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Autore: Indaco_    11/09/2015    9 recensioni
Il cuore di Amy saltò un battito capendo bene che quel devastante e incredibile dettaglio non era affatto dovuto ad una semplice coincidenza.
I puri e grandi occhi del piccolo erano di un accecante verde magnetico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dance'
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Amy era sdraiata sul grande letto sfatto nella sua camera. Le doglie erano iniziate da poco, ma ad ogni secondo che passava il dolore si intensificava sempre più, sbocciando, regolare come un orologio svizzero, in una contrazione. Era terrorizzata, non aveva idea di cosa sarebbe successo e soprattutto non aveva idea di come comportarsi . Di sicuro quell’evento avrebbe stravolto completamente la sua vita, lo sapeva benissimo, non sapeva però se sarebbe riuscita ad occuparsi di quella nuova che stava per arrivare. 
 Con una gran voglia di piangere e bloccata dal dolore, aveva iniziato a mordersi il dorso della mano in cerca di un qualsiasi, anche leggero, sollievo.  Aveva la gola secca e il respiro si faceva sempre più ansimante, gocce di sudore la stavano inzuppando da cima a fondo, i capelli umidi le si erano incollati alla fronte disegnando un complicato merletto. Una contrazione ancor più forte delle altre la fece gemere di dolore, mentre tutti i muscoli, tutti gli organi e ogni briciola di se stessa si impegnava ad espellere il neonato dalla sua pancia.
Qualcosa di viscoso, bagnato e caldo le colò sulle cosce. Non ebbe il tempo di preoccuparsene che una nuova fitta le spezzò la schiena rubandogli un ringhio, per questo strinse i denti e le coperte come unica valvola di sfogo.
Anche respirare le risultava difficile, il dilatamento dei polmoni accendeva i suoi sensi già al massimo del dolore. Nessuno le teneva la mano come aveva visto in quei film americani. Era sola, non aveva idea di dove fosse il suo compagno Jason. Forse a bere, forse al lavoro, chissà. Ma in quel momento non le importava nulla, voleva solo stare  bene e smettere di patire, perciò respirò molto profondamente e alla nuova contrazione spinse con tutte le sue forze, mentre dalle sue guancie rotolavano giù grosse lacrime di frustrazione.
Ansimando lanciò un’occhiata alla finestra. La falce di luna brillava quieta e contenuta, nemmeno il rombo di una macchina spezzò quell’immobile tranquillità. Possibile che il mondo fosse così calmo mentre lei veniva spremuta come un limone? Passarono interi minuti ed ore, scandite tra una contrazione e l’altra, ma col passare del tempo, la riccia si agitò sempre di più.
Che vi fosse un problema? Forse il/la piccola era morto/a? Perché non usciva? Come poteva raggiungere il telefono in cucina? Oltretutto si sentiva stremata, aveva iniziato a spingere con meno forza rispetto a prima e la vista aveva iniziato ad oscurarsi. Il suo corpo, al limite della sopportazione, la stava spolpando di ogni briciola di energia.
Si asciugò le lacrime con il dorso della mano tremante come una foglia, quando ad un tratto, una fitta la fece gridare di dolore irrigidendole ogni muscolo, ne seguì un’altra meno intensa e subito dopo un’altra ancora che la fece sollevare dal cuscino. Boccheggiò mentre il mondo iniziò a traballare velocemente, accasciandosi inerme sul cuscino iniziò a non sentire più gli arti. Era così stordita da udire perfino dei passi pesanti in salotto.
La poverina tentò di riprendere velocemente conoscenza ma non ci riuscì, svenne e si abbandonò alle lenzuola fradice si sudore e sangue.
 
