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Autore: _skyland    14/09/2015    2 recensioni
"Ci vedi un po' come Romeo e Giulietta?" le chiese Malfoy quella sera.
...
"Conosci Romeo e Giulietta?" gli chiese lei incredula.
...
"Saresti la Giulietta perfetta, sai?" continuò poi regalandole uno dei suoi rari sorrisi.
"Io non ti ci vedo come Romeo. Sì, sei impulsivo e immaturo, ma immaginarti come lui, innamorato dell'amore, mi viene da ridere solo a pensarci" mormorò Hermione sovrappensiero.
Salve mondo di Efp eccomi con la mia prima fanfic (la prima che voglio davvero terminare, ho già qualche capitolo pronto).
Vi avverto che sarà abbastanza lunga insomma, far finire Draco e Hermione insieme richiede un po' di tempo perciò non aspettatevi tanto amore fin da subito, dopotutto si sono odiati per anni.
Detto questo buona lettura spero vi piaccia ^-^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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"Hermione? Mi stai ascoltando?" sentì la voce di Ginny in lontananza, che la stava chiamando.
Sbattè le palpebre varie volte per poi guardarsi intorno.
Vide i letti a baldacchino del dormitorio e, improvvisamente, si ricordò di dove si trovasse.
Subito dopo cena, Ginny l'aveva letteralmente trascinata nella camera delle ragazze e aveva iniziato dettagliatamente il racconto di come Harry l'aveva cercata e di come poi, timidissimo, le aveva chiesto di essere la sua ragazza.
Hermione, durante il racconto di Ginny, aveva iniziato a vagare con la mente, immaginandosi al suo posto e, senza rendersene conto, aveva iniziato a sorridere.
"Io... sì, no scusa pensavo ad altro" mormorò, colta in fragrante.
"Va bene ora, siccome tu mi ascolti sempre senza affatturarmi - cosa che chiunque farebbe al tuo posto - raccontami i tuoi problemi, su" la spronò sedendosi davanti a lei sorridente.
Hermione diede una veloce occhiata alle sue compagne di stanza e scosse la testa. Non aveva intenzione di dare in pasto la sua vita privata a quelle pettegole, non voleva nemmeno parlarne con Ginny,ma di lei si fidava e non aveva paura che potesse andare a spifferare tutto alle varie compagne, facendola così diventare il pettegolezzo della scuola.
Ginny capì al volo, si alzò e spinse fuori le ragazze dicendo "Devo parlare da sola con la mia migliore amica, grazie della comprensione" e chiuse loro la porta in faccia per poi insonorizzare la stanza.
"Beh, almeno le hai ringraziate" rise Hermione mentre l'amica tornava al suo posto, con le gambe incrociate, seduta di fronte a lei.
"Non cambiare argomento. Allora? Chi c'è nei tuoi pensieri?" domandò Ginny, muovendo la mano sulla testa come per scacciare via delle mosche per dirle di lasciar perdere.
"Non è nei miei pensieri, figuriamoci" borbottò lei a disagio, per poi sbuffare sonoramente.
Ginny la guardò per un attimo poi alzò gli occhi al cielo, esasperata.
"Ti prego, Hermione. Stai parlando con la ragazza che ha sognato Harry per sei anni. Credo conoscerla quell'espressione un po', no?" le domandò tornando su di lei con lo sguardo.
La ragazza annuì, storcendo il naso. Ginny era brava a leggere le emozioni delle persone che le stavano vicino, a volte dimenticava di essere un libro aperto per lei.
"Immagino di si..." mormorò sconfitta.
"Ora che abbiamo appurato che effettivamente c'è qualcuno... coraggio, parla!" esclamò la ragazza con gli occhi che le scintillavano per la curiosità.
"Mhpft" grugnì l'interrogata, nascondendo la testa sotto il cuscino.
"E dai Herm, è davvero così drammatico?" domandò Ginny ridendo, mentre cercava di prenderle il cuscino.
Ci rinunciò quando si rese conto che la ragazza non aveva la minima intenzione di uscire allo scoperto.
