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Autore: dina    10/02/2009    2 recensioni
Non mi ero mai accorto di quanto avessi sprecato la mia vita, di quanto avrei potuto essere migliore, l'ho capito solo quando conobbi lei...quando la conobbi veramente.. Non l'avevo mai considerata, o meglio la consideravo soltanto per beffeggiarla ed umiliarla, era quasi il mio bersaglio preferito, lei abbassava la testa e non rispondeva. Certo c'era chi rispondeva per lei, lo Sfregiato e il suo caro fratellino decerebrato, ma ci provavo gusto a vederla sconfitta, a vederla ferita. Tutto questo però cambiò quando quattro anni dopo la fine della scuola ci rincontrammo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hdk Questa storia è dedicata alle persone che nella mia precedente one-shot mi hanno sostenuta e convinta a scrivere un'altra Draco-Ginny..Grazie soprattutto a karmenpotter, Alyenda e fata93:) e naturalmente a ki adora questa coppia..come me..^.^ vabbè che io adoro sempre Draco Malfoy però..ihih
Spero vi piaccia...fatemi sapere^.^



Until my heart will beat


E se non dovessi riuscire nel mio intento ti corteggerei contro mia natura, dal tuo potere di attrarmi coglierò la mia forza e se qualcuno oserà mostrarmi una donna di straordinaria bellezza, cosa sarà lei per me se non l'ennesimo specchio nel quale troverò scritto il tuo nome. Proverai a fuggire, ma non scapperai poiché tu per me sei il mondo intero. Ed il sole non sarà più sole, poiché vedrà una luce più forte della sua, la luna non sarà più luna, poiché vedrà un bagliore più forte del suo, e il mare non sarà più mare, poiché quando sfiorerà il tuo corpo avrà capito che con quell'eterno movimento, tutto quell'immenso ora non sarà più solo.”

Francesco Tomasoni




Guardo fuori dalla finestra, sono interamente circondato da sabbia e mare, i gabbiani cercano di cacciare più pesci possibile ed il sole è appena sorto all'orizzonte.

Mi è sempre piaciuto questo scenario, i colori arancione, rosso e violetto che ci sono di mattina hanno un non so che di romantico.

Romantico.. rido mentalmente, io non sono mai stato un tipo romantico, per niente, mi si poteva dire stronzo, virile, duro, forte ma mai romantico.

Eppure col tempo e senza nemmeno accorgermene mi sono addolcito, la mia maschera di ghiaccio e freddezza a poco a poco ha lasciato il posto al mio vero essere.

Non mi ero mai accorto di quanto avessi sprecato la mia vita, di quanto avrei potuto essere migliore, l'ho capito solo quando conobbi lei...quando la conobbi veramente..

Non l'avevo mai considerata, o meglio la consideravo soltanto per beffeggiarla ed umiliarla, era quasi il mio bersaglio preferito, lei abbassava la testa e non rispondeva.

Certo c'era chi rispondeva per lei, lo Sfregiato e il suo caro fratellino decerebrato, ma ci provavo gusto a vederla sconfitta, a vederla ferita.

Tutto questo però cambiò quando quattro anni dopo la fine della scuola ci rincontrammo.

Ma non in una casualità tipo in un concerto o in un bar o altro ancora, no, lei era prigioniera dei Mangiamorte a Malfoy Manor, lei era mia prigioniera.

Ero stato io a catturarla, ricordo di averla vista insieme ad uno dei suoi fratelli attraverso una vetrina di un negozio d'abiti, si stava provando allegramente un vestito viola e rideva con l'altro rosso.

Da lì l'idea, era una persona molto importante per i membri dell'Ordine della Fenice, catturandola avremmo demoralizzato completamente il nemico, l'avremmo potuto indebolire, attaccare e ricattare.

Mi precipitai da Lord Voldemort a riferirglielo, ero uno dei suoi fedelissimi potevo permettermi quello ed altro, lui orgoglioso di me mi diede carta bianca.

