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Autore: Light Clary    20/09/2015    1 recensioni
☠ Harry è un ragazzo che sogna di diventare il Re dei Pirati. L'impresa è ardua. Dovrà affrontare i mille pericoli del mare, scontrarsi con corsari assetati di sangue e soprattutto trovare i compagni ideali che lo accompagneranno in quest'avventura.
Louis: E' un celebre spadaccino che sconfigge qualsiasi nemico non con una, non con due, ma con tre spade. 
Viola: Ragazza esperta di navigazione con l'obbiettivo di raccogliere piu' soldi possibili. Nasconde un segreto.
Zayn :Cecchino imbranato e un pò fifone, col desiderio di seguire le orme del padre e diventare un vero pirata.
Niall: Eccellente cuoco che per combattere non ricorre alle mani, ma alla potenza delle sue gambe. Non resiste al fascino di una bella ragazza.
TRA I MILLE PERICOLI DEL MARE E LE CONTINUE SFUGGITE ALLA MARINA MILITARE, CAPIRANNO DI ESSERE DESTINATI A DIVENTARE I PADRONI DEL GRANDE BLU. 
L'OCEANO PIU' VASTO DEL MONDO.
Spero di avervi incuriositi. In tal caso aspetto i vostri commenti ;) ;) ; ) ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Arlong
tirò indietro la testa in una risata: - Il Dominatore dei Mari? Il Re dei Pirati? Ma non farmi ridere. Pensi che un insulso umano come te possa diventare qualcuno di quel calibro? Riesci a distruggere una colonna con un morso, con la forza che pensi di possedere?- indicò il pilastro crollato dopo essere stato addentato dai suoi denti aguzzi.
-Distruggere una colonna di marmo con un morso. È impossibile per un essere umano – considerò Niall – Quei denti non gli lascerebbero solo cicatrici, se anche lui venisse morso – deglutì senza volerlo – Gli romperà le ossa.
 
Ma Harry ovviamente non dimostrava un briciolo di paura.
-E allora? – replicò a testa alta – Non provare a esibirti con queste stronzate. Non c’entrano niente! – sollevò un pugno – Posso distruggere quella colonna senza il bisogno dei denti.
Arlong digrignò i denti: - Voi umani siete così patetici. Non riuscite nemmeno a difendervi dall’acqua. Tu non sei un cazzo!
Gli si gettò contro con le fauci spalancate. Harry le deviò.
L’Uomo-Pesce ritentò di azzannarlo e stavolta il ragazzo fu costretto a gettarsi per terra per evitare i denti.
Arlong allora ne approfittò per bloccarlo col piede e ucciderlo con facilità. Ma anche stavolta l’avversario riuscì a controbattere dandogli una spinta e togliendoselo di dosso. Dopodiché caricò un pugno micidiale e lo fece partire senza nemmeno enunciarlo. Il pugno affondò nella mascella di Arlong in un modo incontenibile. L’Uomo-Pesce cadde a terra con una fossa che gli aveva percosso tutto il viso, fin dentro la bocca. Alcuni apici dei suoi denti aguzzi si spaccarono come stecchini.
Si coprì la bocca gemendo dal dolore e ringhiando.
Harry in piedi affianco a lui, riportò il braccio lungo il fianco.
-Io non so maneggiare le spade – mise in chiaro, tornando serio – non so navigare – guardò Viola un’istante – non so cucinare – spostò lo sguardo verso Niall – e non sono bravo a mentire.
-Eh? Perché guardi me? – sbroccò Zayn facendosi piccolo, piccolo.
-Ma una cosa la so – concluse Harry non facendoci caso – Ho bisogno di persone che siano disposte ad aiutarmi in tutto per tutto, se voglio continuare a vivere!
 
Arlong riuscì a rialzarsi senza togliersi la mano dalla bocca. Riuscì a scandire bene le parole nonostante alcuni denti gli mancassero del tutto.
-Che pena, mi fai. E un patetico come te … sarebbe il loro capitano? Sei solo un peso per loro. Perché mai dovrebbero morire per salvare uno come te? Non sei di certo un motivo di cui essere fieri. Perché dovresti essere tu il loro capitano? Cosa sai fare?
Harry sorrise: - So ammazzare i bastardi come te.
 
Viola sorrise.
-Questo è sicuro, idiota – disse Niall.
-Se ti fai sconfiggere, ti do il resto, coglione – disse Louis che aveva sentito tutto a debita distanza.
-Vai così, Harry! – esclamò Zayn.
-Sì! Grande! – esultarono gli abitanti di Coconout Village.
-Uccidilo!
-Fagli vedere!
 
