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Autore: olor a libros    10/09/2015    1 recensioni
"Hai mai desiderato baciare una ragazza?"
Per un po' non dissi niente. Ci stavo pensando. Non la sapevo nemmeno io, la risposta.
Lei continuò: "Rispondi sinceramente, ti prego."
Mentre lo diceva io le guardavo le labbra. E ad un tratto sapevo la risposta.
"Sì. Ora."
Sorrise, e mi baciò.
E io la baciai.
E provai la sensazione più bella di sempre, che andava al di là di tutto quanto avessi mai provato fino a quel momento. Fui pervasa da una felicità immediata ed inspiegabile, un calore che riempiva ogni singola parte di me, ed era tutto molto strano ma al tempo stesso dannatamente giusto.
Sentivo le sue labbra morbide, ed erano così diverse da quelle a cui ero abituata, erano... giuste.
Era giusto prendere quel viso fra le mie mani, era giusto lasciare che le sue mi scendessero lungo la schiena, era giusto stringermi a quel corpo senza più nessuna paura, nessuna remora, e tenere gli occhi chiusi mentre davo il mio primo vero bacio.
Aveva tutto un sapore nuovo, ma al tempo stesso già vissuto, come se il mio corpo avesse immediatamente riconosciuto quel che da tanto tempo aspettava.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"E' notte, dannazione, possiamo parlarne domattina?"
"Sempre rimandare, sempre rimandare, è questa la nostra rovina, non si parla mai in questa casa!"
I miei genitori litigavano da almeno un quarto d'ora, giù nel salotto. Io ero chiusa nella mia stanza, ma li sentivo come se fossi stata lì anch'io.
"Almeno smettila di urlare, cosa diranno i vicini?" Questo era mio padre.
"I vicini, già, i vicini... cosa diranno? Cosa diranno se scoprono perché nostra figlia è scappata di casa, questa notte? Cosa diranno se scoprono..." Sentii i singhiozzi di mia madre e i passi di mio padre che pian piano le si avvicinavano.
"Ora smettila. Non devi farne un dramma."
"Non devo farne un dramma?!", urlò mia mamma. "Ma ti rendi conto di quello di cui stiamo parlando? Stiamo parlando di nostra figlia! Vuoi lasciare che si rovini? Vuoi lasciare che i vicini, i compagni, tutto il mondo parli?" Abbassò la voce, le sue seguenti parole mi raggiunsero appena. "Non so te, ma io ho intenzione di impedirlo. Non lascerò che una stupida ragazzetta bionda rovini la vita di mia figlia." Abbassò ancora di più la voce, io corsi ad aprire la mia porta per riuscire a sentire. "Chissà quali strane idee le ha messo in testa... Ah, se sapessi! Se avessi letto quello che si scrivevano, saresti preoccupato quanto me. Mi fa... rabbrividire. Maya crede di essere innamorata, capisci? Ne è davvero convinta! Oh, povera figlia mia..."
Aveva preso il mio cellulare. Aveva letto i miei messaggi, aveva letto tutto...
No. Questo no. Questo non potevo sopportarlo. Questo che mi trovavo davanti ora era proprio quello che temevo fin dall'inizio, e stava succedendo, e mi stava uccidendo, e mi toglieva il fiato, e immaginavo mia madre che leggeva le nostre parole, quelle solo nostre, mie e di Anna, solo mie e di Anna... e cercavo l'aria, e ansimavo... e vedevo il mio amore, il nostro amore lì in bella mostra, il mio cuore in mezzo ad una piazza come un condannato a morte, e tutto intorno la gente guardava e rideva, guardava e rideva, e inziava a tirare pietre, e il cuore sanguinava, ma loro non si fermavano, e me lo sentivo proprio, me lo sentivo dentro il petto il cuore che sanguinava, e non potevo sopportarlo, e scuotevo la testa e le lacrime schizzavano via, e volevo urlare, volevo urlare di smetterla, urlare che non ne avevano il diritto, che non sapevano, non sapevano niente...
Stavo per uscire dalla mia stanza e correre di sotto, ma un brusco movimento alla mia destra mi fece fermare. Mio fratello uscì dalla stanza e si diresse come una furia giù per le scale. Io restavo lì, immobile, sulla porta della mia stanza.
Poi sentii la voce di Simone sovrastare le altre due.
   "Ora basta!", urlò. "Smettetela! Non vi rendete conto di quanto siete ridicoli!"  
I miei genitori erano ammutoliti. Non si udiva più altro al di fuori della voce di Simone.
"Parlate di cose che non conoscete, pretendete di sapere voi quel che è giusto e quel che è sbagliato... Credete che sia impossibile che Maya sia davvero innamorata? Perché? Perché si tratta di una ragazza? Be', svegliatevi, vi dico. Ci sono ragazze che amano altre ragazze. E mi dispiace darvi una notizia che probabilmente non volevate sentire, ma vostra figlia è fra queste. E non c'è niente che possiate fare per cambiarlo. Niente. Non potete cambiare quello che lei è. Potete impedirle di vedere Anna. Potete rinchiuderla in casa, potete legarla, anche, se volete. Potete fare quel che vi pare. Ma niente, niente potrà cambiare quello che sente. Non può innamorarsi di un ragazzo solo perché lo volete voi. Potrebbe tornare insieme ad Andrea, sì, certo, tu mamma ne saresti contenta. Ma sarebbe solo una finzione.
  "Lei ama lei. Dovete ficcarvelo in testa. Lei non ama lui... Lei ama Anna. E non potete usare la scusa del 'lo facciamo per il suo bene', perché questo non è il suo bene. Non ci avete mai pensato? Che forse il suo bene è diverso dal vostro? Che forse non potete sapere quello di cui realmente lei ha bisogno per essere felice? Be' ve lo  dico io cos'è che la rende felice: lei la rende felice. Lei è quello di cui ha bisogno.
"E non importa se non lo capite, non importa se disapprovate o ne siete addirittura disgustati: se voi realmente amate vostra figlia, allora dovrete accettare il fatto che lei ama lei."
"Lei ama lei", ripetè ancora un'ultima volta. Poi tacque.
Mio fratello non aveva mai parlato tanto.
   
 
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