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Autore: fefi97    20/09/2015    9 recensioni
[Sterek;AU; tutti umani tranne Derek]
Stiles e Derek sono compagni di liceo. Stiles é logorroico e iperattivo e si ostina a sostenere che il suo attuale fidanzato Harry non assomigli per NIENTE a Derek e che la cotta storica per lui gli sia passata da un secolo,mentre Derek é un adolescente scontroso e taciturno, che, ovviamente, non ha mai degnato d'attenzione Stiles.
Ma una sera, durante una festa organizzata dall'amica Lydia, Stiles scopre il segreto che Derek Hale ha tenuto nascosto per diciassette anni e le cose cominciano a prendere svolte inaspettate.
E se Stiles fosse l'ancora di Derek e Derek cominciasse a mostrare un'inaspettata possessività, il ragazzo sarebbe disposto ad accettarlo?
( introduzione orribile, ma non dateci troppo peso )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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COSE DA LUPO
 
 
-Cosa fai? –
Derek, impegnato a guidare con il suo solito cruccio, aggrottò un po’ di più la fronte alle parole di Stiles stravaccato accanto a lui, ma non si voltò a guardarlo.
-In che senso? – domandò, avendo la vaga sensazione che si sarebbe pentito di averglielo chiesto.
-Che cose da lupo sei in grado di fare, insomma che capacità hai? –  si spiegò, o credette di spiegarsi, Stiles, con gli occhi che brillavano e il sorriso sulle labbra sottili.
-Potresti essere meno chiaro? – domandò ironicamente Derek, forzandosi di non alzare gli occhi al cielo.
Stiles emise un fischio ammirato, guardando Derek come si guarda una bestia rara, cosa che in qualche senso era.
-Sei gentile con me, mi offri passaggi senza chiedere nulla in cambio e ora fai pure dell’ironia … wow Sourwolf, ma che è successo? Ti sei innamorato di me? – domandò scherzosamente, ma la reazione di Derek non gli piacque. Poteva vedere solo il suo profilo destro da quella posizione, ma non gli sfuggì l’ombra che gli attraversò il viso prima sereno e il mondo in cui le sue dita si contrassero sul volante . Stiles aggrottò le sopracciglia, confuso. Ora che aveva detto di male? Gli faceva così schifo l’idea di poter essere innamorato di lui, il ragazzino debole e stupido che tanto detestava?
-D’accordo … - borbottò Stiles, guardando l’altro di sottecchi e, un po’ ferito, decise di cambiare argomento. – Allora – riprese il discorso forzando un bel tono allegro, i vivaci occhi castano dorato puntati su Derek – Dunque sei un lupo, cioè un licantropo. Che poteri hai? Oltre a farti spuntare peli, zanne e artigli e sentire gli odori degli stati d’animo, ovviamente. –
-Stiles, sta zitto. – fece Derek, atono, e Stiles gonfiò le guance, perdendo ogni proposito di fare buon viso a cattivo gioco.
-Avevi detto che volevi spiegarmi, che volevi fare pace! Che volevi rimediare! – lo accusò con voce indignata e si stupì della reazione di Derek. Vide con sgomento l’espressione dell’altro incrinarsi e giurò di averlo sentito emettere un flebilissimo uggiolio, come un cane rimproverato dal padrone. Stiles aggrottò la fronte. Quello non era il suo Derek. Il suo Derek minacciava di prenderlo a pugni ogni volta che apriva bocca e aveva passato tre anni di liceo a sbatterlo contro ogni superficie contundente ogni volta che lo intralciava. Perché d’un tratto sembrava così …  così sottomesso? E poi perché altre volte si comportava in maniera così acida come se lo odiasse con tutte le sue forze? Fu riscosso bruscamente dai suoi pensieri quando Derek batté con violenza il palmo delle mani sul volante, facendolo sobbalzare.
-Dannazione! – ruggì quasi, fissando con ostilità la strada davanti a sé, mentre Stiles lo fissava con occhi grandi, riempiti di un discreto terrore – Odio il fottutissimo effetto che tu … il tuo odore … odio questa fottuta cosa! – ringhiò tra i denti, mangiandosi le parole ed evitando accuratamente lo sguardo mortificato e perso di Stiles.
-Ma che ho fatto? – mormorò Stiles, più a se stesso che all’altro ragazzo.
