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Autore: Alyx    13/09/2015    3 recensioni
«Oh, tranquillo Moony. Non sarà la lingua lunga di una ragazzina a ferire il mio ego.»
«Anche perché con tutto quello che ti ritrovi non basterebbe una trivella per scalfirlo.»
James la afferrò per il mento, costringendola a voltarsi verso di lui. Lily lo fulminò con gli occhi. «Adorerei sapere quanta ancora di questa spavalderia conserveresti se fossimo da soli.»
«Nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi, Potter.»

****
Immaginatevi una Lily trascinata a un concerto di una band un po' sconosciuta, di quelle un po' americane. immaginatevi un James che suona in una di queste band, che ne è il leader. Immaginatevi un incontro un po' fortuito e il solito odio che non è così odio. E aggiungete tanti tanti feels.
A questo punto non vi rimane che leggere.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dysfunctional

Per la mia Vì, piccola e tenera, che voleva tanto una Jily AU

 
Lily non avrebbe mai pensato che andare a una stupida serata, in un anonimo locale tanto sperduto da far dubitare persino della sua esistenza, avrebbe potuto portare tanti guai. Ed era altrettanto sicura che quando Remus, il suo storico vicino di casa, glielo aveva proposto non l'aveva di certo fatto con l'intenzione di provocare tutto quello
Bisogna sapere che Remus Lupin non era mai stata una persona tanto loquace ed espansiva, anzi, era un tipo molto riservato e timido. Lily -era brutto da ammettere ma sì- si era addirittura stupita quando l'aveva invitata alla serata di debutto del gruppo musicale dove suonavano dei suoi amici. Era stato tanto vago che per un attimo la ragazza aveva pensato che se lo fosse inventato: trovava più probabile che un membro della band fosse la cotta segreta dell'amico. Non che avesse prove che Remus fosse gay ma c'era da dire che non l'aveva mai visto con una ragazza. 
Perciò si trovò piacevolmente stupita quando poco prima che lo spettacolo iniziasse, quello che era quasi sicura fosse il bassista, un tipo attraente e vestito di nero, si avvicinò al tavolo dove era seduta con Lupin per salutarlo e abbaiargli qualche battuta contro. E quella fu una delle poche volte in cui Lily vide un Remus decisamente più spontaneo e disinvolto del solito. 
Quando il musicista se ne fu tornato da dove era venuto, la ragazza scoprì di non riuscire a trattenersi. 
«Ti piace?» chiese con finta noncuranza. 
Remus sobbalzò. «Cosa?» 
Lily si strinse nelle spalle, soffocando un sorrisetto compiaciuto. «Il bassista. Ti piace?» 
Il ragazzo arrossì, capendo finalmente l'insinuazione. «Certo che... Come ti viene in mente una cosa simile?» 
La rossa rise. «Allora ti piace per davvero!» 
«No! Nemmeno per sogno!» Remus era paonazzo. «Andiamo, è... è Sirius. Io... io...» 
Non riuscì a finire il discorso, un po' perché si era incantato a fissare il palco con espressione corrucciata, un po' perché dopo pochi secondi le luci si abbassarono e il gruppo salì sul palco accompagnato dagli applausi. Il locale non era pieno ma decisamente più frequentato del solito, Lily lo aveva capito dallo sguardo impanicato del barman alla sua sinistra. 
La ragazza riconobbe Sirius il bassista salire e posizionarsi con il suo strumento elettrico alla destra del ragazzo che era entrato per primo e che si era appoggiato su uno sgabello alto davanti al microfono nel mezzo. La ragazza dovette impedirsi di non sbuffare alla vista dei due: di certo la vita era stata generosa con loro visti i visetti che si ritrovavano. 
Lily non era cieca, e anche se non le piaceva affatto come tipo, Sirius era di una bellezza disarmante, tanto da sembrare finto. Era a tratti imbarazzante. Non si stupiva di certo che Remus ne fosse cotto (ormai lo dava per scontato). 
Il ragazzo nel mezzo invece, che si era appena fatto allungare una chitarra elettrica dal batterista, un tipo più basso e più brutto dei compagni, non era così bello come Sirius. Eppure aveva un'aria spavalda che senza dubbio attraeva molte donne. Al momento Lily l'avrebbe solo picchiato fino a togliergli dalla faccia quel sorrisetto malizioso che rivolgeva ad ogni essere femminile nella stanza. Quando inevitabilmente incrociò il suo sguardo rispose al suo occhiolino con una gelida espressione seccata. 
Quando anche il tastierista si fu posizionato, gli ultimi applausi si placarono e il chitarrista centrale strimpellò qualche nota prima di essere imitato dagli altri strumenti. 
La ragazza riconobbe la canzone solo dopo che il tipo irritante al centro ebbe cominciato a cantare come uno degli ultimi singoli dei Maroon 5. Lily alzò gli occhi al cielo. Così commerciale.
