Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Sefilide    10/02/2009    1 recensioni
Ma i miei pensieri erano tutti posti su una sola domanda: Come mi sarei presentata quel primo giorno a scuola? Non potevo di certo andare in giro per la scuola dicendo “Salve io sono Elaisa Allen. Sono una vampira, ho circa 17 anni….” La storia era poco credibile, -oltre che una totale pazzia. Mi avrebbero presa per pazza, o peggio, creduta e a quel punto sarei diventata un mostro agli occhi di tutti- e in più non era nel mio carattere.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lacrime e sangue

Lacrime e sangue

 Passai i soliti tre giorni di atroce tortura imprigionata in quella camera. Ogni volta che aprivo gli occhi speravo di trovarmi davanti a me William, ma erano solo sogni. Alec mi stava sempre accanto come una guardia del corpo. Il primo che si avvicinava a me diventava subito ceco e sordo e lui lo ributtava fuori dalla stanza con la forza. Era diventato un vero angelo salvatore per me. La sua compagnia era sempre ben accetta, a differenza di quella della sorella.
In tre giorni Jane aveva provato a farmi fuori almeno cinque volte. Non mi andava bene il fatto. La avrebbe pagata non appena mi sarei ripresa. Non sapevo bene come fargliela pagare ma tre giorni furono sufficienti per pensare alle varie prospettive. Potevo chiedere ad Aro di andare in perlustrazione per Volterra con Jane al seguito e ucciderla di seguito quando eravamo lontani da lui. La prospettiva migliore mi era, però, sempre sembrata quella di sfidarla pubblicamente nel castello Volturi. Qualunque fosse stata la mia decisione finale, per me Jane doveva morire.
Al mio risveglio mi ritrovai Aro a fissarmi curioso. Aveva un’aria felice e allegra. I suoi pensieri erano facili da intuire: era orgoglioso di me e non vedeva l’ora che io partissi per la missione.
<< Aro...te lo dico perché sei il mio capo…fai paura! >> gli dissi scattando all’inpiedi, forse con un po’ troppa forza, perché finii addosso ad Aro. << Scusa... >> dissi sorridendo << Devo riabituarmi alla forza da vampira. >>
Aro non disse niente. Era felice, tanto da portarmi con se mano nella mano fino alla sala centrale senza nemmeno darmi il tempo di riprendermi. Aveva quell’aria soddisfatta di quando riusciva ad ottenere qualcosa. Cosa aveva ottenuto di tanto importante da non farlo nemmeno parlare?
<< Che è successo? >> gli chiesi imbronciata
<< C’è una persona che ti vuole vedere! >>
Disse quelle parole con un’aria così allegra che non mi sembrava nemmeno più lui.
Nella sala centrale erano tutti riuniti intorno a una o più persone. C’erano tutti. Guarda e anziani. C’era anche Heidi...non l’avevo mai vista stare nella stessa stanza con noi. Poi dalla folla comparve una persona che corse ad abbracciarmi gridando il mio nome.
<< Elaisaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa >> disse una voce familiare
Mi guardai attorno cercando di capire di chi fosse, poi mi ritrovai una giovane vampira folletta addosso. << Aliceeeeeeeeee >> gridai a mia volta abbracciandola non molto forte. << Cosa ci fai qui? Come stai? E Jasper? Emmett? Esme? Bella? Edward?...insomma come stanno tutti? >>
<< Tutti bene, anzi benissimo. E tu? Come stai? >> mi chiese piena di entusiasmo, ma quando mi voltai a guardare Jane tornai seria.
Non potevo mostrare alla mia peggiore nemica il mio punto più debole.
Divenni seria ma continuai a sorridere verso colei che era la mia migliore amica quando vivevo con i Cullen
<< Io… >> mi bloccai ripensando che non stavo per niente bene. Come le avrei potuto dire che la lontananza da William mi aveva trasformata in un essere senza scrupoli?
