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Autore: Light Clary    22/09/2015    1 recensioni
☠ Harry è un ragazzo che sogna di diventare il Re dei Pirati. L'impresa è ardua. Dovrà affrontare i mille pericoli del mare, scontrarsi con corsari assetati di sangue e soprattutto trovare i compagni ideali che lo accompagneranno in quest'avventura.
Louis: E' un celebre spadaccino che sconfigge qualsiasi nemico non con una, non con due, ma con tre spade. 
Viola: Ragazza esperta di navigazione con l'obbiettivo di raccogliere piu' soldi possibili. Nasconde un segreto.
Zayn :Cecchino imbranato e un pò fifone, col desiderio di seguire le orme del padre e diventare un vero pirata.
Niall: Eccellente cuoco che per combattere non ricorre alle mani, ma alla potenza delle sue gambe. Non resiste al fascino di una bella ragazza.
TRA I MILLE PERICOLI DEL MARE E LE CONTINUE SFUGGITE ALLA MARINA MILITARE, CAPIRANNO DI ESSERE DESTINATI A DIVENTARE I PADRONI DEL GRANDE BLU. 
L'OCEANO PIU' VASTO DEL MONDO.
Spero di avervi incuriositi. In tal caso aspetto i vostri commenti ;) ;) ; ) ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Harry non si accingeva a levargli di dosso quello sguardo così serio. Così famelico. Era desideroso di sfidarlo, di dimostrargli che non lo temeva e che non si sarebbe mai arreso.
-Tu – rise Arlong a denti stretti – la vorresti portare con te sulla tua merdosa nave? In questo modo la sua vita sarebbe sprecata. Guardati intorno – allargò le braccia alzando la voce – chi mai al mondo sarebbe capace di disegnare mappe così dettagliate? – pestò un piede a terra. Il pavimento fu percosso da un piccolo tremito. La penna a piuma posta sull’unica scrivania della stanza, ruzzolò sul pavimento, catturando lo sguardo di Harry.
-Come lei ce ne sono una su un milione – continuò Arlong senza farci caso – il suo talento non verrà sprecato, facendo la navigatrice su una nave di ragazzetti. E in più – digrignò la bocca – ho bisogno delle sue mappe per governare il mondo intero!
Harry prese delicatamente la piuma tra le mani, studiandola attentamente.
-Viola lavorerà per me, per tutta la sua vita!! – gridò Arlong.
-Ma questa penna …. – sussurrò Harry rendendosi conto di una piccola ma importante caratteristica della piuma – è sporca di sangue ….
-E una volta che avrò le mappe di tutti i mari nelle mie mani – avanzò mostrando le fauci – nessuno potrà contrastarmi!– sorrise ancora una volta – Tu non potresti mai usarla in un modo migliore di questo.
Harry chinò il campo nascondendolo all’ombra. Rimise la penna per terra.
 
Esitò qualche secondo, poi lentamente rialzò lo sguardo. Quando incrociò di nuovo lo sguardo dell’Uomo-Pesce, questi vide chiaramente quanto i suoi occhi fossero cagneschi e la sua bocca ringhiante quasi sul punto della bava.
-Usarla? – strepitò il ragazzo a squarciagola – Cosa ne vuoi fare di lei?
-E’ sempre un umana, ma utile. Se tutti quelli come lei sono degli schifosi topi di fogna, lei è un astuto gatto – continuò a ghignare l’avversario – ed è anche un bel bocconcino. Sarà per sempre di mia proprietà!
Quello fu il colmo.
Con uno scatto fulminio, Harry tornò in piedi e con una potenza mostruosa, diede un calcio alla scrivania, mandandola a schiantare contro la finestra e facendola precipitare di fuori.
 
-Cos’è quella? – strepitarono le persone indicando verso l’alto. Per un attimo ebbero uno sbalzo al cuore, ma si rasserenarono quando videro che si trattava solo di una scrivania.
Questa cadde con un tonfo in piscina.
 
Il ragazzo di gomma non si era certo limitato a quel piccolo gesto.
Tempestivamente, agguantava ogni mobile o libro che gli capitava e gli faceva a pezzi, per poi buttarli sempre di fuori. Strappava i fogli, demoliva le librerie, distruggeva i mappamondi posti sotto il comò e sfondava i muri scagliandogliele contro.
 
