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Autore: aniretacs    14/09/2015    1 recensioni
"... un RAGAZZO DISTRUTTO incontra una RAGAZZA DISTRUTTA,
hai detto di aver già tentato di tutto
ma che ha solo peggiorato ogni cosa
Oh ma questa volta... forse questa volta
due ERRORI diverranno una cosa giusta..."
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Le opzioni sono due: o la gomitata ricevuta oggi era più forte e violenta di quanto abbia in realtà percepito, o la bicicletta era più dura e spigolosa rispetto a tutte le altre bici in circolazione.
Questo perché quando mi sono alzata, dopo aver passato un’ora seduta a “chiacchierare” nello studio della Dott.ssa Kells, ho iniziato ad avvertire dolori in parti del corpo che ero sicura non avessero subito urti e/o particolari danni negli ultimi due giorni.
Credo che la mia terapista abbia avuto un piccolo attacco di panico quando mi ha vista entrare.
Vedendomi in questo stato ha pensato di aver completamente fallito con me. Ha creduto che fossi passata dal farmi del male al tentare il suicidio gettandomi in mezzo a una carreggiata durante l’ora di punta. Mah… non esattamente il mio stile: troppo poche possibilità di riuscita, secondo la mia opinione. 
In effetti, immagino di non essere proprio un bel vedere, in questo momento. Ho un bernoccolo in piena fronte e lividi ovunque; i miei skinny jeans si sono strappati in vari punti (anche se sembrano quasi fatti apposta); ho un’enorme macchia di olio lungo la coscia che ha la forma di una catena di bicicletta; la mia maglietta bianca è diventata di uno strano colore tra il grigio e il marrone a causa della polvere, credo; per non parlare dei miei capelli. Non li ho ancora visti allo specchio, e non sono particolarmente sicura di volerlo fare, ora come ora.
Così mi sono ritrovata costretta a dare delle spiegazioni e a passare, dal parlare dai problemi che affliggono il mio essere, al mio desiderio di prendere quel cafone per i capelli e portarlo a spasso come un cagnolino al guinzaglio fino a quando tutto ciò che mi rimane di lui, tra le mani, è il ciuffo biondo che si ritrova in testa.
La risposta ricevuta è stata:
     «Forse dovremo iniziare a lavorare anche sulla tua rabbia, Allyson. Non vorrei che arrivassi al punto di non riuscire più a controllarla e che prenda il sopravvento sulle tue azioni.» 
Oh, non immagina neanche quanto desideri perdere il controllo se mai avessi l’”ONORE” di incontrarlo nuovamente.
«Allyson, non voglio nasconderti il fatto che sono davvero preoccupata. Pensavo che l’estata ti avrebbe fatto bene. E invece, eccoti qui ora…completamente distrutta.» continua la dottoressa.
Il problema di fondo con il mio particolare disturbo dell’umore è che quando i miei demoni non prendono interamente possesso della mia mente, ho questa forte scarica di rabbia che mi divora da dentro. Mi fa sentire come cieca di fronte all’intero mondo, a tutti i sentimenti…eccetto l’odio. E mi fa sentire potente, come se potessi distruggere tutto ciò che mi circonda. Come se potessi distruggere tutto ciò che provo. Come se potessi distruggere il mio corpo. Come se potessi distruggere me stessa.
Contrariamente all’opinione comune, parlare con un esperta di questi sentimenti non ha avuto l’effetto di calmarmi. Anzi, il contrario. Ora, a ogni passo dolorante che compio verso casa, la mia rabbia cresce e bolle dentro di me tanto da sentire quasi le pulsazioni fin sotto le tempie.
Una macchina non me la posso permettere, e gli autobus urbani sono troppo affollati per i miei gusti…dunque non mi rimane che zoppicare sofferente verso il campus.
*****
Il campus. Non è un vero e proprio campus. Io e Calum lo chiamiamo così perché somiglia a quelle strutture tipiche dei college americani. Ad essere sinceri non gli somiglia neanche più di tanto, se non per la funzione che svolge.
E’ semplicemente un grosso e altrettanto vecchio edificio che funge da residence universitario. Contiene un centinaio di camere che vengono affittate da studenti e studentesse fuori sede. Io e Calum alloggiamo qui dallo scorso anno. E’ qui ci siamo conosciuti. Due povere matricole spaesate.
Entro nella mia camera. La mia compagna di stanza è già dentro. E’ distesa a pancia in giù sul suo letto, intenta a dipingersi le unghie di un rosso corallo molto acceso. E’ uno degli esseri umani più belli e perfetti che abbia mai visto. E’ altissima, magrissima ma, allo stesso tempo, ha tutte le curve al loro posto. Una lunga chioma di capelli biondi e leggermente ondulati contornano due occhi color oceano. Ed è allegra. E’ sempre così dannatamente allegra e felice che la rende quasi insopportabile.
