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Autore: Pherenike    21/09/2015    2 recensioni
Dopo anni di assenza da Forks la nostra cara famiglia Cullen decide di tornarvici, molte sorprese li attenderanno, ritroverranno vecchi amici, e ne conosceranno di nuovi, le cose però si complicheranno quando in Italia si risveglia l'interesse dei Volturi. Chi sarà questa volta a salvare i nostri amati vampiri dall'essere assimilati dal crudele esercito italiano?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Di nuovo alfa
 
Eravamo ancora tutti riuniti nel grande salotto, intorno al tavolo, che ormai non aveva più posti liberi, mancavano solo Ness e Jacob, ovviamente lui non l’avrebbe lasciata sola un minuto più del necessario. Edward aveva appena finito di raccontare l’accaduto quando Jasper parlò rivolto a Leah.
 
«Cos’è che ti tormenta?» le chiese curioso.
 
Edward in quel momento sembrò sorpreso, questo voleva dire che aveva lasciato a Leah i suoi pensieri. Leah guardò Jasper dapprima sorpresa, poi scosse la testa e la sua espressione tornò tranquilla.
 
«Non credo che mi abituerò mai ai vostri poteri» si portò una mano ai capelli, che portò dietro l’orecchio destro e continuò «Credo di avere una soluzione, o almeno un qualcosa che ci potrebbe portare a una soluzione» ammise.
«Geniale» affermò Edward. Da quel momento partì una rapida conversazione silenziosa, nella quale l’unico a muoversi era Edward che annuiva o dissentiva con la testa. «L’idea è tua, a te il piacere di esporla» disse allargando un braccio come per invitarla a iniziare.
Lei fece un respiro profondo e cominciò a parlare «Bene. Sapete tutti che Jake, allontanandosi, ha rinunciato al suo ruolo di alfa e che quindi essendo io l’unica mutaforma rimasta ho preso il suo posto. Ora, Harry conosce benissimo la vostra storia, ma comunque si ostina a non crederci. Quindi pensavo, se la provasse in prima persona, se provasse quello che ha provato Jake quando ha avuto l’imprinting, ricordo ancora oggi quanto poco mi ci è voluto per scagliarmi contro i miei fratelli dopo la nascita di Ness, e l’unico legame che univa me e Jacob era quello di alfa e beta, io lo dovevo soltanto seguire senza includere le emozioni, non erano importanti allora. Se invece ora Harry provasse quelle mie stesse sensazioni, un affetto non dovuto all’amore ma semplicemente ad un legame fatto di tradizioni, beh magari a quel punto inizierà a fidarsi. Io non ho provato l’imprinting quindi quello che ha sentito da me è solo un eco del legame tra il lupo e il soggetto del suo imprinting» e in quel momento una nota di tristezza incrinò la sua voce.
 
A quel punto mi resi conto del perché Leah avesse abbandonato ogni ostilità, o almeno era quello che pensavo. Si era talmente impegnata a odiarci che non si è resa conto di quello che aveva perso, la voglia di amare. Prima la perdita di Sam seguita dalla morte del padre, poi la trasformazione che ha reso tutto più chiaro ma non meno doloroso. Ogni tipo di amore le era stato portato via, e pensai che sarebbe stata disposta a qualsiasi cosa pur di non perdere anche quello dell’unico fratello rimasto, perché in fondo io non ero sua sorella di sangue, mentre Harry aveva parte di lei in se.
 
«Quindi, come pensi di far ascoltare i pensieri di Jake se non è parte del branco, essendo lui stesso un alfa legittimo se così si può dire» chiese Carlisle.
«Nell’unico modo possibile» intervenne Edward.
«Cederò il mio ruolo di alfa a Jake» rispose Leah risoluta.
 
Tutti la guardammo stupiti, dovevo ammettere che come piano non era male, ma c’era una falla, Jacob non avrebbe accettato tanto alla leggera quel piano. Carlisle annuì tra se, poi si rivolse a Esme.
 
«Vai a chiamare Jake» le disse. Esme annuì e sparì dalla mia vista.
 
Qualche secondo più tardi comparve Jake, probabilmente irritato perché aveva dovuto lasciare Ness alle cure amorevoli della nonna. In quei momenti mi ricordava il ragazzino dai lunghi capelli, impegnato a sistemare due rottami di moto, ricordi di un lontano passato, di una vita che non mi apparteneva da tempo, sbiaditi e offuscati al ricordo della vista umana.
 
«Che vuoi Leah?» chiese brusco.
«Sempre cortese» rispose lei con astio, poi sospirò e continuò a parlare «Avrei trovato una soluzione, o almeno lo spero, e tu ne fai parte» disse guardandolo negli occhi.
«Sarebbe?» chiese guardingo, alzando un sopracciglio.
«Dovrai tornare a essere tu l’alfa» disse velocemente Leah.
 
