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Autore: fedetojen    18/09/2015    1 recensioni
[Lee Soo Hyuk]
Certe persone non le incontri per caso...ma per sfiga. È meglio tenere la bocca chiusa e dare l'impressione di essere stupidi piuttosto che aprirla e togliere ogni dubbio. Avere la coscienza pulita è segno di cattiva memoria.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Le cose piu’ belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.”
“Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione.”
"Vivere é come mantenere un segreto.. non é per tutti."

6


 
“E’ inutile resistermi” la sua voce così calda e sensuale mi trapassò i timpani, facendomi sussultare.
Spinsi ancora di più il mio corpo contro il muro, ma non avevo la possibilità di plasmarmi con esso e scappare da quell’inferno che erano i suoi occhi.
Abbassai lo sguardo, iniziando ad avere anche fatica nel respirare.
Ma maledizione, vuole spostarsi un po’?

“Evelyn, guardami” mi disse ancora.

Chiusi gli occhi con forza, cercando di calmare il mio cuore.
Mi sentii sfiorare con la punta dell’indice, il contorno del mio volto per poi fermarsi sotto il mento e alzarlo.
Mi ritrovai lo sguardo di Soo Hyuk su di me: mi paralizzava, mi sconvolgeva, mi rapiva.
Si inumidì le labbra schiudendo così la bocca.
Il dito rimase a sostenere dolcemente il mio mento, intrappolandolo.

“N-non…non è eticamente professionale” cosa? L’unica cosa che riesco a dire è questa? Mi sta facendo impazzire, non c’è dubbio. Mi guardò sorpreso, per poi soffocare una risata portando il volto in basso. Imbarazzata mi morsi un labbro, non appena il suo volto ritornò all’altezza del mio.

“Non è eticamente professionale?” ripeté sarcasticamente.
Annuii velocemente. Sorrise ancora, facendomi quasi cedere. Avevo le gambe molli e non so per quanto ancora posso resistere a questo tira e molla.

“Hai paura di quello che gli altri potrebbero pensare, vero?” mi chiese curioso.

“Come?” chiesi evidentemente sorpresa.
Sorrise ancora socchiudendo gli occhi, come a studiarmi.
Lentamente staccò le mani dalla parete, posizionandosi con il busto difronte a me.

Finalmente, pensai mentalmente, staccandomi dal muro e dirigendomi a passo svelto alla mia scrivania.

“Dove credi di andare?” la sua voce rimbombava nel corridoio come un avvertimento.

Subito mi fermai, su quei maledetti tacchi che mi stavano davvero dando noia.
Mi voltai lentamente, vedendolo con le mani nelle tasche del pantalone e la sua giacca aperta.
Sorrideva come se fosse l’unica cosa che poteva fare. Si avvicinò a me e prendendomi il polso mi trascinò via con sé.

“Dove diavolo stiamo andando ora!?” urlai in preda alla rabbia.

“Non vedi che è pomeriggio inoltrato? Andiamo a mangiare ovviamente” mi disse guardandomi storto.

Provai a liberarmi, ma più ci provavo più lui mi strattonava e mi stringeva la presa al polso.
Imbronciata e con le braccia conserte, rimasi seduta in macchina a guardare avanti.

“La smetta, su” disse partendo.

“Non la smetto, perché lei deve capire-”

“Devo capire cosa?” mi chiese interrompendomi e regalandomi un altro sorriso dei suoi.

“Le da fastidio quando qualcuno la interrompe?” chiesi curiosa a braccia conserte, spostando il mio corpo verso di lui.

“Ovvio” disse tranquillamente, continuando a guidare guardandomi ogni tanto.

“A me da parecchio fastidio. Deve capire che a tutto c’è un limite” dissi stizzita.

“Chi è il suo capo, segretaria James?” mi chiese.

“Lei, ma-”

“Ma, gli ordini li do io” disse poi, interrompendomi ancora.

Sbuffai rumorosamente ruotando il corpo e poggiando violentemente la spalla al sedile.
Lo vidi, chiaramente con la coda dell’occhio, sorridere.
Appena entrammo nel locale, troppa eleganza e sfarzo si scontrarono con il mio corpo.

“A me sarebbe bastato anche un po’ di ramen-” appena lo guardai, non finii la frase.

Mi fece ricordare con quello sguardo duro e severo, che lui era il capo.
Roteai gli occhi e lo seguii al tavolo. Si sedette, con un gesto estremamente elegante e sexy.
Io goffa com’ero, stavo quasi per cadere, ma dettagli.