Aro mi vide in difficoltà e intervenne in mio aiuto
<< Sta benissimo! È diventata la mia migliore assassina. >>
Aro sembrava orgoglioso della cosa, ma Alice era totalmente sconvolta. Scuoteva la testa avanti e indietro. Io abbassai in volto delusa. Non volevo che mi vedessero, non così. Non mi sentivo più me stessa da quando io e William ci eravamo separati e, per colmare il vuoto lasciato da lui, avevo accettato di diventare l’assassina di Aro. Alzai la testa ed ebbi una “visione” in cui Alice soffriva tantissimo a causa di una delle torture mentale di Jane. Anche Alice aveva avuto la stessa visione e stava guardando male Jane. Non le avrei permesso di farle del male e prima ancora che ci provasse mi avventai su di lei attirando l’attenzione di tutti i presenti.
La testa di Jane batté violentemente contro la parete marmorea provocando un suono sordo e stridulo. Mi ero appena trasformata, questo significava più forza di quanto non ne avessi di solito. Jane tremava e tossiva cercando di divincolarsi dalla mia salda presa. Le diedi una ginocchiata nello stomaco. Lei gridò di dolore e in seguito la scaraventai per terra lontana da me e da Alice.
<< Vipera...prova a toccare Alice e sei morta! >>le ruggii contro
Aro intervenne in difesa di Jane ma, non appena mi toccò la spalla, lo fulminai con uno sguardo  tanto da farlo rimanere paralizzato sul posto senza muoversi.
<< Quindi è vero che sei diventata la più pericolosa dei Volturi. >> disse un’altra voce familiare.
Era passato troppo tempo dall’ultima volta che sentii la voce di quella persona e mi suonò armoniosa esattamente come la prima volta.
<< Dipende Edward….mi conosci. Non sono cattiva di natura, ma obbedisco ad Aro. E se obbedire  significa uccidere, allora non ci posso fare niente, le mie prede muoiono tutte! >> risposi fredda e distaccata
<< William soffrirebbe nel vederti così >>
William…quel nome portò una ventata di tristezza nel mio cuore, tristezza che sfociò in rabbia contro la parete di casa. Una grande crepa di aprì nella parete e ne punto dove la mia mano era entrata in contatto con il muro, si formò una vera e propria fossa.
Alice era rimasta turbata dallo spettacolo, glielo si leggeva in faccia. Mi avvicina a lei mantenendo una distanza di due metri. << Mi dispiace….so che vi aspettavate di trovarmi diversa…ma ormai sono cambiata. Mi dispiace avervi delusi! >>
Abbozzai un sorriso venuto male, poi presi la mia mantella nera, che era poggiata sul trono di Aro e mi avviai verso la porta con passo sicuro. Alice mi seguì bloccandomi per il braccio.
<< Non te ne andare…. >> sembrava quasi implorarmi, ma avevo una missione da svolgere e non c’era tempo da perdere.
<< Scusami Alice…devo andare! Alec, Felix muovetevi non vi aspetto tutto il giorno. >>
Mi seguirono senza proferire parola. Insieme e contemporaneamente ci alzammo i cappucci neri appena fuori dalla porta, come se la cosa fosse automatica e normale. Non so cosa successe li dentro ma ebbi una visione in cui Alice rinfacciava ad Aro che mi aveva trasformata in un mostro, la cosa non era ne bella ne piacevole da vedere, ma era giusto. Se mi avrebbero creduta un mostro non mi sarebbero venuti a cercare ancora.

Per arrivare a Seattle ci vollero due giorni di volo in prima classe, in compagnia dei due Volturi e dei Cullen. Anche Edward ed Alice avevano deciso di prendere un aereo per tornare e, dato che quello era l’unico, viaggiammo tutti insieme. Ormai il personale di volo non si chiedeva più il motivo di quelle mantelle nere tante erano le volte che ci avevano visti indossarle.
Per ingannare il tempo Alec aveva deciso di distrarsi raccontando ad Edward ogni singolo particolare della mia vita in quelle tre settimane che avevo passato con loro.
