Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Yume18    20/09/2015    1 recensioni
Se quella volta, quando Naruto si è chiesto in che modo sarebbero state diverse le cose, se solo lui si fosse avvicinato di più a Sasuke, nulla di ciò che si immaginava fosse stato esatto? Se la storia dovesse ripetersi, ma qualcosa andasse storto? Cosa o chi si cela dietro tutta questa strana faccenda? Era destino che gli eventi non si ripetessero esattamente uguali per la seconda volta, o c'è qualcuno nascosto nell'ombra che muove i fili del cambiamento?
(ATTENZIONE: la storia rimarrà inconclusa a tempo indeterminato, sono spiacente.)
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurama, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Illusioni
 
 
Kakashi era già sveglio, e affacciato alla finestra osservava il mondo silenzioso, ascoltava lo scoscio continuo della pioggia che batteva incessante. Quella notte si erano dovuti prendere una camera in una pensione, non solo per via della pioggia che rendeva impossibile accamparsi all’aperto, ma anche perché in quella città speravano di trovare delle tracce dell’uomo che cercavano. Da fonti attendibili, non molto tempo prima era stato visto passare da quelle parti. L’Hatake si voltò e osservò Shin e Sai che dormivano nella sua stessa stanza, Sakura invece era in quella accanto. L’uomo sospirò, non potendo fare a mano di sperare che quella fosse la volta buona in cui portavano a casa qualche risultato. Un mese senza far altro che buchi nell’acqua, non era facile da digerire, specialmente se le cose proseguivano in quel modo, a rilento.
 
 
E anche quella volta era finita. Naruto sospirò impercettibilmente. La schiena gli andava letteralmente in fiamme, e non vedeva l’ora di tornare in cella, dove se stavano in silenzio, non subivano alcun che, se non la fame. Le fasce sbrindellate che mostravano la pelle viva vennero cambiate dall’infermiere, ma questo non migliorò molto le cose. Il dolore non diminuiva, ma ormai Naruto aveva imparato a sopportare. Nemmeno Sasuke faceva una piega, accanto a lui, e il suo sguardo pareva vagare nel vuoto. Ora i due si aspettavano di essere afferrati e trascinati fino alla cella, chiusi dentro e lasciati là per altri tre giorni. Ma stranamente, le guardie rimasero ognuna al proprio posto, e loro due, immobili, ad aspettare.
-Se due mesi di tortura fisica non bastano, allora si deve per forza cambiare strategia, non credete?-
Sorrise gelido Danzou. Naruto e Sasuke rimasero immobili, ad attendere che venisse loro rivelato quello che aveva in mente il vecchio sta volta. Ma l’uomo si limitò a ghignare.
-Lo scoprirete presto, prima di quanto immaginiate … -
Poco dopo entrò nella stanza una bella donna, con gli occhi rossi e i capelli corvini ribelli. Sasuke la riconobbe come una dei jonin istruttori che avrebbero seguito i genin passati all’esame dell’accademia. L’infermiere si affrettò ad allontanarsi dal centro della stanza, così come anche tutte le altre persone presenti nella stanza, lasciando i due ragazzi soli seduti sul tavolo illuminato.
 
