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Autore: riccardoIII    19/09/2015    5 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, aveva immaginato che battaglie e divertimento potessero convivere nella propria vita.

Il giorno dopo i Malandrini fecero il loro ingresso in Sala Grande per colazione tutti e quattro insieme, ridendo come non facevano da settimane. Tutti i presenti si voltarono a guardarli, chi allibito e chi evidentemente sollevato, ma qualcuno anche rabbioso. Partì perfino qualche applauso e Sirius vide distintamente Silente alzare il suo calice di succo di zucca verso di loro, come per brindare, sorridendo divertito.
Non fecero troppo caso all’atmosfera che li circondava, erano troppo presi a scherzare tra loro; avevano passato tutta la notte a chiacchierare, colmando i buchi che la distanza aveva formato tra loro, ma non si erano ancora stancati di trovare piccoli particolari da condividere. Si sedettero al tavolo dei Grifondoro e Sirius vide Evans accanto alla McDonald e alle sue compagne di stanza; la ragazza lo guardò per un secondo e lui gli sorrise, sinceramente grato.
-Suppongo che la mia vita tornerà ad essere un inferno adesso, vero?-
Lo disse cercando di mostrarsi spazientita, ma i suoi occhi incredibilmente verdi brillavano. James posò un braccio sulle spalle di Sirius e si sporse verso di lei, ammiccando al suo indirizzo.
-Se tu accettassi di uscire con me, Evans, sarebbe un paradiso!-
-Oh, Potter, dacci un taglio con questa storia! Non uscirò con te, rassegnati!-
Detto questo, la Rossa sbuffò e voltò loro le spalle, mentre la McDonald rideva senza ritegno.

Ricominciarono la loro classica routine in grande stile; il Plenilunio era alle porte e, mentre accompagnavano Remus in Infermeria, Sirius fece in modo di rimanere indietro con lui.
-Sei… Sei sicuro di volere che io ci sia, stanotte?-
Remus praticamente si reggeva in piedi solo grazie alle sue braccia che lo sorreggevano.
-Sir, se non vuoi non ti devi sentire obbligato…-
Lui scosse la testa rapidamente.
-Non è questo! Sai quanto io voglia starti vicino, Rem, ma ti capirei se tu non ti sentissi al sicuro con me. Se non vuoi, se non puoi fidarti…-
-Sirius, in che animale ti trasformi?- chiese lui, stancamente. L’altro non capì.
-In… In un cane, no?-
-Esatto. La forma di un Animagus riflette l’indole, giusto? E il cane è un animale fedele e protettivo, ed è affine al lupo. Mi fido di te, Sir. E sarei felice se tu fossi al mio fianco stanotte-
Il sorriso felice del moro avrebbe potuto illuminare a giorno tutto il Castello.
Quella fu la prima Luna in cui lasciarono la Stamberga. Erano tutti talmente entusiasti di essere di nuovo insieme che non si fecero il minimo scrupolo. Moony corse felice nel bosco, circondato da Prongs, Wormtail e Padfoot, fino a quando non fu esausto; allora si sdraiarono sul prato e continuarono a stuzzicarsi, ma Sirius fu colpito dagli occhi del Lupo: nonostante apparentemente fossero quelli di sempre, con le pupille allungate caratteristiche dei Licantropi, erano straordinariamente simili a quelli dolci di Remus. Gli leccò il muso in una specie di carezza, e Moony ricambiò il gesto, la stramba coda che si dibatteva. In quel momento Sirius comprese di essere stato perdonato pienamente.

Non appena si fu ripreso dalla trasformazione, ovvero il pomeriggio seguente alla Luna Piena, Remus si rese conto del fatto che Sirius non era al passo con i compiti e lo studio e la cosa non gli piacque poi molto.
-Sei un incosciente! Fra tre mesi abbiamo i G.U.F.O. e tu scegli proprio questo momento per non concentrarti sulla scuola!-
-Remus, ero un tantino fuori di testa in questo periodo, sai…-
-E ti pare il caso di non aprire i libri per un mese intero?-
Il moro prese un sospiro, lanciando occhiate infuocate a James e Peter che per una volta non erano i destinatari di una delle sfuriate del Prefetto e quindi si sbellicavano silenziosamente a sue spese.
