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Autore: ginger_ed    20/09/2015    0 recensioni
Inseguire i propri sogni può portarci in un mondo magico, incredibile e a volte anche astratto. Niall, aspirante scrittore, lo sa bene e a Stoccolma non troverà solo la fama tanto agognata, ma anche l'amore..
***
Niall era un aspirante scrittore da sempre attratto da Stoccolma, aveva colto al volo quell'occasione per volare nella capitale svedese e per coronare il suo sogno, quello di incontrare Hilding Mankell, suo grande idolo.
***
-Niente da fare. Ci dispiace molto, ma il ragazzo sembra introvabile-
***
Una bambina entrò in quella stanza. La bimba aveva due occhi glaciali, azzurri, tendenti al bianco e i capelli biondo cenere legati in una treccia laterale. Aveva 6 anni e non conosceva suo padre, o meglio, non conosceva per niente la figura paterna, e la madre era una certa Agnes.
***
-Beh piccola, il papà è come la mamma, solo che è maschio. Un papà scherza con te, ti coccola, ti racconta le storie, gioca con te e ti vuole bene-
-Allora sei tu il mio papà-
***
-Quest'anno pensa solamente alle persone che ti fanno stare bene. Gli altri non contano-
***
Io non ho mai smesso di cercarti per tutti questi anni. Dovevo scusarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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22.12.1991 Stoccolma, Svezia

Come promesso, Niall era lì, in quell'aula dopo una settimana. guardava fuori dalla grande finestra sulla parete beandosi della vista del paesaggio innevato. Addosso aveva una semplice camicia con una sciarpa avvolta intorno al collo, un paio di calzoncini non adatti alle rigide temperature svedesi e alle mani dei guanti bucati alle estremità. Si sfregava le mani per provare un po' di calore e poi ci soffiò su quando la porta si aprì e di conseguenza fece voltare il ragazzo ancora incollato alla finestra. Era Hilding Mankell.

-Caro ragazzo! È un piacere rivederti!- sorrise l'uomo.

Niall, congelato, si limitò ad un cenno con la testa e un sorriso, poi starnutì.

-Oh, ma tu stai congelando! Non ti muovere, farò in fretta-

Il ragazzo sembrava stranito dal comportamento di Mankell e continuava a strofinare le mani sulle braccia. Dopo poco, l'uomo ritornò con una coperta abbastanza spessa tra le mani e la porse a Niall.

-Su, copriti- disse poi, e Niall obbedì.

Subito sospirò sollevato per il calore della coperta e ringraziò Mankell.

-È il minimo ragazzo mio!- gli disse quest'ultimo.

Niall apparteneva ad una classe sociale non molto alta. Il padre era un semplice meccanico, ma non guadagnava molto. La madre lavorava in un filatoio ma a malapena poteva permettersi un telaio. Ovviamente, per loro figlio ambivano al meglio e Niall non voleva deluderli.

I due si sedettero e Niall iniziò ad agitarsi. "Avrà letto il mio manoscritto? Cosa ne pensa? Avrò fatto una bella figura?" questi pensieri martellavano la testa di Niall e non facevano che peggiorare il suo stato d'ansia.

-Ho letto il tuo manoscritto-

Niall poteva giurare di non sentire più il cuore battere.

-Tu hai del talento ragazzo! Le tue trame sono straordinarie, sul serio! Avrai successo nel mondo della letteratura e voglio che tu non perda tempo! Il tuo manoscritto è già in fase di pubblicazione figliuolo, ho provveduto io stesso alla correzione!-

Niall ascoltava le parole dell'uomo annuendo, ma con le ultime, non poté trattenere un'espressione stupita.

-C-cosa? Sta dicendo sul serio? Oh, ma è... è... è una cosa... wow- si lasciò scappare.

-Su ragazzo! Alzati in piedi, ci attende tanto lavoro! Dobbiamo dirigerci verso la stampa e controllare affinché tutto vada per il meglio. Dai! Corri, corri!-

Niall non riusciva a crederci. Il suo idolo sarebbe stato il motivo del suo debutto nel mondo dei grandi scrittori. Poteva vantare di avere un manoscritto corretto da un importante scrittore!
 

24.12,1991 Stoccolma, Svezia

Vigilia di Natale. Aria di festa. Niall era pronto per tornare in Irlanda e passare le feste con la sua famiglia. Doveva solamente passare dalla editoria per le ultime modifiche al suo libro. Gli faceva effetto chiamarlo in quel modo. Comunque non era ancora deciso. Ci sarebbe stata una scelta fatale per Niall: pubblicarlo o non pubblicarlo? Mankell era partito in tutta fretta, ma si era reso conto che per il ragazzo era una situazione completamente nuova e gli aveva concesso qualche giorno per pensarci bene e mettere in chiaro le idee.

La sala dell'editoria era, come sempre, ben ordinata, non una cosa fuori posto. Mankell era un fanatico dell'ordine, Niall lo aveva potuto ben capire, e l'ordine era un ottimo punto di partenza per diventare un eccellente scrittore. "Prima di tutto bisogna tenere in ordine le proprie idee" ripeteva Mankell, ed era quello che fece Niall che si stava accingendo ad entrare nell'editoria.

-Buongiorno!- salutò allegro.

Si sentì ricevere un caloroso benvenuto dagli impiegati e poi iniziò a muovere lo sguardo alla ricerca del famoso scrittore.

-Niall, sono qui!- disse una voce.

