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Autore: _Joanna_    22/09/2015    1 recensioni
Fanfiction incentrata sulla Guerra di Conquista di Aegon Targaryen e delle sue sorelle/mogli. Ebbene sì, ancora Targaryen, ancora draghi, ancora Fuoco e Sangue
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{«Centoundici anni» [...] «Credi che si fossero accorti che in quel momento tutto il loro mondo stava crollando?»}
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{in quel preciso istante la conquista dei Sette Regni ebbe inizio}
Genere: Fantasy, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Westeros Warriors'
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The First Blaze

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File:Aegon And His Sisters by Amok..png

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Sembrava che fossero passate ore da quando dalla coffa era giunto il grido che annunciava l’avvistamento della terra ferma. Una scialuppa venne calata in acqua e subito Visenya prese il comando dei remi, ansiosa di raggiungere la loro meta. Aegon fece per seguirla, ma prima tentò di rintracciare l’altra sorella, scrutando con attenzione il cielo. Niente.
«Se non ti sbrighi farà in tempo a sorvolare la Barriera andata e ritorno» gli urlò Visenya. Era impaziente; quanto a Rhaenys, non avrebbe avuto problemi a raggiungerli una volta approdati.

      Erano salpati dalla Roccia del Drago un paio di settimane prima. Avevano passato un intero ciclo di luna intorno a quel tavolo, a pianificare, progettare, studiare, ogni singolo dettaglio di quell’impresa; alla fine avevano preso una decisione: sarebbero sbarcati in quella che veniva chiamata la Baia delle Acque Nere, un piccolo golfo nel quale sfociava il fiume delle Rapide Nere. La zona era povera, scarsamente popolata, eccezion fatta per un pugno di marinai; inoltre era oggetto di una contesa tra alcuni dei regni limitrofi, il che voleva dire che era terra di nessuno. Perfetta per il loro approdo. Effetto sorpresa, unito a un’ottima conoscenza del territorio e delle rivalità tra i regni, avrebbero in breve sancito la loro vittoria. E poi avevano i draghi. Rhaenys aveva insistito per cavalcare il suo fino a destinazione, nonostante questo avrebbe aumentato di molto la possibilità di essere avvistati; ma sua sorella era sempre stata testarda e anche quella volta aveva finito per averla vinta; Aegon non aveva potuto fare altro che raccomandarsi al suo buon senso. Dopo essere salpati, drago e cavaliere avevano seguito per un po’ la rotta delle navi, per poi perdersi tra le nubi; erano due giorni che non avvistava né lei né le altre due fiere.

      Intanto avevano ormai raggiunto la riva; solo un piccolo peschereccio era ormeggiato, mentre di presenza umana non v’era traccia. Aegon e Visenya volteggiarono giù dalla scialuppa e iniziarono ad addentrarsi nell’entroterra. Un piccolo e modesto villaggio sorgeva a ridosso del fiume, assediato da ogni lato da una rigogliosa foresta; dalla loro posizione si potevano chiaramente distinguere tre basse colline, evidentemente disabitate e ricoperte di vegetazione. Dalla cima di una di esse si sollevava un acre e denso fumo scuro. I pochi abitanti erano ai piedi del piccolo monte, e, sebbene armati di asce e grossi secchi, esitavano ad avvicinarsi alle fiamme, che ormai ne avevano cinto la sommità con una voluttuosa corona di fuoco. Un vento caldo attraversò l’aria, alimentando le fiamme e sospingendole verso le altre colline. Aegon percepì chiaramente l’arrivo del proprio drago prima ancora che la sua ombra nera oscurasse il sole. Si voltò e vide arrivare Balerion, affiancato dalle sue sorelle. I draghi atterrarono, permettendo ai loro cavalieri di montargli in groppa, quindi spiccarono il volo. L’incendio stava ormai devastando buona parte della zona, e aveva quasi raggiunto la spiaggia. «Dracarys» sussurrò, quasi impercettibilmente, perché sapeva che la mente e il cuore dell’animale erano in stretta connessione con i suoi. Infatti, Balerion aprì le enormi fauci, eruttando una densa fiammata scura, incenerendo quel che restava del villaggio; la sorella, Vhagar, lo imitò. In un istante l’intera baia bruciava. I draghi erano arrivati.