La donna si avvicinò a Naruto, e lui si sentì strano, poi vide quella sorridergli e fargli cenno di seguirla. La jonin aprì la porta ed uscì. L’Uzumaki parve titubante, ma quando fece per scendere dalla tavola, notò che non c’era più nessuno là dentro, né le guardie, né quel vecchio stronzo di Danzou. Così alla fine si convinse a seguire la giovane. Superata la porta si ritrovarono entrambi improvvisamente fuori, all’aria aperta. Era notte, e si sentiva un odore acre, come di bruciato. Poi Naruto si accorse che era il villaggio a bruciare, ovunque erano scoppiati incendi e in molti punti le case parevano essere state schiacciate da qualcosa, come calpestate. Il ragazzo comprese che era stato lui, in qualche modo era lui l’artefice di quel disastro. La donna era sparita, e delle voci nella sua testa gli ripeteva forte e con rabbia.
-Assassino! Mostro!-
L’Uzumaki scosse la testa per cercare di cacciare via le voci, ma così facendo inciampò e cadde all’indietro. I sensi di colpa lo investirono come un treno in corsa, e lui si sentì sopraffatto dall’odio e dal dolore che non erano suoi. Si sentì bruciare. Sì, stava andando a fuoco, tutto il mondo andava a fuoco, e non era altro che colpa sua e sua soltanto. Era solo. Poi per un singolo attimo un pensiero sfiorò la sua mente, e il dolore parve calmarsi, per poi riprendere più feroce che mai. Ma ormai Naruto aveva capito … Chiuse gli occhi, si concentrò, portò il proprio chakra lungo tutto il corpo e ne rilasciò una piccola quantità e poi ne bloccò il fluso per un secondo, in modo che nessun altro chakra esterno potesse interferire col suo sistema circolatorio. E in un attimo il ragazzo si ritrovò di nuovo nella solita stanza delle torture, inginocchiato a terra. Era tutto sudato, e con il fiatone. Sollevò lo sguardo e vide la terribile donna in tutta la sua bellezza, era opera sua, era colpa della jonin se lui era finito in un’illusione. Una voce dentro di lui gli disse:
-Era ora che te ne accorgessi, stupido, il tuo Sasuke si era già liberato dell’ipnosi da un bel pezzo!-
-Zittati Kurama!-
Ringhiò fra i denti il jinchurichi, per poi rialzarsi.
-Kurenai, pare che le tue illusioni non siano poi così tanto potenti quanto si dice.-
Borbottò Danzou. Naruto provò odio verso quella donna. Come si permetteva lei, di accusarlo in quel modo, di portarlo a provare rimorso per un qualcosa che non aveva mai fatto, ma che era stata la volpe a compiere sotto l’influenza di un potere malvagio. Come osava lei, prendersi gioco di lui in quel modo. Gli venne voglia di urlare, di sfogarsi, ma si sentì sfiorarla schiena da un piede di Sasuke, e perciò capì che quello non era il momento più adatto per fare una sfuriata. L’Uzumaki strinse i pugni.
 
 L’Uchiha nell’illusione aveva rivisto uno ad uno i volti dei membri del proprio clan, morti, senza vita, con gli occhi sbarrati, ma si era reso conto subito di trovarsi intrappolato in un genjutsu, perché la ninja non sapeva che lui non provava tristezza o compassione per i morti del suo clan. Nessuno tranne lui sapeva che in realtà gli Uchiha stavano progettando un colpo di stato nel momento dell’accaduto, e che per questo Itachi aveva agito a quel modo. Inoltre con lo sharingan era impossibile non notare un alterazione a livello di chakra e quindi riuscire a disperdere immediatamente l’illusione. Quando si era risvegliato aveva visto Naruto agitarsi e cadere a terra stringendosi la testa, aveva sperato che il fratello riuscisse a uscire dall’illusione, e infatti presto si era bloccato e aveva aperto gli occhi.
Adesso entrambi fissavano con odio il capo della Radice e la donna dei genjutsu.
-Mi dispiace signore, ma come io le aveva già spiegato le illusioni non funzionano molto bene nei soggetti che già hanno provato sensazioni molto sgradevoli e dolore.-
Fu la risposta che Kurenai diede, ma Sasuke ebbe l’impressione che stesse mentendo, perché era sicuro che se la donna avesse fatto sul serio, nessuno dei due sarebbe riuscito a risvegliarsi tanto in fretta. Ma d’altra parte la jonin continuava a fissarli in modo freddo e impassibile, per niente mossa a compassione dalla vista dei due malridotti e in quelle condizioni.
-Non rallegratevi troppo per essere riusciti in un’impresa così frivola e superflua. Portare qui il maestro Kurenai era solo un tentativo che sapevo non avrebbe portato a niente. Voi non cadrete più nelle sue illusioni, e perciò sarà inutile riproporvi di nuovo i suoi genjusu. Tuttavia in questo modo ho avuto certezza sul prossimo passo da compiere. L’illusione non basta, così aggiungerò anche un tipo particolare di tortura … Ma prima un altro mese come quelli appena passati, visto che ancora non ne avete abbastanza.-
Sentenziò Danzou, e la ragazza venne invitata ad uscire, seguita da Chourou e Shintou. Poi i due ragazzi furono condotti in cella, e legati alle catene. Avrebbero dovuto aspettare ancora, e subire, ancora. Ma non c’era altro modo se non tenere duro. Il chakra non era ancora abbastanza.
 