Appena mi vede sgrana i suoi meravigliosi occhioni blu.
     «WOOOOAH, ALLY» dice alzando le mani appena “smaltate”. «Sono più che sicura che manchi ancora un mese ad Halloween!»
     «HAAA. Simpatica.» dico lanciando letteralmente la borsa la borsa sul letto.
     «No, seriamente Ally. Devo preoccuparmi? Sembra che ti abbia appena investito un tram!»
     «Oh grazie, Sjana. Se ti interessa non sei la prima a farmelo notare. Comunque ho semplicemente avuto una giornata difficile.» Di nuovo, aggiungo a me stessa.
     «Sì, lo vedo», conclude.
Rovescio tutto il contenuto della mia borsa sul letto tornando alla ricerca del mio Mp3. Ma, nulla. Tasto in vano la borsa ormai vuota, sperando che fosse rimasto, in qualche modo, incastrato dentro. Non è uno di quei dispositivi di ultima generazione. Lo ho da più tempo di quanto ricordi, e ha un grandissimo valore affettivo. Sono seria se dico che è come un amico per me. Il migliore. C’è tutta la mia musica lì dentro. Tutto il mio mondo. Tutta la mia vita. Ci rimarrei davvero a pezzi se venisse perduto.
     «Terra chiama Allyson! Prontoo!?!» fa Sjana muovendo una mano davanti al suo viso come per incitarmi a tornare con i piedi per terra.
     «S-sì, scusa» dico cercando sulla scrivania, e poi sul comodino e nei vari cassetti. «Hai per caso visto il mio Mp3 in giro? Sono sicura di averlo preso quando sono uscita questa mattina. Ma ora non lo trovo da nessuna parte.»
     «No, non l’ho visto.» risponde sorridendomi in modo particolarmente strano. E’ come se fosse divertita, da me. E...aspetta. Io riconosco quello sguardo. Mi sta analizzando. Mi sta scrutando divertita!
     «Emmh… Che c’è??» dico infastidita. Questo è ciò che faccio io. Osservare ed esaminare le persone è il mio passatempo. Nessuno, e dico nessuno, può farlo su di me.
     «Non mi hai sentito per davvero? Oppure stai usando la scusa dell’Mp3 per non parlare dell’”argomento Calum”?» Sjana è la mia compagna di stanza già da un anno, ed è una ragazza davvero sveglia. Ma quando inizia a parlare di ragazzi (ovvero sempre), i discorsi tendono sempre a degenerare.
     «Calum? Cosa ha fatto Calum?» chiedo.
     «E’ carino. Ecco cosa ha fatto!» risponde secca, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
     «Okeeeeeeiii! Questo credo di averlo già notato»
     «Tutto qui??» Mi guarda scioccata come se avessi appena imprecato. Apre la bocca ma la richiude subito, come realizzando che probabilmente non avrei mai compreso. Infine aggiunge semplicemente:
     «E comunque è passato di qui e ti cercava. Voleva sapere se avevi già in mente qualcosa?»
      «Se ho in mente, cosa di preciso?» chiedo non capendo di cosa stesse parlando.
     «Qualcosa per farti perdonare, sciocchina» esclama ridacchiando, come se fosse già al corrente di tutto. «Cosa mi combinate voi due quando non sono nei paraggi?»
     «Parli sul serio?» Chiedo cogliendo esattamente ciò a cui stava alludendo.
     «Allyson MacMorran, sei impossibile!» esclama ora quasi alterata dalla mia reazione. Si alza rabbiosamente in piedi puntandomi un dito dall’unghia rossa contro «Sai bene quanto me, quante ragazze in facoltà venderebbero la propria anima al diavolo per passare un paio d’ore con lui. Per non parlare di cosa farebbero per passarci una notte intera…»
     «O.k.a.y., Sjana. Credo di aver colto il punto.» La interrompo sentendomi in imbarazzo per Calum.
     «No, a me non sembra» picchiettandomi una spalla con il suo dito ancora puntato. «TU. Tu, ragazza fortunata, che ne hai la possibilità, che fai??? Gli volti le spalle? Perché gli volti le spalle, Ally?» mi chiede ora sembrando disperata.
     «Non credo sia…Sì, ecco, non credo io sia in suo tipo» dico scegliendo attentamente le parole «Cioè, arriverebbe il momento in cui lo farei inevitabilmente soffrire, e non voglio che accada. Tu invece ...sì, tu saresti perfetta per lui.» aggiungo accennando un triste e forzato sorriso, e pensando davvero ogni singola parola.