 

 

     «Non è stata una grande idea» sentenziò Aegon. Tutti e tre erano seduti attorno ad un piccolo bivacco, acceso con la legna degli alberi della foresta che ora si estendeva a qualche miglio di distanza da dove si trovavano. Il fuoco dei draghi aveva incenerito quasi cinquemila ettari di bosco prima di estinguersi, trasformando la zona in un’enorme pianura bruciata, mentre i tre colli, ora spogli e solitari, parevano osservarli.
«Sono morte delle persone» proseguì «Ci hanno visto da subito come dei crudeli invasori senza che avessimo sferrato un solo attacco» Aveva completato lui stesso l’opera di devastazione iniziata da Rhaenys, non c’era poi molto da fare dopotutto; tuttavia si maledisse per aver concesso alla sorella di cavalcare il suo drago e dunque di precederlo, impedendogli di fermare quella follia.
«Rilassati, Aegon» rispose Rhaenys, ridacchiando. Per lei tutto era un gioco, un aspetto di lei che amava, ma era una guerra quella che stavano per affrontare, gli scherzi da bambini erano fuori luogo.
«Ci avrebbero odiati comunque» intervenne Visenya «Siamo invasori, lo siamo oggi e lo saremo domani, finché non li avremo sottomessi tutti non ci ameranno»
Aveva ragione. Visenya era razionale quanto Rhaenys era impulsiva, austera quanto l’altra era giocosa. E lui era nel mezzo, il fulcro di tutta quella energia, l’unico che fosse in grado di controllarla e incanalarla nella giusta direzione. Ma forse Visenya aveva davvero ragione: loro erano degli invasori. Si massaggiò le tempie, laddove la corona aveva cominciato a far sentire il proprio peso.

      Visenya aveva insistito perché Aegon si facesse incoronare lì, nel punto in cui era sbarcato per conquistare tutto il continente. Davanti ai suoi lord, al suo esiguo esercito di neanche duemila uomini, si era inginocchiato come lord Aegon Targaryen, per poi rialzarsi come Re Aegon Targaryen, primo del suo nome, Signore dei Draghi e lord dei Sette Regni. Una beffa, nient’altro che un vuoto titolo e ancora più vuote parole. C’erano otto re nel continente e lui era quello con l’esercito più esiguo, l’unico a non avere un territorio, un castello, un popolo, un alleato.

      «Ci siamo, maestà» annunciò Orys, il suo fratellastro. Aegon annuì e insieme alle sorelle lo seguì fino alla riva della baia. Lì erano stati sistemati gli uomini, i duemila che erano sbarcati con lui, oltre a quelli che si erano uniti alla sua causa dopo le prime vittorie: Rhaenys aveva preso Rosby, Visenya Stokeworth, mentre Aegon si era occupato di Duskendale e Maidenpool. Ora il suo esercito superava le tremila unità e si apprestava ad attaccare un territorio molto più prezioso: Città del Gabbiano, una fiorente città portuale affacciata sulla Baia dei Granchi, nel regno degli Arryn. “Di Sharra Arryn” pensò. La regina della Valle gli aveva sì offerto un’alleanza, a condizione però di un matrimonio e della promessa di nominare suo figlio Ronnel come erede. Una clausola  inaccettabile.
«Non credi che dovremmo prima occuparci di quel porco di Argilac?» chiese Orys. Suo fratello era impaziente di ricambiare l’offesa al re della Tempesta, tuttavia Aegon sapeva che non era ancora il momento, non erano pronti per un assedio.

      Re Argilac Durrandon, signore della Tempesta, era stato suo alleato nella guerra contro Volantis. Preoccupato dalla crescente potenza del vicino re Harren, gli aveva proposto una nuova alleanza, promettendogli anche alcuni territori e la mano della figlia Argella. Aegon aveva rifiutato, offrendo al proprio posto Orys; questo aveva offeso il re, e il suo sdegno non era piaciuto a Orys. Sarebbe venuto il tempo di ripagare i torti subiti, ma prima c’erano questioni più urgenti da risolvere: re Harren Hoare, per esempio.

