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Autore: Chekkumeto    11/09/2015    1 recensioni
Iron Man ha superato le sue crisi di panico e ora è senza armature, Barton sta superando i postumi del controllo mentale con (più o meno) l'aiuto di Natasha, Thor è impegnato altrove e a Rogers tocca l'arduo compito di tenere unita la squadra.
Una nuova missione chiama a raccolta i nostri eroi, un nemico dagli strani poteri trama nell'ombra e tesse intrighi. Niente battaglie epiche questa volta, solo una caccia all'uomo. E qualcuno emergerà dalle sabbie del tempo, per portare scompiglio nella vita di uno dei nostri eroi.
Il male vincerà? O i suoi intrighi saranno smascherati?
Parecchio Clintasha. Accenni alle altre coppie canoniche.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo bonus non è come il precedente, è un capitolo un po' particolare. Triste e sentimentale, però ci è sembrato giusto.


Chekkumeto&Lawrence_Victory


IL GIORNO DIVERSO



Tony Stark faceva sempre la stessa strada, ogni mattina, per andare a salutare Pepper nel suo ufficio. A volte in armatura, a volte in macchina, ma sempre la stessa strada, tranne un giorno. C'era un giorno in cui la strada cambiava, si allungava. Una volta partito dalla Stark Tower, prima di arrivare alle Industries, si fermava. Parcheggiava la macchina in mezzo alla strada, come solo Tony Stark può fare, e si fermava per uno, due, a volte cinque minuti, sul marciapiede. Guardava fisso davanti a se, nessuno sa a cosa pensasse. Alla fine della sua contemplazione risaliva in macchina e riprendeva il tragitto. Nessuno sapeva che lo faceva, nemmeno Pepper. Perché Tony Stark non è un sentimentale.


Nick Fury era un ligio lavoratore, sempre nel suo ufficio o sul campo a gestire qualche operazione. Sabati, domeniche e festivi non esistevano per lui, tranne un giorno. C'era un giorno in cui il suo ufficio restava vuoto, le vetrate oscurate. Prendeva la macchina e andava sempre nello stesso posto e restava lì, a volte per ore. Salutava Tony Stark quando lo vedeva arrivare e lo salutava ancora quando se ne andava. Nessuno dei due aveva mai parlato, ne si erano avvicinati. Non c'era niente da dire. Poi, il giorno dopo, tornava in ufficio come se niente fosse successo, riprendeva a lavorare con vigore ancora maggiore, perché giorni come quello non ci fossero mai più. Perché quello era il giorno del suo fallimento.


Clint Barton aveva visto di tutto nella sua lunga carriera, aveva visto i terroristi sterminare interi villaggi senza pietà, ormai i massacri non gli facevano più nessun effetto, continuava la sua vita come se niente fosse. Eppure c'era un giorno all'anno, un giorno in particolare, sempre lo stesso, in cui Natasha sapeva di doverlo lasciare in pace. Fin dal risveglio quella luce che di solito animava i suoi occhi astuti non c'era, il sorriso scaltro non increspava le labbra nemmeno per un secondo. Lavorava come sempre, centrava il bersaglio come sempre, ma non c'era la sua solita allegria. Natasha non condivideva quel sentimento, appartenendo ad una patria diversa, ma lo comprendeva. Perché a Clint Barton non fanno nessun effetto le stragi dei terroristi, tranne quando vengono a farle a casa sua.


Per Captain America questo è un giorno come gli altri, almeno finché non arriva al quartier generale dello SHIELD e vede tutti, agenti, analisti, inservienti fermi, sull'attenti e con lo sguardo basso.

-Che gli prende?-chiede sottovoce a Maria Hill, ferma accanto a lui.

La donna non risponde, si limita ad accendere il computer del direttore Fury e a mettere su un video-reportage.

I minuti passano, le immagini, le interviste e gli articoli di giornale scorrono davanti a suoi occhi e quando lo schermo diventa nero, l'unica cosa che resta sono le lacrime che scendono copiose dagli occhi azzurri e imbrattano la maglietta bianca.

Senza dire nulla il Capitano lascia il Triskelion e sale sulla sua moto. Pochi minuti dopo raggiunge il marciapiede dove il suo capo e i suoi amici stanno fermi ad aspettare, seguito da due furgoncini. Gli autisti scendono, scaricano un buon numero di casse e ripartono. Cap si avvicina alle casse, ne apre una e ne estrae un mazzo di rose bianche. Una alla volta comincia a posare i fiori per terra, perfettamente allineati e una volta terminato il mazzo ne prende uno nuovo. Proprio lì, nello spazio desolato, dove 14 anni prima si ergevano fiere due splendide torri, Capitan America aveva lasciato su quel marciapiede 2749 rose bianche e ora, osservato dai suoi amici e da tutti i presenti, stava li, sull'attenti, con le lacrime agli occhi.

11 settembre 2015

Per non dimenticare.

   
 
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