Jake la guardò per un attimo disorientato, forse sperando in uno scherzo, poi si rese conto che non lo era affatto.
 
«Non ci contare, sto bene così grazie» ammise lui, come avevo sospettato, non sarebbe stato facile.
«Andiamo Jake, è l’unico modo» stava per continuare ma lui la fermò.
«Allora prima di tutto è pericoloso, sai cosa voglia dire, devo sfidarti e rischiamo seriamente che uno dei due si faccia male, poi non ho alcuna intenzione di dividere i miei pensieri con voi» ammise arrossendo, e in quel momento capii qual era il problema, da mamma mi sarei dovuta irritare ma non potei fare a meno di scoppiare a ridere.
 
Tutti mi guardarono sorpresi, meno che Jake, che si grattava la nuca, ancora con un filo di rossore sulle guance, provai a contenermi e pian piano riuscii a calmarmi. Sapevo benissimo cosa lo tratteneva, tutti i momenti passati con Ness. Io ho sempre avuto un rapporto molto aperto con lei, come mia madre con me, quindi sapevo benissimo cosa facevano quando dicevano ad Edward che sarebbero andati al cinema, una volta mi dimenticai di tenere lo scudo su Ness e per poco Jake non ci rimise l’osso del collo. Edward, al contrario di me ovviamente, non aveva preso bene il fatto che la sua adorata figliola si concedesse così intimamente a Jake, mi ci volle una giornata intera nel dissuaderlo dall’uccidere Jacob, ricordandogli che se non ci fosse stata un’enorme differenza di forza fisica tra me e lui all’inizio, probabilmente saremmo diventati genitori ancor prima del dovuto.
 
«Ascoltami Jake, è una cosa necessaria se vogliamo restare qui per qualche tempo, dobbiamo guadagnarci la loro fiducia» dissi guardandolo negli occhi, mi avvicinai ancora di più a lui e continuai «Ti conosco, e so che gli farai vedere solo ciò che serve» gli dissi appoggiandogli una mano su una spalla. In quel momento un basso ringhio si levò dalla gola di Edward. Non lo avrebbe ucciso, ma ogni volta che si tornava sul discorso, era inevitabile una perdita di controllo da parte sua.
«Edward piantala, ti rendi conto che tua figlia a cento anni, quando la smetterai di reagire così. Abituati è una donna ormai» dissi squadrandolo.
«Come ho già detto potrà avere anche mille anni, ma sarà sempre mia figlia, e ci tengo a non diventare nonno ancora per qualche centinaio di anni, sono ancora troppo giovane» disse. A quell’affermazione tanto bizzarra non potei che tornare a ridere e gli altri questa volta si unirono a me, avendo capito anche loro qual era il problema di Jake.
A quel punto Rose si avvicinò e disse «Avanti Jake, se sei riuscito, alla fine, a stare simpatico persino a me, un giovane cucciolo non sarà un problema» sorrise.
«Il problema della rissa rimane comunque» disse guardando Leah.
«Sono io che voglio cederti il posto, ovviamente non sarà facile, ma se già da parte mia c’è la volontà di abbandonare credo che sarà più semplice il procedimento» ammise Leah con un po’ di preoccupazione.
«Non sono convinto, e se le cose dovessero sfuggirci di mano?» domando Jake ansioso.
«Per questo motivo siamo fortunati ad avere tanti amici vampiri, di cui uno guarda caso sia un dottore» rispose lei un po’ più sicura.
«Devi farlo Jake» la voce stranamente roca di Ness giunse a noi.
 
Aveva parlato dalla sua camera, ovviamente per noi era come fosse lì accanto, per un attimo restammo tutti in attesa. Jake fissava il soffitto come per avere una conversazione muta con Ness, restò qualche istante così, poi abbasso lo sguardo verso di me e annuì.
 
«Va bene, facciamolo» Affermò rigido.
«Abbiamo un solo problema… Harry» disse Leah «Non appena capirà quello che sto per fare probabilmente vorrà farmi cambiare idea, e in forma di lupo c’è il rischio che io vacilli, quindi dobbiamo essere veloci» disse seria.
« Non è mai stata fatta una cosa del genere. Non so quanto tempo ci voglia, nel caso arrivasse dobbiamo trovare il modo di farlo tornare umano» ribatté Jacob.
«Ci penseremo noi. Voi preoccupatevi solo di quello che dovete fare» intervenne Carlisle.
«Bene, andiamo» disse Leah dirigendosi fuori.
 
Jake la seguì un po’ riluttante ma alla fine fummo tutti fuori, tranne Esme e Ness che, le sentivo, stavano guardando tutto dalla stanza di lei. Jake si diresse verso la foresta, seguito subito da Leah, il rumore di uno strappo e poco dopo due splendidi lupi ci guardavano con sguardo ansioso.
 
