunque mi mangiava con gli occhi il giorno dell’esplosione.”
“Buon per te.” Sbadigliò Star. “A proposito del giorno del grande BUM, siamo in ritardo per la punizione.”
Remus saltò in piedi. “Oh, giusto, andiamo.”
I ragazzi si alzarono in fretta riponendo i grossi libri che stavano consultando e avviandosi verso l’ufficio della McGranitt.
“Ben arrivati.” Li accolse la professoressa e senza perdere tempo e con la solita efficienza consegnò loro dei foglietti di pergamena. I Malandrini vi erano ormai abituati, sapevano che dovevano semplicemente seguire le istruzioni sul foglio. Solitamente si ritrovavano completamente divisi ma ogni tanto poteva succedere che stessero a coppie e che le coppie girassero in base agli incarichi. Lessero le pergamene insieme e alzarono lo sguardo sorpresi più che mai verso la loro insegnante che, sentendosi osservata, smise per un secondo di correggere dei compiti e li fissò a sua volta. “Problemi?”
James prese coraggio. “Sul serio possiamo?”
“Sono ordini del professor Silente, ovviamente, crede che se proprio non potete fare a meno di essere ingegnosi e di usare tutta questa magia avanzata almeno potete farlo per qualcosa di utile.” Rispose Minerva con le labbra strette per dimostrare la sua disapprovazione.
I giovani partirono di gran carriera e salirono ai loro dormitori per prendere i mantelli con il cappuccio infine scesero di nuovo il più veloce possibile anche se le scale parevano mettercela tutta per ostacolarli e raggiunsero l’atrio. Uscirono nel parco sotto la pioggia grossa e sferzati dal vento, con il fiatone ma dei sorrisi eccitati sul volto.
Remus si guardò attorno. “Credevo ci fosse andata bene, dover semplicemente far in modo che domani la pioggia stia distante dal parco, ma non sembra poi così facile.”
“Non dobbiamo tenere la pioggia lontana, semplicemente dobbiamo solo far in modo che la gente che uscirà nel parco non si bagni, giusto? Al massimo montiamo dei tendoni e siamo a posto.” Precisò James.
“Quindi, da dove iniziamo?” Domandò Sirius.
“Potremmo creare una specie di cupola.” Propose James.
“Il parco è gigantesco e non riusciremo mai a far apparire così tanto materiale e poi se creiamo una cupola non potremo più respirare.” Gli fece notare Remus.
“Potrebbe essere una cupola di incantesimo, tipo le protezioni di Hogwarts.” Se ne uscì Sirius dopo molti minuti di riflessione silenziosa durante i quali i mantelli dei ragazzi cominciarono a diventare pressoché inutili.
“Già ma quale incantesimo.” Rimuginò James poi si voltò verso sua sorella che in estremo silenzio osservava il cielo plumbeo lasciando che la pioggia la colpisse in pieno viso e probabilmente non si era nemmeno accorta che il cappuccio le era scivolato giù esponendo i suoi capelli di nuovo lunghi fin poco oltre le spalle e mossi alla furia del vento che li intrecciava violentemente a suo piacere.
“Incantesimo impermeabile.” Disse solo la ragazza senza staccare gli occhi dalle nuvole.
“Potremmo rendere tutto e tutti impermeabili, è questo che intendi?” Le chiese Remus.
“No.” Rispose lei abbassando finalmente lo sguardo. “Possiamo rendere le protezioni incantate di Hogwarts impermeabili con un semplice incantesimo impermeabile. Sarà faticoso ma reggerà fino a domani sera tarda, noi ci sentiremo un po’ stanchi ma non eccessivamente e recupereremmo in questa nottata, anche se verso sera è probabile che ci sentiremo un po’ giù di corda anche se credo che non ce ne faremo molto caso. Che ne dite?”
“Mi pare perfetto, mettiamoci al lavoro.” Decise James e poi tirò di nuovo su il cappuccio di Star. “A che cosa pensavi?” Le chiese approfittando di quel momento e della momentanea lontananza di Sirius e Remus che si stavano esercitando nell’incantesimo impermeabile su qualche foglia e sui loro vestiti.
“Le persone hanno appena smesso di osservarmi come se fossi un animale da baraccone, sai le sparizioni hanno contribuito a rendere la notizia della mia magia meno esaltante ma prima che questo accadesse ho sentito un gruppo di ragazzi più grandi affermare che voi siete speciali e riuscite a fare tutte le cose mitiche che fate solo perché tra voi ci sono io.” Raccontò la ragazza.
“E non è forse vero?” Le domandò suo fratello ma prima che lei potesse di nuovo aprir bocca lui ricominciò a parlare. “Insomma, alcune cose non saremmo mai riusciti a farle senza di te e la tua bravura, ma anche se la gente pensa che sia solo merito tuo noi sappiamo come stanno veramente le cose. Io lo sento quando tu ci aiuti a fare certe magie e non lo hai fatto quasi mai, quindi so quanto valgo e così Sirius e Remus. Non ci è mai interessato niente di quello che pensa la gente, in più tu sei una di noi, quindi se in qualche nostra impresa la tua magia ha pesato più della nostra c’è per caso qualche problema? Non credo proprio, se Sirius fosse un grandissimo mago superpotente non sarebbe comunque al nostro fianco, e se anche fosse solo lui ad usare la magia per farci affrontare le nostre avventure non sarebbero comunque nostre? Sei sempre una Malandrina, Star, e la tua storia è la nostra ora.”
Star sorrise. “Si, capo.” Poi rise forte. “Era da un po’ che non mi facevi uno dei tuoi discorsetti filosofici. Iniziavo a credere che Lily avesse ragione e che tu ti fossi veramente montato la testa.”
“Io? Montarmi la testa?” Fece il ragazzo fingendosi offeso. “La compagnia della Evans ti fa male.”
“Iniziamo?” Gridò Sirius impaziente. In un baleno i due fratelli raggiunsero lui e Remus e cominciarono a mettersi d’accordo per rendere impermeabile la barriera.
 
 
……………..
 
