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Autore: Rystie_00    17/09/2015    3 recensioni
- Che cos’hai sul naso? – mi chiede. Sorrido.
- Si chiama Bridge: è un piercing. – dico, toccandomi il naso all’altezza degli occhi.
- Ti sta bene. L’oro contrasta bene con i tuoi capelli ramati. -
- Grazie! Invece tu hai il cielo e il mare negli occhi! –
Vi è una pausa dove realizzo la cazzata che ho appena detto.
- L’hai letta da qualche parte. -
- Sì. –.
È il complimento più squallido che abbia mai fatto a qualcuno. Che pessimo.
Ma lui ride. E rimango senza fiato.
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Questa è la mia nuova FF... se volete dare un'occhiata siete i benvenuti! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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III CAPITOLO
 
 
GABRIEL
 
 
 
Vedo Frederick uscire di scuola e venirmi incontro con un sorriso a trentadue denti sulle labbra. Spinge la carrozzella con foga solo perché non vede l’ora di essere stretto fra le mie braccia.
- Ti ho detto mille volte di non correre troppo, Frederick. Potresti far bucare le ruote e… -
- Sta’ zitto! – dice, allungando le braccia e pretendendo un bacio.
È da un mese che stiamo ufficialmente insieme. Non ho mai avuto una relazione così lunga. Nessuno mi sopportava oltre la prima settimana e perciò finiva sempre male.
Ma con Frederick è diverso. Anche io sono diverso. Mi ha fatto rendere conto che non ci sono solo io nel mondo. Siamo io e lui, per la mia opinione.
Sì, perché se un tempo pensavo solo a me stesso, ora penso a me stesso e a lui. Basta.
Ogni volta mi ripete di essere un po’ più gentile con gli altri, io allora alzo gli occhi al cielo e metto il broncio per tutto il resto della giornata. Lui fa finta di niente e continua a essere gentile con me, nonostante a volte so di essere insopportabile con il mio caratteraccio.
- Andiamo sul lungomare a farci un giro. – dico, dopo averlo baciato sulle labbra.
Lui annuisce e io mi posiziono dietro di lui per spingerlo, come ogni volta che stiamo insieme.
 
- Vuoi un pezzo di mela? – chiedo, porgendogli il frutto rosso, già morso per metà.
- Grazie. – Gliela porgo. Ho proposto di fermarci in un punto proprio in prossimità del mare, e mi sono seduto sulle sue gambe, dopo aver bloccato la carrozzina.
- Come va a scuola? – mi chiede, masticando. – Hai recuperato, dopo le ripetizioni che abbiamo fatto? -
La mia media scolastica è migliorata. Da quando Frederick mi aiuta con lo studio, anche il terribile professor Rivera dice che sembra essere accaduto un miracolo con me.
Studiamo sempre nelle biblioteche o in riva al mare. Ci piace stare assieme il più possibile.
- Ho recuperato tutto. Ed è grazie al mio ragazzo secchione. – ridacchio, rubandogli la mela dalla mano.
Lui mi tira una pacca sulla testa.
- Sai… mio padre, quando è a casa, è sempre in movimento… pulisce, cucina, mi chiede se ho bisogno di qualcosa… è sempre così da quando è morta mia madre. Credo stia cercando di comportarsi come farebbe lei, ma non è necessario perché io sono grande e indipendente, e posso fare da solo quasi tutto. L’ultima cosa che gli servirebbe, sarebbe un figlio che ha problemi a scuola. Non credi? -
Mi ha raccontato tante volte di sua madre. Di quanto era una bella donna intelligente e che, per ricordarla, lui aveva deciso di ereditare il suo nome, con il pieno consenso del padre. Ma mi aveva parlato raramente di suo padre.
- Sì. –
Sorride e una ciocca di capelli gli ricade sugli occhi chiari. Allungo una mano e gliela sistemo.
- Gabriel… volevo chiederti… i tuoi genitori sanno di noi? -
Non batto ciglio a quella domanda e rispondo subito. – I miei genitori non sanno nemmeno che sono gay. Non sono sicuro che capirebbero. -
- Mi dispiace. – risponde, baciandomi la guancia destra.
- E tuo padre? – domando poi.
Frederick ride, imbarazzato.
- Gliel’ho detto due anni fa. Sapevo che per lui non sarebbe stato un problema, dal momento che ogni giorno sta in contatto con adolescenti come noi. Era un po’ sorpreso, ma per lui non era assolutamente un problema, come ti ho detto prima. – spiega – Non gli ho mai detto di noi, ma… diciamo che, in queste ultime settimane, mi vede molto più felice e sorridente e mi chiede spesso se sia successo qualcosa o se mi vedo con qualcuno. – conclude.
Rido.
- Sembra un uomo in gamba. Non vedo l’ora di conoscerlo. -
- Sì, be’… prima dovrei dirgli che… ho un ragazzo. – dice, arrossendo leggermente.
- Aspetterò. –
Guardo il cielo, nuvoloso e grigio.
Un gabbiano vola solitario verso l’orizzonte.
 