Derek sembrò improvvisamente calmarsi. Prese un profondo respiro e distese i muscoli del viso, gettando un’occhiata al più giovane.  I suoi occhi verdi avevano una lieve ma comunque chiara sfumatura dispiaciuta e ancora una volta Stiles si chiese se per caso Derek non fosse bipolare.
Derek sospirò e a Stiles in quel momento, con quell’espressione corrucciata e stanca , sembrò ben più vecchio dei diciotto anni che aveva.
-Niente. Non hai fatto niente. E’ un problema mio. – tagliò corto, ma il tono non era brusco come poco prima.
-Ok. – fece Stiles, deluso che l’altro non volesse aprirsi per nulla con lui e, sempre più confuso, gli diede le spalle e si accoccolò contro il finestrino, stranamente silenzioso.
Per un po’ nella Camaro si mantenne il silenzio, poi Stiles udì Derek emettere un altro profondo sospiro, prima che parlasse.
-Sono veloce. –
Stiles alzò di scatto il volto nella sua direzione ma Derek, la fronte leggermente contratta mentre guidava, non ricambiò lo sguardo. Il ragazzo sorrise e si sedette dritto, capendo quel che Derek stava facendo.
-Ho un olfatto e un udito superiori a quello degli umani quindi si, contrariamente a quanto pensa tuo padre ho il superudito. Sono forte. Con una manata posso mettere fine per sempre alla tua logorroica esistenza e con i miei denti posso aprirti la gola. E questo è tutto. – concluse Derek nervosamente e Stiles, soprassedendo alla velata minaccia, allargò il sorriso perché,dai, era così ovvio che Derek fosse in imbarazzo. E poi era tenero, dai.
-Contento ora? – fece Derek con una smorfia, ignorando stoicamente il sorrisone di Stiles – Ho risposto alle tue stupide domande, sei soddisfatto? –
-Non proprio. – sorrise Stiles ignorando l’occhiata assassina di Derek –Perché sei … mio dio non posso credere che sia vero …  perché sei un licantropo? Cioè qualcuno ti ha morso o c’è il gene della licantropia  stile Twlight che si tramanda di generazione in generazione ? –
Derek inarcò un sopracciglio, sfoderando un ghigno che Stiles, il super fidanzato Stiles, reputò semplicemente da infarto.
-Twlight? – sogghignò e Stiles arrossì appena.
- Ehi, me li ha fatti vedere Lydia! – cercò comunque di difendere la propria dignità di uomo.
-Certo, certo. – lo prese in giro Derek, facendo abilmente manovra per parcheggiare l’auto davanti alla scuola. Stiles sbatté le palpebre e si affacciò scioccato dal finestrino. Non si era reso minimamente conto che fossero già arrivati a destinazione. Non sapeva perché, ma un po’ gli dispiacque. Sentendosi osservato, si voltò, incrociando lo sguardo leggermente derisorio di Derek.
-Pensi di farcela a scendere o vuoi goderti ancora un po’ il panorama? –
Stiles spalancò la bocca, oltraggiato – E le mie domande?! –
-Tempo scaduto. – rispose semplicemente Derek, con la sua solita faccia da schiaffi.
Stiles lo guardò malissimo, o almeno ci provò.
-Bene! – esclamò stizzito, mentre Derek lo fissava sorridendo divertito – Vorrà dire che farò le mie ricerche da solo! –
Derek atteggiò il viso in un’espressione accondiscendente mentre agitava il braccio nell’imitazione di un inchino, come a dire “ accomodati pure” .
-Buona fortuna. Credo che troverai molti libri sulla licantropia in biblioteca. – lo prese in giro, fissandolo intensamente, un sorriso più unico che raro sul suo viso.
Stiles si morse un labbro e poi domandò di getto: - Perché ti piace il mio odore? – e non sapeva perché diavolo avesse aperto la sua boccaccia, solo era una cosa che lo tormentava da parecchio. Voleva anche chiedere “perché tuo zio ha detto che so di te?”, ma riteneva fosse meglio fare un passo per volta.
Derek cambiò immediatamente atteggiamento, facendosi guardingo e ritraendosi quasi impercettibilmente contro la propria portiera.
-Non mi piace il tuo odore. – biascicò, senza guardarlo.