-Rem, ti giuro che mi rimetterò in pari, ok? Ci sei tu, mi basterà ascoltarti ripetere e sistemerò le cose-
Quello sbuffò, ma poi lo guardò rassegnato.
-Cominceremo da stasera. E voi due- continuò, indicando James e Peter che ormai non erano poi tanto sorridenti, -Sappiate che vi unirete a noi. Non potrà che farvi bene-
-Rem…- pigolò James, cercando di rimpicciolire e fare gli occhioni dolci al contempo, -Stasera ci sarebbero gli allenamenti… Domani è il mio compleanno… Non posso spostarli!-
Il Prefetto inspirò profondamente.
-Due giorni. Vi concedo altri due giorni, poi non voglio più scuse. Sta per cominciare l’ultimo trimestre e sappiate che vi farò sgobbare-
Dopo un paio di occhiate minacciose si voltò e varcò il buco del ritratto, probabilmente diretto in Biblioteca.
-Non riusciremo mai a fermarlo, vero?- chiese Peter, demoralizzato.
-No, Pete. Credo che sia il caso di abituarci all’idea. Come se ci servisse studiare, poi…- borbottò Sirius.

Il giorno dopo, Sirius venne svegliato dall’urlo estasiato di James che doveva aver scorto la sua pila di regali.
-Sir! Quest’anno gran bottino!-
Rassegnato a non poter dormire ancora un po’, si sedette sul letto e fece gli auguri al suo amico stropicciandosi gli occhi, mentre quello era troppo preso dai suoi pacchi per considerarlo. Si rese conto che anche Remus e Peter avevano aperto le tende per guardare divertiti la scena; se già solitamente James aveva l’entusiasmo di un bambino alla scoperta del mondo qualsiasi cosa facesse, la sua espressione quando apriva i regali di Natale o compleanno era di pura gioia e nessuno di loro era disposto a perdersela.
-Ragazzi! Siete fantastici!-
Aveva aperto il loro regalo, una Pluffa autografata dal Cacciatore e Capitano del Puddlemore, la sua squadra del cuore.
In un attimo saltò in piedi cercando di abbracciarli tutti, cosa alquanto complessa visto che erano ancora ognuno nel proprio letto. Mentre James si bloccava in mezzo alla stanza, cercando un modo per portare a compimento il suo piano, i tre si scambiarono un’occhiata divertita e Remus urlò:
-SOTTO!-
Fu così che il festeggiato venne schiacciato sul pavimento dai tre corpi dei suoi amici, ridendo come un pazzo.
Quando furono tutti pronti, dopo che James ebbe aperto ogni singolo pacchetto accatastato ai piedi del suo letto, stavano per dirigersi a colazione quando Sirius fece cenno a James e lui e Peter andarono avanti.
-Rem… Ecco, il giorno del tuo compleanno noi… Ehm… Non ci parlavamo. Ti avevo preso comunque una cosa, una cavolata, ma alla fine non ho avuto il coraggio di mandartelo. Quindi, se per te va bene, io vorrei… Dartelo ora-
Gli occhi d’ambra del ragazzo erano enormi e pieni di dolcezza.
-Certo che va bene, Sir-
Lui sorrise e si chinò sul suo baule, smuovendo la massa di roba al suo interno, per poi estrarne un piccolo pacchettino e porgerlo al ragazzo sorridente.
-È una sciocchezza, davvero, ma…-
-Mi piacerà sicuramente, Pads. E grazie-
Si sorrisero e Sirius osservò le dita affusolate di Remus staccare con delicatezza il biglietto dalla carta rossa. Ci aveva scritto semplicemente la data e poi, più sotto, una singola riga: “Perdonami, Moony. Buon Compleanno”. Le labbra di Remus si stirarono in un sorriso quando finì di leggere il piccolo pezzo di pergamena e lo guardò negli occhi.
-Credo che questo non serva più, tu che dici?-
Anche Sirius fece un piccolo sorriso. Poi Remus tornò ad occuparsi del pacchetto, senza fretta e senza rovinare la carta regalo. Ne tirò fuori un libro sottile dalla copertina rilegata di pelle scura, senza intestazione.