Tre giorni dopo Ginevra Molly Weasley era prigioniera nelle segrete del mio castello.

Legata a delle catene che mi guardava con un misto di rabbia, disprezzo, ed un timore che mi faceva sentire potente, quindi scendevo da lei quasi ogni giorno.

Il mio piano riuscì perchè i membri di quell'associazione di fedeli a Silente erano talmente depressi e tristi che diventarono facili bersagli, soprattutto i Weasley e Potter che come scoprì poco dopo era segretamente innamorato di lei.

Non mi interessava minimamente quella pezzente, non avevo interesse a toccarla né violentarla, la sola idea mi faceva venire il voltastomaco, ma un bel giorno tutto cambiò.

Cominciai a vederla come una persona diversa da quella ragazzina timida ed impacciata che era ai tempi della scuola, rispondeva alle mie provocazioni, mi teneva testa e riusciva a stupirmi, sebbene non lo dessi a vedere.

Ricordo con particolare chiarezza il giorno in cui la vidi veramente per quello che era, una donna, una bellissima donna.

Era pomeriggio inoltrato, non ero sceso per tre giorni consecutivi, avevo incaricato un mio Elfo di portarle del cibo e poi non ne avevo voluto sapere più nulla, quando mi decisi d'un tratto a scendere da lei.

Mi aspettavo urla o lamenti, o perlomeno un silenzio carico di sofferenza e solitudine, invece quello che vi trovai mi spiazzò, Ginny Weasley rideva e parlava tranquillamente.

Rideva con il traditore del mio Elfo, che aveva convinto sicuramente a liberarla dalle catene per fare una veloce doccia.

Mi nascosi nel buio guardandola, e ciò che vidi non lo dimenticherò mai, perchè fu ciò che diede inizio al mio lento processo di cambiamento.

Il suo corpo era nudo e bagnato davanti a me, non avevo mai notato quanto potesse essere sensuale ed attraente quella ragazza, il vestito che aveva da quando era mia prigioniera era troppo largo e sporco per lasciar immaginare un tale splendore.

Era molto magra, probabilmente dimagrita da quando era lì, ma conservava quelle forme bellissime e voluttuose, i capelli appiccicati alla sua pelle bagnata, ed i segni di sangue più o meno coagulati del suo stato di reclusa.

L'acqua che scorreva veloce sulla sua pelle pallida e completamente priva di lentiggini, a dispetto di come me la immaginavo io, le sue piccole mani che tentavano di pulirsi e di spostare i capelli dal viso..restai a dir poco senza fiato.

Uscì rabbiosamente dalle segrete, ed andai in un bar, avevo senza dubbio bisogno di bere e di una bella donna.

Trovai tutte e due, ma quando feci l'amore con quella donna, non sentì nulla, la mia mente era come ossessionata dall'immagine della Weasley.

Le visite alle prigioni divennero sempre più frequenti, ma diversamente da prima non la umiliavo né prendevo in giro, ma mi limitavo a guardarla in silenzio.

Cosa che dopo poco tempo irritò la rossa che rabbiosamente me lo fece notare.

-Insomma, non capisco perchè vieni qui, non mi torturi né mi prendi in giro..che c'è improvvisamente ti sei innamorato di me?- disse tra l'ironico e l'irritato.

Io sussultai a quelle parole, ma ero un grande attore, quindi non lo diedi a vedere e risposi con freddezza.

-Ti piacerebbe eh Weasley? Senza dubbio un gran salto di qualità dal letto di Potter al mio- dissi beffardamente.

-Piacermi? Stai scherzando spero, strapperei una lunga striscia di stoffa di quest'orrendo vestito per impiccarmici! E comunque io non sono passata ancora dal letto di Harry-

Ancora?! ANCORA?! Quindi aveva intenzione di passarci, pensai rabbioso, no non l'avrei mai permesso, al costo di tenerla lì per tutta la vita.

