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Autore: Jessie95    18/09/2015    2 recensioni
Un gioco, una scommessa, un patto.
Così inizia questa storia.
Tratto dalla storia:
– Posso sapere almeno il tuo nome?
– No.
– Andiamo… ti ho domandato solo come ti chiami, mica ti ho chiesto la luna!
–… Mi chiamo Talia. Talia Carter. – mi dice dopo un attimo di esitazione. Che nome particolare!
– È un piacere conoscerti Talia Carter. Io sono Jason Moore.
Talia, Talia, Talia… tu non sai cosa ti farei. Ma adesso non è il momento.
Tu sarai mia!
È ora di iniziare a giocare!
***
E' la prima volta che mi cimento in una storia con solo il punto di vista maschile. Spero non sia uscito uno schifo, buona lettura! :)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love's a game, want to play?'
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Capitolo undicesimo: Dubi e domande che mi affollano la testa - GIORNO 29
 
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Preparo Cleopatra per cavalcarla. Sono nervoso e passeggiare con lei mi ha sempre aiutato a calmarmi. Il mio cellulare squilla, ma non rispondo, non lo guardo nemmeno. In questo momento nessuno ha il diritto di distrarmi!
Percorro un sentiero semplice, niente di troppo complicato.
Ho bisogno di svuotare la mente perché anche i miei pensieri costituiscono una distrazione.
Sei un idiota, Moore!
Ma perché, cazzo, torni a darmi il tormento?
Perché sei idiota e hai bisogno di sentirtelo dire!
Da una voce irritante, insistente e petulante che esiste solo nella mia testa?!
Di certo Cleopatra non è in grado di dirtelo, Moore…
Non ho bisogno di te!
Questo lo credi tu! La verità è che hai bisogno di me per non affogare tra i tuoi pensieri.
Vattene grillo parlante dei miei stivali! Non voglio starti a sentire…
Come vuoi, Moore, ma tornerò. Lo faccio sempre.
Sto diventando pazzo… Perché ci parlo ancora, poi? Mi fa solo irritare!
Perfetto! Adesso sono anche più nervoso di prima. Nemmeno Cleopatra riesce a calmarmi.
– Hei, Jason! – mi volto verso la voce che richiama la mia attenzione.
Adam… Cosa ci fai qua? – chiedo quando mi è di fronte. Scendo da Cleopatra e le prendo le briglie per portarla nella stalla.
– Sono venuto per parlarti.
– Non sono dell’umore adatto per parlare, Adam.
– Questo è un problema risolvibile: io parlo e tu ascolti.
– Adam…
– Volevo parlarti di Talia, Jason.
Mi blocco e tutte le proteste che volevo scaricare sul mio amico mi si bloccano in gola. Per questo lui continua.
– È venuta al lavoro oggi ed è distrutta. Che cazzo hai combinato, amico?
Non rispondo. È distrutta? Perché saperlo mi fa così male?
– Lascia stare, posso immaginare quello che hai combinato. Quello che non capisco è perché continui ad ignorarla quando anche tu ci stai male. – faccio per controbattere, ma lui non me ne da il tempo – Non propinarmi la scusa del “Io non ci sto male”! – dice scimmiottandomi – Si vede lontano un miglio che non è così!
– No Adam, la mia è soltanto abitudine… ci siamo visti tutti i giorni in questo mese. Devo solo riabituarmi a non averla più accanto.
Mi guarda come se avessi tre teste poi scuote la sua. – Non ci credi nemmeno tu alla stronzata che hai appena detto.
– Non mi interessa, Adam.
– Questo non è vero e lo sai anche tu!
– Io non so un cazzo! – urlo facendo agitare tutti cavalli nella stalla, usciamo da lì per non creare disordine.
– Jason ragiona! Non rispondi alle sue chiamate, eviti il mio bar come se fosse appestato, non vuoi parlare di lei. Dall’altra parte c’è Talia che non riesce a lavorare, ha sempre la testa da un’altra parte e un’espressione abbattuta sul viso. È possibile che tu sia così coglione da non esserci ancora arrivato?
– Arrivato a cosa? – dico sfinito da quella discussione.