"Non è mio fratello, questo è ovvio. Non credo di averti mai visto fare quella faccia mentre parliamo di lui, non ultimamente comunque" mormorò corrugando la fronte in cerca di un qualsiasi nome - associato ad un viso - che avrebbe potuto interessare all'amica.
"Aspetta... non dirmi che è Harry!" esclamò poi, rivolta al cuscino sulla faccia dell'amica, con gli occhi sbarrati per l'incredulità.
"Cos-NO! - sbottò lei buttando il cuscino per terra e mettendosi a sedere, scuotendo la testa - Harry è un grande amico, gli voglio bene ma... NO! Diamine, è come un fratello per me!"
Ginny fece un sospiro di sollievo per poi tornare alla carica.
"Meglio così. Non mi piacerebbe essere in competizione con la mia migliore amica per un ragazzo - chiarì - allora? Mi dici chi è?"
Hermione annuì poco convinta e si passò una mano tra i capelli.
"Non giudicarmi, va bene?" chiese poi.
"Ti ho mai giudicata? Ho perfino tollerato che ti piacesse mio fratello, anche se non ho mai capito che ci trovi in lui" la tranquillizzò, con un'alzata di spalle, assumendò un'aria pensierosa.
Hermione stava cercando il coraggio di sputare fuori il nome quando, all'improvviso, Ginny boccheggiò, in cerca di aria.
"Gi..Ginny?" domandò preoccupata, scuotendo il corpo dell'amica.
Per qualche minuto la Rossa non reagì, facendola seriamente preoccupare.
Quando iniziò a pensare di andare a chiedere aiuto, Ginny riuscì a calmarsi, facendo dei respiri profondi e puntò lo sguardo dritto su Hermione.
"Credo di aver capito di chi parli. Per tutte le puffole pigmee, Hermione! Dimmi che non ti sei presa una cotta per Malfoy, ti prego!" esclamò a bassa voce, guardandosi cautamente intorno, pensando a chissà cosa le potesse succedere solamente pronunciando il suo nome in quel contesto.
La ragazza si sentì avvampare e, d'istinto, abbassò lo sguardo, sentendosi vagamente in colpa.
Non capiva nemmeno il motivo di tanto imbarazzo, dopottutto non le aveva confessato di aver ucciso qualcuno o di essere entrata nel bagno dei maschi per sbaglio.
Le aveva semplicemente detto - anzi, lei l'aveva capito da sola - che le piaceva un ragazzo. Sono confidenze che si fanno normalmente tra amiche, no?
Nemmeno quando aveva deciso di raccontarle che - probabilmente - provava qualcosa per suo fratello si era sentita tanto imbarazzata.
"Ma certo, è ovvio! Ron qualche settimana fa mi ha detto che Harry era preoccupato perchè diceva che passavi molto tempo assieme a Malfoy, io non ci ho dato molto peso, ma dato che reagisci così... Merlino, non ci posso credere!" concluse scuotendo energicamente la testa.
Ad un tratto, Ginny si tirò un pizzicotto sul braccio per poi fare una smorfia di dolore.
"Va bene, non è un incubo" borbottò strofinando il palmo della mano nel punto in cui si stava creando una piccola macchia rossastra.
"Avevi detto che non mi avresti giudicata" si lamentò lei sbuffando.
"Beh con lui non vale! Come diavolo fa a piacerti quello? È... è meglio mio fratello a questo punto!" balbettò scuotendo la testa, cercando di negare ciò che aveva appena sentito poi si alzò, iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.
"Non è che l'ho deciso io, Ginny. Se dipendesse da me, mi sarei data tanti di quegli schiaffi... ma non è colpa mia" si giustificò, seguendo i suoi movimenti.
"Lo so, ma... è Malfoy!" la riprese lei, fermandosi un attimo per poi ricominciare la sua camminata.
"Credi non lo sappia? Lo so chi è... ma Ginny, davvero! Nemmeno io l'avrei creduto possibile però..." mormorò stringendosi nelle spalle.
La ragazza scosse la testa ancora incredula.
