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Autore: Marty_199    10/09/2015    3 recensioni
L’amore..dicono sia il sentimento più bello e più sincero che una persona può provare. Ma due ragazzi rimasti soli, senza mai aver avuto una vera dimostrazione d'amore dalle famiglie possono crederci? Riescono a provarlo senza averne paura?.
Eulalia è una ragazza di diciotto anni cresciuta in orfanotrofio, nella vita ha dovuto superare difficoltà che l’hanno portata a chiudere i suoi sentimenti e ad avere paura di provare amore verso qualcuno, perché la sua vita gira intorno alla convinzione che prima o poi tutti se ne vanno.
Duncan è un ragazzo di vent’anni, molto attraente e all'apparenza superficiale. Nessuno sa del suo passato tormentato che torna ogni giorno nel suo presente. La sua vita naviga nella rabbia, mentre vive nella proiezione di una felicità che non sente davvero sua, cercata tra le cose più banali: nelle donne, nella rissa e molte volte nell'alcool.
Ma può davvero l'amore non comparire mai nella vita di una persona? Tra vari incontri e amicizie i due ragazzi all'apparenza diversi si ritroveranno a provare l'uno per l'altra il sentimento tanto temuto, potrebbe essere l'inizio di qualcosa per entrambi..che li porterà su vie del tutto inaspettate.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                  PICCOLI PASSI AVANTI


Eulalia si alzò con calma dal letto, non sapeva che ore fossero e il sonno le faceva chiudere più volte le palpebre, era come se il corpo le chiedesse di dormire ancora, ma ormai era sveglia.

Si stropicciò gli occhi più volte, aprendoli e aspettando di vedere nitidamente, riconobbe subito la stanza di Kevin, si alzò dal letto, nonostante non facesse caldo, si sentiva comunque sudata, non aveva dormito con il pigiama e i pantaloni le si erano attaccati alle gambe, cosa che le dava molto fastidio.
Eulalia si affacciò alla porta comunicante con la stanza di Duncan, convinta di trovarlo ancora a letto, invece non vide altro che un letto vuoto con le lenzuola sfatte, le persiane delle finestre erano aperte, e la luce del mattino illuminava la stanza, sentendo un rumore proveniente dalla cucina andò nel salone e vide Duncan, indossava dei semplici jeans con sopra una felpa nera, il piercing all’orecchio scintillò sotto la luce del soffitto.
<< Buongiorno>> Duncan si girò verso di lei sorridendo appena.
<< Giorno, mi chiedevo quanto ancora avresti dormito.>>
<< Ma è presto, non mi sono mica alzata tardi>> Eulalia si spostò per vedere meglio le lancette dell'orologio appeso al muro.
<< Sono le dieci? Okay sì, è strano ma mi sono alzata tardi.>>
<< Se vuoi fare colazione, ho preso i cornetti e il caffè è già fatto.>>

Eulalia sorrise e annuì, dirigendosi nella cucina con lo stomaco che brontolava, poggiata sulla mensola vicino i fornelli vide una bustina e aprendola trovò ben due cornetti, uno alla crema e uno alla cioccolata, ed essendo una folle amatrice della cioccolata scelse quello. Tornò in salone da Duncan, che ora era seduto sul divano e si allacciava le scarpe.
<< Vai da qualche parte?>>
<< Da mia madre>> Duncan tenne lo sguardo fisso sullo scarpone che si stava allacciando, Eulalia non riuscì a vedere la sua espressione, ma il suo tono di voce era tanto serio e piatto che non disse nulla, Duncan doveva essersi accorto del suo silenzio perché alzò lo sguardo su di lei.
<< Tu hai impegni per adesso?>>
<< Non lo so, non penso>> Duncan annuì appena, aprì la bocca per dire qualcosa, ma sembrò ripensarci e tornò a sistemarsi le scarpe.
Eulalia andò in quella che per ora era la sua camera e si chiuse in bagno preparandosi, ci mise una buona mezz'ora e appena uscì tornando nel salone trovò Duncan ancora lì.
<< Come mai ancora qui?>>
<< Avevo dimenticato una cosa per mia madre>> sembrava che non riuscisse a parlare di qualcosa che riguardasse la madre senza essere serio.
<< Ah.>>
<< Ti va di venire?>> Duncan alzò lo sguardo su di lei serio, ed Eulalia rimase molto sorpresa da quella proposta.
<< Intendi da tua madre?>>
<< Certo.>>
<< Non lo so, penso sia meglio che vai da solo, cioè è una cosa privata e io sono un’estranea.>>
<< Dobbiamo conoscerci meglio non credi? E in ogni caso, per me non sei un’estranea.>> Lo sguardo di Duncan era serio, come il tono della sua voce, ma Eulalia percepì una nota di dolcezza nelle sue parole, sentì una stretta allo stomaco, non fastidiosa, anzi quasi piacevole, se voleva che andasse con lui lei sarebbe andata, anche se fosse servita solo da sostegno.
<< Va bene.>>

Duncan prese le sigarette e aprì la porta, Eulalia si infilò il giacchetto e uscì, il tragitto fu silenzioso, Duncan fumava mentre Eulalia guardava la strada.
<< Non fare la rigida>> Eulalia si girò a guardarlo e sorrise appena.
<< Il fatto è che, non so sono felice.>>
Duncan sorrise appena, poggiandole un braccio sulle spalle portandosela più vicino, abbassandosi per poterle stare guancia a guancia.
<< Allora potremmo parlare del fatto che tornati a casa potremmo...>> ghignò con gli occhi languidi, Eulalia rise appena guardandolo e mettendogli una mano in faccia per allontanarlo e far sparire quel ghigno.
<< Non ne approfittare.>>
<< Ma sei incredibile!>> Duncan si rimise dritto, rimettendo le mani in tasca, sembrava essere leggermente offeso.
<< Mi fai sentire come un depravato che tenta di carpire la tua virtù!>>
<< Avanti resistere ti fa bene.>>