-SILENZIO – sclerò Arlong. Tutti si zittirono – Maledetto, bastardo di gomma! – gridò prima di gettarsi nuovamente contro di lui.
Harry allora ritornò a terra e afferrò uno dei corpi inermi degli Uomini-Pesce, che avevano battuto al loro ingresso ad Arlong Park, usandolo come scudo prima che Arlong gli fosse addosso.
Involontariamente Arlong affondò i denti ancora utilizzabili nel torace del suo compagno e se ne portò via un pezzo di carne.
Alcuni cittadini urlarono dall’orrore, altri restarono immobili a guardare.
Quando l’Uomo-Pesce si rese conto di stare masticando le interiora di un suo compagno, sbiancò e sputò tutto lo schifo che aveva in bocca.
-Pezzo di merda – imprecò – Come hai usato usare un mio seguace, come scudo?
-Non incolpare me – disse Harry – Sei tu che lo stavi mangiando.
Arlong ruggì come una belva e stavolta fu talmente agile che Harry non riuscì a evitare che gli ferisse un fianco.
Se lo premette senza frignare e si assorbì quegli attimi di dolore.
Arlong prese un residuo di marmo lasciato per terra e provò a spaccarglielo in testa.
Harry strisciò all’indietro lasciando che il calco si frantumasse nel vuoto. Arlong saltò con la bocca ben spalancata. Il ragazzo provò a dargli una gomitata e allontanarlo, ma si beccò un altro morso più profondo sul braccio.
-No! Glielo staccherà! – strepitò Jonathan.
Viola quasi svenne: - Harry …
 
Harry gridò senza più trattenersi. Un urlo lungo e agghiacciante che fece intendere a tutti quanto dolore stesse patendo. Provò a indurire il braccio ma questo ormai sembrava non esserci più. Dal gomito uscirono rivoli di sangue che macchiarono i denti di Arlong ancora conficcati.
La prima cosa che gli venne in mente di fare prima che l’arto gli fosse del tutto portato via, fu di infilare due dita della mano libera, negli occhi dell’Uomo-Pesce spalancati dal piacere.
Arlong strillò e abbandonò il morso facendo uscire dal segno profondo dei denti lasciati nella carne di Harry, un rivolo di sangue.
Il ragazzo gli diede un altro pugno violento con il braccio sano e lo fece giacere a terra per poco.
Si toccò il braccio che ormai era mezzo ricoperto di sangue.
 
-Era ad un passo dall’essere divorato – balbettò Javier.
-Non oso immaginare come ci si senta essere tra le fauci di una bestia simile – disse Niall, sconvolto.
 
Quando Harry pensò di aver consumato tutto il dolore del braccio, si rivoltò verso Arlong ma non lo vide più disteso a terra.
Ci mise poco a vedere che il nemico si era tuffato in acqua e stava facendo un giro di rotazione intorno alla superfice.
Non osò avvicinarsi per paura di restare nuovamente paralizzato dall’acqua, ma non si allontanò abbastanza da impedire che un improvviso siluro d’acqua lo centrasse in pieno mandandolo a sbandare contro il muro della pagoda.
Tutti si sbigottirono.
Dei fiotti d’acqua uscirono all’improvviso dalla piscina distruggendo ogni pezzo di pagoda che colpivano e Arlong non si decideva a riemergere, provocandone di più forti.
Quando vide che Harry era in ginocchio mezzo bagnato e con il respiro affannoso, stava ritornando verso il bordo della piscina, s’immerse ancora più in profondità in modo da prendere la rincorsa e uscire come un giavellotto trafiggendo il petto dell’avversario.
 
Ci mise un attimo a venir fuori di scatto con la bocca spalancata.
Harry però se l’era aspettato e non si lasciò trovare impreparato.
Spiccò un balzo di cinque metri sorpassando la traiettoria di Arlong ancora in fase di atterraggio e lo schiacciò a terra prima di venire investito.
Fu uno schianto intensissimo che lasciò tutti con il fiato sospeso perché l’ultima cosa che udirono fu un lamento agonizzato di Arlong e poi un polverone che si sollevò dal solco che aveva creato nel terreno.
 
L’Uomo-Pesce era disteso a terra con gli occhi chiusi e gli abitanti del villaggio per un briciolo di secondo ebbero un minimo di speranza.
Harry però non era ancora sicuro di averlo messo fuori combattimento prima di dargli il colpo di grazia.
Si avvicinò al suo corpo disteso per colpirlo ancora quando …
SBAM
Gli occhi dell’Uomo-Pesce si spalancarono rivelandone tutto l’orrore. Erano cambiati. Si erano insottiliti riducendosi a due lineette come quelle degli occhi del gatto. Era mostruoso e impressionante.
 
-Perché ha quello sguardo? –domandò Paulina terrificata.
-Questo è quel che si dice accada agli occhi del “Re del Mare” quando attacca– disse Niall riportando alla luce ricordi di un vecchio volume sulle leggende – E’ veramente … infuriato.
 
Viola impallidì come un lenzuolo. Aveva visto tante volte Arlong arrabbiati, ma mai con quegli occhi assassini.
 