Quando l’alba sorse sul giovedì più romantico del mese tutti gli studenti poterono finalmente notare quello che con il buio non avevano visto: nonostante il cielo fosse pieno di nuvole che scaricavano acqua come se non ci fosse un domani tutta Hogwarts rimaneva perfettamente asciutta. I primi che scesero nel parco armati di lenzuola o coperte da stendere a terra poterono notare come anche il vento fosse diventato meno invadente e deciso tanto che se ci fosse stato solo un altro po’ di sole sarebbe potuta sembrare una splendida giornata di primavera.
Star salì nel dormitorio dei ragazzi e fu sorpresa di trovarli già tutti svegli intenti a vestirsi. Remsu e Peter era già pronti e indossavano dei semplici jeans e maglietta. James e Sirius dal canto loro erano in piena impresa di ristrutturazione e vagavano tra i loro bauli cercando i vestiti migliori.
“E poi sono le ragazza quelle vanitose che ci mettono anni a prepararsi.” Commentò Star ricordando ciò che le aveva detto Mary sugli appuntamenti.
“Ciao.” La saluto Remus allegro mentre gli altri due ragazzi non si degnarono nemmeno di ribattere impegnati com’erano.
“Che fate voi due oggi?” Chiese Peter timidamente a Star e Remus.
“Credo che andrò a studiare in biblioteca, sono preso indietro con alcune cose, vuoi aggregarti?” Gli propose il ragazzo, Peter annuì felice.
“Forse verrò anche io.” Sbadigliò Star sgranchendosi le braccia.
“Sono splendido!” Decretò James dopo essersi guardato allo specchio.
Sua sorella sbuffò e si avvicinò al ragazzo chiudendogli la camicia azzurrina che lui aveva tenuto volontariamente troppo aperta. “Vacci piano Elvis.”
“Potrei farmi i capelli alla Elvis, come starei?” Ribatté James rimirandosi più e più volte.
“Vieni, ti faccio vedere.” Lo invitò la ragazza indicando una sedia e prendendo forbici e pettine.
“Non mi fido, sai quello scherzetto con il rasoio e tutto il resto.” Sbottò suo fratello.
Star rise. “Ok, siediti tranquillo, giuro che se non ti piacciono te li faccio ricrescere esattamente come ora.”
“Vuoi dire che li riporterai allo stato di cavernicolo che non conosce il pettine, giusto?” Scherzò Sirius.
“Si, più o meno.” Rispose lei appositamente professionale trattenendo James sulla sedia.
“Brutto cagnaccio puzzolente!” Sbraitò Ramoso.
“Se non stai fermo ti taglio la gola.” Lo avvertì sua sorella e lui si immobilizzò. “Stai bene vestito completamente di nero.” Disse poi a Sirius che osservava le sue mani svelte muoversi fra i capelli come se non avessero fatto altro in tutta la vita poggiato ad un palo del letto a baldacchino nei jeans eleganti e neri e la camicia nera anch’essa.
“Lo so.” Replicò automaticamente senza staccare gli occhi dalle dita rapide della ragazza.
“Vuoi anche tu un bel taglietto?” Gli chiese lei all’improvviso.
“No, grazie.” Rispose coinciso senza guardarla.
“Ora che li vedo bene li stai facendo crescere molto i tuoi capelli, no?” Insistette Star.
“Lo so. Infastidisce i miei genitori, quindi va bene.” Ribatté ancora con voce atona.
La ragazza concluse il taglio a suo fratello con grande maestria. “Vai a vederti, Jame.” Una volta che il ragazzo si fu allontanato lei si avvicinò a Sirius piantandosi di fronte a lui e prendendogli ciocche di capelli tra le dita. “Dato che ci sei perché non ti fai anche le treccine? Magari poi inizi a piacere anche ai ragazzi così fai prendere un bel colpo a tua madre quando il prossimo Natale potrai presentarle il tuo ragazzo.” Scherzò poi.
“Ha ha. Spiritosa. Intanto io piaccio a tutti. Non sono mica come James che deve fare tutta questa fatica per piacere solo alle ragazze. Cocca, gli omosessuali esistono solo perché io sono un maschio. Comunque le treccine non sono una brutta idea.” Si prese gioco di lei il ragazzo.
“Sirius, stai raggiungendo un livello di autostima piuttosto preoccupante.” Gli fece notare Remus.
“Sono sempre meglio di James il quale si considera…” Cominciò Sirius ma James saltò fuori dal bagno gridando soddisfatto. “Sono il re del mondo! Sono un figo da paura. Osservatemi! E ora chinatevi tutti al mio cospetto.” Poi passò accanto a sua sorella baciandola sulla guancia. “Grazie sorellina.”
“Potrei essere più grande di te.” Gli ricordò la ragazza.
“Si, ma momentaneamente sei più bassa.” La rimbeccò James beccandosi un’occhiata omicida da far gelare il sangue nelle vene.
“Va bene, splendore, andiamo?” Domandò Sirius rivolto al suo amico che annuì passandosi una mano sui capelli come per pettinarli meglio.
“Dovresti fare una foto, Star, e mandarla a vostra madre. Probabilmente è la prima volta che i suoi capelli stanno in ordine.” Suggerì Remus.
“Ottima idea.” Svelta come un fulmine Star afferrò la macchina fotografica e scattò una foto a suo fratello e a Sirius. “Ma quanto siete carini.”
“Parla solo di me ovviamente. Tu sei venuto bene solo perché mi stai accanto.” Sussurrò James a Sirius con fare cospiratore.
“Ovvio.” Replicò Sirius alzando gli occhi al cielo. “Ora andiamo.”
“Oh, i miei bimbi diventano ometti.” Cantilenò Star.
“Li stai leggermente prendendo in giro, mi pare.” Constatò Remus.
“Nooo, che dici, non mi permetterei mai.” Replicò lei sarcastica.
“Ciao.” Salutò Sirius deciso trascinando James giù dalle scale.
“Dunque tutti in biblioteca.” Star aprì la fila verso una bellissima giornata di libri.
“Come mai non esci con il tuo ragazzo?” Le domandò Peter timido.
Star si girò verso di lui pensierosa. “Non lo so. Credo che non voglia più vedermi.”
“E’ un cretino.” Si lasciò sfuggire Remus sorprendendo la ragazza.
“Forse ho sbagliato io. Sai, è stata la mia prima relazione e non ne so niente come Mary e Alice non mancano di ricordarmi ad ogni occasione.”
“Non credo, tu sei deliziosa, e lui si impunta su dei difetti inventati.”
“Beh, sono felice che almeno qualcuno trovi dei difetti in me. Non è tutto male, giusto?”
“Uhm. E’ un cretino lo stesso.”
“Anche secondo me.” Concordò una voce dietro di loro.
I tre si voltarono trovandosi davanti Al e Fill.
“Sei quasi single il giorno di San Valentino, che ne dici di approfittarne?” Fece Al chinandosi elegantemente ai piedi della ragazza.
“Hem, ragazzino precoce, non credo che tu sia grande abbastanza.” Lo bloccò Star con aria divertita.
“Non badargli, stiamo già uscendo con due ragazze.” La rassicurò Fill.
“Ma è fantastico ragazzi! Buon per voi. Ma fatemi un piacere: non diventatemi come James e Sirius, due Don Giovanni sono più che abbastanza in questa scuola.” Borbottò la ragazza.
“Giurin giurello.” Promise Al scomparendo in gran fretta verso la Sala Comune di Corvonero mentre Fill sospirando, dopo aver salutato, si allontanò nella direzione della Sala Comune dei Tassorosso.
Peter, Remus e Star raggiunsero quindi la biblioteca senza altri intoppi. Dietro ad uno scaffale di libri sugli antichi rimedi medici trovarono Lily e la sua allegra compagnia di ragazze intente a fare i compiti e a ridere tra loro.
“Heilà, Remus, tu e i tuoi compari volete unirvi a noi?” Lo accolse Alice quando il ragazzo da solo si sporse oltre lo scaffale.
“Hem, in realtà sono qui solo con Star e Peter.” Disse lui mentre i suoi amici venivano avanti.
“Hei, Star! Vuoi un’altra lezione da me?” Scherzò Mary con aria maliziosa.
“Non finché ci sono io, grazie. Se volete vi lascio sole.” Rispose Remus al posto suo.
“Dai, sedetevi con noi. Stiamo studiando un po’ di varie materie. E faremo stare buona Mary, promesso.” Propose Marlene.
“Per me va bene.” Accettò Peter a sorpresa.
“Ok, allora.” Remus si sedette al tavolo tirando fuori i suoi libri subito imitato da Star. Le ragazze ridevano e scherzavano sempre a bassa voce per non allarmare Madama Pince. Peter si trovò stranamente a suo agio e fece subito amicizia con tutte, specialmente con Emmeline, rivelando un lato sensibile e moderatamente divertente anche se un po’ comicamente goffo. Remus e Lily studiavano insieme sullo stesso libro come se lo avessero fatto per anni e Alice rivelò a Star che era proprio così. Infondo la ragazza Malandrina non era mai stata con Remus quando affermava di star studiando con Lily e le altre e non li aveva mai visti insieme, avevano un’intesa molto buona e la rossa sembrava quasi dolce quando si rivolgeva al ragazzo, forse senza il quasi.
Star si alzò dal tavolo.
“Dove vai?” Le chiese Mary.
“Ho finito tutti i compiti, quindi credo che andrò a camminare per un po’ e magari vi raggiungerò più tardi per il pranzo.” Dichiarò la ragazza con un sorriso. Le altre sembrarono un po’ deluse e Remus piegò la testa leggermente di lato scrutandola incuriosito ma nessuno osò ribattere e lei salutò e se ne andò. Uscì nel parco e poté qualche bianco e appena tiepido raggio di sole che riusciva a passare oltre le nuvole, moltissime coppie se ne stavano appartate in ogni angolo del parco alcuni avevano optato per uscite a quattro o a sei ma la maggior parte preferiva semplicemente perdersi l’uno negli occhi dell’altro. Con un sorriso avvistò James con una ragazza dai capelli color mogano poggiata con la testa al petto di lui guardandolo lasciare e riprendere un boccino d’oro con grande agilità e ascoltandolo parlare forse delle sue ultime partite come incantata. Avanzò verso il limitare della foresta e all’ombra di un albero in riva al lago molto in lontananza le parve di distinguere Sirius che steso sull’erba con una biondissima ragazza a cavalcioni su di lui ci dava dentro a suon di baci tanto che la maggior parte degli studenti girava al largo o cercava di evitare di guardarli. Si lasciò sfuggire un piccolo sbuffò che le servì per nascondere il principio di una risata poi ci pensò su e credette che non c’era motivo di trattenere una risata in una così bella giornata e allora rise di cuore finché Hagrid non le venne incontro uscendo dalla foresta.
“Ma ‘giorno signorina. Non è che per caso stai cercando di infilarti nella foresta per abbattere qualche altro albero?” Il grande uomo la fissò sospettoso sorridendo sotto la barba cespugliosa.
“Oh, no. Semplicemente facevo una passeggiata qui vicino.” Rispose Star innocente.
“Allora aiutami per portare in casa queste cosucce qui, si, ecco, prendi quelle crine di unicorno, attenta a quegli artigli forse sono avvelenati. Andiamo.” Il guardiacaccia la guidò con le braccia ingombre di legna fino alla sua capanna e la fece entrare dicendole di appoggiare gli oggetti che trasportava in una cesta nell’angolo della cucina. “Puoi restare a bere il the?” Le chiese poi.
“Ma certo!” Accettò Star allegramente sedendosi su una grande sedia attorno al tavolino rotondo, i suoi piedi sfioravano appena terra e dovette sedersi molto in avanti per raggiungere il tavolo restando dritta con la schiena. Hagrid nel frattempo aveva messo l’acqua a bollire sul fuoco che scoppiettava allegro nel caminetto all’angolo della stanzetta e la luce aranciata illuminava un poco anche un giaciglio che doveva essere il letto del guardiacaccia.
“Mi dispiace, piccola Potter, non ho niente per mangiare con il the, spesso non cucino, faccio disastri, sa.” Si scusò l’omone.
“Non è un problema. Posso insegnarti io. Possiamo fare dei biscotti. Ti va? E chiamami Star.”
Hagrid sorrise felice e in un batter d’occhio mise a disposizione della ragazza tutti gli ingredienti che possedeva anche se Star dovette correre comunque alle cucine per recuperare qualcosa di commestibile.
 