Posizionò la giacca sulla sedia, mostrando così la sua camicia a pois, nera sullo sfondo e con mille mila pallini bianchi.
Si alzò la camicia fino ai gomiti, mostrando così al braccio destro un bracciale in argento, molto semplice.
Mentre una cameriera, riempiva i nostri bicchieri da vino, con vino rosso, lui estrasse dalla giacca il suo cellulare di ultima generazione e mentre scorreva le dita sul display, sorrise.

Devo dire che se fosse venuto da solo, sarebbe stato come adesso: praticamente sarei invisibile.

“Evelyn, la smetta di pensare di essere invisibile. Non lo è affatto” disse guardandomi di sottecchi.

Lo guardai a bocca aperta, nemmeno mi avesse letto nel pensiero.
Mi guardai intorno notando un volto fin troppo familiare: appena mi accorsi che l’uomo due tavoli più in là rispetto al nostro era Park Bo-Gum, sorrisi di gioia sentendomi meno sola del previsto.

Ero già pronta ad alzarmi ma fui bloccata.

“Non ci pensi nemmeno” mi disse Soo Hyuk guardandomi, e posando il telefono nella tasca.

“Signorina James, che bello rivederla!” disse sorridente Bo-Gum, vicino al nostro tavolo. Dopo si voltò verso Soo-Hyuk, che mi stava ancora fissando.

“Soo-Hyuk” disse, soltanto guardandolo. Soo-Hyuk spostò lo sguardo su di lui a forza, sforzandosi di sorridergli.

“Vuole unirsi a noi?” chiesi subito speranzosa.
Soo-Hyuk mi fulminò con lo sguardo, mentre io mi facevo sempre più piccola nella sedia incurvando le spalle in dentro.

“Mi spiace, ma stavo per andare via. La prossima volta rimarrò sicuramente, anzi! La prossima volta che ha la serata libera, la invito a cenare fuori, che ne
dice?” mi chiese sorridente, voltandosi verso di me.

“Ne sarei molto felice” dissi cercando di contenere la felicità.

“Bene! Allora ci vediamo” disse prima di andarsene.
Seguii la figura di Park Bo-Gum lasciare il locale, e a malincuore sospirai voltandomi per poi trovare Soo-Hyuk con le braccia conserte a osservarmi furioso.

“Cosa c’è?” chiesi posando le braccia ai lati del piatto.

“La metterei in punizione, ma credo che potrò punirla con qualcos’altro” disse sciogliendo poi le braccia.
La cameriera ci porse i piatti con bistecca piselli e insalata.
Lui, con sicurezza e nonchalance prese le forchette e iniziò a mangiare; io invece giocavo con i piselli, non chiedetemi perché la fame mi era passata.

“Evelyn, mangia” mi disse prima di addentrare un pezzo di bistecca.
Posai le posate ai lati del piatto e lo guardai cercando di attirare la sua attenzione. Non appena mi guardò, iniziai a palare.

“Detesto quando mi da degli ordini” dissi sincera.

“Lo faccio tutti i giorni, quindi le do sempre fastidio, giusto?” chiese continuando a mangiare tranquillamente.

“Mi da fastidio quando mi da questo tipo di ordini” dissi indicando con la testa il piatto. Posò le posate e con il tovagliolo si pulì le labbra.

“Evelyn” disse con sguardo sicuro.

“Sono seria, a volte mi tratta come una bambina” dissi irritata.

“Perché lo sei” disse divertito portandosi poi il bicchiere alle labbra e bevendo un sorso di vino.
Lo guardai scuotendo la testa, per poi prendere la borsa e uscire dal locale.

“Taxi! Taxi!” continuai ad urlare, anche con una certa insistenza, ma nulla.

Iniziai a camminare sperando che cambiando zona un taxi si sarebbe fermato.
Avevo i piedi doloranti e stavo maledicendo il mio capo quando ad un tratto qualcuno mi prende il polso, facendomi fermare di colpo.
Mi volto e guardo con sguardo deciso Soo Hyuk.

“Mi lasci” dissi subito. Scosse la testa in un no, prendendomi poi per i fianchi e spostandomi di peso vicino al muro.

“Soo Hyuk!” dissi urlandogli contro. Si avvicinò di scatto al mio volto, facendomi perdere un battito.

“Cosa fa?!?” chiesi in un sussurro.

“Questa è la tua punizione” disse con voce calda e determinata prima di baciarmi con passione.



ANGOLO SCRITTRICE: Salve gente! Per questo capitolo devo ringraziare Temperina per avermi fatto vedere una foto di Soo Hyuk e per questo anche l'idea xD Spero vi piaccia e spero recensiate.

Soo Hyuk al locale con Evelyn

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