Ben presto si scoprì a ignorare ogni membro ad eccezione del cantante. Si appoggiava allo sgabello con grazia studiata, teneva la chitarra troppo bassa per essere davvero una posizione comoda e ogni tanto scuoteva la testa come a sistemare la capigliatura ribelle che si ritrovava. Anche i suoi occhi, di un caldo color nocciola, fissavano sempre più insistentemente nella sua direzione. 
Più il tempo passava, più le canzoni si susseguivano, più la folla li osannava, e più Lily sentiva di odiare quel tipo che nemmeno conosceva. Odiava il modo in cui faceva l'occhiolino alle ragazze per sembrare più attraente, odiava il suo tic di tenere il tempo battendo a terra il piede destro, odiava quei suoi capelli che non aveva palesemente mai nemmeno provato a pettinare, odiava il luccichio della sua chitarra rossa laccata sotto i riflettori, e odiava il modo in cui semplicemente la fissava, come se si stesse godendo ogni sua curva. Diavolo, la faceva sentire sporca. Oh, e ovviamente odiava lo stupido nome della sua band, che brillava sotto le luci artificiali sul tamburo centrare della batteria, Mischief Managed. Era ridicolo, e di sicuro l'aveva scelto lui. 
«Vado in bagno!» annunciò quando seppe di non poter sopportare altro, urlando nella direzione di Remus per sovrastare il rumore del basso e della folla. Il suo amico annuì a malapena, troppo preso dallo spettacolo. 
Scostò la sedia bruscamente, evitando di incrociare lo sguardo con chiunque, sgomitando tra le ragazzine eccitate che cercavano di avvicinarsi di più al palco. Lily andò davvero in bagno ma al ritorno, anziché tornare a sapere al suo posto, si accomodò su uno sgabello del bar. Notò a malapena che la band stava annunciando una pausa. 
«Un Sex on the Beach, per piacere.» chiese, una volta ottenuta l'attenzione del  barman.
«Arriva tra un momento.» 
Lei annuì, soffocando uno sbadiglio. Voleva tornare a casa ma aveva promesso a Remus un passaggio visto che erano venuti con la sua macchina, e non poteva di certo lasciarlo a piedi. 
«Ecco a te.» le disse, posandole il drink davanti. Lily si allungò per afferrarlo e bevve un sorso. C'era troppa vodka per i suoi gusti, ma aveva pur bisogno di qualcosa per superare la serata. 
Qualcuno scivolò sullo sgabello alla sua sinistra. «Non solo ti hanno lasciata sola, ma ti hanno lasciata pure da sola a bere?» 
Lily pensò solo che la sua voce non avrebbe potuto essere più diversa da quando cantava. Il chitarrista odioso le regalò un sorriso sghembo. 
«Sono abbastanza grande da non aver bisogno di una baby sitter.» replicò acida. 
Lui rise. «Oh sì, ho notato.» 
Lily lo ignorò, bevendo un altro sorso di Sex on the Beach. Sperò solo che si stancasse in fretta. 
«Sono consapevole di lasciare spesso le donne senza parole, ma non fare l'offesa, Rossa.» 
Avrebbe voluto ringhiargli di cucirsi la bocca ma proprio in quel momento comparve Remus da dietro una spilungona tinta bionda che si stava avvicinando sicuramente per parlare col cantante. 
«Oh, Lily! Eccoti qui! Cominciavo a preoc- oh James! Ci sei anche tu!» 
Finalmente Lily aveva un nome da associare a quel pallone gonfiato. E purtroppo quello non riuscì a odiarlo fino in fondo. Perché non poteva chiamarsi Algernon o Gary o... Angus? James era un nome troppo bello per uno come lui. 
«Voi due vi conoscete?» domandò stupito il chitarrista, indicando alternativamente Remus e Lily.
«Lei è... la mia vicina di casa, Lily Evans. Lily, lui è James Potter un beh, mio amico musicista.» 
James scoppiò a ridere. Perché non poteva avere una brutta risata? Di quelle che sembrano grugniti o altri strani versi animali? 
Con gli occhi lucidi dalle risate il ragazzo appoggiò i gomiti sul bancone del bar, avvicinandosi alla ragazza. «Allora, Lily. Ti piace lo spettacolo?» 
La rossa si trattenne ancora dal voltarsi a guardarlo negli occhi, concentrandosi sul bicchiere mezzo vuoto tra le sue mani. Era stranamente consapevole del calore che emanava il suo corpo a pochi centimetri di distanza e la cosa la irritava. «Lo trovo un po' ripetitivo. E banale.» 
«Lily!» esclamò Remus inorridito. 
«Che c'è? È la verità.» 
James scosse una mano in aria. «Oh, tranquillo Moony. Non sarà la lingua lunga di una ragazzina a ferire il mio ego.»
«Anche perché con tutto quello che ti ritrovi non basterebbe una trivella per scalfirlo.» 
James la afferrò per il mento, costringendola a voltarsi verso di lui. Lily lo fulminò con gli occhi. «Adorerei sapere quanta ancora di questa spavalderia conserveresti se fossimo da soli
«Nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi, Potter.» 
Lui non replicò ma sorrise enigmatico. Poi la liberò dalla presa e fece qualche passo indietro. «Il dovere mi chiama. A dopo, Remus. Lily.» si giustificò con un inchino appena accennato, prima di voltarsi per tornare indietro. 
«Per te solo Evans!» sottolineò la ragazza, e sebbene lui non diede segno di aver sentito Lily era sicura che stesse fingendo. Quanto odiava quel tipo.
 