………….
 
Remus, Peter, Lily e le altre ragazze chiusero i libri e andarono verso la Sala Grande, la cosa eccezionale era che su tutti i tavoli erano distribuiti cestini da picnic e i ragazzi potevano prendere quanto cibo volevano per mangiare all’esterno oppure sedersi al tavolo e mangiare in santa pace. Il gruppetto scelse quest’ultima opzione e finalmente cominciarono a chiacchierare del più e del meno senza il peso opprimente dei libri di studio. Dopo alcuni minuti Sirius entrò nella sala per afferrare un cesto da picnic e riempirlo poi alzò lo sguardo e si accorse di Remus.
“Heilà, compare. Credevo fosse James quello fissato ma pare che per oggi vi siate scambiati i ruoli. E’ lui che fa ballare una ragazza bruttina mentre tu pensi alle rosse, solo che per lo meno James l’ha scelta viva.” Scherzò il ragazzo dagli occhi grigi.
“Simpatico come sempre, Sirius. Comunque non credo proprio che James sia con una ragazza brutta.” Replicò calmo Remus.
“Ma sentilo! A che si riferiva? Ancora a quella storia di Mirtilla? Dovrebbe essere tuo amico!” Sibilò Lily irritata. Remus le sorrise. “Infatti, non ti preoccupare, lo dice amichevolmente ma sarebbe il primo a sfondare di pungi il muso di chi mi prende in giro seriamente e con cattiveria. E poi io posso rispondere per le rime.” Il ragazzo tornò a rivolgersi a voce alta al suo amico. “Sir, dì a Jame che sono un punto più aventi a lui e mandagli un messaggio da parte mia: ‘scarafaggio’.”
Sirius rise. “La cattiveria ti scorre nelle vene, Lunastorta.”
Remus sorrise con il tipico ghigno malandrino. “Eh, già. Comunque tu e il tuo ragazzo ve la passate bene, Pulcioso?”
Sirius saltò in avanti sporgendosi oltre il tavolo verso il suo amico e ringhiando come un cane effetto che fece prendere un colpo a tutte le ragazze e Peter cominciò a piagnucolare ma poi il giovane dagli occhi grigi sorrise e si lasciò sfuggire una risata simile ad un latrato di fronte all’impassibilità del ragazzo dagli occhi ambra e replicò calmo. “La nostra compagni ti fa sempre peggio.”
“Mi state trasformando in un mostro.” Ribatté Remus sempre con un mezzo ghigno identico a quello di Sirius.
“Porterò il tuo messaggio a James, ma preparati a soccombere.” Rise quest’ultimo.
“Star si schiererà dalla mia parte, come sempre. E vincerà.” Gli ricordò il ragazzo.
“Giusto. Hei, dov’è Star?”
“Diceva che ci avrebbe raggiunto per il pranzo, ma così non è stato.” Gli rispose asciutta Alice.
“Uhm, sta bene?” Si chiese fra sé e sé Sirius.
“Direi di si, altrimenti avresti visto James scattare ovunque dando l’allarme a tutti e guidando un esercito improvvisato in quattro e quattr’otto verso l’ultimo luogo dove la sua preziosa sorellina è stata avvistata.” Lo rassicurò Remus.
“Giudizioso come sempre, o quasi. Domani punizione, a proposito.”
“Di nuovo?”
“Ultimo giorno. Ciao.” Sirius afferrò il suo cestino e si diresse verso l’uscita della sala.
“Allora sul serio sai tenere loro testa!” Si stupì Marlene.
“Si, sono miei amici, è ovvio. Scherziamo, ci prendiamo in giro, non c’è problema. Ma loro ci sono sempre quando ne ho bisogno e io cerco di fare lo stesso.”
Lily sorrise a Remus con l’orgoglio negli occhi.
“Quindi Sirius sta con una ragazza.” Fece Mary.
“Per oggi.” Sospirò Remus.
“Ciao.” Salutò timidamente Jane avvicinandosi a loro.
“Ciao!” Le rispose Lily. “Dove sono Ann e Sophia?”
“Con i loro ragazzi.”
“Sei sola, quindi. Vuoi unirti a noi?”
Jane accettò con piacere e sollievo la proposta della rossa e si sedette con loro al tavolo e tutti cercarono di farla sentire a suo agio.
 