– Al fatto che vi amate!
Lo guardo basito. Sta scherzando, vero? Perché è dannatamente serio allora?
Perché è la verità, Moore.
Levati dal cazzo. Non stavo parlando con te!
– Non farmi ridere Adam…
Mi guarda scuotendo la testa.
– Spero che tu non sia così coglione da farti sfuggire l’opportunità di essere felice dalle mani. – un secondo di silenzio poi riprende a parlare – Ti saluto ora, ero venuto per capire cosa stava succedendo e ho avuto le conferme ai miei sospetti.
– E cosa ne hai concluso?
– Che sei un coglione, Jason. Ma non ti preoccupare, rimani comunque mio amico.
E se ne va lasciandomi solo, ancora una volta, con i miei pensieri
***
Guardo lo schermo illuminarsi. Mi sta chiamando ancora. Vedo la sua immagine, lei sullo scoglio con quel costume verde.
Squilla. Squilla. Continua a squillare. E io non accenno a rispondere. Rimango lì a guardare lo schermo del mio cellulare lampeggiare mostrandomi la sua immagine.
Ti prego, smettila.
Per favore: butta giù.
Il cellulare si spegne e io tiro un sospiro di sollievo. Finalmente!
Il cellulare riprende a squillare. È ancora lei e io non so davvero cosa devo fare…
Dovrei risponderle? No, no, no, no e ancora no. Le farei solo del male.
Lascio squillare a vuoto? Sembra essere una tecnica non funzionante…
Spengo il telefono? Sembrerebbe l’opzione migliore, se non fosse che poi perderei anche le altre chiamate.
Non so che fare, per questo rimango lì a fissare il cellulare illuminarsi e spegnersi per poi illuminarsi ancora.
Sei un idiota, Moore.
No, non è vero…
Lo schermo si spegne e si accende di nuovo nella frazione di pochi secondi e io lo lascio squillare a vuoto ancora e ancora.
Sì, invece, Moore!
Lo schermo si spegne per l’ultima volta. Nessun segno di chiamate in arrivo. Si è arresa. Alla fine ha detto basta.
No, vocina del cazzo. Sono uno stronzo, che è diverso.
***
Al lavoro non riesco a combinare niente e mio nonno se n’è accorto. Mi ha detto di prendermi venti minuti di pausa, di bere un caffè e di riposarmi un po’ prima di riprendere a lavorare, ma io non ci riesco. Sono davanti alla macchinetta con quello che si potrebbe definire uno sguardo vuoto, credo. Guardo di tasti con le scritte senza vederle davvero e i minuti passano, senza che io me ne accorga.
Una mano sulla mia spalla mi fa sobbalzare.
– Che c’è che non va, figliolo? – mi chiede mio nonno.
– Niente.
– Ne sei sicuro? – Lo guardo e lui sembra essere in grado di leggermi dentro, come faceva sempre la mamma – Io credo che c’entri una certa ragazza con i capelli rossi, gli occhi castani e un bel caratterino… – resto in silenzio e mi osservo le scarpe: da quando c’è quella macchia di caffè sulla punta? Sono sempre stato di quel colore intenso? Perché le mie scarpe sono diventate così interessanti?
– Cos’è successo, figliolo?
Tentenno, poi mi decido a rispondere – È successo che siamo andati a letto insieme e io non voglio più sentirla. Ho avuto quello che volevo da lei. Ora non mi interessa più.
Mi scruta senza dire una parola, nemmeno una mosca riesce a disturbare il silenzio tombale che è sceso nella stanza.
– Mi ricordi me stesso alla tua età, figliolo… Vuoi sentire la mia storia? – mi chiede sedendosi al tavolino indicandomi di fare altrettanto di fronte a lui. Con uno sbuffo mi siedo anche io.
