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Autore: Ossimoro_Vivente    16/09/2015    0 recensioni
Uno scorcio di luce irradia la mia stanza, uno di essi colpisce il mio viso tormentato dalle lacrime. E' un nuovo giorno. Continuo a sentire in sottofondo ''Viva la Vida'' dei Coldplay, ricordo adesso che da poco tempo è diventata la piacevole suoneria della mia sveglia, tutto sarcasmo ovviamente. Allungo la mano verso il telefono poggiato sul comodino così da far smettere quell'odiosa armonia ma sforzandomi, casco via. Ed ecco come inizia uno dei miei soliti giorni con un passo falso e una caduta rapida.
Mi chiamo Melanie. Ho solo 15 anni. Potrei definirmi con davvero pochi aggettivi: acida e sfrontata ma nello stesso tempo fragile, un vero e proprio ossimoro vivente. Questo periodo che sto vivendo è uno dei miei peggiori, forse perchè sto cambiando scuola e mi aspettano nuove amicizie, nuova gente. Non sono mai stata granchè socievole, considero l'umanità stupida e ipocrita e a conseguenza di questo trovo molta difficoltà a scambiare opinioni con la gente per paura di essere criticata o anche considerata stupida. Ho davvero paura per ciò che comporterrà cambiare scuola ma vivo nella speranza che sia un nuovo periodo, un nuovo giorno. Un nuovo giorno che cambi la mia vita in meglio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cominciai a fissare impotente il telefono, come se potesse suggerirmi cosa fare. Completamente in tilt, non riuscivo nemmeno a mettere in ordine i mille pensieri che non facevano altro che minacciare la mia mente. Come ci tornavo adesso a casa? Non potevo di certo chiedere di nuovo a Drake e nemmeno andare via a piedi, fuori pioveva a dirotto. Una delle cose che odio di Forks è proprio questo, in inverno non fa altro che piovere e per quanto sia amante della pioggia, non sopporto il fatto di dover disturbare ogni singola volta che ritardo mia mamma quando comunque non posso far strada sotto la pioggia. Insomma, non che abbia paura ma mia mamma non me lo permetterebbe per niente al mondo ma non credo che adesso le importi, dato che non risponde al telefono. Probabilmente sta già pensando come meglio farmela pagare. Dopo un po' sento un tocco leggero sulle spalle e voltandomi trovo Kate che preoccupata mi dice: ''Che succede? Tutto bene?''. Provo un certo imbarazzo a confessarglielo ma sfrontata dico: ''Sono nei guai, probabilmente mia mamma non me lo perdonerà mai.''. Kate da un'occhiata all'orario e poco dopo dice in maniera più tranquilla possibile: ''Non preoccuparti, ti riaccompagna Drake a casa. Alla fine quello stupido non ha mai davvero qualcosa da fare. Io rimango qui, così aiuto Miss. Green a preparare da mangiare per l'intero istituto. Non credo te la passerai meglio di me, eh.''. Miss Green, probabilmente è la responsabile di tutto questo. Non sono soli, allora. Un adulto ci sarà anche. Togliendo via tutte queste curiosità che mi ronzano in mente, penso se accettare o meno quell'invito. Non trovando nemmeno tempo per pensarci, vedo apparire Drake dalla porta che vedendomi con lo zaino in spalla, esclama pieno di entusiasmo: ''Ti riaccompagno io a casa e non voglio sentire proteste. Tirami pure tutto addosso, accusami anche di essere un accompagnatore stalker e malconcio ma tu vieni con me. Discorso chiuso''. No, non posso mica andare con lui. Non ci sto. Non se ne parla. ''Senti.. lasciam-'', non mi lascia nemmeno il tempo di concludere la frase quando mi prende in braccio e corre fuori senza nemmeno darmi il tempo di protestare. Comincio a gridargli di mettermi giù ma continuando a ridere, corre imperterrito raggiungendo una pick-up vicino. Mi lascia scivolare giù e cercando tra le tasche, esce fuori delle chiavi che intuisco siano proprio di quella macchina. Piazzandomi vicino, mostro il dito disposta a fargli domanda ma lui afferrandomi la mano e chiudendo il dito pronunciato, dice divertito: ''Poche domande. Salta su.''. Fissandolo disposta a non arrendermi, dico: ''Se solo non mi spieghi, non ho intenzione di salire su.''. Lo vedo tentennare e poco dopo aggiungere poggiando una mano all'altezza del cuore: ''Ti spiego appena saliti su. Lo giuro.''