 
You and I go hard at each other like we're going to war.
You and I go rough, we keep throwing things and slamming the door.
You and I get so damn dysfunctional, we stopped keeping score.
You and I get sick, yeah, I know that we can't do this no more.
 
 
Remus la trascinò a sedere appena un attimo prima che iniziasse il secondo tempo di quella serata interminabile. Lily era già pronta ad arenarsi sulla sedia con aria annoiata ma la band non cominciò a cantare. Potter sfilò il microfono dalla stecca, litigandoci per un secondo perché si era incastrato il filo, e poi la sua voce gracchiante cominciò a rimbombare nel locale. 
«Vi state divertendo?» 
Un ridicolo boato di urla provenne da un tavolo di ragazze alle sue spalle. James rise. 
«Meno male, perché ho ricevuto una lamentela giusto pochi attimi fa.» 
No. Pensò Lily. No. Non poteva farlo. Come si permetteva?
«Ne sono rimasto deluso e ferito e per questo vorrei invitare tale persona a godersi lo spettacolo da più vicino. Magari non sente molto bene.» la mano che aveva appoggiato teatralmente al petto fingendosi ferito si allungò in quel momento nella direzione della rossa, seguita da uno sguardo divertito e malandrino. 
Maledetto James Potter. 
«Vieni Lily, avvicinati. Sali sul palco.» 
La ragazza era pronta a rifiutarsi categoricamente ma lo sguardo di sfida che le rivolse le fece ribollire il sangue nelle vene. Oh, se ne sarebbe pentito. Eccome se lo avrebbe fatto. 
Accompagnata da uno scroscio di applausi e qualche fischio, la rossa fece come le aveva detto. Rifiutò la mano di James e si issò da sola sul palco. Lui non sapeva in che guaio si fosse cacciato. Aveva sfidato Lily Evans. 
La ragazza si avvicinò per strappargli il microfono di mano. «Farò decisamente di meglio che limitarmi ad ascoltare.» sibilò mentre un coro di «Ooooh» si alzava dal pubblico.
«La band è al tuo servizio, Rossa.» acconsentì James trattenendo a malapena un ghigno soddisfatto. Già adorava quella ragazza.
«Parla per te.» borbottò il tastierista alle sue spalle, mentre Potter si allungava a prendere un nuovo microfono. 
«Immagino che sappiate suonare One More Night.» esordì Lily con sufficienza.
I musicisti si guardarono un attimo tra di loro e poi James annuì nella sua direzione. Potter infilò il nuovo microfono nella stecca e riprese tra le braccia la sua chitarra. Partì con una serie di accordi che Lily riconobbe quasi immediatamente. Fu lui a cominciare a cantare e ancora una volta la ragazza non poté non notare quanto diversa la sua voce fosse rispetto a quando parlava. Era qualche tono più acuta, ma non affatto femminile, e a tratti roca. Se non fosse stata così accecata dall'odio, Lily l'avrebbe trovata sexy. 
La ragazza si intromise appena lui ebbe finito la strofa, afferrando il microfono con entrambe le mani e portandolo alla bocca. Non staccò un attimo gli occhi dal cantante. 
Lily sapeva che la sua non era una voce fenomenale ma almeno era intonata. E aveva cantato quella canzone centinaia di volte sotto la doccia in quelle ultime settimane. Sapeva ogni parola, ogni ridicolo ululato, ogni pausa da fare. 
Le loro voci si unirono al ritornello. Lily fece un passo indietro, seguendo il ritmo degli altri strumenti che si erano adeguati alla loro sinfonia, pestando il palco come se fosse stato uno dei tamburi della batteria. Si accorse a malapena che la sua mano sinistra ormai si muoveva attorno a lei a fare quegli sciocchi gesti che aveva sempre trovato irritanti nei cantanti. 
La voce di James la lasciò sola di nuovo nella prima parte della seconda strofa per poi tornare, se possibile, più forte e roca di prima. Lily quasi riusciva a sentire come questa stuzzicava qualcosa dentro di lei, qualcosa di cui nemmeno aveva mai saputo l'esistenza. Era eccitazione, come un brivido, che andava oltre il semplice fatto di star cantando in pubblico. Era lui, la sua voce, i suoi occhi dorati incatenati ai suoi, il suo modo strambo di tenere la chitarra, il fatto che le loro voci si univano in quella assurda e incredibile melodia...
La canzone finì fin troppo presto per i gusti di Lily che si ritrovò a fissare James mentre cercava di riprendere fiato, con uno scroscio di applausi provenienti dal pubblico in sottofondo. 
Il cantante la fissava con uno sguardo di stupore misto a entusiasmo, divertimento e fierezza. Lily continuò a tenere gli occhi incatenati ai suoi ma ben presto si sentì assalire da uno strano senso di panico. Doveva assolutamente scendere da quel palco, allontanarsi da lui, prendere una bella boccata di aria fresca e rinsavire assolutamente. 
Si voltò, appoggiò al volo il microfono sulla prima cassa alla sua sinistra e scese dal palco. Non si fermò, mentre correva via verso l'uscita sul retro, non si fermò fino a quando non chiuse all'interno del locale le urla, gli applausi, la musica e le sue stesse emozioni.
 