"Merlino, Merlino, Merl..." iniziò a ripetere continuamente, percorrendo a grandi falcate la camera.
"Calmati, Ginny. Sei più tesa di me! So gestire queste cose" cercò di tranquillizzarla, ricevendo solamente un'occhiata gelida da parte della sua amica.
"Hermione, l'ultima volta che hai gestito una cosa del genere, mio fratello si è ritrovato con dei piccioni attaccati alla faccia"le ricordò, incrociando le braccia.

Doveva ammettere che Ginny aveva ragione.
Non era abituata a quelle situazioni e, di tanto in tanto, le sfuggivano di mano.
Nonostante tentasse in tutti i modi di rimanere sempre calma in ogni situazione, sapeva di essere gelosa, come sapeva che - naturalmente - non sarebbe mai stata così stupida da fare scenate di gelosia a Malfoy se l'avesse visto con un'altra ragazza.
Non lo trovava necessario e, in fin dei conti, non aveva nessun senso arrabbiarsi o disperarsi.
Le piaceva, punto.
Non ci si doveva sposare - figuriamoci - non lo immaginava come padre dei suoi figli, nemmeno come fidanzato temporaneo, a dir la verità. Era semplicemente una cotta passeggera.
Sì, una stupida, stupidissima cotta passeggera.

"Due settimane. Due settimane che non mi parla, ma scherziamo?" chiese il ragazzo al suo riflesso, mentre camminava su e giu per la stanza, fermandosi di tanto in tanto di fronte allo specchio che si portava dietro Blaise Zabini, uno dei suoi compagni di stanza, ogni anno.
"Invece di ringraziarmi perchè ho scambiato la mia preziosa saliva con la sua, lei che fa? Mi ignora!" ricominciò, fermandosi ancora una volta di fronte allo specchio.
"Si permette di ignorare me, insomma! Lo sa chi sono, vero? Ma certo che lo sa! Non le basterebbero mille vite per diventare come me!" esclamò contemplando il suo riflesso nello specchio mentre si abbottonava la camicia bianca della divisa.
"Draco, la smetti di parlare da solo alle..." mormorò Theodore Nott, emergendo lentamente da sotto le coperte, con la voce impastata dal sonno.
Alzò la testa, cercando di mettere a fuoco l'enorme orologio che era appeso di fronte ai letti dei ragazzi e, quando vide l'ora, aprì gli occhi di scatto, facendosi cogliere dall'ira.
"Le sei del mattino? Io ti ammazzo, Malfoy" lo minacciò buttandosi di nuovo sul letto, premendosi il cuscino contro faccia e tirando le coperte all'altezza delle orecchie, con la mente ancora annebbiata dal sonno.
"Non mi deconcentrare, Nott! Sto facendo un discorso con me stesso, vai a dormire!" lo zittì con aria annoiata, andando a prendere la cravatta appesa all'armadio.
"È per questo che ti ho detto di stare zitto" bascicò lui risalendo da sotto il suo scudo, smettendo definitivamente di provare ad addormentarsi di nuovo.
Sarebbe stato solo tempo sprecato dato che lui, una volta sveglio, non riusciva mai a prendere di nuovo sonno.
"Sono sveglio dalle cinque del mattino, posso almeno avere il diritto di parlare, no?" domandò retoricamente Malfoy, beccandosi un cuscino in faccia dal compagno di stanza, che nel frattempo aveva trovato la forza di alzarsi.
"Hey!" si lamentò il ragazzo, prendendo l'oggetto e rilanciandolo al proprietario che, prontamente, lo intercettò e lo riposizionò sul letto.
"Che ci fai sveglio dalle cinque del mattino?" gli chiese dirigendosi verso il bagno.
"Non riuscivo a dormire" rispose lui con una scrollata di spalle, alzando il colletto della camicia e posizionando la cravatta per fare il nodo.
"Così hai pensato che, siccome tu non dormi, i tuoi compagni devono fare lo stesso" sbuffò il ragazzo.
Lui non rispose, continuando a vestirsi.
