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Autore: DanieldervUniverse    11/09/2015    5 recensioni
La Dissidia è finita, i cicli conclusi, i tiranni sconfitti e i guerrieri tornati nei propri mondi.
Anche Guerriero, che s'avanza fiducioso nel nuovo mondo in cui è giunto alla fine di tutto, fino al palazzo della grande città di Cornelia...
(Risistemati i primi undici capitoli e i momenti OOC, aggiunta scaletta capitoli 34-35).
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Warrior of Light / Guerriero della Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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A\N: Adesso si fa sul serio!

DII\N: Perché, prima si giocava a dadi?

A\N: Usi troppo spesso il tuo sarcasmo quando non serve. Se non faccio un po d'incoraggiamento io che sono l'autore, la storia perderà di forza.

DII\N: Il tuo ruolo è marginale nella faccenda. Il tuo sostegno è solo per auto-compiacerti del tuo successo, vero?

A\N: Giuro che un giorno di questi ti riscrivo.


 

Braska stava osservando quell'uomo.

Si era casualmente accodato alla sua compagni dopo che l'avevano trovato intento a vagare per la foresta, affermando di star cercando si suoi compagni.

Non sembrava tanto sveglio: si limitava a guardarsi attorno con il fucile, cercando di iniziare una conversazione.

E parlò, e parlò, e parlò...

Ad un certo punto l'evocatore si rese conto di aver arrestato il suo passo, per ascoltare la voce di quell'uomo.

Non era un argomento importante, era la sua precedente esperienza nella giungla con un paio di amici.

Era strano.

Sembrava come se le sue parole avessero peso.

Era come se volessero dire qualcosa di più.

A malincuore Braska lo interruppe -Posso sapere il suo nome?

-Ah, il mio nome. Io sono...

 

Angeal fissò la figura di fronte a lui.

Era morto sul colpo: la sua spada l'aveva trafitto diretto al cuore.

Ricordò le ultime parole: 'Sembra che la mia fortuna sia finita...'.

Era stata una battaglia rassegnata.

Il SOLDIER fece calare lo sguardo sul punto in cui la semplice lama era penetrata nel suo corpo.

I cavi della bomba che l'uomo portava sul petto erano stati recisi di netto, salvandolo dall'esplosione, per un fortuito caso.

Angeal avrebbe voluto staccarsi, ma la gamba destra era stata carbonizzata dal ginocchio in giù, e dubitava che potesse sorreggerlo o rigenerarsi in qualsiasi modo.

Con un ultimo sforzo staccò il congegno dal petto dell'avversario.

-Sembra che un altro dei paladini di Cosmos sia caduto. Ma con quale forza- disse l'Imperatore Matheus, comparendo in volo di fronte al SOLDIER.

Quello lanciò un breve guardo alla cascata di detriti, dove spiccava il corpo decapitato di Sephiroth.

Una granata in bocca e l'eroe si era accasciato al suolo senza emettere un grido.

Genesis era dall'altra parte del massiccio, con il cranio forato da un laser.

-E chi è tanto scaltro da affrontarvi da solo?- continuò con un tono malvagio l'Imperatore.

Angeal riuscì ad afferrare le piastrine che l'uomo portava sul collo, prima di accasciarsi a terra, esausto.

Abbassò lo sguardo sui piccoli rettangoli di metallo, volendo conoscere il nome del suo ultimo avversario, prima che l'Imperatore potesse liberarsi di lui.

 

Il Generale Leo si sorprese, di vedere un uomo così giovane tenere testa al suo fido brando.

Sebbene non avesse esperienza di alcun genere, il giovane dimostrò più volte di avere il controllo della situazione.

I suoi due fidi compagni stavano tenendo a bada Shadow, lasciandolo combattere la sua battaglia.

La spada del generale passò a pochi palmi dal suo volto, ma l'uomo riuscì a scansarsi in tempo e colpire verso terra con il suo fucile laser, facendolo indietreggiare quel tanto che bastava per ricaricare l'arma.

Leo da, astuto combattente, scelse quel momento per assalire, riuscendo a ferire una gamba al suo avversario, prima che un colpo del fucile potesse raggiungerlo al petto.

Fece male, ma per abbatterlo ci voleva ben altro.