 
Yeah, but baby there you go again, there you go again, making me love you.
Yeah, I stopped using my head, using my head, let it all go.
Got you stuck on my body, on my body, like a tattoo.
And now I'm feeling stupid, feeling stupid, crawling back to you.
 
 
Dopo quelli che parvero anni la porta alle sue spalle si aprì e richiuse con un cigolio. Lily sospirò. «Sì, lo so, non dovrei essere qui.» 
Quella era l'area riservata ai membri della band e dello staff, ma proprio per quello era più losco e solitario, esattamente quello di cui aveva bisogno in quel momento.
«Mi dispiace. Non volevo metterti in difficoltà.» 
James la affiancò, appoggiandosi alla cassa sulla quale Lily era seduta, tirando fuori un pacchetto di Chesterfield Blue da venti. Se ne infilò una tra le labbra prima di porgere la scatola alla ragazza, offrendogliene silenziosamente una. Lily stava per scuotere la testa per rifiutare ma esitò. Dopo un attimo ne sfilò una dal pacchetto e lo imitò, portandosela alla bocca.
«Sì che volevi.» 
James sorrise quasi amaramente prima di accendersi la sigaretta. Si sporse poi verso Lily, proteggendo la fiamma con il palmo della mano mentre faceva lo stesso con quella della ragazza. 
«Hai ragione. Volevo. Ma non così.» disse Potter, espirando dalla bocca una nuvola di fumo, bianco sotto la luce dei lampioni consumati. 
«Non è stata solo colpa tua.» 
Lily non capiva perché glielo stesse dicendo. Fino a pochi minuti prima lo odiava e adesso... Adesso era solo confusa. E più pensava ai motivi per cui detestava quel ragazzo, più le sembravamo sciocchi. Alla fine era l'unico che era venuto a cercarla.
«È stata una mia idea cantare.» continuò, espirando del fumo dal naso. «Tu hai solo fatto l'antipatico bambinetto viziato.» 
Lui capì che non era così seria come voleva sembrare. «Cosa vorresti dire con questo,  scusa?» 
«Che volevi assolutamente divertirti col tuo nuovo giocattolo.» 
«Non del tutto vero.» la corresse, aspirando più profondamente la sigaretta. 
Lily soffocò una risata. «Ah davvero?» 
Lui sorrise. «Mi hai davvero intrigato e sì, volevo giocare un po' con te, ma non volevo affatto ferirti.» 
«Non sono ferita. Puoi smetterla di far finta di essere il principe nella sua scintillante armatura bianca, perché non sono la principessa da salvare.» era suonata più dura di quanto volesse ma era la verità. Lei non era mai stata fragile, e mai lo sarebbe stata. 
«Fidati, quello l'ho capito.» 
Scese il silenzio, durante il quale Lily si concentrò esclusivamente sul finire la sua sigaretta. La fumò fino al filtro, spegnendola poi nel rivestimento di ferro di una delle scatole del bar attorno a lei. Solo quando saltò giù per rimettersi in piedi, James parlò di nuovo. 
«Usciresti con me sabato prossimo?» 
Lei nascose un sorriso lusingato, lasciando che la chioma di capelli vermigli la riparassero dallo sguardo di James. Sembrava sinceramente in imbarazzo, nonostante si stesse sforzando di non darlo a vedere. 
«Nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi, Potter.» Era la stessa frase che gli aveva rivolto un paio di ore prima ma adesso una punta di malizia aveva rimpiazzato l'irritazione. 
Gli diede le spalle, pronta per rientrare. In pochi secondi James fu al suo fianco. «Però sono sicuro che non vorresti mai perderti la nostra prossima serata, sai per controllare se siamo migliorati o se continuiamo ad annoiarti...» 
«E quando sarebbe?» 
James ghignò. «Sabato prossimo.» 
«Ma che coincidenza.» 
«Verrai?» 
Lily sorrise enigmatica ma non disse niente e scivolò di nuovo dentro il locale. 
 