Stiles inarcò le sopracciglia – Prima mi hai sniffato i capelli dicendo che ti era mancato il mio odore. Cos’è una cosa che fai con tutti quella di odorarli quando ti manca il loro profumo? –
-No. Solo con te. – rispose Derek con naturalezza, alzando gli occhi nei suoi.
Stiles sentì le guance andare a fuoco e tossicchiò imbarazzato mentre distoglieva lo sguardo. Derek lo guardò un istante, poi lanciò un’occhiata davanti a sé, mentre Stiles ancora non osava guardarlo.
-Il tuo amico idiota si sta sbracciando come una dannata scimmia da cinque minuti.  Forse dovresti andare da lui. – lo informò poi Derek con voce neutra e Stiles sollevando di scatto lo sguardo poté vedere oltre il parabrezza a pochi metri da loro Scott che agitava frenetico una mano nella sua direzione, mimando con le labbra “DEREK HALE? Sul serio?!” in modo non esattamente discreto. Stiles si schiaffò una mano sul viso mentre Derek sbuffava quella che sembrava un accenno di risata, ma poteva essere anche una semplice esternazione di quanto trovasse Scott idiota.
-Scommetto che puzzo talmente tanto di imbarazzo che sto appestando la macchina.-  bofonchiò  Stiles, il viso tra le mani. Derek gli lanciò un’occhiata sorpresa che Stiles non colse, poi piegò le labbra in un lieve sorriso compiaciuto.
-Impari in fretta come ragionano i lupi. – mormorò e la lieve nota di orgoglio che percepì nella sua voce spinse Stiles a sollevare la testa. Derek lo fissò intensamente, poi si sporse verso di lui tanto improvvisamente da far trasalire Stiles. Il moro gli appoggiò una mano sulla nuca, accarezzandola con il pollice come a volerlo tranquillizzare. I loro sguardi erano incatenati e Stiles era convinto di aver smesso di respirare. No, okay, forse respirava ancora, ma di certo non riusciva più a capire niente o a vedere altro che non fosse Derek e il suo viso vicinissimo al suo. Stiles aveva le spalle premute contro il finestrino, quindi neanche volendo avrebbe potuto allontanarsi da Derek. E lui non voleva allontanarsi da Derek.
- Il tuo cuore batte velocissimo. – soffiò Derek, gli occhi verdi che scendevano ad accarezzare con lo sguardo le labbra rosse di Stiles, rosse come le sue guance.
-Già la odio questa cosa del super udito. – biascicò Stiles con la bocca asciutta, facendo sorridere l’altro.
-E il tuo? – sussurrò poi Stiles, d’impulso, gli occhi che percorrevano frenetici tutto il meraviglioso viso di Derek, il cuore che lottava per fuoriuscire dalla cassa toracica – Il tuo cuore come batte? – soffiò.
Derek, con la mano libera, afferrò una mano di Stiles e, senza staccare gli occhi dai suoi, delicatamente la condusse a posarsi sul suo petto, all’altezza del cuore. Stiles arrossì ancora di più e nonostante tutta quella situazione fosse semplicemente assurda si impose di concentrarsi sul battito di Derek, regolare e perfettamente tranquillo.
-Tu sei calmo. – realizzò Stiles con una smorfia delusa, dicendosi che comunque era stato stupido sperare che Derek Hale fosse agitato come una ragazzina solo per la loro vicinanza. Fece per ritirare la mano, ma Derek glielo impedì coprendola gentilmente con la sua, di molto più grande. Il tocco sulla sua testa si fece più lento mentre Derek lo fissava con un sorriso che Stiles trovò scioccantemente dolce.
-E’ colpa tua. Sei sempre tu … l’hai fatto anche ieri sera. Sei tu che mi calmi. – sussurrò, lo sguardo che indugiava sempre più frequentemente sulle labbra dell’altro.
-Perché? – mormorò Stiles, avvicinando impercettibilmente il viso, spinto dalla curiosità – Derek che sta succedendo? Che sta succedendo tra me e te? -
Vide Derek esitare per un momento, poi prese un bel respiro, gli occhi incatenati a quelli di Stiles.
-Stiles tu sei … -
-Stiles! –
Stiles sobbalzò sfuggendo via alla presa di Derek, spaventato. voltò la testa e si trovò faccia a faccia con quello scemo del suo migliore amico, che aveva praticamente il viso spiaccicato contro il finestrino.
