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Autore: NeNe97    19/09/2015    1 recensioni
Shane Water è una ragazza solitaria e con un carattere difficile.
La sua infanzia l'ha segnata nel profondo, costringendola ogni giorno a lottare contro i fantasmi del passato.
Ha una famiglia, quasi, perfetta: una madre e tre fratelli gemelli che farebbero di tutto per lei.
Quando la sua vita sembra ormai essere fatto solo di ricordi dolorosi, Shane dovrà trasferirsi da Los Angeles a Milano. Ed è lì che qualcosa cambierà. Una ragazza sconvolgerà lentamente la sua esistenza, facendole dubitare di aver mai saputo cos'è il vero Amore, prima di averla incontrata.
Riuscirà finalmente a essere felice, a lasciarsi tutto alle spalle?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Dopo la prima giornata di scuola io e i miei fratelli eravamo arrivati a casa, finalemente. Sarei rimasta  chiusa in camera mia per l'eternità.

Entrammo dentro, la mamma era già alle prese con il pc portatile. Appena ci vide si tolse gli occhiali da lettura e ci sorrise.

-Ehi, ragazzi! Come è andato il primo giorno?- chiese impaziente di saperlo come una bambina. Cam cominciò a parlare, ma io non lo ascoltai veramente. Anzi, me ne andai in camera mia sperando che nessuno se ne accorgesse.

Mi sedetti sul piccolo divano, rannicchiandomi su me stessa.

Rose non faceva altro che dirmi che dovevo ricominciare a vivere. Ma vivere significava che dovevo relazionarmi con le persone e questo mi spaventava a morte. Ogni volta che mi affezionavo a qualcuno questo mi lasciava da sola di punto in bianco, come se niene fosse. Come se io non contassi niente. Avevo già sofferto troppo, non volevo che riaccadesse, non avrei retto questa volta. Mi sarei rotta definiivamente. Avevo sempre pensato che soffrivo della sindrome dell'abbandono. Era possibile, visto le tante persone che mi avevano promesso di rimanere e poi se ne erano andate. Probabilmente era colpa mia, non ero fatta per avere un rapporto con una persona, la esasperavo così tanto da constringerla a lasciarmi.

I miei pensieri furono interrotti da qualcuno che aveva bussato, la porta si aprì un poco lasciando fare capolino alla testa della mamma.

-Shane, posso entrare?- mi chiese. Io annuii solamente. Si chiuse la porta alle spalle, delicatamente.

Mi guardò meglio. Poi, come se avesse visto un mostro, sgranò gli occhi spaventata.

-Tesoro, perché piangi?- mi domandò subito, venendosi a sedere vicino a me. Neanche mi ero accorta che avevo iniziato a piangere. Con un gesto secco mi asciugai la faccia dalle lacrime.

La mamma non mi aveva mai vista così.

-Non è niente- risposi tirando su con il naso. Perché dovevo essere così debole? Mi esasperavo da sola.

-Ti trovi male a scuola?- mi chiese apprensiva.

Scossi la testa. Magari fosse quello il problema, la mia vita era un problema.

-Sicura, perché potremmo farti cambiare scuola- mi disse accarezzandomi la schiena.

Mi ero ripromessa di non farmi mai vedere in questo stato da lei. E invece sembrava che le cose non sarebbero mai andate come dicevo io.

-Non cambierebbe niente- mormorai con un fil di voce.

Lei diede un'occhiata al mio telefono dove poco prima stavo guardando delle foto. In questa c'eravamo io, Juliette e Mark ad una festa. Juliette, la biondia del trio, mi stava dando un bacio sulla guancia mentre io ridevo di gusto abbracciandola. Mark, il mio migliore amico, era sbucato fuori da dietro di noi e sorrideva a trentadue denti, mentre ci stringeva a tutte e due. 
Non avevo il coraggio di eliminarla, nonostante tutti mi dicevano che avrei dovuto farlo. Avrebbe significato cancellare definitivamente le mie due persone più importanti dalla mia vita.

-Ti mancano, non è vero?- mi domandò, anche se conosceva bene la risposta. Mi passò un braccio intorno alle spalle, in un gesto materno.

-Un po'- Rispondere un po' era un'eforismo. Sentivo come un vuoto dentro di me che si allargava ogni giorno di più. Mark e Juliette erano un pensiero costante.

-Sai, tesoro, a volte le persone non ti capiscono fino in fondo. Se Juliette o Mark non sono più con te forse è perché non erano le persone giuste per te. Ma non è colpa tua, non eravate destinati a rimanere insieme- mi spiegò. Sapevo che adesso dovrei sentirmi meglio, ma non ci riuscivo. Era più forte di me.

Appoggiai la testa sul suo petto lasciandomi cullare dai suoi respiri. Avevo un disperato bisogno di essere coccolata in questo momento.

-Ogni persona che incontrerò scapperà da me- sussurrai chiudendo gli occhi. Lei mi passò una mano tra i capelli castani.

-Ci sono così tante persone al mondo. Con alcune non vale la pena sprecare tempo, ma con altre si. Non lo saprai mai se non ci provi- mi disse.

Bisognava vedere tutto con ottimismo. Facile, vero? Per niente.

Sospirai ma non dissi niente. Rimasi tra le braccia della mamma, sentendomi per un po' al sicuro, protetta.

-Ma ricordati sempre che io ci sarò, non ti lascerò mai- il modo in cui lo disse era come una coltellata al cuore, mi tolse il respiro. La  sua voce era piena di sofferenza e stanchezza. Questa era una delle tante volte che facevo del male a chi mi stava in torno, uno dei tanti motivi per cui la gente mi lasciava sempre da sola.

Ero un disastro.

Non riuscii a trattenermi e scoppiai in lacrime. Mi aggrappai al suo collo, nascondendo la faccia tra i suoi capelli. Questa era la era la prima volta che mi lasciavo andare così davanti alla mamma. Ero arrivata ad un punto in cui il dolore superava di gran lunga l'autocontrollo.

-Tesoro mio...- mi sussurrò con voce rotta dal pianto massaggiandomi la schiena.



Alla prossima :)
  
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