Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: MargaretMadison    12/09/2015    3 recensioni
«Che vuoi dire?»
«Che non ho mai rischiato, non ho mai baciato uno sconosciuto, non ho mai fatto sesso, mai assaggiato dell'alcool se non al matrimonio di mio cugino e tantomeno non ho mai mentito ai miei. Insomma, è il mio ultimo anno da liceale e da adolescente, voglio fare qualcosa di memorabile, dannazione!»
«E in questo memorabile c'entra per caso Calum Hood?»
Candice nascose il viso tra le mani immaginando le sue gote toccare tutte le gradazioni di rosso.
‘Che Calum Hood era il ragazzo di cui era innamorata da anni e non era mai riuscita a parlare con lui eccetto quella volta in seconda superiore dove le chiese l’ora.
«Beh, sì» ammise «Insomma, mi piace dal primo anno del liceo, vorrei almeno riuscire a parlare con lui senza diventare una balbuziente, capisci?»
«Inizia ad imparare l’arte del sedurre un ragazzo e poi striscerà da te» rispose Ashton svogliato, riportando l’attenzione sulla TV, che a lui quel Calum non gli era mai piaciuto. Non che lo conoscesse di persona, solo che non lo ispirava e non ci teneva a conoscerlo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
TEACH ME – Storm
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Non è assolutamente come sembra» disse prontamente Ashton allontanandosi di qualche passo dalla figura di Candice che non osava alzare lo sguardo su Lauren e Harry, i fratelli di Ash.
«Si dice sempre così ma ora vi ho colto sul fatto e mamma mi darà ragione»
«Ma ragione su cosa, Lauren?» chiese il fratello maggiore, visibilmente nervoso.
«Che state assieme, mi sembra ovvio. Io e mamma sospettavamo da tempo che voi due siete più che amici e a quanto pare, avevamo ragione»
«Ma non stiamo assieme!»
«Vi abbiamo visto baciarvi sulla bocca come fanno i grandi» puntualizzò Harry, ricevendo un’occhiataccia dal fratello che non ne poteva più di quella situazione.
Candice, dal canto suo, si strinse nelle spalle nella speranza di svanire dalla camera e trovarsi a casa sua sul divano e una ciotola di patatine affianco a lei. Non sapeva come comportarsi, se schierarsi dalla parte di Ashton o far finta di non esistere, rimanendo in silenzio. Rarissime volte si era trovata in situazioni simili di totale imbarazzo e odiava il fatto che ci metteva davvero poco ad arrossire e sembrare un pomodoro.
Dentro di sé Ash volevo strozzare Lauren e la sua boccaccia per aver distrutto quel momento con Candice.
Gli era piaciuto, il sapore delle sue labbra sulle sue, le mani di lei tra i suoi ricci e sentire il calore del suo corpo. Erano solo loro due disconnessi dal mondo e stava dannatamente bene, affianco a lei.
«Oh, andiamo. Io e Candy siamo solo amici, non potrei mai mettermi con una come lei, non è il mio tipo» si giustificò, non dando peso alle sue parole. In quel momento voleva solo rifilare una scusa ai fratelli in modo che lo lascassero solo con Candice e proseguire da dove si erano interrotti, non avrebbe mai voluto ferirla, come si era ripromesso di fare. Candice era come una bambola di porcellana nella sue mani. Una bambola da trattare con cura per non romperla.
Quelle parole furono, però, per Candice uno schiaffo in pieno viso e strinse i pugni per reprimere la rabbia e l’umiliazione che provava in quel momento.
Stava facendo quel percorso per piacere ai ragazzi quando tutti i suoi tentativi erano stati vani.
Gli occhi di Lauren ed Harry si puntarono sull’esile figura di Candice che stava cercando di ricomporsi.
«Forse è meglio che vada, devo passare in biblioteca» disse sbrigativa per poi uscire dalla stanza mentre gli occhi si facevano sempre più lucidi.
Ashton non si era mosso di un passo.
«Sei veramente un idiota, Ashton Irwin»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In realtà non doveva andare in biblioteca, era solo una scusa inventata al momento per lasciare casa Irwin e quel deficiente del suo migliore amico.
Non l’aveva cercata, non si era messo a correrle dietro o, per lo meno, scusato per come si era comportato.
Si mise subito alla ricerca di “Le pagine della nostra vita”, libro che aveva letto e riletto più volte ma in quel momento aveva solo bisogno delle parole di Nicholas Sparks e un gelato di Ben and Jerry’s per farle tornare il sorriso.
Iniziò a girare tra gli scaffali, perdendosi in quel barlume di autori e titoli di libri.
Amava leggere, era il modo migliore per rilassarsi e allontanarsi dalla realtà e dalle brutture che la circondavano.
Faceva veramente caldo quella mattina che nemmeno l’aria condizionata riusciva a darle un po’ di sollievo. Si legò i capelli in una cosa alta disordinata mentre si avviava a passo lento verso la sezione “romanzi rosa”, settore che aveva visitato più e più volte essendo un’inguaribile romantica.
Fa passare l’indice lungo le rilegature dei libri, lasciandosi inebriare dal profumo delle pagine appena stampate.
Gli occhi leggevano velocemente i titoli dei libri già letti quando, finalmente, riuscì a trovare il libro che stava cercando. Un sorriso le sfuggì dalle labbra mentre allungò la mano per afferrarlo. Improvvisamente, Candice si accorse di un braccio spuntato dal nulla che la precedette, rubandole il libro.
«Hey, si dà il caso che lo stavo per prendere io» disse scocciata allo sconosciuto, prima ancora di girarsi ed osservare il suo volto.