-Non è un libro normale. Prima di aprirlo devi pensare a ciò che ti piacerebbe leggere in quel momento, e la storia comparirà a tuo piacere. Non so che limiti di argomento abbia, o quanta conoscenza effettivamente possa esserci dentro. Dubito che comprenda realmente tutto lo scibile magico, ma l’ho scovato in un negozio di Hogsmade dove non siamo mai stati e quando mi hanno spiegato cosa fosse ho pensato a te, perché tu leggi così tanto e questo potrebbe permetterti di evitare di portarti dietro tutti quei libri enormi, perché teoricamente avresti tutto lì dentro. E so che il fascino dei libri è un’altra cosa, ma ecco, mi era piaciuto e…-
Remus lo circondò con le sue braccia esili e forti al tempo stesso e finalmente lui si zittì.
-Grazie, Sirius. È bellissimo, sul serio. E tu dovresti smetterla di parlare, di tanto in tanto-
Sirius rispose all’abbraccio e dopo un po’ si staccarono, leggermente imbarazzati. Lo stomaco di Sirius pose rimedio alla questione, spezzando il silenzio e facendoli scoppiare a ridere.
-Oh, bene, credo sia ora di andare a colazione, il tuo stomaco fa rumori inequivocabili!-
Sirius batté una pacca sulla spalla di Remus e i ragazzi uscirono continuando a sghignazzare.

Marzo finì e Aprile portò un paio di consapevolezze; la prima, ovviamente, fu che gli esami erano ormai imminenti, la seconda fu che era tempo di prendere seriamente in considerazione l’argomento lavoro.
Comparvero nella Sala Comune brochure che illustravano tutte le carriere che era possibile intraprendere nel mondo magico, con tanto di G.U.F.O. e M.A.G.O. richiesti come qualifica per fare domanda. In bacheca venne affissa una lista degli studenti del quinto anno, convocati in diversi giorni e orari nell’ufficio della Direttrice di Casa per un colloquio privato di orientamento professionale; dovevano infatti decidere su quali G.U.F.O. concentrarsi e quali corsi seguire fino al livello M.A.G.O. a seconda della strada che li interessava una volta ottenuto il Diploma.
Se tutti si dimostrarono quantomeno interessati alla questione, Remus fece di tutto per ignorarla totalmente. La maggior parte dei loro compagni di Casa passavano il tempo libero a spulciare i volantini, discutendo febbrili su quanto sarebbe potuto essere eccitante lavorare al Dipartimento Catastrofi e Incidenti Magici, e tutti non vedevano l’ora che arrivasse il loro turno agli incontri di orientamento, tutti tranne lui. Non aveva letto nemmeno un depliant, né si era segnato giorno e ora dell’appuntamento con la McGrannitt, era sempre nervoso e impegnava tutto se stesso nello studio, trascinando i suoi amici con sé.
Amici che, peraltro, avevano perfettamente intuito cosa stesse accadendo e che decisero di intervenire. Durante una sessione di ripasso del programma di Incantesimi del terzo anno tenuta nel loro Dormitorio anziché in Sala Comune perché Sirius “aveva bisogno di stendersi”, i tre si scambiarono dei cenni d’assenso e chiusero i libri di scatto.
-Pertanto, gli Incantesimi Rallegranti… Ehi! Perché avete chiuso i libri e non mi ascoltate?-
James mise su l’espressione più seria del suo repertorio e si sistemò gli occhiali sul naso.
-Rem, dobbiamo parlare-
Sirius quasi scoppiò a ridere.
-Certo, James. È successo qualcosa?-
-Esattamente.  Vedi, abbiamo dato uno sguardo ai calendari di ripasso che hai creato per noi, senza che noi avessimo possibilità di rifiutare, tra l’altro, e in ognuno hai lasciato libera l’ora in cui saremo impegnati con la McGrannitt. Solo che non mi pare che nel tuo programma sia previsto altrettanto. Intendi ripetere Trasfigurazione con lei?-
Remus si era irrigidito più o meno alla terza frase pronunciata da Sirius e ora il suo sguardo era piuttosto duro.
