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Autore: isa chan    18/09/2015    2 recensioni
Giulia ed Elena hanno la stessa età e frequentano la stessa scuola.
Giulia è una ragazza libertina, coraggiosa e trasgressiva. Adora giocare con la play station, ascoltare musica e leggere fumetti.
Elena una ragazza sognatrice, gentile e altruista. Adora andare a scuola, leggere libri e fare nuove amicizie.
Tra banchi di scuola, compiti a casa, feste e ragazzi, due ragazze così diverse scopriranno il vero significato dell'amore.
NOTA: capitolo 13 revisionato e rating cambiato in arancione.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 2 - INCONTRO E SCONTRO
Le due ore successive di lezione passarono e suonò la campanella del termine delle lezioni.
Giulia stava sistemando le proprie cose nella cartella quando Lorenzo la chiamò.
-Ehy Giulia!- le si rivolse con aria da seduttore –Ti posso accompagnare a casa in auto?-
-No grazie. Mia madre ha detto che sarebbe passata a prendermi e comunque non avrei accettato il tuo invito a prescindere!-
Lui fece il finto offeso e la salutò dandole una pacca sulla spalla. Una volta finito di sistemare la cartella, la ragazza raggiunse Sandra che la stava ad aspettare in corridoio e tra una chiacchiera e l’altra raggiunsero il cortile della scuola dove c’era la madre di Giulia che stava affacciata al finestrino della macchina.
-Sandra, per caso ti serve un passaggio?-
-No, non voglio farvi scomodare e poi devo prendere il bus-
-Ma dai! Lo sai che per noi non ci sono problemi-
-Lo so, ma mi sono fatta fare l’abbonamento annuale e quindi prendo il bus-
Giulia assunse la sua solita aria indagatrice e cominciò a fissarla.
-Per caso sul bus c’è qualche ragazzo carino che ama essere fissato da una certa biondina di mia conoscenza?-
Sandra arrossì e Giulia le puntò un dito contro -Colta con le mani nel sacco! Se si tratta di ragazzi allora ti lascio andare a piedi- e detto questo le sottrasse l’abbonamento che spuntava da una taschina della cartella e si mise a correre.
-E dai Giulia ridammelo!- disse Sandra ridendo e rincorrendola in lungo e largo per tutto il cortile attirando l’attenzione di tutti. Giulia si fermò per riprendere fiato e la sua amica riuscì a riprendersi il biglietto.
-Spiacente, ma anche se a te non interessano i ragazzi non puoi negarmi ciò-
-Ma a me i ragazzi interessano, scema!- disse Giulia sistemandosi la maglietta sgualcita.
Sandra la guardò con aria da furba -Si certo, come no…-
-Solo perché non mi piace Lorenzo non vuol dire che non mi piacciano i ragazzi in generale-
-Sarà- rispose Sandra facendole l’occhiolino -Ora però scappo che altrimenti farò tardi a pranzo. Ci vediamo maschiaccio!-
-A domani femminuccia!- disse dandole dei baci sulle guance.
Giulia salì in macchina di sua madre e partirono.
-Allora com’è andato questo tuo primo giorno di scuola?-
-Alla grande: Lorenzo che ha continuato a farmi la corte, la professoressa di italiano che si è impicciata dei affari miei e la novellina che ha passato il tempo a fare autografi- disse la ragazza con aria annoiata.
-Novellina? Non è che parli per caso della figlia di quella famiglia della scrittrice?-
-Non dirmi che la conosci!-
-Non personalmente, ma ho sentito dire che i suoi sono delle persone in gamba: suo padre fa il direttore di una banca e sua madre è una scrittrice affermata-
-Insomma dei poveracci-
-Non direi!- disse sua madre ridendo.
Giulia rifletté sulla questione e non poteva paragonare la situazione economica di quella famiglia alla sua: quella di Elena era piuttosto ricca e benestante, mentre i suoi sudavano sette camicie per prendere un buono stipendio: suo padre lavorava in un negozio di bricolage e sua madre lavorava in un negozio di alimentari.