– Ero un ragazzo vivace, figliolo. Saltavo di letto in letto senza che mi importasse davvero di chi vi stava insieme a me. Per me non erano importanti. Erano le classiche… Com’è che le chiamate adesso? Ah sì: le classiche da una botta e via. – lo guardo stupito e interessato. – Cosa c’è, Jason? Pensi che tuo nonno non abbia avuto le sue esperienze? – dice strizzandomi l’occhio – Le mie esperienze me le sono fatte e se tornassi indietro le rifarei tutte. Ma una cosa non rifarei: fare del male all’unica donna che è entrata non solo nel mio letto, ma anche nel mio cuore. Eravamo fatti l’uno per l’altra. Era una donna bellissima con i capelli lunghi e setosi color del grano e quegli occhi verdi penetranti, ma dolci allo stesso tempo. Eravamo giovani, lei più di me, e io non me la sentivo di impegnarmi. Lei era schiva e io testardo, la corteggiai a lungo e alla fine lei cedette. Passammo la notte insieme, ma la mattina dopo la cacciai in malo modo dal mio letto, come avevo fatto con tutte le altre prima di lei. Non pensavo, però, che con lei avrebbe fatto così male. I giorni successivi, quando ci vedemmo, insieme agli altri, lei non mi degnò di un solo sguardo e più passavano i giorni più io mi sentivo male, per quello che avevo fatto e per le sue conseguenze. – si ferma a sospirare al ricordo poi continua – Capii che l’amavo con l’aiuto delle persone che ci stavano intorno e mi sentii un completo idiota: la stavo perdendo e non me ne ero neanche accorto! Nonostante tutto, però, riuscii a farmi dare una seconda possibilità, non chiedermi come, probabilmente qualcuno lassù voleva che andasse così… Ci amammo e la nostra storia durò tanto, molto a lungo.
– E poi? – mi ritrovo a chiedere come un bambino curioso di scoprire come va a finire la favola della buonanotte – Cosa è successo con quella ragazza?
Mi sorride e – L’ho sposata e ci ho fatto un figlio. – mi dice – Tua nonna era la donna della mia vita e stavo rischiando di perderla perché l’ho trattata come le altre, ma lei era una donna buona e mi ha perdonato tutto. Siamo stati felici, lo sai, e poi quella brutta malattia ha deciso che il nostro tempo insieme era finito…
Non ricordo molto bene mia nonna, ero piccolo quando è venuta a mancare, ma un particolare me lo ricordo: ogni volta che andavo a trovarla lei mi preparava i biscotti, anche quando era stanca. Sì, mia nonna era decisamente una donna buona.
– Perché mi hai raccontato tutto questo, nonno?
Mi sorride – Perché rivedo me stesso in te. Forse Talia è la donna della tua vita e tu la stai perdendo perché non sei in grado di capire.
– Io non sono innamorato, come faccio a farvelo capire?!
– Perché? Chi altri te lo dice?
– Tu, Adam e quella dannata voce che ho nella testa!
– Voce?
– Lunga storia…
– … Beh, se tutte queste persone te lo dicono non credi che, magari, loro hanno visto qualcosa che a te sfugge? – lo guardo perplesso riflettendo – Pensaci figliolo. Riflettici e cerca di capire in fretta prima di farti sfuggire dalle mani la possibilità di essere felice.
Mi lascia con questo dubbio in testa.
Sono innamorato di Talia e non lo so? È possibile?
Secondo loro devo capirlo e anche in fretta.
Ma come diavolo si fa a capire di essere innamorati?!




ADESSO PARLO IO!
Buonsalve a tutte, spero che il nuovo capitolo vi piaccia! ^^ Ho avuto qualche problemino nello scriverlo... Credo che sia dovuto al fatto che Talia sia solo una presenza e non appaia realmente in "carne ed ossa"! xD
Abbiamo conosciuto Adam che, togliendo il secondo capitolo , non era mai apparso, Vocina continua ad essere splendida e, per finire, il nonno che torna nelle sue vesti, fortunatamente oserei dire! >.<
Ringrazio:
* Voi che avete deciso di leggere la mia storia <3
* Beatrice29 per aver deciso di aggiungerla alle preferite <3
* Gegita - _Breath per aver deciso di metterla tra le seguite <3
* myfiftyshades22 - loveinfinite - Ice and Love - Wallflower19 che hanno recensito lo scorso capitolo <3
Siete tutte degli angeli!
Ci "rileggiamo" al prossimo capitolo,
Jessie ^^
  
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