-Non ci passerai sta' tranquilla, quando uscirai di qui ne uscirai esclusivamente morta-

Lei sussultò ed ebbe un fremito di paura, ma poi subito alzò la testa con sfida.

-Bene, allora fallo- mi disse.

-Come?-

-Uccidimi-

-Cosa stai dicendo?- la guardai confuso e stupito.

-Hai detto che mi avresti uccisa, che sarei uscita di qui solo da morta, quindi che aspetti, sono qui..uccidimi-

-Non hai paura di morire?- chiesi genuinamente curioso.

La vidi alzare le spalle -si deve morire prima o poi, ora o tra trent'anni, che differenza fa? Prima o poi la cenere torna cenere..e poi non sopporto più questa prigione, almeno così sarei libera-

Ero a dir poco allibito, davvero voleva morire?

E la domanda che mi frullava incessantemente per la testa era, io l'avrei accontentata?

Ripensai al suo magnifico corpo, al suo inaspettato coraggio e decisi che no, non l'avrei per niente accontentata.

Sorrisi e mi avvicinai a lei lentamente, lei si schiacciò contro il muro non capendo le mie intenzioni. Ad essere sincero neanch'io ricordo bene cosa mi frullasse per la testa in quel momento.

Mi fermai a pochi centimetri dal suo viso, il mio corpo a contatto con il suo, e le presi il viso in una mano.

La guardai negli occhi e vi lessi paura, preoccupazione, terrore.

Non aveva paura di morire, capì soltanto dopo, aveva paura della violenza, paura che io abusassi di lei.

-Dov'è finito tutto il tuo coraggio Weasley?- le chiesi ironico.

-Dov'è andata la tua educazione: a farsi fottere! Lasciami!- cercò di spingermi via, ma io ero molto più forte e con le catene non aveva molta libertà di movimento.

-Te l'ho già detto Weasley porta rispetto ai superiori..- dissi freddo -perchè potrebbero farti cose che non sono sicuro ti piacerebbero..o ti spiacerebbero- le sorrisi maliziosamente.

Lei provò a schiaffeggiarmi, ma io capì subito le sue intenzioni e la spinsi, non avevo dosato troppo la forza perchè sbatté la testa contro il muro e svenne.

La guardai inerme ai miei piedi e provai nella prima volta nella mia vita un po' di dispiacere per quel che avevo fatto, così la liberai dalle catene e la presi in braccio.

Uscì insieme a lei dalla cella e la portai in una bella camera, quella che sarebbe diventata la sua stanza.

La misi a letto e le cambiai d'abito con la magia, poi le rimboccai le coperte ed uscì dalla stanza, ordinando ad un Elfo di portarle la cena.

Non la vidi per molti giorni, non era ancora uscita dalla sua stanza ed io ero stato troppo impegnato per farle visita.

Un giorno avevo trovato un po' di tempo e mi ero messo a suonare il mio amato pianoforte, mi piaceva la musica, mi faceva sentire libero.

Ero nel pieno di “For Elise” di Beethoven, quando per caso la vidi alla porta che ascoltava assorta la mia melodia, mi fermai di botto.

-No, non fermarti- mi pregò.

-Che ci fai tu qui?-

-La porta era aperta ed..ero stanca di stare a fare niente..- mi disse ad occhi bassi.

-Non ti ho dato il permesso di gironzolare per il castello, quindi tornatene in camera- ordinai raccogliendo gli spartiti.

-Perchè mi hai messa lì?-

Già perchè l'avevo messa lì?

-Non sono affari tuoi, adesso va'- dissi dandole le spalle.

Poi lei fece una cosa che non mi sarei mai e poi mai immaginato, che mi lasciò a dir poco basito, venne verso di me, ed io mi girai di scatto aspettandomi un qualche attacco che però non arrivò, si mise in punta di piedi e mi scoccò un leggero bacio sulla guancia.