Mentre lasciava anch’egli la prigione, il vecchio capo della Radice, notò i due uomini e la donna che erano appena usciti, camminare assieme, e parlare tra loro. Ma Danzou non sospettava minimamente che tutti e tre fossero in combutta con l’Hokage, e che stessero facendo il doppiogioco nel tentativo di alleviare le pene dei due ragazzi.
 
 
Kakashi entrò nel locale, e un forte odore di alcol e fumo gli prese alla gola. Aveva mandato i ragazzi a cercare da altre parti, sapendo che i tre non sarebbero mai stati ammessi in un pub in cui si vendeva sakè, ma allo stesso tempo quello era uno dei luoghi in cui avrebbe potuto trovare più facilmente la persona che stava cercando, e perciò c’era andato lui stesso. L’uomo si avviò verso il bancone scrutando attentamente, senza dare nell’occhio, tutti quelli che erano presenti là dentro. Stava per andarsene a mani vuote quando sentì una voce familiare. Non poteva sbagliarsi: era lui. Kakashi prese posto al tavolo accanto, ordinò dell’acqua, e sorseggiandola attese pazientemente che l’altro avesse finito di fare complimenti a delle belle ragazze che brindavano con lui. Aspettò per un’ora buona, e quando finalmente le giovani se ne andarono ridendo ubriache il ninja-copia si alzò e andò a sedersi nel posto prima occupato dalle fanciulle.
-Che bella sorpresa, Kakashi, com’è che sei da queste parti? Eppure non ti ci vedo a stare in un posto come questo.-
-Jiraiya, la questione è seria, dobbiamo parlare.-
-Quanta fretta, però immagino che se vi siete persino presi il disturbo di venirmi a cercare, sia qualcosa di veramente importante. Forse è meglio se andiamo da qualche altra parte a discutere, questo non è il posto più adatto.-
Il ninja-copia annuì, e dopo che ebbero pagato, si ritrovarono fuori sotto la pioggia che nuovamente cadeva anche dopo tre settimane da quando era cominciata. Si incamminarono verso gli alloggi del vecchio sannin, e una volta là poterono parlare indisturbati.
 
 
Quel mese fu terribilmente lento a passare. Le ore si susseguivano monotone, per lo più occupate dal riposo estremamente necessario ai due ragazzi ai quali non veniva data tregua. Spesso riuscivano a fare qualche scontro, principalmente nei giorni seguenti alle frustate, perché per certi versi erano più facili da digerire che il trattamento con gli insetti. Non ci si poteva abituare a quello zampettio e al dolore delle punture. Mentre grazie al chakra di Kurama le lesioni sulla schiena facevano in fretta a cicatrizzarsi, anche se poi si riaprivano inevitabilmente.
 
Naruto era riuscito a trovare un modo per utilizzare il potere della natura, anche se richiedeva moltissima concentrazione e un altrettanta quantità di chakra per tenere a bada la forza che veniva dall’esterno del corpo. Il ragazzo sfruttava la sua sensibilità a quel tipo di potere per farlo letteralmente scorrere lungo la superficie della propria pelle, facendo attenzione che però non penetrasse all’interno e cominciasse a fluire in lui. Il chakra a questo punto, entrato a contatto con il corpo, ne assumeva le caratteristiche, e diventava più facile da modellare, sempre dall’esterno. Così Naruto, quando preparava la sua bijuu-dama riusciva a rivestirla anche di quel potere, dato che nasceva principalmente dalla forza di un altro essere vivente con quella forza, cioè Kurama. Però in modo non ancora del tutto completo. Infatti non era affatto semplice gestire quella immensa portata chakra, né tanto meno riuscire a non farsi sopraffare. Per questo l’Uzumaki non aveva ancora messo in atto la tecnica in presenza di Sasuke, per paura di farci brutta figura.
 