 
So I cross my heart and I hope to die
That I'll only stay with you one more night
And I know I said it a million times
But I'll only stay with you one more night
 
 
«Credevo che mi avessi detto che sarebbe venuta.» disse Sirius richiudendo la fessura del sipario e girandosi verso James. 
«Arriverà.» 
«Remus è da solo.» obiettò scettico il suo migliore amico. 
Potter sbuffò. «Ho detto che arriverà.» 
Frank, il loro tastierista, si sporse dalla scala di accesso al palco coi capelli più scompigliati del solito. «Non avremmo già dovuto iniziare?» 
James sbuffò di nuovo. 
«Ancora cinque minuti, Frank. Puoi tornare da Alice.» rispose Sirius.
Il tastierista arrossì. «Mmm, okay. Vado.» 
«Prongs, altri cinque minuti veramente.» riprese poi il bassista rivolto al cantante. «Non possiamo accumulare così tanto ritardo.»
«Ha detto che sarebbe venuta.» 
«L'ha fatto?» 
James esitò. «Ha... Me l'ha fatto capire.» 
Sirius sospirò, sedendosi accanto all'amico. «Forse hai frainteso.» 
Il cantante si alzò tempestivamente, trattenendosi dal colpire il suo migliore amico. Come poteva dirgli quelle cose? 
«Io non ho frainteso un bel niente.» 
Anche l'altro si mise in piedi. «Smettila di fare il bambino, James. Non ti permetterò di rovinare la nostra carriera per colpa di una ragazzina.» 
«Lily non è una ragazzina! Non osare dirlo mai più!» 
Sirius alzò gli occhi al cielo, sbuffando. «Hai ragione. È solo la tua stupida infatuazione del momento.» 
Il pugno di James gli colpì la mandibola ancora prima che potesse realizzarlo. Era furioso. 
«Sei impazzito?» sbottò attirando l'attenzione di Peter nella stanza accanto al retro del palco.
«Almeno io ho il coraggio di provarci con la mia stupida infatuazione.» disse James, quasi sputandogli addosso.
Il bassista si stava tenendo la parte colpita e scoprì che parlare gli faceva un male cane. «Cosa diavolo stai insinuando?!» 
Potter scoppio in una finta e amara risata. «Persi che non mi sia accorto del modo in cui guardi Remus?» 
«Cosa...?» cominciò Peter alle loro spalle, salendo dalla rampa di scale da dove si era sporto pochi minuti prima Frank. 
Questa volta fu il turno di Sirius di colpire con un pugno il mento del migliore amico. 
«Stai zitto. Non sai di cosa parli.» sibilò mentre James si lasciava sfuggire un verso sofferente.
«Neanche te! Ma non mi sembra che tu ti sia contenuto!» 
James prese la rincorsa per un altro cazzotto ma Frank salì di corsa a trattenerlo, seguito da Peter e Remus. 
«Cosa diavolo sta succedendo qui?!» esordì il tastierista, bloccando Potter mentre Remus faceva lo stesso con Sirius e Peter si intrometteva tra i due.
«Lui è completamente impazzito per la tua fottuta vicina di casa e sta rovinando la band!» urlò il bassista, dimenandosi dalla presa di Lupin.
«È lui quello che spara sentenze del cazzo e fa l'uomo vissuto quando non riesce nemmeno ad ammettere che è frocio!» 
Scese un silenzio imbarazzato. Peter continuava a muovere la testa prima in direzione di Sirius e poi in quella di James, incrociando per un attimo lo sguardo preoccupato di Remus e quello stupito di Frank. 
«Padfoot?» pigolò infine il piccolo batterista.
Sirius si liberò definitivamente dalla presa di Remus. «Fottiti, Potter.» E un attimo dopo era sparito.
 