-Mc Call, sei un idiota, ti avevo detto di non interromperli! – sentì sibilare dall’altra migliore amica, quella intelligente, che fissava truce Scott tenendosi a distanza di qualche passo.
Stiles li guardò tra l’esasperato e l’imbarazzato, gettando poi un’occhiata implorante a Lydia. L’amica, capendo l’antifona, sbuffò e afferrò Scott per un braccio trascinandolo con forza sorprendente lontano dall’auto, nonostante questo protestasse a gran voce e si dimenasse.
Stiles emise un lieve sospiro di sollievo, prima di voltarsi verso Derek con un sorriso derisorio.
- Devo dedurre dal fatto che hai permesso a Scott di avvicinarsi così tanto che i tuoi super sensi da licantropo sono fuori uso? – lo canzonò, ma il volto scuro dell’altro lo spinse a ritornare serio. E ora perché era tornato ad essere il solito Sourwolf?
-Scendi dall’auto Stiles. – gli ordinò, con tono inequivocabilmente incazzato. Sembrava più arrabbiato con se stesso che con Stiles, però.
-Sourwolf … - mormorò Stiles cercando di avvicinarsi nuovamente a lui, ma Derek si ritrasse, un’espressione dura sul volto.
-Ti ho detto di scendere, se non vuoi che lo faccia io. E non garantisco l’incolumità delle tue ossa in tal caso. –
Stiles lo fissò a bocca aperta, sperando che scherzasse. Lo sguardo duro dell’altro non lasciava adito però a dubbi, così alla fine Stiles si arrese scuotendo la testa, arrabbiato.
-Bene. – mormorò afferrando il suo zaino ed evitando accuratamente gli occhi di Derek che lo fissava inespressivo. Stiles mise una mano sulla maniglia,ma all’ultimo si bloccò, si voltò di scatto verso di lui e alzò gli occhi nei suoi con un inequivocabile sguardo di sfida, che a suo modo sorprese Derek - Continua pure a fare il cazzo di uomo dei misteri, ma io scoprirò comunque cosa mi nascondi, che ti piaccia o no! – gli urlò in faccia, a muso duro e Derek fece appena in tempo ad emettere un basso ringhio contro di lui che Stiles era già sceso di fretta e furia dall’auto, furioso, ferito e frustrato, le tre f peggiori del mondo.
 
 
 
-Non è il momento! – esclamò Stiles, non appena vide Scott e Lydia attenderlo con trepidazione davanti all’ingresso della scuola. Li superò frettolosamente, desideroso di mettere più distanza possibile tra lui e Derek, ma ovviamente i due lo seguirono come ombre.
-Stiles! – chiamò Scott, prendendolo per un braccio con forza, facendolo suo malgrado fermare.
-Stiles ci devi delle spiegazioni! – si aggiunse Lydia, guardandolo intensamente con i suoi grandi occhi chiari.
Stiles si morse un labbro, alternando lo sguardo tra i visi preoccupati e ansiosi dei suoi migliori amici. Ovviamente erano in pensiero per lui, per come si era comportato il giorno precedente e quella mattina e Stiles sapeva che nessuno dei due si meritava quel comportamento scostante.
-Stiles. Ti prego parlaci. – lo implorò Scott, guardandolo con affetto sincero, stringendo appena le dita intorno al braccio di Stiles.
-Siamo preoccupati per te! Prima dai di matto alla mia festa, poi stamattina ti vediamo niente di meno con Derek Hale! – continuò Lydia, abbassando prudentemente la voce per evitare che orecchie indiscrete sentissero qualcosa.
-Va bene. – mormorò Stiles, guardandosi ansiosamente intorno. Erano circondanti da parecchi studenti, impossibile che prestassero attenzione a lui,ma il super udito di Derek era qualcosa che lo inquietava parecchio –Va bene. – ripetè alzando la voce, quando non vide il lupo da nessuna parte. – Vi racconterò tutto, io … -
-Ehi sfigati! –
Stiles alzò gli occhi al cielo in contemporanea con Scott e Lydia quando Jackson piombò su di loro e abbracciò la rossa da dietro. Lydia sbuffò e Jackson si accigliò.
-Vi prego, non sembrate troppo entusiasti! –
-Stai rompendo i coglioni. – lo informò brutalmente Scott, guardandolo male.