Qualche minuto dopo, Nott uscì dal bagno, scuotendo i capelli bagnati.
"Da quando sei diventato un cane?" ghignò il biondo, indossando il mantello.
Lui lo guardò truce, per poi alzare gli occhi al cielo.
"Ti lascio ancora vivere perchè non ho voglia di disfarmi del tuo corpo, ricordatelo Malfoy" borbottò per poi prendere la sua bacchetta e asciugarsi i capelli.
"Piuttosto, chi sarebbe la poveretta che ha avuto il coraggio di scambiare la saliva con te?" gli chiese iniziando a vestirsi.
Il ragazzo fece finta di non averlo sentito, alzò gli occhi al cielo e, dopo un'improvviso colpo di genio, urlò "Ma certo!" facendo spaventare un paio di primini che, dalla loro stanza, lo guardarono spaventati e richiusero velocemente la porta che avevano appena aperto.
Dopo quest'uscita, Draco - finalmente di buonumore - salutò Theodore ed uscì dalla camera, fischiettando.
"Quel ragazzo è diventato matto" commentò il moro rimasto nella stanza, per poi scuotere la testa e iniziare a svegliare gli altri.

La mattina era passata tranquilla.
Nemmeno Weasley e Potter erano riusciti a irritarlo e questo era un evento più unico che raro.
Stava camminando diretto in Sala Grande per il pranzo, quando incontrò Hermione che andava nella stessa direzione, lisciandosi la gonna in un gesto nervoso.
"Granger" la chiamò quando fu abbastanza vicino da non farsi sentire dagli altri studenti.
La ragazza si girò e alzò gli occhi al cielo vedendo chi l'aveva chiamata.
"Che vuoi?" gli chiese poi con uno sbuffo.
Il ragazzo non rispose. Si limitò a superarla e continuare a camminare come se niente fosse.
"Che cos- sei strano forte, Malfoy" mormorò incredula, scuotendo la testa per poi continuare per la sua strada con un'alzata di spalle.
"Ti sto ignorando" le spiegò il ragazzo, stava aspettando che lei lo raggiungesse.
"Oh... va bene" mormorò confusa, scuotendo la testa per cercare di capire il senso di tale affermazione.
Più ci provava - però - più diventava senza senso, perciò dopo pochi secondi ci rinunciò, pensando che probabilmente il ragazzo aveva inalato i fumi di qualche pozione stordente.
"Non sei tu che mi ignori, sono io!" le spiegò ancora lui, con un ghigno stampato sul viso.
"Ehm... certo" gli diede ragione, non capendo ancora a cosa si riferisse il ragazzo.
"Non ti da fastidio?" le chiese curioso.
La ragazza non dava segni evidenti di nervosismo, ma poteva comunque essere infastidita, senza che lui se ne accorgesse. Sì, doveva essere sicuramente così.
"Tu non mi stai ignorando" lo riprese fermandosi.
"Certo che ti ignoro!" confermò lui con un'alzata di spalle.
"No che non lo fai! Se mi ignorassi sul serio, non dovresti nemmeno parlarmi" sbuffò girandosi verso di lui per fronteggiarlo.
"Beh ma io ti parlo solo per farti sapere che ti ignoro" spiegò lui per poi accigliarsi un attimo. Forse si era reso conto di quanto stupido potesse apparire il suo discorso.
"Non ha senso, te ne rendi conto, vero?" domandò infatti lei, incrociando le braccia.
"Per me ce l'ha!" ribadì.
La ragazza scosse la testa.
"Questa è la conversazione più stupida che abbia mai avuto, giuro"
Il ragazzo stava per ribattere quando lei esclamò "Ginny!" e lo sorpassò, correndo verso un Weasley.
Draco, rimase imbambolato per alcuni secondi, poi sbuffò e, con aria sconfitta entrò in Sala Grande.

Aveva bisogno di aria. Passare due ore intere nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure - alle ultime ore di venerdì pomeriggio, non le era mai piaciuto - non dopo che Piton aveva ricevuto il ruolo di insegnante.