 
Try to tell you "no" but my body keeps on telling you "yes".
Try to tell you "stop", but your lipstick got me so out of breath.
I'll be waking up in the morning, probably hating myself.
And I'll be waking up, feeling satisfied but guilty as hell.
 
 
Quando Lily vide Remus la settimana dopo capì subito che c'era qualcosa che non andava. Ma non avrebbe mai pensato che la causa del suo malumore fosse la momentanea sospensione della band dei suoi amici. 
Se già si sentiva mortificata per non essere potuta andare a vedere lo spettacolo il sabato precedente, a causa di una stupida cena organizzata da sua sorella durante la quale aveva confessato loro il suo imminente matrimonio, ma dopo aver saputo la notizia da Remus si sentì ancora più in colpa. 
Non sapeva bene cosa esattamente l'aveva spinta a chiedere al suo vicino di casa l'indirizzo del cantante, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. La ragazza fece un respiro profondo prima di suonare il campanello. Aspettò che la porta si aprisse per un tempo che le parve infinito, tanto che dubitò persino che il ragazzo fosse in casa, ma finalmente James fece scattare da dentro la serratura. 
«Frank ti ho detto di sm- Oh.» si interruppe immediatamente appena la vide. 
Lily lo osservò per un secondo. Indossava una tuta blu dall'aria consumata, era a piedi scalzi, e aveva un paio di occhiali squadrati appoggiati sul setto nasale, che gli erano mancati allo spettacolo. Ma sopratutto aveva un brutto livido violaceo sul lato sinistro della mascella che Lily si sforzò di non fissare. 
«Che ci fai tu qui?» chiese appena si fu ripreso, passandosi una mano tra i capelli. Nel farlo l'oro della sua maglietta di alzò un po' e Lily sperò di non essere arrossita. Da quando stare in compagnia di un ragazzo le faceva quell'effetto? 
«Io... Ecco.» le mancavano le parole. Boccheggiò un attimo prima di accigliarsi e incrociare le braccia sotto il seno. «Oh ma insomma fammi almeno entrare. Dove le hai messe le buone maniere?» 
James sussultò. «Già. Sì, entra.» 
Il suo appartamento non era grande ma sicuramente spazioso. Le pareti erano bianche e Lily non poté non notare che aveva un elevato numero di specchi. La sua chitarra elettrica, quella rossa che aveva allo spettacolo, era appoggiata su un cavalletto accanto al divano. Non era l'unico strumento presente nella stanza ovviamente. Lily vide anche quello che le sembrava un ukulele, una chitarra classica, una piccola batteria che se ricordava bene avrebbe dovuto essere silenziosa e una vecchia tastiera. Lui si appoggiò al bancone della cucina, leggermente in imbarazzo. Lily rimase in piedi di fronte a lui. 
«Vuoi qualcosa da bere?» 
«No grazie.» 
«Da mangiare?» 
Lily scosse la testa sussurrando un altro «No.» 
«Perché non sei venuta sabato?» 
La ragazza sussultò, non aspettandosi la domanda tanto presto. «Io...» 
«Sai cosa è successo, vero? Remus deve avertelo detto. È per questo che sei qui.» la interruppe con aria seccata. «Non scomodarti, Evans. Nessuno te ne fa una colpa.» 
Era la prima volta che la chiamava per cognome e Lily si accorse di esserne offesa. E odiava il modo in cui le aveva parlato. 
«Non so quale sia il tuo problema, Potter, ma- anzi no. Sì che lo so qual'è il tuo problema quindi datti una calmata.» 
Lui fece un passo avanti verso di lei. «Smettila di parlarmi come se sapessi tutto di me!»
«Mi stai prendendo per il culo, vero? Ma ti senti almeno quando parli?» 
James sbuffò. «Tu no di certo.» 