Duncan sbuffò offeso.
<< No, io non credo.>>
<< Secondo me sì, e se non lo fai, vado in giro a dire che sei un depravato>> Eulalia lo guardò minacciosa, poi ridacchiò.
<< E’?! Ma quanto sei cattiva?>> Duncan continuò a guardare avanti fumando, quando si ritrovarono davanti l’ospedale buttò la sigaretta entrando. Eulalia lo seguì all'interno e nell'atrio li raggiunse una donna mora e bassa, con indosso il camice da infermiera.
<< Ciao Duncan, buon natale.>>
<< Altrettanto Liz>> la donna spostò lo sguardo su Eulalia, sorridendo.
<< Lei è la tua ragazza?>> Eulalia guardò istintivamente Duncan.
“Bella domanda”pensò mentre lo guardava anche lei in attesa della risposta.
<< B’è diciamo che, si può dire di sì>> Duncan sorrise appena, anche se Eulalia aveva sentito che nelle ultime cinque parole aveva tentennato, come se fossero state dette per far quadrare meglio la situazione tra loro alla donna che avevano davanti. Forse era troppo complicata da spiegare e allora l’aveva resa più semplice, eppure, quelle cinque parole le erano piaciute.
Duncan era dentro la stanza della madre da una mezz’oretta, Eulalia era entrata solo un momento per vedere la donna, era molto bella, i capelli lunghi e neri anche se rovinati e non più voluminosi e luminosi come un tempo dovevano essere stati, la rendevano comunque bella, la carnagione chiara, fin troppo pallida, ad Eulalia venne in mente da quanto quella donna non prendeva un po’ di sole al mare e quanto le avrebbe fatto bene, pensieri stupidi visti in una situazione del genere, ma le vennero istintivi.
Il viso nonostante le rughe e la pelle un po’ secca, era affilato e aggraziato, negli anni passati doveva essere stata una donna bellissima e Duncan aveva preso molto dei suoi lineamenti e della sua bellezza.
Eulalia si era data giusto il tempo di vederla, quando aveva visto Duncan sedersi di fianco a lei e cominciare a sussurrarle delle cose, era uscita dalla stanza, sentiva che quel momento doveva essere solo loro.
<< Buon Natale mamma.>>
Eulalia sentì queste parole provenire dalla stanza, poi ne uscì Duncan, che le fece cenno di andare, sembrava stanco, fece un respiro profondo mentre guardava la strada.
<< Tutto bene?>>
<< Sì.>>
<< Ei>> Eulalia gli si mise davanti per poterlo guardare, sembrava avere il viso spento, un'espressione persa, come se in quella mezz’ora tutta la gioia che provasse fosse stata buttata via.
<< Vengo qui, perché ancora penso che possa ricambiare la stretta della mia mano.>> Eulalia non poteva capirlo, vedeva il dolore che provava ma non lo capiva, lei non lo aveva mai provato, sentiva solo rancore e rabbia nei confronti dei suoi genitori.
<< Non fare così, mi fa venire da piangere vederti così>> Eulalia vide Duncan metterle una mano sugli occhi delicatamente.
<< No, non piangere.>>

Le dava fastidio quella mano sugli occhi, lei voleva vederlo, la prese piano e la tolse abbassandola.
<< Non piango promesso.>>
Duncan le si avvicino e lei se lo ritrovò davanti, le sfiorò le labbra con le proprie, Eulalia lo guardò dritto negli occhi, sperando che la baciasse, ma proprio quando lei lo sperava lui non lo fece, allontanandosi da lei, con un piccolo sorrisetto.
<< Andiamo.>>
<< Io ora devo tornare>> disse Eulalia a malincuore, non voleva andarsene.
<< Dove?>>
<< A casa.>>

Duncan si girò di spalle, guardando avanti a se.
<< Potresti restare fino a capodanno, tanto Kevin ora non c’è>> fu tutto sussurrato, ma Eulalia lo sentì e sorrise, passare altro tempo con lui? Era proprio quello che voleva.
<< Va bene ma devo comunque tornare un attimo a casa.>>
<< Perché non ci vai ora?>>
<< Va bene.>>
<< ....E posso venire?>>
Eulalia lo guardò, sperava che quella domanda non arrivasse mai, ma doveva, cosa c’era di male nel fargli vedere l’orfanotrofio? Sentiva di essersi innamorata di lui, poteva essere presto, poteva anche essere un amore in partenza destinato a finire o magari, stava iniziando solo ora a capirlo, ma poco le interessava, alla fine girava sempre intorno allo stesso concetto, si stava innamorando di lui.
Ormai erano anni che non faceva vedere a nessuno che conosceva l’orfanotrofio, non che avesse mai avuto tanti amici o conoscenti, ma con Duncan era diverso, lei voleva farglielo vedere, con calma stavano facendo passi avanti e se dovevano stare insieme, dovevano essere sinceri, lui lo era stato, le aveva detto della famiglia e le aveva fatto vedere la madre, Eulalia non sapeva se questo lo avesse fatto anche con altre ragazze, eppure sembrava così attento a tenere per sé quella parte della sua vita, e se anche non fosse stata tutta di sicuro di cose da dirsi ce n'erano, anche se sembrava pretenzioso Eulalia si sentiva speciale per il solo fatto che gliene avesse parlato, anche se era presto, ora doveva dirgli la verità, lo voleva e lo avrebbe fatto, basta bugie su una finta famiglia, ne era stufa anche lei, al diavolo le insicurezze.
<< Sì.>>

   
 
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