Arlong dimostrò subito la potenza che aveva acquisito grazie alla furia disumana.
Si avventò su Harry e lo scaraventò terribilmente verso il muro della pagoda, il quale, dopo aver subito vari sbandi durante i precedenti combattimenti, cedette del tutto e crollò.
Harry si rialzò dolorante dalle macerie, impressionato dall’improvvisa potenza di Arlong, il quale non vedendolo ancora stecchito, scattò come un fulmine tenendo braccia tese e denti in posizione. Il ragazzo si scostò appena in tempo, ma non vide l’avversario esitare ancora e riprovare un secondo dopo. Stavolta per un soffio non fu preso.
Capì al volo che la situazione si era fatta complicata. Ormai Arlong era tutto intenzionato a divorarselo. La prima cosa che gli venne in mente fu di allontanarsi abbastanza per attaccarlo, magari dall’alto. Sollevò lo sguardo e allungò le mani finché non toccarono la tettoria del primo piano della pagoda. Usandole come una fune, ci si issò sopra e provò a pensare in tutta fretta ad una strategia. Ma incredibilmente, Arlong fece un salto spaventoso che portò anche lui sulla gronda. Ad Harry sfuggì un urletto. Arlong spaccò il muro del primo piano dell’edificio con un pugno. Allora Harry saltò sulla seconda tettoia ma fu ancora raggiunto e anche il muro del secondo piano fu demolito.
-Corri, Harry! – gli urlavano gli amici dal basso – Corri!

Quando il ragazzo giunse esausto sul piazzale del terzo piano, vide che ormai era alla fine della salita. Gli restava soltanto la piccola torretta con la bandiera. Restare lì aggrappato, faccia a faccia con quella belva che gli stava dietro era l’idea più folle che potesse venirgli in mente. Almeno finché non scorse una finestra chiusa, posta proprio sulla pennetta. Entrare all’interno della pagoda? Magari avrebbe trovato qualcosa di utile.
Fece l’ennesimo salto, ma Arlong era proprio alle sue spalle e come se volesse stranamente aiutarlo, gli diede una violenta spinta che lo portò a sbattere e demolire il vetro della finestra della torretta. Sentì i frammenti graffiargli la pelle a sangue.
 
-Sono entrati dentro! – gridò Niall.
Tutti ormai capirono che non avevano più la lotta davanti agli occhi. Che avrebbero visto solo uno uscire vivo da quella stanza.
Viola rimase con la bocca semiaperta quando si rese conto di dove i due combattenti fossero entrati.
 
Per fortuna Harry non aveva troppe schegge di vetro conficcate nelle braccia, ma faceva comunque un male cane. Per un attimo era convinto che Arlong gli avrebbe staccato la testa alle spalle, invece si era limitato a spintonarlo contro la finestra e ora si trovava in piedi davanti a lui, con un sorrisetto in volto.
-Ora non hai più scampo – sibilò –Questo è l’ultimo piano di Arlong Park – sgranò di più le pupille lievi – Adesso ti ammazzo!
Harry però non lo stava neanche ascoltando. La sua attenzione era presa da cosa contenesse la stanza in cui erano entrati. Si trattava di una specie di studio visto che, a parte un piccolo letto ammassato in un angolo, c’erano scaffali su librerie di diverse dimensioni, riempite con rotoli di pergamena ben ripiegati e a volte spiegati e proprio vicino ad una scrivania occupata da disegni a metà lavoro, c’erano pile di carte ancora da catalogare. Ogni tipo di pagina occupava buona parte della camera. Sembrava di trovarsi in una fabbrica di fogli.
-Cosa sono tutte ste carte?
-Non sono semplici carte – gli brontolò contro Arlong – Questa è la stanza delle mappe. La stanza in cui Viola ha trascorso questi otto anni a disegnare cartine per me. È la stanza della cartografa.
-La stanza … di Viola? – si stupì Harry continuando a guardarsi intorno.
-Queste sono tutte mappe dei mari che lei ha disegnato per me – ghignò – Notevole, eh? Otto anni di lavoro. Conosciamo i mari come le nostre tasche ma per noi era difficile tracciare delle cartine. Perciò necessitavamo di un brillante cartografo. È stata una vera fortuna per noi trovare quella ragazza piena di talento. Un vero genio sin dalla tenera età. Non ho mai visto nessuno capace di disegnare mappe come lei – assunse un’espressione disgustata – E’ troppo preziosa per servire agli umani. Le sue capacità esistono per servire noi Uomini-Pesce per sempre – avanzò verso di lui. Harry finalmente si decise a squadrarlo – Hai capito adesso, bastardo di gomma? Ti conviene arrenderti e rinunciare a lei per sempre. Viola appartiene a me.

Il ragazzo non corrugò un solo lembo di pelle, restando lucido: - A te? – chiese sottovoce – Viola è … - in quello sguardo così fermo e deciso riuscì a dimostrare anche lui quanta rabbia tenesse dentro di sé.

Il suo urlo giunse fin sotto i piani della pagoda, dove aveva lasciato i presenti, muti e in ansia. Soprattutto Viola.

- E’ UNA NOSTRA COMPAGNA!

TO BE CONTINUED
  
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