«Dicono di allontanarci, non sanno cosa potrebbe succedere» ci avvertì Edward. Per fortuna che c’era lui.
 
Arretrammo fino ad arrivare al portico e in quel momento i due lupi si misero uno di fronte all’altra. Se non avessi avuto la vista così acuta non mi sarei resa conto della tensione di entrambi. Leah cercava di tenere lo sguardo basso mentre Jake provava a sovrastarla. Nei primi tempi Leah era molto più piccola e snella di Jake, nella loro forma di lupo, ma ormai la differenza era ben poca.
 
«Leah sta iniziando a cedere il controllo a Jake» disse Edward, ma non serviva che ce lo spiegasse, si vedeva benissimo dal comportamento dei lupi, Leah andava sempre più indietreggiando, con la testa sempre più china, sembrava stesse andando tutto liscio, ma ad un certo punto « O no!» esclamò Edward.
«Harry se n’è accorto, sta cercando di convincere Leah a non farlo» e in quell’istante esatto Leah rinsavì dalla sottomissione. Alzò impercettibilmente la testa, Mentre Jake provava a scavalcarla di nuovo.
«Emmett, Jasper» furono le uniche parole di Carlisle, e i due vampiri si voltarono verso la direzione che indicava Edward con il braccio, alle spalle di Jake, mentre con lo sguardo stava fisso su lui e Leah.
 
Leah avanzò di qualche passo ringhiando, Jacob rispose, Leah tentennò un momento, poi scosse il capo e tornò a mostrare i denti.
 
«Avanti Jake, fallo per lei» sussurrò Edward per poi continuare a voce più alta « Non vuole imporre l’ordine Alfa, sta solo provando a convincerla, e Harry ormai è vicinissimo, se arriva non vi assicuro che non ci sarà un altro scontro» ammise ringhiando.
 
Cosa diavolo ti prende Jake, imponiti e basta. Dovevo pensare a come fare, dovevo trovare un modo, qualcosa che costringesse Jake a imporsi come alfa, più ci pensavo e più l’unica soluzione era difficile da accettare. Il tempo stava finendo e una volta arrivato Harry sarebbe potuto accadere di tutto. Dovevo farlo, lui non avrebbe permesso che le accadesse qualcosa.
 
«Quanto manca?» chiesi a Edward e lui capì che mi riferivo all’arrivo di mio fratello.
«Poco più di due minuti» disse.
Avevo meno tempo di quel che credevo «Torno subito»dissi, ma nessuno mi sentì, salii le scale di corsa, entrai in camera di Renesmee la presi tra le braccia, con stupore di Esme, e le dissi solo tre parole «Fidati di me».
Ero di nuovo sul portico, con Ness in braccio che mi fissava con sguardo fermo come a dire “certo che mi fido”, ci voltammo entrambe a guardare la scena che avevamo di fronte, lei capì perché annuì, ed io avanzai verso i due lupi con mia figlia in braccio, pronta a scappare al primo allarme.
 
«Bella no!» esclamò Edward, ma io non lo ascoltai, ci pensò Carlisle a rispondere per me «Lasciala fare Edward, non rischierebbe la sua vita se non fosse sicura al cento per cento» ed era così io conoscevo Jake.
 
Lo conoscevo da prima che arrivasse Ness, e sapevo con certezza che quando amava qualcuno avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di proteggerlo, come scendere a patti con il suo nemico mortale, o violare un patto esistente da quasi un secolo solo per accertarsi che stai bene, o fronteggiare una schiera di neonati. Tutto questo lo aveva fatto per proteggere me, quando pensava di amarmi, ma già da allora era scritto che lui avrebbe amato qualcuno molto più di me, mia figlia. Se per me aveva fatto tutto quello che era in suo potere per salvarmi, per lei, beh per lei avrebbe fatto molto di più. Continuai a camminare, nonostante le proteste fossero molte, tra le quali anche quella di Jake. Mi avvicinai a Leah, minacciandola con un sibilo che mai avevo osato rivolgere prima a qualcuno, bene avevo tutta la sua attenzione ora. Il mio problema era resistere e non attaccarla, perché stava a sua volta minacciando mia figlia. Sapevo che poi mi avrebbe chiesto scusa, ma in quel momento, in cui si decidevano di nuovo i ruoli di tutti, noi eravamo rivali. Mi fermai a pochi passi da lei, che non sapeva se attaccare me o ostacolare Jake. In quel momento l’istinto di protettrice ebbe la meglio. Nell’esatto istante in cui Leah si scagliò su di me urlai «Fallo Jake, ora» e Leah mi schivò per un soffio, mentre qualcosa di marmoreo e morbido mi scagliò lontana da lei, Jake levo un ringhio più forte del solito, la lupa si accasciò a terra tra gli spasmi e un ululato terrificante mi penetrò le orecchie.
  
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