 
 
FREDERICK
 
 
 
- Papà… vorrei dirti una cosa importante. Possiamo parlarne? –
Il suo volto assume immediatamente una vena di preoccupazione. Assottiglia gli occhi, chiari come i miei, e annuisce, per poi sedersi al tavolo tondo del salotto.
Mi posiziono al mio solito posto, di fronte a lui.
Lui mi studia, tentando di capire cosa ho da dirgli.
- Devo dirti una cosa che per me è importante… - ripeto.
- Okay… - risponde lui, incerto.
Prendo un respiro profondo. – Ultimamente mi vedo con un ragazzo… e… - arrossisco come un’aragosta e, diamine, lui scoppia a ridere.
Lo fulmino con un’occhiataccia e balbetto, arrabbiato: - C-che cosa c’è di tanto ridicolo? –
Lui torna a fissarmi e sorride, paterno. – Pensavo che fosse qualcosa di molto peggio. – ammette.
- Be’… ho un ragazzo. E io… lui vorrebbe conoscerti. -
Mio padre sorride e mi posa una mano sulle mia.
- Sarà un piacere, Frederick. Sono così felice per te. –
 
 
 
GABRIEL
 
 
 
Il tema che il professor Rivera ci ha proposto per la verifica di fine mese, prevede una riflessione personale su un argomento a scelta. Ci ha consegnato un foglio vuoto e ci ha confessato che era la prima volta che lasciava completamente carta bianca.
- Questo giorno, voglio che scriviate di un tema a voi caro. Mi piacerebbe che deste voce ai vostri pensieri, come se fosse un testo per qualcuno che ha voglia di ascoltarvi. Sbizzarritevi! – spiega, togliendosi gli occhiali neri che porta.
- Avete due ore. – annuncia, per poi sedersi alla cattedra. Noi alunni iniziamo a buttare giù qualche idea.
Potrei scrivere tante cose. Potrei scrivere della mia solitudine prima di conoscere Frederick. Di quando trascorrevo il tempo con amici che poi tanto amici non erano. Dei problemi con la famiglia, i continui litigi. Un tema sul mondo dagli occhi di un adolescente.
Mi guardo intorno e realizzo che, molto probabilmente, la maggior parte dei miei compagni di classe scriverà qualcosa di simile.
Penso allora alla prima cosa che mi viene in mente.
È il suo sorriso.
Sono i suoi occhi del colore del cielo.
Sono i suoi capelli.
  Non posso raccontare di lui in particolare, ma posso fare un’ampia riflessione sulla straordinaria forza delle persone disabili. Posso descrivere il modo in cui mi sono innamorato di una di queste. Nel modo più umano possibile: casualmente.
Afferro la penna in mano e inizio a marcare con l’inchiostro il foglio bianco.
 
 
Frederick e io, dopo essere usciti dal cinema, prendiamo una pizza al trancio e ci fermiamo in una piazza abbastanza affollata. Troviamo posto ad una panchina libera. Mangiamo in silenzio, ascoltando la musica dei locali intorno a noi.
- Freddie… so che non potrai mai più camminare, ma hai mai pensato di fare terapia in acqua? È diverso, ma, con esperti che ti tengono sotto accurati controlli, potrebbe essere un’esperienza positiva. – dico.
Lui si volta di scatto e mi guarda, sorpreso per quella domanda improvvisa. Restiamo a fissarci per alcuni secondi e alla fine lui balbetta: – C-come ti è venuta in mente una domanda simile? -
Si gira, sfuggendo dal mio sguardo. Sembra a disagio, quasi infastidito.
Appoggio una mano alla sua e lui le guarda. Attendo che dica qualcosa.
- Sì… ci avevo già pensato, ma… - sospira e ancora i suoi occhi ai miei – Ma la terapia costa troppo. Mio padre guadagna quello che basta per mandare avanti la casa e pagarci da mangiare. Io vorrei trovare un piccolo lavoro, ma, date le mie condizioni, non è per niente facile. Non per quest’età. -
Alzo una mano e gli accarezzo una guancia. Poi avvicino il volto e lo bacio sulle labbra.
- Mi dispiace. Non lo sapevo. Però sarebbe stato bello. – sussurro.
Lui annuisce. – Sì. Sì, lo sarebbe stato. –
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: Buonasera! Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Con il prossimo, tuttavia, le cose inizieranno a smuoversi un pochino e ne vedremo delle belle.
Per caso… voi sospettate di qualcosa? Non so… qualsiasi cosa. Fatemi sapere!
La storia sta piacendo? Magari mi potete lasciare un piccolo commentino per dirmi cosa ne pensate?
Come regalo di compleanno? Eheheheh J
Un abbraccio
Rystie_00
   
 
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