-Ma perché stanno cadendo tutti quei mobili? – urlò Zayn coprendosi la testa.
Ogni oggetto finì a razzo o sul suolo o in acqua. Nessuno riuscì a identificarne meglio la forma.
Per Viola invece, fu come vederli precipitare a rallenty. In quello scrittoio, quelle cartine e quei libri rivedeva milioni di ricordi. E nessuno mai felice.
-Harry …
 
INIZIO FLASHBACK BREVE
La prima volta che era entrata in quella stanza, da bambina, non c’era ancora nulla a parte un letto, una scrivania e una libreria mezza piena.
Arlong l’aveva spinta all’interno.
“Qui c’è tutto quello di cui hai bisogno per lavorare. Matita, penna, compasso e tanti, tanti fogli. Mettiti subito all’opera!”
E la prima notte, gelida e dolorosa, che aveva passato seduta su quella scrivania, non aveva potuto fare a meno di tracciare, invece di una carta nautica, il profilo di una donna.
-E così ti diverti a disegnare queste merdate, eh? – Arlong era entrato con uno sbando e dopo aver visto quel disegnino, aveva colpito violentemente la bambina – Se ti azzardi ancora a prenderti gioco di me, ti faccio a pezzi, mi hai capito? – tese il foglio del disegno verso di lei – Proprio come ho fatto con quella troia di tua madre – e lo strappò in due.
Lei non era riuscita a versare nemmeno una lacrima, ancora illusa di poter liberare l’isola da quell’orribile creatura solo recitando la parte della compagna fedele.
“Lo farò per voi … Paulina … Javier … Marian …”
FINE FLASHBACK BREVE
Ormai nell’aria svolazzavano tutti i suoi lavori cancellati, andando perduti per sempre.
La ragazza sentì la mano tremare e automaticamente la portò alle labbra, mentre lacrime calde le sgorgavano dagli occhi.
-Grazie … - gemette con voce sottile.
 
-BASTARDO, SMETTILA!Arlong interruppe la distruzione di Harry, sbattendolo contro il muro e cingendogli il collo – CI SONO VOLUTI OTTO ANNI PER REALIZZARE QUESTE MAPPE.
Non attese più. Finalmente dopo tanti sforzi riuscì ad affondare i denti nella spalla del ragazzo, muovendo contemporaneamente la testa con l’intenzione di staccargli tutto il braccio.
Harry non trattenne un urlo agonizzante, però mantenne lo sguardo di collera e portò le mani a cingere la faccia dell’Uomo-Pesce. Prese a tirarla per estrarre fuori i denti dalla carne.
-Non mi fai paura – gridò senza getti – e ora so cosa devo fare per aiutarla!
Gridò ancora senza dire niente e riuscì a spintonarsi da dosso Arlong, mandandolo dall’altra parte della stanza.
-Questo posto – gli stridette senza far caso ai fori sanguinanti sulla spalla – non deve più esistere. Distruggerò tutto.
E riprese a demolire i muri con pugni e calci, senza provocarsi lesioni, tanto era rigido.
Decise di non restare più su quel piano e corse verso la finestra.
-MALEDETTO, MUORI!!!!
Prima che Harry finisse fuori dalla finestra, Arlong gli si ributtò addosso e stavolta fu un duello per aria.
Tutti presero a urlare vedendo la coppia di combattenti, precipitare tra pugni, morsi e graffi. Harry in quei pochissimi attimi che gli rimanevano per concludere tutto, si servì della gamba, allungandola a dismisura e tirando calci alle pareti di tutti gli altri piano, che si frantumarono come ghiaccio. Intanto Arlong gli stava azzannando la milza.
Si stavano per schiantare al suolo. Harry sentiva il sangue uscirgli dal corpo in maniera corrente e sentì ogni muscolo del corpo abbandonarlo. Alla sua destra vide la pagoda crollare lentamente, poi sempre più velocemente, sul peso dei piani inferiori, già mezzi demoliti. La bandiera posta in cima alla torre con il logo della ciurma degli Uomini-Pesce, si staccò e cadde dal suo piedistallo per non tornarci mai più.
Si era ormai agli sgoccioli. Restava una sola cosa da fare.
Usando mani e piedi insieme, Harry si sradicò per l’ultima volta Arlong dal corpo e all’Uomo-Pesce non restò che precipitare in direzione della pagoda in sfascio, finché uno piccolo residuo di pavimento non lo schiacciò intrappolandolo sotto il suo peso e ben presto il nemico giurato di tutti gli abitanti dell’isola, venne inghiottito dalle macerie.
E presto anche il ragazzo sparì tra i vari sbendi.
La franata costrinse tutti a scappare lontani per evitare di esserne travolti.
-Vieni, via, Viola! – gridò Jonathan provando a strattonarla.
Ma l’amica non voleva muoversi: - Harry è ancora lì!
-Se la caverà! Presto! Sta crollando tutto.
-Ma Harry è … - non riuscì a dire altro.
Il crollo sollevò un enorme nube di polvere che offuscò tutto per un minuto.
In breve la pagoda divenne soltanto un cumulo di inutili macerie di scarto e tutta Arlong Park potette ben presto, definirsi distrutta.
-HARRY!
 
