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Autore: Hogwartscalling    11/09/2015    2 recensioni
«Sai che non puoi essere più veloce di me, Rosie!»
Rose rise – Rosaline, Rose, Rosie, la sua rosa – e sbucò poco dopo, correndo sulla spiaggia e inciampando spesso nella lunga sciarpa grigia. Il cugino era poco più lontano di lei, e il ragazzo dietro la finestra dell’austera villa sul mare si domandò se non la lasciasse vincere di proposito. Le sue gambe, esili e lunghe, avrebbero ricoperto in due sole falcate la distanza tra lui e la cugina, se davvero lo avesse voluto.
Con un moto di nostalgia, Scorpius si chiese come sarebbe stato spalancare le porte della stanza e correre in spiaggia, giocare con loro. Lo avrebbero accettato, rendendolo parte delle loro risate? O, come molti, avrebbero avuto pregiudizi?
**
«Io so chi sei tu.»
Nello scompartimento calò il silenzio.
«Sei Scorpius Malfoy.» pronunciò il suo nome, un evento che gli avrebbe fatto battere il cuore a mille, se non lo avesse intriso di tanto disgusto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Chapter One - Kiss from a Rose


But did you know
That when it snows
My eyes become large and
The light that you shine can be seen
 
 
 
«Prova a prendermi, Al, se ci riesci!»
Quella frase, intrisa di una risata che Scorpius non sentì, arrivò alle orecchie del ragazzo distorta dal vento e dalla lontananza.
Nonostante ciò, ancora prima che la ragazza dai capelli rossi sbucasse dal bosco al limitare della spiaggia, egli sapeva che era stata lei a pronunciarla.
Immaginò i suoi capelli rossi, che in mezzo al bianco della neve sembravano un pugno nell’occhio, ma l’effetto era tutt’altro che spiacevole. Ancor prima di vederla, fantasticò su come li avrebbe raccolti, quel giorno: in due trecce, come al solito? In una coda alta? Oppure – e il cuore di Scorpius perse un battito – li avrebbe lasciati sciolti, liberi di cadere sulla schiena  in lunghi riccioli ribelli?
«Sai che non puoi essere più veloce di me, Rosie!» la voce che rispose allo scherzo della ragazza era maschile, bassa. Scorpius conosceva anche quella. Albus Severus Potter aveva scuri capelli sempre ordinati, che del padre avevano solo il colore; la pelle bianca risultava ancora più diafana contro i vestiti, perennemente neri. I suoi occhi, verde smeraldo, erano attenti, indolenti ma molto intelligenti.
Rose rise – Rosaline, Rose, Rosie, la sua rosa – e sbucò poco dopo, correndo sulla spiaggia e inciampando spesso nella lunga sciarpa grigia. Il cugino era poco più lontano di lei, e il ragazzo dietro la finestra dell’austera villa sul mare si domandò se non la lasciasse vincere di proposito. Le sue gambe, esili e lunghe, avrebbero ricoperto in due sole falcate la distanza tra lui e la cugina, se davvero lo avesse voluto.
Con un moto di nostalgia, Scorpius si chiese come sarebbe stato spalancare le porte della stanza e correre in spiaggia, giocare con loro. Lo avrebbero accettato, rendendolo parte delle loro risate? O, come molti, avrebbero avuto pregiudizi?
«Scorpius, cosa guardi?» una voce fredda, alle sue spalle, lo fece voltare di scatto, arrossendo come se fosse stato sorpreso a fare qualcosa di proibito.
Ma fu un attimo. Le guance tornarono presto del solito colore cinereo, gli occhi rimasero freddi e indifferenti. Si girò nuovamente verso la finestra, rivolgendo lo sguardo al mare.
Dalla spiaggia provenivano le risate dei cugini.
Daphne Greengrass rivolse lo sguardo al di là del vetro, e le sue labbra si strinsero in una linea sottile.
«Oh, e suppongo che il tuo “nulla” adesso sia in riva a cercare conchiglie, giusto?» parlò sprezzante, gettando con un gesto secco ed elegante i capelli dietro le spalle. «Ascoltami bene, Scorpius: anche se sembrano ragazzini come tanti, quei due, il loro sangue è sporco, nero. Non devi lasciarti contaminare da chi è impuro… Circondati di chi è migliore di te, e pagane le spese, se vuoi, ma non avvicinarti mai a chi è inferiore.»
Il braccio della donna, a dispetto delle sue parole dure, si fletté come se avesse voluto fare una carezza al figlio. Scorpius si ritrasse infastidito, e un attimo dopo il braccio della madre giaceva ancora lì, teso accanto al fianco, come se quel movimento fosse stato solo uno spasmo involontario.
«Ti vogliamo a cena fra dieci minuti, Scorpius, poi andrai a dormire. Sono già le sette, e domani ci sveglieremo presto per accompagnarti all’Espresso per Hogwarts.» fece una pausa, come incerta sul dire o meno qualcosa, poi parlò. «Non dimenticare mai ciò che ti ho detto, Scorpius, neanche quando ad Hogwarts predicheranno l’uguaglianza. Tu non sarai mai come loro.»
E si allontanò con andatura imperiosa, lasciando il figlio lì, solo nella grande stanza, ad osservare con un groppo in gola la spiaggia ormai deserta.
 