-Dovevo immaginare che ne avreste parlato, alla fine-
-Si, Rem, per essere un genio dovevi capirlo che non ti avremmo lasciato fare una cavolata simile-
-James, non è una cavolata. Io non ci andrò a quell’incontro, non ha alcun senso-
-Si che ce l’ha! È il tuo futuro, Rem!-
-Io non avrò un futuro, Peter, è ora che lo accettiamo tutti. Nessuno darà mai un lavoro ad un Licantropo. Mio padre ha difficoltà a tenersi il suo da quando sono stato morso, figurati se qualcuno assumerebbe mai me!-
-Dovresti aver capito ormai, Remus, che non tutti si fanno abbagliare dai pregiudizi. Ci sarà qualcuno che riuscirà a vedere la persona competente che sei! Non precluderti tutto a priori! Se nessuno ti assumerà, bene, troveremo una soluzione insieme! Ma ora fai un favore a tutti noi e va’ a quell’incontro!-
Remus scattò in piedi, infuriato.
-Tu non lo sai, Sirius! Non lo sai cosa significa venire rifiutato per qualcosa che non dipende da te, che se potessi cambieresti senza nemmeno pensarci, qualcosa che ti rende disgustato da te stesso! Credi sia facile accettare che la gente ti guardi con sospetto e disprezzo, sentirti rifiutato?-
Il ragazzo ghignò.
-Non lo so, Remus? Davvero, io non lo so? Non sto comparando le nostre situazioni, non oserei, ma tra noi io sono quello che può capirti meglio. Devi essere più forte di tutti, Rem! Sei incredibilmente intelligente e lavori sodo, troverai qualcuno che apprezzerà le doti che tiri fuori ogni giorno, invece che disprezzarti per ciò che ti accade una notte al mese!-
Remus non parlò; si lasciò cadere sul letto e James gli si avvicinò.
-Sir ha ragione. Tu sei un mago straordinario e esistono persone che se ne accorgeranno, se solo glielo permetterai. Capisco che le batoste che hai beccato siano state tante e dolorose, ma devi aver fiducia nel mondo, Remus. Silente, i professori, la Chips ti hanno aiutato; noi sappiamo quanto vali. I miei genitori sanno del tuo problema, ma non ti stimano di meno per questo. Mia madre non fa che rimproverarmi perché dovrei assomigliarti di più. Decine di maghi la penseranno come noi, ma tu dovrai permettergli di conoscerti-
Anche Peter si avvicinò all’amico e gli si accovacciò davanti.
-Parlane con la McGrannitt, Rem. Non ti impegnerai in nulla, ma di certo lei potrà darti risposte migliori di quelle che possiamo offrirti noi, o di ciò che puoi immaginare tu. Lei di sicuro non ti giudica, sei uno dei suoi studenti preferiti, ma non ti indorerà la pillola; sarà sincera e almeno saprai se questa è la verità. Ti aiuterà sapere cosa ne pensa, lei è la McGrannitt!-
L’ultima frase di Pete, che riteneva la docente di Trasfigurazione l’equivalente di una divinità saggia e terribile, scatenò l’ilarità generale. Perfino Remus si rilassò e rise con gli altri, almeno fin quando i suoi tre amici tornarono a guardarlo con la stessa serietà di prima e lui capitolò.
-Va bene, ci andrò. Ma se tornerò a pezzi perché non ho alcuna speranza di lavorare nella mia vita dovrete raccogliermi e ricompormi. E tu dovrai insegnarmi a scassinare le porte Babbane, Sirius, so che lo sai fare, perché rubare sarà l’unico modo con cui potrò mantenermi-
James rise di nuovo.
-Tu non ruberesti nemmeno a Gazza, Moony, sei troppo perfetto! E, comunque, morirai di fame solo quando noi altri saremo morti. Nessuno viene lasciato indietro, Remus, non tra noi quattro. Qualunque cosa accada, nel momento del bisogno ci saremo sempre-

Sirius fu il primo ad avere l’incontro di orientamento della loro Casa; alle quattro del giorno dopo, appena le lezioni terminarono, si recò davanti all’ufficio della professoressa e bussò.
-Avanti-
Il ragazzo aprì la porta e si ritrovò nell’ormai conosciuto studio.
-Signor Black, noto con piacere che la tua puntualità è migliorata. Accomodati. Gradisci uno Zenzerotto?-
Sirius sedette sulla rigida poltroncina.
-La ringrazio, professoressa, ma devo rifiutare-
La donna annuì, prese un fascicolo da una pila di cartelle al suo fianco e lo aprì davanti a lei.