«Non sono venuta al tuo spettacolo perché mia sorella, che per inciso mi odia e -NO! Non interrompermi cazzo!- tu questo non lo puoi sapere perché non mi conosci, si sposa e aveva organizzato una cena alla quale sono stata obbligata a partecipare! Pensi che mi sia divertita a darti buca? Dannazione, no! Avrei venduto un rene per scappare da quella casa e smetterla di dover fingere davanti al suo futuro marito che andasse tutto bene perché diamine, niente va bene nel mio rapporto con Petunia!» 
Lily si accorse di aver un attimo perso il filo del discorso. James la guardava con gli occhi spalancati, e fece per parlare ma ancora una volta lo interruppe. «E so che è colpa mia se ti sei picchiato con Sirius perciò smettila di mentire.»
«Avresti potuto avvisare.» tentò James, conservando ancora la sua aria offesa. 
«Oh, sì che idea brillante. Magari avrei potuto ingaggiare un piccione viaggiatore, o un gufo, o perché no, magari entrambi per farti recapitare il messaggio. Non pensavo che fossi così stupido da perdere il controllo con Sirius.» Lily esitò. «Diamine, non pensavo nemmeno che ci tenessi così tanto a...» 
«Ero solo deluso. E Sirius mi ha provocato.» 
Lily rise amara. «E tu hai preso a pugni il tuo migliore amico perché eri deluso
James fece un altro passo più vicino a lei, sentendo la rabbia montare dentro. «Sì, dannazione, sì! Smettila di parlarmi come se fossi un Dio sceso dai cieli per giudicarmi. Dici tanto di me, ma siamo più simili di quanto immagini! Sei sbruffona e orgogliosa esattamente come me e sei sempre così fott-» 
Lily perse la pazienza e fece l'unica cosa alla quale stava davvero pensando. Afferrò la testa di James, si alzò sulle punte delle dita e premette le labbra su quelle di lui. Il ragazzo soffocò il suo discorso arrabbiato in un mugolio indistinto mentre si riprendeva dallo shock e cominciava a ricambiare. Le passò un braccio intorno alla vita, per attirarla più vicino, riuscendo finalmente a sentire il corpo esile di Lily contro il suo. 
La ragazza fece scivolare le mani verso la nuca di James, affondando le dita nei suoi capelli ancora più spettinati di quando l'aveva visto la prima volta. Erano ispidi al tatto e le mandavano brividi in tutto il corpo. O forse era il modo in cui la baciava. O in cui le accarezzava i fianchi. O in cui la teneva stretta a lui. Qualunque fosse il vero motivo, ammesso che ce ne fosse stato davvero uno, Lily era euforica. Sentiva ogni centimetro di pelle pizzicare deliziosamente, dalla punta delle labbra alla punta dei piedi. 
Sentì se stessa piagnucolare vergognosamente quando James si staccò quanto bastava per riprendere fiato. 
«Questo era... Wow.» disse, tanto vicino alle sue labbra che riusciva a sentirle sfiorare le sue. 
«Sì era... Wow.» 
La baciò di nuovo, prima piano, dolcemente, ma poi la situazione sembrò sfuggire di mano ad entrambi. Lily sapeva solo che un attimo prima era in piedi nella cucina di James Potter e quello dopo era seduta sulle sue gambe mentre lui era appoggiato allo schienale del divano in salotto. E non aveva più il giubbotto addosso. 
«James.» chiamò, gli occhi ancora chiusi a godersi la dolce sensazione che i suoi baci sul collo le procuravano. Lui mugolò un verso d'assenso, vibrando le labbra sulla sua pelle sensibile, facendole il solletico. 
«James Potter, smettila.» 
Lui lo fece subito, cercando i suoi occhi con aria preoccupata. 
«Che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato?» 
Lily dovette sopprimere una risata. «Non dimentichi qualcosa?» 
Lui sembrò pensarci intensamente per qualche secondo, poi scosse la testa. 
La ragazza sospirò sconsolata prima di sollevarsi facendo leva sullo schienale del divano. 
«Su, dobbiamo andare.» 
«Dove?» 
«A rimettere insieme la tua band.» 
 
