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Autore: Alexiel Mihawk    20/09/2015    3 recensioni
La foresta è così grande e scura da sembrare quasi senza uscita e forse lo è davvero.
È come se fosse viva, con le sue fronde mosse dal vento, le ombre rapide che si muovono tra gli alberi e le voci che risuonano come eco nella notte. Non ha né capo, né coda, né entrata, né uscita e una volta che ti perdi al suo interno, sei perduto per sempre.

Over the garden wall!AU - Bonney/Drake, Zoro/Nami, Franky/Robin
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Jewelry Bonney, Monkey D. Rufy, Un po' tutti, X Drake | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Over the Garden Wall
Titolo capitolo: Danger in the woods
Fandom: One Piece
Personaggi: Jewelry Bonney/X-Drake
Rating: SAFE/SFW
Generi: nonsense, soprannaturale, creepy as fuck
Warning: Over the garden wall!AU, Cappuccetto rosso!AU, UST
Parole: 1260
Prompt: Bonney/Drake, cappuccetto rosso!AU
Note: /NON BETATA NON RILETTA/ allora, prima di partire con la storia vorrei dire due cose, non so esattamente cosa io abbia scritto. Kuruccha mi aveva lasciato questo prompt bellissimo che potevo stravolgere in ogni modo, alla fine, mentre scrivevo, è uscita una AU di Over the garden wall, un cartone per bambini in dieci episodi che ho visto di recente e amato tantissimo. Quindi, credo che a) questo sarà il primo capitolo di una long b) la storia vedrà capitoli scollegati (non del tutto) tra loro, che potranno anche essere letti come One Shot, tranne l’ultimo che li collegherà tutti c) ci saranno spoiler di Over the garden wall (non in questo capitolo però) d) i personaggi, warnings e balle varie cambieranno di capitolo in capitolo.
L’aggiornamento sarà tutto meno che regolare, btw.
 