D’atro canto il moro era ancora in alto mare per quanto riguardava il susanoo. Era chiaro che per ottenerlo al completo, avrebbe dovuto cedere all’odio e lasciarlo indisturbato oscurare la luce. Ma questo il ragazzo non poteva farlo per nessun motivo, e l’unico sistema che poteva permettere di ottenere il susanoo completo era avere pazienza. Gestire l’oscurità facendola avanzare a piccoli passi, di modo che la luce non ne venisse sopraffatta e che allo stesso tempo il male avesse abbastanza posto per scatenarsi. Ma per nessuno motivo doveva abbassare la guardia, quella luce, quella piccola speranza creata dall’amore e dall’amicizia era troppo preziosa perché sparisse. Stava a lui preservarla e custodirla.
 
Quindi scervellandosi su come poter risolvere la questione,Sasuke ebbe un’illuminazione. Per tutto il tempo necessario, avrebbe continuato ad accumulare chakra come stava già facendo, però riversandolo e trattenendolo all’interno di susanoo invece che tenendolo nel proprio corpo. Così la tecnica sarebbe stata soddisfatta di ricevere chakra impregnato di odio in abbondanza, senza che il cuore del ragazzo dovesse ad ogni costo oscurarsi. L’Uchiha posizionò all’interno dell’armatura anche tutte le energie raccolte fino a quel momento, constatando con frustrazione che ancora erano troppo poche perché il loro piano riuscisse.
 
 
Allo scadere dei trenta giorni entro i quali, a detta di Danzou, sarebbe cominciato un nuovo tipo di tortura, i due ragazzi venero come sempre portati alla stanza, ma le guardie, invece di lasciarli sul tavolo, li portarono fino alla porticina in fondo. Condussero dentro il biondo, legando alla parete come al solito Sasuke, il quale non capiva perché sta volta non gli fosse stato imposto di stare ad osservare mentre il fratello soffriva. Anzi gli stava venendo impossibilitato. Quindi l’Uchiha comprese che il vecchio aveva adottato quella nuova strategia per farli parlare, nascondere ciò che avveniva all’uno e all’altro così da farli stare in pensiero entrambi. I quali non si sarebbero neppure potuti chiedere cosa avevano passato di preciso dato che era rigorosamente vietato che si parlassero. Ma Naruto e Sasuke avevano il loro modo di comunicare all’insaputa di Danzou, e perciò tornati in cella si sarebbero raccontati tutto. Ma nonostante questo Sasuke era in pensiero e rivolse al capo della Radice uno sguardo interrogativo e pieno di risentimento. Il vecchio rispose alla muta domanda:
-Credo che tu non conosca Ibiki Morino, ma devi sapere che il migliore in fatto di: “torture mentali”.-
L’Uchiha strinse i denti. Anche questo si era inventato quel vecchio. La sua crudeltà non aveva confronti.
 