<< All’inizio non mi sembrava nemmeno viva… >> disse verso Edward iniziando così il suo “resoconto” << …passava tutto il tempo da sola in un angolo, spesso soggetta ai tremendi scherzi di mia sorella. Poi un giorno, per la sete credo, quando Heidi portò nella sala centrale le vittime dei tre anziani, si avvento su un uomo e, se solo qualcuno provava ad avvicinarsi, ringhiava. Aro provò a staccarle il corpo dell’uomo dalle mani e Elaisa riuscì a morderlo alla spalla - era la prima volta che vedevo Aro in difficoltà.
Da quel giorno cambiò radicalmente. Divenne autoritaria e sicura di se. Jane continuava a stuzzicarla ma lei non rispondeva e quando usava il potere su di lei, spesso e volentieri, si vendicava staccandole le braccia dal corpo. Ha imparato a eludere ogni potere, tutti tranne il mio. Aro non riesce più a leggerle nel pensiero e il potere di Jane non ha più effetto. Ha incominciato a partecipare alle missioni punitive, prima come semplice alleata di Jane, e, adesso, come capo. In una missione è quasi riuscita ad uccidere mia sorella per questo Aro non le manda mai in spedizione insieme senza la presenza di Renata a difesa di Jane. >> disse le ultime frasi con un grande sorriso stampato sul volto. Ormai Alec era diventato il mio Fan numero uno da quando mi ero trasferita permanentemente da loro.
Edward, quando Alec ebbe finito di raccontargli la storia, si avvicinò a me alzandosi all’inpiedi. Non gli interessava le parole delle hostess perché comunque, anche se fosse successo qualcosa, lui si sarebbe salvato, come tutti quanti noi. Il brutto di quella linea di aerei era che la prima classe aveva due posti vicini. Accanto a me era seduto Felix, ma quando Edward gli chiese se avesse potuto prendere il suo posto solo per parlarmi un po’ da amico, si alzò sorridendo soddisfatto. Aveva capito che non volevo e si era alzato comunque, che bastardo!
Spostai la mia attenzione verso l’oblò per vedere il cielo e le nuvole che stavamo attraversando. Edward fece finta di niente poi si voltò verso di me.
<< Ti prego Elaisa…. >> mi disse quasi supplichevole << ascoltami solamente. Tanto non ci rivedremo più e questo lo sappiamo entrambi! >>
Parlare con lui era inutile, solo uno spreco di forze. Però pensare non mi costava niente no?

Parla ti ascolto! Continuavo a guardare fuori dall’oblò senza proferire parola e lasciavo filtrare solo i pensieri che volevo che lui ascoltasse, tenendo angoscia rimorso e tristezza per me.
<< Dopo che te ne sei andata tu William ha incominciato la tua ricerca. Passa molto spesso per casa nostra e abbiamo conosciuto il suo branco. Elaisa sono disperati, anche coloro che non ti conoscono, vogliono assolutamente che tu sia libera >>

Edward io sono libera pensai voltandomi verso di lui con espressione confusa.
<< No non sei libera! >> esclamò lui arrabbiato
<< È vero Elaisa… >> intervenne Alec << Tu non sei libera! Non ti ricordi quando durante la prima settimana hai chiesto ad aro di lasciarti andare e lui ha risposto che non poteva? Lui ti nega la liberà. Tu non sei libera.>>
<< Tappati la bocca moccioso! >> Esclamai arrabbiata verso Alec
Si zittì tornando al suo posto a braccia incrociate e blaterando qualcosa di simile ad un “e dire che sono più vecchio di te!” Ad Alice scappò una piccola risatina che infettò anche me. Entrambe scoppiammo a ridere e Alice si avvicinò a noi a passo di danza. Mi chiedevo come mai quel follettino ballasse sempre.
<< Visto?! Questa è la vera Elaisa…non quel mostro che fingi di essere! >> disse sedendosi accanto a me, ovvero, sopra di
Edward << Stai fermo eh! >> aggiunse verso il fratello.
Edward intanto, poverino, non poteva fare niente se sbuffare e incrociare le braccia.
Sorridemmo tutti e il mio sguardo si addolcì. Permisi ad Edward di leggere ogni mio pensiero, emozioni comprese, che lo colpirono come uno schiaffo in pieno volto. La sua espressione cambiò e iniziò finalmente a capire la mia situazione.