………………
 
Sirius camminò sicuro con il cesto in mano verso l’albero dove James e la sua ragazza stavano già pranzando. “Ramoso.” Lo chiamò. “Remus pranza con l’allarme rosso. Ha un punto in più di te.”
“Cosa? Stai scherzando? Spero che abbia delle parole di scusa per me.” Replicò James fingendosi offeso o forse cercando di nascondere la sua offesa.
“Oh, si. Ne ha una: scarafaggio.” Sirius trattenne appena le risate notando il suo amico che tentava di rimandare giù il cibo che aveva mangiato fino a quel momento con un brivido visibile.
“Morirà.” Decretò James.
“Ha Star dalla sua.” Gli ricordò Sirius.
“Allora soffrirà. Questa notte.” Fece James sempre più convinto.
“In ogni caso tua sorella non è con lui.”
“Immaginavo. E’ perché ci siamo dimenticati di qualcosina. Giusto?”
Sirius si batté la mano sulla fronte. “Bolide del bolide!” Esclamò.
 
……………
 
“Grazie Star. Spero che torni presto a trovarmi.” Hagrid salutò la ragazza dalla porta della sua capanna quel pomeriggio e la osservò salire lungo il pendio verso il castello. La maggior parte delle coppie si preparava al tramonto e alcuni ragazzi girarono erroneamente la testa verso di lei al suo passaggio così si beccarono delle occhiatacce delle loro ragazze.
Quando Star giunse in Sala Comune Remus si staccò dal gruppo delle ragazze e lasciando Peter da solo la prese a braccetto accompagnandola così fino al dormitorio maschile.
“Sta per accadere qualcosa, vero?” Domandò lei quasi con retoricità.
“No. Affatto. Ce ne staremo solo qui seduti sui letti a guardarci negli occhi e … vuoi giocare a nomi, cose, città e animali?” Propose Remus.
“Certo, che ne dici se giochiamo finché non arriveranno James e Sirius?” Fece Star con aria vaga.
Il ragazzo rise. “Se vuoi, ma secondo me dovremmo aspettare un po’ troppo. Facciamo solo fino a dopo il tramonto, che dici?”
Lei alzò le spalle e si misero a giocare. Passata neanche un’ora Remus si alzò in piedi di scatto la prese per un braccio e la trascinò giù per le scale e poi lungo svariati corridoi fino alla statua della Strega Orba.
“Posso farti una domanda ora?” Chiese Star gentile notando l’aria irritata dell’amico.
“No, ho aspettato quei due per troppo tempo, andiamo. Avevano promesso che ci sarebbero stati, che avremmo fatto gli Gne-gna come ogni anno invece pare che questa volta siano troppo occupati con le loro ragazze. Non ci credo!” Sbottò lui agitatissimo aprendo il passaggio e infilandosi dentro.
“Rem, calmati, non c’è nulla di male in questo. Ti assicuro che va bene così, insomma, erano solo dei dolcetti.” Cercò di rassicurarlo la ragazza procedendo con lui nel tunnel.
Remus non rispose e per il resto del tempo camminarono in silenzio. Una volta giunti nella cantina di Mielandia per poco non venne un infarto ad entrambi.
“SORPRESA!” Gridarono James e Sirius all’improvviso, tanto che Remus che si stava arrampicando oltre la botola mollò la presa e cadde addosso a Star in un groviglio di stoffa e braccia.
“Hei, tutto bene?” Chiese Sirius.
“Remus se hai ucciso mia sorella io ti spezzo le ossa!” Esclamò James.
“Io sono viva… Remus non lo so.” Replicò Star aiutando l’amico a rialzarsi.
Con l’aiuto di James e Sirius uscirono dalla botola e Remus si avventò contro i suoi due amici. La ragazza estrasse la macchina fotografica incitando Remus e scattando foto all’impazzata.
“Basta! Basta!” Urlò James.
“Un’aiutino, Star?” Supplicò Sirius. Lei sorrise gentile mentre Remus li pizzicava e li graffiava o faceva loro il solletico. “Uhm, credo che ve lo siate meritate. E poi io sto cercando di collezionare degli scatti della furia di Lunastorta. Potrebbe non accadere mai più.” 
 “Star ti prego!” Implorò James.
La ragazza sospirò, toccò Remus su una spalla e lui si alzò senza dire altro, si spolverò gli abiti e girò i tacchi. Si avviarono tutti verso le cucine.
“Allora, le vostre ragazze?” Chiese Remus ancora un po’ arrabbiato.
“Le abbiamo lasciate a prepararsi per questa sera.” Rispose James.
“Perché, cosa ci sarà questa sera?” Domandò Star.
“Una specie di ballo di San Valentino. Una cosa noiosissima credo, ma riuscirò a subirla.” Sbuffò Sirius. “Ah, i signori Hitch vi salutano. Sono un po’ impegnati al negozio e non credo che ce la faranno a venire a salutarci.”
“Che peccato. Ok, mettiamoci al lavoro!” La ragazza afferrò tutto il necessario e cominciò a mescolare gli ingredienti di buona lena e i suoi amici si misero subito all’opera per aiutarla.
“Mi sembra solo ieri che venimmo qui per la prima volta.” Sospirò Remus malinconico.
“Infatti, era ieri. Giusto?” Scherzò Sirius alle prese con la panna.
“No, Sirius! Ma guarda che hai fatto!” Sbottò Star indicando la ciotola colma di spuma bianca.
“Cosa?!” Sirius si chinò sulla ciotola tra le sue mani per vedere meglio e rapida Star  gli schiacciò la testa nella panna.
“Tu!” Tuonò Sirius.
“Oh, Jame, aiuto! Il villano Sirius mi attacca!” Pigolò la ragazza fingendosi dolce e indifesa.
“Il villano Sirius ha le sue buone ragioni.” Decretò James.
“Ma tu mi vuoi bene o cosa?” Sbuffò lei indignata mentre Sirius se la rideva.
“O cosa.” Replicò James.
“O cosa. E’ un modo di dire, nel senso che…” Cominciò a spiegare Star.
“No, no. La risposta alla tua domanda è: o cosa.” La interruppe suo fratello e furono le sue ultime parole prima di ritrovarsi la faccia completamente sporca di impasto al cioccolato.
“Siete maligni! Non è così che si tratta una dolce fanciulla.” Fece la ragazza ricominciando a lavorare dopo aver battuto il cinque a Remus.
“Ringraziate il cielo che oggi ci sentiamo magnanimi, invece. Altrimenti tu e il tuo compare sareste già sotterrati nella farina.” Ribatté James digrignando i denti.
“Ah, si?” Chiese Remus sfoderando un sacchetto di zucchero.
E come ogni anno fu guerra con il cibo, normale sprecarlo in un momento del genere quando passa per la mente di nessuno la fame o la carestia.
Dopo qualche ora, qualche altro bisticcio e un po’ di altre foto scattate finalmente gli Gne-gna furono pronti e ben decorati. Ne lasciarono la maggiora parte ai signori Hitch, pulirono la cucina e si portarono via gli altri in grosse ceste.
“Accibolide!” Esclamò Sirius. “E’ tardissimo!”
“Oh, Merlino! E’ vero. Il ballo è già iniziato, siamo in ritardo!” Fece James.
“Sai che novità.” Lo derise Star.
“Non è divertente.” Replicò Sirius.
“Come vuoi, comunque secondo me siete giusto in tempo per l’entrata.” Li avvisò la ragazza.
“C’è un’idea in corso in quella testolina… e so che mi piacerà!” Sghignazzò James saltellando per l’emozione.
 