Passarono alcuni minuti di silenzio. Il tempo di contemplare la base degli Uomini-Pesce, andata persa. Nessuno degli abitanti riusciva a crederci. Erano tutti sgomenti e non proferivano una sola parola.
Solo il dottore riuscì a descrivere ciò che avevano difronte.
-Arlong Park … è stata demolita.
Nessuno si mosse. Non avevano visto attentamente cosa era successo mentre i due nemici si scontravano in aria. Dalle macerie poteva benissimo venir fuori Arlong con una risata agghiacciante che gioiva per la vittoria. Oppure entrambi erano riusciti a sopravvivere, il che significava che la lotta non era ancora conclusa.
Invece quando tutti si avvicinarono di qualche passo, proprio nell’esatto momento in cui un raggio di sole illuminò quella zona d’isola, rimasta sempre all’oscurità, una sagoma emerse dai detriti con un urlo di affanno.
-HARRY!
Jonathan e Sauk ripresero a piangere come neonati.
 
Il loro amico era ancora vivo. Ricoperto di polvere di marmo e sudiciume, aveva piccoli lividi in varie parti del corpo e la spalla aveva smesso di sanguinare, così come l’addome, ma restavano pur sempre i piccoli segni dei denti da squalo. Ansimava esausto, ma tenne ancora i pugni ben stretti.
-VIOLA! – gridò nel modo più forte dell’intera giornata.
La ragazza sentì il cuore battere a mille.
-TU SEI UNA MIA COMPAGNA! – strepitò Harry.
Viola sgranò gli occhi solo per sentirli inumidirsi e poi colare. Pianse a dirotto senza singhiozzi, ma con un sottile sorriso sulle labbra. Annuì.
 
Tutti i presenti esitarono, prima di capire finalmente chi era il vincitore della battaglia. Chi era che finalmente li aveva liberati dalla tirannia di Arlong. Chi li aveva restituito la libertà.
Gli abitanti di Coconout Village, lanciarono un urlo sonoro di gioia e schizzarono verso Harry per sollevarlo e lanciarlo in aria acclamandolo.
-ABBIAMO VINTO! ABBIAMO VINTO!
Le donne piangevano commosse, gli uomini urlavano emozionati.
Paulina abbracciò forte Javier: - Quanto tempo abbiamo aspettato questo momento – disse il sindaco accarezzandole i capelli.
Niall rise sollevando il pugno: - Sì!
Zayn fece dei salti allegri: - Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!
Louis, semisvenuto, fece un piccolo sorrisetto: - Idiota.
 