Jackson ebbe uno scatto verso di lui, ma venne prontamente trattenuto da Lydia, che lo abbracciò teneramente. Jackson sembrò rilassarsi, strofinando il naso tra i capelli rossi e profumati di Lydia. La ragazza spalancò gli occhi guardando in maniera eloquente Scott e Stiles da sopra la spalla di Jackson, come a dire “andate, ne parliamo dopo” . Scott annuì e senza mollare la presa sul braccio di Stiles lo condusse lontano.
-Santo cielo amico … Derek Hale … - esordì Scott non appena raggiunsero i loro armadietti – Sapevo che avevi una cotta per lui, ma che fosse ricambiata … -
-Io non ho una cotta per Derek! – esclamò Stiles, ma il fatto che fosse diventato rosso come un peperone lo rese ancora meno credibile di tutte le altre volte in cui l’aveva negato. – E di certo lui non mi ricambia. – aggiunse in tono più basso, abbassando lo sguardo.
Scott gli rivolse uno sguardo poco convinto alla “se lo dici tu”.
-Mh, ieri comunque Harry ti cercava. – lo informò Scott cambiando argomento e per un folle istante Stiles dovette forzarsi di ricordare chi diavolo fosse Harry. Quando si rese conto di essersi completamente dimenticato del suo ragazzo per tutto il viaggio in macchina con Derek, si sentì straordinariamente in colpa.
-Si lo so, mi ha riaccompagnato lui a casa. – rispose Stiles nervosamente.
Scott lo fissò in maniera insolitamente penetrante – Era in paranoia quando gli abbiamo detto che eri sparito. –
-A qualcuno importa la mia assenza, evviva! – esultò ironicamente Stiles, facendo accigliare Scott.
-Non  dire stronzate. L’unico motivo per cui non ti sono corso dietro è stato perché Lydia sosteneva dovessimo lasciarti spazio. –
-Oh si, e poi immagino foste troppo impegnati a trastullarvi con Allison e Jackson per rincorrere Stiles Schizzato Stilinski. – commentò Stiles acidamente, prima di mordersi la lingua e maledire la sua dannata boccaccia.
Scott lo guardò male per un istante, poi il suo sguardo si addolcì e sospirò.
-Stiles so che negli ultimi tempi Lydia e io ti abbiamo trascurato e so che questo ti ha ferito, ma non vuol dire che non ti vogliamo bene, lo sai vero? –
Stiles lo guardò negli occhi, leggendovi sincera preoccupazione, perché lo sapeva bene, Scott poteva avere mille difetti ma era un amico assolutamente leale.
-Lo so. – sospirò – Ed è per questo che ho intenzione di raccontarvi tutta la verità. Oggi dopo la scuola al bosco. Non è sicuro parlare qui.-
Scott sgranò gli occhi, guardandolo oltremodo preoccupato.
-Stiles, ma non ti sarai cacciato nei guai, vero? –
Non devi dire a nessuno di questa storia, mi hai capito? O ti strappo la gola. Con i miei denti.
Stiles deglutì a vuoto, poi rivolse un grande quanto falsissimo sorriso al suo migliore amico.
-Certo che no Scott, mi conosci! –
L’espressione terrorizzata di Scott valse più di mille parole.
 
 
 
 
-Dai Harry, ho lezione … - ridacchiò Stiles girando scherzosamente il viso per evitare che Harry gli lasciasse l’ennesimo bacio. Harry gli sorrise, addossando maggiormente la schiena del più piccolo contro il freddo metallo degli armadietti e sfiorando con il naso il suo profilo elegante.
-Non è colpa mia se ultimamente sei così sfuggente da costringermi a farti le imboscate nei corridoi deserti … - gli sussurrò in tono divertito, facendolo ridere ancora. Harry gli afferrò con delicatezza il mento, riuscendo finalmente ad incontrare le labbra morbide di Stiles. Il ragazzo si lasciò sfuggire un mugolio soddisfatto, prima di alzarsi in punta di piedi e circondare il collo di Harry con le braccia.
-Questo è il mio armadietto. –
Stiles si staccò con un balzo da Harry, sbattendo dolorosamente la nuca e la schiena contro l’armadietto dietro di lui. Brontolò un’imprecazione massaggiandosi il retro della testa con la mano, mentre lentamente i suoi occhi scivolavano in quelli verdi e indecifrabili di Derek Hale, in piedi di fronte a loro con le braccia incrociate al petto e un cipiglio per nulla rassicurante sul volto.