Sei mesi dopo
 
«Credevo che avessi detto che sarebbe venuta.» disse Sirius a James, stropicciando nervosamente la maglietta tra le dita. 
«Arriverà.» 
«Sei sicuro? Remus è già qui.» 
James sbuffò. Quella conversazione gli dava uno strano senso di déjà vu. «Ho detto che arriverà.» 
Frank e Peter li raggiunsero dietro le quinte, il secondo stringendo spasmodicamente le bacchette della batteria tra le mani. «È arrivata?» 
«Arriverà, abbiate un po' di pazienza, diamine!» sbottò James. «Non ho bisogno che mi mettiate altra ansia.» 
«È in ritardo.» piagnucolò Peter. 
«Eccome se lo è.» approvò Sirius. 
«E se le è successo qualcosa?» chiese spaventato Frank. 
James impallidì. «Io vi odio.» 
Proprio in quel momento Remus li raggiunse, tra le braccia stringeva qualche paia di pettorine rosse sulle quali era stampata una serie infinita di cifre. 
«Siete pronti?» chiese, guardandosi intorno e porgendo loro il foglio di tessuto. «Dov'è Lily?» 
James stava per esplodere definitivamente ma un veloce e scomposto rumore di tacchi  attirò la sua attenzione. 
«Sono qui! Sono qui!» Lily veniva di corsa verso di loro, il cuore che batteva a mille e il fiato corto. «Mi dispiace ma la macch-» 
James strappò dalle mani di Remus l'ultima pettorina, attirò violentemente a sé la sua ragazza e la baciò, facendola tacere. Quando si separarono Lily stava sbattendo confusa le palpebre. 
«Non c'è più tempo.» le disse, porgendole insistentemente il pezzo di tessuto stampato. «Mettiti questa.» 
Frank la aiutò, mentre James marciava nervosamente verso il palco, e poi tornava indietro. Andò avanti così per quelle che sembrarono ore, Sirius che gli abbaiava dietro di stare calmo, quando fintamente un tipo vestito con una camicia azzurra venne verso di loro annunciando che in tre minuti sarebbe cominciato il loro turno. 
James cercò gli occhi di Lily e corse a stringere la sua mano. Era stata lei a convincerli a fare l'audizione di uno show televisivo. Aveva capito subito che quello sarebbe stato il solo modo che poteva davvero farli diventare qualcuno. James l'aveva convinta a unirsi come seconda cantante dei Mischief Managed pochi giorni dopo essersi messi insieme e da allora lei aveva insistito a provarci. E così eccoli lì, cinque musicisti e un vero fan, stretti in cerchio, le mani che sudavano, le voci che tremavano, gli stomachi chiusi dall'emozione. 
Il cerchio fu rotto, Remus si allontanò verso gli schermi televisivi da dove poteva seguire in diretta quel che succedeva sul palco, non prima di aver augurato a tutti buona fortuna e aver tirato una pacca alla spalla di Sirius. 
I membri della band si misero in fila vicino alla tenda che li separava dal corridoio che li avrebbe condotti sul palco. Potevano sentire gli applausi attutiti del pubblico e le ultime note della canzone del concorrente prima di loro.
Lily affiancò James, facendo scivolare la mano in una della sue, stringendola spasmodicamente. «Promettimi che non smetterai un attimo di guardarmi.» 
James ricambiò la stretta, prima di voltarsi nella sua direzione. Era bellissima. La cosa più bella che avesse mai avuto la fortuna di avere, persino più bella della sua chitarra elettrica. Quella di Lily era una domanda stupida; da quando l'aveva vista per la prima volta in quel bar sconosciuto, non le aveva mai tolto gli occhi di dosso. Era più di semplice attrazione quella che provava per lei; era un sentimento tanto profondo che solo pensarci lo spaventava. 
Le sorrise un ultima volta, prima di essere esortati a salire sul palco. «L'ho mai fatto?» 
 
 
 
 
Angolo dell'Autrice: 
Non so esattamente cosa sia successo qui. Questa fanfiction si è scritta un po' da sola, mentre ascoltavo le mille meravigliose versioni di One More Night che ho trovato su internet (e che vi link più in giù, ovviamente. Sono magnifiche.) 
Avevo voglia di scrivere  una Jily AU da un po' di tempo e la mia Writer96 mi ha dato persino l'occasione per farlo. E poi mi è venuto in mente un James super figo, versione cantante di una band e ciaone. Mi avete persa definitivamente. 
È questo è quel che è venuto fuori. Dei James e Lily un po' strani, che come al solito un po' si odiano e un po' si amano, una leggera flessione verso i Wolfstar che non ho portato a termine (siete liberi di immaginare quel che volete per quel che li riguarda) e un litigio tra James e Sirius che si risolve grazie a Lily. 
 
Ci tenevo a precisare che non voglio offendere nessun omosessuale quando faccio dire a James la parola frocio. Ma ho pensato che sarebbe stata una cosa che un qualsiasi ragazzo arrabbiato col suo migliore amico avrebbe potuto dire oggi giorno. Mi sembrava solo credibile, tutto qui. Se fosse stata una ragazza un po' facile molto probabilmente avrei usato un'altra parola. 
Beh, ci tenevo a precisarlo. 
 
Per qualsiasi domanda io sono disponibile e che dire, spero tanto che ci sia piaciuta. Spero che sia venuto fuori qualcosa di un po' diverso dal solito ma allo stesso tempo ho cercato di tenere i personaggi il più IC possibile, per quanto questo sia difficile in una AU. 
 
Aspetto con ansia i vostri pareri! 
Un bacione a tutti! 
 
 
Le versioni di One More Night con cui mi sono impallata un monte:
Questa è da dove ho preso spunto per la voce di James, tipo. https://youtu.be/XNHld-ErOoA
Questa invece per la voce di Lily e l'arrangiamento elettrico https://youtu.be/U73y8ERs-bU
Questa invece mi piace un gran tanto e basta. Sopratutto l'accompagnamento. https://youtu.be/NEdyRGXyYpk
   
 
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