. Decido di fidarmi e dirigendomi verso il mio sportello, lo vedo seguirmi divertito. Inizialmente non capisco il motivo di starmi dietro, non riesco mai a comprendere cosa cavolo abbia in mente questo ragazzo. Mi lascia il tempo di salire su e poco dopo lo vedo pronunciarsi ad allacciarmi la cintura. Esegue il tutto con un tocco leggero, esperto che mi manda in iperventilazione. Cerco di non pensarci mentre lo vedo girare intorno al pick-up diretto al posto di guida. Sale su, si mette comodo sul sedile e prende ad accendere il motore della macchina. Romba per un po' ma poi si spegne, così ci riprova ma si spegne comunque. Lo vedo imprecare di sott'occhio e non posso far altro che fare ciò che sempre facevo con mia sorella. Mi allungo verso di lui e stringendo la chiave tra le mani, do un colpo secco dando vita al motore. Lo vedo voltarsi verso di me e poi spostare lo sguardo sulle mie mani come sorpreso, sembra in apparente adorazione. Dopo poco dice, facendomi occhiolino: ''Questa macchina non parte da anni, se non per casi disparati. Non male.''. Non posso far altro che sorridere e poi stingere le braccia al petto in attesa che mantenesse la promessa. Lo vedo afferrare il volante e spostandolo dirigersi verso l'uscita, in silenzio. Non posso non notare il modo in cui stringe il volante, come in tensione. Rimango calamitata dai suoi movimenti, cercando di dargli una motivazione ma come sempre in questi momenti, le intuizioni non vengono in mio aiuto. Poco dopo lo vedo rilassarsi e dire arreso: ''Ok, quello scooter non è mio.''. Sbarro gli occhi sorpresa non aggiungendo altro e lo vedo continuare: ''E' di Thomas. Il mio compagno di stanza. Prima che comparissi dalla porta, mi aveva richiamato e abbiamo preso a litigare perché avevo preso il suo motorino senza chiedere, come sempre. Odio prendere sempre in prestito il pick-up di Katie, mi sento in imbarazzo.''. Lo vedo abbassare lo sguardo ancora imbarazzato e non posso far altro che notare quanto sia tenero. Ok Melanie, smettila. Poco dopo lo vedo fissarmi in apparente tensione e dirmi: ''Vuoi che ti lascia scendere? Magari non ti va di andare con me, lascio venire Katie.''. Rimango sorpresa dalla domanda e non posso far altro che notare il modo in cui prendere a sorridere sotto i baffi e poi aggiungere stringendomi la mano sul sedile: ''No, assolutamente. Rimani qui.''. Leva via velocemente la mano dalla mia e poggiandola furiosa sul volante, vedo come stringe la mascella, preso dai suoi soliti momenti no. Non posso far altro che fissarlo intontita, come a chiedermi cosa caspita lo porta a comportarsi così. Poco dopo svolta nel vialetto di casa mia e posteggiandosi, dice furioso: ''Arrivata. Adesso puoi anche scendere.''. Sento un improvviso fastidio dentro e disposta a non controllarmi, dico: ''Cosa caspita sono tutti questi sbalzi d'umore? Io davvero non capisco. Un attimo prima ti mostri distante e indifferente, un attimo dopo ti comporti come un ragazzino con gli ormoni a mille! Cosa mi nascondi Drake? Cosa non va in me? Cosa ti porta a comportarti così? Dimmelo e sparisco via, dimmelo e dopo essere scesa da questa macchina non mi vedrai davvero più!''. Sento delle lacrime pizzicarmi gli occhi ma le rimando giù decisa, in attesa. Lo vedo fissare il vuoto difronte a se, mantenendo basso lo sguardo, deciso a non fiatare parola. ''Drake, dì qualcosa.'', mi ritrovo a dire implorante, senza nemmeno esserne consapevole. Arresa e arrabbiata, afferro la maniglia d'uscita dello sportello. Non ci sto a fare niente qui, meglio andare. Lo apro leggermente e metto un piede fuori, pronta ad andarmene. Sto per scendere, quando improvvisamente mi sento tirare da un braccio. Sento il tocco leggero di Drake sulle guance, prende ad accarezzarmi con l'anulare, fissandomi tormentato. Dopo poco si avvicina preso da una morsa improvvisa e poggia le labbra fredde sulle mie. Rimango immobile, come inceppata ma poco dopo non riesco a controllarmi e prendo a baciarlo anch'io. Drake sposta le mani verso i miei capelli e spingendomi verso di sé, continua a baciarmi accarezzandomi le labbra con la lingua. Chiudo gli occhi e lascio che le mani vadano dove meglio vogliono. Ritrovo le mani tra i suoi capelli, li stringo leggermente tra le nocche, rendendo quel bacio condiviso, rabbioso, come a mancarci l'aria. Apro gli occhi leggermente e lasciando andare via l'eccitazione del momento, mi sento improvvisamente in colpa. Cosa caspita ho fatto? Non sono riuscita a controllarmi, non dovevo. Non adesso, proprio quando coraggiosa avevo chiesto spiegazioni. Spingo via Drake e scendo rapida dal pick-up, lasciandolo confuso. Salgo velocemente le scale di casa, sentendo dei passi dietro e aprendo porta di casa senza voltarmi indietro, poggio le spalle al muro e casco giù. Arresa, in preda a mille emozioni. No, non posso crederci. Cosa caspita ho combinato?
   
 
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