Deglutì nervosamente ed era già pronto a lasciarsi andare in un attacco di panico in piena regola, ma per fortuna Harry, a differenza sua, possedeva un ottimo autocontrollo.
-Hale.- fece  freddamente, una mano ancora stretta alla vita di Stiles, nonostante il ragazzo cercasse di divincolarsi con la stessa grazia di una foca moribonda – Lo zio Peter non ti ha insegnato a non interrompere? – chiese con un sorriso ironico e un po’ cattivo.
Stiles smise di agitarsi e  spalancò la bocca, guardandolo incredulo e un po’ nauseato.
-Harry! – sibilò, sconvolto dalla malignità del ragazzo. Reputava una cosa semplicemente schifosa quella di alludere alla condizione di orfano di Derek.
Il moro fece un passo in avanti, la mascella rigida e i muscoli in tensione, e per un attimo Stiles pensò che, ecco, la sua vita stava giungendo a termine.
-Ritieniti fortunato Silver che ci sia Stiles, o ci sarebbe già la forma della tua faccia sull’armadietto. – lo minacciò a denti stretti e Stiles giurò di aver visto una scintilla rossa brillare negli occhi verdi, cosa che lo fece andare nel panico più totale. Che stava facendo quell’idiota?! Voleva forse farsi scoprire da Harry? Gettò un’occhiata agitata al suo ragazzo, temendo che si fosse accorto di qualcosa data l’espressione confusa che gli pareva di leggergli in volto, ma tirò un sospiro di sollievo quando lo vide tornare alla normalità, gli occhi azzurri che sfidavano quelli di Derek.
-Se è Stiles ciò che ti impedisce di batterti con me, rimediamo subito. – sibilò Harry, spingendo Stiles via da sé con inavvertitamente troppa forza, causandogli la perdita di equilibrio.
Derek si dimenticò immediatamente la sfida con Harry, lasciando spazio a un’espressione preoccupata. Ancora prima che Stiles potesse cominciare anche solo ad oscillare, si ritrovò tra le braccia di Derek, che si era mosso a una velocità palesemente innaturale per un umano.
Stiles arrossì appena trovandosi a pochi centimetri dal viso di Derek, ma si riscosse notando l’espressione sbalordita di Harry da sopra la spalla dell’altro.
-Piantala di fare il lupo. – gli sussurrò contro, furioso, in tono bassissimo per farsi sentire solo da Derek. L’altro si limitò a riservargli un’occhiataccia terrorizzante, prima di lasciarlo andare con uno sbuffo.
-Guarda dove metti i piedi. – gli abbaiò contro rimettendo distanza tra loro, e Stiles capì dalla sfumatura forzata nella sua voce che non era realmente irritato con lui, ma cercava solo di sviare l’attenzione di Harry dalla sua supervelocità.
Ci riuscì, a giudicare dalla rapidità con cui Harry abbandonò la sua espressione confusa e pensierosa per un battagliera e adirata.
-Non parlargli così! – esclamò, guadagnandosi una semplice alzata di sopracciglia da parte di Derek.
Harry si voltò poi verso Stiles, che fissava Derek di sottecchi, con un’espressione a metà tra il nervoso e il preoccupato.
-Tutto bene, amore? – gli domandò dolcemente Harry, allungando una mano verso il suo viso, ma Stiles si ritrasse velocemente, per poi pentirsene immediatamente notando l’espressione confusa e ferita dell’altro. Si morse un labbro, un vago senso di colpa che si faceva strada in lui. Non sapeva perché, ma non gli piaceva che Harry lo toccasse davanti a Derek.
Era …  era come se fosse sbagliato.
Guardò male entrambi, anche se Derek era impegnato a fissare trucemente Harry, reo di averlo spinto.
-Se volete pestarvi a sangue solo per una motivazione stupida come “ è il mio territorio, no è il mio”, fate pure, io vado a lezione. – esclamò nervosamente, sfuggendo nuovamente alla presa di Harry e superando frettolosamente Derek, diretto verso l’aula in cui avrebbe dovuto trovarsi almeno dieci minuti prima.