…………..
 
La Sala Grande era magicamente illuminata da mille candele, il soffitto era pieno di stelle anche se fuori dalle finestre il cielo era ancora coperto. I ragazzi ballavano a ritmo di qualche disperata canzone del mondo magico ma parevano divertirsi comunque, infondo non era male.
“Ah, amo la magia, sul serio, ma la musica fa veramente schifo.” Sussurrò Regulus alla ragazza con cui era uscito mentre ballavano vicini.
“Tu suoni, no? Potresti suonarmi qualcosa di meglio.” Replicò Taylor che era una bellissima e astuta Corvonero.
“Potrei, ma tu ami il rock Babbano e se i miei mi sentissero suonare qualcosa del genere mi diserederebbero.”
“Già, ma i tuoi genitori non sono qui.” Gli ricordò Taylor.
“Giusto…” Concordò Regulus prendendo coraggio.
In quel momento la musica si bloccò e salirono sul palco quattro figure incappucciate afferrando strumenti Babbani e cominciando ad accordarli, in meno di qualche secondo un di loro afferrò il microfono di scatto e…
“C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now
Touch me, babe”
Tutti insieme si scoprirono i volti; Star alla chitarra, James al basso e persino Remus un po’ tentennante alla batteria cominciarono a suonare mentre Sirius cantava con grande stile facendo impazzire un bel po’ di ragazze.
“Can't you see that I am not afraid?
What was that promise that you made?
Why won't you tell me what she said?
What was that promise that she made?”
 
“Ma non è tuo fratello quello?” Chiese Taylor a Regulus sorpresa e esaltata.
“Si.” Rispose cupo il ragazzo.
“E’ strafico!” Apprezzò Taylor ondeggiando a ritmo.
 
“Now, I'm gonna love you
Till the heavens stop the rain
I'm gonna love you
Till the stars fall from the sky
For you and I
 
C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now
Now touch me, baby
Can't you see that I am not afraid?
What was that promise that you made?
Why won't you tell me what she said?
What was that promise that she made?
 
I'm gonna love you
Till the heavens stop the rain
I'm gonna love you
Till the stars fall from the sky f
or you and I
I'm gonna love you
Till the heavens stop the rain
I'm gonna love you
Till the stars fall from the sky
For you and I”
 
Appena la canzone finì i quattro ragazzi si inchinarono tra gli applausi generali e poi James e Sirius si scambiarono di posto.
“Siamo i Malandrini! Al vostro servizio per divertirvi anche questa sera!” Gridò James poi si avvicinò di più al microfono. “Diamoci dentro!”
“Well, I saw my baby walkin'
With another man today
Well, I saw my baby walkin'
With another man today
When I asked her what's the matter
This is what I heard her say

See you later alligator
After 'while crocodile
See you later alligator
After 'while crocodile
Can't you see you're in my way now
Don't you know you cramp my style”

 
Gli occhi divertiti di James volarono sulla sala finché non la trovò: la lunga chioma rossa che si dimenava nell’aria a ritmo, si stupì della cosa ma ovviamente notò che era con Mocciosus. Solo con lui si lasciava andare sentendosi meno rigida, forse perché Mocciosus era rigido abbastanza per entrambi.
 
“When I thought of what she told me
Nearly made me lose my head
When I thought of what she told me
Nearly made me lose my head
But the next time that I saw her
Reminded her of what she said

See you later alligator
After 'while crocodile
See you later alligator
After 'while crocodile
Can't you see you're in my way now
Don't you know you cramp my style

She said, I'm sorry pretty baby
You know my love is just for you
She said, I'm sorry pretty baby
You know my love is just for you
Won't you say that you'll forgive me
And say your love for me is true

I said wait a minute 'gator
I know you meant it just for play
I said wait a minute 'gator
I know you meant it just for play
Don't you know you really hurt me
And this is what I have to say

See you later alligator
After 'while crocodile
See you later alligator
So long, that's all, goodbye”

 
Dopo di che tra gli applausi degli studenti e i sospiri esasperati della McGranitt, i due fratelli Potter si invertirono.
“Sei sicura di voler cantare?” LE chiese James coperto dal rumore delle ovazioni.
“Si, è Janis Joplin, è piuttosto bassa di voce non ucciderò nessuno.” Scherzò lei prima di cominnciare.

“Oh, come on, come on, come on, come on!
Didn't I make you feel like you were the only man -yeah!
Didn't I give you nearly everything that a woman possibly can?
Honey, you know I did!
 
And each time I tell myself that I,
Well I think I've had enough,
But I'm gonna show you, baby, that a woman can be tough.
I want you to come on, come on, come on, come on
And take it, Take it!
Take another little piece of my heart now, baby!
Oh, oh, break it!
Break another little bit of my heart now, darling, yeah, yeah, yeah.
Oh, oh, have a!
Have another little piece of my heart now, baby,
You know you got it if it makes you feel good,
Oh, yes indeed.
 
You're out on the streets looking good,
And baby deep down in your heart I guess you know that it ain't right,
Never, never, never, never, never, never hear me when I cry at night,
Babe, I cry all the time!
And each time I tell myself that I, well I can't stand the pain,
But when you hold me in your arms, I'll sing it once again.
I'll say come on, come on, come on, come on and take it!
 
Take it!
Take another little piece of my heart now, baby.
Oh, oh, break it!
Break another little bit of my heart now, darling, yeah,
Oh, oh, have a!
Have another little piece of my heart now, baby,
You know you got it, child, if it makes you feel good.”
 
I Malandrini era sul punto di scendere dal palco ma molti studenti non erano d’accordo e incitavano per un’altra canzone, fu soprattutto Peter a convincerli dato che il ragazzo pareva sul punto di avere un attacco isterico se non avessero suonato ancora così Sirius riprese il suo posto al microfono e sorrise con solo un angolo della bocca come solo lui sapeva fare senza sembrare un malato mentale e riuscendo pure ad apparire sexy e cominciò.
 
“Hello, I love you 
Let me jump in your game 
Hello, I love you 
Won’t you tell me your name? 
Hello, I love you 
Let me jump in your game 

She’s walking down the street 
Blind to every eye she meets 
Do you think you’ll be the guy 
To make the queen of the angels sigh? 

Hello, I love you 
Won’t you tell me your name?
Hello, I love you 
Let me jump in your game 
Hello, I love you 
Won’t you tell me your name? 
Hello, I love you 
Let me jump in your game 

She holds her head so high 
Like a statue in the sky 
Her arms are wicked, and her legs are long 
When she moves my brain screams out this song 

Sidewalk crouches at her feet 
Like a dog that begs for something sweet 
Do you hope to make her see, you fool? 
Do you hope to pluck this dusky jewel? 

Hello, Hello, Hello, Hello, Hello, Hello, Hello …
I want you 
Hello 
I need my baby 
Hello, Hello, Hello, Hello …

Hello, I love you
Won’t you tell me your name?”