 
 
 
 
**


«Rose, hai preso tutto?»
«Sì, mamma.» sospirò la ragazzina, alzando gli occhi al cielo.
«Ricontrolliamo. I libri di testo ci sono, lo so perché li ho presi io stamattina. Hai un mantello pesante, giusto? Sì, giusto, lo abbiamo visto ieri sera. Oh, e Storia di Hogwarts? Lo hai portato con te?»
«Mamma, nessuno ha mai letto Storia di Hogwarts…»
«Io sì!» ribatté Hermione, piccata.
«… A parte te.» concluse la figlia, ridendo.
La donna, stretta nel suo impermeabile rosa pallido, fece per ribattere, ma fu bloccata dalla voce bonaria di Ronald Weasley. Anche con diciannove anni in più, i folti capelli rossi erano tutti al loro posto, così come le lentiggini caratteristiche dei Weasley, che sulla piccola Rose comparivano lievemente solo sulle spalle e sul naso.
«Hermione, stai andando in panico. Rose se la saprà cavare, è tutta sua madre. Vero, Rosie?» scompigliò i capelli della figlia, che corse ad abbracciarlo. Hermione sospirò, guardando la ragazzina con un sorriso tremolante.
«Ci mancherai. Ma ti piacerà, Hogwarts, stanne certa.»
«Oh, andiamo, cosa sono queste lacrime?»
Una voce allegra raggiunse la famiglia Weasley, e un attimo dopo la figura slanciata di James Sirius Potter apparve davanti ai tre maghi, sorridendo alla cuginetta.
«Allora, Rosie, pronta? Spero tu non faccia come Al, sono scappato per sfuggire a tanta pesantezza. Ha paura di finire a Serpeverde. Come se ce ne fosse bisogno, noi sappiamo che finirà a Serpeverde.»
«Non dire così, James!» lo rimproverò Hermione, ma senza trattenere una risatina. Rose annuì, d’accordo con il cugino: non ci sarebbe stata alcuna sorpresa, nel vedere il minore dei due maschi di casa Potter smistato nella Casa famosa per aver sfornato tanti Maghi Oscuri.
Rose non aveva comunque pregiudizi: aveva letto tutto di quella Casa in “Storia di Hogwarts” – anche se si sarebbe fatta scagliare una fattura da zia Ginny, piuttosto che ammetterlo con sua madre – e la riteneva rispettabile come le altre.
Il treno emise un lungo fischio, e in quel momento Hermione scoppiò in lacrime. Ron la abbracciò, e insieme osservarono la figlia, con la nuova divisa fiammante, salire sul treno con tutti i suoi bagagli.
Lei, James, Al e i gemelli Scamandro, figli di amici di famiglia, si affrettarono a cercare uno Scompartimento Vuoto.
Il più libero, però, sembrava essere uno nell’ultima carrozza, nel quale un ragazzino biondo se ne stava da solo.
Scorpius alzò lo sguardo, di scatto.
Rose.
Era lì, in piedi davanti a lui, con il cugino e altre persone che il ragazzo non conosceva, fiera e bellissima nella sua divisa.
«Possiamo stare qui? Il treno è completamente pieno.» fu Albus a rivolgergli la parola, sorridente, e Scorpius annuì leggermente, cercando di ricambiare il sorriso ma cercando gli occhi di Rose furtivamente.
Lo sguardo che ricevette in risposta, però, era sprezzante.
«Io so chi sei tu.»
Nello scompartimento calò il silenzio.
«Sei Scorpius Malfoy.» pronunciò il suo nome, un evento che gli avrebbe fatto battere il cuore a mille, se non lo avesse intriso di tanto disgusto. «Non parlare con lui, Al.»
 
E detto ciò, si sedette sdegnosamente il più lontano possibile dal ragazzo biondo,  ignara di tutto, sorda al suono – per Scorpius tanto chiaro – del suo cuore che inesorabilmente si spezzava.






NdA*
Ehi ragazzi, salve.
Se siete arrivati alla fine di questo capitolo vi dò tanto di cappello, perché era piuttosto lungo! O almeno, come primo capitolo e per i miei standard, lo era.
Spero che però vi abbia incuriosito un po', che vogliate scrivermi cosa ne pensate, perché è tantissimo tempo che non scrivo, quindi ho perso un po' la mano.
Evito di dilungarmi anche qui, grazie per aver letto!
Alla prossima, xx.
  
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