-Grazie- mormorò e corse via.

Quello fu il giorno in cui la mia vita cambiò radicalmente, cominciammo a parlare ed a mostrare l'uno all'altro lati di noi stessi che nemmeno noi conoscevamo e pian piano ci innamorammo.

Passai mesi da sogno insieme a lei, era l'unica buona ragione per portare a termine le mie missioni per cercare di essere il migliore ai suoi occhi.

Ma mi turbava però che quando credeva che non la vedessi piangeva e soffriva, un giorno decisi di farmi scoprire che la osservavo e le chiesi il motivo di quei pianti.

-Non capiresti..- mi disse triste.

-Provaci-

-E' inutile, ti arrabbieresti solamente-

-Provaci- insistei a denti stretti.

-Mi manca la mia famiglia Draco..- il mio stomaco si contorse dolorosamente, sapevo che si sentiva sola e che le mancavano, ma egoisticamente me ne ero sempre fregato pensando che avendo me gli sarei bastato.

-...-

-Non fare quella faccia, sai quanto sono legata a loro, voglio vederli, parlare con loro..-

-Questo non è possibile- dissi duro.

-Ti prego..soltanto una volta, ti prego- mi disse piangendo.

-NO- dissi secco.

-Ti prego..-

-No, non se ne parla proprio! Tu resterai qui punto e basta, non ci sono obiezioni che tengano, così ho deciso!- dissi irritato.

-Tu hai deciso quello, tu hai deciso questo..tu sei un egoista! Io voglio essere libera di fare ciò che voglio, di stare con chi voglio!! Non voglio che tu decida per me!!- aveva detto rabbiosa stringendo i pugni.

-Vuoi essere libera? VUOI ESSERE LIBERA?! ED A NOI NON CI PENSI? A ME?- ero furioso, come poteva dire, ma soprattutto volere quelle cose dopo il tempo che avevamo passato insieme?

-Io ci penso a te Draco, ci penso..ma sei tu che non pensi a me! E' un rapporto senza scambio, io ho sopportato e sopporto tutt'ora molte cose, come la faccenda del tuo “lavoro”..-

-Cosa vuoi dire?- non avevamo mai parlato di questo argomento, non così apertamente.

-Pensi che mi piaccia quello che vai a fare ogni volta che non sei con me? Pensi che non sappia quanti innocenti uccidi e torturi?- mi disse singhiozzando ed alzandosi -pensi che sia bello come mi sento, pregare che tu non muoia, ma che allo stesso tempo non succeda nulla di male ad altri per mano tua?!-

-Cosa posso farci io..?- sussurrai freddo ma dentro mi sentivo ferito.

-Potresti fare molte cose, ma tu non le fai..sei soltanto un'egoista..pensi soltanto a te stesso, ai tuoi interessi ed obiettivi..ed io sono così stanca..- era andata alla porta.

-Stanca?..Di cosa, di me?-

-Di questa situazione, di essere relegata qui..-

-Vuoi lasciarmi?- le chiesi dopo qualche istante.

-Ho provato a starti vicino, a ripetermi che col tempo tutto sarebbe migliorato ma non è così..a volte l'amore non basta- era uscita lasciandomi solo, solo come non mi sentivo da tantissimo tempo.


Mi riscuoto dai ricordi, ho già perso abbastanza tempo, mi faccio una doccia veloce e mi vesto.

Sto per infilare il mantello, quando scorgo nel mio braccio sinistro un ombra, il Marchio Nero..l'errore che ha rovinato la mia vita, proprio quando avevo cominciato a viverla.


Per tre giorni non uscì dalla mia stanza, limitandomi a starmene sdraiato, non mi ero mai sentito così in vita mia, così solo, così vuoto.

Lei mi aveva tolto tutto il calore che mi aveva donato, facendomi precipitare nuovamente nel mio gelo.