Ma rimase sorpreso di vedere uno di quegli oggettini che esplodevano arrivargli incontro.

Lo afferrò al volo con la mano, lasciando che l'esplosione avvenisse, senza danneggiarlo eccessivamente.

Quindi lasciando la mano ferita a risposo, puntò la spada in avanti con la mano destra, preparandosi ad attaccare, mentre la foschia dell'esplosione si diradava.

-Perdoni la mia scortesia generale- disse l'uomo, mentre con un gigantesco marchingegno rosso (o era dorato?) faceva fuoco, travolgendolo e lasciandolo a rantolare a terra.

Leo, riuscì a sollevarsi quanto bastava per ritrovarsi il fucile puntato al volto.

-La prego, non mi costringa a continuare- disse, con tono accomodante.

-Dimmi il tuo nome- rispose il generale, ammirato dal coraggio e dall'abilità in battaglia di questo individuo.

-Io sono...

 

Golbez rimase ad osservare quell'uomo, che parlava sempre, avanzare circospetto.

-Chi sei?- chiese quello, cercando di sembrare minaccioso -La avverto, non sono il tipo di persona da fare domande e poi sparare- continuò puntando il l'arma contro di lui.

Fece appena un passo, e quello immediatamente indietreggiò con una rotolata, nascondendosi dietro una roccia.

-Accidenti, non volevo arrivare qui da solo- lo senti dire da dietro la pietra.

Con un gesto della mano Golbez la spostò, facendolo sobbalzare.

Cadde all'indietro, gattonando per allontanarsi da lui.

-Ehi ehi ehi metti giù quell'affare, mi stai facendo preoccupare. Perché sai, la gente che solleva rocce che pesano una tonnellata non è tanto normale. Non che io abbia qualcosa in contrario, cioè se potessi sollevare rocce come te sarebbe magnifico. Potrei anche volarci sopra...

Come per dimostrare qualcosa Golbez si alzò in volo.

-Wow, questo si che è interessante! Sai ne ho viste tante di persone che volano qui in giro, ma nessuna mi ha mai dato il tempo di fare questo...- tirò fuori qualcosa da una borsa che teneva nascosta sotto la giacca, scatenando per un attimo un fascio di luce.

Golbez non si mosse.

Non sapeva perché ma poteva essere certo che fosse innocuo.

L'uomo rimise l'oggetto a posto e tirò fuori quelli che dovevano essere carta e penna.

Interessante.

-Sai ogni volta che vedo qualcosa di nuovo non posso fare a meno di chiedere di più. Sono stato un reporter una volta...credo, la mia memoria fa cilecca recentemente ma non importa. Voglio farti un intervista. Allora vediamo, prima di tutto...

-Perché?- chiese Golbez, d'impulso.

-Come?- rispose l'uomo alzando lo sguardo.

-Perché tu combatti per Cosmos?- continuò lo stregone, incrociando le braccia al petto.

-Domanda...interessante. Ad essere sincero non lo so neanche io. So solo che Chaos intende sconfiggere la luce con i suoi guerrieri, per l'appunto voi, credo, e annientarci tutti.

-Non hai scelta quindi- disse Golbez, con voce calma e profonda.

-Ad essere sincero non credo che ci sia qualcosa per cui scegliere. Intendo, se non vi fermiamo noi nessun altro lo farà, o mi sbaglio? Quindi, combattere per la luce e difendere coloro a cui tieni è la cosa più importante che una persona possa fare nella vita.

Lo stregone soppesò le parole, riflettendo con calma.

Lo pietra ricadde a terra.

-Vattene- disse, rivolgendosi all'uomo.

-Come? Ma l'intervista...

-Il mio padrone sta giungendo qui, e non è intenzionato a lasciarti vivere.

-Chaos?

-Zemus. Ora vattene, ne va della tua vita.

Osservò con calma l'uomo afferrare tutti gli oggetti con cui era entrato e scappare di gran carriera.

Liberi di combattere per ciò a cui si tiene di più...” pensò.

 


-AHAHAHAHAH!- la donna scoppiò a ridere.

Non una risata malvagia, ma qualcosa di sincero.

Rideva di cuore, come se Guardiano stesse scherzando.