      Guardò Visenya e Daemon, il suo primo lord ammiraglio, salpare verso la prima battaglia navale del suo regno. Città del Gabbiano era solo un porto come gli altri; distruggere la flotta degli Arryn, quello era il vero scopo.
«E noi che cosa faremo?» chiese Rhaenys. Era impaziente di fare la sua parte, Rosby non era stata una vera battaglia, dare fuoco a un villaggio di pescatori nemmeno lontanamente «Tu resterai qui» annunciò. Aveva troppo pochi uomini, e Rhaenys era troppo impulsiva perché lui potesse fidarsi a lasciarle il comando anche solo di un centinaio di soldati «Abbiamo bisogno di una base solida e duratura. Cominceremo con un fortino, una torre e un fossato basteranno» disse, e, senza aggiungere altro, si allontanò, ignorando le proteste della sorella. Era una guerra, Rhaenys doveva capirlo, e quello era il sistema più pratico. Vicino alla sponda del fiume scorse la sagoma scura del suo drago. Stava guardando il cielo, come se stesse dando un silenzioso addio alla sorella che si allontanava veloce sul mare. L’altra metà del suo esercito era già da giorni in marcia verso nord; a dorso di drago Aegon l’avrebbe raggiunta in poche ore. Quando lo raggiunse, Balerion si rizzò sulle zampe e lui poté intuire la propria immagine riflessa nell’enorme placca pettorale della bestia, assicurata con spesse cinghie a quella che avrebbe potuto essere definita una sella per draghi. Vi montò sopra e subito il calore dell’animale lo pervase, solo toccando le sue scaglie nere poteva percepirne la forza ed essa diveniva una parte di lui; quando lo cavalcava, uomo e drago divenivano una cosa sola, unica, formidabile, invincibile. Balerion allargò le immense ali e caricò per spiccare il volo, un gesto familiare, quasi meccanico, eppure ogni volta intriso di un magico stupore. Presto il continente occidentale avrebbe udito il suo primo, potente ruggito.

 

 

    “La pietra non brucia”
Erano state queste le ultime parole di Re Harren. Sordo ai suoi appelli, aveva chiuso le porte del suo mostruoso palazzo, preparandosi per un assedio che non ci sarebbe mai stato.

      Dopo due battaglie combattute in campo aperto, la maggior parte dei lord delle terre dei fiumi si era ormai arreso alla sua avanzata, conservando i propri titoli e terre. Era dunque rimasta solamente Harrenhal, la gigantesca fortezza appena ultimata, dimora di un re senza più un regno. Aegon gli aveva offerto la pace, la propria amicizia, e il titolo di lord delle Isole di Ferro, il piccolo arcipelago da cui Harren proveniva, ma lui aveva rifiutato.
Non aveva avuto altra scelta.

      Quando l’ultimo tramonto scese su Harrenhal, Balerion si alzò in volo sopra il castello. Aegon non si era mai sentito così potente, sarebbe bastata una sola parola per cancellare la costruzione più imponente a memoria d’uomo, e con essa tutti i suoi abitanti. Contemplò per un istante quell’orrore, costato migliaia di vite, frutto di un’ambizione cieca e sfrenata, riflesso di un potere corrotto eppure stupefacente: con del vile denaro Harren aveva fatto tutto questo, uomini comuni lo avevano edificato a mani nude; nessun incantesimo, nessun sortilegio lo proteggeva dal respiro dei draghi, quell’abilità era andata perduta un secolo prima.
Poi l’istante passò ed Aegon si lanciò nel suo solitario attacco. Spinse Balerion in picchiata e sussurrò il comando. Una pioggia di fuoco si abbatté sulla fortezza, bruciando, disintegrando, sciogliendo, la pietra. Vide le cinque torri accartocciarsi su sé stesse, deformandosi, consumandosi come nere candele. Vide gli uomini avvolti in sudari di fuoco cercare salvezza, mentre ogni cosa attorno a loro prendeva fuoco e bruciava. Vide i vetri delle serre esplodere e cavalli dalle criniere infuocate calpestare i corpi dei moribondi. Fiamme incandescenti strangolarono Harren e i suoi figli, seppellendoli per sempre nella loro chimerica fortezza. Come un enorme castello di carte, Harrenhal bruciò.







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Angolo Autrice


Orbene salve gente :)
Me ne rendo conto, lo so, sto giocando col fuoco (letteralmente) e mi sono presa alcune licenze, specialmente nella prima parte, dove ho inserito una buona parte di nozionistica... non so se voi sapevate già tutto degli antefatti pre- conquista, ma per faciltare la comprensione (no, non è vero l'ho fatto per me perchè altrimenti perdo il filo, però uffcilamente ho pensato a voi!) li ho inseriti, quindi, nel caso non si rendano necessari, cercherò di limitarmi nella sezione polepttone storico e mi concetrerò più su azioni, battaglie etc, di cui avete avuto un modesto assaggio con il rogo di Harrenhal. Beh che dire, attendo con ansia i vostri commenti e  vi posso già anticipare che nel prossimo capitolo ci saranno molti più eventi ;)


_Jo

















  
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