-Allora. Come ben sai, siamo qui per discutere delle tue aspirazioni lavorative per capire quali lezioni seguirai ai corsi del livello M.A.G.O.; hai già qualche idea?-
-Io… L’unica cosa che so con certezza è che voglio combattere in questa guerra, quindi avevo pensato di diventare un Auror-
Quando aveva affermato di voler combattere, la donna aveva rizzato il capo con uno movimento tanto violento che gli occhiali le erano scivolati sul naso. Sirius rimase sorpreso da quello scatto improvviso, considerando che quella era la donna più composta che lui avesse mai conosciuto, dopo Walburga. Tuttavia, lei si riprese subito e prese a parlare, sistemando gli occhiali.
-Black, la guerra non è uno scherzo. Non è come duellare nei corridoi, è una cosa seria. Non affermare queste cose con leggerezza-
-Non lo faccio, professoressa. Mi creda, comprendo benissimo tutte le implicazioni di ciò che dico. Metà della mia famiglia sta dall’altro lato della barricata, io stesso sono scampato per miracolo al destino che avevano deciso per me. Non ho intenzione di restare a guardare mentre vengono macellati degli innocenti-
Lo sguardo della professoressa si fece talmente profondo e indagatore che lui si sentì a disagio; dopo qualche secondo la donna abbassò gli occhi sull’incartamento e riprese a parlare.
-Bene, Black, la tua è una ben alta aspirazione, a quanto pare. Come ben sai, solo i migliori vengono ammessi all’Accademia Auror; questo significa che dovrai impegnarti molto nei prossimi anni per farcela. Ne sei cosciente?-
-Si, Signora. Lo so-
-Ora, vedo che tu segui i corsi obbligatori più quattro corsi opzionali; questo significa un grosso carico di studio. Per accedere all’Accademia bisogna ottenere un minimo di cinque M.A.G.O. con voti non inferiori a Oltre Ogni Previsione; per quello che posso consigliare, direi che è il caso che tu continui a seguire Difesa, Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni ed Erbologia come materie principali. Per quanto riguarda Difesa, Trasfigurazione e Incantesimi hai già il massimo dei voti, cosa di cui sono molto felice, tra l’altro, e il professor Lumacorno ti accetterà nel suo corso per il M.A.G.O. col tuo Oltre Ogni Previsione. Ciò che mi preoccupa è Erbologia: hai soltanto Accettabile e gli appunti della professoressa Sprite mi informano che non ti impegni abbastanza-
Sirius si incupì.
-È assolutamente necessaria Erbologia? Aritmanzia è mille volte più complessa. Potrei continuare con quella-
La McGrannitt fece un piccolo sorriso comprensivo.
-Deduco che non ti vada proprio a genio la materia. Ho suggerito quella perché esistono alcune piante molto pericolose che sarebbe il caso saper riconoscere, così come potresti trovarti in condizioni di necessità e dover utilizzare erbe che crescono spontaneamente per curarti, o per preparare una pozione. Questo significa che in questo trimestre dovrai concentrarti a mantenere i tuoi voti così come sono, ma dovrai anche migliorare in Erbologia. Potrai anche chiedere di continuare altre classi che ti interessano particolarmente, ma ti consiglierei di non esagerare e di abbandonare qualcosa; i programmi dei M.A.G.O. richiedono molto studio e tu dovrai avere una media molto alta-
-Vorrei continuare Aritmanzia e Babbanologia, se fosse possibile, oltre alle cinque materie che mi suggerisce-
Lei prese un appunto.
-Bene, anche per queste non dovrebbero esserci problemi se manterrai i tuoi voti. Ora, sai che entrare in Accademia non è semplice: dopo gli esami ci saranno dei test attitudinali e psicofisici per l’ammissione e i corsi dureranno tre anni, in cui sarà richiesto altro studio per superare gli esami di fine corso-
Sirius deglutì e si adombrò.
-Sapevo che sarebbe stato complesso entrare, ma non che l’addestramento sarebbe durato tanto. Suppongo che lei sia… Ehm… A conoscenza della mia situazione familiare. Non posso permettermi di non guadagnare per tre anni-
La professoressa lo guardò in modo strano.