(Sul serio chi è così idiota da pensare una cosa del genere?).

-Il presidente! Oddio non ci voglio credere! Ahahahaha- stava per mettersi a rotolare come una scimmia, i tentacoli che si contorcevano in accordo con i suoi spasmi, e le ali nere che sbattevano come forsennate.

Dal canto suo Guardiano rimase a fissarla gelido, gettando il braccio del nemico giù dalla montagna di detriti con un gesto infastidito del piede.

Abbassò il telefono facendolo sparire come era venuto.

-Beh, a quanto pare il nostro comune amico non sarà più dei nostri- disse la donna, dopo aver esaurito il momento d'ilarità.

Dalla mani spuntarono artigli, lunghi e affilati, neri come la pece.

La pelle s'indurì, mantenendo parvenze umane, ma molto più scura.

Gli occhi divennero due pozzi di fuoco, mentre dalla bocca usciva un fiato gelido come la morte.

-Se metà delle cose che mi ha raccontato su di te è vera non avrebbe mai potuto reggere un confronto diretto. Alla fine i deboli tornano strisciando nelle loro tane- sibilò con forza, assumendo un atteggiamento più aggressivo -Miei Manikins! Avanzate e portate la morte in questo regno!

Mentre l'orda dei mostri iniziava a muoversi la donna abbassò il tono -Al nostro ospite ci penso io.

Guardiano mantenne lo sguardo fisso su di lei, ignorando i mugugni di dolore dei pochi guerrieri dell'armonia che stavano cercando di sollevarsi e combattere, nonostante fossero praticamente esausti.

Squall e Cloud erano immobili in un angolo; Firion e Light erano ancora svenuti, stringendosi la mano; Terra, Luneth e Vaan erano gravemente feriti dentro un cratere; Bartz, Gilgamesh, Theodor e Cecil cercavano di rimettersi in piedi, nonostante le ferite; Kain e Tifa respiravano con difficoltà; Yuna riposava immobile; Kuja boccheggiava sofferente, in ginocchio, mentre Gidan si fece avanti, con passo esitante, per tenere Guerriero indietro.

Guardiano sollevò l'altra mano, ancora stretta a pugno, e l'aprì come a mostrarne il contenuto alla donna.

Quella, da lontano, non parve comprendere.

Allora l'uomo in nero soffiò, liberando una sottile polvere dai riflessi rosso vivo, che si disperse nell'ambiente.

Il sorriso si trasformò in una smorfia di orrore e disgusto, mentre realizzava.

-Che cosa hai fatto?

Guardiano si prese un attimo per rispondere -Quello che dovevo fare.

Appena proferita a frase Bahamuth sfondò la parete di roccia dietro al guerriero , appoggiando le possenti zampe sulla montagna di detriti, e lanciando un potente ruggito che squassò l'ambiente, facendo momentaneamente arretrare i Manikins.

Il re dei draghi chinò il capo, rivelando una figura vestita di rosso e viola reggere un bastone sul dorso della sua testa, e un'altra vestita con pantaloni avana e una camicia bianca aperta sul petto.

La seconda neanche a farlo apposta scivolò lungo le linee del capo del dragone, atterrando agilmente con uno -YAHOOOOOHHHHH! Questa si che è un'entrata in scena! Ehi hai visto, come è apparso il drago e poi Boom ha sfondato la parete di roccia come...!

-LAGUNA!- gli gridò in faccia Guardiano, facendolo sobbalzare -Gli ordini- aggiunse con più calma.

-Ohh, si.

-Manikins, avanzate e spazzate via qualsiasi cosa vi sbarri la strada!- ordinò la creatura non più donna, mentre le orde di Manikins ripartivano all'attacco.

-Sentito la signora uomini!?- gridò Laguna, mentre Guerriero attivava la sua Ex-Mode e si liberava di Gidan con pochi colpi.

Il Jenoma si accasciò a terra, mentre ritornava umano, esausto.

Guerriero sollevò la spada per trafiggerlo, facendo gemere di sgomento tutti i guerrieri dell'armonia, ma d'improvviso una lama di luce giunse, fendendogli i polsi.