 
Over the Garden Wall
1. Danger in the woods
 
 
Non ama molto gli esseri umani, puzzano, parlano troppo e si preoccupano di cose che agli occhi di un lupo non sono che il frutto della superficialità arrogante di una razza che si crede superiore. Tuttavia, quando vede per la prima volta la creatura con il cappuccio rosso, i suoi sensi di lupo rimangono così tanto colpiti da sbilanciare il suo equilibrio perfetto; non sa se sia l’aspetto o l’odore a scatenare quel brivido lungo la sua spina dorsale, ma sa che deve parlarci, almeno una volta.
La storia del lupo che mangia la nonna la conosce fin troppo bene e sa perfettamente come va a finire di solito, quindi sceglie di evitare – anche perché non sarebbe una gran presentazione «Ciao, ho mangiato tua nonna ed era strabuona!» - e segue la figura fino a una radura nel bosco.
Quando il lupo emerge alle sue spalle, il cappuccio scivola oltre le spalle, rivelando una massa di folti capelli rossicci; Drake le getta appena un’occhiata, prima di domandare, con tono perplesso: «Hai intenzione di mangiarmi?»
«Stica, ma che schifo di domanda» sbotta, mentre il suo fisico si trasforma in quello di una donna «Non sono mica una specie di barbaro, che tu li mangi mica gli esseri umani? Non sarai tipo, chessò io, cannibale?»
Drake rimane a fissarla, interdetto; credeva che gli Okami fossero tutti creature sagge e venerabili, soprattutto degne di rispetto, ma la donna lupo che si trova di fronte in questo momento va oltre qualsiasi sua aspettativa.
«Io… No, certo che no. Era una domanda, credevo fossi un lupo vero, sai l’animale» cerca di schernirsi.
La donna agita mollemente la coda, e gli si avvicina, apparentemente incurante di essere nuda; soffici orecchie da lupo emergono dai suoi capelli, e Drake rabbrividisce nel sentire le unghie della donna sfiorargli la pelle.
«Si può sapere perché hai delle unghie così lunghe?» borbotta senza pensare.
«Oh, mi piace lasciare il segno» ridacchia graffiandogli leggermente l’avanbraccio «Certo che fai domande strane, non dovresti chiedermi prima come chiamo o dire cose tipo “Che orecchie grandi hai”, “Che denti grandi hai”. Comunque sono Bonney, tanto piacere».
«Non te l’ho chiesto» geme l’uomo, che incomincia a pentirsi di essersi fatto fermare da uno spirito della foresta «E non so bene perché tu mi abbia scambiato per cappuccetto rosso, questa è solo una cerata da pesca, da pesca!»
Bonney non lo ascolta nemmeno, lo fissa per qualche secondo e, dal nulla, gli tira un calcetto dietro la gamba, sbilanciandolo e facendolo cadere a sedere a terra.
«Sei deficiente?!»
«Allora?» domanda il demone lupo, continuando a ignorarlo, girandogli attorno e appoggiandogli il capo su una spalla.
«Non posso crederci» sibila l’uomo «Che orecchie grandi che hai!»
«È per sentirti meglio, bello mio».
«Ma se tanto non mi ascolti! Che denti grandi che hai!» continua roteando gli occhi verso il cielo.
«Oh, oh, questi, che poi volendo potrei rimpicciolirli, eh, ma mi piace tipo troppo lasciare i segni di morsi sulla gente quando faccio sesso e-»
«Scusa cosa?» Drake si gira di botto, privando l’okami del sostegno a cui era appoggiata e facendola precipitare a terra «Ok, basta. Io me ne vado. E per l’amor del cielo! Ti vuoi mettere qualcosa addosso?»
Bonney si massaggia la testa e sorride sorniona, sollevando lo sguardo verso di lui e deliziandosi del rossore imbarazzato che gli colora le guance: gli umani sono così divertenti. Allunga una mano verso di lui e domanda, lasciandosi tirare in piedi: «E dove pensi di andare quando è evidente che tu ti sia perso nella foresta?»
«Io non mi sono perso» risponde l’uomo, ma ad ogni parola la sicurezza nella sua voce fa perdendosi sempre di più.
È davvero sicuro di sapere da che parte sia arrivato? Soprattutto è sicuro di ricordare dove stava andando? Dove stava andando, esattamente? Ah, già a pescare. Si guarda le mani vuote e si domanda come sia possibile che un uomo della sua età si diriga a pescare senza portare con sé l’attrezzatura. Drake aggrotta le sopracciglia e si passa una mano sugli occhi, cercando di ricordare come sia entrato nella foresta – anche se la vera domanda non è come, ma quando e lì il tempo è così relativo – e a irritarlo maggiormente non è tanto l’accorgersi di non saperlo, quanto più il realizzare che la scoperta non lo turba minimamente.
Solleva il viso, per dire qualcosa a Bonney, ma di fronte a lui non c’è nessuno, c’è mai stato davvero qualcuno?
Digrigna i denti e si incammina nella foresta, stringendo i pugni, ben attento a non graffiarsi con quelle unghie troppo lunghe; la coda ciondola pigramente a destra e sinistra e le orecchie arancioni che spuntano sul su capo vibrano leggermente, pronte a cogliere qualsiasi rumore.
Questa volta è la figura con il cappuccio rosso ad avvicinarsi al lupo, lo fa senza timore, senza esitazione, con quella nota di curiosità spensierata tipica di chi non ha paura di niente; adesso forse non lo ricordano, probabilmente non lo ricorderanno mai, ma è sempre Bonney la prima ad avvicinarsi, quella che ad ogni incontro gli si fa più vicina e si sporge di più e lo seduce sempre più in profondità, portando via con sé, ogni volta, un pezzettino del suo cuore.
«Mi sembrava di aver sentito qualcuno» ridacchia, giocando con il lembo di una gonna troppo corta.
«Tua madre non ti ha mai detto di non dare confidenza agli sconosciuti?»
«Tecnicamente non sei nemmeno umano» gli fa notare la ragazza, avvicinandosi a lui fino a sfiorargli la coda con le dita sottili.
«Che buffa coda, signor Lupo, sei sicuro di non essere una volpe?»
«Sì, e piantala di toccarla. Insomma, non ti turba nemmeno un po’? Trovarti di fronte a un lupo?»
Bonney solleva le spalle, in un gesto di indifferenza.
«Non sei di certo la creatura più pericolosa che abita questi boschi, sai?»
«Oh» mormora l’uomo, ricordandosi di qualcosa che pareva essergli sfuggito di mente «La Bestia».
«La Bestia? Certo che no, parlavo di me, ovviamente» ride la ragazza, aggrappandosi senza tante cerimonie al suo braccio.
«Ti avrei catalogato più come una seccatura, ma come preferisci».
«Dici così» mormora la ragazza sollevandosi sulle punte dei piedi e avvicinandosi al suo viso fino a sfiorargli la guancia con la propria «Sappiamo entrambi che se hai delle mani così grandi è per afferrarmi meno, e che se hai delle orecchie così grandi è per udirmi meglio quando gemo e se-»
«Cristo santo!» esclama l’uomo facendo un salto all’indietro e scrollandosela di dosso «Queste sono molestie, ne sei consapevole?»
«Te l’ho detto, sono pericolosa anche io» scoppia a ridere Bonney, senza lasciarsi intimorire dall’uomo – dal lupo – che pare ancora respingerla.
Un passo in avanti, due passi indietro, ma è certa che prima o poi riuscirà a raggiungerlo, a prenderlo per mano e uscire da lì, o almeno così pensa mentre i pensieri cominciano ad appannarsi e venire avvolti da una nebbia densa.
Drake la fissa per qualche istante, domandandosi dove possa averla già vista – perché è sicuro di averla già vista, di avere già sentito quelle avances impudenti, ma poi lascia perdere, in quella foresta tutto si confonde e non ha senso cercare di venirne a capo. Non ha né capo, né coda, né entrata, né uscita e una volta che ti perdi al suo interno, sei perduto per sempre.
Chiude gli occhi un istante, è questione di un battito di ciglia, e quando li riapre è di nuovo solo, no, no, si sta sbagliando, è sempre stato solo. Si tira il cappuccio rosso della cerata sul capo e riprende a camminare.











   
 
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