-Sono certa che potresti ottenere facilmente un prestito studentesco, se vuoi davvero farlo; in più, Charlus e Dorea sarebbero felicissimi…-
-No. Stanno già facendo abbastanza per me. Con le materie che ho scelto che opzioni avrei per un impiego appena diplomato?-
Lo disse in modo secco e duro, tanto che si chiese se non l’avesse offesa; poi però lei prese in mano un paio di opuscoli e prese a leggerli.
-Beh, sicuramente le tue qualifiche ti farebbero facilmente entrare al Ministero, direi quasi in ogni Dipartimento, considerato che hai anche Babbanologia; le materie che segui sono tutte richieste per il corso da Guaritore, ma anche in quel caso dovresti seguire la scuola e quindi non saresti in grado di mantenerti. La Gringott cerca Spezzaincantesimi e, dal momento che continuerai Aritmanzia, sarebbe perfettamente alla tua portata-
La McGrannitt continuò a elencare possibilità, ma il suo cervello si era bloccato. Non gli interessava finire dietro ad una scrivania al Ministero, non aveva intenzione di ammuffire tra le scartoffie. Ovviamente Guarigione non andava minimamente presa in considerazione: lui amava l’azione, il brivido, il rischio. Diventare Spezzaincantesimi poteva essere allettante; viaggiare all’avventura, mettersi in gioco, scovare tesori. Eppure…
-Diventare Spezzaincantesimi mi costringerebbe a lasciare l’Inghilterra, vero?-
La donna lo guardò seria e annuì.
Non poteva andarsene; gli altri sarebbero rimasti, James sarebbe rimasto. Non avrebbe resistito lontano sapendo che i suoi migliori amici erano ancora in mezzo alla guerra, e la sua coscienza non gli avrebbe mai permesso la fuga. Probabilmente i dubbi gli si leggevano in faccia, perché la professoressa smise un po’ di quell’aria arcigna e lo osservò comprensiva.
-Black, non devi decidere adesso. Con i tuoi voti hai un mare di possibilità; ti ci vorranno due anni per finire la scuola, hai ancora tempo per decidere. La situazione potrebbe essere molto cambiata, per quando tu sarai diplomato. L’importante è che tu abbia le idee chiare sul tuo corso di studi-
Sirius annuì, anche se non era molto rincuorato.
-Se non hai altre domande direi che il nostro colloquio può dirsi concluso. Se mi autorizzerai parlerò col professor Silente della tua situazione; forse il Ministero ha dei fondi per Borse di Studio da consegnare agli studenti meritevoli-
-La ringrazio, professoressa, ma non credo sia il caso. È molto gentile con me, ma non voglio… Beh, credo sia ora che io vada-
Si alzò in piedi e mormorò un saluto, ma quando giunse alla porta la McGrannitt lo richiamò.
-Non è necessario essere un Auror per combattere in questa guerra, signor Black. Tutti possono dare il loro contributo-
Sirius fece un sorriso mesto.
-Tutti possono scendere in campo e contrastare fisicamente i Mangiamorte?-
La donna lo stupì con un sorriso enigmatico.
-Forse, Black. Ora vai-
Avrebbe voluto chiedere qualche spiegazione, ma il brusco congedo lo costrinse ad andare via. Raggiunse i suoi amici nel parco, sotto il faggio dove studiavano nei giorni di sole.
-Beh? Com’è andata?-
Sirius si lasciò cadere disteso sull’erba. Conscio che se James avesse saputo la verità sul colloquio l’avrebbe più o meno scorticato vivo, decise di dirottare il discorso.
-Sapete cosa mi ha detto la McGrannitt? Che non solo gli Auror potranno combattere questa guerra sul campo. Non ha voluto dire altro.  Che dovrebbe significare?-
Il viso di James comparve nel suo campo visivo, al contrario.
-E se fosse per la questione, sapete, di Natale? Se davvero Silente sta reclutando combattenti, come avevamo ipotizzato dopo la sua visita a casa nostra?-
Sirius si tirò a sedere così velocemente che, se James non avesse avuto dei riflessi tanto allenati, probabilmente lo avrebbe colpito con una testata.
-Non ci avevo pensato. Ma perché la prof si sarebbe lasciata sfuggire un dettaglio del genere, se si sforzano tanto di tenerci all’oscuro?-
Remus lo guardò pensieroso, chiudendo il testo di Pozioni.