L'aula era stata trasferita nei sotterranei, si respirava a malapena a causa della poca aria che passava attraverso la porta lasciata aperta ed era sempre, a tutte le ore, perennemente buio.
"Hermione, noi torniamo in Sala Comune, vieni?" le chiese Ginny, che era venuta a recuperare il suo nuovo fidanzato, prendendo a braccetto Harry.
"No, ho bisogno di uscire all'aperto, vi raggiungo dopo" rispose sorridendo. Prese il suo libro e, mentre usciva dall'aula, sentì la voce di Ron.
"Vi prego, non davanti a me" disse in tono disperato.
Probabilmente i due nuovi fidanzati si erano dati un bacetto, piccolo e innocente per salutarsi.
Hermione alzò gli occhi al cielo pensando che ci voleva davvero un bel coraggio dopo che, con Lavanda, si mangiavano la faccia a vicenda almeno tre volte al giorno.
Scosse la testa voltando nel corridoio per dirigersi verso l'uscita.
Fuori non era ancora notte.
Le giornate iniziavano ad allungarsi e ancora riusciva a scorgere il sole - che, comunque, era già basso.
Si avvicinò al lago nero dove si sedette sotto il suo albero.
Chiuse gli occhi appoggiandosi al tronco e respirando a pieni polmoni l'aria pulita.
Qualcuno si sedette accanto a lei che aprì gli occhi e si voltò per vedere il suo accompagnatore. Sbuffò.
"Possibile che tu debba essere sempre nei posti in cui vado io?" chiese al ragazzo che alzò le spalle.
"Che vuoi che ti dica, saremo telepatici" rispose tenendo lo sguardo fisso davanti a lui, in direzione del lago.
"Mi hai seguita?" gli chiese, sistemando bene la schiena contro l'albero.
"Ti prego, ho cose più importanti da fare che seguire te" sbuffò il ragazzo.
"Beh però sei qui" mormorò lei ruotando gli occhi verso l'alto.
Lui annuì per poi sedersi dall'altro lato del tronco.
"Non dovevi ignorarmi?" domandò ancora Hermione, curiosa.
"Ti sto ignorando!" esclamò lui incrociando le braccia.
"Non mi pare ma, comunque, sembra che abbiamo pareri discordanti su cosa significhi ignorare qualcuno. Dimmi semplicemente che vuoi così la facciamo finita" sospirò lei chiudendo di nuovo gli occhi, cercando di rilassarsi.
"Niente"
"Perchè continui a cercarmi, allora?" chiese tenendo gli occhi chiusi.
"Non lo so" borbottò il ragazzo sinceramente.
Non sapeva esattamente perchè continuava a cercarla. Nonostante sosteneva di volerla solo ignorare sapeva che, in fondo, cercava semplicemente una scusa per parlarle.
Cosa voleva? Niente di particolarmente strano. Per carità, cercare la compagnia della ragazza era quantomeno bizzarro e un po' inquietante dal suo punto di vista, però - purtroppo - la cercava.
Voleva solo non essere ignorato da lei.
"Se non ti conoscessi, direi che senti la mia mancanza" disse ad un tratto Hermione per poi scuotere energicamente la testa. Una cosa più stupida di quella non poteva pensarla.
"Io NON sento la tua mancanza!" esclamò lui sgranando gli occhi.
"Dammi un'altra spiegazione, allora!" ribattè lei, spuntando da dietro l'albero.
Non le piaceva parlare al vento, preferiva di gran lunga guardare le persone in faccia quando faceva un discorso, altrimenti le sembrava di parlare da sola.
"Mi da fastidio essere ignorato da te e che tu lo fai senza nessun motivo!" le rispose lui aggrottando le sopracciglia.
"Che tradotto in linguaggio umano significa che ti manco" continuò lei per prenderlo un po' in giro.
Nonostante si ripetesse di tenerlo lontano, non riusciva a fare a meno di scherzare quando lo aveva vicino.
"Tu non mi manchi" cercò di ribadire lui, girandosi a guardare la ragazza.
"E va bene forse un po' " ammise poi con un sospiro tornando alla posizione di prima.
