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Autore: reby_soldier    12/09/2015    1 recensioni
Sam e Dean si trovano in una cittadina dell'Alabama intenti a lavorare a un caso, quando una sera ricevono una misteriosa telefonata che li porterà a una ragazza bella e dolce, ma allo stesso tempo abile e spietata cacciatrice.
Una famiglia distrutta, gli effetti sbiaditi di una lunga guerra non del tutto terminata e un cimelio del Paradiso da recuperare prima che sia troppo tardi.
I due fratelli si troveranno per l'ennesima volta coinvolti in una pericolosa e delicata situazione che può mettere a repentaglio il destino stesso dell'intera umanità.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Impala, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Epilogo - Tabula Rasa



Poche ore prima dell'alba, Sam propose al fratello di fermarsi a un motel dicendo che gli avrebbe fatto bene un po' di riposo. Dean acconsenti e scarico' Sam alla reception del primo motel che trovarono sulla strada, poi cerco' un angolo del parcheggio oscuro e isolato dove si fermo' e parcheggio' l'Impala.
Quando Dean fu finalmente solo con se stesso, nell'oscurità, la sua mente spaziò ispezionando la sua coscienza. Non riusciva più a sostenere il dolore e la paura che in un primo momento si manifestarono con un eccesso di ira e di frustrazione. Prese a pugni il volante dell'Impala in un vano tentativo di sfogare ciò che aveva dentro: il mostro che cresceva dentro di lui.
Odiava mostrarsi debole o affranto, anche a se stesso. Ma in quel caso non riusci ad opporsi alle proprie emozioni, ai propri turbamenti e ai propri sensi di colpa. Le lacrime cominciarono ad appannargli la vista contro la sua volontà e poi, quando gli occhi non poterono più sostenere quel pesante bagaglio di dolore, una a una, timide e pure, cominciarono a scendergli lungo le guance rigandogli il volto. Si sentiva male e marcio. Marcio dentro.
Dean aveva sempre avuto, sin da piccolo, questo peso sulle spalle e sulla coscienza. Questo dovere, questo imporsi di dover proteggere sempre a tutti i costi quelli che ama e quelli che lo amano. Non riusciva però a capire perchè finiva sempre che tutti quelli che lo amavano e che lui aveva mai amato sinceramente morivano tra le sue braccia. Questo era il peso che si portava dietro da tutta una vita. Questa era la palla al piede con cui era obbligato a convivere da quando sua madre era stata uccisa. E ora, dopo la morte di Rachel, un altro macigno era stato aggiunto al suo ormai devastato cuore.
Non era abituato a parlare con nessuno di ciò che si portava appresso, nemmeno con Sam. E forse era quello il suo errore più grande. Ma lui preferiva soffrire in silenzio come un guerriero fino allo strenuo delle forze piuttosto che mostrare debolezza per solo un secondo.
Si sfrego' via rabbiosamente le lacrime dalle guance e dagli occhi imprecando contro il cielo e il destino e maledisse il giorno in cui Rachel ebbe fatto quella telefonata, quella che lo portò a conoscerla e ad amarla, commettendo il fatale errore di dimenticarsi anche solo per un istante della maledizione che lo assillava.
Cosí un'altra vita, come tante altre che avevano avuto la disgrazia di intrecciarsi alla sua, era stata spezzata.
Uscí dall'auto sbattendo violentemente la portiera, la chiuse a chiave e rimase ancora un attimo fuori ad osservare il sedile posteriore dove si sedeva sempre Rachel mentre erano a caccia o quando andavano semplicemente a fare la spesa insieme. Ora che ci pensava, non le aveva mai concesso di sedersi davanti accanto a lui. 
E ora che avrebbe fatto, Dean? Si sarebbe tenuto tutto dentro, ancora e ancora. Lo avrebbe fatto per suo fratello, doveva essere forte per lui, per proteggerlo come aveva promesso a suo padre, a sua madre e a se stesso anni e anni prima. Non poteva permettersi di crollare, nè ora, nè mai per salvaguardare il bene di quello che rimaneva della sua famiglia. Avrebbe ingoiato l'ennesimo, gigantesco boccone amaro e sarebbe tornato alla sua solita vita tormentata, nascondendo e nascondendosi.
La sua coscienza era come un enorme tappeto sotto il quale sottraeva alla vista del suo cuore montagne di polvere e detriti di vite schiacciate dal passaggio della sua e dalle promesse che non era in grado di mantenere. La morte di Rachel non era stata causata da Crowley, non era colpa dei demoni, o di Castiel, o di suo fratello o del destino. Era solo colpa sua. Viveva sentendosi in colpa per qualsiasi cosa.
Ma con gelida necessità era pronto a prendere anche la vita infranta di Rachel, che aveva amato come nessun'altra mai, e gettarla sotto il tappeto dell'ipocrisia.
Percorse il vialetto del motel, entrò nella stanza che avevano preso per la notte e si richiuse la porta alle spalle. Sam era sdraiato su uno dei due letti visibilmente sconvolto e provato. E guardò il fratello come aspettandosi delle parole di dispiacere e conforto.
Dean percorse la stanza a sguardo basso, deludendo le aspettative di Sam.
-Ci ho messo un po'. Non trovavo percheggio-. Mentí.
E nel profondo sapeva che il demone continuava ad annidarsi e continuava ad eclissare la sua torbida coscienza.


 
Ed eccomi qua giunta alla fine di questo breve ma intenso esperimento letterario. Grazie a tutti coloro che hanno letto e a coloro che hanno recensito (contiuate a farlo!!). Ho, però, un messaggio per tutti coloro che si stanno chiedendo "Come reagirà Cas?" "Cosa succederà tra Cas e Dean?" "Come si sistemeranno le cose?": non disperate! Ho già cominciato a scrivere una prossima storia collegata a questa; prologo e primi due capitoli sono già pronti e forse prima dell'Apocalisse (di nuovo) riuscirò a pubblicare qualcosina. Spero solo che la scuola non mi rubi troppo tempo.
Grazie ancora, alla prossima,
Rebecca♥
   
 
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