-Dimentichi che noi non dovremmo sapere nulla di questa storia. Non avrà immaginato che avremmo fatto il collegamento, ma non vedo perché avrebbe dovuto dirti una cosa del genere. Tu vuoi fare l’Auror e hai tutte le carte in regola per riuscirci, perché dirti che avresti la possibilità di combattere anche fuori dal corpo scelto se non vogliono che ci immischiamo in questa guerra?-
Sirius deglutì e tre paia di occhi lo fissarono, curiosi.
-Beh… diciamo che non è così scontato che io possa farcela-
James strabuzzò gli occhi.
-E perché no? Ne eri convinto fino a un’ora fa!-
-Io…-
Non riuscì a continuare la frase; sapeva che James gli avrebbe impedito di mandare alle ortiche i suoi sogni, se avesse saputo che il problema erano i soldi. Ma lui non voleva pesare ancora sulla sua famiglia.
-Tu non sapevi che avresti dovuto studiare altri tre anni, giusto?-
Era stato Remus a parlare; aveva in viso la sua espressione comprensiva, doveva aver capito il problema. Sirius annuì.
-Ma non dovremmo mica sgobbare sui libri, Sir! Sarà divertente, papà dice che gli anni dell’Accademia sono fantastici!-
-Non credo che sia lo studio il problema, James. Non è vero, Sirius?-
L’interpellato guardò Remus negli occhi ambrati con un misto di rabbia e ringraziamento, ma non parlò.
-E allora qual è? Sai che spasso, potremmo prenderci una casa tutta nostra, seguiremo i corsi e ci ubriacheremo di sera! Certo, dovrò vedere la Evans ogni tanto, ma anche tu avrai qualche ragazza e…-
-Io non ho soldi, James. Non posso mantenermi tre anni senza lavorare. E non cominciare col fatto che i tuoi mi darebbero tutto ciò di cui ho bisogno, perché non voglio vivere ancora alle loro spalle. State già facendo tanto per me, non ho intenzione di permettervi di pagare anche per la mia specializzazione. Punto-
James boccheggiava, Peter sembrava piuttosto imbarazzato e si guardava le mani, Remus non aveva perso quello sguardo comprensivo che cominciava a dargli sui nervi.
-Tu sei parte della famiglia, mamma e papà si prenderanno cura di te come faranno con me! Non ti permetteranno di fare il passacarte in un ufficio come ripiego solo perché sei troppo orgoglioso per accettare il loro aiuto, Sirius, ficcatelo in quella tua testa dura!-
-Non ho più intenzione di parlarne, James. Ecco perché non volevo dirtelo, sapevo che avresti reagito così. Io ho preso la mia decisione-
James balzò in piedi, infuriato.
-Sei un coglione, Sirius Black. Parli bene ma poi sei il primo a comportarti da stupido! Ieri dicevi a Remus che l’avremmo aiutato se avesse avuto bisogno di noi, ma tu non puoi accettare che le persone ti vogliano bene e si curino di te!-
Sirius era senza parole. Passò lo sguardo da James a Peter a Remus, poi lo chinò sull’erba e prese a strappare fili verdi per scaricare la tensione.
-Non ho del tutto rinunciato. Continuerò a studiare le materie che sono richieste e ne riparleremo quando verrà il momento. Non ha senso pensarci da ora, da qui a due anni potrebbe cambiare tutto. Ora siediti, James; se facciamo saltare il piano di ripasso Moony ci uccide-
L’amico lo guardò in cagnesco, ma face come gli era stato detto e Remus aprì di nuovo il libro.
-Allora, la Bevanda della Pace. Quanti giri in senso orario, Sir?-
Mentre rispondeva svogliatamente all’amico, Sirius continuò a giocherellare con l’erba e pensare. Si immaginò il futuro che James aveva abbozzato: una casa per loro due, in cui divertirsi insieme agli amici, gli allenamenti in Accademia passati a far imbufalire Moody, le visite a Charlus e Dorea la domenica per raccontargli la loro settimana. Si augurò davvero che la McGrannitt avesse ragione e che la situazione potesse cambiare, perché quello era davvero uno scenario che lo allettava parecchio.
   
 
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