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Autore: Mistral    11/02/2009    3 recensioni
YULLEN SAGA - PART 1
Nel silenzio di una notte di luna piena, due anime a confronto: per una volta spoglie delle maschere che, benché in modo diverso, nascondono il loro vero Io agli occhi del mondo.
Perché se dietro al sorriso più luminoso può nascondersi il dolore, è anche vero che dietro all'espressione più indifferente può nascondersi la luce necessaria per sfuggire alle tenebre.
[Sort of missing moment, pre-flashback dalla Night 170]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Yullen Saga'
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Moonlit Midnight Dream

Moonlit Midnight Dream

 

- 9 -

Un pugno nello stomaco

 

“Cosa intendi?”

 

La voce di Kanda è leggermente incerta mentre pronuncia quella domanda, ma mi pare di cogliervi anche un sottofondo di preoccupazione (per me?). Prendo un respiro profondo: ormai ho buttato il sasso, non posso più ritrarre la mano e far finta che stanotte non sia successo niente,

 

(Non voglio tornare di nuovo

a portare questo peso da solo…)

 

anche se forse sarebbe meglio fare così. Però so già che Kanda non mi lascerà scappare dietro una scusa vaga,

 

(È per questo che ho scelto te:

perché sapevo che non mi avresti più permesso

di tirarmi indietro…)

 

ma vorrà sapere tutta la verità, non importa quanto per me possa essere difficile.

Mi lascio sprofondare in quegli occhi di freddo cobalto e decido che finalmente è ora di vuotare il sacco. Dall’inizio.

 

“Come sai, io sono in grado di suonare la melodia che permette di controllare l’Arca. È così che vi ho… riportato in vita…”

 

Già ricordare quei momenti mi spaventa, il semplice allinearsi di quelle parole nella mia mente mi spaventa. Devo pensarle sottovoce perché possano sfuggire alle maglie del mio subconscio e farsi pensiero coerente. Kanda mi fissa in silenzio, senza lasciar trapelare alcuna emozione.

 

“Quella melodia… io non la conoscevo, non è un mio ricordo: fa parte delle memorie del Musicista, il Noah traditore”

 

Sta tremando mentre parla, tirar fuori quelle poche frasi deve costargli uno sforzo immane. Non prova nemmeno a sostenere il mio sguardo, ma mi oltrepassa e si avvicina al parapetto, come se io non esistessi più.

Lo raggiungo, fermandomi un passo indietro: quanto basta però per vedere le nocche sbiancate e il tremito dei polsi per la stretta spasmodica sulla ringhiera metallica.

 

“E tu come fai a conoscere i ricordi del Quattordicesimo?”

 

È una domanda spietata la mia, lo so. Chiunque altro al mio posto, vedendolo in quello stato, avrebbe cercato in qualche modo di calmarlo, per aiutarlo poi a sfogarsi se e quando ne avesse avuto la forza. Ma non credo che lui lo vorrebbe.

La stretta sulla ringhiera si fa, se possibile, più forte. Ho l’impressione (la paura?) che possa davvero crollare da un momento all’altro.

Il gesto mi viene spontaneo e stupisce persino me, come se guardassi il mio corpo compierlo indipendentemente dalla mia volontà:

 

(Non ti lascerò cadere, marionetta:

se il tuo filo si spezzerà,

io sarò lì dietro a sostenerti…

 

mi avvicino a lui e lo circondo con le braccia, afferrandogli i polsi e obbligandolo a lasciare la ringhiera.

 

“Perché sono io… il futuro… Quattordicesimo”

 

Lo dice sottovoce, quasi faccio fatica a sentirlo. Per di più la frase in se stessa è assurda e comunque non risponde alla mia domanda. Lo sento prendere fiato e aspetto in silenzio che continui, accentuando solo leggermente la stretta sui suoi polsi (È per dirti che sono qui: non me ne vado, marionetta…)

 

“L’uomo che mi ha cresciuto era il fratello dell’ultimo Musicista. Quando il Quattordicesimo stava per morire io ho avuto… la sfortuna di essere lì: la sua ultima volontà… è stata trasferire in me la sua memoria di Noah, l’abilità del compositore”

 

Mentre parla, con voce bassa e monotona - come se le emozioni che sta provando siano troppe per esprimerle nelle parole - ha chinato di nuovo la testa. Sento cadere sulla mia mano una lacrima, seguita subito da un’altra e poi un’altra ancora.

 

“Questi… ricordi sono stati sopiti dentro di me per anni, ma ora stanno riemergendo e presto o tardi… cancelleranno i miei e io diventerò il nuovo Musicista. Io non so se questo processo si possa fermare, né se lo si possa almeno rallentare, ma quando vedo la mia immagine riflessa in uno specchio, lui… lui è già dietro di me e sorride…

Nell’Arca mi ha parlato. Sono stati lui e… il Maestro… a dirmi come fare per…”

 

Le parole si spezzano in un singhiozzo. Non avrei voluto mettermi a piangere, non davanti a Kanda, ma non ce l’ho fatta. Mi fa troppo male ricordare cosa è successo, troppa paura pensare a cosa succederà.

 

“Quindi il generale Cross sapeva tutto?”

 

La voce tranquilla di Kanda mi riscuote dall’abisso in cui stavo precipitando. Ho sempre ammirato la sua freddezza, anche nelle situazioni più difficili, e ringrazio quel dio in cui non credo che adesso lui sia qui con me. Annuisco e cerco ancora un po’ di forza per continuare: non posso fermarmi qui, devo dirgli tutto fino alla fine.

 

“Il Maestro… lui conosceva Mana e dopo la sua morte mi ha preso con sé per cominciare ad addestrarmi come esorcista. Io ho sempre pensato che l’avesse fatto perché non restassi di nuovo solo al mondo, perché in fondo teneva a me, ma forse… forse anche lui, come Mana, ha visto in me solo… le memorie del Quattordicesimo…”

 

La mia stessa frase mi colpisce come un pugno nello stomaco e sento estranea la mia stessa voce, come se a parlare non fossi io ma un altro

 

(Un altro che è dentro di me…

…che è più forte di me…

Sono Allen Walker

ma non lo sono più, non lo sono mai stato…)

 

e la consapevolezza di quel che ho (ha?) appena detto mi fa male da morire. Qualcuno mi ha mai voluto bene per quello che sono (ho sempre creduto di essere)?

 

“…qualcuno mi ha mai voluto bene per quello che sono?!”

 


 

Grazie per le loro recensioni a:

Come al solito Lety e Amy,  e complimenti alla moyashi per essersi aggiudicata la gara-recensioni per questo capitolo!

Shichan, grazie ancora dei complimenti! Effettivamente sì, l'ultimo capitolo era un po' più corto... in compenso però questo è decisamente più lungo, spero compensi!

Makotochan, sono contenta di avere una nuova lettrice! Anche se per te, essendo ancora all'inizio di DGM, questa fic è mostruosamente spoiler... XD Mi fa piacere che ti piaccia la divisione in capitoli (penso tu sia una delle poche, la maggior parte di chi l'ha letta mi ucciderebbe per questa scelta!) e l'idea dei "pensieri inconsci".

 

PREVIEW:

Cap. 10: Un accenno di sorriso

Tra le mie braccia, Walker sembra rilassarsi impercettibilmente e, quando rialza la testa, intravedo un accenno di sorriso sul suo volto rigato dal pianto.

 

 

 

   
 
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