Sephiroth arrivò gridando da dietro al drago, seguito da Garland, Matheus, Kefka, Leon, Steiner, Seifer, Artemisia, Zack, Angeal, Genesis, il generale Leo, Enkidu, Arc, Cid, Gabranth...

Decine di guerrieri i cui nomi e destini che si erano incrociati nei cicli passati, sparendo nell'oblio di quel sanguinoso ciclo di scontri, chiusi in una fredda prigione magica.

Laguna gridò come un selvaggio, iniziando a sparare -Nessuna pietà!

Si gettò giù dalla montagna di detriti, alla guida dei guerrieri, mentre ubbidendo agli ordini di Braska Bahamuth balzava all'assalto della creatura, sparando un Megaflare.

-Soccorrete i feriti!

-Formate una linea di difesa!

-Ricacciamoli da dove sono venuti!

-Che restino nel Vuoto a cui appartengono!

-Facciamogliela pagare!

-Mostriamo a questa strega contro chi si è messa!

-Avanti!

-Sfondate le linee nemiche e apritevi un varco!

L'armata dei guerrieri impattò con rabbia con le fila dei Manikins, aprendosi la strada come un uragano.

La donna crebbe di dimensioni, mentre Bahamuth l'assaliva, mordendo e graffiando.

Le sue fiamme si erano abbattute con violenza ma neanche quelle sembravano essere riuscite a ferirla.

I mostruosi tentacoli della creatura scivolarono infidi sulla schiena del drago, mirando a stritolarlo.

-Eh no, non ci provate!- esclamò Rikku, balzando sopra uno di quelle orribile protuberanze e cercando di fare danno, senza successo.

Dal nulla si materializzò anche Anima, che iniziò a colpire la creatura con la magia, mentre il demone calava le sue possenti braccia sulla schiena dell'avversaria, artigliandola.

Bahamuth riprese a lanciare fiamme, ruggendo di rabbia.

Sulla sua schiena Braska restava immobile, sopportando gli sballottamenti dello scontro, mentre Tidus, Jecht, Auron, Rikku e Paine duellavano con i tentacoli, respingendoli o attirandoli lontano dall'evocazione.

Seymour si teneva schiena contro schiena con l'evocatore, usando le sue magie come supporto., anche se nemmeno quelle sembravano in grado di scalfire la pelle dei tentacoli.

La creatura di potenza divina iniziò a prendere il sopravvento, mentre le evocazioni cominciavano a cedere.

-Via!- Seymour afferrò Braska per la tunica, in modo poco dignitoso e si lanciò verso terra, seguito dagli altri guerrieri di Spira.

Intanto, con un ultimo attacco congiunto, Bahamuth e Anima scomparvero, lasciando la creatura libera di librarsi in aria e gridare d frustrazione.

-Mie creatura, spazzate via questi demoni! Oggi la dea Hàrmonya muoverà i primi passi per riformare questi mondi corrotti!- declamò allargando le braccia e spalancando le ali, mentre l'armata di Manikins prendeva slancio, correndo ad infrangersi contro il fronte delle forze di Chaos e Cosmos, unite per fermare l'abominio che li voleva far scivolare nell'oblio.

-Non è ancora nato il Dio che s'imporrà sui mortali sotto la mia guardia!- replicò Guardiano spiccando il volo e calando all'attacco contro la nuova dea.


A\N: Al prossimo capitolo per scatenare ancora più caos di quanto se ne sia mai visto.

DII\N: La battaglia giunge al suo massimo, la tensione si espande.

A\N: Ma purtroppo non sarà domani.

DII\N: Già, non sarà in grado di pubblicare.

A\N: E nonostante avessi fatto in modo di avere abbastanza capitoli di riserva così da non restare indietro nonostante gli impegni...

DII\N: Anche quelli sono finiti...

A\N: Quindi credo che mi prenderò un po di tempo per finire tutti i capitoli che mancano...

DII\N: In modo che potrà pubblicarli piano piano senza preoccuparsi eccessivamente di dover restare indietro.

A\N: Detto questo a tra un po. Già che ci sono vi informo che FINAL YEAR sta per ripartire...
DII\N: Fresca di idiozie, vecchie o nuove che siano...
A\N: TO THE NEXT! Ciao.

 

  
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