 
Naruto venne fatto sedere al centro della piccolissima stanzetta, in una normale sedia di legno. Si sorprese che nessuno lo stesse legando, infatti la guardia se ne uscì senza fargli niente, ma chiuse a chiave la porta. L’Uzumaki si guardò intorno, anche se non c’era niente da guardare se non le pareti di roccia e una piccola torcia messa da una parte. Però il ragazzo non dovette attendere molto che una voce lo sorprese alle spalle.
-Quindi tu dovresti essere il jinchuriki del Kyuubi. Io sono Ibiki, e questo è tutto quello che devi sapere di me.-
Naruto si voltò di scatto e vide uscire dall’ombra una figura alta e massiccia. Aveva in testa il copri fronte messo a mo’ di bandana, e a parte la faccia solcata da profonde cicatrici, nessun’altra parte del suo corpo era visibile. Anche alle mani portava dei guanti. La prima impressione che ebbe il ragazzo dell’uomo fu quella di una persona che era dura da piegare, e ne ebbe subito un’inspiegabile timore reverenziale.
-Io sarò anche un jinchuriki, ma prima di tutto sono Naruto Uzumaki, mettitelo bene in testa!-
Gridò il ragazzo per scacciare via i pensieri che gli vorticavano in testa.
L’uomo non si scompose, anche se pareva sorpreso dal tono con lui il ragazzo gli si rivolgeva e dalla sicurezza con la quale gli parlava. Ibiki cominciò a camminare, girando attorno alla sedia del ragazzo, probabilmente per farlo innervosire:
-E da dove questa risolutezza? A chi dovrebbe interessare chi sei, se tutti ti considerano solo un mostro?-
-Io …-
Cominciò il ragazzo, ma si bloccò non sapendo se gli era concesso o meno parlare, ma l’uomo non fece niente per zittirlo, e così Naruto proseguì:
-Io sono convinto che ricordarmi chi sono mi aiuti a continuare a farmi forza. Perché non mi voglio arrendere!-
Ancora una volta nessuna espressione turbò il volto dell’uomo, che continuava imperterrito a camminare, mentre il ragazzo doveva anche voltarsi per potergli parlare in faccia.
-Che cosa ti spinge a non arrenderti? Qual è il tuo scopo?-
L’Uzumaki realizzò che l’unica cosa che avrebbero fatto dentro quella stanza sarebbe stato parlare, quello era un interrogatorio vero e proprio. Oppure c’era dell’altro, forse l’uomo voleva arrivare al cuore di Naruto per poterlo controllore. Ma il ragazzo, anche avendo capito questo, decise di non smettere di sostenere i propri ideali, senza timore di esprimersi.
-Io dimostrerò la mia innocenza. E anche quella di Sasuke. Perché tutta questa storia non è altro che una balla! Io mi farò rispettare mi riscatterò!-
Affermò in tutta sicurezza. Ma l’altro era sempre pronto a smentire e a mettere in dubbio.
-A chi vorresti dimostrare la tua innocenza? A quelli che non ti hanno voluto? A tutte le persone al villaggio che ti hanno lasciato solo? Non credi che non proveranno mai nemmeno a voler credere alle tue parole?-
-Se …-
In quel momento il ragazzo ebbe il suo primo attimo di indecisione, e la sua sicurezza vacillò. L’uomo capì che stava procedendo nel modo giusto. Doveva continuare a fare leva sul passato del ragazzo e sulle sue emozioni che erano la sua debolezza.
-Se non vorranno credermi glielo dimostrerò con i fatti!-
Insisté ancora l biondo, sorprendendo appena Ibiki che non si aspettava questa risposta.
-E come intendi dimostrarlo?-
-Restituendo il rotolo. E questo è anche il motivo per cui, per nessuna ragione, posso rivelare dove si trova. E’ l’unico modo che ho per dimostrare che non ho mai fatto nulla di male. E quel vecchiaccio di Danzou lo sa, per questo lo rivuole, lui prova piacere a vederci soffrire, e vuole soltanto tenerci segregati! Ma se ne pentirà di essere stato così crudele!-
Ibiki rimase un po’ in silenzio. Non credeva che il ragazzo sostenesse ancora con così tanta foga la propria innocenza. Peccato che per lui e l’altro non c’era stato nessun processo. I due erano stati imprigionati senza chiedersi o meno se ce ne fosse una vera ragione.  Tutti erano stati d’accordo, nessuno si era chiesto se questo fosse la cosa giusta o no.