Viola avanzò in mezzo alla folla. Quando la videro arrivare, gli abitanti misero giù il loro eroe, in modo che i due fossero faccia a faccia.
Lei si avvicinò. Sorrideva. Prese il cappello di feltro che ancora teneva in testa e lo ficcò in testa al ragazzo, un po’ brusca.
-Grazie – rispose lui lisciando il suo tesoro.
-Sei stato … fenomenale – disse lei arrossendo. Ruotò leggermente il capo per evitare di guardarlo ancora intensamente negli occhi.
Harry sorrise e sollevò una mano.
Viola rise ancora e gli batté il cinque.
I due scoppiarono in una risata contagiosa che invase tutti quanti.
Non durò a lungo però.
 
Una voce squittente, sovrastò tutte le altre e una figura uscì dal bosco seguita da altre sagome.
-Ora smettetela, branco di idioti!-
Il Comandante Smek venne avanti con il solito sorriso da topo ebete stampato in fronte.
-Ancora lui? – sbraitò Javier.
 
-Queste deve essere proprio il mio giorno fortunato – squittì Smek ghignando – Ottimo lavoro, bambini. Mi è piaciuto lo spettacolo. Anche se non avrei mai creduto che alla fine riuscisse realmente a battere gli Uomini-Pesce –avanzò.
Harry e gli altri lo guardarono di sbieco.
-Ma grazie a voi – continuò il Comandante – La taglia di Arlong tutti i suoi tesori di saranno miei. Così come il merito di averlo sconfitto– alcuni abitanti gli ringhiarono contro – In quanto a voi, ragazzacci da niente, vi dichiaro in arresto per pirateria – alcuni uomini avanzarono verso i ragazzi. Smek scoppiò a ridere odiosamente: - E ora sparite! Perché mi porterò via tut … - il suo grido venne soffocato in un gemito di dolore.
I ragazzi guardarono oltre la sua spalla e sorrisero. I soldati si fermarono.
 
Louis era comparso alle spalle di Smek e gli teneva le dita infilate nella scapola della spalla, immobilizzandolo.
-Non rompere i coglioni a queste persone che stanno cercando di festeggiare – gli disse con sguardo omicida.
In breve lo spadaccino pestò a sangue il Comandante avaro e tutti gli uomini che aveva a tiro. Nessuno dei soldati con la faccia sfregiata osò muoversi.
Smek però, con più lividi e lesioni di tutti, era ostinato a fare il duro.
-Toccami ancora … e ti ammazzo – frignò senza alzarsi da terra.
-Ancora che parli?- si stupì Niall a braccia conserte.
Viola si fece avanti e s’inginocchiò vicino il Comandante. Nessuno la fermò.
Con fare quasi delicato, gli mise una mano sulla guancia: - Mio caro – dichiarò – questo è per aver sparato a Paulina e aver messo in subbuglio l’agrumeto di mia madre.
Con il gomito di ferro, diede una violentissima gomitata al viso già malconcio del Comandante e questo sentì venti piastrine del naso aprirsi e due denti andare perduti.
I suoi amici sorrisero.
-Grazie Viola – disse Paulina – E’ una bella soddisfazione.
La sorella afferrò i baffi ritti da roditore di Smek e gliene staccò due.
-Preoccupatevi di ripulire tutto – gli ordinò tranquillamente – di ricostruire il villaggio di Gosa e di cedere una buona parte di denaro a tutti gli abitanti. Ma tu non toccherai nemmeno uno spicciolo delle ricchezze degli Uomini-Pesce, è chiaro??? – lui annuì debolmente – E un ultima cosa … dovrai ridarmi i miei soldi!
-Sì, sì … tutto quello che vuoi … - si arrese Smek coprendosi la faccia.
Dopo un po’ si rimise in piedi e prese a correre all’impazzata verso il bosco. Nessuno lo inseguì o lo richiamò.
-Ma non finisce qui, maledetti! – giurò indicando Harry e i compari. Poi scappò.
-Cosa avrà in mente, quel criceto? – chiese Niall.
-Non è un problema nostro – disse Zayn guardando i cittadini felici – ora dobbiamo solo festeggiare!
-SIII! – concordarono tutti.
-Diffondete la notizia in tutta l’isola! – propose il dottore.
Tutti gli autoctoni si dileguarono in varie parti dei boschi e delle colline per dare l’annuncio della libertà riconquistata.
Paulina, vicino a Javier osservava come Viola se la rideva di gusto al fianco di quei quattro ragazzi. Finalmente sua sorella era felice dal profondo del cuore. Quasi si commosse.
-Chi avrebbe mai detto che saremmo stati salvati da pirati? – rise Javier – Il mondo sta proprio cambiando.
Si voltarono verso le macerie di Arlong Park. Erano passati otto lunghi anni da quanto la banda di Arlong aveva sottomesso l’isola. Da allora c’erano state molte morti innocenti, le persone erano costrette a piegarsi al suo volere per salvare la propria vita e quella delle famiglie. Non potevano mai esitare davanti la potenza di quegli esseri così perfidi. Era stato l’incubo più terribile che un’intera isola avesse potuto sopportare. Invece ora era tutto finito. Si guardava al futuro, verso una nuova vita indipendente, senza nessuno che forzasse a obbedire. Non avrebbero più dovuto preoccuparsi di venire uccisi per qualsiasi mossa ritenuta sbagliata. Erano liberi di fare tutto. Liberi di vivere di nuovo.
-Finalmente – disse il dottore guardando il cielo – l’anima di Marian può riposare in pace.
Javier e Paulina sollevarono pure gli occhi verso l’alto. Sembrava una vita che non vedevano un cielo così azzurro e splendido. A volte pensavano che il sole avesse smesso di battere per sempre. Invece ora era lì, sopra di loro e li abbracciava con i suoi caldi raggi.
 