«Oh, mi dispiace. Se vuoi puoi prenderlo benissimo tu, non vorrei che si sappia in giro che leggo romanzi rosa» disse una voce calda, con un buffo accento kiwi.
Candice ci mise davvero pochi secondi per metabolizzare che quello dietro di lei era Calum Hood, il ragazzo di cui era segretamente innamorata da parecchio tempo.
Riusciva a sentire il profumo forte della sua colonia e il calore del suo petto sulla schiena. Dovette respirare a fondo più volte prima di girarsi e incontrare i suoi occhi scuri.
«Sc-scusami. Non volevo risponderti male solo che ho davvero bisogno di quel libro» disse, temendo la reazione di Calum alla sua affermazione.
Calum sorrise, sfogliando svogliatamente il libro «Ti capisco. Sto uscendo ora da una storia e avevo bisogno di trovare conforto in uno dei miei libri preferiti ma se tu ne hai davvero bisogno, posso sempre cercarne un altro.»
Candice fissava incantata le labbra carnose del moro, la sua voce arrivava ovattata alle sue orecchie troppo presa ad osservare quella bocca che bramava da tempo. Si ricordò poi che quella era la sua occasione per farsi notare da lui e ripensò a cosa gli aveva detto Ashton su come sedurre un ragazzo.
In quel momento non si fidava molto di lui dopo l’episodio della mattina ma tentare non nuoce, no?
Piegò la testa di lato, portando nuovamente lo sguardo agli occhi di Calum che sembrò arrossire e «Sei molto gentile. A dire il vero anche io sono parecchio giù e ho bisogno di rilassarmi e pensare ad altro» parlò lei, rigirandosi la tre dita una ciocca di capelli.
«So che è un po’ tardi come ora ma non ho ancora fatto colazione e mi stavo chiedendo se ti andava di venire con me in un bar qui vicino. Non capita tutte le mattina di trovare una bella ragazza in biblioteca che ha i tuoi stessi gusti quindi… ci stai?»
A stento credette a quella prole e gli occhi le s’illuminarono quando rispose «Sì»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non aveva smesso un attimo di imprecare, Ashton quando raggiunse il negozio quel pomeriggio.
Per di più stava diluviando e, come suo solito, aveva lasciato l’ombrello a casa.
«Buongiorno anche a te, pulcino bagnato» lo salutò Ed quando Ashton aprì la porta masticando una bestemmia.
«Non è giornata, Sheeran» disse tagliente.
Ed, per tutta risposta, ridacchiò perché amava stuzzicare l’amico in queste situazione e farlo uscire fuori di senno ancora più del dovuto.
«Problemi in paradiso?»
Ashton non rispose subito, per prima cosa andò verso il magazzino dietro le casse dove aveva fortunatamente lasciato un cambio pulito.
Ed si sporse, buttando un occhio dentro la stanza dove Ashton stava perdendo l’equilibrio nel togliersi i pantaloni.
«Tu hai dei fratelli, Ed?»
«Uhm, sì e mi aspettano ad Edimburgo per rendermi la vita un inferno. Perché? Non c’entra nulla la piccola Candy questa volta?»
Ashton si fermò immediatamente, i pantaloni ancora calati sulle gambe ‘che davvero non capiva come facesse Ed a centrare sempre il centro.
Il riccio lasciò scappare un sospiro e ricominciò a vestirsi «Penso… penso di averla offesa in un certo modo. Ci stavamo baciando quando – no, Ed, ci stavamo baciando per la lezione» precisò nel vedere l’espressione dell’amico «Quando sono entrarti Lauren ed Harry che hanno subito pensato male e allora ho detto che non mi metterei mai con una come lei e se n’è andata e io… l’ho lasciata andare»
«Tu cosa?» urlò quasi facendo sobbalzare una vecchietta alla cassa e «Posso aiutarla, signora?» domandò dedicandole uno dei suoi sorrisi migliori.
Servì la signora porgendole lo scontrino e il sacchetto e le augurò una buona giornata. Poi tornò a concentrarsi sull’amico «Tu non lo pensi davvero, Ash. Tu sei pazzo di Candy!»
«Io non… sono pazzo di Candy» disse sbuffando per poi sedersi alla cassa affianco a quella di Ed. Che assurdità stava dicendo?
«Cosa pensi di lei? Realmente intendo, non la cretinata che le hai rifilato oggi»
Ashton si fece comodo sulla sedia e si sistemò la maglia sgualcita «Beh, penso che quando sto con lei… sto bene. Non devo fingere di essere qualcun altro e mi piace nella sua semplicità, nella sua goffaggine, nelle felpe che mi ruba… Candice è bella. Bella quando gesticola mentre parla, quando mangia come un maiale da Burger King, quando arrossisce facilmente quando è semplicemente lei stessa e non ha bisogno di lezioni per come far cadere ai suoi piedi i ragazzi insomma… ci riesce senza nemmeno sforzarsi più di tanto»
Le parole uscirono dalle sua labbra come un fiume in piena, non doveva nemmeno sforzarsi a cercare le parole giuste, venne tutto così naturale che si sorprese quasi di riuscire a fare un discorso fluido senza impappinarsi come spesso succedeva. Ma, soprattutto, si sorprese delle cose appena dette che pensava davvero.
Sposò immediatamente lo sguardo verso Ed che lo guardava divertito, le braccia conserte e un sorrisino sulle labbra carnose.
«Dici che…?»
«Si fratello mio, sei inguaiato» rispose Ed prima di lasciarli una pacca sulla spalla e lasciarlo solo coi suoi pensieri.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: MargaretMadison