-E ti aspetti che anche dopo che tu riporterai il rotolo subito tutti cambieranno improvvisamente idea sul tuo conto? Sei solo un illuso se credi che con così poco in un men che non si dica tutti ti accetteranno.-
Naruto rimase in silenzio a lungo. Non aveva mai pensato a questo, che se anche avessero dato prova della loro innocenza, le cose non sarebbero cambiate molto da quando ancora non era successo nulla. Anzi, sarebbero ancora peggiorate. E sarebbero stati di nuovo incastrarli facilmente, perché nessuno credeva in loro. E li vedevano solo come mostri. L’uomo allora proseguì:
-Inoltre non sapresti mai socializzare e nessuno ti vorrebbe intorno. Non saresti in grado di comportarti a modo in mezzo a un po’ di gente, senza fare degli insulsi dispetti, senza che nessuno non cominci a giudicarti e tu a sfogarti facendo peggiorare le cose. Rassegnati. Non hai speranze là fuori.-
-Zitto! Se qui c’è qualcuno che può dire cosa posso e non posso fare quello sono io!-
Lo interruppe Naruto.
-In un modo o nell’altro mi adatterei, riuscirei a far capire a tutti che non c’è motivo per trattarmi come un emarginato. E se fino ad ora ho fatto solo dispetti è stato perché preferivo le sgridate piuttosto che essere dimenticato. Posso cambiare, posso dimostrare di essere come tutti gli altri. E non mi rassegnerò mai! Mai perderò la speranza! Se rinunciassi, cosa mi resterebbe? Ci lascerebbero a marcire su questa prigione fino alla fine dei nostri giorni, oppure continuerebbero con le torture anche dopo che abbiamo detto tutto. E io non voglio che sia così. Non dopo averci creduto fino a questo punto.-
Ibiki si fermò di fronte al ragazzo, e lo fissò con quei suoi occhi neri piantati in quelli blu scurissimo del ragazzo, che in quel momento erano lucidi, e delle lacrime solcavano il volto del ragazzo. Naruto si diede dell’inetto, perché si era ripromesso che non avrebbe più pianto. Si sentiva stupido e impotente, e voleva piangere. Ma allo stesso tempo non voleva saperne di arrendersi.
L’uomo scrutò ancora un po’ il ragazzo. Senza lasciar trasparire alcuna emozione.
-Quindi deduco che non mi dirai dove si trova il rotolo, giusto? Non lo dirai a nessuno nemmeno se ti dovessero torturare a vita, nemmeno se ti puntassero un kunai alla gola minacciandoti, nemmeno se uccidessero Sasuke davanti ai tuo occhi, dico bene?-
L’Uzumaki stava per rispondere negativamente, sicuro delle sue parole, perché avrebbe resistito in eterno se necessario per poter finalmente uscire di lì. Ma le ultime parole dell’uomo gli fecero morire la voce in gola. Se fosse davvero successo? Se per ottenere quello che voleva Danzou avrebbe fatto fuori l’Uchiha? A quel punto avrebbe resistito? Avrebbe tenuto la bocca chiusa sapendo c’era in gioco la vita di suo fratello? E se adesso Ibiki aveva detto quelle cose, non poteva che voler dire che sarebbero arrivati anche a questo, visto che lui non sapeva degli ordini dell’Hokage di non ucciderli. Naruto abbassò lo sguardo, per qualche secondo, prima di alzarlo di nuovo, ancora più determinato di prima.
-Se questo dovesse succedere, se davvero uccidessero Sasuke, se dovessero arrivare a questo, io mi toglierei a mia volta la vita, piuttosto che parlare.-
Pronunciò quelle parole con una serietà che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque se non l’uomo che aveva di fronte. Il quale non poté fare a meno che provare ammirazione, verso quel bambino.
-Capisco. Fra nove giorni ci rivedremo.-
Disse infine Ibiki. Bussò tre volte alla porta e la chiave girò nella serratura. La porta si aprì con un cigolio, e l’uomo invitò il ragazzo ad uscire. Naruto si alzò e varcò la porta fissando intensamente l’altro. Se non fosse stato in quelle circostanze, Naruto conoscendo Ibiki l’avrebbe trovato una persona che ispirava profonda fiducia e rispetto, uno che era a posto insomma. Nonostante fosse stato scelto come suo aguzzino.
 