Mi tornò in mente una frase: Amare significa pensare intensamente a qualcuno, dimenticando se stessi... di un vecchio poeta babbano, Jim Morrison, e capì che Ginny aveva ragione, avevo sempre pensato egoisticamente, nonostante l'amassi ho sempre fatto ciò che conveniva a me.

Ero un egoista, ma decisi che sarei cambiato, per lei.

Mi alzai e scrissi una lettera, quando finii la diedi al mio gufo e due ore dopo quello mi portò la risposta. Aveva accettato.

Mi fiondai in camera di Ginny e le comunicai la notizia, lei mi guardò con gli occhi rossi e gonfi di lacrime spalancati, fiondandosi tra le mie braccia e stringendomi forte felice.

Avevo scritto a Silente, avevo giurato la mia fedeltà a lui, avevo tradito Voldemort.

Avevo tradito Voldemort per lei, perchè mi amasse e mi guardasse con orgoglio ed amore, ma non sapevo ancora che avevo firmato la mia condanna.

Passarono due mesi, io facevo la spia all'Ordine e ceravo di limitare le carneficine, quando una sera ci fu una soffiata e la mia copertura saltò.

Vennero per ucciderci a Malfoy Manor, ma io avevo previsto che sarebbe successo parecchio tempo prima, e non mi ero fatto trovare impreparato, infatti avevo ideato e distribuito per il castello dei diversivi per guadagnare del tempo e creato una passaporta d'emergenza che tenevo in un cassetto segreto della mia scrivania.

Riuscimmo a fuggire ed a salvarci.

La riaccolsero tutti con entusiasmo e commozione, a me invece mi accolsero con freddezza e diffidenza, ma a me non importava, lei mi amava era solo questo l'importante.


Lego finalmente il mantello, riprendendomi da quella spirale di ricordi che ogni giorno mi prende, prendo la bacchetta e mi smaterializzo.

Entro nell'edificio e guardo la sala d'aspetto, ci sono poche persone, tutte con lo sguardo basso e senza la speranza ad illuminare i loro infelici occhi. Mi riconosco in loro.

Cammino per il lungo corridoio e salgo due rampe di scale, tutto lì ha un'aria asettica ed impersonale, l'odore d'alcol e medicine mi fa storcere il naso, l'ho sempre odiato.

Mi avvicino alla vecchia infermiera che mi riconosce subito e mi sorride gentilmente, penso che ormai si sia un po' affezionata a me.

-Buon giorno Signor Malfoy- mi saluta cordialmente.

-Buon giorno Mrs. Blanchett- ci stringiamo la mano e la seguo.

So già dove andare, ma da due anni a quella parte, da quando torno lì ogni giorno, mi accompagna sempre, è diventato una specie di rito.

Ci fermiamo davanti ad una porta bianca con una targhetta con dei numeri dorati 301. Apre la porta e prosegue all'interno della stanza, entro dietro di lei e mi guardo intorno.

Un tempo quella stanza era stata come il resto dell'edificio, bianco e spoglio, ma io ho fatto apportare molti cambiamenti.

Ho fatto dipingere le pareti d'oro e attaccato parecchi quadri di spiagge e mari, dipinti ma soprattutto foto, foto di noi.

-Qualche miglioramento?- chiedo all'infermiera.

-No..sempre lo stesso- mi dice triste.

-Va bene- rispondo inespressivo e mi avvicino lentamente al letto dal copriletto rosso e le lenzuola in seta bianche, proprio come piacciono a lei.

Accarezzo piano i suoi lunghi capelli rossi, che risaltano come fuoco nel cuscino bianco, e la osservo dormire.

Abitudine che nonostante tutto non mi sono ancora tolto.

Sento la porta chiudersi, ma non mi giro, so già che l'infermiera se ne è andata, tornerà tra due ore per annunciarmi a malincuore che l'orario delle visite è finito.