Rimanemmo tutti in silenzio e Edward riuscì a balbettare un “mi dispiace” venuto un po’ male. Entrambi tornarono ai loro posti e Felix tornò a sedersi accanto a me.
Non passò molto tempo prima che io riuscissi a reprimere quei tremendi sentimenti di tristezza tornando così ad essere la Elaisa fredda che, solo i Volturi e le mie prede, conoscevano.
Quando l’aereo atterrò, qualche ora dopo, a Seattle era notte e la cosa fu un vantaggio per tutti. Ormai ci dovevamo separare. Alice ed Edward si diressero verso casa, mentre io Felix ed Alec, ci dirigemmo alla ricerca delle nostre vittime.
La descrizione che ci aveva fornita Aro era tremendamente e assurdamente...inutile. Almeno più della metà di Seattle era piena di persone identiche a quella della descrizione. La nostra speranza era riservata tutta alla paura che un comune essere umano serba nel cuore. Girare con delle mantelle in città in pieno giorno è in pratica un modo come un altro per farsi prendere in giro ma se sai dell’esistenza dei vampiri, puoi ben immagina che quelle mantelle solo uno strumento di copertura.
Il nostro piano era quello di aggirarci per la città senza destare sospetti, o questo almeno lo dovevamo fare io e Alec. Felix aveva il compito di seguirci da lontano e seguire le tracce olfattive di coloro che ci stavano intorno alla ricerca di una simile a quella fattaci annusare da Aro. Anche io avevo annusato quella traccia e non mi era per niente familiare e, in una cittadina come quella, trovarla non sarebbe stato poi tanto facile.
Passammo due giorni a cercare inutilmente. Alec e Felix avevano perlustrato quasi tutte le case mentre io passavo le giornate tra le gente a seguire odori inesistenti e spesso vicoli cechi. Ci rincontrammo come nostro solito a ora di pranzo nei pressi del centro abitato. Alec si era perso e io Felix partimmo in sua ricerca. Non fu difficile trovarlo, ma lui aveva trovato qualcos’altro.
<< Sentite questo odore? >> ci disse annusando l’aria.
Noi facemmo lo stesso ma non sentivamo niente di particolare.
<< Dai questo è l’odore di una preda prelibata! >> eccolo…lo sapevo. Aveva trovato un’altra vittima. Precisamente la sesta quella settimana. Per fortuna di solito preferiva non dare nell’occhio e si cibava di anziani e, quando aveva deciso che non ce la faceva più, si nutriva di animali o a volte di giovani ragazzi che gli permettevo di uccidere.
<< Smettila Alec! Abbiamo una missione! >> lo rimproverò felix
<< No no…aspetta….Alec ha ragione. Questo odore…. >> annusai l’aria e chiusi gli occhi paragonando l’odore a quello della traccia olfattiva che aro mi aveva mostrato. << Sono loro! >>
Un sorriso si stampò grande sulla faccia di tutti.
Alec e io seguimmo l’odore arrivando ad una piccola casa non lontana dalla nostra posizione. La casa, secondo le parole di Felix, non aveva niente a che fare con le nostre vittime ma l’odore di umani proveniente dall’interno mi convinceva del contrario.
<< Felix….sei uno scemo. >> proferii fredda e distaccata verso il gigante
<< Si si si….come vuoi agire? >>
<< Vado io! >> si offrì Alec ma lo bloccai con un braccio facendolo accucciare a terra con un successivo colpo alla stomaco.
<< Felix porta Alec a caccia. A loro ci penso io e vi chiamo quando dovrete intervenire. >> mi voltai verso il ragazzino accucciato a terra e mi abbassai alla sua altezza << Non ammazzare innocenti giovanotti. >> gli diedi un bacio sulla guancia e mi avvicinai alla porta di casa mentre i due correvano via assetati di sangue umano.