 
Quindi la porta rimase socchiusa, ora era il turno di Sasuke. Prima che il moro entrasse l’uomo si disse fra se e se.
-Naruto Uzumaki, un ragazzo interessante … -
Ibiki, per quanta gente avesse messo sotto tortura mentale, giocando con la parte più debole delle persone, non aveva mai incontrato nessuno con la forza vitale di quel ragazzino. Che non aveva ceduto nemmeno dopo più di un’ora di interrogatorio e che insisteva nel valorizzare i propri ideali. Si chiese se anche quello che stava per entrare fosse cocciuto allo stesso modo, ma molto probabilmente non lo era, perché di persone come Naruto al mondo ce n’erano veramente poche, anzi, forse lui era un caso unico nel suo genere. Sorrise leggermente, e sospirò. Era un peccato che nessuno lo considerasse per quello che era e non soltanto un mostro. Che nessuno potesse essere così fortunato da avere un amico del genere se non l’ultimo Uchiha. Ma forse, il fatto che i due fossero così legati, era la prova che l’Uzumaki riusciva davvero a trasportare con la sua vivacità anche i cuori più duri da sciogliere, com’era noto fossero gli Uchiha.
 
Appena fu fuori Naruto venne prontamente afferrato dalle guardie, e sostituito a Sasuke, il quale gli rivolse uno sguardo per capire in che condizioni era il fratello. Sembrava profondamente scosso, ma nei suoi occhi brillava una scintilla di determinazione più luminosa che mai. E le sue guance erano ancora umide, probabilmente aveva pianto. Sasuke si chiese cosa fosse successo di così atroce da spingere alle lacrime il fratello, non notò nessun segno evidente di ferite o torture. E allora ripensò alle parole di Danzou, la “tortura mentale” doveva essere qualcosa che non implicava il dolore fisico, qualcosa di peggiore della solita tortura. L’Uchiha prese un profondo respiro e non espirò fin tanto che non si sentì pronto ad affrontare qualsiasi cosa gli avesse fatto penare quell’Ibiki.
 
 
Naruto vide il fratello sparire oltre la porta, mentre l’uomo che l’aveva interrogato rimaneva sulla soglia.
-Non hai ottenuto niente?-
Domandò crudo Danzou.
-No, ma siamo solo all’inizio.-
Rispose Iibiki. E il vecchio non parve turbato dal fatto che l’uomo non avesse ottenuto alcun risultato. Il ragazzo cominciò a rendersi conto che fino a quel momento l’uomo si era solo intrattenuto con lui. E che se il vecchio non si stava infuriando era solo perché confidava oltremodo sulle capacità del suo uomo. Naruto venne percorso da un brivido, nonostante non sentisse affatto freddo. Ma si disse che quella paura era insensata ed era qualcosa da ignorare, perciò distolse lo sguardo. Poco dopo la porta si richiuse a chiave, e una guardia vi si posizionò davanti. In attesa. Naruto sperò con tutto il cuore che anche al fratello andasse tutto bene, che non si facesse incantare dai giochi di parole dell’uomo. E per un attimo si sentì persino in imbarazzo pensando all’Uchiha che lo aveva visto con le guance bagnate e gli occhi lucidi. Che figura … Addio orgoglio, addio dignità. Ma poi si ricordò di avere di fronte il suo peggior nemico, si riscosse e ritrovò la solita espressione dura e colma di odio, rivolgendola a Danzou, in piedi di fronte a lui.
 
 
Buon …. Buon qualsiasi momento della giornata sia mentre state leggendo, buona mattina, buon giorno, buon pomeriggio buona sera, buona notte …. (sempre ammesso che ci sia qualcuno a leggere, chiaro … ). Però di buono non c’è molto nel capitolo qua sopra. Naruto da prova di se e Ibiki, che forse anche troppo apertamente, ammette a se stesso di trovare nel ragazzo qualcosa di fantastico e particolare e che tutti dovrebbero conoscere. Nel prossimo capitolo sarà la volta di Sasuke, che chissà cosa si inventerà pur di tenere la bocca chiusa. Ma quel rotolo per Danzou sta diventando davvero un ossessione!! Comunque …. Spero di non essere troppo noiosa, e che ci sia qualcuno abbastanza pazzo da voler  leggere il continuo della storia,
Alla prossima, Yume18 ;)  
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Yume18