Smek, a fatica, era riuscito a trascinarsi verso la piccola base militare posta dall’altra parte dell’isola. Più che una base era un capannone con armi, posto all’ombra di alberi morti. Per fortuna aveva lasciato la porta aperta, in modo da entrare e mettere le mani sulla cornetta del telefono. Si mise in contatto immediatamente con il Quartier Generale della Marina.
La faccia era tutta un dolore, ma questo lo aiutò a urlare dimostrando tutta la rabbia.
-Parlo con il Quartier Generale???
-Sì, con chi parlo?
-Sono il Comandante Smek della flotta del Mare Orientale. Codice #0074
-Oh, mi dica tutto, sergente.
-HO UN RAPPORTO DA FARE.
-Non urli, ci sento benissimo.
-C’è un pirata con Un Cappello di Feltro. Mi sembra si chiamasse Enry o qualcosa del genere. Lui e i suoi quattro complici sono già contro il Governo!
-Ha detto un pirata con un Cappello di Feltro?
-Sì! La sua banda è stata capace di uccidere i spaventosi membri della ciurma degli Uomini-Pesce di Arlong!!! Dobbiamo stare attenti! Voglio fissare un’ingente taglia su questo ragazzino!
-Ci serviranno dati più precisi per …
-Lo so. Abbiate pazienza, ho incaricato uno dei miei a …
-Capitano!- urlò un uomo entrando all’improvviso nella catapecchia – Ho fatto quanto richiesto – in mano teneva uno strano foglio – Ho la foto del ragazzo, ed il suo nome completo.
-Davvero? E come te li sei procurati? Hai dovuto combattere?
-Veramente – rispose l’uomo quasi sulla risata – ho dovuto semplicemente chiederglielo.
-Vabbè, non me ne fotte. Dammi sta foto! – gliela strappò dalle mani, infastidito che non avessero riservato al suo seguace, lo stesso trattamento inflitto su di lui.
Infilò il foglio svolazzante nella stampante e digitò un codice per mandarlo come fax.
Questi arrivò dall’altra parte dell’oceano in meno di mezz’ora.
-Ma che cazz… - esclamò l’uomo al telefono con Smek – è questa la foto?
-Non potevi farne una migliore? – urlò Smek al suo uomo. Lui chinò la testa mortificato: - Ad ogni modo, inviatela ai piani alti! È un pirata pericoloso!
-Va bene. L’autenticità della taglia sarà allora decifrata dai superiori.
-METTETELA QUANTO PIU’ ALTA POTETE!gridò Smek – OLTRE I 10 MILIONI, CAPITO? LO VOGLIO VIVO O MORTO!
-Ci manca il nome, signore.
-Styles – rispose l’uomo – Harry Styles.

TO BE CONTINUED
  
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