La guardo e ripenso all'incubo che ho creato, al dolore che le ho fatto patire.

Aveva ragione quando diceva che sono soltanto un'egoista, perchè lo sono, e se lei è qui è tutta colpa mia.


Passò un anno e nonostante tutti i Mangiamorte e Voldemort stesso minacciassero vendetta riuscimmo a cavarcela bene, avevamo la protezione degli Auror e quella di Silente, quindi eravamo relativamente tranquilli.

Ma si sa, quando in superficie sembra tutto tranquillo, sotto c'è certamente qualcosa che si agita.

Infatti una sera dopo che c'erano state due settimane prevalentemente tranquille, ci fu un attacco in un ospedale babbano, in cui c'erano tutti i pezzi grossi, compreso Voldemort.

Ci chiamarono subito ed io essendo diventato Auror dovetti rispondere alla chiamata, sebbene a malincuore, avevo come una brutta sensazione che però ignorai.

Cercai di mettere la divisa in silenzio, ma Ginny mi sentì e si alzò dicendo di vole venire con me.

-No Ginny, non insistere ti ho detto che devi restare qui-

-Ma perchè? Potrei aiutarti, sono anch'io un Auror Draco, lasciami venire con te-

-No, non se ne parla- dissi perentorio cercando il mantello.

Lei me lo trovò e me lo porse -ti prego, non lasciarmi qui da sola, ho paura che ti succeda qualcosa..ti prego non lasciarmi con quest'ansia- mi supplicò ma io ero irremovibile.

-No, non voglio che tu combatta lo sai- mi avvicinai a lei e le accarezzai una guancia -se ti succedesse qualcosa io morirei Ginevra..morirei-

-Anch'io..ed è appunto per questo che voglio venire, voglio proteggerti-

-So badare a me stesso tesoro, torna a dormire- lei scosse la testa piangendo -Gin..tornerò prima dell'alba, tornerò sano e salvo..-

-Fammi venire..- mi pregò.

-Ginevra ti prego..non posso combattere se sono preoccupato per te..per favore amore, fallo per noi, non insistere..tornerò- lei si arrese e singhiozzando annuì.

La abbracciai stretta a me e la baciai -Ti amo lo sai?-

-Si..anch'io ti amo-

-Bene, ricordalo sempre Gin..ci amiamo andrà tutto bene- lei annuì e con un ultimo bacio frettoloso mi smaterializzai.

Se solo avessi saputo..

Mi materializzai all'indirizzo che mi avevano dato e mi guardai intorno, solo distruzione e morte avevano lasciato, la loro firma.

Raggiunsi i miei colleghi e cominciai a combattere contro quelli che un tempo erano stati i miei compagni.

Passò un ora e tutto sommato avevamo ottenuto un buon risultato, quindici Mangiamorte erano morti e catturati, ma avevamo subito delle perdite, Charlie Weasley ci aveva lasciato.

Mi immaginai il dolore di Ginny quando glielo avrei detto e mi si strinse il cuore, odiavo vederla soffrire.

Dopo che avemmo aiutato i feriti e cancellato la memoria ai sopravvissuti babbani tornammo tutti alle nostre abitazioni.

Mi materializzai nel salotto, non volevo spaventarla apparendo dal nulla, e mi diressi verso la nostra stanza da letto.

Aprì la porta e mi guardai intorno, era stranamente vuota, chiamai il suo nome ma non ebbi alcuna risposta.

Urlai di venire fuori, se era uno scherzo non era affatto divertente, ma non la trovai da nessuna parte.

Vidi sul bordo del letto la sua vestaglia, era macchiata di sangue e sotto c'era il suo anello i fidanzamento con dentro una ciocca dei suoi capelli.

Urlai di rabbia e dolore fino a farmi dolere le corde vocali e mi smaterializzai subito da Silente.