 
Quando anche questa canzone finì i ragazzi poterono finalmente scendere dal palco e godersi il ballo con tutti gli altri. James e Sirius in particolare raggiunsero le loro ragazze mentre Star sospinse gentilmente Remus verso Jane lasciandoli poi soli.
Si sedette in un angolo della sala e restò lì cercando di non attirare troppo l’attenzione. Suo padre le si sedette accanto. “Ciao.” La salutò.
La ragazza sorrise. “Ciao. Cosa ci fai qui? Pensavo che tu e la mamma steste indagando ai piani alti.”
“Si, ma dato che questa sera siete tutti qui facciamo turni e ronde qui attorno.” Le rispose. “Star, tu e James sapete qualcosa in più di questa storia?”
“No, magari. Cerchiamo sui libri quasi ogni giorno ma non c’è nulla di utile.”
“Davvero?” Si stupì lui. “Però siete sempre voi a trovare le lettere.”
“Lo so. Credo sia perché conosciamo bene Hogwarts, e siamo in posti in cui nessuno dovrebbe stare.”
“Fate attenzione. Oh, guarda, un ragazzo che ti cerca!” Il signor Potter si alzò in fretta scomparendo tra la folla mentre Patrik le si avvicinava.
“Hei. Senti, so che state lavorando per ritrovare la gente scomparsa e mi è venuta in mente una cosa: so per certo che tutte le persone rapite odiavano i serpenti, Thomas compreso.” Annunciò lui.
“Wow, si… ne terrò conto grazie.” Sospirò la ragazza.
“Senti, mi sento in dovere di dirti di fare attenzione. Se ti accadesse qualcosa Thomas non me lo perdonerebbe mai.” Le confidò Patrik, poi senza aggiungere altro la lasciò sola.
 
 
………………….
 
I giorni trascorsero cupi anche se il cielo cominciava ad aprirsi in un timido azzurro e i raggi del sole diventavano sempre più tiepidi. Mai febbraio fu più pigro e tetro. Nessuno faceva nulla di eclatante. Si giocò persino una partita di Quidditch nel più completo ordine e Corvonero che vinse contro Serpeverde 190 a 60 festeggiò solo fino al coprifuoco. Pareva che le forze degli studenti si stessero prosciugando, quei pochi rimasti ascoltavano le lezioni in silenzio, si ritrovavano a fare i compiti diligentemente, sbadigliavano sempre e trascinavano i loro piedi sui pavimenti tanto che il signor Gazza cominciò a lasciare in giro degli stracci nella speranza che qualche giovane li pestasse portandoseli dietro per qualche metro e contribuendo così a tenere la scuola pulita.
I professori dal canto loro cercavano in tutti i modi di rendere le lezioni divertenti ma nulla pareva funzionare. Quel pomeriggio tra gli ultimi giorni di febbraio in particolare perfino la professoressa Hough era più morbida del solito.
“Ottimo lavoro, signor Potter. Ha schiantato il suo compare a perfezione.”
“Quello è mio fratello.” Sbottò James passandosi una mano tra i capelli e osservando un corpo svenuto su dei cuscini. “Quindi lo faccia rinvenire così potrà schiantarmi a sua volta, se gli riesce.”
Sirius si alzò di scatto a quelle parole e sfoderò la sua bacchetta. “Se mi riesce?! Stpeficium! Brutta caccola di Troll.” James volò in aria atterrando a sua volta su un’altra pila di cuscini dal lato opposto della classe.
“Si contenga con il linguaggio, la prego signor Black.” Lo ammonì la professoressa senza scomporsi minimamente e con un tono così spropositatamente serio da rivelare lo scherzo dietro ad esso.
“Oh, mio cielo! Cos’hai fatto villano! Mio fratello giace a terra come morto!” Star si gettò accanto al corpo di James con un impeto recitativo degno di una grande drammaturga.
“Ora cercherai vendetta?” Le chiese Sirius.
“Ma scherzi? Eccoti anzi un premio per avermelo tolto di mezzo!” Replicò la ragazza ridendo e alzandosi alla svelta per sfiorare con le labbra la guancia del suo amico prima di piegarsi in un elegante inchino.
L’intera classe rise, o meglio, quello che ne rimaneva. La campanella suonò e i Malandrini rimasero nell’aula in attesa del risveglio di James.
“Ahi! Brutto plebeo!” Gridò il ragazzo con gli occhiali riprendendo conoscenza.
“Meno male sei vivo!” Esclamò Remus sollevato. “Immagina se morivi con la situazione che stiamo affrontando ora avrebbero di certo chiuso la scuola.”
“Grazie per l’affetto che mi donate, eh!” Sbuffò James sarcastico tirandosi in piedi con l’aiuto di Sirius.
“Sempre qui per te, fratellino.” Scherzò Star.
I ragazzi si avviarono lungo il corridoio in direzione della cena.
“Sentite…” Cominciò James con aria grave. “Questa notte voglio uscire dal dormitorio.”
“E’ fuori discussione.” Si impuntò Remus.
“Sul serio ragazzi, vi chiedo solo questo favore, ne ho bisogno! Non ce la faccio più a non girovagare! Fa parte di me, mi manca la Hogwarts notturna.” Insistette James.
“Senti, che credi? Che a noi faccia piacere rimanere rinchiusi?” Cominciò Star mentre Remus di sottofondo continuava a borbottare elencando tutti i motivi per cui le cosa era assolutamente sconsigliata. “Ma ci dobbiamo adeguare, almeno finché non ne sapremo di più. Se tu sparissi…”
“Voi mi trovereste. Tu mi troveresti. E così ritroveresti tutti gli altri.” Suppose il ragazzo sempre più convinto.
“No.” Decise Remus sperando di chiudere l’argomento.
“Non te lo permetto.” Decretò Star.
“Per me va bene.” Se ne uscì Sirius a sorpresa. “Ti capisco. Se dovessi starmene chiuso senza nessun obbiettivo anche io impazzirei. Quindi sono con te. Ti aiuto io ad uscire.”
James sorrise. “Grazie, fratello.”
“E quale sarebbe il tuo obbiettivo?” Sbottò Remus.
“Ma niente! Me lo sono messo in testa solo per non diventare scemo come questo Cornuto qui di fianco.” Sirius allontanò l’argomento con un gesto della mano.
“Chi sarebbe il Cornuto, Fido?” Sbraitò James.
Star sospirò mentre i due cominciavano a bisticciare e guardò Remus. “Diamogli una mano, dobbiamo cercare di stare almeno dalla stessa parte, se proprio non possiamo essere nel giusto.”
Remus annuì.
 