     «Pfff, sciocchezze! E poi non è me che vuole, dolcezza» dice facendomi l’occhiolino e poi tornarsene sul suo letto. «E comunque, no problem. Se proprio non vuoi saperne nulla di Calum, non disperare: quest’anno abbiamo una vasta gamma di scelta!» Una vasta gamma di scelta? Ma cosa…? Sta parlando di essere umani o cosa? «Aspetta di vedere il suo compagno di stanza. Sembra un gattino. Il gattino più sexy che abbia mai visto, ovviamente.» Il gattino più sexy?! Oh. Giove. Credo di sentirmi male. «Per non parlare dei ragazzi della camera di fronte. Oh. Mio. Dio, Ally! Sono due biondi. Uno ha due bicipiti ENORMI. Scommetto riuscirebbe a sollevarci entrambe: una con un braccio e l’altra con l’altro. L’altro ragazzo, aihme, l’ho visto di sfuggita: sembrava avere fretta!»
     «Nooo! Che peccato!» Dico imitando il suo tono di voce, canzonandola. In risposta, mi becco una cuscinata in faccia.
     «Sai una cosa, Sjay? Vado a farmi una camomilla, ora. Sai, per smorzare un po’ i nervi dopo questa giornata. E ma gari anche per dimenticare la conversazione che abbiamo appena avuto, eh?»
     «Sei cattiva con me, Allyson. Stai attenta o dovrai pensare a un modo per farti perdonare anche da me» dice facendomi l’occhiolino e tornando così all’”argomento Calum”, come direbbe lei. Lo ha fatto apposta. Ovvio, che lo ha fatto apposta. 
Non dico nulla. In risposta le rilancio il cuscino, colpendola in pieno. Ed esco dalla camera.
Una volta che mi sono chiusa la porta alle spalle faccio un lungo respiro profondo. Anche se solo per 10 minuti, a volte i frivoli discorsi di Sjana mi fanno dimenticare di tutto il resto. Ma ora che sono nuovamente sola, quel turbinio di pensieri, di rabbia e di tristezza torna ad impossessarsi del mio corpo e della mia mente. E sento che non è intenzionato a darmi pace, ma continuerà a tentare di farmi impazzire per ancora un lungo periodo di tempo.
*****
Mi sono sempre chiesta da quale pulpito la gente possa affermare che cucinare sia un’attività rilassante e che “non ti fa pensare”. E’ anche vero che non stia esattamente cucinando, ma semplicemente preparando una comunissima camomilla. Ed è sufficiente a stressarmi l’anima.
Metti su l’acqua sul fornello (o il pranzo/cena in forno) e aspetti che bolla (che il cibo si cuocia). Aspetti. E qual è la prima cosa che un essere umano si trova a fare mentre aspetta un qualsiasi cosa? Pensare. Pensa a tutto e a niente. Ma comunque pensa. E per me, ogni secondo che passo con queste voci nella mia testa è come una condanna a morte. Un peso troppo grande su delle spalle troppo esili.
L’acqua bolle. Prendo il pentolino, con un guanto, e verso il contenuto bollente in una tazza e inserisco al suo interno una busta di camomilla.
Non ho voglia di berla qui, da sola. Ho bisogno di un’altra dose di chiacchiere insensate di Sjana. Così decido di tornarmene in camera. Esco dalla cucina comune. Il tempo di girare l’angolo che porta al corridoio sul quale si affacciano tutte le camere che mi scontro con quello che inizialmente sembra una montagna. Una figura interamente vestita di nero. Il contenuto della tazza si versa inevitabilmente sul mio torso.
     «AAAAHHHHHHHHHHHH!» urlo in reazione al contatto del liquido bollente con la mia pelle. Afferro di corsa il tessuto della maglietta, impregnato della sostanza, e lo tiro leggermente in avanti tentando di allontanarlo il più possibile dal mio busto.
Ecco un breve resoconto della mia situazione attuale: ho un bernoccolo in piena fronte; sono ricoperta di lividi; non riesco a camminare se non zoppicando; ed ora anche una dannata ustione in petto?!?! STIAMO SCHERZANDO? Sì, perché deve essere un dannato scherzo di cattivo gusto.
Alzo lo sguardo e osservo la figura allontanarsi: porta delle Converse nere ormai troppo consumate per essere indossate; degli skinny jeans che avvolgono, quasi perfettamente, le sue gambe; ed una larga felpa altrettanto nera. Un cappuccio gli copre il capo. Ma non ho bisogno di vederlo. Riesco come ad avvertire quella particolare sfumatura di biondo.
Lo osservo tirare fuori, dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni, un mazzo di chiavi. E continuo ad osservarlo mentre apre la porta ed entra in una delle camere che si affacciano su questo corridoio. Tutto ciò, come se non si fosse neanche accorto di essersi scontrato con qualcuno.
     “Ora basta! Questa cosa, di qualunque cosa si tratti deve finire. Ora so dove vivi. E da ciò non ne uscirà nulla di buono, per te, coglione.” Penso, mentre mi avvio, rabbiosa, verso la porta in cui il ragazzo è appena entrato.
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Ciao amici,