Hermione sbarrò gli occhi per poi boccheggiare. L'aveva presa completamente in contropiede. Non pensava che ammettesse quella cosa, nemmeno sotto tortura, in realtà non pensava nemmeno che fosse vero.
"Siamo stati anni senza rivolgerci la parola, non penso che ora sia diverso e sei un bugiardo!" esclamò quindi, alzandosi. Sapeva come sarebbe andata a finire e non aveva nessuna intenzione di farsi ancora prendere in giro da lui.
"Non sto mentendo!" esclamò
"disse quello che mente in continuazione..." borbottò incrociando le braccia.
"Credi che rischierei di perdere la faccia per una bugia? Se dico che mi manca una sanguesporco, lo dico perchè è la verità!" esclamò lui alzandosi a sua volta.
"Ancora? La smetterai mai di insultarmi?" gli chiese guardandolo male.
"Non era un insulto"
"Ma certo, non lo era"
"Cerco di dirti essere sincero e tu recepisci solo l'insulto!"
"Beh perchè tu mi hai insultat... oh" esclamò poi sorpresa, rendendosi conto di quello che il ragazzo le aveva appena confessato.
"Sicura di non avermi somministrato un filtro d'amore?" gli chiese all'improvviso, seriamente preoccupato.
"Se solo non sapessi che tu potresti seriamente credere che possa aver fatto una cosa cosa del genere, avrei preso la tua domanda come un qualcosa di vagamente romantico. Tralaltro, perchè avrei dovuto farlo? Sei insopportabile! " fu la risposta acida della ragazza.
"Sono serio" ribattè lui.
"Anche io"
"Non è normale che io sia attratto da te, no?" le chiese storcendo il naso.
"Non è normale che IO sia attratta da te!" esclamò offesa, per poi chiedere incredula "Aspetta... hai appena detto che sei attratto da me?"
"Non ho mai detto di essere..." iniziò lui scuotendo la testa.
"Sì che l'hai detto. Non ci posso credere!" esclamò lei cercando di non ridere.
Che lei fosse attratta da Malfoy poteva accettarlo e lo comprendeva, in qualche modo. Tutte le ragazze, prima o poi, sono attratte dai cattivi ragazzi, no?
Il pensiero che l'attrazione era reciproca, però, non l'aveva mai minimamente sfiorata e, a modo suo, lo riteneva esilarante.
"Anche tu l'hai ammesso e, a differenza di te, io lo trovo normalissimo invece. Tu sei sempre stata attratta da me!" esclamò il ragazzo tranquillamente mentre, un mezzo sorriso spuntava sulle sue labbra.
"C-che cosa?" balbettò lei scuotendo la testa.
"È naturale. A quale ragazza sana di mente non piacerebbe uscire con me?" domandò retoricamente lui, alzando le spalle.
"Sei il ragazzo più egocentrico e narcisista che conosca, giuro" iniziò a ridere lei senza riuscire più a trattenersi.
"Dico solo la verità" ribadì il ragazzo.
"Malfoy, non so se te ne sei reso conto e fai finta di niente oppure il tuo ego è talmente smisurato che ti fa addirittura immaginare le cose, ma l'unica ragazza che si sia mai presa una vaga cotta per te, è la Parkinson" lo rimbeccò lei con un sorriso.
"E tu" precisò fissandola.
"Io non ho mai avuto - e non ho - una cotta per te" chiarì lei, incrociando le braccia.
"Naturalmente..."
"Mi spieghi perchè, quando parlo con te, finisco sempre per fare una conversazione stupida?" gli chiese infine, iniziando a dirigersi verso la scuola.
"Perchè sono bello, intelligente e quando ti sono vicino, non riesci a pensare lucidamente" rispose lui seguendola.
"O più probabilmente perchè sei un cretino"
"Un cretino che ti piace"
"Ah ma finiscila!" esclamò lei spingendolo scherzosamente.
Sì, dopottutto non era così male. Una cosa che fa sorridere, anche se sbagliata, non deve necessariamente essere un disastro, giusto?
  
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