…………………
 
Quella stessa sera Star tornò in Sala Comune dopo aver inviato una lettera alla cugina di Sirius praticamente al limite del coprifuoco e James sotto il Mantello dell’Invisibilità uscì svelto dal buco del ritratto. Star sorrise e si avvicinò a Sirius e Remus badando bene al trattenersi dal ridere.
“Cosa ti ha detto?” Le chiese Sirius curioso.
“Che dovrei fare attenzione a non inciampare in qualche bel ragazzo. Idiota.” Commentò la ragazza lasciandosi finalmente andare ad una rumorosa risata.
“Sapete che ora ci sarà l’appello, vero?” Ricordò loro Remus con apprensione.
“Certo. Ciao Peter.” Star salutò il nuovo arrivato.
“Vi state per cacciare nei guai, non credete che sia un po’ troppo pericoloso di questi tempi?” Si preoccupò quest’ultimo mentre i suoi occhietti acquosi scattavano a destra e a sinistra come sempre quando era nervoso.
“Cerchi una via di fuga? Siamo noi quelli che finiamo nei guai non tu. Anche se potresti aiutarci…” Commentò iris osservandolo.
“E come?” Chiese il ragazzotto impensierito ma eccitato.
“Coprendomi e tenendo la bocca chiusa.” Rispose Sirius.
In quel momento scattarono i cinque minuti dopo il coprifuoco. “L’ora dell’appello.” Sospirò Remus.
La professoressa McGranitt entrò nella sala e sfoderò senza tanti preamboli la lista di nomi cominciando a chiamarli tutti uno per uno attendendo risposta e scrutando bene ogni volto.
“Sirius Black.”
“Presente.” Rispose Sirius con un mezzo ghigno che fece stringere le labbra alla professoressa che però continuò indisturbata e Peter si piazzò davanti al ragazzo insieme a Remus nascondendolo dalla vista tra la folla di studenti in piedi.
Star afferrò Sirius per un braccio spingendolo appena un po’ su per le scale del dormitorio maschile e schiacciandolo contro un muro nell’ombra.
“Vacci piano, sei un po’ troppo agitata.” Scherzò Sirius.
“Ridi tanto tu! Non sono sicura di riuscirci, e se l’incantesimo finisse proprio quando stai dicendo ‘presente’ e la Mc ci ammazza?” Sbottò lei cercando di respirare a fondo.
“Hei, meraviglia! Non mi dirai che hai paura?” La prese in giro lui ma con tono dolce.
“Fanculo Black.” Sbuffò infine poggiandogli le mani sul volto e cercando di non sprigionare troppa luce.
“Ah, è caldo!” Si stupì il ragazzo.
“Le mie scuse, Sir Villano.” Mugugnò Star allontanandosi un po’ per ammirare il suo lavoro.
“No, era… piacevole… allora, com’è?” Sirius estrasse dalla tasca uno specchietto quadrato. “Muoviti, James.” Per un attimo gli parve che nessuno fosse comparso all’interno della cornice ma dovette ricredersi quando notò che lo sfondo era differente. “Sei identico a me.” Commentò il vero James. Star non perse tempo e spinse Sirius di nuovo alla luce della sala giusto in tempo.
“James Potter.” Nominò la professoressa.
“Presente.” Disse James dallo specchietto dietro la schiena di Sirius che sorrise innocentemente quando la McGranitt posò il suo sguardo indagatore su di lui. Dopo qualche attimo di tensione passò avanti.
“Star White.” Completò.
“Potter.” Replicò la ragazza.
“Perfetto, tutti presenti.” Fu l’unico commento della professoressa che arrotolò nuovamente la pergamena ed uscì. Con un sospiro di sollievo Star ricondusse iris su per le scale prima che qualcuno potesse vederli e con uno schiocco di dita lo riportò alla normalità.
“Ucciderò mio fratello un giorno o l’altro.” Decretò poi.
“Dovrei ucciderlo io. Sono io quello che per due minuti ha dovuto indossare la sua faccia.” Le rammentò il ragazzo.
“Idioti. Tutti e due.” Concluse lei tornando in Sala Comune.
 
…………………
 
James si bloccò davanti ad un arazzo piuttosto bizzarro di troll in tutù istruiti da un tipo che doveva per forza aver avuto qualche rotella fuori posto vista la sua situazione. Tutta la scuola era ben sorvegliata, soprattutto i piani dove vi erano gli ingressi per i dormitorio o quelli con gli uffici dei professori e pure la biblioteca, ma lì non c’era anima viva. Il ragazzo si lasciò scivolare a terra con la schiena appoggiata al muro e iniziò a pensare assicurandosi pigramente di essere perfettamente nascosto dal Mantello. Ogni volta in cui tutto pareva calmo venivano attaccati da quell’assurda persona. Che cosa ne era dei suoi compagni? Aveva visto una delegazione del Ministero salire nell’Ufficio di Silente ma non si era dato la pena di controllare, sapeva che avrebbero discusso delle sparizioni. Serviva proprio un bello scherzo, qualcosa che mettesse tutti di buon umore. Ma cosa? E dove idearlo dal momento che di giorno erano tenuti sotto stretto controllo in ogni aula conosciuta in cui potessero rifugiarsi? Si alzò in piedi di scatto e cominciò a camminare avanti indietro ripetendosi questi mille pensieri.
“Dove potremmo stare tranquilli, e come faremo a spostarci industurbati?” Sbottò piano e la sua voce rimbombò fiocamente nel corridoio. La terza volta che passando davanti all’arazzo buffo James si ripeté quella domanda in testa una piccola porticina di legno comparve nel muro di fronte. “Ma che diamine?” Sussurrò strabiliato il ragazzo.
 
…………..
 
“Sirius svegliati!”
Sirius si alzò a sedere di scatto mettendo piano a fuoco la figura di James nell’oscurità della notte. “Già tornato? Potevi almeno lasciarmi dormire, sai quanto sono invidioso del fatto che tu sia potuto uscire.”
“E non solo questo.” Gli rivelò lui. “Sveglia Remus, io vado a prendere mia sorella.” James eccitato scese rapido giù per le scale e poi risalì per quelle che portavano ai dormitori femminili e sgusciò in quello del terzo anno.
“Star.” Sussurrò nel buio riconoscendo subito il respiro di sua sorella e la sua posizione scomposta nel letto accanto alla finestra.
La ragazza si alzò, gli occhi cobalto semi aperti e i riflessi oro dei suoi capelli che rilucevano nella scarsa luce proveniente dalla finestra. “Che ci fai qui? E’ successo qualcosa?”
“Si! Vedrai!”
“James Potter?!” Sophia fissava il ragazzo con un misto di stupore e eccitazione.
“In persona.” Replicò quello passandosi la mano tra i capelli.
“E ora se ne va. Andiamo.” Borbottò Star afferrando suo fratello per una manica e trascinandolo di nuovo nel suo dormitorio.
“Cosa bolide devi mostrarci! E come hai fatto a rientrare? Dicevi che avresti dovuto attendere che la McGranitt rientrasse per l’appello mattutino.” Lo interrogò con violenza Sirius in piedi accanto ad un assonnato Remus.
“Credevo anch’io, ma guardate!” Il ragazzo occhialuto puntò il dito contro la parete.
“Non vedo niente. E tu devi aver perso la testa.” Sbuffò Remus soffocando uno sbadiglio.
“No, guarda meglio.” James si avvicinò alla parete infilando due dita in una fessura e tirando verso di sé, la parete si aprì come una porta tra i sospiri di stupore dei tre ragazzi. “C’è una stanza…” incominciò a spiegare il ragazzo. “…che porta ovunque una persona voglia. E poi una volta tornato indietro la porta scompare con il passaggio. Ci si entra dal settimo piano, davanti ad un arazzo orrendo. Ci sono passato tre volte avanti e indietro pensando ad un luogo che potesse portarmi agilmente in altri luoghi. Andiamo.”
I Malandrini oltrepassarono la porta e giunsero quasi immediatamente in una grande stanza con dei divanetti spaziosi e poltrone dall’aria molto comoda, scaffali di libri e  qualche amaca.
“Sembra il Covo.” Osservò Remus.
“Ed è perfetto. Sai se può condurre anche all’esterno?” Chiese Star.
“Credo di si. Prova a chiedere.” La invitò suo fratello.
La ragazza si schiarì la gola. “Mi piacerebbe molto che ci fosse un modo di passare all’esterno di Hogwarts.”
Subito un’altra porta comparve e Star si avventurò da sola facendo subito ritorno. “Questa cosa ci sarà molto utile la prossima settimana quando ci sarà la luna piena. Non credete?”
“Già, e anche prima o dopo… per qualche scherzetto.” James rise allegro. “Riportiamo un po’ di animo qui ad Hogwarts.”
 