Il ragazzo si girò e vide Mankell con alcuni fogli in mano. Lo sguardo gli cadde sul pavimento dove giaceva un altro pezzo di carta. Non fece in tempo ad avvisare l'uomo che quest'ultimo ci camminò sopra e scivolò cadendo all'indietro e facendo volare i fogli come coriandoli.

-Accidenti!- sobbalzò Niall correndo con una velocità impressionante verso Mankell.

-Tutto a posto signore?- chiese appena si inginocchiò per aiutarlo.

-Oh Niall, dammi del tu!- esclamò Mankell.

Niall rise per la sfacciataggine dell'uomo e lo aiutò ad alzarsi e poi si ripiegò per raccogliere i fogli aiutato da Zayn, un ragazzo che aveva conosciuto due giorni prima ma con cui aveva subito stretto un forte rapporto. Era il tipografo dell'editoria, un bravo ragazzo, originario dell'Inghilterra, partito per cercare fortuna, esattamente come Niall.

-Che disastro! Che disastro!- si sentì dire da Mankell che se la stava prendendo con alcuni impiegati.

Si riprese subito però, e, presi i fogli dalle mani di Zayn e Niall, si rintanò nel suo ufficio in quanto direttore editoriale. Chiamò Niall che subito lo seguì con l'ansia in gola.

-Allora, come stai caro?- chiese Mankell.

-Bene credo- pensò alla sua famiglia che avrebbe rivisto poco dopo e sorrise modificando la risposta in -A dir la verità sto alla grande!-

Mankell vide l'entusiasmo negli occhi del ragazzo allora lo invitò ad uscire fuori per una passeggiata. Niall accettò ben volentieri e, recuperata la sua amata (ed unica) sciarpa, uscì insieme a Mankell. Quest'ultimo diede a Niall un biscotto di marzapane appeso ad un filo d'argento chiedendogli un po' di pazienza per scoprire l'uso di quel piccolo oggetto che non sarebbe finito nello stomaco del ragazzo.

I due camminarono per un bel po'. Niall non la smetteva di guardarsi intorno incantato dalle decorazioni di Stoccolma. Ogni tanto si lasciava scappare un "ma le bambine non hanno paura di bruciarsi i capelli con le candele?" alludendo alle coroncine fatte con le candele e strabuzzando gli occhi. Mankell sorrideva guardando le reazioni del ragazzo e in men che non si dica, raggiunsero la piazza del palazzo reale.

-Lo vedi quell'abete ragazzo?- chiese Mankell.

Niall annuì ancora incantato dal potere del Natale.

-Bene, segui me allora!- continuò l'uomo.

Ai piedi dell'albero, Niall poté vedere la sua imponenza e deglutì essendo un po' in soggezione. Vide un bimbo che stringeva la mano di quella che sembrava la sua mamma e correva verso l'albero. Il bimbo appese una stellina ad un ramo dell'albero e a Niall si illuminò una lampadina. Guardò Mankell e quest'ultimo annuì indicandogli l'albero con un sorriso enorme. Niall si avvicinò all'abete ed adocchiò  un ramo vuoto che aspettava solo di essere riempito. Il ragazzo stava per appendere il biscotto, quando si sentì tirare la maglia ed abbassò lo sguardo incuriosito. 

-Signore..- sussurrò un bimbo che poteva avere sì e no 4 anni.

Niall sorrise. Aveva un debole per i bambini e poi quello gli ricordava sé stesso da piccolo. Timido, impacciato e con le guanciotte perennemente rosee.

-Mi scusi, non voleva disturbarlo. Andiamo James- disse una donna al bimbo.

"Abbiamo anche lo stesso nome" pensò Niall e si accorse che il bimbo aveva una pallina colorata tra le mani e che guardava insistentemente l'albero. Allora lo prese in braccio lanciando un'occhiata di scuse alla madre cercando di risultare il più dolce possibile.

-Andiamo ad appendere la pallina?- chiese al bimbo con un tono buffo.

Il piccolo annuì sorridente e si avvicinarono insieme all'abete, dove c'era il ramo adocchiato prima da Niall, l'ultimo libero evidentemente.

-Ecco fatto, è proprio una bella pallina!- disse poi saltando con il bambino.

-Torniamo da mamma adesso, altrimenti ci dà per dispersi-

Il bimbo rise per poi scendere dalle braccia di Niall e correre dalla donna che lo attendeva con un sorriso sulle labbra. Lo prese di slancio e gli diede un bacio sulla guancia.
Niall guardò l'albero e davvero non sapeva dove mettere la sua decorazione. Così, si avvicinò nuovamente al bambino e gli porse il biscottino. Al bimbo si illuminarono gli occhi e si attaccò al collo di Niall sotto lo sguardo divertito della madre.

-Grazie mille, buon Natale!- disse la donna iniziando ad allontanarsi con il bimbo in braccio che continuava a salutare Niall con la mano.

Mankell aveva assistito a tutta la scena e si era avvicinato al biondo poggiando la mano sulla sua spalla.

-Bravo,ragazzo!- disse.

-Beh, ho comunque contribuito alla decorazione dell'albero!- rispose Niall.

I due continuarono a chiacchierare passeggiando nella piazza del palazzo.

-Allora Niall, hai pensato alla mia proposta?- chiese finalmente Mankell.

Il ragazzo stava per rispondere, quando un boato catturò l'attenzione di tutti e scatenò un po' di panico. Dopo poco la piazza fu invasa da fumo scuro e Niall non vide più niente.




 
  
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