La cercammo per mesi e mesi, poi finalmente un giorno la trovammo in una castello protetto dall'Incanto Fidelius, era nei sotterranei sporca ed insanguinata, legata alla parete.

Corsi da lei e la liberai, le dissi che andava tutto bene, che era al sicuro, ma lei non mi rispondeva, sembrava non sentirmi.

Guardai i suoi occhi e vidi che erano vuoti, spenti, quando si accorse di me cominciò ad urlare e divincolarsi, adesso i suoi occhi avevano una scintilla.

Una scintilla di terrore, ma soprattutto di follia.


Osservo ancora il suo bellissimo viso e vedo lo schiudersi dei suoi occhi azzurri, mi guardano tranquilli e sereni.

Sono l'unico che la possa avvicinare, l'unico di cui non abbia paura, a volte ottimisticamente penso che da qualche parte lei mi riconosca e che mi ami ancora.

So che è un'illusione ma mi piace pensarlo, dopo che l'avemmo trovata capì subito, senza il bisogno di sentire la conferma di Voldemort tempo dopo, capì che era successo, cosa le avevano fatto.

L'avevano torturata a tal punto da farle perdere completamente il senno, il suo cervello non esisteva più, aveva il quoziente intellettivo di un bambino di due anni, un destino simile a quello che era capitato ai genitori di un suo compagno Auror, Neville Paciok.

-Buon giorno, come ti senti oggi?- le chiedo dolcemente, lei mi sorride -vedo bene, cosa vuoi fare, vuoi che ti legga un libro?- non aspetto risposta, prendo dalla piccola libreria “Dracula” di Bram Stocker uno dei suoi libri preferiti ed inizio a leggere.

-Mela..mela..- mi interrompe alla fine del secondo capitolo.

-Hai fame?- le chiedo indicando la mela nel suo comodino, ormai ho imparato a capirla.

-Mela..-

Lo prendo per un si ed inizio a sbucciarle la mela, tagliandola in piccoli pezzettini, quando ho finito la imbocco stando attento a non farla soffocare e quando finisce di mangiare ricomincio a leggere.

-Signor Malfoy..è ora..- mi chiama dispiaciuta l'infermiera.

Io annuisco e chiudo il libro, accarezzò i capelli del mio amore -Gin..adesso devo andare okay? Torno domani..ti amo- le do un ultimo fuggevole bacio sulla fronte e lei mi regala uno dei suoi stupendi sorrisi.

Mi alzo e rimetto il mantello arrivato alla porta mi giro un'ultima volta e poi esco fuori preceduto dall'infermiera commossa, succede ogni giorno.

-Mrs. Blanchett aspetti un attimo- la fermo.

Lei si gira curiosa – mi dica-

-Questo è per questo reparto di psichiatria- le porgo un assegno, lei guarda la somma eclatante ma non si scompone più di tanto, è abituata alle mie donazioni – e questo è per lei, per ringraziarla di tutto quello che fa per Ginevra- le porgo un altro assegno, questa volta intestato a lei.

-Signor Malfoy..io..- scuoto la testa e glielo porgo, è aperto legge la somma e sgrana completamente gli occhi -non posso accettare..sono ventimila galeoni d'oro..-

-Lo accetti insieme alla mia gratitudine- lei lo prende ed io con un gesto di saluto mi congedo.

Nonostante le sue condizioni, nonostante sia colpa mia che lei sia lì, nonostante io non possa più fare quelle chiaccherate che mi piacevano così tanto, nonostante mi manchi da morire il suo calore lei è l'unica donna che io abbia mai amato e che mai amerò, per l'eternità.

Ho promesso di vegliare su di lei e proteggerla, e continuerò a farlo, fino a quando avrò la forza di camminare andrò da lei, fino a quando avrò la voce leggerò per lei e le parlerò, fino a quando la mia mente funzionerà il mio unico pensiero sarà lei, fino a quando il mio cuore batterà lo farà per lei. Per sempre.

  
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