Quando Amy si svegliò la prima cosa che udì, fu un lontanissimo mormorio. Intontita, respirò profondamente facendo entrare quanto più ossigeno possibile nei polmoni, le sue membra iniziarono a formicolare. Impiegò qualche secondo a svegliarsi e altri tanti ad aprire gli occhi. La luce del neon bianca e candida la colpì dolorosamente. Sbatté le palpebre mettendo a fuoco la stanza: non era a casa sua, l’odore di disinfettante e le pareti bianche le indicavano che si trattava di una stanza dell’ospedale.
“IL BAMBINO” ricordò la sua testa con foga, mandandole gli spezzoni degli ultimi ricordi registrati. La riccia si riprese in men che non si dica, innervosita e carica d’ansia iniziò a guardarsi attorno in cerca di una culla, un dottore o di un’ infermiera. Ma non c’era nessuno attorno a lei, di nuovo.
Iniziò involontariamente a tremare come una foglia, dov’era il suo piccolo? Che fosse morto? Alla sola idea il cuore iniziò a galopparle nel petto come un martello pneumatico. Facendosi forza sulle braccia,  si sollevò dal cuscino con un gemito, ogni fibra del suo corpo era esausta e sfinita, soprattutto nella zona del basso ventre che era, per ovvi motivi, la zona messa peggio.
Crollò di nuovo priva di energia e iniziò a cercare con lo sguardo qualche carta o documento riguardante le sue condizioni, ma non trovò nulla di nulla. Fu invece distratta da un vagito acutissimo proveniente dall’esterno della stanza. Allarmata, puntò le orecchie verso la porta rimanendo in ascolto e con innato piacere e speranza, lo sentì di nuovo ancor più vicino. Amy si sollevò impaziente e preoccupata, iniziando a pregare con fermezza che fosse il suo piccolo e che stesse bene.
Fortunatamente fu così, un’infermiera corpulenta entrò lentamente spostando il peso da un piede all’altro con dolcezza, tentando di calmare il pianto disperato del fagottino che teneva tra le braccia. Era una donnola color salmone, vestita interamente di bianco, bianco come il morbido asciugamano che avvolgeva interamente il piccino. Ma per quanto Amy aguzzasse lo sguardo non riusciva a scorgerne nemmeno un aculeo e il passo dell’infermiera sembrava sempre più lento.
< Oh, finalmente si è svegliata! E’ da ore che strilla come un’aquila dalla fame! > Esclamò la donnola guardandola severamente, continuando a cullare il/la piccina. La rosa non badò alla frecciata e allungò le braccia, rosa dalla curiosità.
< sta bene? E’ sano? > chiese come prima cosa, divorata dalla paura che per colpa sua il suo piccolo avesse sofferto.
< Sì, è sanissimo nonostante il parto abbia avuto delle complicazioni. Devo ammettere che è un bambino molto forte > rispose rabbonendosi un po’ portandosi al fianco della riccia. Con delicatezza e molta attenzione posizionò il piccolo tra le braccia tremanti della neo-mamma, la quale non stava più in sé dalla gioia.
Con tanto d’occhi lo guardò ammirata: era un maschietto, di uno splendente blu cobalto, gli aculei corti e numerosissimi erano appena induriti assumendo lo stesso colore della pelle.
Aveva gli occhi chiusi e piangeva disperato, il suo pianto era come una dolce nenia per la ragazza, la quale, con attenzione maniacale, sfiorava con un dito la guancia morbidissima color pesca, stando ben attenta a non creare alcun tipo di pressione.
< E' alto cinquanta centimetri e pesa tre chili e due grammi > continuò la donnola addolcita dalla commovente scenetta. Non si imbarazzò nello spogliare la madre in fretta, liberandola dal camicione azzurro che indossava e nell’insegnarle la giusta posizione per la poppata.
Amy era caduta in uno stato di trance, ascoltava l’infermiera riempirla di raccomandazioni, continuando ad osservare il piccolino che aveva tra le braccia. Le sembrava impossibile che lei fosse riuscita a creare una così perfetta creaturina, l’amore che provava per quel piccolo riccio blu non aveva eguali con nessun altro sentimento che avesse mai provato. Era suo, l’aveva fatto interamente lei più o meno, d’altronde aveva avuto un piccolissimo aiuto in confronto ai 9 mesi che si era sorbita lei.
Attaccandosi al seno, il piccino si tranquillizzò immediatamente iniziando a nutrirsi con voracità, i piccoli pugnetti si aprivano e si agitavano nell’aria con goffaggine adorabile. La ragazza con un sorrisino commosso accarezzò con estrema cautela i piccoli aculei del piccino che in quel momento, per la prima volta, aprì gli occhi.
Il cuore di Amy saltò un battito capendo bene che quel devastante e incredibile dettaglio non era affatto dovuto ad  una semplice coincidenza.
I puri e grandi occhi del piccolo erano di un accecante verde magnetico.
 
Aggiornato il:  7/11/2018
Capitoli aggiornati:
1-nuova luce
2-nuove giornate
3-Inviti
4-Di corsa

Spazio autrice: Non trovavo pace tenendo il vecchio capitolo. L’ho interamente riscritto seguendo bene o male il corpo di quello precedente. Tutti i capitoli scritti in prima persona verranno progressivamente cambiati. Inoltre colgo l'occasione per ringraziare di cuore RoryJackson per aver corretto l'intero capitolo. Perciò se ora la lettura risulta più scorrevole, il merito va a lei.
Baci.
Martina
  
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