Dieci minuti dopo arrivarono a casa.
-Ciao pà- fece Giulia gettando la cartella in un angolo.
-Ciao pulce! Com’è andata a scuola?-
-Bene-rispose mettendosi a tavola.
Dopo aver mangiato filò in camera per farsi una mega partita a qualche gioco con la play station. Amava i videogiochi violenti e sportivi e di solito ci giocava per ore ed ore ascoltando musica rock. Non coltivava gli hobby delle altre ragazze e si divertiva di più giocando con i videogiochi piuttosto che fare shopping sfrenato ai negozi d’abbigliamento.
Il giorno dopo a scuola si annoiò moltissimo quando la prof di storia spiegò i concetti chiavi del loro percorso di studio. Si sentì assonnata e con la scusa del bagno chiese di uscire e la prof acconsentì. Si incamminò lungo il corridoio a pensare agli affari suoi e decise di andare a prendere un succo al distributore automatico . Una volta arrivata lì incontrò Elena che squadrava ogni singolo snack.
“Ma guarda un po’ chi c’è! La reginetta della scuola!”
La rossa digitò il numero dello snack, ma questo si incastrò nella molla girevole.
-Oh no! E adesso che faccio?- disse agitandosi e premendo ancora il numero senza risultato. -E non restituisce i soldi nemmeno!-
Giulia si mise di fronte alla macchinetta e gli diede un paio di pugni facendola funzionare. Elena aprì lo sportellino della macchinetta e afferrò uno snack all’arancia.
-Geniale! Sei stata una vera forza! Ti ringrazio davvero tanto!- disse sorridendo per poi le allungarle la mano. –Io mi chiamo Elena e tu?-
-Giulia- rispose la castana stringendole la mano. - E comunque so già tutto di te. E’ da quando cominciata la scuola che tutti non fanno altro che parlare di te, novellina!-
Elena assunse un’espressione interrogativa.
-Sei famosa e la cosa pare che ti piaccia, vero?-
-Veramente no- rispose sospirando. –E’ frustante ritrovarsi ogni minuto circondata da ragazzi e curiosi, quando vogliono solo un autografo o una foto. Io non voglio passare per quella bella e viziata dal momento che non sono né una modella né una star di Hollywood-
-Per tutti i miei compagni invece pare che lo sei- disse Giulia comprando un cartoncino di succo di frutta. –E sinceramente non riesco a capire cosa ci trovino in te, oltre al fatto che vieni da una famiglia parsimoniosa-
-E con questo cosa vuoi dire?-
-Che tutta questa etichetta ti fa sembrare una ragazzina viziata e piena di sé, attratta solo da interessi noiosi e che non sa divertirsi-
Elena stava iniziando ad innervosirsi.
-Senti un po’ tu, guarda che non è così! Anch’io so divertirmi nel mio modo-
Giulia si mise a ridere -E come? Partecipando ai galà o ai balli in maschera dove vengono serviti caviale e champagne?-
-Piantala di dire cavolate!-
La castana si era piegata in due dalle risate, ma tornò subito seria.
-Senti, non so come andavano le cose nella tua vecchia scuola per fighetti ma qui le cose sono ben diverse, quindi finiscila di rivolgerti a tutti con sguardo languido e sii più semplice, che a me la popolarità e l’arroganza non piacciono per niente- 
La rossa rimase in silenzio e girò i tacchi.
-Se non ti sto simpatica potevi dirmelo subito senza tanti giri di parola. Ora scusami, ma devo andare a consegnare lo snack alla prof-
Giulia fece una smorfia e bevette il succo.
“Ma come si è permessa quella ragazzina impertinente di insultarmi in quel modo dandomi della snob?” si chiese Elena mentre tornava in classe. Poi si fermò e sospirò. “Però da una parte è vero, di certo le avrò fatto quest’effetto e come a lei lo avrò fatto su altre persone ed è una vera seccatura”.
Aprì la porta della classe e senza fiatare fece la consegna e tornando al suo posto pensò a come quella ragazza non avesse poi così torto.
   
 
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