-Stiles! – lo richiamò Harry, ma il ragazzo non si voltò, continuando a camminare, lo zaino che sbatacchiava pendendo da una spalla ossuta.
Poteva sentire gli occhi di Derek Hale trapassargli la nuca con una tale intensità da poterlo marchiare.
 
 
 
 
Avevano concordato con Scott e Lydia di vedersi nel bosco, quel pomeriggio, in modo che Stiles potesse raccontare loro “una storia assurda per cui mi crederete pazzo e che non dovrei assolutamente raccontarvi, ma questi sono dettagli”.
Dopo essere tornato a casa finite le lezioni, sfruttando un passaggio da Jackson (non l’avesse mai fatto, si era subito venti minuti buoni di disquisizione sulle marche dei suoi prodotti per capelli), aveva pranzato e dato un’occhiata ai compiti, poi era uscito di casa sollevando il cappuccio della sua felpa rossa, per proteggersi dalla pioggia che era cominciata a scendere.
Si infilò velocemente nella Jeep, riparandosi  dalla pioggia. Sorrise, prendendosi un minuto per rivolgere uno sguardo adorante e lievemente fanatico all’interno della sua auto.
-Mi sei mancata bimba … - mormorò accarezzando delicatamente il volante con due dita sottili – Papà non voleva abbandonarti stamattina, ma se non faceva come diceva il lupo cattivo saresti rimasta orfana, capisci? – lanciò uno sguardo costernato tutt’intorno, come se si aspettasse sul serio una risposta.
Con un lieve sospiro, avviò il motore e aggrottò la fronte, notando subito che c’era qualcosa che non andava, a giudicare dal rumore strano che sembrava provenire dal radiatore.
-No dai …  non fare così bimba … - mormorò, dando delle pacchette affettuose al volante mentre lentamente faceva avanzare la macchina.
Ovviamente, quando ormai era a pochissima strada dal bosco, la macchina, con un rigurgito spaventoso, si fermò in una strada serrata e deserta con un sobbalzo, affondando con le ruote nel fango causato dalla forte pioggia.
-Non ci credo! – esalò Stiles disperato. Si risollevò il cappuccio rosso sulla testa e con una smorfia scese dall’auto, fermandosi poi davanti ad essa con un’espressione perplessa, non avendo la minima idea di cosa fare. Le gocce di pioggia gli appesantivano le ciglia rendendogli la vista offuscata e cominciava a sentire anche freddo. Imprecando, si frugò nelle tasche dei jeans, cercando il suo cellulare che, ovviamente, aveva dimenticato a casa.
-Merda! – sussurrò furioso, tirando addirittura un calcio alla ruota, provocandosi fratture multiple al piede.
-Ma è mai possibile che ti perdo di vista dieci secondi e sei già nei guai?! –
Stiles si voltò di scatto, la bocca bagnata e spalancata in una tenerissima espressione sorpresa, mentre, ovviamente, si trovava davanti Derek Hale, un cipiglio furioso e bagnato dalla testa ai piedi. Mh, la sua maglietta fradicia che aderiva perfettamente al suo fisico statuario …
Concentrati Stiles!
-E tu che ci fai qui? –
Derek inarcò un sopracciglio.
-Seguo un’idiota. –
Stiles lo guardò perso per un istante, prima di capire.
-Ehi! –
Derek roteò gli occhi, poi gli rivolse uno sguardo duro.
-Avanti, vieni con me, ho la Camaro qui vicino. Muoviti prima che ti prenda un accidente. –
Stiles scosse la testa.
-Devo andare al bosco, Lydia e Scott … -
Derek assottigliò pericolosamente gli occhi, e Stiles tacque automaticamente.
-Stiles. Muoviti. Adesso. –
-Cosa ti fa credere di potermi dare ordini!? – scattò Stiles, in un moto di coraggio.
Derek non si scompose, si limitò a fare quella cosa inquietante con le sopracciglia, come a dire “sto per perdere la pazienza, microbo”.
-Perché altrimenti ti strappo la gola. Con i miei denti. –
Stiles deglutì.
Ovviamente.
 
 
 
ANGOLINO
 
Ciao!
Ecco un nuovo capitolo, scusate immensamente il ritardo, ma la scuola è cominciata e questo è pure l’anno della maturità, per cui … :(
Cercherò comunque di non aggiornare troppo poco, promesso!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacione, Fede <3
  
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