Ammetto che non so cosa pensare di questo capitolo: prima mi piace, dopo 10 min non ne sono poi così convinta, poi non mi piace affatto, e infine torna a piacermi. Boh.

Comunque sappiate, che questa è l'ultima parte di quella che può essere considerata una sorta di "introduzione" alla storia. Dal prossimo capitolo le cose cominceranno ad animarsi. Urrah.  E Ally si troverà ad affrontare il "cafone". Ops.
 Il motivo per cui non mi convince al 100%, è perchè è un capitolo alquanto statico. Non succede un granchè, a dirla breve. Volevate sapere come andava la prima seduta della protagonista e ho cercato di riassumere un po' ciò che le passa per la testa, IN QUESTO PRECISO MOMENTO. Il resto verrà svelato più avanti ecco perchè non ho potuto scrivere più di tanto.
Spero, almeno, che abbiate trovato, anche solo un po' divertente Sjana. E' una ragazza particolare, l'esatto contrario di Allyson.

Sappiate solo che ogni singolo personaggio rappresenta una determinata parte della società nei confronti dei cosiddetti disturbi mentali.

Grazie ancora a chi sta leggendo. Vi voglio bene :*
E anche se questo non è il capitolo più interessante che ci possa essere, non abbandonatemi. Abbiate pazienza. Giuro che dal prossimo, le cose saranno più divertenti (per quanto "divertente" possa essere questo tema).

Vi voglio bene,

Keep smiling 
Cate xx


 
   
 
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