…………
 
La prima domenica di marzo quando l’aria cominciò a diventare tiepida e il cielo prese ad essere di un azzurro limpido per l’intera Hogwarts si spanse un urlo da far accapponare la pelle.
Una decina di Auror, alcuni insegnati e molti studenti corsero da tutti i luoghi per raggiungere la fonte di quella disperazione trovandosi davanti una ragazza rossa in volto e un ragazzo massiccio che correva dietro a altri due giovani sventolando il pugno.
“Ora vi insegno io a toccare i fondoschiena altrui! Irrispettosi! Brutti cafoni!”Urlava a squarciagola il grosso ragazzo che essendo un Tassorosso avrebbe dovuto essere piuttosto incline al parlare e al perdonare. James e Sirius ridendo e senza smettere di correre si voltarono per un secondo a guardarlo.
“Che ci vuoi fare amico, la ragazza aveva certe curve!” Scherzò Sirius.
“E insomma, con quei pantaloncini ci ha provocato!” Rincarò James.
“Io vi ammazzo!” Gridò il Tassorosso giunto quasi ad acciuffare i due malfattori quando un muro si erse all’improvviso davanti a lui facendogli prendere una bella botta.
“La gente dovrebbe guardare dove va, non credi Felpato?” Constatò James fermo dall’altra parte del muro.
“Direi di si.” Concordò Sirius il suo mezzo sorriso sarcastico ben in vista sul volto affascinante.
“Delinquenti! Questa volta vi tolgo così tanti punti da far impallidire le armature! Siete una vergogna!” La professoressa McGranitt correva loro incontro a dir poco infuriata con al seguito i signori Potter e altri due Auror.
“Filiamo!” James prese a correre lungo un altro corridoio seguito da Sirius che quando i loro inseguitori si fecero troppo vicini lanciò a terra una bottiglietta piena di liquido azzurrino, il vetro si ruppe spendendo tutto a terra e quando la professoressa e gli Auror vi passarono sopra sprofondarono come se il pavimento fosse stato acqua atterrando di fortuna su qualche morbido studente al piano di sotto.
James e iris intanto si fermarono davanti ad un muro in una stanza vuota e infilando due dita in una fessura aprirono un passaggio che attraversarono in fretta finendo nel loro Covo, al sicuro.
“E’ stato molto bello.” Sputò fuori Sirius tra una risata e un grosso respiro.
“Si.” Concordò James. “Ma mia madre lo sa, questo vuol dire che io non uscirò mai più di qui. Mai più.”
“Dici bene. Ma io mi preoccuperei di più di…” Cominciò Sirius subito interrotto dal violento aprirsi della porta principale.
“James idiota Potter e Sirius Orion Villano Black! Cosa le mie povere orecchie hanno dovuto udire!” Tuonò Star richiudendo subito la stanza.
“Oh Merlino, è giunta la fine.” Mugugnò James.
“Noi…” Cercò di scusarsi Sirius ma non ne ebbe il tempo.
“Avete toccato il culo di una ragazza, vi siete fatti rincorrere, pure dagli Auror, e siete scappati usando il Muro Tascabile e il Pavimento Liquido, finendo qui nel Covo! Il tutto senza di me!” Sbraitò quella.
“Avresti voluto toccare il deretano, impara a moderare i termini, di una ragazza?” Chiese Sirius con irriverenza.
“No, ovvio che no! Quello lo avrei lasciato a voi anche se poverina magari potevate farle prima un po’ il filo, sapete, magari conquistarla e poi sarebbe stata vostra ma… insomma! Volevo fare anche io una fuga del genere! E’ stata epica! E voi siete cattivi, tenete il divertimento tutto per voi.” Replicò lei imbronciandosi.
“Oh, mia dolce sorellina… sei dalla mia parte! Ora impedisci a nostra madre di uccidermi! Vai!” James afferrò la ragazza spingendola verso la porta.
“Uhm, vediamo… prima promettete di non toccare più il deretano di una ragazza senza prima esservi assicurati che la cosa possa essere di suo gradimento?” Chiese lei.
“Promesso.” Risposero in coro i due ragazzi.
“Molto bene, parlerò con la mamma. Ma la Mc vi ha messo in punizione, fino alla fine di maggio, e vi ha tolto centocinquanta punti.” Riferì Star divertita.
“Centocinquanta!” Esclamarono i due assieme.
“Ma non è un po’ esagerato?” Fece Sirius.
“Centocinquanta a testa. E aspettate di sentire le ire di Remus.” Precisò la ragazza uscendo poi dal Covo con una risata tra l’incredulo e il divertito.
 
…………..
 
Il giovedì sette ci fu luna piena. Quella notte fu facile da affrontare per Remus che non osò obbiettare sulla presenza dei suoi amici, anzi… In più, con l’aiuto della Stanza speciale, o Covo di Hogwarts come lo chiamava Sirius, uscire era stato un gioco da ragazzi.
Così Piumadoro giocò ancora con Lunastorta per tutta la notte mentre James e Sirius, rassicurati dalla ragazza, rimasero nella Stanza con le Scintille ad esercitarsi nella Trasfigurazione.
 
…………
 
“Peter, dove sono James e Sirius?” Domandò Jordan entrando in piena notte nel dormitorio con il resto della squadra.
“Non lo so.” Replicò quello sbadigliando.
“Senti, dovevamo fare una riunione notturna ma loro non si trovano, se si cacciano di nuovo nei guai verranno espulsi e la mia squadra perfetta andrà in fumo quando manca così poco per vincere!” Si allarmò Jordan con uno sguardo inceneritore. Peter scattò in piedi. “Sono passati per di qua, credo. Ci deve essere una porta, qui da qualche parte, porta ad una stanza, così dicevano.” Riferì quello obbediente cercando la fessura. Dopo qualche minuti finalmente si aprì un passaggio.
“Tu credi che dovremmo seguirli?” Sussurrò Greg dubbioso.
“Credo che dobbiamo impedire loro di finire espulsi.” Decretò Jordan superando l’apertura seguito dalla squadra e anche da Peter; curioso di vedere cosa facessero i suoi compagni di stanza.
 
………………..
 
All’alba James e Sirius chiamarono Star e tornati nel parco di Hogwarts usarono il passaggio segreto offerto dalla Stanza Speciale per ritornare all’interno del castello ma una volta giunti lì nel pavimento di legno scintillavano in bella vista cinque lettere di metallo e subito accanto una bambolina di paglietta dall’aria inquietante.
“Corte.” Mormorò Star con una smorfia di dolore ma restando immobile davanti alle lettere. “E’ la Corte. Ci sta dicendo dove si trova, vuole essere trovato, i nostri compagni potrebbero essere ancora vivi.”
“Andiamo a chiamare qualche Auror.” Sospirò James.
“Quanti ne saranno scomparsi questa volta? E chi? Chi conosceva questo posto.” Rifletté Sirius.
I tre ragazzi si guardarono con aria grave e una luce determinata negli occhi.. “Peter.” Sussurrarono all’unisono.
 
 
*****
 
Alleluia!
*Cori angelici in sottofondo*
Ho concluso anche questo capitolo!
Gente vi chiedo immensamente scusa per la mia immensa lentezza… ma posso farcela!

Un ringraziamento speciale a:
Malandrina Acquisita che odia Star ma ama James e Lily :D
SiriusBlack394 che mi segue ovunque vada tra Efp e Wattpad
Delia_821 con le sue dolci recensioni

e Salentinamente che non ha ancora letto Harry Potter ma lo leggerà per me <3

 
  
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