Bussai e mi venne ad aprire una bambina di circa sei anni che, non appena mi vide, incominciò a gridare correndo verso la madre e il padre in cerca di protezione e lasciando a porta aperta. Io indossavo ancora la mia mantella nera e il cappuccio alto, mentre loro erano vestiti ancora in pigiama. Era ora di pranzo di una domenica qualunque, era probabile aspettarsi una cosa del genere.
<< V…voi chi…siete? >> balbettò a sento l’uomo impugnando una pistola e puntandola verso di me.
<< Sapete fin troppo bene che quella arma non avrebbe effetto su di me…. >>dissi abbassandomi il cappuccio e mostrando il mio volto, ma soprattutto, i miei occhi scarlatti alla famiglia al completo.

La famiglia mi raccontò della loro esperienza con i vampiri. Mi dissero che la loro bambina era stata quasi uccisa da uno di loro e che per salvarla volevano trasformarla in una vampira. Ma alla fine un giovane coraggioso aveva ucciso i trasgressori e curato la loro bambina. Anche lui era un vampiro, ma a differenza degli altri, aveva gli occhi oro e i capelli biondi. Dalla descrizione mi capitò di pensare ad una sola persona…Carlisle.
Non dissi subito alla famiglia il vero motivo della mia visita, ma lo lasciai intuire ai genitori. La bambina faceva di tutto per giocare con me e mi tenne impegnata tutto il pomeriggio. A fine giornata mi ritrovai da sola con la bambina in camera sua. Le stavo pettinando la lunga chioma castana. Aveva un viso così dolce…mi sembrava quasi una crudeltà strapparla via dalla vita quella stessa sera. La cosa mi faceva soffrire e non poco.
<< Elaisa… >> mi chiamò per nome, come aveva fatto tutto il pomeriggio, poi si voltò verso di me e sorrise. << Rimarrai ancora con noi? >>
La sua voce era così dolce.
Come potevo solo pensare di farle del male? Non ci sarei mai riuscita.
<< No piccola…Stasera torno a casa. >> risposi sorridendo.
LA madre entrò nella stanza ci guardò triste. Lui aveva capito tutto.
<< Mary a letto forza. >>
<< Si mamma. >> diede un bacio alla mamma, poi si voltò verso di me e mi diede un bacio sulla guancia << Notte pelle di ghiaccio >> mi disse riferendosi al nomignolo che mi aveva dato mentre giocavamo agli indiani
<< Notte sole nascente. >> risposi io tranquilla poi uscii dalla stanza e mi recai in salotto per parlare con i genitori. Entrambi erano abbracciati e seduti sul divano.<< Penso che abbiate capito il motivo della mia visita ormai? >>
<< Si lo immaginavamo… >> disse l’uomo guardando la moglie che fissa la porta della camere della figlia
<< Soffrirà? >> mi chiese preoccupata.
<< No…il mio amico addormenta le persone…non sentirete niente. >>
<< Grazie… >>
<< Alec… >> Non finii nemmeno di chiamarlo che i due umani erano già addormentati.
Sospirai e mi voltai verso di loro poi aprii la porta ai miei due compagni.
<< Se vuoi alla bambina ci penso io… >> disse Felix intristito.
<< No…è compito mio >> risposi con un filo di voce dirigendomi nella cameretta della bambina.
Stava dormendo beata nel suo lettino…sembrava un angelo. Ma gli ordini erano chiari: Dovevano morire! Presi la bambina tra le mie braccia tremanti e la morsi al collo.
Tra le de quella che stava soffrendo di più era sicuramente io. Piangevo mentre bevevo il sangue di quella povera innocente, il fatto era che non aveva altra scelta. Alla fine singhiozzando la posai nel suo stesso lettino, mettendola sotto le coperte.
<< mi dispiace…. >> singhiozzai a stento. Poi uscii dalla stanza.
Il lavoro era finito. Anche i genitori erano morti. Potevamo tornare a casa.
<< Elaisa… >>
<< Non ne voglio parlare Alec…torniamo a casa fine della storia. >>
Ero sicura che una volta tornata a casa tutto sarebbe finito ma non immaginavo che al castello dei Volturi mi aspetta una sorpresa ben peggiore di quella.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Sefilide